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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 31 marzo 2011

APPELLO AL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL PDL DI MANTOVA












Cari amici ed amiche.


Voglio fare un appello, in particolare, a voi del Popolo della Libertà della Provincia di Mantova.

Come tutti voi già sapete, domenica 15 maggio vi saranno le elezioni provinciali.

Noi del centrodestra abbiamo un un ottimo candidato presidente, l'onorevole Gianni Fava (Lega Nord) e la sinistra è in grave crisi.

Il fatto che, come candidato presidente, la sinistra abbia scelto un civico come Alessandro Pastacci (sindaco di Quistello) dimostra che essa è in frantumi e non è nemmeno in grado di esprimere un suo candidato.

Inoltre, i tutti questi anni, la sinistra non ha operato bene nella Provincia.

La Provincia di Mantova, infatti, soffre di un grave immobilismo.

Vi è una carenza a livello di infrastrutture e vi sono problemi ambientali.

La Provincia di Mantova merita di essere governata in un altro modo. Ad esempio, bisogna coinvolgere i giovani, puntando sulla tecnologia, anche per quello che riguarda quei lavori "pesanti", come l'agricoltura.

Bisogna fare sì che vi sia un'amministrazione più vicina ai cittadini.

Bisogna tutelare l'ambiente. Ad esempio, va salvaguardato il nostro fiume Mincio, di cui scrissi nell'articolo intitolato "Salvaguardiamo il Mincio", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/salvaguardiamo-il-mincio.html.

Questi sono solo alcuni temi.

Questa sfida si può vincere?

Sì! Questa sfida si può vincere!

Per vincere questa sfida, però, servono passione, organizzazione e coesione.

Il PdL mantovano deve correre unito e ben organizzato sul territorio.

Deve sapere captare tutto il malcontento dei cittadini e dare ad essi una risposta, una proposta realmente alternativa di governo del territorio e di tutte le sue risorse.

Per fare ciò, deve parlare con la gente.

Se parla con la gente, la gente lo seguirà.

Il PdL mantova stringersi intorno all'onorevole Fava e con lui dovrà lavorare. Non ci dovranno al suo interno essere figure che, pur di avere una propria visibilità, rischiano di mandare a monte tutto il progetto.

Queste figure vanno messe da parte.

La posta in gioco è elevata.

Il centrodestra ha fatto passi da gigante nella Provincia di Mantova. La "ciliegina sulla torta" è stata la vittoria di Nicola Sodano alle elezioni comunali del capoluogo. La Provincia di Mantova non è più un inespugnabile feudo della sinistra.

Ora, facciamo il "grande salto di qualità", vincendo alle elezioni provinciali.

Il PdL dovrà essere anche bene organizzato sul territorio.

Sinceramente, mi fa specie il fatto che in certe zone non abbia un'organizzazione.

Mi riferisco, ad esempio, a Roncoferraro.

Qui, ad oggi, vi è una vera e propria "diaspora" delle forze del PdL che rischiano di disperdersi in circoli e circoletti. Da un lato, la nascita di circoli "fiancheggiatori" può essere positiva, perché riempirebbe il vuoto lasciato dal PdL, ma dall'altra potrebbe essere una cosa negativa perché se dovessero nascere tanti circoli che si ispirano o che dicono di isprarsi al PdL, si rischia di avere una frammentazione e, magari, la nascita dei circoli che potrebbero non essere pienamente conformi ai principi del partito.

Di fatto, a Roncoferraro, non vi è un coordinamento comunale.

Chi dovrebbe rappresentare il partito nel Consiglio comunale, oggi dice di non rappresentarlo più e, a volte, vota con la sinistra, che governa il Comune.

Non vi è un circolo organizzato, cosa che, invece, c'è negli altri Comuni come quello di Villimpenta.

In pratica, un roncoferrarese che vuole iscriversi al PdL deve andare a Mantova.

Io penso che sia arrrivato il momento di esaminare la situazione del PdL mantovano Comune per Comune e di risolvere tutte le situazioni critiche, come quella di Roncoferraro.

