Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 23 maggio 2010

UN DISCORSO IN DIFESA DI RICCARDO DI GIUSEPPE E MIA

Cari amici ed amiche.

Ieri, il blogger Riccardo Di Giuseppe (http://riccardodigiuseppe.blogspot.com/) mi ha informato che su Facebook qualcuno l'ha attaccato e ha definito "fake" (falso) il suo profilo.
Mi ha anche riferito che con eguale termine ha definito anche i profili altre persone , tra cui quelli di Morris Sonnino, Sveva Orlandini ed il mio.
Non conosco bene Riccardo Di Giuseppe e gli altri (quindi mi sembra eccessivo definirli "amici" nel senso letterale del termine) ma da quello che scrivono mi sembrano tutte persone perbene.
Quindi, hanno tutti la mia solidarietà.
Come pure il sottoscritto, essi sono stati definiti "infiltrati dell'estrema destra" e "falsi amici di Israele".
Per quello che so di Riccardo Di Giuseppe, posso dire che di certo non è di estrema destra.
Inoltre, trovo strano che un "fake" dia il suo numero di telefono e la sua e-mail, cosa che fa Di Giuseppe.
Se Di Giuseppe è un "fake", io sono il re d'Inghilterra. Se lo dovessi incontrare gli darei una stretta di mano. Di Giuseppe ha passione politica.
Per quanto riguarda il sottoscritto, io rispedisco al mittente questa accusa.
Tra l'altro, la persona che l'ha lanciata non mi conosce nemmeno né sui social-network e, tanto meno, nella vita reale.
Tra l'altro, questa persona offende anche coloro che, per esempio, hanno fatto diventare il sottoscritto amministratore delle proprie pagine su Facebook.
Esempi sono Antonio Gomes, un giovane politico barese, e l'Erboristeria l'Iris, già citata nel post "LA STORIA DI SIMONA, UNA GIOVANE VOLENTEROSA".
In altre parole, queste persone vengono fatte passare per sprovvedute, visto che, secondo il pensiero contorto di quel "signore", io sono un "fake".
Chi dice queste cose, non sa nulla di me.
Primo, io non sono un nazi-fascista. Io sono un cattolico praticante, conservatore moderato (su certi temi), riformista (su altri) e federalista. Sono filo-americano e filo-israeliano. Sono anche molto interessato su ciò che riguarda gli italiani all'estero. La mia prima attività "pubblica" riguardava proprio una comunità italiana residente a Tacuarembò, Uruguay.
Ho sempre detto ciò, publicamente e non solo.
Secondo, voglio fare notare che io mi iscrissi a Fb soprattutto per rendere più visibile la mia attività politica, specie nella realtà in cui vivo.
E' chiaro anche ad un bambino che se fossi un "fake" non potrei fare quanto detto e non avrebbe avuto senso la mia iscrizione al social-network.
Inoltre, trovo pavido e scorretto il tentativo di screditare delle persone su internet.
E' una cosa che già conosco, per esperienze personali del passato, anche recente. E' una cosa brutta!
Dopo questa ed altre cose che, per ragioni di tempo, non sto qui a raccontare, in me la tentazione di lasciare Fb è forte.
Detto questo porgo i miei cordiali saluti.

SOCIAL NETWORK E VALORI


Cari amici ed amiche.


