Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 24 marzo 2012

Il boom degli amici rimossi da Facebook

Cari amici ed amiche.

Ho letto un interessante articolo intitolato "Il boom degli amici rimossi da Facebook".
Io ho un mio pensiero a riguardo.
Secondo me, ognuno deve capire il motivo che lo ha spinto a scegliere di iscriversi ad un social-network, sia esso Facebook, Twitter, Badoo, Libero Community o altro.
Io, ad esempio, mi ero iscritto a Facebook (nel 2009) non tanto per fare nuove amicizie ma per cercare di divulgare la mia azione politica e culturale sul territorio di Roncoferraro (Mantova) e verso gli italiani all'estero (ricordo che avevo iniziato una campagna di sensibilizzazione per fare sì che la comunità italiana di Tacuarembò, in Uruguay, venisse aiutata) e, tutt'al più, per consolidare le amicizie già esistenti, che sono principalmente i miei ex colleghi di classe dell'Istituto Professionale per i Servizi Sociali "Don Primo Mazzolari" di Mantova, oltre a qualche amicizia qui a Roncoferraro.
Tra l'altro, nel 2008 avevo proposto anche un gemellaggio tra tra Roncoferraro e Tacuarembò.
Leggete l'articolo che avevo scritto su "Italia chiama Italia" in quell'anno.
Quindi, se non avessi avuto questi due "motivi" non mi sarei mai iscritto a Facebook.
Ad oggi, il bilancio in questi due intenti è abbastanza deludente.
Se riguardo a Tacuarembò, sono riuscito a muovere qualcosa (se pur di poco), l'azione politica e culturale a Roncoferraro è stata deficitaria (anche se tanta parte della situazione non è dipesa da me) e quanto alle amicizie esistenti, tra il fatto che molte di esse non siano iscritte a Facebook e tra certe rotture, il bilancio non può essere positivo.
Se non fosse stato fondato il Circolo "Roncoferraro Giovani e Futuro" e se il suo fondatore non mi avesse chiesto di aderire e se i suoi membri non mi avessero scelto come segretario di esso, io me ne sarei andato da un bel pezzo.
Certo, su Facebook ho conosciuto tante persone interessanti, come, ad esempio, Morris Sonnino, Sara Astrologo, Riccardo Di Giuseppe, Francesca Padovese, Filippo Giorgianni, Stefania Ragaglia, Alessandra Spanò, Angelo Fazio, Maria Venera, Irene Bertoglio e Vittorio Leo.
Sono tutte persone con cui condivido interessi e che mi danno spunti importanti, anche per fare gli ariticoli su questo blog.
Tuttavia, definirle "amiche" nel senso stretto del termine, mi viene difficoltoso.
Io penso che l'amicizia sia ben altra cosa.
Certo, avrei piacere se un giorno delle persone come Morris Sonnino, Vittorio Leo, Riccardo Di Giuseppe, Irene Bertoglio, Angelo Fazio o altri diventassero mie amiche.
Ciò è fisicamente molto difficile, viste le distanze.
Ad esempio, Morris Sonnino abita a Roma, Angelo Fazio abita a Palermo, Vittorio Leo risiede a Catania, Filippo Giorgianni risiede a Barcellona Pozzo di Gotto (in Provincia di Messina), Irene Bertoglio abita a Magenta (in Provincia di Milano) e così via.
Io penso che si debba discernere la vera amicizia da ciò che è virtuale.
Il pericolo dei social-network sta nel fatto che alla lunga le persone non discernino più l'amicizia vera da quella fittizia, ciò che è virtuale.
E così, molti si dispiacciono quando vengono tolti "dalle liste amici" delle persone collegate a loro tramite il social-network.
A me, non spiace più di tanto quando vengo tolto dai contatti dei miei interlocutori.
Certo, se l'interlocutore mi offriva degli spunti interessanti e con lui avevo una seria condivisione di interessi mi poteva dispiacere un poco.
Tuttavia, io so che ciò fa parte del gioco.
Forse, io sarò un po' "giurassico" ma ritengo che l'amicizia sia qualcosa di più di una semplice chat o di uno scambio di e-mail.
L'amicizia è "koinonia", "communio", "comunione" di esperienze.
Ciò può avvenire solo nella vita reale.
Forse, oggi c'è un eccessivo individualismo e non si riesce più ad instaurare una relazione (che sia di amicizia o di altro) realmente autentica.
Io, nella vita reale, io non sono un "fulmine di guerra" nelle amicizie.
Qualcuno mi giudica un po' ombroso, a differenza del mio fratello minore che è un animale da discoteca.
Sarà per il fatto che io sia molto selettivo (com'è tipico di tutti coloro che sono del segno del Capricorno) e che abbia una personalità che per alcuni abbastanza complessa è difficile che io sia amico di tutti.
Poi, se ci mettiamo dentro anche la politica è ancora più difficile.
I miei amici veri sono pochi (specialmente qui a Roncoferraro, si possono contare sulle dita) ma quelli che ho sanno come sono fatto (nel bene e nel male) ed io so altrettanto di loro perché con me hanno condiviso esperienze.
Questa è la vera amicizia.
Vorrei portare alla vostra attenzione un articolo che anni fa avevo scritto su "Italia chiama Italia" che è intitolato "Facebook fa male a chi è già solo - di Antonio Gabriele Fucilone".
Esso è un commento alle riflessioni dell'arcivescovo di Westminster Vincent Nichols che aveva definito Facebook "disumanizzante".
Per certi versi, il prelato ha ragione.
In effetti, i social-network banalizzano l'amicizia.
Forse, da qui nasce il boom degli "amici" rimossi.
Quando una persona vede che un rapporti nato sul social-network non ha uno sbocco nella vita reale, lo cancella.
Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg (nella foto), avrebbe dovuto mettere in conto ciò.
Allora, riflettiamo tutti.
Cordiali saluti.