Cito Scipione l'Africano.

Questo grande generale romano, il cui nome latino fu Publius Cornelius Scipio, ottenne (nel 202 BC) la decisiva vittoria su Annibale e Cartagine.

Sapete come fece?

Portò la guerra in Nord Africa, a Zama, e lì sconfisse i Cartaginesi.

Il centrodestra dovrà fare lo stesso, ossia cercare di vincere anche dove la sinistra è forte.

Tutti dovranno collaborare per fare vincere il centrodestra e ci, letteralmente, si dovrà "consumare le suole".

Solo così si potranno vincere queste elezioni.

Anche io sarò disponibile a collaborare.

Una vittoria del centrodestra in Provincia di Mantova avrebbe anche una risonanza a livello nazionale.

Cordiali saluti.







LIBIA, UNA CHIESA EROICA!













Cari amici ed amiche.


In Libia, Paese musulmano, vi sono anche comunità cristiane.

Vi è anche una Chiesa cattolica. Il suo sito è http://www.catholicinlibya.com/.

La Chiesa libica ha radici antiche. Pensiamo a quel Simone di Cirene, colui che portò la croce di Gesù Cristo.

Prima del colpo di Stato del 1969, la Chiesa cattolica libica era fiorente, anche per la presenza degli Italiani.

Nel 1970, gli Italiani vennero espulsi e molte chiese vennero chiuse.

La bella cattedrale di Tripoli, dedicata al Sacro Cuore, venne riconvertita in moschea.

Sempre a Tripoli, la chiesa della Madonna della Guardia è oggi una palestra di judo mentre quella di Santa Maria degli Angeli è aperta al culto della Chiesa anglicana.

Le uniche chiese cattoliche oggi aperte al culto sono la chiesa di San Francesco in Dahara (a Tripoli) e quella dell'Immacolata Concezione (a Bengasi).

Oggi, la Chiesa cattolica libica è di circa 40.000 persone (per lo più non libiche) e, pur avendo la possibilità di professare la propria fede, ha delle limitazioni.

Eppure è vitale ed anche molti libici si sono interessate ad essa e qualcuno di loro si è convertito.

Nonostante tutto, la Chiesa cattolica libica resiste e tuttora resiste anche di fronte a quello che sta succedendo.

Il vescovo di Tripoli, Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Martinelli, ha detto di non volere lasciare il Paese e che lo avrebbe lasciato solo se lo avessero cacciato.

Ora, noi dobbiamo essere vicini a cattolici in Libia.

Mentre loro si trovano in quella situazione che è nota a tutti ma sono forti, qui da noi c'è chi vorrebbe una Chiesa più "moderna" e legata a certe esigenze oppure c'è chi cerca di zittirla, perché tocca certi temi.

Leggete i commenti fatti sull'articolo intitolato "Ateismo, perché cresce in Europa?", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/ateismo-perche-cresce-in-europa.html.

Mentre in Libia, per trovare delle chiese aperte al culto, si deve andare a Tripoli o a Bengasi, qui da noi, che abbiamo chiese anche in piccoli borghi, c'è chi vorrebbe zittire la Chiesa.

Cordiali saluti.



ECCO IL CLIMA IN CUI VIVIAMO!




Cari amici ed amiche.


Guardate questo video che ho visto ieri su LA 7 e che oggi ho scaricato da Youtube.

Ieri l Ministro della Difesa, onorevole Ignazio La Russa, è stato attaccato ed insultato da una folla di beceri manifestanti all'ingresso del Palazzo di Monte Citorio, sede della Camera dei Deputati, mentre stava scendo da esso, dopo una giornata molto pesante in quel ramo del Parlamento, in cui vi è stata una vera e propria bagarre.

Trovo vergognoso tutto questo.

Come uomo di destra (afferente al Popolo della Libertà) e come italiano io sono solidale con il presidente Berlusconi, con il ministro La Russa, con tutto il Governo e con tutto il centrodestra.

