Cari amici ed amiche.
Molti dicono che tra comunismo e socialismo ci siano differenze.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
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Visualizzazione post con etichetta cultura e politica. Mostra tutti i post
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martedì 19 febbraio 2013
giovedì 31 gennaio 2013
Il caso Monte dei Paschi, un paradigma di quello che è la sinistra!
Cari amici ed amiche.
Il caso della Banca "Monte dei Paschi" di Siena è un po' il simbolo di una certa politica.
Il caso della Banca "Monte dei Paschi" di Siena è un po' il simbolo di una certa politica.
giovedì 24 gennaio 2013
Politica e banche? Un'accoppiata pericolosa!
Cari amici ed amiche.
Sul blog "Septem Custodie" ho trovato questo articolo scritto da Luca Venchi ed intitolato "I Banchi dei Peruzzi e dei Bardi":
Sul blog "Septem Custodie" ho trovato questo articolo scritto da Luca Venchi ed intitolato "I Banchi dei Peruzzi e dei Bardi":
sabato 29 dicembre 2012
Comunismo e nazismo? Sono i figli della Rivoluzione!
Cari amici ed amiche.
In merito alla petizione di Emanuele Fiano che ho firmato c'è stata una piccola ed interessante discussione su Facebook.
In merito alla petizione di Emanuele Fiano che ho firmato c'è stata una piccola ed interessante discussione su Facebook.
martedì 18 dicembre 2012
Dal sito "Bastabugie": I sermoni di Benigni e la "Divina Costituzione"
Cari amici ed amiche.
L'amica Francesca Padovese mi ha segnalato (attraverso Facebook) un articolo scritto sul sito "Bastabugie" ed intitolato "I sermoni di Benigni e la Divina Costituzione":
L'amica Francesca Padovese mi ha segnalato (attraverso Facebook) un articolo scritto sul sito "Bastabugie" ed intitolato "I sermoni di Benigni e la Divina Costituzione":
giovedì 13 dicembre 2012
La Magna Charta Libertatum? Fu la prima costituzione veramente laica e moderna
Magna Charta Libertatum che si trova in Codnor Castle |
"Johannes Dei gracia rex Anglie, Dominus Hibernie, dux Normannie, Aquitannie et comes Andegavie, archiepiscopis, episcopis, abbatibus, comitibus, baronibus, justiciariis, forestariis, vicecomitibus, prepositis, ministris et omnibus ballivis et fidelibus suis salutem. Sciatis nos intuitu Dei et pro salute anime nostre et omnium antecessorum et heredum nostrorum ad honorem Dei et exaltacionem sancte Ecclesie, et emendacionem regi nostri, per consilium venerabilium patrum nostrorum, Stephani Cantuariensis archiepsicopi, tocius Anglie primatis et sancte Romane ecclesie cardinalis, Henrici Dublinensis archiepiscopi, Willelmi Londoniensis, Petri Wintoniensis, Joscelini Bathoniensis et Glastoniensis, Hugonis Lincolniensis, Walteri Wygorniensis, Willelmi Coventriensis, et Benedicti Roffensis, episcoporum; magistri Pandulfi domini pape subdiaconi et familiaris, fratris Aymerici magistri milicie Templi in Anglia; et nobilium virorum Willelmi Mariscalli comitis Penbrocie, Willelmi comitis Sarisberie, Willelmi comitis Warennie, Willelmi comitis Arundellie, Alani de Galewey a constabularii Scocie, Warini filii Geroldi, Petri filii Hereberti, Huberti de Burgo senescalli Pictavie, Hugonis de Nevilla, Mathei filii Hereberti, Thome Basset, Alani Basset, Philippi de Albiniaco, Roberti de Roppel., Johannis Mariscalli, Johannis filii Hugonis et aliorum fidelium nostrum.
domenica 9 dicembre 2012
Dal Veneto al sud Italia, la voglia di indipendenza
Il 28 novembre 2012, il Consiglio regionale del Veneto ha preso un'importante decisione.
sabato 8 dicembre 2012
L'Europa attuale? Non ha niente a che fare con Carlo Magno!
Cari amici ed amiche.
Su "La Bussola Quotidiana" c'è un articolo intitolato "Lutero, o la negazione della libertà".
