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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 31 gennaio 2012

ISAAC NEWTON, L'ALCHIMIA E LA SINDROME DI ASPERGER



Cari amici ed amiche ed amiche.

Questa frase è nota a tutti e recita:

" Sibi gratulentur mortales tale tantumque exstitisse humani generis decus".

Questa frase parla di Isaac Newton (25 dicembre 1642-31 marzo 1727), un uomo che un luminare della scienza ma che ebbe anche parecchi lati oscuri.
Uno di questo riguardò una sua scoperta, quella della luce.
Egli capì che la luce fu fatta di particelle ma pare che fosse arrivato a quella tesi attraverso un esperimento di alchimia.
Pare, infatti, che egli avesse appreso le tecniche alchemiche dagli scritti di un alchimista polacco vissuto nella corte di re Sigismondo Vasa, Carpeoro Michael Sendivogius (che è raffigurato nell'immagine in basso che io ho ripreso dal libro "Europa misteriosa", un testo della casa editrice "Reader's Digest" che è in mio possesso, 1566-1636).
Per gli alchimisti del XVI e del XVII secolo, Sendivogius fu un maestro.
Egli faceva esperimenti con il piombo, rifacendodosi al "Viridarium Chymicum", un'opera di Stolcius, la cui pubblicazione fu fatta nel 1624.
In questo trattato vengono spiegati alcuni esperimenti alchemici con il rame (cuprum) e con altri elementi chimici.
Pare che Newton fosse venuto a conoscienza di tali teorie e che avesse voluto usarle per fare esperimenti sulla luce.
In base a queste teorie, pare che egli avesse fatto l'esperimento per scoprire la natura della luce.
Vi sarebbero delle prove certe che lui avesse fatto un esperimento alchemico che io credo di avere potuto riassumere attraverso la seguente equazione chimica:

4KNO3+2C->2K2CO3+2N2O3

Per dirla in parole povere, Newton mise del salnitro (nitrato di potassio, KNO3) in un crogiolo, scaldandolo sul fuoco.
Il sanitro si fuse e Newton aggiuse del carbonio (come carbone nero, C).
Da ciò si innescò una reazione di ossidoriduzione in cui l'azoto nitrico si ridusse dal numero di ossidazione +5 al numero di ossidazione +3, acquisendo due elettroni, ed il carbonio si ossidò dal numero di ossidazione 0 a +4, perdendo quattro elettroni.
Il calore fece da catalizzatore.
Questa reazione generò il carbonato neutro di potassio (K2CO3) e l'anidride nitrosa (triossido di diazoto N2O3).
Il calore fece da catalizzatore.
Che Newton si fosse interessato all'alchimia era cosa nota.
Tuttavia, egli non poté comunicare al mondo questa sua passione.
La chimica, infatti, non fu ancora vista come scienza.
Solo con Robert Boyle (1627-1691), la chimica ebbe una cittadinanza nel mondo delle scienze.
Prima di lui, l'alchima e la chimica erano viste come la stessa cosa.
Egli fu interessato all'alchimia ma coltivò anche un interesse per l'esoterismo e per la teologia.
Da protestante incallito, Newton ebbe una vera e propria ossessione per la Bibbia.
In particolare, egli volle scoprire la data dell'Apocalisse, attraverso la scienza ed i ragionamenti scientifici.
Trattai l'argomento nell'articolo intitolato "Newton potrebbe avere calcolato la data dell'Apocalisse?".
Ora, tutto ciò potrebbe essere ricoducibile ad una vera e propria malattia che potrebbe avere affilitto lo scienziato inglese, la Sindrome di Asperger.
Questa malattia crea delle disfunzioni cerebrali che rendono incapace di realzionarsi con gli altri la persona che ne è affetta.
In pratica, il cervello di un malato di questa malattia funziona in modo diverso da quello di una persona normale.
Le dodici parti che compongono il cervello funzionano in modo dissociato, come se fossero dodici computers.
Questo rende la persona malata capace di fare calcoli e leggere molto ma nel contempo incapace di essere empatico verso il prossimo e di relazionarsi con gli altri.
Anzi, per queste persone il sapere diventa quasi un'ossessione.
Pare che altri uomini di cultura e di scienza ne fossero stati affetti.
Cito Charles Darwin ed Albert Einstein.
Io credo di avere capito cosa potrebbe avere fatto ammalare Newton.
Come ho già detto, egli praticava l'alchimia.
Nell'alchimia venivano usati anche elementi come piombo e mercurio, due elementi tossici poiché si legano con i gruppi -SH degli enzimi, inattivandoli.
Questo genera anche letargie e turbe mentali.
Trattai l'argomento in vari articoli, come quello intitolato "L'impero che (forse) morì col piombo".
Inoltre, va tenuto conto anche dell'inquietudine religiosa dell'Inghilterra dell'epoca.
Da qui potrebbe essere nata la malattia che potrebbe avere afflitto Newton fino alla morte.
Tra l'altro, in punto di morte, egli fece bruciare tanta parte dei suoi scritti.
Perché fece questo?
E' una domanda che ancora non ha risposta.
Comunque, Newton diede un forte contributo alla scienza ma non si può non tenere conto della sua realtà personale e del contesto in cui visse.
Cordiali saluti.

