Cari amici ed amiche.
Silvia Valerio, una giovane scrittrice padovana di diciannove anni ha annunciato che donerà la sua verginità al leader iraniano Mahmud Ahmadinejad.
Tra l'altro, ella ha ripetuto questo suo annuncio shock anche in una puntata della trasmissione in onda su Canale 5 "Pomeriggio 5" che è condotta da Barbara D'Urso.
Questa persona ha fatto questo annuncio shock e ha detto anche di apprezzare il leader iraniano perché, a suo dire, solo i fanatici sono quelli che colgono i risultati. Io sono rimasto INORRIDITO da quanto detto da questa persona.
In tutta onestà, io ritengo che questa persona non sia un esempio per i giovani e non rappresenta nemmeno la maggioranza di questi.
Tra l'altro, sia la conduttrice Barbara D'Urso che l'altro ospite, il parlamentare della Lega Nord Matteo Salvini, hanno citato i tanti giovani impegnati nel sociale.
Quella si è messa a ribattere dicendo delle cose molto offensive contro questi ultimi.
Ci sono tanti giovani che vogliono impegnarsi e che operano nel sociale e non solo.
Pensiamo, ad esempio, agli scout delle parrocchie o dei comuni.
Pensiamo anche ai volontari.
Un esempio personale è l'amica Francesca Padovese, blogger del blog "SarahRocks", con cui ho avuto occasione di confrontarmi.
Lei è volontaria dell'AVIS, come altri suoi coetanei.
Pensiamo anche a quei giovani che si impegnano in politica.
Un esempio è Antonio Augusto Gomes, un giovane che non ha ancora vent'anni ma parla come uno di trenta.
Lui vuole impegnarsi in politica.
Pensiamo anche a Ricky Filosa, direttore di "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/) che dirige un network di grande livello e che contribuisce a mantenere i rapporti tra l'Italia e gli italiani all'estero. Pensiamo anche ai ragazzi dell'Associazione "Agorà" di Sant'Agata di Militello, in provincia di Messina.
Pensiamo annche al giovane blogger modenese Antares 89 che ha il blog "Le Torri di Malta". Il link di quest'ultimo è presente nella lista dei "Link preferiti" di questo blog.
Sono solo alcuni esempi e ne posso citare altri, come tanti miei vecchi amici impegnati nel lavoro o nel sociale. Pensiamo anche ai numerosi giovani imprenditori del Veneto.
La signorina Valerio farebbe bene a vergognarsi di dire certe cose.
Infatti, ha definito "ipocriti" quelli che (come le persone che ho citato) si impegnano nel lavoro o nel sociale. E poi, inneggiare ad uomo che come Ahmadinejad inneggia alla distruzione di uno stato come Israele e nega la Shoah è solo un segno di poca moralità ...per non dire altro!
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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venerdì 30 aprile 2010
giovedì 29 aprile 2010
BATTAGLIA DI LEPANTO, UN PIANO SVENTATO
Cari amici ed amiche.
Prendendo spunto dal blog dell'amico Riccardo Di Giuseppe,(http://riccardodigiuseppe.blogspot.com/2010/04/marco-tangheroni-la-battaglia-di.html), vi parlo della celeberrima Battaglia di Lepanto, una battaglia navale che cambiò radicalmente la storia.
Questa battaglia scoppiò nel 1571 AD, quando i Turchi Ottomani conquistarono Famagosta. L'anno prima, cadde Cipro.
Perché tutto ciò?
Nel 1500, dopo la caduta di Costantinopoli, l'Impero ottomano era all'apogeo.
Durante il regno del sultano Selim II (figlio di Solimano il Magnifico, 28 maggio 1524-12 dicembre 1574), il muftì di Costantinopoli emanò una fatwa, un decreto religioso islamico, ai sensi della sura 112, 1 del Corano.
Questa sura diceva :"O voi che credete, rispettate gli impegni".
La fatwa prevedeva che il sultano conquistasse tutte le terre che un tempo erano sotto i califfati arabi. Con i bottini delle conquiste si sarebbe poi costruita una moschea, come da consuetudine.
Tra queste erano comprese la Sicilia, la Sardegna e la Spagna.
Si cominciò con Cipro, che cadde nel 1570 e l'anno dopo venne conquistata Famagosta.
Allora, le potenze cristiane reagirono e da lì ci fu la "Battaglia di Lepanto", il cui deriva dall'isola greca presso cui si svolse.
In questa battaglia navale si schierarono lo Stato della Chiesa, la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Genova, il Granducato di Toscana, il Ducato di Savoia ed i Cavalieri di Malta contro l'Impero ottomano. La flotta ottomana fu diretta da Mehmet Alì Pascià. Quella cristiana fu diretta da Marcantonio Colonna, Andrea Proviana di Leinì, Ettore Spinola, Piero Giustiniani, Gianandrea Doria, Alvaro de Bazàn, Luis de Requensens e Don Giovanni d'Austria. Lo scontro avvenne il 07 ottobre 1571 e fu iniziato da Don Giovanni che lasciò isolate come esca le 6 potentissime galee veneziane.
L'epilogo della battaglia fu deciso da Gianadrea Doria che attaccò le galee turche dirette dal barbaresco Uluc Alì.
Quest'ultimo venne sconfitto e dovette fuggire a Costantinopoli. Alì Pascià, invece, morì per un colpo di archibugio.
Vi è una versione che dice che alla sconfitta turca contribuirono anche i rematori delle galee turche.
Infatti, questi erano in prevalenza cristiani. Si dice che essi si fossero rivoltati e che avessero ucciso proprio il comandante in capo, Alì Pascià.
Si dice anche che ci fu un fatto soprannaturale.
Si racconta, infatti, che mentre i Turchi venivano sconfitti a Roma Papa Pio V ebbe una visione.
Mentre il tesoriere gli elencava in resoconti dello Stato della Chiesa, il Papa aprì una finestra, si affacciò e guardò con attenzione.
Tornato verso i funzionari, disse:"Lasciamo perdere adesso".
Fu un ordine e poi aggiuse: "Dobbiamo andare a ringraziare Dio che ha concesso la vittoria alla flotta cristiana".
Il 21 ottobre 1571, gli fu riferito che la flotta cristiana vinse a Lepanto.
Non fu una vittoria totale. Infatti, Cipro non tornò in mani cristiane ma fu la prima volta che Turchi vennero sconfitti in mare e venne sventato un piano.
Infatti, se Turchi avessero vinto cosa sarebbe successo?
Nessuno lo sa (infatti, la storia non si fa con i se e con i ma) ma provo a dare una possibile versione.
Sicuramente, essi avrebbero puntato a conquistare la Sicilia e le altre terre che furono dei Califfati arabi, come la Spagna.
Quest'ultima, aveva anche un Impero coloniale nelle Americhe e controllava tanta parte dell'Italia.
Aveva il controllo diretto sul Ducato di Milano, sullo Stato dei Presidi (costituito da Talamone, Orbetello e parte dell'Arcipelago Toscano), sul Regno di Napoli, sulla Sardegna e sulla Sicilia. Inoltre aveva un controllo indiretto anche sul Ducato di Parma e Piacenza, sul Ducato di Mantova, sul Ducato di Reggio Emilia e Modena, sul Granducato di Toscana e perfino sullo stato della Chiesa.
Infatti, la cattolica Spagna era il principale appoggio nella lotta contro i protestanti e pesava sull'elezione dei Pontefici.
Quindi, un'eventuale conquista turca della Spagna avrebbe avuto un impatto di dimensioni planetarie.
Una volta fatto ciò, i Turchi avrebbero avuto vita facile a conquistare Roma e a fare quanto ebbe pianificato il sultano Mehmet II Fatih (29 marzo 1432-03 maggio 1481, nell'immagine).
Nel 1453 AD, questi conquistò Costantinopoli, la "Seconda Roma" ( o "Nova Roma"), e puntò a conquistare anche la stessa Roma, proprio grazie all'attacco sferrato ad Otranto nel 1480 AD.
Egli già chiamava Roma "Kizil Elma", ossia "La Mela Rossa", e sognò di trasformare la Basilica vaticana di San Pietro in moschea, come fece già con quella di Hagia Sophia a Costantinopoli.
Nei piani di Selim II e dei suoi vi fu un progetto di conquista molto grande che avrebbe cambiato il corso della storia. Avrebbe avuto vita facile anche a causa delle lotte tra i cristiani che furono portate dalla Riforma protestante.
Come disse Papa Pio VI nella sua visione, quella della "Battaglia di Lepanto" u proprio una vittoria voluta da Dio.
Cordiali saluti.mercoledì 28 aprile 2010
NUCLEARE, UNA SCELTA GIUSTA!
Cari amici ed amiche.
Leggete anche l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/20205/2010-02-17.html.
Si torna all'energia nucleare.
Trovo giusta e condivisibile questa nuova politica voluta dall'attuale Governo di centro-destra.
Oggi, noi italiani ci troviamo a vivere in un grandissimo paradosso.
Da una parte, si è tolto il nucleare (con il referendum dell'08-09 novembre 1987) e dall'altra, dipendiamo dall'energia nucleare proveniente dalla Francia e da altri Paesi limitrofi al nostro.
Questa è una situazione paradossale che ci porta ad avere delle bollette astronomiche e a dovere dipendere da altri.
Questa situazione è un male anche per altri aspetti.
Infatti, il nucleare creerebbe lavoro e ridurrebbe la "fuga di cervelli" dal nostro Paese.
Infatti, oggi molti tecnici ed ingegneri nucleari devono andare all'estero a lavorare.
Tutto questo è giusto?
Assultamente no!
Inoltre, se dovesse spezzarsi un cavo che porta l'energia dalla Francia (o da un altro Paese limitrofo) all'Italia vi sarebbe il rischio di rimanere senza luce, cosa che accadde il 23 settembre 2003.
Bisogna avere criterio.
E poi, il risultato di quel referendum fu dettato dalla paura seguita a quello che accadde a Chernobyl.
Calvalcando questa paura, le varie "lobbies verdi", fautrici dei vari movimenti che oggi bloccano la realizzazione di importanti infrastrutture (come la TAV Lione-Torino), fecero grosse speculazioni ideologiche, con previsioni catastrofistiche.
Questo modo di agire non ha nulla a che fare con l'amore per l'ambiente ma è pura demoagogia.
Oggi, noi siamo molto indietro per colpa di questi movimenti.
Oggi, le tecnologie del nucleare sono molto più sicure.
Ad esempio, le scorie possono essere riprocessate e rese meno pericolose.
Inoltre, ricordo che l'Italia dovrà ridurre del 6,5% l'emissione dei gas serra, entro il 2012. Lo dice il Protocollo di Kyoto.
Il nucleare potrebbe sostituire l'energia termoelettrica, che emette questi gas.
E poi, la scelta del nucleare non preclude l'uso delle fonti rinnovabili.
Si può fare coesistere l'energia nucleare con quelle delle fonti rinnovabili, a cominciare da quella solare.
Inoltre, sarebbe anche una buona cosa, rivalutare anche l'energia idroelettrica, quella che io chiamo "soluzione uruguaiana".
Infatti, proprio in Uruguay, si è ricorso all'uso di centrali idroelettriche che hanno fatto calare i consumi di petrolio.
Tenendo conto delle caratteristiche morfologiche del nostro Paese, credo che si possa potenziare il settore dell'energia idroelettrica e può anche esserci un incremento maggiore di quello dell'Uruguay.
Termino, dando "una mia risposta" ad un consigliere di maggioranza del Comune di Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Durante una riunione del Consiglio comunale, un consigliere di minoranza si è detto favorevole ad un confronto con i cittadini (se non ad un referndum) sul tema.
Questo consigliere di maggioranza (di centro sinistra) gli rispose dicendo che già un referendum era stato nel 1987 ed il responso è stato contrario.
Mi permetto di "rispondere" a questo signore dicendo che dal 1987 ad oggi molte cose sono cambiate (anche sul piano delle tecnologie) e che quel referendum fu dettato dalla paura.
Cordiali saluti.
Leggete anche l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/20205/2010-02-17.html.
Si torna all'energia nucleare.
Trovo giusta e condivisibile questa nuova politica voluta dall'attuale Governo di centro-destra.
Oggi, noi italiani ci troviamo a vivere in un grandissimo paradosso.
Da una parte, si è tolto il nucleare (con il referendum dell'08-09 novembre 1987) e dall'altra, dipendiamo dall'energia nucleare proveniente dalla Francia e da altri Paesi limitrofi al nostro.
Questa è una situazione paradossale che ci porta ad avere delle bollette astronomiche e a dovere dipendere da altri.
Questa situazione è un male anche per altri aspetti.
Infatti, il nucleare creerebbe lavoro e ridurrebbe la "fuga di cervelli" dal nostro Paese.
Infatti, oggi molti tecnici ed ingegneri nucleari devono andare all'estero a lavorare.
Tutto questo è giusto?
Assultamente no!
Inoltre, se dovesse spezzarsi un cavo che porta l'energia dalla Francia (o da un altro Paese limitrofo) all'Italia vi sarebbe il rischio di rimanere senza luce, cosa che accadde il 23 settembre 2003.
Bisogna avere criterio.
E poi, il risultato di quel referendum fu dettato dalla paura seguita a quello che accadde a Chernobyl.
Calvalcando questa paura, le varie "lobbies verdi", fautrici dei vari movimenti che oggi bloccano la realizzazione di importanti infrastrutture (come la TAV Lione-Torino), fecero grosse speculazioni ideologiche, con previsioni catastrofistiche.
Questo modo di agire non ha nulla a che fare con l'amore per l'ambiente ma è pura demoagogia.
Oggi, noi siamo molto indietro per colpa di questi movimenti.
Oggi, le tecnologie del nucleare sono molto più sicure.
Ad esempio, le scorie possono essere riprocessate e rese meno pericolose.
Inoltre, ricordo che l'Italia dovrà ridurre del 6,5% l'emissione dei gas serra, entro il 2012. Lo dice il Protocollo di Kyoto.
Il nucleare potrebbe sostituire l'energia termoelettrica, che emette questi gas.
E poi, la scelta del nucleare non preclude l'uso delle fonti rinnovabili.
Si può fare coesistere l'energia nucleare con quelle delle fonti rinnovabili, a cominciare da quella solare.
Inoltre, sarebbe anche una buona cosa, rivalutare anche l'energia idroelettrica, quella che io chiamo "soluzione uruguaiana".
