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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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giovedì 21 aprile 2011

UN GRANDE POTENZIALE, IL SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DI GRAZIE, SAN GABRIELE E GLI INGLESI








Cari amici ed amiche.

Se me l'avessero detto, non ci avrei creduto.
Il Santuario della Beata Vergine di Grazie (che si trova a Curtatone, in Provincia di Mantova) è pieno di sorprese.
Ne ho parlato più volte. Ad esempio, ho parlato del suo possibile legame con l'Inghilterra. Vi invito a rileggere l'articolo intitolato "Santuario di Grazie, poterono esserci state maestranze inglesi?", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/santuario-di-grazie-poterono-esserci.html . Infatti, vi sono alcuni affreschi di scuola nordica, che ricordano opere tedesche o inglesi.
Inoltre, il fatto che potesse esserci stato un legame con l'Inghilterra è dimostrato dal fatto che negli anni 30 del XX secolo fosse stato proprio un inglese, un tale dottor James Gow Mann , di cui scrissi nell'articolo intitolato "Santuario della Beata Vergine di Grazie, un patrimonio da salvaguardare", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/santuario-della-beata-vergine-di-grazie.html .
Questo ricercatore lavorava per la londinese Wallace Collection e quando seppe che si riteneva che nel santuario vi fossero armature antiche corse sul luogo. Studiò alcune statue e noto che le armature che alcune di esse indossavano non erano finte ma vere.
Erano armature gotiche.
Il dottor Mann chiese il permesso all'allora vescovo di Mantova, monsignor Menna, di recuperare le armature dalle statue.
Il vescovo diede l'assenso e, sotto la supervisione del rettore del santuario, don Erminio Carra, James Gow Mann fece calare le statue e le fece bollire (come mostra la foto in basso).
Essendo fatte di cartapesta, colla animale e legno, le statue si sfasciarono e le armature furono così recuperate e pulite.
Vi invito a leggere questo articolo, seguendo il link http://www.fermi.mn.it/grazie/italiano/a3.html .
Ora qui sorge una domanda.
E' possibile che il dottor Mann avesse saputo del santuario mantovano non per via delle armature ma perché potrebbero esservi opere di scuola inglese?
Inoltre, vi è un altro particolare. Ai lati della navata della chiesa vi sono delle cappelle laterali.
Una di queste è dedicata ai frati dell'Ordine Passionista.
Questa cosa non vi dice niente?
Certo che sì, l'Ordine Passionista è legato a San Gabriele dell'Addolorata, di cui parlai spesso. Vi basta rileggere l'articolo intitolato "I giovani, san Gabriele, Dio e mammona", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/i-giovani-san-gabriele-dio-e-mammona.html .
Proprio la vita di San Gabriele è illustrata in alcune lunette della Cappella dei Passionisti del santuario mantovano.
Ora, di fronte a ciò, vorrei fare una proposta.
Perché non fare un grande studio della storia di questo luogo di culto e delle opere al suo interno?
Magari, questo studio si potrebbe fare con un team di esperti stranieri ed italiani, in collaborazione con grandi università, come quelle Oxford, di Cambridge, di Harvard, di Milano, di Roma ed altre.
Sarebbe anche un modo per attirare anche l'interesse di fondazioni che potrebbero elargire fondi per il restauro di questa chiesa.
Quindi, si potrebbe fare in modo che i lavori di restauro non pesino sulle istituzioni civili (Comune di Curtatone, Provincia di Mantova, Regione Lombardia e Ministero dei Beni Culturali) e né su quelle religiose (Diocesi di Mantova, Arcidiocesi di Milano e Chiesa cattolica).
Ciò valorizzerebbe questo grande gioiello della nostra provincia.
Inoltre, ci sarebbe anche la valenza religiosa.
Ad esempio, si potrebbe fare venire a Grazie, dal suo santuario che si trova in Provincia di Teramo (in Abruzzo), l'urna contenente le spoglie di San Gabriele dell'Addolorata.
Questo favorirebbe il turismo religioso.
Attualmente, la Provincia di Mantova non sta facendo niente di tutto questo e ciò è un peccato.
Sarebbe utile se la prossima amministrazione si muovesse in questo senso.
Sarebbe un modo per sfruttare al meglio questo potenziale culturale che potrebbe creare lavoro.
Termino, ricordando che oggi è il Giovedì Santo.
Quindi, incomincia il Triduo Pasquale, la Messa in "Coena Domini".
E' bene frequentare tutte le Messe perché la Pasqua inizia oggi.
Cordiali saluti.

mercoledì 20 aprile 2011

ASOR ROSA, LIBERTE', EGALITE', FRATERNITE' ET...VULGARITE'


Cari amici ed amiche.
Chi dice che la Rivoluzione francese fosse stata una grande cosa, un passo avanti per l'umanità, dice una grandissima sciocchezza.
Sotto di termini di "Liberté, Egalité, Fraternité", essa non portò la democrazia ma fece cadere un sistema e ne creò un altro che, per tanti versi, fu peggiore di quello precedente e di cui oggi noi abbiamo una triste eredità.
Infatti, eliminata la monarchia, la Rivoluzione francese assunse i connotati di una dittatura, un vero e proprio terrorismo di Stato, sotto la guida dei giacobini di Maximilien de Robespierre.
Inoltre, incattivì la politica.
Infatti, la Rivoluzione francese non portò la democrazia ma il populismo.
Essa portò una politica che fu ben lontana da quella di scuola anglosassone.
Quest'ultima, infatti, pur in una logica democratica seppe mantenere la politica come un'aristocrazia, con un codice di comportamento che fa sì che lo scontro non degeneri mai nel processo di piazza, nel più bieco e becero populismo e nella delegittimazione dell'avversario.
La Rivoluzione francese, invece, instillò la cultura dell'odio in cui chi è della fazione opposta deve essere visto come un "nemico del popolo" da delegittimare, da coprire di scherno e da distruggere.
Questa cultura si fece strada nei vari Stati dell'Europa, ne plasmò la politica e si esplicò nelle sue forme peggiori, le ideologie totalizzanti e totalitarie come il nazismo ed il comunismo.
In pratica, dalla Rivoluzione provengono le ideologie nazista e comunista.
Ora, l'Italia è ancora oggi sotto l'influenza di questa cultura.
Soprattutto la sinistra, figlia di quel Partito Comunista Italiano che, anche dopo il 1498, ebbe sempre delle pulsioni di certe sue frange rivoluzionarie che non puntavano solo ad eliminare il fascismo ma a portare il comunismo sovietico.
In pratica, queste frange del PCI (che formalmente erano combattute dagli organi del partito) puntavano a scardinare una dittatura e ad instaurarne un'altra, anche con la lotta armata.
Il PCI, si creò un sistema di mobilitazione delle masse, con i sindacati, i patronati, certi giornali, le cooperative e certe amministrazioni locali.
Non a caso, secondo Lenin, il sindaco era la "cinghia di trasmissione".
In pratica, creò un "feudalesimo rosso" in cui i cittadini erano legati al partito che li "aiutava".
Guarda caso, questo sistema fece sì che si creassero veri e propri "feudi rossi", come, ad esempio, la Provincia di Mantova, l'Emilia-Romagna e la Toscana.
In pratica, tramite i sindacati, i patronati e le cooperative il PCI trasformava i cittadini di quelle zone, in veri e propri militanti, che manifestando diventavano unn vero e proprio una gruppo di pressione, una lobby, che spesso impediva anche di fare le riforme.
Oggi, grazie a Dio, questi sistemi stanno avendo delle crisi perché portarono immobilismo.
La Provincia di Mantova ne è un esempio. Attualmente, infatti, la provincia virgiliana è molto indietro, se confrontata con le altre province lombarde.
Ora, arriviamo ai giornalisti. Molti di essi fiancheggiarono quel sistema di cui oggi è erede la sinistra.
Anzi, tuttora, certi giornalisti sono fiancheggiatori della sinistra.
Essi sono le "bombarde dell'armata della sinistra". Infatti, essi puntano all'attacco e alla delegittimazione dell'avversario. Essi fanno ciò cercando sempre di dare un'immagine negativa dell'avversario.
Un esempio?
Un esempio è rappresentato da Alberto Asor Rosa, noto giornalista e scrittore di sinistra che ultimamente ha fatto delle uscite a dir poco inquietanti.
Leggete questo articolo del "Il Manifesto" , noto giornale di sinistra.
Per leggere l'articolo, seguite il link http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/04/articolo/4446/ .
Asor Rosa ha scritto che servirebbe la lotta armata per abbattere Berlusconi.
Questa è una cosa inaccettabile ed indegna da parte di chi dovrebbe tutelare il cittadino. Infatti, con la sua informazione, il giornalista tutela il cittadino.
Un esempio di buon giornalismo è Ricky Filosa, con il suo giornale online "Italia chiama italia", http://www.italiachiamaitalia.net, un giornale di ottima caratura, su cui ogni tanto scrivo.
Asor Rosa è ben lontano da questo esempio e se io avessi un giornale quel "signore non scriverebbe neanche il necrologio. Anzi, lo prenderei per un braccio, lo porterei alla porta e lo caccerei via. Mi adirerei così tanto che lo chef Gordon Ramsay sarebbe paragonabile a San Francesco, quando quest'ultimo caccia via i cuochi dalla cucina di Hell's Kitchen, noto reality show che è uno dei miei programmi TV preferiti.
Quello che ha scritto Asor Rosa è intollerabile. Oltre ad essere volgare, rischia di incattivire ulteriormente un clima politico già molto caldo.
Io spero che Asor Rosa venga isolato.
Non sa cosa sia la democrazia.
Cordiali saluti.

mercoledì 13 aprile 2011

LIBRI DI STORIA FAZIOSI E DI SINISTRA? E' VERO!





