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martedì 20 aprile 2010

ERASMO DA ROTTERDAM, UN MODERATO

Cari amici ed amiche.

Di sicuro, una delle figure da studiare è proprio quella di Geert Geertsz, meglio conosciuto come Erasmo da Rotterdam. Nato il 27 o il 28 ottobre 1466 Erasmo fu un teologo, umanista e filosofo di primissimo livello. Della sua giovinezza si sa poco. Nacque in Olanda (forse a Rotterdam o forse a Gouda). Il suo nome è spesso associato alla cittòà di Rotterdam, ma lui lì visse poco. Fu il figlio illegittimo di un prete di nome Roger Gerard mentre della madre si sa poco, se non fatto che fosse figlia di un medico e che si chiamasse Margherita. I genitori lo accudirono fino alla morte avvenuta nel 1483, a causa della peste.
Frequentò le scuole monstiche di Deventer e di 's-Hertogenbosch. Nel 1492 venne ordinato prete e prese i voti monastici nel convento agostiniano di Steyn. In seguito, diventò segreatario del vescovo di Cambray, grazie alla sua ottima conosscenza della lingua latina. Nel 1495 andò a studiare all'università di Parigi, allora sede dell'insegnamento scolastico, ma sentì anche l'influenza dell'Umanesimo italiano.
Operò anche in Inghilterra e nelle città di Parigi, Lovanio e Basilea. Lasciò gli uffici sacri.
Dal 1499 fece viaggi a Parigi, in Inghilterra e in Italia e venne a contatto con tutti gli ambienti degli umanisti e strinse amicizie importanti con persone del calibro di re Enrico VIII, il vescovo John Fisher, Thomas More e William Grocyn.
Insegnò greco all'università di Cambridge.
Dal 1506 al 1509 fu in Italia. si laureò a Torino e poi andò a Venezia, presso l'editore Aldo Manunzio.
A Lovanio (Belgio) fu bersaglio di critiche dalle persone contrarie al progresso letterario e si trasferì a Basilea.
Iniziò quindi a mostrare posizioni critiche contro la Chiesa cattolica. Criticò l'operato di Papa Giulio II, per il suo temperamento guerriero lagato alla politica. Dopo la morte di questi (1512) pubblicò il Iulius exsclusus e coeli, un dialogo satirico tra San Pietro e Papa Giulio II.
A differenza del suo contemporaneo Martin Lutero, egli non attaccò la dottrina e né l'ordinamento della Chiesa ma condannò il culto smodato (quasi superstizioso) delle reliquie, la corruzione e certi interessi materiali. Morì a Basilea nella notte tra l'11 ed il 12 luglio 1536. Fu sepolto nelle cattedrale di Basilea, oramai dedicata al culto protestante, anche se egli rimase cattolico.
Da qui nacque, la sua maggiore opera, L'elogio della follia (pubblicata nel 1509). Essa fu un'apologia della fede cristiana più come un fatto di carità che non come una dottrina razionale, attraverso la "pazzia" della croce, di un Dio che si fece uomo che morì che risorse.
In quest'opera ci fu anche un omaggio a Thomas More, che fu decapitato per volere di re Enrico VIII nel 1535.
Un'altra opera importante fu fatta nel 1516 e fu una nuova versione del Nuovo Testamento, pubblicata a Basilea, basata anche su testi provenienti dal caduto Impero Bizantino presi durante il periodo inglese.
Altri s suoi scritti furono Adagia (1500), Manuale del soldato cristiano (1503) , institutio principis christiani (1504) e Colloquia familiaria (1522).
Lutero cercò di portare Erasmo alla Riforma ma non vi riuscì. Eramo, infatti, non volle che vi fossero divisioni tra cristiani, pur criticando la Chiesa.
Egli credette nella possibilità di fare una Riforma dentro la Chiesa cattolica.
In un certo senso capì che Lutero stava sbagliando.
Se quest'ultimo avesse fatto come Erasmo, forse avrebbe avuto più seguito.
La dimostrazione sta nel fatto che le idee di Erasmo fossero state apprezzate anche da importanti figure del mondo cattolico, come Thomas More e John Fisher (martirizzati da re Enrico VIII perché contro lo Scisma anglicano 1534 ed oggi santi della Chiesa cattolica) ed anche un cardinale, Reginald Pole che nei conclavi del 1549 e del 1555 rischiò di diventare Papa.
Oggi, andrebbe rivalutata la figura di Erasmo da Rotterdam, un uomo moderato.
Cordiali saluti.

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