Infatti, proprio in Uruguay, si è ricorso all'uso di centrali idroelettriche che hanno fatto calare i consumi di petrolio.
Tenendo conto delle caratteristiche morfologiche del nostro Paese, credo che si possa potenziare il settore dell'energia idroelettrica e può anche esserci un incremento maggiore di quello dell'Uruguay.
Termino, dando "una mia risposta" ad un consigliere di maggioranza del Comune di Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Durante una riunione del Consiglio comunale, un consigliere di minoranza si è detto favorevole ad un confronto con i cittadini (se non ad un referndum) sul tema.
Questo consigliere di maggioranza (di centro sinistra) gli rispose dicendo che già un referendum era stato nel 1987 ed il responso è stato contrario.
Mi permetto di "rispondere" a questo signore dicendo che dal 1987 ad oggi molte cose sono cambiate (anche sul piano delle tecnologie) e che quel referendum fu dettato dalla paura.
Cordiali saluti.
ANOMALIA ITALIANA (post con poesia)
Cari amici ed amiche.
Noi tutti conosciamo la storia del nostro Paese, l'Italia, che si unì nel 1861 sotto la corona dei Savoia ed il 20 settembre 187o Roma venne presa ed il potere temporale dei Papi cessò
Proprio in questo senso, nel processo di unificazione del nostro Paese vi fu una vera e propria "anomalia".
Infatti, mentre gli altri Paesi europei nacquero con le loro Chiese nazionali, l'Italia si unificò contro la Chiesa.
Un esempio di quanto ho detto è l'Inghilterra. Nella sua "Magna Charta Libertatum" ratificata a Runnymeae nel 1215 si parlava di libertà della Chiesa che diventava un punto di riferimento. Quel pezzo della Magna Charta fu poi rievocato da San Tommaso Moro, al momento della sua condanna a morte nel 1535.
In Italia non fu così.
Infatti, coloro che spinsero per l'unificazione furono figure come Giuseppe Garibaldi, che ebbe posizioni di marcato anticlericalismo.
Garibaldi arrivò a definire Papa Pio IX "un metro cubo di letame" e chiamò il suo asino Pionono.
Anche altri esponenti del Risorgimento non furono a favore della Chiesa.
Quando si unì l'Italia e Roma divenne capitale del Regno d'Italia, ci fu un regime apertamente ostile alla Chiesa.
Ci furono anche manifestazioni non proprio belle.
Ad esempio, nel 1881, quando ci fu la traslazione nella basilica di San Lorenzo al Verano della salma di Papa IX (che morì il 07 febbraio 1778) ci furono manifestazioni anticlericali con insulti di vario genere verso il pontefice.
Forse, il modo in cui furono trattate la "Questione meridionale" e proprio la questione del rapporto tra Stato e Chiesa lasciarono strascichi che ancora oggi si vedono.
Quell'anticlericalismo così spinto di quei secoli lasciò un'eredità.
Ancora oggi c'è chi irride la fede e c'è chi disconosce le radici della cultura italiana.
Eppure, prima del'unità d'Italia, vi furono esempi di laicità, pur in un contesto marcatamente cristiano.
Un esempio fu il Marchesato di Mantova nei secoli XV e XVI. Lì, infatti, vi fu una mentalità laica. Circa l'8% della popolazione era ebreo e molti ebrei rappresentavano parte integrante dell'intelligentia mantovana.
Inoltre, la corte raccoglieva umanisti di varia estrazione. Pensiamo alla corte di Isabella d'Este-Gonzaga (18 maggio 1474- 13 febbraio 1539). Fu un punto di riferimento per tanti intellettuali.
Quello fu un contesto di "laicità positiva" che nel Regno d'Italia, prima dei Patti Lateranensi del 1929, mancava.
Quella statua di Giordano Bruno fatta nella Piazza Campo de' Fiori a Roma, è un simbolo di quel periodo.
Ecco la poesia.
A STATULA DI GIURDANU BRUNU
Quand'autunnu si fici...cusì più ùn fù di lu Suli la luci...
quand'in Roma cascau Porta Pia...vinni unu zìmbaru...
chì lu cantu fici...et sente ùn vulitini la vuci...
l'omini tinti et di lu Novi Mondu lu sarvaturi...
chì a cumbatte ebbe in Muntivideu...chì si fici diavulu...
di lu santu nglisi ministru...quandu vinni cusì nto duluri...
a more...pè lu Papa et pè Cristu...et fù cusì l'anghjulu!
Cusì dissi questa vuci d'anticu amuri...
chì a sente ùn vulitini stari...l'omini tinti...
chì di la Santà Cità...cavea ficiru di piccaturi:
"...quod Anglicana Ecclesia libera sit..."
Et comu di la fera imago...chì a cuntari ebbe Ghjuvanni...
cusì prufeta nto Ultimu Libru...pè vulè fattu di Diu...
di Giurdanu...quellu malu fratellu...ficiru lu statula...
et cuntru lu Vaticanu...autu fari lu so' ditu...
cusì mastru Ferrari avaria vulsutu...su lu Campu di li Ciuri...
et fatta ùn fù la noscia Italia in viritati...
ché priggiuneru ancora fù Petru...pè quellu chì ficiru...
comu la Chjesa...in questa cità chì si fici di piccati!
Cordiali saluti e buona lettura.
Noi tutti conosciamo la storia del nostro Paese, l'Italia, che si unì nel 1861 sotto la corona dei Savoia ed il 20 settembre 187o Roma venne presa ed il potere temporale dei Papi cessò
Proprio in questo senso, nel processo di unificazione del nostro Paese vi fu una vera e propria "anomalia".
Infatti, mentre gli altri Paesi europei nacquero con le loro Chiese nazionali, l'Italia si unificò contro la Chiesa.
Un esempio di quanto ho detto è l'Inghilterra. Nella sua "Magna Charta Libertatum" ratificata a Runnymeae nel 1215 si parlava di libertà della Chiesa che diventava un punto di riferimento. Quel pezzo della Magna Charta fu poi rievocato da San Tommaso Moro, al momento della sua condanna a morte nel 1535.
In Italia non fu così.
Infatti, coloro che spinsero per l'unificazione furono figure come Giuseppe Garibaldi, che ebbe posizioni di marcato anticlericalismo.
Garibaldi arrivò a definire Papa Pio IX "un metro cubo di letame" e chiamò il suo asino Pionono.
Anche altri esponenti del Risorgimento non furono a favore della Chiesa.
Quando si unì l'Italia e Roma divenne capitale del Regno d'Italia, ci fu un regime apertamente ostile alla Chiesa.
Ci furono anche manifestazioni non proprio belle.
Ad esempio, nel 1881, quando ci fu la traslazione nella basilica di San Lorenzo al Verano della salma di Papa IX (che morì il 07 febbraio 1778) ci furono manifestazioni anticlericali con insulti di vario genere verso il pontefice.
Forse, il modo in cui furono trattate la "Questione meridionale" e proprio la questione del rapporto tra Stato e Chiesa lasciarono strascichi che ancora oggi si vedono.
Quell'anticlericalismo così spinto di quei secoli lasciò un'eredità.
Ancora oggi c'è chi irride la fede e c'è chi disconosce le radici della cultura italiana.
Eppure, prima del'unità d'Italia, vi furono esempi di laicità, pur in un contesto marcatamente cristiano.
Un esempio fu il Marchesato di Mantova nei secoli XV e XVI. Lì, infatti, vi fu una mentalità laica. Circa l'8% della popolazione era ebreo e molti ebrei rappresentavano parte integrante dell'intelligentia mantovana.
Inoltre, la corte raccoglieva umanisti di varia estrazione. Pensiamo alla corte di Isabella d'Este-Gonzaga (18 maggio 1474- 13 febbraio 1539). Fu un punto di riferimento per tanti intellettuali.
Quello fu un contesto di "laicità positiva" che nel Regno d'Italia, prima dei Patti Lateranensi del 1929, mancava.
Quella statua di Giordano Bruno fatta nella Piazza Campo de' Fiori a Roma, è un simbolo di quel periodo.
Ecco la poesia.
A STATULA DI GIURDANU BRUNU
Quand'autunnu si fici...cusì più ùn fù di lu Suli la luci...
quand'in Roma cascau Porta Pia...vinni unu zìmbaru...
chì lu cantu fici...et sente ùn vulitini la vuci...
l'omini tinti et di lu Novi Mondu lu sarvaturi...
chì a cumbatte ebbe in Muntivideu...chì si fici diavulu...
di lu santu nglisi ministru...quandu vinni cusì nto duluri...
a more...pè lu Papa et pè Cristu...et fù cusì l'anghjulu!
Cusì dissi questa vuci d'anticu amuri...
chì a sente ùn vulitini stari...l'omini tinti...
chì di la Santà Cità...cavea ficiru di piccaturi:
"...quod Anglicana Ecclesia libera sit..."
Et comu di la fera imago...chì a cuntari ebbe Ghjuvanni...
cusì prufeta nto Ultimu Libru...pè vulè fattu di Diu...
di Giurdanu...quellu malu fratellu...ficiru lu statula...
et cuntru lu Vaticanu...autu fari lu so' ditu...
cusì mastru Ferrari avaria vulsutu...su lu Campu di li Ciuri...
et fatta ùn fù la noscia Italia in viritati...
ché priggiuneru ancora fù Petru...pè quellu chì ficiru...
comu la Chjesa...in questa cità chì si fici di piccati!
Cordiali saluti e buona lettura.
martedì 27 aprile 2010
OMOFOBIA, UNA QUESTIONE DA TRATTARE CON CRITERIO
Cari amici ed amiche.
Prendo spunto da una puntata andata in onda ieri della trasmissione condotta da Barbara D'Urso "Pomeriggio 5", su Canale 5.
Questa puntata della succitata trasmissione ha trattato il tema dell'omosessualità. tra gli ospiti vi erano le onorevoli Paola Concia (Partito Democratico) ed Alessandra Mussolini (Popolo della Libertà).
Quello dell'omofobia è un tema complesso che va trattato con criterio e prudenza.
Posto il fatto che si debbano condannare severamente le discriminazioni e le violenze, vorrei indurre tutti voi ad una riflessione.
La proposta di legge contro l'omofobia redatta onorevole Concia ha un errore fondamentale.
Essa, infatti, non toglie la discriminazione verso gli omosessuali ma crea maggiori diseguaglianze.
Faccio un esempio di come sarebbero le cose se questa proposta fosse andata in porto.
Io, che sono eterosessuale, subisco un aggressione ed il mio aggressore subisce una certa pena.
Allo stesso modo, viene aggredito un omosessuale e l'aggressore subisce una pena maggiorata.
Questa non è più una situazione di eguaglianza ma di privilegio di una parte.
La Costituzione italiana dice che TUTTI I CITTADINI SONO UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE.
E' chiaro che quel decreto rischia di cozzare con questo principio.
Questa non è una questione di omofobia ma una questione di legge.
Se la Costituzione afferma che i cittadini sono eguali di fronte alla legge la proposta dell'onorevole Concia rischia di creare una situazione di privilegio di una determinata categoria e nuovi conflitti nella società.
Si crea, di fatto una "discriminazione al contrario".
Che differenza c'è tra questa e l'omofobia?
Cordiali saluti.
Prendo spunto da una puntata andata in onda ieri della trasmissione condotta da Barbara D'Urso "Pomeriggio 5", su Canale 5.
Questa puntata della succitata trasmissione ha trattato il tema dell'omosessualità. tra gli ospiti vi erano le onorevoli Paola Concia (Partito Democratico) ed Alessandra Mussolini (Popolo della Libertà).
Quello dell'omofobia è un tema complesso che va trattato con criterio e prudenza.
Posto il fatto che si debbano condannare severamente le discriminazioni e le violenze, vorrei indurre tutti voi ad una riflessione.
La proposta di legge contro l'omofobia redatta onorevole Concia ha un errore fondamentale.
Essa, infatti, non toglie la discriminazione verso gli omosessuali ma crea maggiori diseguaglianze.
Faccio un esempio di come sarebbero le cose se questa proposta fosse andata in porto.
Io, che sono eterosessuale, subisco un aggressione ed il mio aggressore subisce una certa pena.
Allo stesso modo, viene aggredito un omosessuale e l'aggressore subisce una pena maggiorata.
Questa non è più una situazione di eguaglianza ma di privilegio di una parte.
La Costituzione italiana dice che TUTTI I CITTADINI SONO UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE.
E' chiaro che quel decreto rischia di cozzare con questo principio.
Questa non è una questione di omofobia ma una questione di legge.
Se la Costituzione afferma che i cittadini sono eguali di fronte alla legge la proposta dell'onorevole Concia rischia di creare una situazione di privilegio di una determinata categoria e nuovi conflitti nella società.
Si crea, di fatto una "discriminazione al contrario".
Che differenza c'è tra questa e l'omofobia?
Cordiali saluti.
ACQUA, UNA GESTIONE OCULATA
Cari amici ed amiche.
C'è chi si straccia le vesti nel sentire parlare di "gestione privata dell'acqua".
Il vero problema non è una gestione pubblica o privata dell'acqua ma una gestione oculata.
Noi, qui in Italia, abbiamo delle acque di ottima qualità.
Il problema è che abbiamo degli impianti di captazione che non rendono bene e che possono disperdere fino al 60% di acqua.
Questo problema è molto grave al Sud, ove le sorgenti sono ad altitudini elevate e quindi la captazione puà avvenire tramite impianti arditi.
Oltre a questo, vi sono delle dispersioni di acqua che si potrebbero evitare. Ad esempio, in Toscana, vi è il cantiere della realizzazione di una ferrovia ad Alta Velocità.
Nel realizzare una galleria, sono state perforate delle sacche di acqua nella montagna.
Quest'acqua viene oggi drenata e gettata nel torrente Bagnone che a sua volta si butta nel fiume Sieve.
Quest'acqua si potrebbe invece depurare e riutilizzare per scopi civili ed industriali.
Una situazione simile è presente nel traforo del Gran Sasso (tra le Province di Teramo e L'Aquila, sull'autostrada Teramo-L'Aquila-Roma). Qui l'acqua viene gettata nel torrente Mavone.
Anche quest'acqua si potrebbe riutilizzare.
Nella Pianura Padano-Veneta vi sopno acque di buonissima qualità.
Ad esempio, nella zona di Isola della Scala (Verona) vi sono delle acque di risorgiva che sono di ottima qualità. Vengono usate anche per fare le soluzioni delle flebo ospedaliere.