Cari amici ed amiche.

Vorrei parlare della proposta fatta dall'onorevole Gabriella Carlucci, deputata del Popolo della Libertà, che ha proposto di istituire una commissione di inchiesta sui libri di storia usati come testi scolastici.
Trovo che la proposta dell'onorevole Carlucci sia più che sensata.
Effettivamente, vi sono molti libri che illustrano la storia in modo parziale ed ideologico.
Prendiamo, ad esempio, un tema storico a me caro, la Guerra civile inglese del XVII secolo.
Molti dei nostri libri di storia presentano il puritano Oliver Cromwell come un uomo di valori e di virtù e re Carlo I Stuart come un mascalzone e tiranno.
La realtà è ben diversa. Cromwell fu un dittatore che si macchiò di crimini allucinanti mentre re Carlo I fu un uomo di grandi valori, tant'è che lo fecero anche santo. Re Carlo I fu un grande cristiano. Tra l'altro, di recente, ho avuto una discussione abbastanza accesa con una persona che mi ha accusato di venerare un ladro perché, a suo dire, re Carlo I avrebbe fatto rubare dei capolavori che appartenevano dei Gonzaga. Ora, la realtà è diversa. Re Carlo I amava l'arte italiana e comprava quadri ed opere d'arte italiane.
Su Cromwell, cosa si dovrebbe dire?
Riguardo a Cromwell, bisognerebbe chiedere agli Irlandesi. Infatti, nel 1649, quel fanatico fece dei veri e propri bagni di sangue in Irlanda.
Purtroppo, i nostri libri di storia danno questa immagine distorta di Cromwell e di re Carlo I. Guarda caso, Cromwell fu preso come esempio da Lenin.
Vi invito a visionare questo video preso da Youtube che mostra una spezzone del film "Cromwell", un film andato in onda negli anni '70.
Per quanto riguarda il XX secolo, questa faziosità è ancora più evidente.
I libri di storia parlano tanto dei crimini commessi dai nazisti di Adolf Hitler mentre non dicono nulla di quelli fatti dai comunisti e dai partigiani.
I comunisti non furono meno criminali dei nazisti. Certo, i nazisti uccisero più di 6.000.000 di persone innocenti ma pensate, ad esempio, all' Holodomor, il genocidio di ebrei ed oppositori che ci fu in Ucraina tra il 1929 ed il 1933 e che fu fatto dal regime comunista da Stalin o al massacro di polacchi nella foresta di Katin che fu fatto, sempre dai sovietici, nel 1943.
Pensate a quello che successe qui in Italia, con i partigiani comunisti che fecero uccidere quelli cattolici in Emilia-Romagna.
Pensate al dramma delle foibe, dramma in cui molti italiani che stavano in Venezia Giulia, in Istria e in Dalmazia vennero fatti uccidere e gettare nelle grotte dai comunisti di Tito.
Allora, capirete che tra l'ideologia nazista e quella comunista non c'è nessuna differenza.
Purtroppo, i libri di storia non sono di questo avviso. Molti di essi danno un'immagine positiva dei comunisti, quando la realtà è ben diversa.
E...ci sono altre storture!
La storia non può essere usata come propaganda politica.
Il suo insegnaento serve a formare le coscienze, per non ripetere più gli errori del passato.
Se si usa la storia come mezzo per fare propaganda, si rischia solo di dare delle nozioni sbagliate e di fare sì che vengano commessi i soliti errori.
Un uso così distorto della storia non è diverso da quello che facevano i nazisti, per inculcare le loro idee.
Quindi, ben venga la commissione d'inchiesta.
Cordiali saluti.

lunedì 11 aprile 2011

L'IMPERO ROMANO, L'ITALIA E L'EUROPA, LA STORIA POTREBBE RIPETERSI!




Cari amici ed amiche.
Guardate questo video che ho scaricato da Youtube. Esso è uno spezzone di un documentario storico che, tra l'altro, vidi nella sua versione in italiano nella trasmissione "Atlantide, storie di uomini e di mondi" che va in onda su LA7.
Questo video mostra la storia di Ricimero (405-472), un generale (precisamente, un "Magister Militum") dell'Impero Romano d'Occidente.
Proprio iniziando da questo video, voglio riprendere il concetto che ho illustrato ieri, nell'articolo intitolato "Unione Europea, ha ragione il presidente Berlusconi", articolo che è stato pubblicato anche su "Italia chiama Italia" e che potete leggere, seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/25637/2011-04-11.html.
Come ho già detto, Ricimero fu un generale dell'Impero Romano d'Occidente.
Egli, però, non fu un romano ma un barbaro.
Egli fu di origine visigota e cristiano ariano.
Negli anni '60 del V secolo AD, egli fu, di fatto, il detentore del potere nell'Impero Romano d'Occidente. Di questo suo potere fecero le spese imperatori come Avito (anch'egli voluto dai Visigoti), Maggioriano, Libio Severo, Antemio e Anicio Olibrio che vennero uccisi o deposti.
Con la sua politica, lui dissanguò l'Impero Romano d'Occidente ma ad esso fu legato perché pochi anni dopo la sua morte l'impero crollò.
Proprio da ciò, prendo lo spunto per fare una riflessione.
A partire dal III secolo AD, l'Impero Romano iniziò ad avere una fase di declino.
Questo declino colpì, soprattutto, l'esercito. Esso fu il cardine del potere nell'Impero. Oramai abituati ai lussi, molti giovani romani non volevano più entrare nell'esercito. Inoltre, stava calando anche il numero di schiavi ed iniziò a mancare la manodopera per fare certi lavori usuranti.
E così, le autorità romane iniziarono a fare entrare i barbari che diventarono "foederati".
Questi, entrarono nell'esercito e in seguito divennero generali, come, per l'appunto Ricimero.
Qui fu il problema.
Infatti, nel 410 AD, Roma fu saccheggiata da Alarico, re dei Visigoti.
Dapprima, Alarico fu un soldato dell'esercito romano, come altri suoi compatrioti visigoti.
Egli morì in Calabria ma il suo popolo riuscì a creare un regno che copriva gli attuali Portogallo e Spagna e parte della Francia.
Anche i Vandali ebbero la stessa storia. Anch'essi furono "foederati" ma poi, con il loro re Genserico (389-477) presero il Nord Africa. In pratica, da manodopera a basso costo, i vari popoli barbari divennero dominatori di territori dell'oramai decrepito Impero Romano d'Occidente. Essi formarono i regni romano-barbarici, regni in cui i barbari comandavano ed i Romani amministravano ma erano in una posizione di sudditanza. Alla fine, 476 AD, presero anche l'Italia e Odoacre (434-493), il capo degli Eruli, depose l'ultimo imperatore, Romolo Augustolo.
In pratica, i barbari si ribellarono ai Romani e divennero i loro nuovi signori.
Ora, la stessa situazioni potrebbe riproporre ai giorni nostri.
Non voglio alimentare paure e né essere razzista ma qui vi è una situazione in cui vi sono degli immigrati che vengono da Paesi con problemi e degli imprenditori italiani che, come ho scritto, ieri cercano una manodopera a basso costo e che non hanno puntato sulla tecnologia.
Gli imprenditori usano come pretesto il fatto che i giovani italiani non vogliano fare determinati lavori e per questo assumono gli immigrati.
Ciò è in parte vero ma è spiegato dal fatto che, come ho scritto poc'anzi, molti imprenditori non abbiano investito nella tecnologia.
Infatti, ove si usano le tecnologie nuove, i giovani italiani vanno a lavorare volentieri e l'azienda produce ed è efficiente.
Quindi, serve una "riforma del modo di pensare della società", oltre a quella della politica.
L'Impero Romano cadde perché continuò a mantenere quel sistema, nonostante i grandi cambiamenti.
Infatti, l'Impero Romano basava la sua forza sul "binomio esercito-schiavi". Ora, con la cessazione delle guerre di conquista, gli schiavi non affluirono più a Roma ed i giovani romani, oramai abituati a vari lussi, non entravano più nell'esercito, il cuore pulsante dell'Impero.
Questo indebolì lo stesso esercito e la figura dell'imperatore (su cui tutto il potere era incentrato) che non fu più grado di governare. I barbari, che entrarono nell'esercito, divennero una "lobby" che poté controllare anche lo stesso imperatore . Inoltre, con l'indebolimento dell'autorità, coloro che erano nelle classi più umili videro nei barbari dei liberatori e si ribellarono. Ergo, se Spartaco fosse vissuto nel V secolo AD avrebbe vinto.
Noi dobbiamo trarre lezione da tutto ciò.
Per troppi anni non si fecero riforme e, a causa di certi compromessi fatti, ad esempio, con i sindacati, si continuò a mantenere uno status quo che oggi non possiamo più permetterci di mantenere.
La politica ha prodotto delle buone riforme. La "Legge Biagi" ne è un esempio. Il problema è che nella nostra società vi sono sacche di resistenza e soggetti che fanno un cattivo uso di tali riforme.
Da qui nasce anche il precariato.
Qui rischiamo di trovarci un giorno con degli immigrati che potrebbero costituire una loro "lobby" e magari fare pressioni sulla politica per ottenere determinate cose. Un giorno potremmo trovarci anche con la sharia. E' un'ipotesi estrema ma potrebbe essere realistica, anche se è remota.
In pratica, rischiamo una vera e propria "terzomondizzazione".
Noi dobbiamo cambiare mentalità, puntando sulla tecnologia e sulla meritocrazia.
Ad esempio, trovo giusta la Riforma dell'università portata avanti dal Ministro dell'Istruzione, onorevole Mariastella Gelmini. Essa punta sulla meritocrazia, facendo sì che siano finanziate quelle facoltà che sono utili.
Bisogna puntare sugli stages che però non dovranno essere fini a sé stessi (cosa che sono oggi) ma che dovranno avere uno sbocco nel mondo del lavoro.
Qui serve un cambio di mentalità.
Inoltre, dobbiamo "recuperare" i nostri "cervelli", i nostri giovani ricercatori e professionisti emigrati all'estero, e magari attrarre anche qualche dottore o ricercatore straniero. I nostri ricercatori e professionisti sono andati in Paesi come gli Stati Uniti d'America ed il Regno Unito. Non dovremmo fare in modo che vi sia un ritorno di essi e, magari, che possa venire qualche ricercatore o professionista britannico o statunitense. In questo caso, vi sarebbe un'"immigrazione di qualità".
Il rischio che si corre è che si ripeta la stessa situazione che ci fu proprio nell'Impero Romano d'Occidente.
A forza di importare povertà (per avere manodopera) rischiamo di diventare poveri anche noi.
L'Europa dovrà tenere conto di tutto ciò.
Cordiali saluti.

mercoledì 30 marzo 2011

GUELFI, GHIBELLINI E...PARTIGIANI















Cari amici ed amiche.