GESU' ED I GENTILI


Cari amici ed amiche.

Nelle Messe di questa sera e di domani mattina saranno letti i seguenti brani:
  • Dal libro del profeta Geremia (capitolo 31, versetti 31-34):

"[31] "Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova.
[32] Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore.

[33] Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo.

[34] Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato". ".

  • Dal Salmo 50:

"[1] Salmo. Di Asaf.
Parla il Signore, Dio degli dei,
convoca la terra da oriente a occidente.

[2] Da Sion, splendore di bellezza,
Dio rifulge.

[3] Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.

[4] Convoca il cielo dall'alto
e la terra al giudizio del suo popolo:

[5] "Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno sancito con me l'alleanza
offrendo un sacrificio".

[6] Il cielo annunzi la sua giustizia,
Dio è il giudice.

[7] "Ascolta, popolo mio, voglio parlare,
testimonierò contro di te, Israele:
Io sono Dio, il tuo Dio.

[8] Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.

[9] Non prenderò giovenchi dalla tua casa,
né capri dai tuoi recinti.

[10] Sono mie tutte le bestie della foresta,
animali a migliaia sui monti.

[11] Conosco tutti gli uccelli del cielo,
è mio ciò che si muove nella campagna.

[12] Se avessi fame, a te non lo direi:
mio è il mondo e quanto contiene.

[13] Mangerò forse la carne dei tori,
berrò forse il sangue dei capri?

[14] Offri a Dio un sacrificio di lode
e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;

[15] invocami nel giorno della sventura:
ti salverò e tu mi darai gloria".

[16] All'empio dice Dio:
"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,

[17] tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?

[18] Se vedi un ladro, corri con lui;
e degli adùlteri ti fai compagno.

[19] Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua ordisce inganni.

[20] Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.

[21] Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati".

[22] Capite questo voi che dimenticate Dio,
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.

[23] Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.


  • Dalla lettera agli Ebrei (capitolo 5, versetti 7-9):

"[7] Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà;

[8] pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì

[9] e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.".