Purtroppo, nella Pianura Padano-Veneta si fanno le colture intensive che richiedono l'uso di fertilizzanti e pesticidi.
Queste sostanze fanno male.
Ad esempio, i fertilizzanti aumentano l'azoto ed il fosforo che danneggiano sia le falde che le acque superficiali.
Ad esempio, causano l'eutrofizzazione dei laghi.
A chi è profano di queste cose, dico cos'è l'eutrofizzazione.
L'eutofizzazione è un fenomeno che consiste in una grossa fioritura di alghe nei laghi.
Essa è causata dall'aumento di azoto e fosforo.
Morendo, le alghe vanno in putrefazione ed i batteri di essa responsabili consumano l'ossigeno disciolto nell'acqua.
I pesci muoiono e si distrugge un ecosistema.
Concludo dicendo che per valorizzare le risorse servono politiche serie e proposte.
Io, ad esempio, ho proposto di realizzare nel mio Comune le "case dell'acqua". Ne parlai nel mio articolo su "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/13422/2009-02-04.html).
Le "case dell'acqua" avrebbero fatto risparmiare circa 300 Euro annui alla gente e avrebbero ridotto il volume dei rifiuti.
Non sono stato ascoltato!
Il problema della questione non è la gestione pubblica o privata ma l'oculatezza.
Cordiali saluti.
C'è chi si straccia le vesti nel sentire parlare di "gestione privata dell'acqua".
Il vero problema non è una gestione pubblica o privata dell'acqua ma una gestione oculata.
Noi, qui in Italia, abbiamo delle acque di ottima qualità.
Il problema è che abbiamo degli impianti di captazione che non rendono bene e che possono disperdere fino al 60% di acqua.
Questo problema è molto grave al Sud, ove le sorgenti sono ad altitudini elevate e quindi la captazione puà avvenire tramite impianti arditi.
Oltre a questo, vi sono delle dispersioni di acqua che si potrebbero evitare. Ad esempio, in Toscana, vi è il cantiere della realizzazione di una ferrovia ad Alta Velocità.
Nel realizzare una galleria, sono state perforate delle sacche di acqua nella montagna.
Quest'acqua viene oggi drenata e gettata nel torrente Bagnone che a sua volta si butta nel fiume Sieve.
Quest'acqua si potrebbe invece depurare e riutilizzare per scopi civili ed industriali.
Una situazione simile è presente nel traforo del Gran Sasso (tra le Province di Teramo e L'Aquila, sull'autostrada Teramo-L'Aquila-Roma). Qui l'acqua viene gettata nel torrente Mavone.
Anche quest'acqua si potrebbe riutilizzare.
Nella Pianura Padano-Veneta vi sopno acque di buonissima qualità.
Ad esempio, nella zona di Isola della Scala (Verona) vi sono delle acque di risorgiva che sono di ottima qualità. Vengono usate anche per fare le soluzioni delle flebo ospedaliere.
Purtroppo, nella Pianura Padano-Veneta si fanno le colture intensive che richiedono l'uso di fertilizzanti e pesticidi.
Queste sostanze fanno male.
Ad esempio, i fertilizzanti aumentano l'azoto ed il fosforo che danneggiano sia le falde che le acque superficiali.
Ad esempio, causano l'eutrofizzazione dei laghi.
A chi è profano di queste cose, dico cos'è l'eutrofizzazione.
L'eutofizzazione è un fenomeno che consiste in una grossa fioritura di alghe nei laghi.
Essa è causata dall'aumento di azoto e fosforo.
Morendo, le alghe vanno in putrefazione ed i batteri di essa responsabili consumano l'ossigeno disciolto nell'acqua.
I pesci muoiono e si distrugge un ecosistema.
Concludo dicendo che per valorizzare le risorse servono politiche serie e proposte.
Io, ad esempio, ho proposto di realizzare nel mio Comune le "case dell'acqua". Ne parlai nel mio articolo su "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/13422/2009-02-04.html).
Le "case dell'acqua" avrebbero fatto risparmiare circa 300 Euro annui alla gente e avrebbero ridotto il volume dei rifiuti.
Non sono stato ascoltato!
Il problema della questione non è la gestione pubblica o privata ma l'oculatezza.
Cordiali saluti.
RIVOLUZIONE FRANCESE, UNA RIVOLUZIONE ANTISTORICA!
Cari amici ed amiche.
Il 14 luglio 1789 fu un anno in cui ci fu un grosso cambiamento, la Rivoluzione francese.
In essa ci fu un'escalation di eventi che ebbero ripercussioni anche fuori dai confini francesi ed ancora oggi.
Uno di questo riguarda la questione della Chiesa.
Prima della Rivoluzione, in Francia vi fu la Chiesa cattolica gallicana, una grande Chiesa che, nonostante questo suo carattere "nazionale" (che a volte si manifestava con asprezza, come al tempo di re Luigi XIV), era parte della Chiesa universale.
Intorno a questa Chiesa si formò la Francia.
Con la Rivoluzione e la redazione della Costituzione civile del clero (1790) si tentò di trasformare la Chiesa in un organo dello Stato, come quanto accadde in Inghilterra nel 1534 con re Enrico VIII.
A differenza dello scisma inglese (che ancora contemplava uno Stato ed un popolo intorno ad una Chiesa), però, in Francia vi fu una rivoluzione che, se pur all'inizio in modo larvato, era antireligiosa.
Infatti, nel preambolo della "Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino" il Dio personale del Cristianesimo era sostituito da un "Essere Supremo", più simile al dio dei deisti e dei vari "Christomoques", come Voltaire.
Secoli di storia furono così spazzati via.
Fallito il tentativo di assoggettare allo Stato la Chiesa francese, iniziò una politica di scristianizzazione, sotto l'influsso di Jacques René Hébert (15 novembre 1757-24 marzo 1794).
Il calendario gregoriano venne sostituito da uno nuovo in cui i mesi vennero nominati in riferimento a fenomeni naturali, i nomi dei Santi vennero sostituiti da quelli di uomini di scienza e di cultura e che contò gli anni dall'inizio della repubblica, preti vennero incarcerati, le chiese vennero chiuse e trasformate in magazzini, stalle o peggio ancora, in templi per un culto neo-pagano dedicato alla Dea Ragione e vennero fatte delle mascherate anticristiane. Tra queste vi fu quella dell'asino mitrato, ossia con un carro trainato da un asino sulla cui testa venne messa una mitra vescovile e che traina un carro con i fantocci del re, del Papa e dei nobili.
Fu un pensiero ben lontano da quell'Umanesimo laico ma non anticristiano, che fu ben ripreso dai Padri fondatori degli USA.
In Francia si tornò al tempo degli imperatori Nerone, Domiziano e Diocleziano.
I nuovi "Neroni" furono Hébert e soci.
Lo Stato stesso si volle ergere a dio.
Oggi, questa è idea è presente.
Pensiamo all'assurda sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo che con una sentenza vorrebbe imporre all'Italia di togliere i crocifissi (di questo argomento parlai nell'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/18565/2009-11-09.html), alle politiche di Zapatero in Spagna, alla strumentalizzazione fatta sul caso dei preti pedofili o all'irrisione fatta contro la religione e tutti i suoi simboli. Di quest'ultima situazione ebbi delle esperienze dirette.
La Rivoluzione francese fece di fatto tornare indietro le lancette dell'orologio.
Portò un regresso nelle coscienze. Per riparare ciò, servono esempi positivi come i Santi (dai primi martiri, passando per Tommaso d'Aquino, Costantino XI Paleologo, Tommaso Moro e Carlo I Stuart, a quelli dei giorni nostri) ed i grandi uomini di cultura che si riconobbero nei valori cristiani, come Papa Silvestro II, Erasmo da Rotterdam, Reginald Pole, Alessandro Manzoni, Alessandro Volta, Gilbert Keith Chesterton e Paul Claudel.
Solo così possiamo evitare danni peggiori.
Una frase attribuita proprio a Chesterton diceva: "Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto".
Riflettiamo.
Cordiali saluti.
Il 14 luglio 1789 fu un anno in cui ci fu un grosso cambiamento, la Rivoluzione francese.
In essa ci fu un'escalation di eventi che ebbero ripercussioni anche fuori dai confini francesi ed ancora oggi.
Uno di questo riguarda la questione della Chiesa.
Prima della Rivoluzione, in Francia vi fu la Chiesa cattolica gallicana, una grande Chiesa che, nonostante questo suo carattere "nazionale" (che a volte si manifestava con asprezza, come al tempo di re Luigi XIV), era parte della Chiesa universale.
Intorno a questa Chiesa si formò la Francia.
Con la Rivoluzione e la redazione della Costituzione civile del clero (1790) si tentò di trasformare la Chiesa in un organo dello Stato, come quanto accadde in Inghilterra nel 1534 con re Enrico VIII.
A differenza dello scisma inglese (che ancora contemplava uno Stato ed un popolo intorno ad una Chiesa), però, in Francia vi fu una rivoluzione che, se pur all'inizio in modo larvato, era antireligiosa.
Infatti, nel preambolo della "Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino" il Dio personale del Cristianesimo era sostituito da un "Essere Supremo", più simile al dio dei deisti e dei vari "Christomoques", come Voltaire.
Secoli di storia furono così spazzati via.
Fallito il tentativo di assoggettare allo Stato la Chiesa francese, iniziò una politica di scristianizzazione, sotto l'influsso di Jacques René Hébert (15 novembre 1757-24 marzo 1794).
Il calendario gregoriano venne sostituito da uno nuovo in cui i mesi vennero nominati in riferimento a fenomeni naturali, i nomi dei Santi vennero sostituiti da quelli di uomini di scienza e di cultura e che contò gli anni dall'inizio della repubblica, preti vennero incarcerati, le chiese vennero chiuse e trasformate in magazzini, stalle o peggio ancora, in templi per un culto neo-pagano dedicato alla Dea Ragione e vennero fatte delle mascherate anticristiane. Tra queste vi fu quella dell'asino mitrato, ossia con un carro trainato da un asino sulla cui testa venne messa una mitra vescovile e che traina un carro con i fantocci del re, del Papa e dei nobili.
Fu un pensiero ben lontano da quell'Umanesimo laico ma non anticristiano, che fu ben ripreso dai Padri fondatori degli USA.
In Francia si tornò al tempo degli imperatori Nerone, Domiziano e Diocleziano.
I nuovi "Neroni" furono Hébert e soci.
Lo Stato stesso si volle ergere a dio.
Oggi, questa è idea è presente.
Pensiamo all'assurda sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo che con una sentenza vorrebbe imporre all'Italia di togliere i crocifissi (di questo argomento parlai nell'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/18565/2009-11-09.html), alle politiche di Zapatero in Spagna, alla strumentalizzazione fatta sul caso dei preti pedofili o all'irrisione fatta contro la religione e tutti i suoi simboli. Di quest'ultima situazione ebbi delle esperienze dirette.
La Rivoluzione francese fece di fatto tornare indietro le lancette dell'orologio.
Portò un regresso nelle coscienze. Per riparare ciò, servono esempi positivi come i Santi (dai primi martiri, passando per Tommaso d'Aquino, Costantino XI Paleologo, Tommaso Moro e Carlo I Stuart, a quelli dei giorni nostri) ed i grandi uomini di cultura che si riconobbero nei valori cristiani, come Papa Silvestro II, Erasmo da Rotterdam, Reginald Pole, Alessandro Manzoni, Alessandro Volta, Gilbert Keith Chesterton e Paul Claudel.
Solo così possiamo evitare danni peggiori.
Una frase attribuita proprio a Chesterton diceva: "Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto".
Riflettiamo.
Cordiali saluti.
lunedì 26 aprile 2010
ESTREMA DESTRA, UN PERICOLO!
Cari amici ed amiche.
Si sta verificando un fenomeno preoccupante.
In Europa e in America sta crescendo l'estrema destra. In Austria, il presidente uscente, il socialdemocratico Heinz Fischer, è stato riconfermato ma l'estrema destra si è rafforzata.
La candidata Barbara Rosenkranz (erede di Joerg Haider) ha ottenuto il 15,2 %.
In Ungheria è entrata in Parlamento. In Francia cresce il movimento di Jean Marie Le Pen.
In vari Paesi si è rafforzata.
Movimenti di questo tipo di stanno rafforzando anche negli USA di Barack Obama.
Essi sono antisemiti, xenofobi e populisti.
Perché questo?
Una spiegazione può trovarsi nella situazione di crisi.
Le tensioni aumentano e vengono covate all'interno della società e questi movimenti le cavalcano.
Come si può evitare che questi movimenti si affermino?
Servono partiti di destra moderati che siano capaci di sentire tutti gli umori del popolo e che sappiano trasformarli in "energia positiva".
Questi partiti devono essere vicini alla gente e rivalutare i valori più positivi delle tradizioni e dell'appartenenza al proprio Paese e al proprio territorio e proponendo delle riforme che siano realmente costruttive ed energiche. Essi, però, devono essere concreti nella loro opera.
Un partito di destra moderato può fare questo compito meglio di un partito di centro-sinistra.
Infatti, il partito di destra moderato può togliere potenziali consensi a questi movimenti estremi perché sa stare vicino alla gente.
Quello di centro sinistra tende ad essere distante e qui in Italia vi è una dimostrazione.
Qui in Italia, questa deriva non c'è proprio grazie al centro destra, costituito da Popolo della Libertà e Lega Nord.
Da una parte, esso ha fatto da "valvola di sfogo" di queste tensioni (stando vicino alla gente e sul territorio) e dall'altra, ha intrapreso una politica seria per affrontare la crisi.
Solo con la moderazione e la concretezza, stando con la gente, si possono evitare problemi più seri.
Cordiali saluti.
Si sta verificando un fenomeno preoccupante.
In Europa e in America sta crescendo l'estrema destra. In Austria, il presidente uscente, il socialdemocratico Heinz Fischer, è stato riconfermato ma l'estrema destra si è rafforzata.
La candidata Barbara Rosenkranz (erede di Joerg Haider) ha ottenuto il 15,2 %.
In Ungheria è entrata in Parlamento. In Francia cresce il movimento di Jean Marie Le Pen.
In vari Paesi si è rafforzata.
Movimenti di questo tipo di stanno rafforzando anche negli USA di Barack Obama.
Essi sono antisemiti, xenofobi e populisti.
Perché questo?
Una spiegazione può trovarsi nella situazione di crisi.
Le tensioni aumentano e vengono covate all'interno della società e questi movimenti le cavalcano.
Come si può evitare che questi movimenti si affermino?