Trovo vergognosa una simile cosa.

E poi, coloro che stanno all'opposizione hanno il coraggio di dire che c'è un regime!

Si vergognino anche loro!

Loro sanno solo urlare come delle aquile ma non propongono nulla di intelligente.

Loro avvelenano il clima, instillando odio tra le persone.

Sulla bagarre che vi è stata nell'aula di Monte Citorio, bagarre tra il ministro La Russa, il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e l'onorevole Dario Franceschini, mi rifaccio a quanto detto dall'onorevole Massimo Corsaro (PdL) che ha affermato che una barzelletta inizia e finisce. Ieri è finita la barzelletta sulla neutralità del presidente della Camera.

Infatti, Fini è uscito dalla maggioranza ed è passato all'opposizione, fondando un suo partito.

Non si limita a ciò ma arriva anche ad assumere atteggiamenti ostili verso il Governo e la maggioranza.

Ora, nessuno vuole un presidente della Camera dei Deputati asservito alla maggioranza.

Però, il presidente della Camera deve garantire l'imparzialità, cosa che Fini non sta facendo.

Il fatto che quelli dell'opposizione arrivino sistematicamente all'insulto verso gli esponenti del Governo e la maggioranza dimostra ciò e che Fini non non censuri certe esternazioni, dimostra ciò.

Se io fossi il presidente della Camera e se ci fosse una persona come il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che spesso usa toni sguaiati, io non esiterei a buttarlo fuori dall'aula.

Lo stesso discorso varrebbe se ad usare gli stessi toni fosse un deputato della maggioranza.

Il presidente della Camera deve essere super partes.

Invece, Fini lascia correre certi comportamenti dell'opposizione e questo dimostra che non garantisce più l'imparzialità ma che si comporta da capo di un partito di opposizione.

A mio avviso, dovrebbe dimettersi!

Non credo di essere il solo a pensarla così.

E poi, chissà perché ogni volta che si vuole fare una riforma della giustizia, devono sempre esserci certi episodi di disordine?

E' ora di finirla!

La giustizia va riformata perché non è ammissibile che vi siano guasti come, ad esempio, i processi lunghi!

L'attuale situazione non è da Paese civile.

Cordiali sauti.


mercoledì 30 marzo 2011

GUELFI, GHIBELLINI E...PARTIGIANI















Cari amici ed amiche.


Ho scritto l'articolo sul derby (il cui titolo è "Derby Milan-Inter, che vinca il migliore!", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/derby-milan-inter-che-vinca-il-migliore.html) anche per fare capire un'altra cosa.

L'Italia è un grande Paese ma spesso vi sono delle divisioni così forti che vengono percepite quasi come fossero un "fatto etnico".

Proprio il derby Milan-Inter è un esempio di ciò.

Non si può nascondere il fatto che, dietro ad una partita di calcio, vi siano anche altre implicazioni.

Ad esempio, è noto il fatto che il presidente del Milan sia anche il capo del Governo, il presidente Silvio Berlusconi.

Quindi, una possibile sconfitta o una possibile vittoria del Milan può non venire percepita come un semplice risultato sportivo.

Ad esempio, provate ad immaginare cosa succederebbe se il Milan dovesse perdere.

Tutti i fautori dell'antiberlusconismo si metterebbero a fare delle manifestazioni di giubilo, "canterebbero vittoria contro il tiranno" e, magari, gli antiberlusconiani milanisti incomincerebbero a fare battute e ad urlare slogan come "Silvio metti più soldi nel Milan e meno nel Bunga Bunga" o come "Silvio dimettiti" e quant'altro.

Purtroppo è così!

Io spero che il derby sia una bella partita e che non ci siano incidenti.

Purtroppo, spesso e volentieri, nel calcio entrano anche componenti che di sportivo non hanno nulla.

Per la verità, questa non è una caratteristica solo italiana.

Pensiamo alla Scozia con le due squadre di calcio di Glasgow, i Glasgow Rangers e il Celtc Glasgow.

Lì, le partite hanno anche implicazioni politiche e religiose.