LOTTA ALL'EVASIONE FISCALE, SI STA ANDANDO OLTRE


Cari amici ed amiche.

Prima a Cortina d'Ampezzo, poi in Liguria ed ora a Milano, la Guardia di Finanza continua con il blitz presso i vari esercizi commerciali.
Io penso che si stia andando oltre.
Anziché colpire chi, come la maggior parte dei commercianti, dei piccoli imprenditori e degli artigiani, paga le tasse e cerca di sopravvivere ad una pressione fiscale altissima, la Guardia di Finanza dovrebbe colpire chi evade realmente il fisco o i potenziali evasori fiscali.
Ad esempio, perché non controlla certi laboratori cinesi, che spesso sono veri e propri "Stati negli Stati" e di cui non si sa nulla?
Mi risulta che in molti di quei laboratori si lavora in nero.
Perché la Guardia di Finanza non controlla gli immigrati che fanno transazioni con il meccanismo del "Money Transfer"?
Si possono citare altre situazioni di potenziale evasione fiscale.
I piccoli imprenditori chiudono e la disoccupazione aumenta.
Visto che sono disoccupato so di cosa parlo.
I commercianti fanno fatica, come gli alberghi ed i ristoranti.
Qui si rischia di mettere in ginocchio chi crea ricchezza.
Cordiali saluti.

UNGHERIA? UN PAESE LIBERO!-COMMENTO ALL'ARTICOLO DI "TEMPI"


Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo di "Tempi" che è intitolato ""Ungheria. Un paese libero": smascherate le balle dei giornali sulla Costituzione "oscurantista"".
Certi settori politici dell'Unione Europea e certi mass media (come RAI3) stanno dipingendo l'Ungheria come un Paese sotto dittatura ed il premier Viktor Orban (nella foto) come un mostro.
La realtà è ben diversa.
Oggi, l'Unione Europea è governata da una lobby tecnocratica e germanocentrica che ha rinnegato le proprie radici storiche e culturali.
E' questa la vera dittatura e la cosa è dimostrata.
I casi di Grecia ed Italia, i cui governi eletti democraticamente sono stati abbattuti, lo dimostrano.
Del resto, anche il noto esponente politico inglese Nigel Farage l'aveva detto ed aveva ragione.
Ora, l'Unione Europea attacca l'Ungheria, il premier è "colpevole" di avere citato le radici giudaico-cristiane nella sua Costituzione e di avere rifiutato la "protezione" della stessa Unione, in nome della difesa dell'identità nazionale, che nulla ha che fare con il nazionalismo.
Infatti, il nazionalismo è l'odio verso gli altri.
Quello che ha fatto Orban, invece, è stato un atto di amore verso la propria nazione, in cui le minoranze sono rispettate.
Questo lo dice la Costituzione ungherese, la tanto vituperata Costituzione ungherese.
Questa Unione Europea somiglia molto all'Impero di Napoleone Bonaparte, quell'impero che per sopravvivere ricorse alla politica delle annessioni, soggiogando vari popoli.
Lo stesso fu fatto dal III Reich di Adolf Hitler come dall'Unione Sovietica.
Sia l'uno che gli altri finirono male, rovinando vari popoli.
La storia potrebbe ripetersi anche per ciò che riguarda l'Unione Europea.
Allora, riflettiamo.
Cordiali saluti.