Su "La Bussola Quotidiana" c'è un articolo intitolato "Lutero, o la negazione della libertà".
lunedì 3 dicembre 2012
"Destra" e "sinistra": qualche precisazione - di Plinio Corrêa de Oliveira
Cari amici ed amiche.
Attraverso Facebook, l'amico Andrea Casiere mi ha inoltrato questo testo di Plinio Correa de Oliveira che è intitolato ""Destra" e "sinistra": qualche precisazione - di Plinio Corrêa de Oliveira":
""Destra" e "sinistra": qualche precisazione
di Plinio Corrêa de Oliveira
È corrente l'uso dei vocaboli "destra" e "sinistra" per qualificare posizioni assunte sui più svariati temi: fondamentalmente su questioni politiche, sociali o economiche, ma anche su modi di sentire o di essere, come pure in letteratura, a proposito delle arti, ecc. Un esame dei diversi significati di questi termini mostra, subito a prima vista, un caos tale da far dire a molti osservatori che quei vocaboli hanno perso qualsiasi valore come etichette qualificanti atteggiamenti ideologici, culturali o morali.
Nonostante il talento, la cultura e l'influenza propagandistica di molti di coloro che già da tempo pensano in questo modo, "destra" e "sinistra" rimangono tuttavia parole di uso corrente e, si direbbe, indispensabili per chi svolga abitualmente analisi ideologiche.
Questo fatto sembra provare che, nel cuore di esse, vi è qualcosa di sostanziale e di veramente significativo. Persino di insostituibile, almeno fino a quando l'uso comune non consacrerà altri vocaboli che li sostituiscano.
Mi propongo di analizzare in questa sede questo "qualcosa di sostanziale", per verificare con i lettori se il mio modo di sentire corrisponde al loro, cioè a quello del grande pubblico. Lo farò molto riassuntivamente, date le naturali limitazioni di questo studio giornalistico.
1. "Sinistra", ugualitarismo, liberalismo e anarchismo
Comincio facendo notare che, nel significato di queste due parole correlate, non tutto è impreciso. In esso vi è una zona chiara. Avendola definita, sarà possibile trovare, de proche en proche, il bandolo della matassa che conduce, attraverso i significati meno chiari, fino a una spiegazione finale su quanto vogliono dire "destra" e "sinistra". La zona chiara è nella parola "sinistra".
Di fronte alla triade della Rivoluzione francese, ancora oggi l'opinione generale non esita a qualificare come perfettamente e compiutamente di sinistra chi si dichiari a favore non di una libertà, di una uguaglianza e di una fraternità qualsiasi, ma della libertà totale, della uguaglianza totale e anche della fraternità totale. Insomma, chiunque sia un anarchico, nel senso etimologico e radicale della parola (dal greco an privativo, e arché, governo), con o senza una connotazione di violenza o di terrorismo.
Gli uomini di "sinistra" moderati qualificano come utopistico ("purtroppo utopistico", sono soliti dire) il sogno del loro correligionario integrale. Tuttavia nessuno di essi negherà la piena autenticità di "sinistra" di questa utopia.
In funzione di questo marchio di sinistrismo assoluto è facile discernere come - all'interno della scala di valori di "sinistra" - un programma o un metodo può essere qualificato come più o meno di "sinistra". Cioè sarà tanto più o tanto meno di "sinistra", quanto più si avvicinerà o si allontanerà dall'"an-archismo" totale.
Così, per esempio, il socialista è tanto più di "sinistra" quanto più è effettiva e generale la uguaglianza che rivendica. E sarà integralmente di "sinistra" chi rivendicherà la uguaglianza totale.
Analoga affermazione si deve fare in relazione a un altro "valore" della triade del 1789. Mi riferisco in modo particolare al liberalismo politico. Esso sarà tanto più di "sinistra", quanto più reclamerà la libertà totale. Ben inteso, vi sono certe contraddizioni tra socialismo e liberalismo. E questo fatto porta a facili obiezioni contro quanto ho appena affermato. Così, il totalitarismo economico distrugge facilmente la libertà politica. E viceversa. Ma questa contraddizione esiste solamente nelle tappe intermedie che non sono ancora l'anarchismo totale, benché predispongano a esso.