Infatti, quella dei Glasgow Rangers è la squadra protestante mentre quella del Celtic è cattolica.

Purtroppo, in quel caso certe tensioni sono ancora forti.

Pensiamo al Neil Lennon, ex-centrocampista nordirlandese del Celtic ed oggi allenatore della stessa squadra, che fu costretto a lasciare il ruolo di capitano della Nazionale di Irlanda del Nord perché minacciato, in quanto cattolico.

Se lì la situazione è così, qui in Italia non è da meno.

Del resto, il nostro fu il Paese dei Ghibellini e dei Guelfi ed oggi è il Paese dei mille campanilismi e partigianerie.

Spesso queste situazioni si manifestavano (e tuttora si manifestano) con violenza, spesso a parole e a volte con i fatti.

Molto spesso chi ha un'idea contraria ad una una certa corrente di pensiero, viene visto come un nemico di abbattere e da distruggere, con una dialettica dura o, addirittura, con atti di violenza fisica.

Io posso portare come esempio una mia vicenda personale.

In un mio precedente articolo, avevo scritto della necessità della presenza del Popolo della Libertà a Roncoferraro (http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/roncoferraro-mantova-serve-il-popolo.html) e avevo parlato di quello che successe nel 2009, quando con la lista di centrodestra "Libertà di cambiare, diritto di crescere" predemmo le elezioni amministrative ed i criticai la gestione della campagna elettorale ed analizzai la sconfitta, qualcuno all'interno della lista mi criticò, mi accusò di avere tradito il centrodestra e mi fece un articolo contro.

In altre parole, fecero di me un nemico da abbattere perché mi misi contro la loro corrente di pensiero.

Oggi, quelle stesse persone dicono (anche pubblicamente) di non rappresentare più il Popolo della Libertà.

Sta a voi giudicare.

Del resto, io sono sempre stato di una posizione molto ortodossa rispetto al Popolo della Libertà.

Questo è il Paese delle partigianerie.

Oggi, il Governo vuole fare una riforma della giustizia, una riforma giusta, visti i guasti, come i processi troppo lunghi.

L'opposizione parla di "riforma ad personam" fatta a favore del presidente Berlusconi ed insulta, senza però, fare una sua proposta seria.

Questo è davvero il Paese delle partigianerie.

Un esempio che possa dimostrare ciò fu quello che fece il presidente della Repubblica Sandro Pertini (nella foto 1896-1990), quando ci fu la morte di re Umberto II, nel 1983.

Esiliato, il re moribondo chiese al presidente della Repubblica di potere tornare in Italia, per potere morire in essa.

Scrisse la lettera alla cui intestazione non scrisse "Egregio signor presidente" ma "Egregio signor Pertini".

Per questo "cavillo", Pertini negò al re la possibilità di morire in Italia.

A mio modo di vedere, in quell'occasione, Pertini non si comportò da presidente ma da partigiano e sbagliò.

Pertini avrà fatto tante cose buone ma in quel frangente sbagliò.

Se fossi stato in lui, non avrei negato all'ex re di morire in Italia.

Avrei fatto finta che egli non fosse l'avversario che fu sconfitto ma un vecchio moribondo che chiese di morire in quello che, in fondo, fu la sua terra natale. Se non per convinzione, avrei fatto ciò per "pietas".

Fu gettata al vento un'occasione di riconciliare gli italiani.

Questo episodio è (e deve essere) una vergognosa macchia nella nostra storia!

Io mi auguro che queste partigianerie siano superate.

Cordiali saluti.


ATEISMO, PERCHE' CRESCE IN EUROPA?











Cari amici ed amiche.


Vi invito a leggere questo articolo scritto sul sito dell'Associazione Anti UAAR.


Cosa sta succedendo all'Europa, terra che fu del Sacro Romano Impero, l'"imperium populi christiani"?

Infatti, in Europa l'ateismo sta aumentando, mentre nel resto del mondo è in calo.

Osservate la cartina qui sopra.