LA MEMORIA, LA SCUOLA E LA POLITICA



Cari amici ed amiche.

Una riflessione fatta su Facebook dall'amica Irene Bertoglio mi ha dato l'idea di scrivere questo articolo.
Irene, infatti, ha riflettuto sul fatto che si parli tanto della Shoah mentre si parli poco di altri crimini non meno gravi.
Basta aprire un libro di testo di storia.
Sulla Shoah si legge di tutto e di più, anche il più piccolo dei particolari.
In realtà, la Shoah non fu (e non è) il solo ed unico crimine contro l'umanità.
Questo fu riconosciuto dallo stesso Simon Wiesenthal ha parlato di altri crimini, come ad esempio il Genocidio armeno.
Il problema, allora, è l'egemonia ideologica di una parte politica nel mondo della cultura.
Sappiamo tutti che la scuola pubblica, come un certo mondo intellettuale, è infeudata dalla sinistra.
Se qualcuno, ad esempio, critica la "Resistenza", parla delle foibe piuttosto che degli ebrei uccisi in Ucraina dai comunisti, ecco che si viene tacciati di dire delle falsità, di ignoranza o, peggio ancora, di filo-nazismo.
Ora, sappiamo tutti che la storia fu ben diversa da quella scritta sui libri.
Per esempio, non tutti i partigiani vollero liberare l'Italia.
Anzio, molti di loro vollero portare il comunismo nel nostro Paese.
Riguardo alle foibe, i soldati del dittatore comunista jugoslavo Tito non colpirono dei pericolosi nazisti ma dei civili inermi che ebbero la colpa di essere italiani.
Quanto agli ebrei uccisi in Ucraina, i nazisti non c'entrarono ma furono i comunisti.
Avete mai sentito parlare dell'Holodomor?
Parecchie persone furono fatte morire di fame!
Che differenza c'era tra i nazisti (che mettevano la gente nei lager) ed i sovietici che fecero l'Holodomor?
Rispondo io...nessuna!
Lo stesso discorso vale anche per Papa Pio XII, che è stato accusato di avere taciuto di fronte agli orrori della Shoah.
La realtà, dice che Papa Pio XII cercò di salvare tanti ebrei (e non solo), facendo in modo che essi venissero ospitati nei conventi e nelle chiese.
Eppure, se qualcuno dice qualcosa di diverso da quanto scritto nella storiografia "ufficiale", viene "massacrato" dagli altri.
Viene definito "ignorante" o tacciato di filo-nazismo.
Io penso che quando si falsa la memoria (in nome dell'ideologia politica) si faccia solo del male alle generazioni future.
Falsare la memoria significa ucciderla.
Uccidere la memoria rischia di fare sì che certi crimini si ripetano.
Cordiali saluti.

LAUREA AL PRESIDENTE NAPOLITANO? INOPPORTUNA!

Cari amici ed amiche.

Pur rispettando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, vorrei dire che la laurea "honoris causa" che ieri gli è stata conferita dall'Università di Bologna sia stata, quantomeno, inopprtuna, come credo che siano state inopportune altre lauree simili date a personaggi altrettanto famosi.
Io penso che le università, come tutti gli istituti di formazione, debbano premiare il merito negli studi.
Penso ai vari ragazzi e ragazze che studiano e che pagano delle rette pesantissime.
Infatti, in questo momento, la politica non gode di una buona reputazione.
Per questo, specialmente in questo momento, io credo che una laurea come quella data al presidente Napolitano sia inopportuna.
Cordiali saluti.

lunedì 30 gennaio 2012

I GIOVANI E DIO


Cariici ed amiche.