Ho scritto l'articolo sul derby (il cui titolo è "Derby Milan-Inter, che vinca il migliore!", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/derby-milan-inter-che-vinca-il-migliore.html) anche per fare capire un'altra cosa.

L'Italia è un grande Paese ma spesso vi sono delle divisioni così forti che vengono percepite quasi come fossero un "fatto etnico".

Proprio il derby Milan-Inter è un esempio di ciò.

Non si può nascondere il fatto che, dietro ad una partita di calcio, vi siano anche altre implicazioni.

Ad esempio, è noto il fatto che il presidente del Milan sia anche il capo del Governo, il presidente Silvio Berlusconi.

Quindi, una possibile sconfitta o una possibile vittoria del Milan può non venire percepita come un semplice risultato sportivo.

Ad esempio, provate ad immaginare cosa succederebbe se il Milan dovesse perdere.

Tutti i fautori dell'antiberlusconismo si metterebbero a fare delle manifestazioni di giubilo, "canterebbero vittoria contro il tiranno" e, magari, gli antiberlusconiani milanisti incomincerebbero a fare battute e ad urlare slogan come "Silvio metti più soldi nel Milan e meno nel Bunga Bunga" o come "Silvio dimettiti" e quant'altro.

Purtroppo è così!

Io spero che il derby sia una bella partita e che non ci siano incidenti.

Purtroppo, spesso e volentieri, nel calcio entrano anche componenti che di sportivo non hanno nulla.

Per la verità, questa non è una caratteristica solo italiana.

Pensiamo alla Scozia con le due squadre di calcio di Glasgow, i Glasgow Rangers e il Celtc Glasgow.

Lì, le partite hanno anche implicazioni politiche e religiose.

Infatti, quella dei Glasgow Rangers è la squadra protestante mentre quella del Celtic è cattolica.

Purtroppo, in quel caso certe tensioni sono ancora forti.

Pensiamo al Neil Lennon, ex-centrocampista nordirlandese del Celtic ed oggi allenatore della stessa squadra, che fu costretto a lasciare il ruolo di capitano della Nazionale di Irlanda del Nord perché minacciato, in quanto cattolico.

Se lì la situazione è così, qui in Italia non è da meno.

Del resto, il nostro fu il Paese dei Ghibellini e dei Guelfi ed oggi è il Paese dei mille campanilismi e partigianerie.

Spesso queste situazioni si manifestavano (e tuttora si manifestano) con violenza, spesso a parole e a volte con i fatti.

Molto spesso chi ha un'idea contraria ad una una certa corrente di pensiero, viene visto come un nemico di abbattere e da distruggere, con una dialettica dura o, addirittura, con atti di violenza fisica.

Io posso portare come esempio una mia vicenda personale.

In un mio precedente articolo, avevo scritto della necessità della presenza del Popolo della Libertà a Roncoferraro (http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/roncoferraro-mantova-serve-il-popolo.html) e avevo parlato di quello che successe nel 2009, quando con la lista di centrodestra "Libertà di cambiare, diritto di crescere" predemmo le elezioni amministrative ed i criticai la gestione della campagna elettorale ed analizzai la sconfitta, qualcuno all'interno della lista mi criticò, mi accusò di avere tradito il centrodestra e mi fece un articolo contro.

In altre parole, fecero di me un nemico da abbattere perché mi misi contro la loro corrente di pensiero.

Oggi, quelle stesse persone dicono (anche pubblicamente) di non rappresentare più il Popolo della Libertà.

Sta a voi giudicare.

Del resto, io sono sempre stato di una posizione molto ortodossa rispetto al Popolo della Libertà.

Questo è il Paese delle partigianerie.

Oggi, il Governo vuole fare una riforma della giustizia, una riforma giusta, visti i guasti, come i processi troppo lunghi.

L'opposizione parla di "riforma ad personam" fatta a favore del presidente Berlusconi ed insulta, senza però, fare una sua proposta seria.

Questo è davvero il Paese delle partigianerie.

Un esempio che possa dimostrare ciò fu quello che fece il presidente della Repubblica Sandro Pertini (nella foto 1896-1990), quando ci fu la morte di re Umberto II, nel 1983.

Esiliato, il re moribondo chiese al presidente della Repubblica di potere tornare in Italia, per potere morire in essa.

Scrisse la lettera alla cui intestazione non scrisse "Egregio signor presidente" ma "Egregio signor Pertini".

Per questo "cavillo", Pertini negò al re la possibilità di morire in Italia.

A mio modo di vedere, in quell'occasione, Pertini non si comportò da presidente ma da partigiano e sbagliò.

Pertini avrà fatto tante cose buone ma in quel frangente sbagliò.

Se fossi stato in lui, non avrei negato all'ex re di morire in Italia.

Avrei fatto finta che egli non fosse l'avversario che fu sconfitto ma un vecchio moribondo che chiese di morire in quello che, in fondo, fu la sua terra natale. Se non per convinzione, avrei fatto ciò per "pietas".

Fu gettata al vento un'occasione di riconciliare gli italiani.

Questo episodio è (e deve essere) una vergognosa macchia nella nostra storia!

Io mi auguro che queste partigianerie siano superate.

Cordiali saluti.


sabato 26 marzo 2011

PACIFISMO? NO GRAZIE!


Cari amici ed amiche.
Giovedì sera, avevo visto un pezzo della trasmissione "Annozero" di Michele Santoro.
Ospite, in collegamento dagli USA il professor Edward Luttwak, noto politologo americano.
Egli ha detto delle condivisbili sui pacifisti.
Per Luttwak non si può essere pacifisti e ha ragione.
Espongo le sue idee, facendo i suoi esempi.
Si può essere pacifisti di fronte a un dittatore come Adolf Hitler?
La risposta è no!
Essere pacifisti di fronte ad uno come Hitler significa essere, in qualche modo, conniventi con lui perché non si interviene per combattere il male.
A un personaggio come Hitler o come Stalin, i pacifisti fanno comodo. Non resistono.
Del resto, se penso allo scontro tra Bene e Male, mi viene in mente la vicenda religiosa tra San Michele e Lucifero.
San Michele sconfisse l'angelo ribelle con la spada, facendogli la guerra e schierandosi con Dio e non con il pacifismo proposto da certi movimenti politici.
Del resto, vi invito a leggere alcuni di testi di San Tommaso d'Aquino sulla guerra.
Nessuna persona sana di mente vuole la guerra o desidera la morte di altre persone.
Per l'amor di Dio, non è così ed io sono il primo a dire che la guerra sia una cosa sbagliata!
Però, non si può nemmeno non intervenire di fronte al male.
E poi, certi pacifisti sono anche un po' schizofrenici.
Ad esempio, riguardo alla questione di Israele, essi piangono la morte dei palestinesi ed attaccano lo Stato ebraico mentre non dicono nulla riguardo a quelle degli israeliani a causa degli attentati suicidi, così come tacciono di fronte ad altre morti, come quelle dei numerosi cristiani perseguitati.
Tutti noi dobbiamo cercare la pace ma non si può non intervenire di fronte al male.
Del resto, anche il Vaticano ha proibito l'affissione di bandiere arcobaleno (quelle dei pacifisti) nelle chiese. Leggete l'articolo de "Il Giornale", seguendo il link http://www.ilgiornale.it/interni/vaticano_bandiere_arcobaleno_via_chiese/21-06-2008/articolo-id=270591-page=1-comments=1.
Onestamente, io preferisco la croce a quella bandiera figlia di una cultura New Age così come preferisco la preghiera a certe manifestazioni che molto spesso di pacifico non hanno nulla, visto che in esse vengono bruciate le bandiere israeliane, americane ed italiane.
Chi, pur potendo intervenire, non alza un dito contro una situazione negativa e né fa una denuncia contro di essa ha le mani sporche di sangue come chi la causa.
Per questo, ho messo qui sopra questa bandiera macchiata di rosso.
Cordiali saliti.

lunedì 21 marzo 2011

UNITA' D'ITALIA, FINITA LA FESTA...GABBATO LO SANTO!

Cari amici ed amiche.