Servono partiti di destra moderati che siano capaci di sentire tutti gli umori del popolo e che sappiano trasformarli in "energia positiva".
Questi partiti devono essere vicini alla gente e rivalutare i valori più positivi delle tradizioni e dell'appartenenza al proprio Paese e al proprio territorio e proponendo delle riforme che siano realmente costruttive ed energiche. Essi, però, devono essere concreti nella loro opera.
Un partito di destra moderato può fare questo compito meglio di un partito di centro-sinistra.
Infatti, il partito di destra moderato può togliere potenziali consensi a questi movimenti estremi perché sa stare vicino alla gente.
Quello di centro sinistra tende ad essere distante e qui in Italia vi è una dimostrazione.
Qui in Italia, questa deriva non c'è proprio grazie al centro destra, costituito da Popolo della Libertà e Lega Nord.
Da una parte, esso ha fatto da "valvola di sfogo" di queste tensioni (stando vicino alla gente e sul territorio) e dall'altra, ha intrapreso una politica seria per affrontare la crisi.
Solo con la moderazione e la concretezza, stando con la gente, si possono evitare problemi più seri.
Cordiali saluti.
COSTITUZIONE, BASTA ESSERE CONTRO IL FEDERALISMO E LE RIFORME!
Cari amici ed amiche.
Oggi, nella trasmissione televisiva "Protestantesimo", in onda su RAI 2, si è parlato della Costituzione e del contributo data ad essa dai protestanti. Il problema è che si parlato anche della presunta minaccia a cui essa è oggi sottoposta ed è stato stato chiamato in causa anche il gruppo "Giovani per la Costituzione" (http://www.giovaniperlacostituzione.it/) nella trasmissione vi è stato anche un certo tono non favorevole all'attuale Governo e né alle riforme costituzionali.
Innanzitutto, questa trasmissione (per altro molto interessante) smentisce chi dice che il presidente Berlusconi ha troppo potere. Il fatto che essa esista smentisce questa tesi.
Sulla Costituzione, va detto che essa va rispettata ma che non è nemmeno un "Moloch" che non può essere toccato.
La Costituzione si può riformare. E poi, vorrei ricordare che il protestantesimo riformò la Bibbia, sostituendo l'Antico Testamento redatto con il Deuterocanone (usato da noi cattolici e dagli ortodossi) con quello redatto con il Protocanone.
E poi, per essere quella che noi conosciamo, la Bibbia subì cambiementi nei secoli.
Quindi, se ciò è valso per la Bibbia può valere anche per la Costituzione.
Qui nessuno vuole mettere in discussione i principi generali della Costituzione. La prima parte di tale legge resta così com'è.
La seconda parte, quella che tratta l'organizzazione dello stato italiano, va invece rivista e modificata.
Per com'è organizzata oggi, l'Italia rischia la paralisi.
Serve prima di tutto un maggiore decentramento, un federalismo.
Le regioni devono trattenere più soldi e devono avere più competenze. Questo non significa che si debba togliere la sussidiarietà ma solo migliorare il governo del territorio, rendendone più forti le istituzioni.
Il federalismo, si potrà fare o abolendo lo statuto ordinario e creando 20 regioni a statuto autonomo con delle istituzioni centrali che si occupino del coordinamento, della politica estera, della sicurezza nazionale, della difesa e della garanzia dell'interesse nazionale per ciò che riguarda le infrastrutture oppure sostituendo le regioni con tre o quattro macro-regioni e con uno stato che fa quanto detto prima. Roma resterebbe capitale.
In questo ambito, ogni regione potrà meglio esprimere le sue potenzialtà ed i ceti politici locali saranno più responsabilizzati.
Poi, accanto al federalismo, si dovrà fare un rafforzamento delle istituzioni centrali.
Prima di tutto, si dovrà abolire il bicameralismo perfetto del Parlamento.
La Camera dei Deputati si occuperrà solo delle leggi nazionali (con un iter della loro approvazione più veloce) mentre il Senato, che diventerà "federale", farà da "ponte" tra lo stato e gli enti locali, regioni in primis.
Inoltre, si dovrà garantire la governabilità.
Come?
Prima di tutto, con una norma "antiribaltone".
In pratica, secondo questa norma, se un Governo va in crisi e non vi è più la maggioranza si va alle urne e si impediscono i "giochi di palazzo".
Inoltre, si dovrà rafforzare il potere del premier, sul modello del inglese o su quello tedesco.
Io, personalmente, sono per il presidenzialismo all'americana.
Infatti, esso è altamente democratico (perché permette l'elezione diretta del capo dello Stato) e dà la governabilità, poiché il Governo è sotto il diretto controllo del Presidente della Repubblica e può stare a prescindere dalle maggioranze in Parlamento.
In questo caso i due schieramenti avversi dovrebbero collaborare di più e credo che qui in Italia farebbe bene e toglierebbe quel clima di "guerra tra ghibellini e guelfi". Inoltre, è anche federale.
Realisticamente, però, qui in Italia difficile mettere in piedi un sistema presidenziale all'americana. Le opposizioni non sono d'accordo. Per fare le riforme, servirà anche il consenso di almeno parte dell'opposizione.
Il problema è che qui vi sono tante forze politiche che non vogliono una riforma della Costituzione perché vedono in essa un "golpe".
Agli esponenti di queste forze, voglio dire che le riforme si devono fare. Anche negli stati più centralisti, vi sono spinte autonomiste che sono prese in considerazione dai governi.
Ad esempio, in Francia vi è la "questione corsa". Si sa in Corsica, vi sono molte spinte autonomiste ed i corsi chiedono uno statuto autonomo.
Qui addirittura i corsi non si sentono francesi e se qualcuno definisce francese uno di loro potrebbe sentirsi rispondere:"Noiatri ùn semu francesi!" che tradotto significa "Noi non siamo francesi!".
Così com'è la Costituzione non regge più e rischia di portare alla paralisi lo Stato.
Bisogna riflettere.
Vorrei invitare soprattutto i giovani a riflettere.
Mantenere lo status quo non significa un maggiore impegno civico o essere per la legalità e la democrazia.
Cordiali saluti.
Oggi, nella trasmissione televisiva "Protestantesimo", in onda su RAI 2, si è parlato della Costituzione e del contributo data ad essa dai protestanti. Il problema è che si parlato anche della presunta minaccia a cui essa è oggi sottoposta ed è stato stato chiamato in causa anche il gruppo "Giovani per la Costituzione" (http://www.giovaniperlacostituzione.it/) nella trasmissione vi è stato anche un certo tono non favorevole all'attuale Governo e né alle riforme costituzionali.
Innanzitutto, questa trasmissione (per altro molto interessante) smentisce chi dice che il presidente Berlusconi ha troppo potere. Il fatto che essa esista smentisce questa tesi.
Sulla Costituzione, va detto che essa va rispettata ma che non è nemmeno un "Moloch" che non può essere toccato.
La Costituzione si può riformare. E poi, vorrei ricordare che il protestantesimo riformò la Bibbia, sostituendo l'Antico Testamento redatto con il Deuterocanone (usato da noi cattolici e dagli ortodossi) con quello redatto con il Protocanone.
E poi, per essere quella che noi conosciamo, la Bibbia subì cambiementi nei secoli.
Quindi, se ciò è valso per la Bibbia può valere anche per la Costituzione.
Qui nessuno vuole mettere in discussione i principi generali della Costituzione. La prima parte di tale legge resta così com'è.
La seconda parte, quella che tratta l'organizzazione dello stato italiano, va invece rivista e modificata.
Per com'è organizzata oggi, l'Italia rischia la paralisi.
Serve prima di tutto un maggiore decentramento, un federalismo.
Le regioni devono trattenere più soldi e devono avere più competenze. Questo non significa che si debba togliere la sussidiarietà ma solo migliorare il governo del territorio, rendendone più forti le istituzioni.
Il federalismo, si potrà fare o abolendo lo statuto ordinario e creando 20 regioni a statuto autonomo con delle istituzioni centrali che si occupino del coordinamento, della politica estera, della sicurezza nazionale, della difesa e della garanzia dell'interesse nazionale per ciò che riguarda le infrastrutture oppure sostituendo le regioni con tre o quattro macro-regioni e con uno stato che fa quanto detto prima. Roma resterebbe capitale.
In questo ambito, ogni regione potrà meglio esprimere le sue potenzialtà ed i ceti politici locali saranno più responsabilizzati.
Poi, accanto al federalismo, si dovrà fare un rafforzamento delle istituzioni centrali.
Prima di tutto, si dovrà abolire il bicameralismo perfetto del Parlamento.
La Camera dei Deputati si occuperrà solo delle leggi nazionali (con un iter della loro approvazione più veloce) mentre il Senato, che diventerà "federale", farà da "ponte" tra lo stato e gli enti locali, regioni in primis.
Inoltre, si dovrà garantire la governabilità.
Come?
Prima di tutto, con una norma "antiribaltone".
In pratica, secondo questa norma, se un Governo va in crisi e non vi è più la maggioranza si va alle urne e si impediscono i "giochi di palazzo".
Inoltre, si dovrà rafforzare il potere del premier, sul modello del inglese o su quello tedesco.
Io, personalmente, sono per il presidenzialismo all'americana.
Infatti, esso è altamente democratico (perché permette l'elezione diretta del capo dello Stato) e dà la governabilità, poiché il Governo è sotto il diretto controllo del Presidente della Repubblica e può stare a prescindere dalle maggioranze in Parlamento.
In questo caso i due schieramenti avversi dovrebbero collaborare di più e credo che qui in Italia farebbe bene e toglierebbe quel clima di "guerra tra ghibellini e guelfi". Inoltre, è anche federale.
Realisticamente, però, qui in Italia difficile mettere in piedi un sistema presidenziale all'americana. Le opposizioni non sono d'accordo. Per fare le riforme, servirà anche il consenso di almeno parte dell'opposizione.
Il problema è che qui vi sono tante forze politiche che non vogliono una riforma della Costituzione perché vedono in essa un "golpe".
Agli esponenti di queste forze, voglio dire che le riforme si devono fare. Anche negli stati più centralisti, vi sono spinte autonomiste che sono prese in considerazione dai governi.
Ad esempio, in Francia vi è la "questione corsa". Si sa in Corsica, vi sono molte spinte autonomiste ed i corsi chiedono uno statuto autonomo.
Qui addirittura i corsi non si sentono francesi e se qualcuno definisce francese uno di loro potrebbe sentirsi rispondere:"Noiatri ùn semu francesi!" che tradotto significa "Noi non siamo francesi!".
Così com'è la Costituzione non regge più e rischia di portare alla paralisi lo Stato.
Bisogna riflettere.
Vorrei invitare soprattutto i giovani a riflettere.
Mantenere lo status quo non significa un maggiore impegno civico o essere per la legalità e la democrazia.
Cordiali saluti.
domenica 25 aprile 2010
25 APRILE SPORCATO!
Cari amici ed amiche.
Purtroppo, com'è accaduto negli altri anni, il 25 aprile è diventato occasione di scontro e di divisione.
A Milano vi sono state delle manifestazioni organizzate dai gruppi di sinistra estrema che hanno insultato pesantemente il sindaco Letizia Moratti ed il presidente della Provincia Guido Podestà.
A Roma vi sono stati fatti ancora più sconcertanti. La nuova governatrice del Lazio Renata Polverini è stata contestata pesantemente da gruppi analoghi ed il presidente della Provincia Nicola Zingaretti è stato colpito in un occhio da un oggetto contundente.
Ancora più sconcertante è il fatto che quegli individui beceri ed ignoranti che hanno tenuto questo comportamento INACCETTABILE non si siano limitati solo a contestare i politici ma hanno attaccato anche gli ex-deportati dei campi di concentramento.
Queste persone hanno sporcato il 25 aprile!
Non mi si venga a dire che quegli sciocchi hanno agito "in nome della democrazia e dell'anti-fascismo".
Queste persone non sanno nemmeno cosa significa la parola "democrazia". Se ne conoscessero il significato non si comporterebbero in questo modo indegno.
Riflettiamo tutti.
Cordiali saluti.
Purtroppo, com'è accaduto negli altri anni, il 25 aprile è diventato occasione di scontro e di divisione.
A Milano vi sono state delle manifestazioni organizzate dai gruppi di sinistra estrema che hanno insultato pesantemente il sindaco Letizia Moratti ed il presidente della Provincia Guido Podestà.
A Roma vi sono stati fatti ancora più sconcertanti. La nuova governatrice del Lazio Renata Polverini è stata contestata pesantemente da gruppi analoghi ed il presidente della Provincia Nicola Zingaretti è stato colpito in un occhio da un oggetto contundente.
Ancora più sconcertante è il fatto che quegli individui beceri ed ignoranti che hanno tenuto questo comportamento INACCETTABILE non si siano limitati solo a contestare i politici ma hanno attaccato anche gli ex-deportati dei campi di concentramento.
Queste persone hanno sporcato il 25 aprile!
Non mi si venga a dire che quegli sciocchi hanno agito "in nome della democrazia e dell'anti-fascismo".
Queste persone non sanno nemmeno cosa significa la parola "democrazia". Se ne conoscessero il significato non si comporterebbero in questo modo indegno.
Riflettiamo tutti.
Cordiali saluti.
U MISTERIU NTO FOCU
Cusì visti...chì mai cunsumau...
Moyses...ntra lu lignu et li spini una Xhiamma...
chì fù lu nosciu Signuri...chì pur un'autra addumau...
com'una culonna...quandu cù lu populu lu mare fici di jamma!
Fù cusì quella...pè lu Sipritu chì hè Diu...
pè l'omini tutti salvà et cundannà...chì sarà...
comu pè l'Eggittu...cusì certu lu castìu...
et pè li rè di l'Apucalissi...chì a manghjà avarà!
Alfa et Oméga hè lu focu...
ché puru si unu faci lu primu ventu et lu sestu...
comu puru hè la Luci di l'Eucharistia...
la vita ci duna...comu cù la lanza feritu...lu pettu di Cristu!
Spiegazione.
Questa poesia parla del fuoco. Il fuoco è uno degli elementi più caratteristici e simbolici della natura.
Esso distrugge e crea.
Non a caso, nell'ultima strofa si parla di "primu ventu et lu sestu".
Infatti, quando si combinano idrogeno ed ossigeno si forma l'acqua.
La reazione è violenta e vi è una fiamma.
Il fuoco ha anche qualcosa di sacro.
In esso Dio disse a Mosè della sua missione e con una colonna di fuoco protesse gli ebrei che scappavano dall'Egitto.