  • Dal Vangelo secondo Giovanni (capitolo 12, versetti 20-33):

"[20] Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci.

[21] Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: "Signore, vogliamo vedere Gesù".
[22] Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.

[23] Gesù rispose: "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.

[24] In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

[25] Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.

[26] Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.

[27] Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!

[28] Padre, glorifica il tuo nome". Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!".

[29] La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: "Un angelo gli ha parlato".

[30] Rispose Gesù: "Questa voce non è venuta per me, ma per voi.

[31] Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.

[32] Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me".

[33] Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire. ".

I brani li ho presi dal sito della Santa Sede.
Fu vero che Dio si rivelò prima di tutto agli ebrei e fece di essi il "Popolo eletto".
Fu vero anche che Dio fece del popolo ebraico il "Popolo eletto" per dargli una missione molto importante, quella di essere la culla del Messia, colui che avrebbe riportato a Dio anche gli altri popolo.
Allora, si può capire il perché di tutto questo.
Dio è un Dio giusto.
Quando vide che l'uomo sbaglio, egli non tardò a dimostrarlo e a portare la sua giustizia.
Fece ciò, ad esempio, quando ci fu la questione della Torre di Babele.
In quella situazione, l'uomo si insuperbì e cercò di arrivare al cielo.
Questo suo atteggiamento ricordò quello dei Giganti che cercarono di scalzare Giove.
Potrete vedere questa storia della mitologia greca raffigurata nella Sala dei Giganti di Palazzo Te, qui a Mantova.
Essa ha una certa affinità con sia con la storia della Torre di Babele e sia con la storia di San Michele e Lucifero.
La superbia dell'uomo porta rovina.
Così fu per la vicenda della Torre di Babele.
Dio, allora, disperse tutti gli uomini, confondendo le loro menti e le loro lingue.
Dio, però, è anche un Dio misericordioso, un Dio che dimentica il peccato degli uomini.
Egli mandò suo Figlio Gesù a salvare l'umanità, sia gli Ebrei e sia i pagani, i non Ebrei.
Egli non fece ciò con atti di guerra contro i peccatori ma assumendosi i peccati di tutti, morendo sulla croce e risuscitando.
Così, Gesù salvò l'umanità.
Egli diede ad essa la Salvezza, una Salvezza per tutti.
Per capire meglio le cose, vi consiglio di leggere questo testo che l'amico Giovanni Covino mi ha segnalato su Facebook:

"X.1. La nostra dottrina dunque appare più splendida di ogni dottrina umana, perché per noi si è manifestato il Logos totale, Cristo, apparso per noi in corpo, mente, anima.

2. Infatti tutto ciò che rettamente enunciarono e trovarono via via filosofi e legislatori, in loro è frutto di ricerca e speculazione, grazie ad una parte di Logos.

3. Ma poiché non conobbero il Logos nella sua interezza, che è Cristo, spesso si sono anche contraddetti.

4. Quelli che vissero prima di Cristo e si sforzarono di investigare e di indagare le cose con la ragione, secondo le possibilità umane, furono trascinati dinanzi ai tribunali come empi e troppo curiosi. Colui che più di ogni altro tendeva a questo, Socrate, fu accusato delle stesse colpe che si imputano a noi: infatti dissero che egli introduceva nuove divinità, e che non credeva negli dèi che la città riteneva come tali.

5. Invece egli insegnò agli uomini a rinnegare i demoni malvagi, autori delle empietà narrate dai poeti; cercava anche di spingerli alla conoscenza del Dio a loro ignoto, attraverso la ricerca razionale. Diceva: "Non è facile trovare il Padre e creatore dell'universo, né è sicuro che chi l'ha trovato lo riveli a tutti".

6. Questo è quanto fece il nostro Cristo con la Sua potenza. Infatti a Socrate nessuno credette fino al punto di morire per questa dottrina. A Cristo invece, conosciuto, almeno in parte, anche da Socrate (Egli infatti era ed è il Logos che è in ogni cosa, che ha predetto il futuro per mezzo dei Profeti e per mezzo di se stesso, che si è fatto come noi ed ha insegnato questa verità), credettero non solo i filosofi e dotti, ma anche operai e uomini assolutamente ignoranti, che sprezzarono i giudizi altrui, la paura, la morte. Poiché è potenza del Padre ineffabile e non costruzione di umana ragione.