Vi invito a leggere queso interessante articolo scritto dalla signora Margherita Genovese su "Italia chiama Italia", seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/25376/2001-03-18.html.
Effettivamente, sono d'accordo con quanto scritto nell'articolo.
I festeggiamenti dell'unità d'Italia hanno avuto i toni solenni delle grandi occasioni e si è vista una grande aggregazione di massa.
Ora, però, tutto è finito.
Si è tornati alle vecchie partigianerie e a "spararsi addosso".
Del resto, storicamente, l'Italia è il Paese delle divisioni.
Durante il periodo dell'Antica Roma, fu il Paese dei seguaci di Mario e di quelli di Silla. Nel Medio Evo fu il Paese dei ghibellini e dei guelfi. Nel XVIII secolo fu il Paese degli illuministi e degli anti-illuministi. Durante il fascismo, fu il Paese dei fascisti e degli anti-fascisti. Nel 1948 fu il Paese dei monarchici e dei repubblicani ed oggi è il Paese dei berlusconiani e degli anti-berlusconiani.
Questo Paese è davvero strano poiché sembra che queste divisioni siano etniche.
In poche parole, sembra che coloro che (come me) sono schierati con il centrodestra e coloro che gli sono contro siano di due etnie diverse.
Questo negli altri Paesi non avviene.
Nel Regno Unito, i cittadini possono essere laburisti o consevatori ma si sentono e sono sempre britannici.
Negli USA, i cittadini avere simpatie per il Partito Democratico o per quello Repubblicano ma si sentono sempre americani.
In Italia, invece, sembra quasi che noi di centrodestra e gli altri siamo di due etnie diverse.
Durante i festeggiamenti, coloro che sono contro il centrodestra hanno tentato di umiliare tale coalizione e in primis la Lega Nord, prendendo come pretesto ogni atteggiamento di questo partito.
Queste persone facevano peani sulla bandiera, mettevano fiori sull'Altare della Patria e cantavano canzoni dedicae alla patria.
Peccato che queste persone erano le stesse che in passato vedevano nel patriottismo un sentimento "becero", "reazionario", "fascista", "atlantista", "borghese" e "contraria al proletariato" e qualcuna di esse bruciò anche la bandiera italiana.
A casa mia, questo atteggiamento si chiama ipocrisia!
Personalmente, riterrei giusto non fare più queste feste che rischiano di diventare solo delle pompose manifestazioni di ipocrisia perché si celebra un sentire comune che non c'è.
Ora che tutto ciò è finito, si è tornati ai vecchi livori.
Non basta fare delle celebrazioni solenni (e spendere tanti soldi in esse) per dimostrare di essere un popolo solo.
Cordiali saluti.

venerdì 18 marzo 2011

IL PRESIDENTE BERLUSCONI FISCHIATO? E' UNA VERGOGNA!

Cari amici ed amiche.

Il discorso fatto nell'articolo intitolato "Unità d'Italia, non ci sia retorica", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/unita-ditalia-non-ci-sia-retorica.html, debba valere anche per i giorni nostri?
Ieri, vi è stato l'episodio spiacevole a Roma.
Sia al Gianicolo e sia nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato contestato ed insultato da alcuni squadristi.
E' stata una contestazione becera, soprattutto, quella nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, vista la sacralità del luogo.
E' questo il "senso patriottico" della sinistra?
Per esempio, qui a Roncoferraro il sindaco Candido Roveda è di sinistra.
La sua politica non mi piace come non piace a molti roncoferraresi.
Eppure, contro di lui, non c'è stata nessuna contestazione né da parte mia e né da parte degli altri.
Questo è senso civico.
L'essere italiani si vede anche dal senso civico.
Quelli che ieri hanno contestato il presidente Berlusconi non hanno avuto senso civico.
E poi, mi risulta che la sinistra non sia mai stata molto patriottica.
Leggete questo discorso di Palmiro Togliatti:
"E' motivo di particolare orgoglio per me l'avere abbandonato la cittadinanza italiana per quella sovietica. Io non mi sento legato all'Italia come alla mia Patria, mi considero cittadino del mondo, quel mondo che noi vogliamo vedere unito intorno a Mosca agli ordini del compagno Stalin.
E' motivo di particolare orgoglio per me l'avere rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più.
Come cittadino sovietico mi sento di valere diecimila volte di più del migliore cittadino italiano.".
Ieri, coloro che erano nel vecchio Partito Comunista Italiano (e che oggi sono nel Partito Democatico) vanno all'Altare della Patria a deporre fiori.
Negli anni passati, quelli della loro scuola ritenevano il patriottismo come una cosa "borghese" o "fascista".
Oggi, le stesse persone dicono di essere i migliori patrioti.
E' logico che il loro atteggiamento sia dettato dalla loro viscerale avversione verso il presidente Berlusconi ed il centrodestra.
Questo non mi sembra patriottismo ma ipocrisia.
Non basta deporre delle ghirlande per essere patrioti.
Il vero patriota cerca sempre il confronto civile con la sua parte avversa e non mostra spocchia contro di essa ma si mette sul suo stesso piano, perché agisce per il bene del Paese (o della comunità) in cui vive.
Riflettiamo!
Cordiali saluti.

martedì 15 marzo 2011

LA TERRA E L'ENERGIA NUCLEARE



Cari amici ed amiche.
Vi invito a visionare il filmato preso da Youtube.
In questo filmato, vi è un uomo, il cui pseudonimo è Adam Kadmon, che ha parlato durante la puntata di ieri trasmissione in onda su Mediaset "Mistero", che va in onda su Italia 1.
Kadmon, parla del disastro che c'è stato in Giappone e che ha provocato la morte di migliaia di persone e causato danni incalcolabili.
Kadmon ha parlato di una teoria che dice che questo aumento di terremoti e fenomeni di vulcanesimo sono dovuti a seperimentazioni militari di bombe al neutrone.
Queste bombe, servono a colpire i nemici che si trovano nei bunker sotterranei . Esse usano i neutroni, le particelle subatomiche che si trovano nei nuclei degli atomi, che hanno carica neutra e che determinano il peso atomico.
I neutroni passano attraverso la roccia e tutti i materiali. Le persone che vengono colpite da esse muoiono perché vengono distrutti gli acidi nucleici delle cellule, il DNA e l'RNA.
Ora, i neutroni passano qualasiasi materiale, anche la roccia e possono arrivare in profondità, nel cuore della Terra, il nucleo.
Ora, capire meglio la cosa, vi do una spiegazione della struttura del nostro pianeta.
La Terra è come una "grossa cipolla" che è costituita da strati materiali.
In superficie, vi è un strato di roccia solida, la crosta, su cui vi sono gli oceani, i mari ed i continenti. Il suo spessore varia dai 5 Km della crosta oceanica ai 35 Km di quella continentale.
Essa è costituita da ossido di silicio (SiO2), ossido di alluminio (Al2O3), ossido di calcio (CaO), ossido di magnesio (MgO), ossido di sodio (Na2O), ossido di potassio (K2O), ossido di ferro III o ferrico (Fe2O3), acqua (H2O) , ossido di titanio (TiO2) e pentossido di difosforo o andride fosforica (P2O5).
Sotto la crosta, vi è il mantello. Esso ha uno spessore di circa 2790 Km ed è un fluido molto compresso e viscoso costituita da silicati di ferro e di magnesio.
Fino a circa 750 Km è rigido.
Sotto il mantello vi è il nucleo esterno.
Esso è costituito da da una massa incandescente di ferro e nichel fusi a una pressone di circa 1,5 milioni di atmosfere.
Dentro il nucleo esterno vi è il nucleo interno, una massa solida ed incandescente di ferro e nichel che è avvolta da sulfuri ed ossidi.
Come spiega il filmato, questa situazione è dovuta a un processo di fissione nucleare, in cui vi sono dei neutroni liberi che bombardano gli isotopi radioattivi dentro la terra.
In pratica, il nostro pianeta è un enorme reattore nucleare.
Questa reazione è esotermica ed esoergonica. Quindi, provoca la formazione di calore, un energia, da non confondere con la temperatura che è il livello energetico in cui il calore è disponibile.
Il calore fonde la roccia e fà si che la crosta terrestre galleggi sul mantello. La crosta non è costituita da un unico pesso ma da tente parti chiamate "placche" o "zolle".
Esse galleggiano come tante zattere sul mantello e quando si scontrano e si allontanano causano i terremoti, le manifestazioni valcaniche e la deriva dei continenti.
I terremoti ed i vulcani servono a raffreddare la Terra.
Secondo Kadmon, l'uso di bombe al neutrone, avrebbe compromesso determinati equilibri, immettendo nuovi neutroni e rendendo più forti le reazioni nel nucleo della Terra.
Viene prodotto più calore.
La Terra non pò più raffreddarsi in modo naturale ed i terremoti e tutti gli altri fenomeni diventano più violenti e frequenti.
SEcondo Kadmon, se non cessano questi esperimenti, la Terra potrebbe anche esplodere.
Ora, se la teoria di Kadmon che parla degli esperimenti militari è tutta da dimostrare e va presa con le dovute precauzioni, è vero quanto ha detto sulle dinamiche naturali del nostro pianeta.
Praticamente, noi viviamo grazie all'energia nucleare del nostro pianeta.
Se non ci fossero queste dinamiche, la Terra non avrebbe il campo magnetico e l'atmosfera verrebbe spazzata via dale radiazioni solari e la Terra diventerebbe un pianeta simile a Mercurio o come il suo satellite, la Luna.
Quindi, chi dice che l'energia nucleare è contro la natura dice una cosa inesatta e difforme dalla verità.
Ad avere capito ciò fu anche uno scienziato serbo-americano di nome Nikola Tesla (nella foto, 1856-1943).
Tesla fu colui che scoprì la corrente alternata che noi tutti usiamo.
Tesla fu anche colui che capì che nella Terra vi è l'energia e arrivò anche a teorizzare che tale energia potrebbe essere usata per produrre corrente.
Arrivò anche ad inventare una bobina che avrebbe dovuto trasmettere tale elettricità, anche senza fili.
Sarebbe stata una rivoluzione, se Tesla non fosse andato in bancarotta ( anche perché le sue idee erano, forse, troppo audaci per le conoscenze di quegli anni e pochi avrebbero investito in esse) e se non fosse morto misteriosamente.
Noi, praticamente, viviamo su un grosso reattore nucleare.
Chi oggi contesta l'uso dell'energia nucleare mostra solo un pregiudizio ideologico.
Del resto, se l'uso dell'atomo per le azioni belliche è mortale, quello civile potrebbe essere una risorsa. Anzi, è una risorsa.
Oggi c'è chi contesta il progetto nucleare italiano, anche adducendo a quanto sta succedendo in Giappone, con la centrale di Fukushima danneggiata dal sisma.
Ora, queste persone hanno una veduta limitata. Quanto sta accadendo in Giappone deve farci riflettere sulle modalità di applicazione dell'energia nucleare ma l'energia nucleare in sé è una risorsa!
Quindi, è ora di dire basta a questi "intellettuali" che non vogliono l'energia nucleare!
Il popolo farebbe bene a non ascoltarli. Se vogliono dare aria ai denti, aprano la bocca e non dicano niente. Essi ci rovinarono, con quello scellerato referendum del 1987. Vi invito a rileggere l'articolo intitolato "Il nucleare? Conviene!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/il-nucleare-conviene.html.
Del resto, la natura stessa smentisce questi signori.
Noi viviamo grazie all'energia nucleare.
E poi, vista la situazione geopolitica del Medio Oriente e del Nord Africa e la questione del metano e del petrolio, noi faremmo bene a prendere in considerazione tutte le alternative, nucleare compreso.
Termino con una mia preghiera per il popolo giapponese e per tutte le vittime di catastrofi simili.
A SANT' AITA
"Tu che splendi in Paradiso,
coronata di vittoria,
Oh Sant'Agata la gloria,
per noi prega, prega di lassù."
Chì bona seti...comu vosciu dici lu nomu...
o Sant'Aita...priati lu Signuri..
chì di suffriri a dari ùn abbia la Tarra...
comu 'n Urienti...cusì induve cala lu Suli...
cusì a nuautri...a fari chì ùn abbia la guerra!
Amen.
Cordiali saluti.