Il fuoco è anche distruzione e rappresenta il castigo divino..
Non a caso nell'Apocalisse si parla di "un lago di zolfo e di fuoco".
Il fuoco è anche la Luce, ossia Gesù Cristo.
Se notate bene, nelle chiese, vi sono gli altari con l'Eucaristia.
Essi hanno sempre una piccola luce vicina.
Moyses...ntra lu lignu et li spini una Xhiamma...
chì fù lu nosciu Signuri...chì pur un'autra addumau...
com'una culonna...quandu cù lu populu lu mare fici di jamma!
Fù cusì quella...pè lu Sipritu chì hè Diu...
pè l'omini tutti salvà et cundannà...chì sarà...
comu pè l'Eggittu...cusì certu lu castìu...
et pè li rè di l'Apucalissi...chì a manghjà avarà!
Alfa et Oméga hè lu focu...
ché puru si unu faci lu primu ventu et lu sestu...
comu puru hè la Luci di l'Eucharistia...
la vita ci duna...comu cù la lanza feritu...lu pettu di Cristu!
Spiegazione.
Questa poesia parla del fuoco. Il fuoco è uno degli elementi più caratteristici e simbolici della natura.
Esso distrugge e crea.
Non a caso, nell'ultima strofa si parla di "primu ventu et lu sestu".
Infatti, quando si combinano idrogeno ed ossigeno si forma l'acqua.
La reazione è violenta e vi è una fiamma.
Il fuoco ha anche qualcosa di sacro.
In esso Dio disse a Mosè della sua missione e con una colonna di fuoco protesse gli ebrei che scappavano dall'Egitto.
Il fuoco è anche distruzione e rappresenta il castigo divino..
Non a caso nell'Apocalisse si parla di "un lago di zolfo e di fuoco".
Il fuoco è anche la Luce, ossia Gesù Cristo.
Se notate bene, nelle chiese, vi sono gli altari con l'Eucaristia.
Essi hanno sempre una piccola luce vicina.
PALERMO-MILAN, DUE CONSIDERAZIONI
Cari amici ed amiche.
Sabato 24 aprile si è giocata la partita tra Palermo e Milan.
Da milanista, devo ammettere che il Palermo ha meritato di vincere per 3-1.
Il Milan non ha sfigurato. Ad eccezione dei primi 20 minuti, in cui hanno prevalso i rosanero, che sono andati in vantaggio per 2-0, il Milan ha avuto una reazione che però è stata infruttuosa, nonostante le buone occasioni capitate.
E' stato penalizzato dalle numerose assenze per infortuni e squalifiche.
Questa partita dimostra che anche spendendo poco si possono fare degli ottimi acquisti di giocatori. Proprio il Palermo lo dimostra. Ha preso dei giocatori molto promettenti come Salvatore Sirigu, Simon Kjaer, Mattia Cassani, Edinson Cavani, Abel Hernandez, Javier Pastore e Nicolas Bertolo.
Maurizio Zamaparini non ha speso tanto e ha fatto una buonissima squadra. Il mio milan dovrebbe imparare questo, vista anche la nuova politica dell'austerity.
Trovo deplorevoli, però, gli attacchi contro il presidente Berlusconi.
Il presidente Berlusconi è stato costretto a vendere Kakà, per mettere a posto il bilancio.
Io credo che il presidente meriti solo i nostri ringraziamenti per tutto quello che ci ha fatto vincere e per tutto quello che potrà fare.
Inoltre, tutto ciò SMENTISCE alcune voci malevoli (e a volte anche becere) da parte dello schieramento politico avverso che dicono che il presidente Berlusconi sia entrato in politica per fare "i suoi porci comodi".
Queste persone dovrebbero riflettere ed anche vergognarsi!
Quanto sta succedendo al Milan dimostra l'esatto contrario.
Mi sono tolto una pietruzza dalla scarpa.
Termino, augurando che il mister Leonardo resti alla guida tecnica del Milan.
Anche se non ha ancora una robusta esperienza ha saputo dimostrare di essere bravo. Inoltre, con il suo comportamento, ha dimostrato che si può dire quello che si pensa senza offendere gli altri.
Faccio ancora i miei complimenti al Palermo.
Da persona di origini siciliane, devo dire che i ragazzi in rosanero stanno dando lustro all'isola.
Cordiali saluti.
Sabato 24 aprile si è giocata la partita tra Palermo e Milan.
Da milanista, devo ammettere che il Palermo ha meritato di vincere per 3-1.
Il Milan non ha sfigurato. Ad eccezione dei primi 20 minuti, in cui hanno prevalso i rosanero, che sono andati in vantaggio per 2-0, il Milan ha avuto una reazione che però è stata infruttuosa, nonostante le buone occasioni capitate.
E' stato penalizzato dalle numerose assenze per infortuni e squalifiche.
Questa partita dimostra che anche spendendo poco si possono fare degli ottimi acquisti di giocatori. Proprio il Palermo lo dimostra. Ha preso dei giocatori molto promettenti come Salvatore Sirigu, Simon Kjaer, Mattia Cassani, Edinson Cavani, Abel Hernandez, Javier Pastore e Nicolas Bertolo.
Maurizio Zamaparini non ha speso tanto e ha fatto una buonissima squadra. Il mio milan dovrebbe imparare questo, vista anche la nuova politica dell'austerity.
Trovo deplorevoli, però, gli attacchi contro il presidente Berlusconi.
Il presidente Berlusconi è stato costretto a vendere Kakà, per mettere a posto il bilancio.
Io credo che il presidente meriti solo i nostri ringraziamenti per tutto quello che ci ha fatto vincere e per tutto quello che potrà fare.
Inoltre, tutto ciò SMENTISCE alcune voci malevoli (e a volte anche becere) da parte dello schieramento politico avverso che dicono che il presidente Berlusconi sia entrato in politica per fare "i suoi porci comodi".
Queste persone dovrebbero riflettere ed anche vergognarsi!
Quanto sta succedendo al Milan dimostra l'esatto contrario.
Mi sono tolto una pietruzza dalla scarpa.
Termino, augurando che il mister Leonardo resti alla guida tecnica del Milan.
Anche se non ha ancora una robusta esperienza ha saputo dimostrare di essere bravo. Inoltre, con il suo comportamento, ha dimostrato che si può dire quello che si pensa senza offendere gli altri.
Faccio ancora i miei complimenti al Palermo.
Da persona di origini siciliane, devo dire che i ragazzi in rosanero stanno dando lustro all'isola.
Cordiali saluti.
sabato 24 aprile 2010
ANTIFASCISMO, DESTRA E...UNA CRITICA
Cari amici ed ed amiche.
Il 25 aprile è la festa che commemora la liberazione del nostro Paese dalla piaga del Nazi-Fascismo.
Si parla tanto di "antifascismo" .
Per antifascismo si intende quell'insieme di forze politiche e sociali che durante la II Guerra Mondiale combatterono contro il Nazi-Fascismo e che ebbe come suo massimo riferimento la "Resistenza", quel movimento costituito dalle milizie partigiane.
Ora, però, si è instaurata una "cultura" che mitizza la Resistenza in ogni suo aspetto.
La realtà storica è ben diversa.
Infatti, non tutti quelli che fecero parte della Resistenza (e che furono quindi antifascisti) in realtà vollero portare la democrazia.
Pensiamo, ad esempio, a coloro che fecero morire nelle foibe i nostri connazionali istriani e dalmati.
Essi combatterono il Nazi-Fascismo ma in realtà essi non operarono per la democrazia.
Pensiamo anche a quei partigiani comunisti che in Emilia-Romagna uccidevano i partigiani cattolici.
Questi non mirarono a portare la democrazia ma solo la loro ideologia.
E poi, si parla poco di quei numerosi preti, suore e cittadini comuni che (anche a rischio della propria vita) nascondevano nelle loro chiese, nei loro conventi e nelle loro case numerosi ebrei e dissidenti politici.
Con la loro umanità, essi fecero molto di più che non gli uomini d'armi.
Infatti, un vero cristiano mette la propria vita al servizio di Dio e, di conseguenza, del prossimo.
Gesù lo ha insegnato.
E poi, non ci si deve dimenticare dei numerosi soldati anglo-americani che morirono sulla nostro terra per liberare il nostro popolo.
Adesso, mi permetto di fare una critica.
Molto spesso, per avere detto queste cose, io vengo tacciato di "Fascismo".
Io trovo puramente demoagogica questa posizione.
Primo, i miei riferimenti culturali non sono Hitler e soci ma sono altre figure, come San Costantino XI Paleologo, Erasmo da Rotterdam, Reginald Pole, San Carlo I Stuart, i Tories britannici, George Washington, Winston Churchill,Papa Giovanni Paolo II, Benjamin Nethanyau, Ronald Reagan, George Walter Bush e Silvio Berlusconi.
Quindi, personalmente sono ben lungi dall'essere nazi-fascista.
Dire che io sono "fascista" vuole dire esprimere un parere qualunquista e non conoscere la mia storia.
Ora che mi sono tolto questa pietruzza dalla scarpa, esprimo un altro argomento.
Quelli come me, vengono visti così perché è mancata una destra moderata.
Se, dopo la II Guerra Mondiale (dopo il 45) si fosse creata qui in Italia una destra seria, forse certe cose sarebero andate in un altro modo.
Qui in Italia sarebbe servito un partito di destra che si rifacesse ai Tories britannici o al Partito Repubblicano americano.
Sarebbe stato un partito che avrebbe preso un largo consenso, dai fascisti moderati (e dissidenti dalla linea politica presa) all'area cattolica, e magari anche federalista, quindi sensibile al territorio e ben lontano dal centralismo fascista e da quello che attualmente è in vigore e ovviamente filo-americano.
Forse, una forza politica del genere, avrebbe favorito la nascita di un sistema diverso da quello attuale, ossia federale e presidenziale, proprio sul modello americano.
Avrebbe dato all'Italia una maggiore stabilità.
Oggi, un partito simile c'è ed è il Popolo della Libertà.
Questo "ritardo storico" si vede ancora oggi e la bufera che ha investito il PdL lo dimostra.
Noi giovani dobbiamo lavorare per creare una destra (o un centro destra) che si ispiri alla tradizione giudaico-cristiana, a quella della destra sociale e alle grandi culture di grandi partiti conservatori come il Partito Repubblicano americano.
Sarebbe una grande cosa.
Termino dicendo che si può essere antifascisti senza essere comunisti. La Storia (quella con la "S" maiuscola) lo dimostra.
Cordiali saluti.
Il 25 aprile è la festa che commemora la liberazione del nostro Paese dalla piaga del Nazi-Fascismo.
Si parla tanto di "antifascismo" .
Per antifascismo si intende quell'insieme di forze politiche e sociali che durante la II Guerra Mondiale combatterono contro il Nazi-Fascismo e che ebbe come suo massimo riferimento la "Resistenza", quel movimento costituito dalle milizie partigiane.
Ora, però, si è instaurata una "cultura" che mitizza la Resistenza in ogni suo aspetto.
La realtà storica è ben diversa.
Infatti, non tutti quelli che fecero parte della Resistenza (e che furono quindi antifascisti) in realtà vollero portare la democrazia.
Pensiamo, ad esempio, a coloro che fecero morire nelle foibe i nostri connazionali istriani e dalmati.
Essi combatterono il Nazi-Fascismo ma in realtà essi non operarono per la democrazia.
Pensiamo anche a quei partigiani comunisti che in Emilia-Romagna uccidevano i partigiani cattolici.
Questi non mirarono a portare la democrazia ma solo la loro ideologia.
E poi, si parla poco di quei numerosi preti, suore e cittadini comuni che (anche a rischio della propria vita) nascondevano nelle loro chiese, nei loro conventi e nelle loro case numerosi ebrei e dissidenti politici.
Con la loro umanità, essi fecero molto di più che non gli uomini d'armi.
Infatti, un vero cristiano mette la propria vita al servizio di Dio e, di conseguenza, del prossimo.
Gesù lo ha insegnato.
E poi, non ci si deve dimenticare dei numerosi soldati anglo-americani che morirono sulla nostro terra per liberare il nostro popolo.
Adesso, mi permetto di fare una critica.
Molto spesso, per avere detto queste cose, io vengo tacciato di "Fascismo".
Io trovo puramente demoagogica questa posizione.
Primo, i miei riferimenti culturali non sono Hitler e soci ma sono altre figure, come San Costantino XI Paleologo, Erasmo da Rotterdam, Reginald Pole, San Carlo I Stuart, i Tories britannici, George Washington, Winston Churchill,Papa Giovanni Paolo II, Benjamin Nethanyau, Ronald Reagan, George Walter Bush e Silvio Berlusconi.
Quindi, personalmente sono ben lungi dall'essere nazi-fascista.
Dire che io sono "fascista" vuole dire esprimere un parere qualunquista e non conoscere la mia storia.
Ora che mi sono tolto questa pietruzza dalla scarpa, esprimo un altro argomento.
Quelli come me, vengono visti così perché è mancata una destra moderata.
Se, dopo la II Guerra Mondiale (dopo il 45) si fosse creata qui in Italia una destra seria, forse certe cose sarebero andate in un altro modo.
Qui in Italia sarebbe servito un partito di destra che si rifacesse ai Tories britannici o al Partito Repubblicano americano.
Sarebbe stato un partito che avrebbe preso un largo consenso, dai fascisti moderati (e dissidenti dalla linea politica presa) all'area cattolica, e magari anche federalista, quindi sensibile al territorio e ben lontano dal centralismo fascista e da quello che attualmente è in vigore e ovviamente filo-americano.
Forse, una forza politica del genere, avrebbe favorito la nascita di un sistema diverso da quello attuale, ossia federale e presidenziale, proprio sul modello americano.
Avrebbe dato all'Italia una maggiore stabilità.
Oggi, un partito simile c'è ed è il Popolo della Libertà.
Questo "ritardo storico" si vede ancora oggi e la bufera che ha investito il PdL lo dimostra.
Noi giovani dobbiamo lavorare per creare una destra (o un centro destra) che si ispiri alla tradizione giudaico-cristiana, a quella della destra sociale e alle grandi culture di grandi partiti conservatori come il Partito Repubblicano americano.
Sarebbe una grande cosa.
Termino dicendo che si può essere antifascisti senza essere comunisti. La Storia (quella con la "S" maiuscola) lo dimostra.
Cordiali saluti.
venerdì 23 aprile 2010
REGINALD POLE, UN PAPA RIFORMATORE MANCATO
Cari amici ed amiche.