Infatti, si può giungere a quest'ultimo tanto attraverso una libertà assoluta, quanto - e principalmente - attraverso una uguaglianza assoluta. La libertà assoluta favorisce l'offensiva generale di quanti sono o hanno meno, contro quanti sono o hanno di più. E, a sua volta, la uguaglianza completa comporta la negazione di ogni autorità, e quindi di ogni legge.
Queste due vie così diverse non sono parallele che si incontrano all'infinito. Per quanto siano contraddittorie nella pratica del moderato qualunque di oggi, convergono verso il punto finale "an-archico", nel quale sia l'uno che l'altra si incontrano e si completano. Così, è certo che, secondo la opinione generale, il sinistrismo ha il suo punto omega e la sua scala di "valori" ben definiti.
2. "Destra" e disuguaglianza cristiana
La questione sta nel sapere se li ha, in modo corrispondente, la "destra". A questo proposito, la confusione è innegabile. Senza giungere, però, a tagliare il filo conduttore che, analogamente a quanto accade con la "sinistra", porta, de proche en proche, a una classificazione delle sottili sfumature del destrismo.
Le parole "destra" e "sinistra" sono sorte nel vocabolario politico, sociale ed economico dell'Europa del secolo XIX. Il sinistrismo era una partecipazione ideologica del pensiero e dell'opera di qualcosa di ancora recente e di sufficientemente definito nelle sue linee generali, cioè della Rivoluzione francese. La "sinistra" non era solamente una negazione vulcanica di una tradizione che pareva morta, ma anche e sempre di più l'affermazione di un futuro che si sarebbe detto fatale.
Di fronte alla Rivoluzione schiacciante, la "destra" si definì solamente a poco a poco, in modo incerto e contraddittorio (1). Definendosi come un anti-sinistrismo, e a fortiori come un anti-anarchismo, che cosa avrebbe dovuto essere, a completo rigore di logica, la "destra"?
Come ho già detto, è nella essenza dell'anarchismo totale l'affermazione secondo cui ogni e qualsiasi disuguaglianza è ingiusta. Così, quanto minore è la disuguaglianza, tanto minore è la ingiustizia. La libertà è cara all'anarchismo precisamente perché l'autorità è in sé stessa una negazione della uguaglianza.
Il destrismo afferma, quindi, che, in sé stessa, la disuguaglianza non è ingiusta. Che, in un universo nel quale Dio ha creato tutti gli esseri disuguali, compresi e soprattutto gli uomini, la ingiustizia sta nell'imposizione di un ordine di cose diverso da quello che Dio, per ragioni altissime, ha fatto disuguale (2). Così, la giustizia consiste nella disuguaglianza.
Da questa verità di base - bisogna ricordarlo di passaggio - non si deduce che la giustizia è tanto più perfetta, quanto maggiore è la disuguaglianza. In materia di sinistrismo, è logica l'affermazione antitetica (quanto minore la disuguaglianza, tanto minore la ingiustizia). È chiarissima l’asimmetria tra la prospettiva di "sinistra" e quella di "destra".
Infatti, Dio ha creato le disuguaglianze, non terribili e mostruose, ma proporzionate alla natura, al benessere e al progresso di ogni essere, e adeguate all'ordinamento generale dell'universo. E tale è la disuguaglianza cristiana.
Analoghe considerazioni si potrebbero fare a proposito della libertà nell'universo e nella società. Ma questo modello del destrismo non è la disuguaglianza assoluta, simmetrica e opposta alla uguaglianza assoluta. Ma - bisogna insistere - è la disuguaglianza armonica. Quanto più una dottrina sarà contraria alla triade del 1789 e si avvicinerà a questo modello di disuguaglianze armoniche e proporzionate, tanto più sarà di "destra".
Non sempre l'hanno intesa a questo modo i pensatori o gli uomini di azione che, levandosi nel secolo XIX come nel secolo XX contro la Rivoluzione, sono stati qualificati soltanto per questa ragione come di "destra". Essi, o quanti li hanno studiati, hanno spesso immaginato che l'etichetta del destrismo potesse giustificare disuguaglianze abissali (politiche e sociali, ma, il più delle volte, economiche). Come se in questo consistesse la punta estrema della coerenza di "destra".