In questo articolo commentai le parole dell'arcivescovo cattolico dell'Arcidiocesi di Westminster Vincent Nichols che definì i social network (Facebook in primis) disumanizzanti.
Sotto un certo punto di vista, l'arcivescovo Nichols ha ragione.
E' vero che i social network sono utili perché permettono scambi di idee da un capo all'altro della terra, senza spostarsi.
Io stesso, ho un profilo su Facebook, uno sul sito dell'Associazione dei Giovani Italiani nel mondo-Argentina ed uno sulla Community di Libero.
Ho molti scambi di idee e devo dire che sono proficui e che le persone con cui mi confronto sono di buon livello.
Però, l'amicizia, nel senso più vero e genuino del termine, è tutta un'altra cosa.
L'amicizia, che in greco viene chiamata philia (termine usato anche nell'enciclica "Deus Caritas Est" di Sua Santità Benedetto XVI) è prima di tutto un valore.
Nell'amicizia vi è una vera e propria comunione,in greco koinonia.
Nell'amicizia vi è condivisione di valori, di gioie e di sofferenze reali.
Questa è la vera amicizia.
Ora, i social network offrono la possibilità di dialogare ma non quella di condividere le cose suddette.
Infatti, l'amicizia vera si basa su esperienze reali.
Sorge quindi spontanea una domanda.
Le persone con cui si dialoga nei social network possono essere chiamate "amici"?
Io preferisco considerarle "potenziali amici".
Esse possono diventare amici (il che non mi dispiacerebbe) però va sempre tenuto presente che il valore intrinseco dell'amicizia dipende dalle esperienze reali.
Dobbiamo tutti riflettere.
In particolare, siamo noi giovani a dovere riflettere.
Infatti, oggi c'è una crisi di valori e l'amicizia non è immune da ciò.
Oggi, molti giovani si trincerano dietro il social-network perché propone "un rapporto umano senza sacrifici".
Questa, però, è pura illusione.
Fare veramente amicizia significa a volte anche "sporcarsi le mani".
Dio stesso si fece uomo in Gesù Cristo Suo unico Figlio. Non stette nel Suo mondo impassibile ma si mise in mezzo agli uomini.
Quindi lui stesso sperimentò in prima persona anche il vero valore dell'amicizia e perfino la drammatica esperienza del tradimento di essa.
E se Lui che è Dio ha fatto ciò perché non possiamo farlo noi?
Il social network può essere un mezzo per incominciare un'amicizia ma per viverla è meglio che vi siano espereienze concrete.
Cordiali saluti.