Vi parlo di un'imprtante figura del XVI secolo, il cardinale inglese Reginald Pole (Stourton Castle 03 marzo 1500-Lambeth Palace, Londra, 17 novembre 1558).
La sua famiglia fu imparentata con quella reale.
Fu parente stretto di re Riccardo III della casata di York.
Sua madre fu la contessa Margaret Pole, che venne martirizzata da re Enrico VIII il 27 maggio 1541. Fin dall'infanzia ebbe un'inclinazione religiosa.
Prese i voti giovanissimo e soggiornò in Italia fino al 1526.
Incontrò figure come Pietro Bembo, Gasparo Contarini e Pier Martire Vermigli, che in seguito passò al protestantesimo e contribuì alla redazione del "Book of Common Prayer" anglicano.
Nel 1527 tornò in Inghilterra e fu coinvolto nella questione del divorzio di re Enrico VIII. Lui fu contrario ma i canonisti dell'università parigina Sorbona furono favorevoli.
Caduto in disgrazia presso re Enrico VIII tornò in Italia e si trasferì a Padova.
Lì conobbe figure come Gian Pietro Carafa, Benedetto Fontanini e Jacopo Sadoleto.
Nel 1534 re Enrico VIII ruppe con la Chiesa di Roma e assicurò a Pole la possibilità di tornare in Inghilterra a patto che abbracciasse lo scisma. Pole fu contrario. In seguito, il re fece decapitare sua madre, che la Chiesa cattolica venera oggi come Beata. Il 22 dicembre 1536 Papa Paolo III lo fece cardinale. Fu tra coloro che prepararono il Concilio di Trento e incontrò a Nizza il re di Francia Francesco I e l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V.
Nel 1546 divenne legato pontificio nel Concilio di Trento. Intanto, dopo la decapitazione della madre, si ritirò a Viterbo e fece parte del circolo degli "Spirituali" in cui furono presenti anche Pietro Carnesecchi, nobile ed umanista fiorentino che venne bruciato sul rogo nel 1567 perché aderì al luteranesimo, ed il mistico spagnolo Juan de Valdés, un riformatore cattolico, guardato con sospetto di eresia.
Si trovò spesso in pericolo di vita.
Da una parte, si attirò i sospetti di eresia da parte di figure come il Carafa, e dall'altra ebbe la minaccia da parte di re Enrico VIII, che provò a farlo assassinare da dei sicari.
Nei conclavi del 1549 e del 1555 figurò tra i papabili. Nel 1549 avrebbe potuto diventare Papa accettando la formula "per adoriationem" ma tacque e fu eletto Papa Giulio III.
Nel 1553, in Inghilterra salì sul trono Maria I, figlia di primo letto di re Enrico VIII.
Ella volle ripristinare il cattolicesimo e, deposto l'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (1555), lo richiamò in patria.
I'11 dicembre 1555 divenne amministratore apostolico di Canterbury.
Il 20 marzo 1556 ricevette l'ordinazione presbiterale. L'ultimo periodo inglese fu caratterizzato dalla persecuzione contro i protestanti che fu provocata da Maria I.
Dodici ore dopo la morte della regina, egli morì senza essere riuscito a riportare l'Inghilterra in comunione con Roma.
Pole, fu un vescovo che avrebbe voluto riformare la Chiesa.
Si ispirò ad Erasmo da Rotterdam e credette nella reale possibilità di fare una Riforma dentro la Chiesa.
Se fosse divenuto Papa, cosa sarebbe successo?
La storia non si fa con i ma e con i se ma provo a dare un'idea. Se fosse divenuto Papa, egli avrebbe riformato la Chiesa. Ad esempio, avrebbe ridato una giusta dignità al culto della Vergine e dei Santi.
Infatti, molto spesso il culto della Vergine e dei Santi era smodato, un po' com'è oggi, in certe situazioni
Molto spesso si chiede aiuto alla Vergine o ai Santi, senza tenere conto che vi è Colui che è superiore ad essi e per il quale essi fecero la loro missione, Gesù Cristo. Succedeva allora, come succede oggi.
Forse, Pole, avrebbe ridato una giusta dimensione a ciò.
Inoltre, avrebbe arginato il protestantesimo, proprio togliendo gli eccessi e gli abusi di cui la Chiesa era accusata. Si sarebbe confrontato con i protestanti sul loro stesso terreno e forse CON IL DIALOGO E SENZA LE ARMI. Lo dimostrò confrontandosi con figure come il già citato Carnesecchi. Inoltre, durante la sua esperienza italiana, egli collaborò con un ebreo fiammingo, un tale Giovanni di Kempen, nello studio filologico della Bibbia.
Forse avrebbe potuto dare una svolta nel rapporto tra ebrei e cattolici.
Inoltre, avrebbe messo pressione sull'Inghilterra, dando maggior forza ai cattolici inglesi.
Sarebbe stato un po' come il Servo di Dio Giovanni Paolo II, con la Polonia. Anzi, forse, ne fu anche il precursore.
Reginald Pole fu una figura molto forte ed anche all'avanguardia.
Fu un uomo del suo tempo proiettato in avanti.
Il Concilio Vaticano II fu la sua vittoria.
Cordiali saluti.
Vi parlo di un'imprtante figura del XVI secolo, il cardinale inglese Reginald Pole (Stourton Castle 03 marzo 1500-Lambeth Palace, Londra, 17 novembre 1558).
La sua famiglia fu imparentata con quella reale.
Fu parente stretto di re Riccardo III della casata di York.
Sua madre fu la contessa Margaret Pole, che venne martirizzata da re Enrico VIII il 27 maggio 1541. Fin dall'infanzia ebbe un'inclinazione religiosa.
Prese i voti giovanissimo e soggiornò in Italia fino al 1526.
Incontrò figure come Pietro Bembo, Gasparo Contarini e Pier Martire Vermigli, che in seguito passò al protestantesimo e contribuì alla redazione del "Book of Common Prayer" anglicano.
Nel 1527 tornò in Inghilterra e fu coinvolto nella questione del divorzio di re Enrico VIII. Lui fu contrario ma i canonisti dell'università parigina Sorbona furono favorevoli.
Caduto in disgrazia presso re Enrico VIII tornò in Italia e si trasferì a Padova.
Lì conobbe figure come Gian Pietro Carafa, Benedetto Fontanini e Jacopo Sadoleto.
Nel 1534 re Enrico VIII ruppe con la Chiesa di Roma e assicurò a Pole la possibilità di tornare in Inghilterra a patto che abbracciasse lo scisma. Pole fu contrario. In seguito, il re fece decapitare sua madre, che la Chiesa cattolica venera oggi come Beata. Il 22 dicembre 1536 Papa Paolo III lo fece cardinale. Fu tra coloro che prepararono il Concilio di Trento e incontrò a Nizza il re di Francia Francesco I e l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V.
Nel 1546 divenne legato pontificio nel Concilio di Trento. Intanto, dopo la decapitazione della madre, si ritirò a Viterbo e fece parte del circolo degli "Spirituali" in cui furono presenti anche Pietro Carnesecchi, nobile ed umanista fiorentino che venne bruciato sul rogo nel 1567 perché aderì al luteranesimo, ed il mistico spagnolo Juan de Valdés, un riformatore cattolico, guardato con sospetto di eresia.
Si trovò spesso in pericolo di vita.
Da una parte, si attirò i sospetti di eresia da parte di figure come il Carafa, e dall'altra ebbe la minaccia da parte di re Enrico VIII, che provò a farlo assassinare da dei sicari.
Nei conclavi del 1549 e del 1555 figurò tra i papabili. Nel 1549 avrebbe potuto diventare Papa accettando la formula "per adoriationem" ma tacque e fu eletto Papa Giulio III.
Nel 1553, in Inghilterra salì sul trono Maria I, figlia di primo letto di re Enrico VIII.
Ella volle ripristinare il cattolicesimo e, deposto l'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (1555), lo richiamò in patria.
I'11 dicembre 1555 divenne amministratore apostolico di Canterbury.
Il 20 marzo 1556 ricevette l'ordinazione presbiterale. L'ultimo periodo inglese fu caratterizzato dalla persecuzione contro i protestanti che fu provocata da Maria I.
Dodici ore dopo la morte della regina, egli morì senza essere riuscito a riportare l'Inghilterra in comunione con Roma.
Pole, fu un vescovo che avrebbe voluto riformare la Chiesa.
Si ispirò ad Erasmo da Rotterdam e credette nella reale possibilità di fare una Riforma dentro la Chiesa.
Se fosse divenuto Papa, cosa sarebbe successo?
La storia non si fa con i ma e con i se ma provo a dare un'idea. Se fosse divenuto Papa, egli avrebbe riformato la Chiesa. Ad esempio, avrebbe ridato una giusta dignità al culto della Vergine e dei Santi.
Infatti, molto spesso il culto della Vergine e dei Santi era smodato, un po' com'è oggi, in certe situazioni
Molto spesso si chiede aiuto alla Vergine o ai Santi, senza tenere conto che vi è Colui che è superiore ad essi e per il quale essi fecero la loro missione, Gesù Cristo. Succedeva allora, come succede oggi.
Forse, Pole, avrebbe ridato una giusta dimensione a ciò.
Inoltre, avrebbe arginato il protestantesimo, proprio togliendo gli eccessi e gli abusi di cui la Chiesa era accusata. Si sarebbe confrontato con i protestanti sul loro stesso terreno e forse CON IL DIALOGO E SENZA LE ARMI. Lo dimostrò confrontandosi con figure come il già citato Carnesecchi. Inoltre, durante la sua esperienza italiana, egli collaborò con un ebreo fiammingo, un tale Giovanni di Kempen, nello studio filologico della Bibbia.
Forse avrebbe potuto dare una svolta nel rapporto tra ebrei e cattolici.
Inoltre, avrebbe messo pressione sull'Inghilterra, dando maggior forza ai cattolici inglesi.
Sarebbe stato un po' come il Servo di Dio Giovanni Paolo II, con la Polonia. Anzi, forse, ne fu anche il precursore.
Reginald Pole fu una figura molto forte ed anche all'avanguardia.
Fu un uomo del suo tempo proiettato in avanti.
Il Concilio Vaticano II fu la sua vittoria.
Cordiali saluti.
FINI? SE NON SI ALLINEA DOVRA' ANDARSENE!
Cari amici ed amiche.
L'assemblea della direzione del Popolo della Libertà dimostra che nel partito c'è una grande democrazia interna.
Questo mi rende orgoglioso di avere aderito a questo partito.
Del resto, se così non fosse il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini non potrebbe dire quello che ha detto fino ad ora.
Quindi, la sua lamentela di una presunta mancanza di democrazia nel PdL (come dicono a Milano) è fuffa.
Anzi, è fuori luogo e dannosa per il partito e per il Governo, tenendo conto anche del fatto che Fini è presidente della Camera dei Deputati.
Certamente, se Fini non riconosce il fatto di essere minoranza nel partito dovrà pagarne le conseguenze, anche con un'eventuale espulsione.
In pratica, o lui si allinea alla politica o se ne andrà da solo oppure lo si dovrà espellere, con dimissioni da presidente della Camera.
Non si può bloccare l'azione di un Governo perché una persona (che tra l'altro riveste il ruolo di presidente della Camera) ee i suoi fedelissimi continuano ad attaccarne la linea politica.
Gli elettori stessi hanno deciso che la linea del PdL va bene così com'è e solo il 6% della direzione ieri ha dato parere favorevole a Fini. Il rimanente 94% è favorevole all'attuale linea politica del PdL.
Il presidente della Camera dei Deputati accetti ciò. Questo non vuole dire che debba abiurare le proprie idee ma vuole dire che lui deve accettare il fatto di essere minoritario e che deve smetterla di continuare a mettersi di traverso.
Qui si sta mettendo a rischio un progetto. E' notizia di oggi che anche la Lega Nord stia iniziando ad avere dell'insofferenza verso questo empasse.
Così, si rischia di compromettere un progetto di riforme e di rilancio del nostro Paese.
Quindi, Fini farebbe bene a riflettere.
Non si può dire di stare nel PdL e poi dire anche "Non faccio tutto quello che il presidente Berlusconi (o l'organo direttivo) mi chiede" oppure "Mi rifiuto di riconoscere la linea politica del partito".
Il PdL non è una caserma ma non è nemmeno un bordello. Questo vale per Fini, come per alcuni esponenti locali che a volte si comportano da "generali senza esercito".
Se lui continua così, dovrà assumersi la responsabilità di tutto quello che sta accadendo.
Cordiali saluti.
L'assemblea della direzione del Popolo della Libertà dimostra che nel partito c'è una grande democrazia interna.
Questo mi rende orgoglioso di avere aderito a questo partito.
Del resto, se così non fosse il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini non potrebbe dire quello che ha detto fino ad ora.
Quindi, la sua lamentela di una presunta mancanza di democrazia nel PdL (come dicono a Milano) è fuffa.
Anzi, è fuori luogo e dannosa per il partito e per il Governo, tenendo conto anche del fatto che Fini è presidente della Camera dei Deputati.
Certamente, se Fini non riconosce il fatto di essere minoranza nel partito dovrà pagarne le conseguenze, anche con un'eventuale espulsione.
In pratica, o lui si allinea alla politica o se ne andrà da solo oppure lo si dovrà espellere, con dimissioni da presidente della Camera.
Non si può bloccare l'azione di un Governo perché una persona (che tra l'altro riveste il ruolo di presidente della Camera) ee i suoi fedelissimi continuano ad attaccarne la linea politica.
Gli elettori stessi hanno deciso che la linea del PdL va bene così com'è e solo il 6% della direzione ieri ha dato parere favorevole a Fini. Il rimanente 94% è favorevole all'attuale linea politica del PdL.
Il presidente della Camera dei Deputati accetti ciò. Questo non vuole dire che debba abiurare le proprie idee ma vuole dire che lui deve accettare il fatto di essere minoritario e che deve smetterla di continuare a mettersi di traverso.
Qui si sta mettendo a rischio un progetto. E' notizia di oggi che anche la Lega Nord stia iniziando ad avere dell'insofferenza verso questo empasse.
Così, si rischia di compromettere un progetto di riforme e di rilancio del nostro Paese.
Quindi, Fini farebbe bene a riflettere.
Non si può dire di stare nel PdL e poi dire anche "Non faccio tutto quello che il presidente Berlusconi (o l'organo direttivo) mi chiede" oppure "Mi rifiuto di riconoscere la linea politica del partito".