Altri "uomini di destra" hanno fatto, a loro volta, concessioni allo spirito ugualitario, perché erano essi stessi inquinati dai princìpi rivoluzionari che combattevano. O anche per tattica politica, cioé per la conquista e la conservazione del potere. Ho presente il carattere socialista ufficiale del fascismo e quello non solo ufficiale, ma anche marcatissimo, del nazismo.
Per tutte queste ragioni, il vocabolo "destra" non è giunto, nel linguaggio corrente, ad avere un senso tanto chiaro quanto "sinistra" ed è servito per designare non solamente il vero destrismo di ispirazione cristiana, sacrale, gerarchico e armonico (3), ma anche destrismi modellati in parte da tradizioni cristiane, e in parte da princìpi ideologici (così come da esperienze) peculiari.
Tuttavia mi pare certo che, per quanto importanti siano state le caratteristiche socialiste di certe correnti dette di "destra", il linguaggio comune le qualifica di "destra" solo perché immagina di vedere in esse una affinità (maggiore o minore) con il destrismo cristiano ideale che ho più sopra descritto. Il quale, per una tradizione plurisecolare, fa parte delle conoscenze consapevoli o inconsapevoli di tutti. In sintesi, sia, a "destra" che a "sinistra", all'orizzonte vi è un segno definito, a partire dal quale segue, en degradé, la gamma delle sfumature intermedie.
Io ho parlato di "sacrale". So che il termine è entrato inopinatamente nell'articolo. E che il limite di esso non mi permette di mostrare qual è, a mio modo di vedere, la funzione centrale della religione nell'autentica concezione i "destra", che ho appena enunciato. E che, ovviamente, è la mia concezione e quella della TFP.
Dico solamente, quasi a titolo di post scriptum, che il destrismo laico o ateo è un assurdo, perché l'universo e l'uomo sono impensabili senza Dio. Il che non comporta che io (e a questo punto allungo un poco il post scriptum), che mi vanto di essere sostenitore, in tesi, dell’unione della Chiesa e dello Stato, la desideri attualmente in concreto. Anche su questo punto raccomando la lettura del mio saggio citato a chi desideri conoscere il pensiero della maggiore organizzazione civica anticomunista del Brasile contemporaneo.
(Plinio Corrêa de Oliveira - Jornal da Tarde del 9-06-1979)
http://www.atfp.it/biblioteca/articoli-di-plinio-correa-de-oliveira/95-articoli-in-altre-pubblicazioni/473-qdestraq-e-qsinistraq-qualche-precisazione.html
(1) Cfr. MICHEL DENIS, «Les Royalistes de la Mayenne et le monde moderne (19°-20° siècles)», Klincksieck, Publications de l'Université de Haute-Bretagne, 1978.
(2) Cfr. Mt. 25, 14-30; 1 Cor. 12, 28-31, San Tommaso, «Summa contra gentiles», 1, III, cap. LXXVII.
(3) Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione», trad. it., 3 a ed. italiana accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977.".
Come uomo dichiaratamente di destra, dico la mia.
La destra è, prima di tutto, quella corrente di pensiero che non rifiuta il progresso ma che vuole un progresso compatibile con la tradizione.
Mi spiego meglio con un esempio pratico.
Nel 380 AD il Cristianesimo divenne religione di Stato dell'Impero Romano, con l'Editto di Tessalonica.
Ora, con l'avvento del Cristianesimo non ci fu una distruzione dell'Impero Romano.
L'ordine preesistente rimase.
Il Cristianesimo fu un fattore di progresso, poiché introdusse il concetto di sacralità del matrimonio e di difesa della vita, ma fu un progresso lineare con la storia dell'Impero Romano.
Possiamo dire che il Cristianesimo sia di "destra".
Del resto, Gesù stesso non predicò rivoluzioni e rivolte contro i Romani né contro gli ebrei, essendo lui stesso un ebreo.
Al contrario, la sinistra punta ad una rottura nella storia.
Per esempio, il protestantesimo (o meglio alcune sue frange) è di sinistra.
Lo stesso discorso (amplificato) si può fare anche per l'Illuminismo.
Il protestantesimo puntò ad una rottura traumatica dell'assetto della Chiesa.