domenica 13 marzo 2011

MANIFESTAZIONI DI IERI? NON SONO ATTI DI PATRIOTTISMO!


Cari amici ed amiche.
Vi invito a visionare questo video preso da Youtube.
Questo video fa vedere le manifestazioni di ieri che, a dire dei manifestanti, erano "a difesa della Costituzione".
I manifestanti sembravano i più patriottici degli italiani e così volevano proporsi.
In realtà, questo loro atteggiamento non era patriottismo ma partigianeria.
Per farvi capire meglio, vi invito a leggere questo articolo, seguendo il link http://www.vittoriopesato.it/index.php/09/03/2011/senza-categoria/sei-un-patriota.
L'articolo parla di un convegno fatto da giovani del Popolo della Libertà a Padova, nel celeberrimo "Caffè Pedrocchi", alla presenza dell'Assessore alle Politiche di Istruzione del Veneto Elena Donazzan.
Di questo incontro, si è parlato anche in reti TV locali del Veneto, che da casa mia sono visibili.
Il vero patriota ama la propria patria. Il partigiano insulta la propria patria, qualora essa sia sotto un Governo di colore politico diverso.
Il vero patriota guarda avanti e supera anche i rancori. Il partigiano, invece, guarda indietro, rimane nel vecchiume e nei rancori antichi.
Coloro che ieri hanno manifestato per la Costituzione sono le stesse persone che pur di parlare male del Governo di centrodestra, sono disposte anche a gettare fango sul nostro Paese.
Coloro che ieri hanno manifestato per la Costituzione sono le stesse persone che non vogliono nessuna innovazione e che non sono al passo con i tempi.
Loro dicono che la Costituzione deve essere applicata ma, in nome del loro pregiudizio, cadono in contraddizione.
Vi invito a rileggere l'articolo intitolato "La madre di tutte le riforme", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/la-madre-di-tutte-le-riforme.html.
In questo articolo si parla della riforma della Giustizia, una riforma che applica la Costituzione e ciò è dimostrato.
Eppure, quegli stessi "signori" che ieri hanno manifestato la contrastano.
Essi, in realtà, si sono creati una Costituzione "a loro uso e consumo".
Ad esempio, una persona ha il diritto di scegliere se frequentare una scuola pubblica o una scuola privata.
Questo Governo sta andando in questa direzione, mettendo in atto proprio l'articolo 3 della nostra Costituzione (che è citato proprio nell'articolo da me scritto ed intitolato "La madre di tutte le riforme") perché punta a rimuovere gli oscaoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Coloro che ieri hanno manifestato, invece, puntano solo alla scuola pubblica mentre, secondo la loro visione, chi, in totale libertà, sceglie di frequentare la scuola privata deve pagare.
Quindi, essi puntano a mantenere i succitati ostacoli.
Per un vero patriota, la cultura è un tesoro prezioso da condividere.
Per il partigiano, invece, la cultura deve essere un'arma ideologica da usare contro chi è di opinioni diverse dalle sue.
Questo argomento merita un articolo a parte.
Essere patriottici vuole dire riconoscenersi in un'unica patria che, però, riconosce le diversità locali e le rispettive autonomie.
Il partigiano, invece, ha pregiudizio verso ogni innovazione che va verso questa direzione.
Guarda caso, coloro che ieri hanno manifestato sono contro il federalismo che questo Governo ha varato e che va esattamente nella direzione di un riconoscimento di uno Stato forato da tante realtà locali autonome che vivono in armonia tra loro.
Dunque, non prendiamoci in giro!
Quelli che ieri hanno manifestato non amano la patria ma odiano il Governo, il presidente Berlusconi ed i suoi sostenitori.
Essi non sono patrioti ma partigiani.
Cordiali saluti.

martedì 1 marzo 2011

ANTICLERICALISMO, ANTIBERLUSCONISMO E STATALISMO? SONO FECCIA!




Cari amici ed amiche.

Visionate questo filmato preso da Youtube.
Qui vi è la registrazione audio del discorso fatto dal presidente Silvio Berlusconi, durante il congresso dei Cristiani Riformisti.
Ora, vi invito a leggere i commenti fatti alla nota che si trova sulla mia pagina di Facebook, seguendo il link http://www.facebook.com/profile.php?id=55629470#!/notes/page-of-antonio-gabriele-fucilone/unioni-gay-e-scuola-pubblica-ha-ragione-il-presidente-berlusconi/204182229597472.
Tra i commenti, ve ne sono alcuni fatti da un tale Salvatore Lib. Bar. che ha scritto alcune cose che, a mio parere, non sono condivisibili e che sono pieni di termini che giudico inaccettabili.
Il signor Salvatore Lib. Bar, ammesso che si chiami così, ha apostrofato la Chiesa con il termini come "cancro".
Termini come questi sono inaccettabili sia perché offendono il sentimento di noi cattolici e sia perché denotano una scarsa conoscenza della storia ed un livore ideologico dell'interlocutore.
A questo "signore" voglio ricordare alcune cose.
Primo, la Chiesa ebbe (ed ha) un ruolo importante nella nostra società.
Nel 476 AD, cadde l'Impero Romano d'Occidente. Fu la Chiesa a ricostruire la società, salvaguardando il patrimonio culturale classico (grazie ai monaci amanuensi che copiarono le opere classiche) e a fare opere importanti.
Da mantovano, cito le opere fatte dai monaci dell'Abbazia di San Benedetto in Polirone.
Inoltre, pensiamo a Gerberto d'Aurillac, che divenne poi, Papa Silvestro II, e Sant'Alberto Magno che furono anche uomini di scienza.
Inoltre, la Chiesa promosse valori, come la carità.
Certo, fece anche degli errori, come la simonia, ma la Chiesa li pagò a caro prezzo. Baasti pensare alla Riforma protestante, di cui parlai nell'articolo intitolato "Cattolicesimo, Martin Luther e Riforma, passato e futuro", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/cattolicesimo-martin-luther-e-riforma.html.
Inoltre, è una menzogna, il fatto che l'Inquisizione avesse fatto più morti in tutta la storia.
Se confrontato con quello che fecero i nazisti (con la Shoah) o i comunisti, quello che fece l'Inquisizione (se pur grave) fu di portata minore!
E poi, la Chiesa pagò anche questo errore.
E posso dire altro.
Del resto, anche tra i massoni ci furono delle grandi personalità che difesero la Chiesa.
Pensiamo a Joesph De Maistre che era un massone (iniziato nel 1773 nella loggia "Ai tre mortai" di Chambery) e che era anche il grande sostenitore dell' ultramontanismo, ossia del Papa e della Chiesa ed era un cattolico praticante.
Quindi, dobbiamo finirla con questa retorica anticlericale, come dobbiamo smetterla con l'antiberlusconismo.
Un conto è condividere o meno un'idea di un politico un altro è odiare questo politico a livello personale e disprezzare chi lo sostiene.
Quello che dice il presidente Berlusconi può essere condiviso o meno (siamo in democrazia) ma non è accettabile insultarne la persona ed offendere chi lo sostiene.
Ora, la sinistra e tutti gli antiberlusconiani in genere odiano il presdente Berlusconi sul piano personale e disprezzano coloro che lo sostengono.
Questo è inaccettabile, anche perché, oggi il presidente Berlusconi è al Governo e continua a vincere tutte le tornate elettorali!
Quindi, quelli che oggi insultano il presidente Berlusconi ed i suoi sostenitori (me compreso) non conoscono la parola "democrazia" o, meglio, per loro la democrazia vale solo quando vincono.
Questa è spazzatura ideologica, così come è spazzatura la difesa al oltranza dello statalismo.
Le polemiche sulle frasi del presidente Berlusconi sulla scuola pubblica sono fatte da chi difende lo statalismo, idea che prefigura l'assistenzialismo e toglie ogni meritocrazia.
Io penso che chi vuole andare ad una scuola privata debba avere lo stesso diritto di chi vuole frequentare una scuola pubblica.
Ribadisco quanto scritto nell'articolo intitolato "Unioni gay e scuola pubblica, a ragione il presidente Berlusconi!", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/unioni-gay-e-scuola-pubblica-ha-ragione.html.
Mi sorprendono le dichiarazioni del vicepresidente di "Futuro e Libertà per l'Italia", l'onorevole Italo Bocchino, che ha affermato che "il vro centrodestra difende la scuola pubblica".
Vorrei rispondere a Bocchino, dicendo che il vero centrodestra difende l'iniziativa privata ed è contro lo statalismo!
Quindi, per il vero centrodestra, deve esserci più scelta tra scuola pubblica e scuola privata.
Tra l'altro, il presidente Berlusconi dice il vero quando afferma che nella scuola pubblica c'è chi vuole indottrinare le persone verso certe ideologie.
Io lo so per esperienza personale.
Quando ero in V Superiore (nel 199), durante un'interrogazione di biotecnologie, stavo parlando delle proteine monocellulari, dette anche "SCP".
Mentre parlavo, citai la Germania del periodo nazista che fece largo uso delle SCP.
La professoressa (che conosceva la mia ideologia) mi fermò e mi disse di non dire determinate cose all'esame di maturità perché gli insegnanti (che facevano parte della commissione) erano prevalentemente marxisti.
Io risposi dicendo che la mia citazione era solo un riferimento storico e che con il nazismo nulla avevo a che fare.
Io sono (orgogliosamente) di destra e non nazista e né fascista!
Fascismo e nazismo sono un'altra cosa!
Essere di destra vuole dire essere laici ma non non laicisti ed avere a cuore anche i valori religiosi.
Essere di destra significa aborrire lo statalismo e l'assistenzialismo e premiare il federalismo, l'iniziativa privata e la sussidiarietà.
Il resto è solo feccia.
Cordiali saluti.