La sua famiglia è di probabile origine latina e vive a Flavia Neapolis, in Samaria. Nato nel paganesimo, Giustino (inizio II secolo - 164) studia a fondo i filosofi greci, e soprattutto Platone. Poi viene attratto dai Profeti di Israele, e per questa via arriva a farsi cristiano, ricevendo il battesimo verso l'anno 130, a Efeso. Ma questo non significa una rottura con il suo passato di studioso dell'ellenismo. Negli anni 131-132 lo troviamo a Roma, annunciatore del Vangelo agli studiosi pagani. Al tempo stesso, Giustino si batte contro i pregiudizi che l'ignoranza alimenta contro i cristiani. Famoso il suo «Dialogo con Trifone». Predicatore e studioso itinerante, Giustino soggiorna in varie città dell'Impero; ma è ancora a Roma che si conclude la sua vita. Qui alcuni cristiani sono stati messi a morte come "atei" (cioè nemici dello Stato e dei suoi culti). Scrive una seconda Apologia, indirizzata al Senato romano, e si scaglia contro il filosofo Crescente. Ma questo sta con il potere, e Giustino finisce in carcere, anche lui come "ateo", per essere decapitato con altri sei compagni di fede, al tempo dell'imperatore Marco Aurelio.".

Cordiali saluti.







venerdì 23 marzo 2012

PREGATE PER IL SANTO PADRE!




Cari amici ed amiche.




Lunedì 26 marzo, il Santo Padre partirà per il Messico e per Cuba.

Egli dovrà affrontare un viaggio in due Paesi in cui la Chiesa ha sofferto o soffre ancora.

In Messico, la Chiesa fu pesantemente perseguitata dai governi massonici e comunisti. Tuttora, la Costituzione messicana (Costituzione di Queretaro 1917) porta con sé norme anticlericali.

A Cuba ci sono i comunisti.

Pregate il buon Dio per il nostro Papa, perché la sua parola entri nei cuori dei governanti di quei due Paesi e che porti nei cuori della gente il messaggio che Cristo ci portò.

Ringrazio l'amico Angelo Fazio per la foto.

Cordiali saluti.

LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO? DEVE ESSERE SERIA, ALTRIMENTI NON SI FACCIA...E NON SI DIA ASCOLTO AI "PREDICATORI DI ODIO"!




Cari amici ed amiche.



Questo iter che deve portare alla redazione della nuova riforma del mercato del lavoro è come una corsa ad ostacoli.

Tra la CGIL, che continua a non volere una seria modifica dell'articolo 18, ed i mal di pancia del Partito Democratico, che la va dietro.

Riguardo al PD, vi invito a leggere questo articolo che è scritto da Andrea Verde su "Italia chiama Italia", che è intitolato "Italiani all'estero, Pd di Parigi in preda a crisi di nervi - di Andrea Verde" ed il cui link http://www.italiachiamaitalia.it/articoli/detalles/5583/ItalianiOall%20estero%20OPdOdiOParigiOinOpredaOaOcrisiOdiOnerviO-OdiOAndreaOVerde.html.

Ora, qui si rischia davvero di non fare nessuna riforma.

Infatti, ad oggi, essa non vale per gli impiegati statali e pubblici.

Quindi, si rischia di creare una categoria di lavoratori privilegiati che non possono essere licenziati secondo le nuove norme.

Inoltre, la CGIL e buona parte del PD, insieme all'Italia dei Valori, a Sinistra, Ecologia e Libertà e ai comunisti, vorrebbero che l'articolo 18 non sia toccato, rendendo di fatto inutile la riforma.

Oggi ci sono dei lavoratori ipertutelati ed altri che non hanno tutele.