L'Illuminismo puntò ad una rottura dell'assetto politico degli Stati.
Il comunismo ed il nazismo furono prodotti dell'Illuminismo.
Quindi, è sbagliato definire il nazismo di destra.
La sinistra punta a rompere gli assetti, ricorrendo a qualsiasi mezzo, come l'odio di classe.
La destra, invece, crede in uno sviluppo armonico della storia.
Cordiali saluti.
Attraverso Facebook, l'amico Andrea Casiere mi ha inoltrato questo testo di Plinio Correa de Oliveira che è intitolato ""Destra" e "sinistra": qualche precisazione - di Plinio Corrêa de Oliveira":
""Destra" e "sinistra": qualche precisazione
di Plinio Corrêa de Oliveira
È corrente l'uso dei vocaboli "destra" e "sinistra" per qualificare posizioni assunte sui più svariati temi: fondamentalmente su questioni politiche, sociali o economiche, ma anche su modi di sentire o di essere, come pure in letteratura, a proposito delle arti, ecc. Un esame dei diversi significati di questi termini mostra, subito a prima vista, un caos tale da far dire a molti osservatori che quei vocaboli hanno perso qualsiasi valore come etichette qualificanti atteggiamenti ideologici, culturali o morali.
Nonostante il talento, la cultura e l'influenza propagandistica di molti di coloro che già da tempo pensano in questo modo, "destra" e "sinistra" rimangono tuttavia parole di uso corrente e, si direbbe, indispensabili per chi svolga abitualmente analisi ideologiche.
Questo fatto sembra provare che, nel cuore di esse, vi è qualcosa di sostanziale e di veramente significativo. Persino di insostituibile, almeno fino a quando l'uso comune non consacrerà altri vocaboli che li sostituiscano.
Mi propongo di analizzare in questa sede questo "qualcosa di sostanziale", per verificare con i lettori se il mio modo di sentire corrisponde al loro, cioè a quello del grande pubblico. Lo farò molto riassuntivamente, date le naturali limitazioni di questo studio giornalistico.
1. "Sinistra", ugualitarismo, liberalismo e anarchismo
Comincio facendo notare che, nel significato di queste due parole correlate, non tutto è impreciso. In esso vi è una zona chiara. Avendola definita, sarà possibile trovare, de proche en proche, il bandolo della matassa che conduce, attraverso i significati meno chiari, fino a una spiegazione finale su quanto vogliono dire "destra" e "sinistra". La zona chiara è nella parola "sinistra".
Di fronte alla triade della Rivoluzione francese, ancora oggi l'opinione generale non esita a qualificare come perfettamente e compiutamente di sinistra chi si dichiari a favore non di una libertà, di una uguaglianza e di una fraternità qualsiasi, ma della libertà totale, della uguaglianza totale e anche della fraternità totale. Insomma, chiunque sia un anarchico, nel senso etimologico e radicale della parola (dal greco an privativo, e arché, governo), con o senza una connotazione di violenza o di terrorismo.
Gli uomini di "sinistra" moderati qualificano come utopistico ("purtroppo utopistico", sono soliti dire) il sogno del loro correligionario integrale. Tuttavia nessuno di essi negherà la piena autenticità di "sinistra" di questa utopia.
In funzione di questo marchio di sinistrismo assoluto è facile discernere come - all'interno della scala di valori di "sinistra" - un programma o un metodo può essere qualificato come più o meno di "sinistra". Cioè sarà tanto più o tanto meno di "sinistra", quanto più si avvicinerà o si allontanerà dall'"an-archismo" totale.
Così, per esempio, il socialista è tanto più di "sinistra" quanto più è effettiva e generale la uguaglianza che rivendica. E sarà integralmente di "sinistra" chi rivendicherà la uguaglianza totale.
Analoga affermazione si deve fare in relazione a un altro "valore" della triade del 1789. Mi riferisco in modo particolare al liberalismo politico. Esso sarà tanto più di "sinistra", quanto più reclamerà la libertà totale. Ben inteso, vi sono certe contraddizioni tra socialismo e liberalismo. E questo fatto porta a facili obiezioni contro quanto ho appena affermato. Così, il totalitarismo economico distrugge facilmente la libertà politica. E viceversa. Ma questa contraddizione esiste solamente nelle tappe intermedie che non sono ancora l'anarchismo totale, benché predispongano a esso.