Ieri, presso l'oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista di Roncoferraro (Mantova) si è tenuto l'incontro intitolato "Ti presento un Grande Amico".
Esso era parte di quel ciclo di incontri intitolato "La famiglia chiede aiuto" ed era stato organizzato dall'Unità pastorale di San Leone Magno e dal Consultorio di Mantova, con il patrocinio del comune di Roncoferraro.
Relatrice della dell'incontro è stata la professoressa Luisa Nattero Gabbi, un'insegnante di religione, che è collega della mia ex professoressa della stessa materia, la professoressa Maria Cerutti, che saluto con stima.
I moderatori sono stati don Giovanni Telò (parroco di Villa Garibaldi di Roncoferraro) e don Alberto Bertozzi, parroco di Roncoferraro, il padrone di casa.
Il tema dell'incontro è il rapporto tra giovani ed il sacro.
La professoressa Nattero Gabbi ha fatto un discorso molto esauriente sulla problematica inerente ai giovani.
Ha parlato del ruolo della famiglia nel rapporto tra i giovani ed il sacro, dall'insegnamento della preghiera alla frequenza della Messa.
Secondo la professoressa, non è giusto costringere i giovani ad andare a Messa.
Infatti, Dio ha creato l'uomo libero e la libertà è un rischio.
Infatti, sempre secondo la professoressa, la Messa non deve essere proposta come un obbligo dettato da un'istituzione ma come l'incontro tra l'uomo e Dio.
Quindi, con i giovani servono la pazienza e la costanza per fare capire che Dio ha un progetto per loro.
Di conseguenza, i cattolici (ed i familiari dei giovani in primis) devono farsi "seminatori della Parola di Dio".
La professoressa Nattero Gabbi ha preseguito affermando che aprirsi a Dio significa aprirsi al prossimo e stabilire con lui una relazione.
Ha spiegato ciò con una metafora interessante, quella della persona che viene messa in cima all'Empire State Building e coperta d'oro.
Una persona in quelle condizioni potrebbe avere il mondo intero ma, se rimanesse sola, sarebbe destinata a morire.
Nel parlare di questo argomento, la professoressa Nattero Gabbi ha parlato della crisi e di due pulsioni che essa sta portando, l'egoismo e l'altruismo.
La professoressa sostiene che l'uomo deve aprirsi agli altri.
Terminato il discorso della professoressa Nattero Gabbi, si è dato spazio agli interventi.
Il primo ad intervenire sono stato io.
Io ho parlato delle mie esperienze personali e ho citato quelle di altre persone con cui mi sono confrontato.
Ad esempio, ho citato l'esperienza del ben noto amico Angelo Fazio, quella dell'amico Samuele Maniscalco e del suo operato nell'ambito di "Tradizione, Famiglia e Proprietà", l'associazione di Plinio Correa de Oliveira, quelle degli amici Stefania Ragaglia e Filippo di Giorgianni, Vittorio Leo e di altri.
Spero che nessuno si offenda se li chiamo amici.
Ovviamente, non ho fatto i nomi.
Ho detto che i giovani cattolici devono farsi "seminatori della Parola di Dio", con qualsiasi mezzo.
Ad esempio, io ho parlato di questo blog.
Inoltre, ho anche detto che ogni uomo è come un equilibrista che cammina su una corda.
Egli si trova in bilico tra l'altruismo e l'egoismo.
Ogni giorno deve vedersela con queste due pulsioni.
Io stesso mi trovo a dovere lottare.
A volte, mi dico: "Ma chi te lo fa fare di dare consigli agli altri, di scrivere su questo blog (condividendo testimonianze e pensieri) o di fare del bene agli altri, che sono pronti a fregarti, come ti hanno fregato in passato? Chi te lo fa fare di impegnarti in politica?".
In realtà, questa domanda me la pongono anche altre persone.
Però, per essere veramente umani, non si deve fare così.
Bisogna andare contro certe pulsioni.
All'inizio si soffre un po' (dato che l'egoismo e la diffidenza duro da combattere, specie dopo avere avuto delle brutte esperienze) ma poi ci si sta bene.
Come ha detto la professoressa Nattero Gabbi, il volere di Dio è anche una croce e l'ha spiegato raccontando la storiella dell'uomo che tagliò la propria croce (per renderla meno pesante) e che poi si trovò al ciglio di un burrone insieme agli altri.
Questo ultimi avevano conservato le loro croci e ne avevano fatto ponti per passare il burrone.
L'uomo che aveva tagliato la priopria croce non poté e cadde nel burrone.
Ci sono stati altri interventi, tutti fondati su esperienze personali e considerazioni.
Questo incontro è stato molto interessante e forse ci ha fatto capire che il giovane va educato nella fede fin dall'inizio.
Cordiali saluti.