L'AVVELENAMENTO DELLO ZAR IVAN IV




Cari amici ed amiche.
Al nome di un sovrano vennero spesso attribuiti aggettivi.
Ad esempio, a Papa Leone I venne attribuito l'aggettivo "Magno", come anche a Carlo, imperatore del Sacro Romano Impero.
A un sovrano però venne attribuito l'aggettivo "terribile".
Dapprima, questo aggettivo fu attribuito a Ivan III (1440-1505) di cui un ambasciatore austriaco disse che "aveva uno sguardo così penentrante da fare svenire le donne".
Questo aggettivo gli fu strappato (a pieno titolo) dal nipote, lo zar Ivan IV (1530-1584).
Durante i suoi quasi cinquantaquattro anni di vita, Ivan IV acquistò questa fama di ferocia e crudeltà.
E fu una fama meritata.
Rimasto orfano di padre nel 1533, nei primi anni del suo regno (che iniziò nel 1547) Ivan dimostrò grande intelligenza politica.
Con lui, Mosca divenne la "Terza Roma" ed egli assunse il titolo di Zar, Cesare in russo.
Egli fu discendente diretto della nipote di Costantino XI Paleologo, ultimo imperatore bizantino.
Con un editto intimò ai nobili di portare a Mosca le loro figlie da marito, perché potesse scegliersi la futura moglie.
La sua scelta cadde su Anastasia, figlia del nobile Nikita Romanovic Zacharyn-Juriev.
Da pochi anni Ivan iniziò a manifestare degli sbalzi d'umore che con Anastasia riusciva a controllare.
La sua cruideltà iniziò a manfestarsi veementemente.
Nel 1547, alcuni rappresentanti di un villaggio della Moscovia si lamentarono presso di lui del governatore.
Egli ordinò alle sue guardie di cospargere gli uomini di acquavite e di bruciarne la barbe.
Mentre i soldati stavano eseguendo gli ordini del monarca, i servi vennero ad avvisarli che Mosca era in fiamme.
La capitale fu semidistrutta e morirono 1700 persone.
Lo zar credette che l'incendio fosse stato una punizione divina e lui (che era religiosissimo, tanto da segnarsi ad ogni boccone di cibo che mangiava) si pentì pubblicamente.
Intanto, con lui i Russi conquistarono il Kahnato di Kazan (1552). Inoltre, la sua fu una politica di apertura verso l'Occidente. Favorì i commerci con Paesi come l'Inghilterra.
Nel 1553, lo zar fu colpito da una grave febbre e nominò il figlio Demetrio quale erede.
I nobili non giurarono fedeltà all'erede.
Ivan poi guarì e decise di andare in pellegrinaggio ma mentre era in viaggio dovette tornare a Mosca.
Il figlio Demetrio morì annegato nel fiume Sesna.
Nel 1556, la città di Kazan si ribellò.
Le follia di Ivan si fece strada e la dimostrazione fu durante l'assedio della città ribelle.
Qui Ivan fece chiudere tutte le chiese ed i conventi (perché non potessero dare asilo alla gente) e fece fare un massacro in piena regola.
Sazio di orrore, Ivan dette ai superstiti il suo perdono e chiese loro di pregare per lui.
Per celebrare la vittoria di Kazan, Ivan fece edificare la più importante chiesa di Mosca, la cattedrale di San Basilio.
Fece fare una chiesa con nove cupole (una al centro e otto nei lati) che doveva ricordare Gerusalemme.
Alla fine accecare gli architetti perché non potessero costruire un edificio (da lui ritenuto) più bello.
La sua follia si aggravò nel 1560, con la morte di Anastasia, pare assassinata dai boiardi.
Qui scelse di creare l'Opricnina, una sorta di polizia segreta.
Il suo quartier generale fu Aleksandrovsk, ove Ivan fece costruire una sorta di "monastero" in cui stette anch'egli
Questa polizia seminò il terrore e, secondo certe stime, 10000 uomini caddero a causa sua.
Vittime principali dell'Opricnina furono i boiardi, classe feudale odiata dallo zar.
Inoltre, causò anche una grave carestia, a causa delle razzie.
Nel 1581 ci fu la tragedia. Ivan picchiò sua nuora (rea di essersi vestita in modo appariscente) con una violenza così furibonda e ne causò l'aborto. In seguito litigò con il figlio (anch'egli chiamato Ivan) e lo colpì con il suo bastone, la cui punta fu acuminata e di ferro. Il colpo fu mortale.
Si raccontò in seguito che quel fatto in poi, lo zar andasse in giro per il Cremlino pronunciando il nome di suo figlio. Si fece anche una lista delle persone contro cui vendicarsi.
Fu una lista fatta quasi con scrupolo religioso.
Nel 1584 capì che la sua vita era al termine.
Oramai malato chiamò suo figlio Fedor e lo proclamò suo erede.
Morì il 18 marzo 1584 mentre giocava a scacchi.
Sulla sua follia si disse (e si dice ancora oggi) molto.
Secondo certe teorie, pare che essa sia figlia delle violenze che subì da piccolo per mano dei boiardi.
E' una teoria veritieria, visto anche il suo odio verso di loro.
Inoltre, a contribuire a ciò ci fu anche la morte dell'amata Anastasia che lo rese selvaggio e crudele.
C'è però un'altra teoria. Secondo un'analisi fatta negli anni Sessanta, nelle sue ossa fu trovata una grossa quantità di MERCURIO.
Egli fu malato e soffrì sia di sifilide che di reumatismi.
Pare che, tra i vari medicinali, i suoi archiatri gli avessero somministrato dosi massicce di prodotti contenenti mercurio.
Questo potrebbe spiegare l'aggravarsi delle sue turbe psichiche e forse anche la morte.
Il caso di Ivan IV "Il Terribile" può essere la dimostrazione di tutte le contraddizioni della società di allora, una società in cui vi furono violenza a religiosità ed in cui spesso fu la superstizione a dettare la scienza.
Cordiali saluti.