Ci sono anche delle situazioni anomale.

Ad esempio, ho sentito che un operaio era stato reintegrato nel suo posto di lavoro dal giudice, dopo che il suo datore di lavoro l'aveva licenziato perché era rimasto assente per vedere la partita di calcio dell'Italia.

Questo è assurdo, se si tiene conto del fatto che a fianco a ciò vi siano parecchi giovani disoccupati, me compreso.

In una situazione normale, se non c'è più un rapporto di fiducia tra il datore di lavoro ed il suo dipendente, quest'ultimo deve essere licenziato ed il suo posto deve essere dato ad un altro!

Ci si lamenta che in questo Paese manca la meritocrazia e poi c'è chi si arrabbia quando si fa un provvedimento realmente meritocratico.

Qui vi è il rischio che non si faccia alcuna riforma o che si faccia una riforma inefficace.

Tra una riforma inefficace e niente è meglio niente.

Infatti, una riforma inefficace sarebbe solo un inutile spreco di denaro pubblico.

Per un popolo che gà deve subire una pressione fiscale al 55%, ciò sarebbe troppo.

Termino dicendo la mia opinione sulla foto qui sopra che mostra il Segretario del Partito dei Comunisti Italiani, Oliviero Diliberto, che si trova al fianco di una signora che indossa una maglia che reca uno slogan contro il Ministro del Welfare Elsa Fornero.

Io dico che Diliberto avrebbe fatto meglio a stare attento.

Inoltre, io penso che non bisogna ascoltare i predicatori di odio, né si deve dare a loro visibilità.

Cordiali saluti.

LA DIASPORA ITALO-LIBICA















Cari amici ed amiche.




Ho letto questo interessante articolo sul sito "Foreign Policy" , che è initolato "Next Year in Tripoli ", il cui link è http://www.foreignpolicy.com/articles/2012/03/22/the_last_jews_of_libya#.T2uuBzKyqoM.facebook :




"I am a Jew from Libya.
Although my family and I were forced to flee Libya for Rome after the 1967 war between Israel and its Arab neighbors, I still consider myself to be a proud Jew, a proud Libyan, and a proud Italian. I have been back four times since 1967, but have been forced to leave each time. Although much time has passed, I still feel the freshness of Tripoli's air and its special light: hot, but not blinding. I want to feel that light again -- but in a stable Libya, a country that affirms freedom, justice, and the rule of law, protects freedom of religion for all its people, and honors its Jewish heritage.
Libya's revolution represents a once-in-a-lifetime opportunity to bring back the Jewish community into my homeland's social fabric. As I discovered firsthand, however, when a mob prevented my efforts to rebuild Tripoli's synagogue by shouting anti-Semitic slogans, the hateful attitudes that Muammar al-Qaddafi was only too happy to encourage will not disappear overnight. In this post-Qaddafi era, I hope that Libya's new leaders will embrace needed change and that stories like mine will help make that happen.
The history of Libya's Jews stretches back to the third century B.C., through the 1492 Jewish expulsion from Spain, and up to the 20th century. My community saw Romans, Ottomans, and Italians come and go. For hundreds of years, we coexisted peacefully with Libyan Muslims, despite the tensions wrought by political upheaval. As recently as 1931, Libya's Jewish community of about 24,500 people represented 4 percent of the country's population. (By comparison, the U.S. Jewish community, the largest in the Diaspora today, is only 2 percent of the U.S. population.)
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The Arab World's Dwindling Jewish Diaspora
But the wars of the 20th century decimated our community. The trouble began in 1938, when a Nazi-inspired racial law against Jews led to heightened persecution, and hundreds of Libyan Jews were killed in riots during that period. By 1949, many Jews had been forced to leave after Libyans rioted again in reaction to the establishment of Israel. By 1969, with Qaddafi in power, only about 100 Jews remained. At that time, Qaddafi confiscated the assets and possessions of all Libyan Jews, including those who had left in 1967 and earlier, and declared that Jews could not return or renew their passports.
My family built a new life in Rome, but I never forgot where I came from nor abandoned my dream to return. In 2002, I was the first Jew to be given permission to return to visit my aunt, Rina Debach. Upon finally being allowed to leave in 2003, she joined our family in Rome, where she died 40 days later. She was the last Jew to leave Libya, and her departure marked the end of more than two millennia of continuous Jewish presence there. While not one Jew lives in Libya today, the original Diaspora population of 38,000 has grown to about 200,000 people who reside largely in Israel and Italy.
In the years since, I have made several trips to Libya as part of reconstruction and reconciliation efforts on behalf of the Libyan Jewish community, acting as a representative for the World Organization of Libyan Jews (WOLJ). In 2007, I was invited back by the Libyan government because of my support for normalized Libyan-U.S. relations. After volunteering at the Benghazi Psychiatric Hospital, I began trying to restore Tripoli's Dar Bishi Synagogue, which dates from the late 1920s but has deteriorated badly over time. The Qaddafi regime ultimately made my work impossible: I was abruptly detained, interrogated, and, without any reason or explanation, dispossessed of all my belongings and deported.
I met Qaddafi when he visited Rome in June 2009 and invited the Libyan Jewish community to meet with him on Shabbat, in a large tent he had erected in a city park. Scheduling the meeting for that day signaled to us that his goal was mostly focused on public relations. While most members of the community could not attend because it was the Sabbath, I was there in my traditional Libyan robe with a Jewish star at my neck.".