SCALFARO, L'OPINIONE DI MARCO INVERNIZZI, "LA MORALE PRIVATA ED I PUBBLICI COMPROMESSI"

Cari amici ed amiche.

Ho qui un articolo scritto da Marco Inverizzi. Ringrazio l'amica Alessandra Spanò che me l'ha fatto trovare su Facebook.
Esso recita:

"Nato nel 1918 da padre napoletano e madre piemontese, Oscar Luigi Scalfaro è morto il 29 gennaio all'età di 93 anni, dopo avere ricoperto le principali cariche istituzionali della Repubblca.
Studiò giurisprudenza e divenne magistrato giurando fedeltà allo Stato nel 1943, quando il fascismo stava uscendo di scena, ma ebbe ancora a che fare con i fascisti in quanto coinvolto come giudice in alcuni dei processi che portarono alla condanna a morte di molti, ritenuti ex fascisti; processi che lui stesso riterrà molti anni più tardi inquinati dal clima di odio ideologico nel quale si svolsero.

Tuttavia, giá nel 1946 lascia la Magistratura per approdare in Parlamento alle elezioni per la Assemblea Costituente nelle fila della Dc, dove approda da cattolico militante nell'Azione Cattolica, alla quale si era iscritto a soli dodici anni.

Nel partito occuperá sempre posizioni di destra, appartenendo alla corrente di Mario Scelba prima e poi opponendosi con molti altri democristiani alla politica di centro-sinistra e a quella del compromesso storico, rispettivamente negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Ciò lo portò a diventare ministro nell'epoca dei governi guidati da Bettino Craxi, nella stagione successiva al fallimento del compromesso storico, negli anni Ottanta.

Eletto Presidente della Camera nel 1992, vi rimase solo un mese per diventare Capo dello Stato, eletto al sedicesimo scrutinio, il 25 maggio. Si era alla fine della Prima Repubblica e iniziava il disfacimento dei principali partiti per via giudiziaria, ma propiziato dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989. Inizierà durante il suo settennato una nuova fase politica segnata dal cambio di sistema elettorale da proporzionale a parzialmente maggioritario e dalla vittoria elettorale della coalizione di centro-destra guidata da Silvio Berlusconi nelle elezioni del 1994.

La sua Presidenza sarà segnata dal rifiuto opposto al Presidente del Consiglio Berlusconi di andare al voto anticipato dopo che alcune forze politiche alleate fecero cadere il governo pochi mesi dopo la vittoria elettorale. Scalfaro usò le prerogative costituzionali che gli permettevano di favorire la nascita di un nuovo governo, ma così inaugurò un lungo periodo di contrapposizione della Presidenza della Repubblica con le forze politiche di centro-destra che fece dire a molti che il Capo dello Stato parteggiava apertamente per una parte politica. E infatti, dopo la fine del suo mandato, Scalfaro entrò nel Partito Democratico e si impegnò pubblicamente nei vari comitati in difesa della Costituzione, sorti per opporsi ai progetti di revisione costituzionale proposti, anche se non attuati, nelle fila del centro-destra.

