Vista la figuraccia rimediata dal presidente Joe Biden, i democratici sarebbero tentati di fare un cambio in corsa...con Michelle Obama. Questo è quello che si dice negli Stati Uniti d'America prima del voto di novembre.
Questa posizione è sposata anche dagli obamiani di noantri, come Giuliano Ferrara.
"Per questo muove a stupore l’editoriale di Giuliano Ferrara del 29 giugno, che, con ruffiana cortigianeria, sembra invocare l’apparizione di una laica madonna nera: “Solo Michelle Obama ci salverà”. Ecco che di fronte alle pestilenze incombenti si offre al mondo sofferente l’icona di una santa protettrice che possiede, chissà come, doti taumaturgiche ed alla quale bisogna affidarsi toto corde.
Non si discute sul fatto che il problema della candidatura democratica esista, ed è legittimo che l’”Elefantino” (de ‘noantri) nei suoi numerosi cambi di casacca, abbia sposato la causa dell’Asinello fino a dire che “anche ridotto come lo abbiamo visto a Atlanta, Biden vale cento volte Trump, losco bugiardo che incanta l’America peggiore, a bunch of deplorables, un’immensa plaga di reietti che aspirano al potere per un delinquente insurrezionista in nome dei loro incubi complottisti”. Ma il panegirico verso l’ex first lady che – fino a prova contraria – non ha mai espresso desideri reconditi e/o plateali di carriera politica (come invece era nella cifra umana di Hillary Rodham Clinton, che – non dimentichiamo – prima di correre per la Casa Bianca, fece un “giro” da senatore dello stato di New York), appare fuori luogo".
Riporto questo stralcio di un articolo scritto su Atlantico Quotidiano da Daniele Biello:
Non si discute sul fatto che il problema della candidatura democratica esista, ed è legittimo che l’”Elefantino” (de ‘noantri) nei suoi numerosi cambi di casacca, abbia sposato la causa dell’Asinello fino a dire che “anche ridotto come lo abbiamo visto a Atlanta, Biden vale cento volte Trump, losco bugiardo che incanta l’America peggiore, a bunch of deplorables, un’immensa plaga di reietti che aspirano al potere per un delinquente insurrezionista in nome dei loro incubi complottisti”. Ma il panegirico verso l’ex first lady che – fino a prova contraria – non ha mai espresso desideri reconditi e/o plateali di carriera politica (come invece era nella cifra umana di Hillary Rodham Clinton, che – non dimentichiamo – prima di correre per la Casa Bianca, fece un “giro” da senatore dello stato di New York), appare fuori luogo".
Ora, faccio una mia considerazione.
Se Biden fosse sostituito da Michelle Obama alla corsa alla Casa Bianca ci troveremmo di fronte ad una scelta dinastica ed etnica del Partito Democratico americano.
Sarebbe una scelta dinastica, perché si andrebbe a scegliere la moglie di un uomo che è già stato presidente degli Stati Uniti d'America, Barack.
Sarebbe anche una scelta di carattere etnico perché candidando l'ex-first lady si spererebbe di galvanizzare la comunità nera per poter battere il repubblicano Donald Trump.
Una scelta del genere, se fosse fatta, dimostrerebbe la pochezza dei democratici americani.
Come tutte le sinistre occidentali, anche i democratici americani parlano solo di omosessualità, di astrusi discorsi contro il razzismo e di un incartapecorito antifascismo.
Per il resto, non hanno contenuti.
Oltretutto, la presidenza di Barack Obama (2009-2017) è stata fallimentare tra le "Primavere arabe" fomentate, la faziosità riguardo a temi come l'aborto e l'omosessualità, il razzismo al contrario, le discutibili scelte economiche e una politica sanitaria debole.
Con Obama il mondo è diventato meno sicuro, visto il continuo interventismo che ha caratterizzato la sua presidenza.
Inoltre, come ho scritto prima, un'eventuale scelta di Michelle Obama sarebbe una scelta dinastica che nulla avrebbe a che fare con una logica democratica.
Questo è quanto.
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