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martedì 27 aprile 2010

RIVOLUZIONE FRANCESE, UNA RIVOLUZIONE ANTISTORICA!

Cari amici ed amiche.

Il 14 luglio 1789 fu un anno in cui ci fu un grosso cambiamento, la Rivoluzione francese.
In essa ci fu un'escalation di eventi che ebbero ripercussioni anche fuori dai confini francesi ed ancora oggi.
Uno di questo riguarda la questione della Chiesa.
Prima della Rivoluzione, in Francia vi fu la Chiesa cattolica gallicana, una grande Chiesa che, nonostante questo suo carattere "nazionale" (che a volte si manifestava con asprezza, come al tempo di re Luigi XIV), era parte della Chiesa universale.
Intorno a questa Chiesa si formò la Francia.
Con la Rivoluzione e la redazione della Costituzione civile del clero (1790) si tentò di trasformare la Chiesa in un organo dello Stato, come quanto accadde in Inghilterra nel 1534 con re Enrico VIII.
A differenza dello scisma inglese (che ancora contemplava uno Stato ed un popolo intorno ad una Chiesa), però, in Francia vi fu una rivoluzione che, se pur all'inizio in modo larvato, era antireligiosa.
Infatti, nel preambolo della "Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino" il Dio personale del Cristianesimo era sostituito da un "Essere Supremo", più simile al dio dei deisti e dei vari "Christomoques", come Voltaire.
Secoli di storia furono così spazzati via.
Fallito il tentativo di assoggettare allo Stato la Chiesa francese, iniziò una politica di scristianizzazione, sotto l'influsso di Jacques René Hébert (15 novembre 1757-24 marzo 1794).
Il calendario gregoriano venne sostituito da uno nuovo in cui i mesi vennero nominati in riferimento a fenomeni naturali, i nomi dei Santi vennero sostituiti da quelli di uomini di scienza e di cultura e che contò gli anni dall'inizio della repubblica, preti vennero incarcerati, le chiese vennero chiuse e trasformate in magazzini, stalle o peggio ancora, in templi per un culto neo-pagano dedicato alla Dea Ragione e vennero fatte delle mascherate anticristiane. Tra queste vi fu quella dell'asino mitrato, ossia con un carro trainato da un asino sulla cui testa venne messa una mitra vescovile e che traina un carro con i fantocci del re, del Papa e dei nobili.
Fu un pensiero ben lontano da quell'Umanesimo laico ma non anticristiano, che fu ben ripreso dai Padri fondatori degli USA.
In Francia si tornò al tempo degli imperatori Nerone, Domiziano e Diocleziano.
I nuovi "Neroni" furono Hébert e soci.
Lo Stato stesso si volle ergere a dio.
Oggi, questa è idea è presente.
Pensiamo all'assurda sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo che con una sentenza vorrebbe imporre all'Italia di togliere i crocifissi (di questo argomento parlai nell'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/18565/2009-11-09.html), alle politiche di Zapatero in Spagna, alla strumentalizzazione fatta sul caso dei preti pedofili o all'irrisione fatta contro la religione e tutti i suoi simboli. Di quest'ultima situazione ebbi delle esperienze dirette.
La Rivoluzione francese fece di fatto tornare indietro le lancette dell'orologio.
Portò un regresso nelle coscienze. Per riparare ciò, servono esempi positivi come i Santi (dai primi martiri, passando per Tommaso d'Aquino, Costantino XI Paleologo, Tommaso Moro e Carlo I Stuart, a quelli dei giorni nostri) ed i grandi uomini di cultura che si riconobbero nei valori cristiani, come Papa Silvestro II, Erasmo da Rotterdam, Reginald Pole, Alessandro Manzoni, Alessandro Volta, Gilbert Keith Chesterton e Paul Claudel.
Solo così possiamo evitare danni peggiori.
Una frase attribuita proprio a Chesterton diceva: "Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto".
Riflettiamo.
Cordiali saluti.



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