La sua parabola politica, iniziata e confermata a lungo nel centro-destra, seppure internamente alla Dc, e poi approdata nel centro-sinistra, è emblematica per spiegare una certa declinazione del cattolicesimo in politica. Scalfaro infatti si ritenne sempre un cattolico in politica, col suo distintivo dell'Aci sempre visibile, con il suo impegno religioso mai nascosto. Tuttavia, il cristianesimo non doveva, e non voleva, influenzare la cultura politica e possibilmente le stesse istituzioni. Lo disse chiaramente in una intervista dove confermò che una legge dello Stato doveva essere accettata non soltanto di fatto, ma anche promossa, sebbene contraria al diritto naturale.* La sua cultura politica spiega come mai tanti ministri Dc firmarono la legge 194 sull'aborto oppure il perché Romano Prodi andò a votare nel referendum sulla legge 40, probabilmente sentendosi coerenti con la loro cultura politica.

Emblematico l'episodio che verrà ricordato in questi giorni da molti, quando nel 1950 apostrofò pubblicamente in un ristorante una signora che aveva le spalle scoperte, accusandola di immoralità. Ne nacque un processo, e la sfida a duello da parte del marito della signora, che Scalfaro rifiutò. Ma quello che oggi a noi importa è il modello di cattolicesimo espresso dall'uomo pubblico, moralista nelle circostanze della vita privata, e acquiescente al volere della maggioranza, sempre e comunque, nella vita pubblica. Me lo disse una volta Luigi Gedda, parlandomi del tipo democristiano con cui ebbe spesso a scontrarsi: per lui, mi spiegava, la democrazia conta più della veritá.

Oggi Scalfaro è arrivato al traguardo della vita, e queste considerazioni sono importanti soltanto per noi che siamo ancora sulla terra. A lui, adesso, è giusto riservare soprattutto una preghiera.


* Intervistato da Vittorio Messori (Inchiesta sul cristianesimo, SEI, Torino, 1987, p. 218) a proposito dell'atteggiamento avuto dalla DC di fronte alla legge sull'aborto, Scalfaro rispose: «Era un atto dovuto. Il mio partito poteva solo opporsi nella discussione in parlamento e poi opporsi nella votazione. Il che è stato fatto. Poi, la maggioranza si è espressa, ed era quel che era. A quel punto, Presidente della repubblica, Presidente del consiglio, ministri competenti non potevano far altro che firmare: un atto dovuto...».".

Io penso che Oscar Luigi Scalfaro sia stato il prodotto di quel declino del cattolicesimo impegnato in politica.
In pratica, Scalfaro e tutti coloro che la pensavano (e la pensano) come hanno mantenuto solo i caratteri esteriori del cattolicesimo.
Essere cattolici, però, significa non cedere a certi compromessi.
Ad esempio, sull'aborto, Scalfaro ha ceduto ad un compromesso.
Lo stesso discorso può valere per l'eutanasia.
Prendiamo il caso di Eluana Englaro, la ragazza che è rimasta in coma per diciassette anni e che poi è stata fatta morire con eutanasia dal padre Beppino nel 2009.
Io mi ricordo che i cattolici di sinistra non hanno detto nulla contro quello che stava per fare il padre Beppino.
Un cattolico deve essere contro l'eutanasia.
I cattolici impegnati in politica devono portare i loro valori, ossia i valori cattolici.
Mi viene in mente San Tommaso Moro, che difese i suoi valori pagando con la vita.
Di sicuro, Scalfaro non può essere paragonato a San Tommaso Moro.
Mi viene in mente anche quanto accadde qui a Roncoferraro (Mantova) con il supermercato di fronte al cimitero.
I cattolici di sinistra non dissero nulla contro ciò.
Io penso che essere cattolici impegnati in politica significhi anche avere la responsabiltà di opporsi a certe cose che sono contrarie alla fede cattolica.
Di fronte a certe situazioni, il cattolico deve fare obiezione di coscienza.
Altrimenti, a che serve definirsi cattolici?
Cordiali saluti.


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Caso Salis, un mondo di sinistra che gira alla rovescia

Ilaria Salis, nota eroina di questa sinistra,  sarà mandata agli arresti domiciliari.