In alcuni Paesi, la scristianizzazione supera il 20%.

Addirittura, in certi Paesi, come la Repubblica Ceca o la Svezia, la scristianizzazione supera la metà della popolazione.

Vi sono città, come Berlino, in cui la pratica religiosa è in calo ed i "senza Chiesa" superano i protestanti ed i cattolici messi insieme.

Perché questo?

Provo ad analizzare il problema.

Forse, certe dottrine, come quella marxista, furono sconfitte come sistemi politici ma fecero presa come idee.

In altre parole, forse, certe idee antireligiose fecero presa perché esse riuscirono a presentare le religioni come causa di ogni guerra e come strumento di sfruttamento dei più deboli.

Questo, ad esempio, fu il pensiero di Karl Marx.

Leggete questo articolo, seguendo il link http://digilander.libero.it/falcemar/Chiesa/ateomarx.htm.

Il marxismo presentò la religione come lo strumento del ricco che opprime il povero e come la causa della guerra.

Da qui, il marxismo riuscì a trasformare l'anticlericalismo di stampo illuminista e positivista in ateismo.

Ancora oggi, questo processo c'è ed è un peccato.

Infatti, l'Europa, terra che ospita Roma, la città in cui operò San Pietro, capo visibile della Chiesa di Cristo, terra di Santi e di martiri, terra su cui Maria comparve (come a Lourdes e Fatima) e ove compare ancora (come Medugorje) si sta allontanando sempre più da Cristo.

La religione viene vissuta sempre più come un fatto un fatto privato.

Si tolgono i simboli religiosi dai muri, in nome della laicità.

Si scardina il valore della famiglia, proponendo matrimoni gay o adozioni per i singles.

Si scardina il valore della vita, in nome di un progresso scientifico che spesso va contro ogni etica.

Chi mostra la propria fede viene visto come fondamentalista o viene irriso, come nel mio caso ben noto, in cui mandai una cartolina ad un mio amico dal Santuario San Gabriele dell'Addolorata (http://www.sangabriele.org) e lui e la sua famiglia irrisero questo gesto.

Infatti, oggi ho un po' di paura di mandare le cartoline da San Gabriele o da Grazie, ove vi è il Santuario Mariano.

Mentre le chiese si svuotano, da una parte, nascono sette di vario tipo (tra cui quelle esoteriche e sataniche) e, dall'altra, sorgono moschee e vi sono sempre di più italiani, tedeschi, francesi ed inglesi con cognomi italiani, tedeschi, francesi ed inglesi e nomi come Mohammed, Karim, Fulya o Fatima.

Questo deve farci riflettere.

C'è una domanda di sacro che però è sempre più captata dalle sette o dall'Islam.

Parlando di cristiano cattolico, io dico che noi dobbiamo riflettere e cercare di proporci e portare avanti le nostre ragioni.

Lo deve fare il clero come lo dobbiamo fare noi laici.

Cito un commento scritto dall'amica Francesca Padovese sull'articolo intitolato "Commento alle letture della III domenica di Quaresima", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/commento-alle-letture-della-iii.html.

Sta a noi essere portatori di quell'acqua viva che ci diede Gesù!

Fa specie vedere un'Europa sempre più atea ed un resto del mondo in cu l'ateismo è in declino.

Anzi, in Paesi come la Libia e la Turchia, vi sono anche casi di conversioni al Cristianesimo, perfino dall'Islam.

Se la Chiesa è ben viva ove è perseguitata perché non può esserlo anche qui da noi?

E' una domanda che spero abbia risposta.

Cordiali saluti.












LIBIA, SERVE COERENZA!






Cari amici ed amiche.


Leggendo un articolo molto interessante che è stato scritto dall'onorevole Marco Zacchera su "Italia chiama Italia", faccio questa rifilessione.

L'articolo può essere letto, seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/25456/2011-03-26.html.

L'articolo parla del caos in Libia.

In tutto quel marasma che si è creato, sono emerse alcune cose.