Infatti, si può giungere a quest'ultimo tanto attraverso una libertà assoluta, quanto - e principalmente - attraverso una uguaglianza assoluta. La libertà assoluta favorisce l'offensiva generale di quanti sono o hanno meno, contro quanti sono o hanno di più. E, a sua volta, la uguaglianza completa comporta la negazione di ogni autorità, e quindi di ogni legge.
Queste due vie così diverse non sono parallele che si incontrano all'infinito. Per quanto siano contraddittorie nella pratica del moderato qualunque di oggi, convergono verso il punto finale "an-archico", nel quale sia l'uno che l'altra si incontrano e si completano. Così, è certo che, secondo la opinione generale, il sinistrismo ha il suo punto omega e la sua scala di "valori" ben definiti.
2. "Destra" e disuguaglianza cristiana
La questione sta nel sapere se li ha, in modo corrispondente, la "destra". A questo proposito, la confusione è innegabile. Senza giungere, però, a tagliare il filo conduttore che, analogamente a quanto accade con la "sinistra", porta, de proche en proche, a una classificazione delle sottili sfumature del destrismo.
Le parole "destra" e "sinistra" sono sorte nel vocabolario politico, sociale ed economico dell'Europa del secolo XIX. Il sinistrismo era una partecipazione ideologica del pensiero e dell'opera di qualcosa di ancora recente e di sufficientemente definito nelle sue linee generali, cioè della Rivoluzione francese. La "sinistra" non era solamente una negazione vulcanica di una tradizione che pareva morta, ma anche e sempre di più l'affermazione di un futuro che si sarebbe detto fatale.
Di fronte alla Rivoluzione schiacciante, la "destra" si definì solamente a poco a poco, in modo incerto e contraddittorio (1). Definendosi come un anti-sinistrismo, e a fortiori come un anti-anarchismo, che cosa avrebbe dovuto essere, a completo rigore di logica, la "destra"?
Come ho già detto, è nella essenza dell'anarchismo totale l'affermazione secondo cui ogni e qualsiasi disuguaglianza è ingiusta. Così, quanto minore è la disuguaglianza, tanto minore è la ingiustizia. La libertà è cara all'anarchismo precisamente perché l'autorità è in sé stessa una negazione della uguaglianza.
Il destrismo afferma, quindi, che, in sé stessa, la disuguaglianza non è ingiusta. Che, in un universo nel quale Dio ha creato tutti gli esseri disuguali, compresi e soprattutto gli uomini, la ingiustizia sta nell'imposizione di un ordine di cose diverso da quello che Dio, per ragioni altissime, ha fatto disuguale (2). Così, la giustizia consiste nella disuguaglianza.
Da questa verità di base - bisogna ricordarlo di passaggio - non si deduce che la giustizia è tanto più perfetta, quanto maggiore è la disuguaglianza. In materia di sinistrismo, è logica l'affermazione antitetica (quanto minore la disuguaglianza, tanto minore la ingiustizia). È chiarissima l’asimmetria tra la prospettiva di "sinistra" e quella di "destra".
Infatti, Dio ha creato le disuguaglianze, non terribili e mostruose, ma proporzionate alla natura, al benessere e al progresso di ogni essere, e adeguate all'ordinamento generale dell'universo. E tale è la disuguaglianza cristiana.
Analoghe considerazioni si potrebbero fare a proposito della libertà nell'universo e nella società. Ma questo modello del destrismo non è la disuguaglianza assoluta, simmetrica e opposta alla uguaglianza assoluta. Ma - bisogna insistere - è la disuguaglianza armonica. Quanto più una dottrina sarà contraria alla triade del 1789 e si avvicinerà a questo modello di disuguaglianze armoniche e proporzionate, tanto più sarà di "destra".
Non sempre l'hanno intesa a questo modo i pensatori o gli uomini di azione che, levandosi nel secolo XIX come nel secolo XX contro la Rivoluzione, sono stati qualificati soltanto per questa ragione come di "destra". Essi, o quanti li hanno studiati, hanno spesso immaginato che l'etichetta del destrismo potesse giustificare disuguaglianze abissali (politiche e sociali, ma, il più delle volte, economiche). Come se in questo consistesse la punta estrema della coerenza di "destra".