sabato 22 maggio 2010

COMPLIMENTI ALL'INTER


Cari amici ed amiche.
Da milanista, faccio sportivamente i miei complimenti all'Inter.
Ha vinto meritatamente il Campionato, la Coppa Italia ed ora anche la Champions League.
Chi vince ha ragione e questo va riconosciuto.
Certo, da milanista non sono contentissimo ma devo riconoscere che ha meritato di vincere.
Agli interisti vorrei fare un appello.
Quando noi vincemmo la Champions League, la nostra società si scusò per lo striscione non bello contro i nerazzurri che fu esposto contro i nerazzurri.
Io mi auguro che non ci sia rancore.
Io sostengo la mia squadra ma non odio gli altri, cosa di cui sono accusato.
Tra l'altro, quando il Milan vinse la Coppa Intercontinentale nel 2007, gli interisti ci fecero gli onori di casa, prima del derby.
Questo va riconosciuto.
Io sono sicuro che ci sarà la stessa spotività da parte del Milan, sportività che ha sempre contraddistinto noi rossoneri, a cominciare dalla società.
In segno di sportività, stringo idealmente la mano agli interisti.
Cordiali saluti.

venerdì 21 maggio 2010

PARTITO REPUBBLICANO USA, E' ORA DELLA RISCOSSA


Cari amici ed amiche.
Prima di cominciare, faccio i miei complimenti a Francesca Padovese, autrice del post e del succitato blog.
Non la conosco bene ma,confrontandomi con lei, devo fare una constatazione. Devo dire che sa esprimere bene i concetti e ha arguzia ed intelligenza.
Inoltre, ha passione politica e la sa trasmettere agli altri.
Il Popolo della Libertà della sua zona farebbe a valorizzarla. Tra l'altro è anche impegnata nel sociale, con l'AVIS. Quindi fa anche una cosa nobile e darebbe un'immagine pulita alla politica.
Mi permetto una "battuta con un fondo di verità". Se, l'anno scorso, il PdL del mio Comune (Roncoferraro, Mantova) avesse avuto almeno un militante forte come Francesca, forse il centro sinistra del sindaco Candido Roveda sarebbe finito all'opposizione.
Detto, questo voglio parlare del Partito Repubblicano americano. Certamente, esso avrà risentito della sconfitta alle elezioni presidenziali del 2008 ma credo che ora sia arrivato il momento del riscatto.
A mio modo di vedere, il presidente USA Barack Hussein Obama (democratico) non sta operando benissimo.
Oltre al tema bene illustrato dall'articolo sul blog di Francesca, vi è anche la questione della riforma sanitaria.
Una riforma di questo tipo, da una parte, è vero darà copertura a tutti ma avrà dei costi sullo Stato.
Di conseguenza, chi governa sarà costretto ad aumentare le tasse.
In un momento di crisi come questo potrebbe essere deleterio sui cittadini USA.
Oltre, a questo, oggi vi è una crisi di valori.
Serve quindi una forza politica che sappia MANTENERE SALDI questi valori che sono insiti anche nel popolo americano.
Il Partito Repubblicano ha in sé questi valori più profondi del popolo americano.
Lo testimonia anche il buonissimo rapporto che ci fu tra l'amministrazione di George Walter Bush e la Santa Sede.
Il Partito Repubblicano USA ha in sé i valori cristiani e del liberismo.
Oggi, questi valori servono più che mai.
Credo che questa possa essere l'occasione per un riscatto del Partito Repubblicano.
Termino dicendo che ho un sogno.
Sogno che qui in Italia un Popolo della Libertà che abbia le stesse caratteristiche del Partito Repubblicano americano.
Che sia un partito laico ma non laicista e di ispirazione cristiana ma non confessionale e che sia di una destra liberista e patriottica e lontana sia, ovviamente, dalle posizioni di partiti ultranazionalisti, anti-americani ed anti-israeliani come quella del partito di Jean-Marie Le Pen (in Francia) o quella di Forza Nuova (qui in Italia) e sia da quelle eterodosse di correnti come quella del presidente della Camera Gianfranco Fini.
Sogno un partito che sappia essere aperto a tutti.
A me piace Ronald Reagan (presidente dal 1981 al 1989). Lui fu un attore e non un politico di professione. Questa è una cosa che fa inorridire sia la sinistra, che dei politici di professione ha sempre fatto un suo punto di forza.
Serve un PdL che sappia valorizzare proprio le figure che "non fanno solo politica" e che siano della società.
Dopo avere fatto questo augurio, porgo i miei cordiali saluti.