venerdì 18 febbraio 2011

FINI E LA STORIA DELLA DESTRA


Cari amici ed amiche.
Questo articolo, intitolato "Dov'è la destra che non c'?", è stato scritto da Filippo Giorgianni, che è tra i miei interlocutori su Facebook.
Gli faccio i miei complimenti per questo bell'articolo che mi è piaciuto.
Tra l'altro, Filippo è un giovane e leggere queste cose così ben scritte da un giovane fa piacere e dimostra che, in realtà, noi giovani non siamo rappresentati da chi spacca le vetrine o da chi fa atti di bullismo nelle scuole.
Tra Filippo Giorgianni, Morris Sonnino, Riccardo Di Giuseppe ed altri, devo dire che ho degli ottimi interlocutori.
Detto, questo, parliamo un po' della storia della destra e di quello che sta accadendo oggi, prendendo spunto anche dall'articolo di Giorgianni.
La destra è quella parte politica che si rifà ai valori tradizionali di un determinato Paese.
Ad esempio, nell'Inghilterra uscita dal periodo di Oliver Cromwell (1649-1660) si formarono due fazioni, quella dei Whigs e quella dei Tories.
I Whigs rappresentavano la sinistra, con i ceti mercantili, il presibiterianesimo ed il Governo parlamentare.
I Tories erano rappresentati dai proprietari terrieri e dalla struttura gerarchica della Chiesa anglicana.
Essi erano il "partito del re" ed erano inclini a simpatizzare con i cattolici.
Questi due poli furono i primi esempi di destra e di sinistra secondo la moderna accezione.
Con il tempo, però cambiarono i contenuti.
Proprio perché incline a rifiutare le gerarchie religiose (e spesso era anticlericale) la sinistra assunse sempre di più il termine di "partito progressista". Per progressismo si intese proprio il rifiuto della della società corrente, Chiesa compresa.
Ciò si palesò nella Rivoluzione francese del 1789.
L'ala più estrema dei rivoluzionari (rappresentata dai giacobini e dagli herbertisti) si pose a sinistra dell'aula.
Quindi, in nome della "liberazione del popolo" la sinistra propose l'eliminazione di tutto il vecchio sistema.
La destra, al contrario si rifaceva a quei valori tradizionali, come quelli espressi dalla Chiesa, e rifiutava lo sradicamento della società corrente.
Con l'affermazione del socialismo marxista, nel XIX secolo, le cose cambiarono.
Il marxismo divenne l'idea trainante della sinistra, proprio perché più vicino ai suoi principi fondanti.
La destra, invece, si arricchì.
In essa non ci furono più solo i nobili e la Chiesa gerarchica ma anche quella borghesia che, durante la Rivoluzione inglese del XVI secolo e quella francese del 1789, erano schierati contro di essa.
Da qui nacque la dicitura moderna di destra e di sinistra.
Esse rappresetavano due diversi tipi di società.
La sinistra si eresse a difensore del proletariato, si mise contro la Chiesa e la borghesia. Essa fu statalista ed assistenzialista.
La destra, invece, difese i valori religiosi e volle un'economia basata sulla sussidiarietà e sulla proprietà privata.
Del resto la sussidiarietà fu proposta dalla dottrina sociale della Chiesa (nei Paesi cattolici) e dall'etica protestante (nei Paesi protestanti).
In Italia, cosa avvenne?
Qui in Italia, il processo di formazione di una destra e di una sinistra fu particolare.
Dopo la sua unificazione (1861) ci furono una "Destra storica" ed una "Sinistra storica" .
Esse, però, furono molto simili e (di fatto) non portarono cambiamenti, nel loro avvicendarsi.
Ciò fu dovuto sia al fatto che l'Italia si fosse unita solo nel 1861 (mentre altri Stati come l'Inghilterra, la Francia, la Spagna e gli USA erano più antichi ed ebbero istituzioni più consolidate) e sia perché lo Stato si formò contro la Chiesa.
Le cose cambiarono quando ci furono la manifestazione del marxismo, con il "Biennio rosso" (1919-1920), e la crisi dello Stato liberale. Questa crisi portò all'affermazione del fascismo, che i ceti borghesi (e quindi legati alla destra) videro come una garanzia.
In realtà, il fascismo non fu di destra.
Esso si originò dal socialismo. Il suo fondatore, Benito Mussolini, era un socialista anticlericale che fu espulso dal partito per il suo interventismo nella I Guerra mondiale.
Quindi, il fascismo fu un "prodotto della sinistra".
Poi, però, quando dovette assumere il potere, il fascismo abbracciò idee di destra e divenne, quindi, partito trasversale.
Mussolini fece il Concordato con la Santa Sede (che fu una cosa di destra) ma fece la guerra alla Chiesa per ciò che riguardò l'educazione perché voleva che fosse lo Stato ad avere il predominio su questo settore, cosa che fu tipicamente di sinistra.
Già il fatto che si rifacesse all'Antica Roma, trascurando tutta la storia cristiana dell'Italia dimostrò ciò. Una destra vera si rifà ai valori della patria, valori che si stratificarono in ogni epoca.
Inoltre, come un partito di destra, protesse i ceti industriali e borghesi ma applicò tutti i principi dell'assistenzialismo e dello statalismo, come in qualsiasi Stato gestito dalla sinistra.
Da tutto ciò, derivò anche la situazione attuale.
Il Movimento Sociale Italiano, figlio dell'oramai caduto fascismo, venne collocato a destra mentre la sinistra fu sempre più rappresentata dal Partito Comunista italiano.
Qundi, a differenza di quanto accadde negli altri Paesi, in Italia non si formò una vera destra e la sinistra fu massimalista e non riformista.
Questo fece sì che la Democrazia Cristiana fosse l'unico partito a rappresentare lo Stato librale, anche se spesso fece compromessi, specie con i comunisti
Solo con l'arrivo in politica del presidente Silvio Berlusconi (1994), finalmente si formò la destra, secondo la dicitura moderna, quindi una destra simile ai repubblicani americani o ai conservatori britannici.
Con Alleanza Nazionale (l'ex-Movimento Sociale Italiano) di Gianfranco Fini e Forza Italia (il partito del presidente Berlusconi) vennero raccolte tutte le forze della destra e di quel centro afferente ad essa.
A questi due partiti si unì la Lega Nord, con l'idea di federalismo.
Questo è il modo di agire di una vera destra moderna.
Una vera destra moderna è laica ma non laicista ed è cattolica ma non confessionale. Non è statalista, è per la sussidiarietà ed è contro l'assistenzialismo.
Ciò non piace a Gianfranco Fini e la recente rottura con il presidente Berlusconi lo dimostra.
Infatti, Fini ha capito che, per vincere, la destra deve prendere voti al centro ma non ha capito che una destra moderna ed occidentale deve rifiutare ogni rimasuglio di fascismo come l'anticlericalismo e lo statalismo.
Il fatto che abbia assunto certe posizioni in merito a temi come le coppie di fattoo la procreazione assistita o sul caso di Eluana Englaro dimostra che in lui è rimasto quell'antico "germe dell'anticlericalismo fascista".
Inoltre, il fatto che faccia la guerra alla Lega Nord, dimostra solo la volontà di mantenere lo statalismo e l'assistenzialismo.
Questo è stato notato anche dai suoi stessi sostenitori, che oggi lo stanno abbandonando.
Questi ultimi credevano di vedere in "Futuro e Libertà per l'Italia" una destra moderna e, invece, ha rivisto il fascismo di un partito in cui vi è un leader (Gianfranco Fini) che non ammette la democrazia interna (e questo fa sorridere, visto che, quando era ancora nel Popolo della Libertà, lo stesso Fini accusava il presidente Berlusconi di "cesarismo") e che, di fatto, ha assunto le succitate idee che non sono di destra.
Insieme all'"Italia dei Valori" di Antonio Di Pietro, "Futuro e Libertà per l'Italia" rappresenta oggi un "partito ibrido", come il fascismo ed il peronismo argentino.
In essi coesistono idee di destra e di sinistra.
E' chiaro, però, che una vera destra non possa ammettere queste cose.
Fini farebbe bene a non arrabbiarsi con il presidente Berlusconi e dargli la colpa del fatto che la gente scappi dal suo partito ma dovrebbe riflettere e prendersela con sé stesso!
Cordiali saluti.