Altri "uomini di destra" hanno fatto, a loro volta, concessioni allo spirito ugualitario, perché erano essi stessi inquinati dai princìpi rivoluzionari che combattevano. O anche per tattica politica, cioé per la conquista e la conservazione del potere. Ho presente il carattere socialista ufficiale del fascismo e quello non solo ufficiale, ma anche marcatissimo, del nazismo.
Per tutte queste ragioni, il vocabolo "destra" non è giunto, nel linguaggio corrente, ad avere un senso tanto chiaro quanto "sinistra" ed è servito per designare non solamente il vero destrismo di ispirazione cristiana, sacrale, gerarchico e armonico (3), ma anche destrismi modellati in parte da tradizioni cristiane, e in parte da princìpi ideologici (così come da esperienze) peculiari.
Tuttavia mi pare certo che, per quanto importanti siano state le caratteristiche socialiste di certe correnti dette di "destra", il linguaggio comune le qualifica di "destra" solo perché immagina di vedere in esse una affinità (maggiore o minore) con il destrismo cristiano ideale che ho più sopra descritto. Il quale, per una tradizione plurisecolare, fa parte delle conoscenze consapevoli o inconsapevoli di tutti. In sintesi, sia, a "destra" che a "sinistra", all'orizzonte vi è un segno definito, a partire dal quale segue, en degradé, la gamma delle sfumature intermedie.
Io ho parlato di "sacrale". So che il termine è entrato inopinatamente nell'articolo. E che il limite di esso non mi permette di mostrare qual è, a mio modo di vedere, la funzione centrale della religione nell'autentica concezione i "destra", che ho appena enunciato. E che, ovviamente, è la mia concezione e quella della TFP.
Dico solamente, quasi a titolo di post scriptum, che il destrismo laico o ateo è un assurdo, perché l'universo e l'uomo sono impensabili senza Dio. Il che non comporta che io (e a questo punto allungo un poco il post scriptum), che mi vanto di essere sostenitore, in tesi, dell’unione della Chiesa e dello Stato, la desideri attualmente in concreto. Anche su questo punto raccomando la lettura del mio saggio citato a chi desideri conoscere il pensiero della maggiore organizzazione civica anticomunista del Brasile contemporaneo.
(Plinio Corrêa de Oliveira - Jornal da Tarde del 9-06-1979)
http://www.atfp.it/biblioteca/articoli-di-plinio-correa-de-oliveira/95-articoli-in-altre-pubblicazioni/473-qdestraq-e-qsinistraq-qualche-precisazione.html
(1) Cfr. MICHEL DENIS, «Les Royalistes de la Mayenne et le monde moderne (19°-20° siècles)», Klincksieck, Publications de l'Université de Haute-Bretagne, 1978.
(2) Cfr. Mt. 25, 14-30; 1 Cor. 12, 28-31, San Tommaso, «Summa contra gentiles», 1, III, cap. LXXVII.
(3) Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione», trad. it., 3 a ed. italiana accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977.".
Come uomo dichiaratamente di destra, dico la mia.
La destra è, prima di tutto, quella corrente di pensiero che non rifiuta il progresso ma che vuole un progresso compatibile con la tradizione.
Mi spiego meglio con un esempio pratico.
Nel 380 AD il Cristianesimo divenne religione di Stato dell'Impero Romano, con l'Editto di Tessalonica.
Ora, con l'avvento del Cristianesimo non ci fu una distruzione dell'Impero Romano.
L'ordine preesistente rimase.
Il Cristianesimo fu un fattore di progresso, poiché introdusse il concetto di sacralità del matrimonio e di difesa della vita, ma fu un progresso lineare con la storia dell'Impero Romano.
Possiamo dire che il Cristianesimo sia di "destra".
Del resto, Gesù stesso non predicò rivoluzioni e rivolte contro i Romani né contro gli ebrei, essendo lui stesso un ebreo.
Al contrario, la sinistra punta ad una rottura nella storia.
Per esempio, il protestantesimo (o meglio alcune sue frange) è di sinistra.
Lo stesso discorso (amplificato) si può fare anche per l'Illuminismo.