La prima è l'incoerenza di chi ha voluto l'attacco, Francia in primis.

Infatti, la Francia ha attaccato la Libia. Ora, una guerra di simile portata produce morti e (soprattutto) produce forti migrazioni di profughi e di immigrati clandestini.

L'Italia, anche per la sua posizione geografica, è esposta a ciò.

Qui c'è il problema.

Mentre l'Italia è alle prese con la tristissima situazione di Lampedusa, la Francia respinge gli immigrati che dall'isola siciliana sono arrivati a Ventimiglia e vogliono varcare il confine per accedere al suo francese.

Questa mi sembra una manifestazione di pura incoerenza.

Non si può fare una guerra, sapendo di rischiare di causare un'ondata migratoria senza precedenti e di esporre altri Paesi ad essa.

A casa mia, questa si chiama mancanza di senso della responsabilità!

La Francia, rifiuta quegli immigrati che si sono mossi dalla Libia, lo Stato che è stato da essa attaccato.

In pratica, ha lasciato questa "patata bollente" a noi italiani.

Ora, questa situazione potrebbe creare forti tensioni sociali qui in Italia.

Il Governo si è attivato, facendo un accordo con il Governo tunisino, per fermare il flusso proveniente dalla Tunisia.

Più problematica è la situazione in Libia, un Paese che rischia di essere diviso in una Cirenaica in mano agli insorti (e con il rischio dell'avanzare del fondamentalismo islamico) ed in una Tripolitania in mano ad un Gheddafi ancora più feroce.

Io penso che, di fronte a questa situazione, serva molta coerenza.

Inoltre, anche le istituzioni dell'Unione Europea dovranno muoversi.

Cordiali saluti.

martedì 29 marzo 2011

ITALIANI D'AMERICA, UN PATRIMONIO!


Cari amici ed amiche.