sabato 5 febbraio 2011

GARIBALDI, ISTANZA UFFICIALE DEPOSITATA NEL COMUNE DI RONCOFERRARO




Cari amici ed amiche.
Vi annuncio che questa mattina ho depositato un'istanza presso il Comune di Roncoferraro (Mantova).
In questa istanza, propongo di fare una discussione su Giuseppe Garibaldi, sia con fonti storiche che parlano in suo favore e sia con fonti storiche che parlano contro di lui.
Quindi, dagli "appelli" negli articoli su questo blog (l'ultimo dei quali può essere letto, seguendo il link http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/considerazione-sul-regno-delle-due.html) sono passato ad un atto formale ed ufficiale, qual è un'istanza.
L'istanza è già stata depositata e protocollata in Municipio.
Se fossi stato consigliere comunale, ovviamente, di centro destra, avrei fatto anche una mozione da presentare nella seduta del Consiglio comunale.
Io spero che chi di dovere accolga questa mia proposta.
In questa istanza, mi sono rivolto "Alla cortese attenzione del Sindaco, il signor Candido Roveda, dell'Assessore alla cultura, professoressa Livia Calciolari, della Giunta e del Consiglio comunale di Roncoferraro (Mantova).".
Sono parole testuali.
Io spero che ciò venga accolto perché potrebbe venire fuori una discussione molto costruttiva.
Come disse un grande bibliofilo qual è il senatore Marcello Dell'Utri, la storia va letta senza pregiudizi e preconcetti. Se così non si facesse, essa diventerebbe un "orpello dell'ideologia".
Troppi furono coloro che, come i nazisti ed i comunisti, si fecero una "storia a loro uso e consumo".
Questo è un uso sbagliato della storia, un uso atto a diffondere l'ignoranza.
In democrazia, la storia è di tutti e, pertanto, va letta con una mente libera dalle ideologie e dai pregiudizi.
Solo dopo che si sa abbastanza di un determinato fatto storico ci si può fare un'opinione.
Anche questa è democrazia.
Cordiali saluti.

venerdì 28 gennaio 2011

ACT OF SETTLEMENT DEL 1701? VA TOLTO!


Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del giornale del Regno Unito "News.scotsman.com"
Il link è http://news.scotsman.com/politics/Salmond-joins-OBrien-to-campaign.2784875.jp.
In questo articolo l'esponente del Partito Nazionale Scozzese Alex Salmond ha chiesto l'abolizione dell'"Act of Settlement", sostenendo le posizioni del presidente della Conferenza episcopale scozzese, Sua Eminenza il Cardinale Keith O' Brien.
L'"Act of settlement" è una legge che risale al 1701, sotto il regno di Guglielmo III d'Orange (1650-1702, nella foto), e che regola la successione al trono nel Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord.
Questa legge esclude i cattolici dalla successione al trono e non permette agli eredi al trono di sposare un cattolico (o una cattolica).
A mio parere, Salmond ha ragione.
Non parlo solo come cattolico praticante (e cultore degli Stuart) ma come persona che vede le cose.
In primo luogo, va detto che il Regno Unito è un Paese che riconosce la libertà di culto.
Ora, il fatto che un principe cattolico (che magari ha diritti nella successione al trono) non possa essere incoronato cozza con quel principio di laicità.
Inoltre, vi è anche la questione della Chiesa anglicana.
Molte parrocchie anglicane sono passate (o stanno passando) al cattolicesimo. Di questa cosa, parlai nell'articolo intitolato "Anglicanorum coetibus? Una sfida!", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/anglicanorum-coetibus-una-sfida.html. Quindi la presenza cattolica nel Regno Unito sta aumentando.
Se un nobile che ha diritti sul trono si fa cattolico, questi non può più diventare re.
E poi, il re del Regno Unito ha il titolo di "Defensor fidei" , titolo che venne dato da Papa Leone X a re Enrico VIII e che, dopo lo scisma del 1534, gli venne confermato dal Parlamento nel 1544.
Quindi, tenendo conto di quanto detto prima, io credo che un re può assurgere a questo titolo, a prescindere dal fatto che questi sia anglicano o cattolico.
In pratica, se questa legge venisse tolta, si tornerebbe al periodo antecedente alla Rivoluzione del 1688, in cui anche dopo lo scisma del 1534, i cattolici potevano aspirare al trono.
Anche dopo lo scisma, ci furono delle "teste coronate" cattoliche.
Mi riferisco alla regina Maria I Tudor (1515-1558) e a re Giacomo II Stuart (1633-1701).
Ci furono anche delle regine consorti cattoliche come Anna di Danimarca (moglie di re Giacomo I, 1574-1619) e Enrichetta Maria di Borbone (1609-1669).
Quest'ultima, fu la moglie di re Carlo I Stuart (1600-1649), che domenica commemorerò, essendo uno dei miei Santi Patroni.
Proprio Carlo I, quando era ancora un principe ereditario, scrisse queste bellissime parole al Papa:
"Dal momento che cattolici ed anglicani credono nell'Unico Dio, nel Crocifisso e nella Trinità, hanno tutti la stessa fede e la stessa Chiesa.".
Queste parole sono molto attuali!
Re Carlo I, Santo subito!
Cordiali saluti.

lunedì 17 gennaio 2011

IL "GRILLISMO"? E' LA DISGREGAZIONE DELLA POLITICA!

Cari amici ed amiche.

Vorrei esprimere un concetto per quello che riguarda il fenomeno delle "liste civiche".
Ne avevo già espressi altri in altri articoli, come quello intitolata "PROVINCIA DI MANTOVA, MOSSE DEI CIVICI E MIA OSSERVAZIONE", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/provincia-di-mantova-mosse-dei-civici-e.html.
Si parla tanto di "grillismo", ossia del fenomeno che vide la nascita di quei movimenti riconducibili al comico genovese Beppe Grillo (nella foto) o ad essi affini.
Però, ora sorge una domanda.
Qual è l'"extrema ratio" o il fine di questi movimenti?
Io ho l'impressione che l'extrema ratio di questi movimenti trasversali, ossia costituiti con elementi di sinistra e di destra, sia una contestazione contro l'attuale sistema politico (che certamente ha delle pecche e va riformato) ma che oltre a questa contestazione non ci sia null'altro.
Ad esempio, questi movimenti tendono a guardare più alle politiche locali.
Ora, molto spesso, le politiche locali (come quelle dei Comuni) hanno molto spesso temi trasversali.
Ad esempio, la riparazione di una strada non è cosa di destra o di sinistra ma è una cosa di tutti.
I problemi ci sono quando "si va su di livello", ossia in Provincia, in Regione o nello Stato.
Qui l'ideologia conta.
Ad esempio, in Parlamento e nel Governo centrale vi sono temi in cui la componente ideologica conta.
Ad esempio, parliamo di un tema di politica estera.
Si deve decidere una questione del Medio Oriente, se stare con Israele o meno.
Se, come maggioranza parlamentare, ci fosse un movimento di tipo "grillista" come si comporterebbe?
La risposta è semplice. Si spaccherebbe?
Infatti, in questi movimenti vi sono persone di varie esperienze politiche, sia dell'estrema destra che dell'estrema sinistra. Sia l'una che l'altra sono contro Israele. In queste liste, però, ci sono anche altri che sono favorevoli ad Israele.
Quindi, quella maggioranza sarebbe divisa su un tema così importante.
Un altro esempio può essere l'immigrazione.
Un altro esempio ancora potrebbe essere la questione della laicità.
Sarebbe un disastro.
I "grillini" parlano di "democrazia diretta", ossia una democrazia che si sviluppa tramite l'espressione del voto dei cittadini, ma essa si può fare su un tema locale ma su un tema nazionale o internazionale che è importante non si può fare una cosa del genere.
Inoltre, il "grillismo" favorisce certi localismi e campanilismi che degenerano e diventano fenomeni come il "NIMBY" (acronimo inglese che significa "Not In My Back Yard", in italiano, "Non nel giardino di casa mia") che, per esempio, non fa fare importanti infrastrutture come la TAV Lione-Torino, il Ponte sullo Stretto di Messina, le autostrade, i porti o le centrali elettriche.
Quindi, il "grillismo" rischia di favorire la disgregazione sociale.
Beppe Grillo sembra sempre di più Pietro l'Eremita nella "Crociata dei pezzenti" del 1096.
Fece un esercito rabberciato e costituito da donne, vecchi, uomini e bambini, nobili decaduti e briganti.
Fu un esercito male armato ed indisciplinato che durante il suo tragitto fece crimini in Europa. Fece stragi di persone innocenti, tra cui ebrei, donne e bambini. Addirittura, agirono anche contro i vescovi.
Sapete che fine fece?
Arrivò a Costantinopoli e poi si spinse a Nicomedia (oggi Izmit, in Turchia) e appena vide i segni di degrado e la scarsa disciplina del suo esercito, andò a Costantinopoli, per chiedere aiuto al basileus Alessio I Comneno.
Non fece in tempo a fare la cosa quando la sua "armata" venne massacrata dai Turchi Selgiuchidi.
A me sembra che Grillo si stia comportando allo stesso modo.
Sta facendo una sorta di gruppo costituito da persone ideologicamente troppo diverse ed unite da un certo populismo.
Il problema è che questo progetto può divenire fallace e quando si tratta di politica, ossia della gestione della cosa pubblica, possono esserci dei problemi.
Termino, facendo gli auguri al direttore del Tg4 Emilio Fede che compie il suo ventesimo anno di attività a Mediaset.
Lui incominciò a fare i telegiornali nelle reti private proprio nel 1991, durante la "Guerra del Golfo".
Fu il primo a dare le notizie di quei fatti.
Cordiali saluti.

giovedì 13 gennaio 2011

FEDERALISMO, PERCHE' SI'?