Il protestantesimo puntò ad una rottura traumatica dell'assetto della Chiesa.
L'Illuminismo puntò ad una rottura dell'assetto politico degli Stati.
Il comunismo ed il nazismo furono prodotti dell'Illuminismo.
Quindi, è sbagliato definire il nazismo di destra.
La sinistra punta a rompere gli assetti, ricorrendo a qualsiasi mezzo, come l'odio di classe.
La destra, invece, crede in uno sviluppo armonico della storia.
Cordiali saluti.
sabato 1 dicembre 2012
Considerations sur l'Angleterre
Cari amici ed amiche.
L'amico Andrea Casiere mi ha segnalato questo suo articolo sul suo blog "Monarchia Tradizionale" che è intitolato "Considerations sur la France".
martedì 13 novembre 2012
San Tommaso Moro, l'Utopia e la politica
Cari amici ed amiche.
Esordisco con questa citazione:
"Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus de optimo rei publicae statu, deque nova insula Utopia".
domenica 28 ottobre 2012
giovedì 18 ottobre 2012
Radicalismo rivoluzionario e falso conservatorismo
Cari amici ed amiche.
Leggete l'articolo scritto da Filippo Giorgianni su "L'Occidentale" ed intitolato "Per una fenomenologia della politica".
L'articolo di Giorgianni è molto interessante.
Leggete l'articolo scritto da Filippo Giorgianni su "L'Occidentale" ed intitolato "Per una fenomenologia della politica".
L'articolo di Giorgianni è molto interessante.
martedì 16 ottobre 2012
lunedì 15 ottobre 2012
Dal blog "El Matiner carlì". simplemente: Espana
Cari amici ed amiche.
Sul blog "El Matiner carlì", ho trovato questo articolo interessante intitolato "Simplemente: Espana":
Sul blog "El Matiner carlì", ho trovato questo articolo interessante intitolato "Simplemente: Espana":
venerdì 28 settembre 2012
Gilbert Keith Chesterton, "The Blunders of Our Parties", in "The Collected Works - 'The Illustrated London News' (1923-1925)"
Cari amici ed amiche.
Leggete questo testo di Gilbert Keith Chesterton che è intitolato "The Blunders of Our Parties", in "The Collected Works - 'The Illustrated London News'":
Leggete questo testo di Gilbert Keith Chesterton che è intitolato "The Blunders of Our Parties", in "The Collected Works - 'The Illustrated London News'":
mercoledì 26 settembre 2012
Destra, quale identità?
Cari amici ed amiche.
Ieri ero stato invitato dall'amico Ettore Alessi ad un briefing informale di alcuni esponenti del Popolo della Libertà di Roncoferraro (Mantova), insieme ad alcuni amici del partito del vicino Comune di Villimpenta sull'identità del Popolo della Libertà.
Il tema è stato proprio l'identità del Popolo della Libertà.
Ieri ero stato invitato dall'amico Ettore Alessi ad un briefing informale di alcuni esponenti del Popolo della Libertà di Roncoferraro (Mantova), insieme ad alcuni amici del partito del vicino Comune di Villimpenta sull'identità del Popolo della Libertà.
Il tema è stato proprio l'identità del Popolo della Libertà.
giovedì 13 settembre 2012
PAPA PIO VI: ALLOCUZIONE AL SACRO COLLEGIO SUL MARTIRIO DI SUA MAESTÀ CRISTIANISSIMA LUIGI XVI, RE DI FRANCIA (17 giugno 1793)
martedì 4 settembre 2012
Dal blog "Storia e Verità", la nascita e la caduta dell'Impero Ottomano
Cari amici ed amiche.
Sul blog "Storia e verità", ho trovato questo articolo scritto da Alberto Rosselli ed intitolato "La nascita e la caduta dell'Impero Ottomano":
Sul blog "Storia e verità", ho trovato questo articolo scritto da Alberto Rosselli ed intitolato "La nascita e la caduta dell'Impero Ottomano":
venerdì 31 agosto 2012
Marx and Engels on Spiritualism and Theosophy
Cari amici ed amiche.
Sul sito olandese "Stelling", ho trovato questo testo in inglese di Herman A.O. de Tollenaere:
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