Prima di parlare dell'argomento, vi segnalo un evento culturale della Fondazione Italia-USA. Infatti, giovedì 14 aprile, alle ore 17, la Fondazione Italia-USA(http://www.italiausa.org/) organizzerà a Roma (presso la Camera dei Deputati, nella sala conferenze di Palazzo Marini, in via Pozzetto 58) un dibattito che tratta l'uso del cellule staminali e che è incentrato sul confronto tra Italia ed USA su questo tema. Vi saranno il presidente della fondazione, onorevole Rocco Girlanda, il senatore Ignazio Marino, Commissione Sanità del Senato, il Ministro della Salute Ferruccio Fazio, il dottor Renato Calabria, Palstic Surgeon MD, Beverly Hills, California, ed altri. La partecipazione deve essere conformata tramite e-mail, scrivendo all'indirizzo info@italiausa.org. Proprio dello storico rapporto tra il nostro Paese e gli USA, parlerò in questo articolo. Questo rapporto è molto profondo perché tanti americani ed americane hanno radici nel nostro Paese. Tra l'altro, questa storia riguarda anche la famiglia, poiché tra i tanti italo-americani vi sono dei miei parenti, figli di alcuni cugini di mia madre che tanti anni or sono emigrarono da Galati Mamertino, in Provincia di Messina, e si trasferirono negli USA. L'emigrazione italiana verso gli USA incominciò nel XIX, e coloro che emigrarono negli USA furono, per lo più, garibaldini e socialisti. Essa fu circoscritta a poche unità. Poi, ci fu un'emigrazione più massiccia ed ebbe i suoi picchi agli inizi del XX secolo. Molto forte fu l'emigrazione dalla Sicilia. Ad emigrare furono padri di famiglia in cerca di migliori fortune che nella terra d'origine non ebbero. Tra il 1900 ed il 1920 circa 4.000.000 di persone sbarcarono ad Ellis Island a New York. Tra il 1921 ed il 1924, il Governo USA promulgò delle leggi che arginassero l'immigrazione italiana, "Emergency Quota Acts", dando priorità a quella dal Nord Europa. Gli italiani furono così discriminati. Essi reagirono in modi diversi. Alcuni di loro mantennero la lingua e gli usi del Paese d'origine, come anche la religione, prevalentemente cattolica. Altri, adottarono la lingua inglese ed alcuni usi anglosassoni ma conservarono la religione cattolica ed altri usi. Altri ancora, invece, adottarono tutti gli usi anglosassoni, compresa la religione protestante o anglicana. Addirittura, alcuni di questi ultimi cambiarono i propri cognomi, riadattandoli alla lingua inglese. Durante la II Guerra Mondiale, gli italiani negli USA vennero internati e tutti i giornali in lingua italiana furono chiusi. Intanto, in Italia, molti italiani si arruolarono nell'esercito americano per avere poi la cittadinanza americana. A metà degli anni '60, l'emigrazione dall'Italia agli USA riprese, per poi ridursi a partire dagli anni '80. Oggi, l'emigrazione italiana è ridotta a poche unità ed è circoscritta a giovani ricercatori (come gli ingegneri nucleari) che cercano maggiori fortune. La comunità italo-americana è oggi di circa 18.000.000. Accanto all'inglese, gli italo-americani parlano l'italiano ed il dialetto. Le religioni prevalenti nelle comunità italo-americane sono quella cattolica e quella protestante. Vi sono anche degli ebrei. In realtà, la cultura italiana permeò profondamente il panorama culturale americano. Pensiamo al cibo. Oggi, esiste una cucina italo-americana. Per esempio, è noto che negli USA non si possa importare la carne, ad eccezione di alcuni prodotti, come il Prosciutto di Parma, quello di San Daniele, i prodotti in lattina, lo speck o la mortadella . Ebbene, gli italo-americani si adattarono a fare i cibi italiani con prodotti USA, producendo un qualcosa di unico. In qualche caso, si inventarono vari escamotages per portare il prodotto carneo italiano negli USA , come la soppressa dentro il caciocavallo. Oggi, questo prodotto è rinomato. Ben presto, la cucina italo-americana si diffuse anche nei ristoranti più famosi. Inoltre, anche nel cinema, gli italo-americani diedero il loro contributo. Pensiamo al cinema, in cui vi erano e vi sono vari registi attori come Rodolfo Valentino, Ben Gazzara, Danny Aiello, Frank Capra, Ray Romano, Danny De Vito, Vincent Spano, Leonardo Di Caprio, Nicholas Cage, Dino De Laurentiis, Brian De Palme, Susan Sarandon, Al Pacino, Robert De Niro, Patti LuPone, Mary Elizabeth Mastrantonio, Dan Castellaneta ed altri. Pensiamo ai numerosi personaggi dello sport, come l'ex-calciatore ed ex-Commissario Tecnico della Nazionale di calcio USA Bruce Arena o l'ex-lottatore del Wrestling Hulk Hogan. Pensiamo anche ai musicisti, come la rockstar Jon Bon Jovi (all'anagrafe John Bongiovanni) o all'ex-chitarrista dei Red Hot Chili Peppers Tony Frusciante oppure a quello dei Creeds Mark Tremonti. Pensiamo anche ad alcuni poeti, come John Ciardi, ad alcuni artisti, come il pittore Costantino Brumidi, o ad alcuni politici, come il Governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, l'ex-ambasciatore USA in Italia Ronald Spogli oppure il Segretario della Sicurezza interna Janet Napolitano. Gli italo-americani fecero molto nella storia americana, come anche in quella italiana. Essi portarono la nostra cultura nel mondo. Dedico agli italo-americani una mia poesia:



Ellis Island

Comu da li campi lu viddanu...

di la cità vinni lu povuru...

da lu mari...su unu lignu...

al di Novu Mondu la porta, Ellis Island,

cusì 'n Novum Eboracum...induve staci di la Libertati la dama...

et fù cusì l'anticu talianu...

pè nova la vita avè...comu di li so' figghi...

et cusì fù 'n travagghiu...iddu novu miricanu!



Cordiali saluti.

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Destre unite per cambiare l'Europa, il progetto riuscirà?

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.