Cari amici ed amiche.
Guardando questa mappa in cui sono rappresentati gli Stati federali nel mondo, ci accorgiamo che tra di essi vi sono del potenze, come Stati Uniti d'America, Canada, Federazione Russa e Germania, e stati emergenti che hanno delle crescite importanti, come India e Brasile.
Questo significa che il federalismo è una "marcia in più" per la crescita.
Perché non fare diventare anche l'Italia un Paese federale?
Il sistema attuale, è vecchio e pieno di lacune.
Le politiche assistenzialiste hanno tolto fondi al Nord e non hanno fatto crescere il Sud.
E' ora che ci sia una maggiore responsabilizzazione dei ceti politici locali ed il federalismo può fare sì che ciò avvenga!
Con i ceti politici locali maggiormente responsabilizzati, si può controllare meglio l'evasione fiscale e si possono tagliare gli sprechi.
Quindi, il federalismo è una risorsa per tutti.
Inoltre, si può porre fine all'abominio dell'assistenzialismo, di cui ho parlato nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/sussidierieta-si-assistenzialismo-no.html.
Inoltre, a livello culturale, il federalismo non deve essere visto come un provvedimento contro il Sud.
Non bisogna nascondersi "dietro ad un dito".
E' vero che noi italiani siamo un popolo ma è anche vero che per oltre tredici fummo divisi.
Quando qui al Nord c'era Carlo Magno (conquista di Pavia, 774 AD) al Sud c'erano i Longobardi di Benevento, gli Arabi ed i Bizantini.
Quando qui al Nord c'erano i Comuni, al Sud c'era lo Stato normanno, dopo il quale venne l'imperatore Federico II di Svevia.
Quando qui al Nord c'erano gli Austriaci, al Sud c'erano i Borboni.
E' chiaro che quei tredici secoli non possano essere cancellati.
Con questo, voglio smentire una voce che mi sta infastidendo.
Questa voce mi accusa di essere antimeridionale!
Io contro il Meridione non ho nulla. Anzi, io amo il Sud.
Del resto, mio padre è abruzzese, della stessa provincia dell'amico Riccardo Di Giuseppe, http://riccardodigiuseppe.blogspot.com/, la Provincia di Teramo, e mia madre è siciliana, di Galati Mamertino, in Provincia di Messina.
A Montorio al Vomano (in Provincia di Teramo) ho zii e cugini, come ne ho in Sicilia.
Anche a Napoli c'è qualche cugino di mia madre.
Inoltre, mi ricordo che quando ero più giovane venivo trattato come il "terrone".
Faccio notare che a fare questo erano quelle persone che oggi votano a sinistra e difendono gli immigrati.
Al contrario con i leghisti veri ho sempre avuto buoni rapporti e tuttora li ho.
Questo smentisce le voci di ostilità verso il Sud da parte del partito dell'onorevole Umberto Bossi.
Forse, se ci fosse un maggiore dialogo tra la gente del Sud e la Lega Nord, molte cose si chiarirebbero.
Inoltre, su Facebook, a chiedermi l'"amicizia" sono molti meridionali.
Sempre su Facebook, a chattare con me (con una certa frequenza) sono soprattutto meridionali, tra cui lo stesso Di Giuseppe ed uno studente di Bari.
E sì che io non ho mai fatto mistero delle mie idee, che non sono lontane da quelle della Lega Nord (anche se io sono afferente e fedele al Popolo della Libertà), per ciò che riguarda il federalismo.
Anzi, io credo nelle risorse del Sud e credo che solo il federalismo possa essere il modo per fare sì che le esprima.
Al Sud ci sono tanti giovani che hanno idee e che vogliono fare molto ma che molto spesso non hanno la possibilità di esprimere il loro talento perché c'è un sistema malato e che si è basato sull'assistenzialismo e che ha creato delle vere e proprie "caste" che bloccano la crescita di questa parte del nostro Paese.
Quindi, rimando al mittente questa accusa falsa che è atta solo a screditarmi.
Dopo essermi tolto questo "sassolino dalla scarpa", vi porgo i miei cordiali saluti.

lunedì 10 gennaio 2011

SUSSIDIARIETA' SI', ASSISTENZIALISMO NO!


Cari amici ed amiche.
Vi invito a leggere l'articolo su "Italia chiama Italia", seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/24651/2011-01-10.html.
Qui in Italia servono riforme serie, come il federalismo.
Oltre queste riforme, però, ci deve essere anche un cambio di "cultura".
E' ora di smetterla con l'ASSISTENZIALISMO e di passare ad una sana politica di SUSSIDIARIETA'!
In tutti questi anni, l'assistenzialismo è stato un vero e proprio cancro per l'Italia.
Infatti, sono stati copiosamente elargiti fondi ad enti e persone che, spesso e volentieri non ne avevano nemmeno bisogno e ne hanno fatto un uso improprio.
Questo ha creato numerosi sistemi viziosi, dal fenomeno dei "falsi invalidi" a quello delle "baronie nelle università".
Colgo l'occasione per esprimere la mia dura condanna verso il gesto della rimozione della targa posta in memoria di Norman Zarcone nell'Università di Palermo.
Di questo studente, che si suicidò perché in grosso disagio verso "baronia" che favoriva le persone ad essa vicine e non si comportava con meritocrazia, parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/no-alla-violenza.html.
Tra l'altro, anche il Ministro dell'Istruzione, onorevole Mariastella Gelmini, ha caldeggiato l'applicazione della targa in memoria di quel giovane che aveva tanti sogni e progetti utili aper fare il bene di sé stesso e degli altri ma che si è visto chiudere tutte le porte perché c'è un sistema che non favorisce una sana cultura meritocratica.
Che Dio sia con lui ed i suoi cari.
L'assistenzialismo sfrenato degli anni passati ha causato tutto ciò.
Io credo che sia arrivato il momento di passare dall'assistenzialismo alla sussidiarietà.
Con la sussidiaretà, questi abusi sono destinati a finire perché l'istituzione pubblica darà sì dei fondi ma solo se finalizzati alla realizzazione di un progetto serio e di politiche virtuose.
Un ottimo esempio di sussidiarietà è la Regione Lombardia, che è governata dal presidente Roberto Formigoni. Essa è molto virtuosa.
Ad esempio, qui in Lombardia ci sono molti agriturismi.
La Regione dà sì i fondi a chi vuole aprire un'attività di agriturismo però essa VERIFICA che tale attività sia aperta ed operativa e che ci sia ogni cosa afferente ad essa come, ad esempio, gli orti, i suini (per la produzione di carne e salumi), le viti (per produrre uva e vino) ed altro.
Se queste condizioni ci sono, la Regione sovvenziona.
In caso contrario, questi fondi non vengono più erogati.
Questa è una politica seria e devo dire che mi piace.
In pratica l'istituzione aiuta un determinato soggetto ma questo deve dimostrare di volere effettivamente fare quel determinato progetto che si era proposto di fare.
Io credo che questa politica debba essere applicata in ogni campo.
Ad esempio, nelle scuole e nelle università, dovranno essere sovvezionate solo le attività realmente virtuose.
Questo avrà la funzione di limitare le "baronie".
Inoltre, non si dovrà più delegare tutto all'istituzione pubblica ma ci dovrà essere anche una partecipazione privata.
Ad esempio, ci potrebbe essere una situazione in cui un'azienda privata decida di finanziare una determinata facoltà universitaria o una determinata scuola superiore che ha un determinato progetto e che poi segua anche determinati alunni che potrebbe assumere, una volta finiti gli studi.
Io penso che questo possa essere molto positivo perché potrebbe creare il "ponte" tra istruzione e mondo del lavoro, quel "ponte" che negli anni passati (compreso il periodo in cui studiavo io) è mancato, contribuendo a creare la disoccupazione giovanile, fenomeno che, purtroppo, sto conoscendo di persona, essendo attualmente in cerca di lavoro.
Io penso che una maggiore politica di sussidiarietà ed un maggiore investimento privato possano creare nuove opportunità ed avvicinare l'Italia alle grandi realtà moderne, come quelle anglosassoni, come USA, Canada, Regno Unito ed Australia.
Adesso, qualche "buonista" mi dirà che quello che ho scritto non è cristiano e mi darà dell'ipocrita.
Io gli rispondo dicendo che ciò non è vero!
Infatti, la sussidiarietà fa parte della Dottrina sociale della Chiesa. Pensiamo a Papa Leone XIII (nella foto, 1810-1903) con la sua enciclica "Rerum Novarum".
Pensiamo anche al movimento "Comunione e Liberazione" (http://www.clonline.org/) che ha assunto pienamente queste ottima dottrina.
Metto il link di "Comunione e Liberazione" tra i "Link preferiti" di questo blog, così potrete consultare il sito quando vorrete.
Quindi, chi parla male della sussidiarietà e di "Comunione e Liberazione", lo fa o per scarsa conoscenza o per una volontà di conservare un sistema che tanti danni ha fatto e che l'Italia non può più reggere.
Cordiali saluti.

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