CELLULA ARTIFICIALE, DUE PAROLE




Cari amici ed amiche.
Ieri, un team di scienziati americani capeggiati da Craig Venter è riuscito a creare una cellula con un genoma artificiale. Il cardinale Angelo Bagnasco (nella foto) ha definito questa scoperta "frutto dell'intelligenza umana che è dono di Dio".
In realtà, questa non è tanto una scoperta.
Infatti, in precedenza si potevano sintetizzare i geni del DNA (acido desossiribonucleico, nella foto), tramite l'enzima della trascriptasi inversa.
Questo enzima è già presente in natura, nei retrovirus (virus ad RNA, tra i quali è menzionato l'HIV, agente eziologico dell'AIDS).
Tramite gli amminoacidi di una proteina si può trovare la sequenza dell' m-RNA (RNA messaggero, acido ribonucleico) che codifica per ottenerla, poi da lì si può trovare il gene del DNA.
Già si fa così per sintetizzare l'insulina.
Una volta sintetizzato il gene che codifica per ottenere questo ormone proteico lo si inserisce in un virus batteriofago temperato (che non fa il ciclo litico) che, a sua volta, lo inietta in un batterio coltivato, come l'Escherichia coli.
Questa batterio così ricombinato inizia a produrre insulina umana.
Nel caso della scoperta di Venter, vi è una cellula con il genoma sintetico.
Ora, la scoperta può anche essere positiva.
Infatti, da lì si possono trovare rimedi contro i tumori e si possono creare anche organi per i trapianti o si possono sintetizzare antibiotici più efficaci.
Per contro, devono risultare legittime alcune perplessità.
La prima, riguarda l'uso che si può fare di questa scoperta.
Infatti, un uso improprio o criminale di essa potrebbe avere conseguenze catastrofiche sull'umanità.
Ad esempio, se tutti i procedimenti per ottenere la celula artificiale dovessero cadere in mani sbagliate (come quelle dei terroristi) queste potrebbero creare anche armi di distruzione di massa, come quelle batteriologiche. Ad esempio, si potrebbe creare un batterio resistente ai farmacicapace di provocare una malattia che potrebbe sterminare interi popoli.
La seconda, riguarda la possibilità di aprire la strada all'eugenetica, con tutte le questioni etiche e scientifiche.
Scoperte come quelle di Venter non vanno demonizzate ma vanno sempre usate per il bene.
Cordiali saluti.











































giovedì 20 maggio 2010

UNITA' D'ITALIA, PROCESSO NECESSARIO MA...




Cari amici ed amiche.




Anch'io esprimo un commento sull'unità del nostro Paese.