Questo articolo è la testimonianza di un italo-libico di religione ebraica, David Gerbi, che è stato costretto a scappare dalla Libia nel 1967, due anni prima che Qaddafi (Gheddafi) prendesse il potere. Di certo, già nel 1967 ci furono tutte le premesse di quello che accadde in seguito. Da persona che ama la storia, so che i vari avvenimenti non accadono all'improvviso. Di sicuro, la questione degli ebrei italiani di Libia fa parte di una questione ben più ampia, una questione italiana, che, spesso per "realpolitik", non fu mai pienamente riconosciuta. Di certo, agli occhi dei panarabisti (come Qaddafi), gli ebrei italiani erano visti come persone legate all'Italia, lo Stato che ebbe la Libia come colonia, e legate ad Israele, lo stato verso cui tanta parte del mondo arabo era (ed è) ostile. Tuttavia, la questione degli ebrei italiani di Libia deve essere inserita nel contesto degli italiani di Libia. Il nazionalismo arabo portò ad una distruzione di ciò che gli italiani lasciarono in Libia, comprese le cose buone. Prendiamo, ad esempio, la Sinagoga Slat Dar Bishj alla Hara. Essa oggi è stata trasformata in moschea, come la bellissima cattedrale del Sacro Cuore. La trasformazione in moschea di questi due edifici non deve essere vista (mi si scusi il bisticcio) solo ed esclusivamente dal punto di vista religioso ma anche da quello politico e culturale. In pratica, nel 1969, la Libia passò dall'essere uno Stato libero e laico ad uno stato arabo vero e proprio e totalitario. Quindi, chi veniva visto come una "minaccia" a questo progetto doveva essere espulso o eliminato. Purtroppo, la colpa di questa diaspora italo-libica fu anche dall'Italia. Quest'ultima, preferì lasciare prendere il potere a Qaddafi, per fare con lui lauti affari. Sacrificò il bene degli italiani di Libia, sull'altare degli affari. A causa di ciò, oggi tanta parte di quel patrimonio non c'è più. Termino, invitando a visitare il sito di Paolo Cason, http://www.paolocason.it/Libia/Pagine/Luoghi%20di%20Culto.html. Esso mostra il patrimonio che andò perduto e che rischia di non potere più essere recuperato, vista la confusione del dopo Qaddafi e la svolta islamista della Libia.



Cordiali saluti.

PARTITO DEMOCRATICO, ECCO CHE SCOPPIANO LE CONTRADDIZIONI!



Cari amici ed amiche.