Il PdL non è una caserma ma non è nemmeno un bordello. Questo vale per Fini, come per alcuni esponenti locali che a volte si comportano da "generali senza esercito".
Se lui continua così, dovrà assumersi la responsabilità di tutto quello che sta accadendo.
Cordiali saluti.
giovedì 22 aprile 2010
USA, UNA NUOVA CULLA DELL'UMANESIMO GIUDAICO-CRISTIANO
Cari amici ed amiche.
Che gli USA siano un Paese straordinario, lo dice la storia.
Infatti, in questo grande Paese si è saputo coniugare l'Illuminismo più moderato con la tradizione giudaico-cristiana portata dai Padri Pellegrini (salpati dall'Inghilterra con la nave "Mayflower" il 06 maggio 1620), dai realisti anglicani e dai cattolici in fuga dalla dittatura di Oliver Cromwell e dai missionari cattolici che partirono per il Nuovo Mondo, l'America del Nord, ove l'Inghilterra iniziò ad avere delle colonie
Il 04 luglio 1776, le tredici colonie inglesi dichiararono l'indipendenza dalla madre patria britannica, con il lavoro di George Washington che il 30 aprile 1789 diventò il primo presidente degli Sati Uniti d'America.
Washington e gli altri Padri Fondatori di questo nuovo Paese portarono i principi illuministi di eguaglianza e di libertà di opinione e di culto.
Questi principi furono temperati ed arricchiti da quel bagaglio di esperienza politica anglosassone, figli di quella Magna Charta firmata da re Giovanni Senza Terra nel 1215 a Runnymede, e in particolare dalla visione cristiana.
Gli Stati Uniti d'America di oggi sono il frutto dell'unione di queste tre tradizioni che permeano la società americana.
In pratica la concezione americana è la stessa di quella famosa "Aufklarung cattolica" del secolo XVIII.
Mentre qui in Europa certe degenerazioni della visione illuminista portarono a politiche di attacco contro la fede (specie durante la Rivoluzione Francese) e in seguito portarono ad una visione nichilista che si tradussero in Comunismo e Nazi-fascismo, negli USA, se pur non senza fatica, la concezione illuminista imparò a coesistere con la visione cristiana.
Anche per questo, gli USA dettero un contributo efficace nella lotta contro il Nazi-Fascismo.
Tra l'altro, visto che siamo vicini al 25 aprile, vi invito a ricordare anche quei giovani americani che morirono qui in Europa per liberarci dalla piaga portata da Hitler e soci.
Inoltre, gli USA furono un baluardo contro l'avanzare del Comunismo.
Forse, proprio questo "sentimento profondo" di grande tradizione cristiana fu (ed è tutt'ora) la vera forza degli USA.
Gli USA sono forti perché hanno un'anima, cosa che non ha l'Europa che non ha avuto il coraggio di mettere il riferimento alla sue radici giudaico-cristiane nella sua Costituzione.
Ricordo che levare Dio da ogni riferimento della vita pubblica significa esporsi al rischio di creare una cultura nichilista che alla lunga portarà ai "mostri" come Nazi-Fascismo e Comunismo. Negli USA, queste cose non successero mai ed il perché sta in "In God We Trust" che si trova sul Dollaro.
L'Europa impari.
Dire che gli USA sono il frutto di chissà quale cospirazione di frammassoni o giudaico-massonica significa solo avere una visione distorta ed errata della storia.
Il fatto che oggi, a Norcia vi siano dei giovani monaci americani a tenere in piedi i luoghi di San Benedetto (Patrono d'Europa) smentisce questi teoremi e dimostra la "bontà dell'essere americani".
Riflettiamo.
Cordiali saluti.
Che gli USA siano un Paese straordinario, lo dice la storia.
Infatti, in questo grande Paese si è saputo coniugare l'Illuminismo più moderato con la tradizione giudaico-cristiana portata dai Padri Pellegrini (salpati dall'Inghilterra con la nave "Mayflower" il 06 maggio 1620), dai realisti anglicani e dai cattolici in fuga dalla dittatura di Oliver Cromwell e dai missionari cattolici che partirono per il Nuovo Mondo, l'America del Nord, ove l'Inghilterra iniziò ad avere delle colonie
Il 04 luglio 1776, le tredici colonie inglesi dichiararono l'indipendenza dalla madre patria britannica, con il lavoro di George Washington che il 30 aprile 1789 diventò il primo presidente degli Sati Uniti d'America.
Washington e gli altri Padri Fondatori di questo nuovo Paese portarono i principi illuministi di eguaglianza e di libertà di opinione e di culto.
Questi principi furono temperati ed arricchiti da quel bagaglio di esperienza politica anglosassone, figli di quella Magna Charta firmata da re Giovanni Senza Terra nel 1215 a Runnymede, e in particolare dalla visione cristiana.
Gli Stati Uniti d'America di oggi sono il frutto dell'unione di queste tre tradizioni che permeano la società americana.
In pratica la concezione americana è la stessa di quella famosa "Aufklarung cattolica" del secolo XVIII.
Mentre qui in Europa certe degenerazioni della visione illuminista portarono a politiche di attacco contro la fede (specie durante la Rivoluzione Francese) e in seguito portarono ad una visione nichilista che si tradussero in Comunismo e Nazi-fascismo, negli USA, se pur non senza fatica, la concezione illuminista imparò a coesistere con la visione cristiana.
Anche per questo, gli USA dettero un contributo efficace nella lotta contro il Nazi-Fascismo.
Tra l'altro, visto che siamo vicini al 25 aprile, vi invito a ricordare anche quei giovani americani che morirono qui in Europa per liberarci dalla piaga portata da Hitler e soci.
Inoltre, gli USA furono un baluardo contro l'avanzare del Comunismo.
Forse, proprio questo "sentimento profondo" di grande tradizione cristiana fu (ed è tutt'ora) la vera forza degli USA.
Gli USA sono forti perché hanno un'anima, cosa che non ha l'Europa che non ha avuto il coraggio di mettere il riferimento alla sue radici giudaico-cristiane nella sua Costituzione.
Ricordo che levare Dio da ogni riferimento della vita pubblica significa esporsi al rischio di creare una cultura nichilista che alla lunga portarà ai "mostri" come Nazi-Fascismo e Comunismo. Negli USA, queste cose non successero mai ed il perché sta in "In God We Trust" che si trova sul Dollaro.
L'Europa impari.
Dire che gli USA sono il frutto di chissà quale cospirazione di frammassoni o giudaico-massonica significa solo avere una visione distorta ed errata della storia.
Il fatto che oggi, a Norcia vi siano dei giovani monaci americani a tenere in piedi i luoghi di San Benedetto (Patrono d'Europa) smentisce questi teoremi e dimostra la "bontà dell'essere americani".
Riflettiamo.
Cordiali saluti.
FINI, COSA FA?
Cari amici ed amiche.
Io trovo non condivisibile quanto sta facendo l'onorevole Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati e co-fondatore del Popolo della Libertà.
Da qualche tempo a questa parte, Fini afferma cose che sono eterodosse rispetto alla linea di Governo e del centro destra (dal rapporto con Lega Nord, alla questione del voto agli immigrati fino ad arrivare a quella delle coppie di fatto) e dice delle cose, a volte molto discutibili.
Mi riferisco, ad esempio, a quando definì gli immigrati "più italiani dei discendenti degli italiani all'estero".
Lui dice di volere vedere una maggiore democrazia nel PdL.
I risultati delle recenti elezioni dimostrano che la sua linea non fa presa né sul PdL e né sull'elettorato di centro destra.
Qundi la linea di Fini è minoritaria.
In democrazia, a dettare la linea è la maggioranza. La minoranza ha il diritto di esprimersi (e non sembra che ciò a Fini e ai suoi sia stato impedito) ma non può continuare a fare di diktat e a porre dei veti su questioni importanti.
Una situazione del genere non è democrazia ma è una dittatura della minoranza.
Il PdL è nato anche per evitare questi "giochi".
Se dovesse saltare il principio in cui, pur rispettata ed in certi temi ascoltata, una minoranza accetta di essere tale, verrebbe meno uno dei principi fondanti dello stesso PdL.
Inoltre, la linea politica di Fini non è chiara.
Si dice di destra ma poi afferma cose di sinistra ed il fatto che gli unici ad applaudirlo siano gli elettori di centro-sinistra lo dimostra.
E poi, cosa significa "non uscire dal partito ma fare una corrente in esso"?
O si è in un partito e si accetta la linea della sua maggioranza (che è voluta dagli elettori) o si sta fuori di esso. Nemmeno lui sa dove andare. Vuole mettersi con Casini?
In fatto di bioetica, ad esempio, tra Fini e l'Udc corre un abisso.
Vuole restare nel PdL?
Allora perché non ne accetta la linea politica?
Vuole passare al PD?
Cosa diranno, allora, la componente più di sinistra del partito di Bersani e quella cattolica?
Forse, vorrà mettersi con l'Italia dei Valori o con i Radicali, visti alcune sue posizioni verso la Chiesa!
La linea di Fini è minoritaria. Se poi, un giorno, dovesse diventare maggioritaria, si discuterà ma al momento è una minoranza.
Mi auguro che Fini passi a più miti consigli.
Cordiali saluti.
Io trovo non condivisibile quanto sta facendo l'onorevole Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati e co-fondatore del Popolo della Libertà.
Da qualche tempo a questa parte, Fini afferma cose che sono eterodosse rispetto alla linea di Governo e del centro destra (dal rapporto con Lega Nord, alla questione del voto agli immigrati fino ad arrivare a quella delle coppie di fatto) e dice delle cose, a volte molto discutibili.
Mi riferisco, ad esempio, a quando definì gli immigrati "più italiani dei discendenti degli italiani all'estero".
Lui dice di volere vedere una maggiore democrazia nel PdL.
I risultati delle recenti elezioni dimostrano che la sua linea non fa presa né sul PdL e né sull'elettorato di centro destra.
Qundi la linea di Fini è minoritaria.
In democrazia, a dettare la linea è la maggioranza. La minoranza ha il diritto di esprimersi (e non sembra che ciò a Fini e ai suoi sia stato impedito) ma non può continuare a fare di diktat e a porre dei veti su questioni importanti.
Una situazione del genere non è democrazia ma è una dittatura della minoranza.
Il PdL è nato anche per evitare questi "giochi".
Se dovesse saltare il principio in cui, pur rispettata ed in certi temi ascoltata, una minoranza accetta di essere tale, verrebbe meno uno dei principi fondanti dello stesso PdL.
Inoltre, la linea politica di Fini non è chiara.
Si dice di destra ma poi afferma cose di sinistra ed il fatto che gli unici ad applaudirlo siano gli elettori di centro-sinistra lo dimostra.
E poi, cosa significa "non uscire dal partito ma fare una corrente in esso"?
O si è in un partito e si accetta la linea della sua maggioranza (che è voluta dagli elettori) o si sta fuori di esso. Nemmeno lui sa dove andare. Vuole mettersi con Casini?
In fatto di bioetica, ad esempio, tra Fini e l'Udc corre un abisso.
Vuole restare nel PdL?
Allora perché non ne accetta la linea politica?
Vuole passare al PD?
Cosa diranno, allora, la componente più di sinistra del partito di Bersani e quella cattolica?
Forse, vorrà mettersi con l'Italia dei Valori o con i Radicali, visti alcune sue posizioni verso la Chiesa!
La linea di Fini è minoritaria. Se poi, un giorno, dovesse diventare maggioritaria, si discuterà ma al momento è una minoranza.
Mi auguro che Fini passi a più miti consigli.
Cordiali saluti.
mercoledì 21 aprile 2010
LAICITA', UNA COSA SERIA!
Cari amici ed amiche.
Leggete il post di questo blog http://italiaemondo.blogspot.com/2010/04/pedofilia-e-preti-considerazioni.html. Questo post ricevette un commento anonimo che vi invito a leggere.
Vi invito a fare questa riflessione. Qui si è instaurato un concetto sbagliato di laicità.
In quel post io avevo detto che la stuazione dei preti pedofili è scoppiata quando il Papa ha toccato i temi della famiglia e delle vita e che ci sono delle lobbies che sono contro tutto ciò.
Io ribadisco quanto detto. Qui nessuno vuole fare delle discriminazioni contro gli omosessuali, questione sollevata dall'interlocutore, ma la famiglia è una cosa ben diversa.
Io non ho mai detto che tutti gli omosessuali siano pervertiti. Molti di loro saranno anche brave persone. Gli omosessuali sono persone e come tali vanno rispettati ma la famiglia è tutta un'altra cosa. Anche la nostra Costituzione lo dice.
Quanto ai preti, io posso replicare dicendo che la stragrande maggioranza di loro sono uomini degni che dedicano la loro vita a Dio e alla comunità cristiana di cui sono pastori.
E poi, l'interlocutore lamenta il fatto che ai preti vengano affidati i bambini e, a suo giudizio il reato di pedofilia sarebbe più grave.
Io gli voglio ricordare che i bambini vengono affidati anche ad insegnanti laici, o addirittura credenti di una religione diversa dalla cattolica o atei.
Purtroppo, la pedofilia è presente anche tra gli insegnanti.
Ci sono già stati dei casi.
Vorrei che ci si scandalizzasse anche di questo.
La pedofilia è una cosa brutta e DA CONDANNARE, sia che a farla sia un prete e sia che farla sia un laico. La pedofilia è sempre molto grave.
La verità è che qui c'è un concetto sbagliato di laicità.
La vera laicità non attacca la religione ma al contrario ne rivendica anche un suo spazio. Oggi si è instaurato un concetto in cui un "modo di fare veramente laico" è quello che attacca la religione (e in particolare la Chiesa cattolica) sempre e comunque.
Questa non è laicità.
La vera laicità la insegnò anche Gesù Cristo che predicò le Scritture nonostante non fosse stato un sacerdote.
Infatti, al tempo di Gesù solo quelli della Tribù di Levi potevano essere sacerdoti ( e di conseguenza potevano leggere e predicare le Scritture) mentre Gesù era della Tribù di Giuda.
Lui diede una nuova interpretazione alle Scritture ed introdusse il sacerdozio ministeriale, investendo Pietro come primo Papa e gli altri apastoli come primi vescovi.
Fu una visione laica. La laicità fa parte del Cristianesimo.
Quindi, per essere veramente laici non si può zittire la Chiesa.
In un contesto di laicità anche la Chiesa può parlare.