Sono passati 150 anni da questo processo che formò il nostro Paese e sono ancora molti i dibattiti e le critiche su di esso.
Io provo a dare una mia interpretazione.
L'unità d'Italia fu un processo necessario.
Con la caduta dell'Impero Bizantino (1453) e la scoperta dell'America (1492), il bacino del Mediterraneo iniziò a perdere la centralità nelle rotte della navigazione.
L'Italia (che dalla metà del VI secolo era divisa) diventò così una terra in balia degli stranieri e sotto la costante minaccia dei Turchi che avevano il progetto di conquistare Roma e di fare una moschea al posto della basilica di San Pietro.
Quindi, l'Italia fu il ventre molle dell'Europa e fu terra di guerra e di conquista per Spagnoli, Francesi e Tedeschi.
Il caso della calata dei lanzichenecchi a Roma (1527) fu eclatante.
Inoltre, gli Inglesi assunsero il controllo delle rotte commerciali e dominarono sul commercio di prodotti d'uso, come lo zucchero.
Quindi, le navi inglesi iniziarono ad entrare con una certa spregiudicatezza nel Mediterraneo.
Nei secoli XVIII e XIX l'Italia fu in balia di tutto ciò ed isolata dalle importanti rotte del commercio.
Quindi, il processo di unificazione fu necessario per porre fine a tutto questo e per avere un forte Stato al centro del Mediterraneo.
Però, questo processo non si sviluppò bene.
In realtà, esso non fu un "processo naturale di unificazione" come lo Zollverein tedesco del 1834.
Fu un "processo forzoso" portato avanti dal Regno di Sardegna (Piemonte) e dalla Spedizione dei Mille promossa da Giuseppe Garibaldi (1860) che non tenne di molti aspetti della situazione reale.
Le varie realtà italiane erano tra loro troppo diverse ed i tredici secoli di divisione accentuarono queste differenze.
Questo "processo forzoso" ebbe delle conseguenze negative.
La prima riguardò lo scontro con la Chiesa cattolica.
Infatti, la tradizione cristiana di tutti gli Stati italiani sarebbe stata un buon collante per un processo unitario.
Invece, chi volle l'unificazione del nostro Paese si mise contro la Chiesa. Pensiamo alle leggi del 1850 , dette anche "leggi Siccardi", del Regno di Sardegna.
Pensiamo a Garibaldi che defini Papa Pio IX "un metro cubo di letame" .
Pensiamo anche all'erezione della statua (voluta da Ettore Ferrari) che ritrae Giordano Bruno e che si trova in Piazza Campo de' Fiori a Roma.
In origine si volle fare la statua con il dito puntato contro il Vaticano.
Fu una provocazione anticlericale (ed anticattolica).
Il processo unitario fu fatto contro la Chiesa.
La seconda conseguenza negativa fu l'organizzazione centralista del nuovo Stato italiano che, nei suoi primi anni, vide una prevalenza di elementi piemontesi.
Da ciò venne fuori una politica poco sensibile ed incapace di capire i problemi del Sud.
Questo "vulnus centralista" venne portato avanti anche dal Fascismo.
Quindi, l'Italia fu unita con un processo che andava contro la sua natura.
Sarebbe stato più corretto che il processo unitario fosse avvenuto con un metodo più graduale, magari incominciando dall'unione doganale fino ad arrivare ad un patto federativo tra gli Stati italiani, proprio come fece la Germania.
Inoltre, si sarebbe dovuta creare una "laicità positiva", una laicità che non avrebbe dovuto essere contro la Chiesa ma che, al contrario, avrebbe rinvedicato per la religione un suo spazio nella vita pubblica.
Oggi, noi dobbiamo riflettere.
Certamente, sono d'accordo con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (nella foto) quando affermò che coloro che hanno velleità secessioniste fanno un salto nel buio.
Però, serve una revisione di tutto il sistema.
Oggi c'è ancora la "Questione meridionale" , che è bene illustrata anche nel libro scritto da Antonio Gomes (e che ho avuto il piacere di leggere) "Sentimenti politici di un ragazzo".
Accanto alla "Questione meridionale" ve n'è una "settentrionale", ossia di un Nord che produce e che è vessato da un'eccessiva pressione fiscale e che dallo Stato riceve meno soldi.
E' logico che l'equilibrio rischia di spezzarsi.
Servono quindi delle serie riforme, prima tra queste il federalismo.
Ne va del futuro del nostro Paese.
Cordiali saluti.







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Caso Salis, un mondo di sinistra che gira alla rovescia

Ilaria Salis, nota eroina di questa sinistra,  sarà mandata agli arresti domiciliari.