Nel Partito Democratico è bufera!

Proprio così, finalmente sono esplose le contraddizioni al suo interno.

Ora che non c'è più l'"arcinemico", il presidente Berlusconi, il Partito Democratico si è rotto.

La questione della riforma del mercato che il governo Monti sta approntando del lavoro ha creato una frattura tra chi nel partito vuole un vero cambiamento che modernizzi i meccanismi di accesso al lavoro, come il senatore Pietro Ichino, e chi vuole mantenere lo status quo, schierandosi, con la CGIL, come l'onorevole Stefano Fassina.

Questo dimostra che il centrosinistra non è fondato su un progetto politico autentico ma sull'odio verso lo schieramento opposto e in particolare verso il presidente Berlusconi.

Ora che il presidente non c'è più, tutte le contraddizioni al suo interno sono emerse.

Tanta parte dei componenti del partito, come del suo elettorato (che ha minacciato di non votarlo, qualora accettasse la riforma), è rimasta fedele all'ideologia comunista, un'ideologia che è oggi è ancora legata all'articolo 18 così com'è ora e che ragiona con il "principio del ricco contro il povero e dell'operaio contro l'imprenditore".

Questa parte del PD è contrapposizione con quella più moderna e moderata, quella parte che ragiona come tutte le sinistre moderne ed occidentali.

Potremmo vederne delle belle.

Cordiali saluti.


giovedì 22 marzo 2012

TAQYYA, UN ATTEGGIAMENTO INQUIETANTE!

Cari amici ed amiche.

Guardate la foto qui sopra.
Essa mostra quel mostro che ha compiuto la strage di bambini nella scuola ebraica di Tolosa e che oggi si è ucciso.
Egli si chiamava Mohamed Merah ed era un nordafricano che viveva in Francia.
Di lui parlano vari articoli, tra cui quello del sito "Fanpage", che potrete leggere, seguendo il link
http://www.fanpage.it/mohammed-merah-chi-e-il-mostro-di-tolosa-video/.
La gente che lo conosceva diceva che lui era gentile, buono e non parlava di religione.
Ora, molti non sanno che nel fondamentalismo islamico vi è un atteggiamento chiama "taqyya", ossia "dissimulazione".
Questo atteggiamento mira ad ingannare gli altri.
Chi ricorre ad esso si presente buono, rispettoso verso gli altri e gentile.
In realtà, dietro a quella faccia d'angelo, c'è un Lucifero in agguato.
Sotto l'apparente normalità, i fondamentalisti islamici preparano stragi ed attentati.
Molti, cascano nella trappola e fanno amicizia con questi mostri.
Bisogna stare molto attenti.
Mi viene in mente un testo della Bibbia (dal libro del Siracide, capitolo 6, versetti 5-17) che recita:

"[5] Una bocca amabile moltiplica gli amici, un linguaggio gentile attira i saluti. [6] Siano in molti coloro che vivono in pace con te, ma i tuoi consiglieri uno su mille. [7] Se intendi farti un amico, mettilo alla prova; e non fidarti subito di lui. [8] C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura. [9] C'è anche l'amico che si cambia in nemico e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi. [10] C'è l'amico compagno a tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura. [11] Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso, e parlerà liberamente con i tuoi familiari. [12] Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e dalla tua presenza si nasconderà. [13] Tieniti lontano dai tuoi nemici, e dai tuoi amici guàrdati. [14] Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. [15] Per un amico fedele, non c'è prezzo, non c'è peso per il suo valore. [16] Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore. [17] Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico. ".

Al di là delle connotazioni religiose, la "taqyya" è pericolosa perché chi ricorre ad essa cela i suoi sentimenti e, magari, un vostro vicino di casa o un vostro amico può essere quello che non sembra.
In poche parole, potremmo avere i terroristi in casa nostra, senza che noi ce ne accorgiamo.
Cordiali saluti.

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Nemmeno gli stessi gay vogliono la legge Zan

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto del quotidiano " Libero ".