In un contesto di laicità non ci si può scandalizzare solo se il reato di pedofilia è fatto da un prete mentre si tace (o si reagisce in modo blando) se è fatta da un'altra persona.
La pedofilia va condannata sempre e comunque.
Del resto, il Santo Padre ha dimostrato di avere l'intelligenza ed il coraggio per affrontare la vicenda e, nella sua direttiva, ha incoraggiato i fedeli a denunciare ogni abuso fatto da uomini di Chiesa.
Bisogna capire che questa triste vicenda è stata strumentalizzata.
E' ora di riportare un concetto di quella "vera laicità" di cui ho parlato.
Cordiali saluti.
Leggete il post di questo blog http://italiaemondo.blogspot.com/2010/04/pedofilia-e-preti-considerazioni.html. Questo post ricevette un commento anonimo che vi invito a leggere.
Vi invito a fare questa riflessione. Qui si è instaurato un concetto sbagliato di laicità.
In quel post io avevo detto che la stuazione dei preti pedofili è scoppiata quando il Papa ha toccato i temi della famiglia e delle vita e che ci sono delle lobbies che sono contro tutto ciò.
Io ribadisco quanto detto. Qui nessuno vuole fare delle discriminazioni contro gli omosessuali, questione sollevata dall'interlocutore, ma la famiglia è una cosa ben diversa.
Io non ho mai detto che tutti gli omosessuali siano pervertiti. Molti di loro saranno anche brave persone. Gli omosessuali sono persone e come tali vanno rispettati ma la famiglia è tutta un'altra cosa. Anche la nostra Costituzione lo dice.
Quanto ai preti, io posso replicare dicendo che la stragrande maggioranza di loro sono uomini degni che dedicano la loro vita a Dio e alla comunità cristiana di cui sono pastori.
E poi, l'interlocutore lamenta il fatto che ai preti vengano affidati i bambini e, a suo giudizio il reato di pedofilia sarebbe più grave.
Io gli voglio ricordare che i bambini vengono affidati anche ad insegnanti laici, o addirittura credenti di una religione diversa dalla cattolica o atei.
Purtroppo, la pedofilia è presente anche tra gli insegnanti.
Ci sono già stati dei casi.
Vorrei che ci si scandalizzasse anche di questo.
La pedofilia è una cosa brutta e DA CONDANNARE, sia che a farla sia un prete e sia che farla sia un laico. La pedofilia è sempre molto grave.
La verità è che qui c'è un concetto sbagliato di laicità.
La vera laicità non attacca la religione ma al contrario ne rivendica anche un suo spazio. Oggi si è instaurato un concetto in cui un "modo di fare veramente laico" è quello che attacca la religione (e in particolare la Chiesa cattolica) sempre e comunque.
Questa non è laicità.
La vera laicità la insegnò anche Gesù Cristo che predicò le Scritture nonostante non fosse stato un sacerdote.
Infatti, al tempo di Gesù solo quelli della Tribù di Levi potevano essere sacerdoti ( e di conseguenza potevano leggere e predicare le Scritture) mentre Gesù era della Tribù di Giuda.
Lui diede una nuova interpretazione alle Scritture ed introdusse il sacerdozio ministeriale, investendo Pietro come primo Papa e gli altri apastoli come primi vescovi.
Fu una visione laica. La laicità fa parte del Cristianesimo.
Quindi, per essere veramente laici non si può zittire la Chiesa.
In un contesto di laicità anche la Chiesa può parlare.
In un contesto di laicità non ci si può scandalizzare solo se il reato di pedofilia è fatto da un prete mentre si tace (o si reagisce in modo blando) se è fatta da un'altra persona.
La pedofilia va condannata sempre e comunque.
Del resto, il Santo Padre ha dimostrato di avere l'intelligenza ed il coraggio per affrontare la vicenda e, nella sua direttiva, ha incoraggiato i fedeli a denunciare ogni abuso fatto da uomini di Chiesa.
Bisogna capire che questa triste vicenda è stata strumentalizzata.
E' ora di riportare un concetto di quella "vera laicità" di cui ho parlato.
Cordiali saluti.
martedì 20 aprile 2010
EYJAFJALLAJOKULL, CI SERVA DA MONITO PER POSSIBILI CATASTROFI.
Cari amici ed amiche.
Quanto successo in Islanda con il vulcano Eyjafjallajokull deve servirci da monito.
Il vulcano ha emesso una grossa nube di ceneri, dovute al contatto tra lava ed acqua, con gravi disagi in vari settori, dalla circolazione degli aerei all'agricoltura.
Ora, questi eventi possono avere conseguenze anche sul clima.
Ad esempio, la presenza di polveri possono alimentare una maggiore energia elettrostatica una maggiore elettricità significa anche una maggiore frequenza dei temporali, con fulmini e tuoni.
Ora, però bisogna tenere in considerazione un'altra situazione.
Di vulcani attivi ce ne sono tanti.
Pensiamo al Popocatepetl, in Messico, al Tupungato, in Argentina, al Mount Egmont/Taranaki, in Nuova Zelanda, o ai già citati vulcani islandesi.
Qui in Italia, vi sono Stromboli, Vulcano, Vesuvio ed Etna, oltre a quello sottomarino Marsili.
Vesuvio e Vulcano sono esplosivi.
Ora, però, esistono altri sistemi vulcanici ancora più pericolosi.
Un esempio? Il Parco di Yellowstone, in Wyoming, USA.
Il Parco di Yellowstone nasconde un "supervulcano".
Esso è attivo e la riduzione del lago significa che vi è una pressione del magma.
Secondo gli esperti esso potrebbe eruttare con gravisime conseguenze.
Infatti, una sua eruzione potrebbe essere esplosiva e creare una gigantesca nube piroclastica che potrebbe coprire anche gli interi USA, con ripercussioni su tutta la Terra.
Potrebbe essere peggiore anche dell'eruzione del vulcano Tambora, avvenuta nel 1815.
L'anno successivo passò alla storia come "l'anno senza estate".
Infatti, la nube oscurò il cielo e creò problemi all'irraggiamento del Sole.
Ci furono ripercussioni su tutto il sistema.
Ad esempio, l' agricoltura ebbe dei problemi, a causa del clima più freddo.
Bisogna che tutti tengano in considerazione tutti questi aspetti.
Se il vulcano Tambora fece questo nel 1815 e se quello islandese ha fatto quello che ha fatto quest'anno, cosa potrebbe succedere se eruttasse un sistema vulcanico come Yellowstone?
Le conseguenze, potrebbero essere veramente gravi.
Ci sarebbero i ben noti problemi al traffico aereo (ben più estesi) e inizierebbero ad esserci anche altre gravi situazioni.
Il primo grave effetto potrebbe essere sull'agricoltura. Infatti, un minore irraggiamento significa un clima più freddo. Un clima più freddo porta a modificare lu colture che saranno ridotte. Se ci saranno meno colture, si dovrà ridurre anche l'allevamento.
Meno materie prime porteranno inevitabilmente ad una minore reperibilità dei prodotti e delle risorse alimentari che costeranno di più.
Inoltre, a causa del cambiamento del clima e della consuente riduzione di risorse, vi saranno maggiori spostamenti e maggiori migrazioni di persone dalla aree con maggiori difficoltà.
Questo porterà a maggiori tensioni e squilibri sociali e, cosa non da escludere, a maggiori conflitti. Inoltre, vi sarà anche una maggiore trasmissione di malattie. Ad esempio, qui in Europa, potrebbe arrivare la "febbre emorragica", portata dai virus Ebola Sudan, Ebola Zaire ed Ebola Tai Forest. Noi europei non siamo immuni a virus come questi. L'arrivo di una pandemia non sarebbe più un'ipostesi remota ma una possibilità concreta. Potrebbero aumentare anche gli episodi di terrorismo.
Quindi, visto anche quanto successo, coloro che governano dovranno tenere dei vari fenomeni ed predisporre anche delle azioni preventive.
La storia già dice cosa portaano certi cambiamenti in natura.
Basti pensare, ad esempio, a quanto successe nel XIV secolo AD.
Cordiali saluti.
Quanto successo in Islanda con il vulcano Eyjafjallajokull deve servirci da monito.
Il vulcano ha emesso una grossa nube di ceneri, dovute al contatto tra lava ed acqua, con gravi disagi in vari settori, dalla circolazione degli aerei all'agricoltura.
Ora, questi eventi possono avere conseguenze anche sul clima.
Ad esempio, la presenza di polveri possono alimentare una maggiore energia elettrostatica una maggiore elettricità significa anche una maggiore frequenza dei temporali, con fulmini e tuoni.
Ora, però bisogna tenere in considerazione un'altra situazione.
Di vulcani attivi ce ne sono tanti.
Pensiamo al Popocatepetl, in Messico, al Tupungato, in Argentina, al Mount Egmont/Taranaki, in Nuova Zelanda, o ai già citati vulcani islandesi.
Qui in Italia, vi sono Stromboli, Vulcano, Vesuvio ed Etna, oltre a quello sottomarino Marsili.
Vesuvio e Vulcano sono esplosivi.
Ora, però, esistono altri sistemi vulcanici ancora più pericolosi.
Un esempio? Il Parco di Yellowstone, in Wyoming, USA.
Il Parco di Yellowstone nasconde un "supervulcano".
Esso è attivo e la riduzione del lago significa che vi è una pressione del magma.
Secondo gli esperti esso potrebbe eruttare con gravisime conseguenze.
Infatti, una sua eruzione potrebbe essere esplosiva e creare una gigantesca nube piroclastica che potrebbe coprire anche gli interi USA, con ripercussioni su tutta la Terra.
Potrebbe essere peggiore anche dell'eruzione del vulcano Tambora, avvenuta nel 1815.
L'anno successivo passò alla storia come "l'anno senza estate".
Infatti, la nube oscurò il cielo e creò problemi all'irraggiamento del Sole.
Ci furono ripercussioni su tutto il sistema.
Ad esempio, l' agricoltura ebbe dei problemi, a causa del clima più freddo.
Bisogna che tutti tengano in considerazione tutti questi aspetti.
Se il vulcano Tambora fece questo nel 1815 e se quello islandese ha fatto quello che ha fatto quest'anno, cosa potrebbe succedere se eruttasse un sistema vulcanico come Yellowstone?
Le conseguenze, potrebbero essere veramente gravi.
Ci sarebbero i ben noti problemi al traffico aereo (ben più estesi) e inizierebbero ad esserci anche altre gravi situazioni.
Il primo grave effetto potrebbe essere sull'agricoltura. Infatti, un minore irraggiamento significa un clima più freddo. Un clima più freddo porta a modificare lu colture che saranno ridotte. Se ci saranno meno colture, si dovrà ridurre anche l'allevamento.
Meno materie prime porteranno inevitabilmente ad una minore reperibilità dei prodotti e delle risorse alimentari che costeranno di più.
Inoltre, a causa del cambiamento del clima e della consuente riduzione di risorse, vi saranno maggiori spostamenti e maggiori migrazioni di persone dalla aree con maggiori difficoltà.
Questo porterà a maggiori tensioni e squilibri sociali e, cosa non da escludere, a maggiori conflitti. Inoltre, vi sarà anche una maggiore trasmissione di malattie. Ad esempio, qui in Europa, potrebbe arrivare la "febbre emorragica", portata dai virus Ebola Sudan, Ebola Zaire ed Ebola Tai Forest. Noi europei non siamo immuni a virus come questi. L'arrivo di una pandemia non sarebbe più un'ipostesi remota ma una possibilità concreta. Potrebbero aumentare anche gli episodi di terrorismo.
Quindi, visto anche quanto successo, coloro che governano dovranno tenere dei vari fenomeni ed predisporre anche delle azioni preventive.
La storia già dice cosa portaano certi cambiamenti in natura.
Basti pensare, ad esempio, a quanto successe nel XIV secolo AD.
Cordiali saluti.
ERASMO DA ROTTERDAM, UN MODERATO
Cari amici ed amiche.
Di sicuro, una delle figure da studiare è proprio quella di Geert Geertsz, meglio conosciuto come Erasmo da Rotterdam. Nato il 27 o il 28 ottobre 1466 Erasmo fu un teologo, umanista e filosofo di primissimo livello. Della sua giovinezza si sa poco. Nacque in Olanda (forse a Rotterdam o forse a Gouda). Il suo nome è spesso associato alla cittòà di Rotterdam, ma lui lì visse poco. Fu il figlio illegittimo di un prete di nome Roger Gerard mentre della madre si sa poco, se non fatto che fosse figlia di un medico e che si chiamasse Margherita. I genitori lo accudirono fino alla morte avvenuta nel 1483, a causa della peste.
Frequentò le scuole monstiche di Deventer e di 's-Hertogenbosch. Nel 1492 venne ordinato prete e prese i voti monastici nel convento agostiniano di Steyn. In seguito, diventò segreatario del vescovo di Cambray, grazie alla sua ottima conosscenza della lingua latina. Nel 1495 andò a studiare all'università di Parigi, allora sede dell'insegnamento scolastico, ma sentì anche l'influenza dell'Umanesimo italiano.
Operò anche in Inghilterra e nelle città di Parigi, Lovanio e Basilea. Lasciò gli uffici sacri.
Dal 1499 fece viaggi a Parigi, in Inghilterra e in Italia e venne a contatto con tutti gli ambienti degli umanisti e strinse amicizie importanti con persone del calibro di re Enrico VIII, il vescovo John Fisher, Thomas More e William Grocyn.
Insegnò greco all'università di Cambridge.
Dal 1506 al 1509 fu in Italia. si laureò a Torino e poi andò a Venezia, presso l'editore Aldo Manunzio.
A Lovanio (Belgio) fu bersaglio di critiche dalle persone contrarie al progresso letterario e si trasferì a Basilea.
Iniziò quindi a mostrare posizioni critiche contro la Chiesa cattolica. Criticò l'operato di Papa Giulio II, per il suo temperamento guerriero lagato alla politica. Dopo la morte di questi (1512) pubblicò il Iulius exsclusus e coeli, un dialogo satirico tra San Pietro e Papa Giulio II.
A differenza del suo contemporaneo Martin Lutero, egli non attaccò la dottrina e né l'ordinamento della Chiesa ma condannò il culto smodato (quasi superstizioso) delle reliquie, la corruzione e certi interessi materiali. Morì a Basilea nella notte tra l'11 ed il 12 luglio 1536. Fu sepolto nelle cattedrale di Basilea, oramai dedicata al culto protestante, anche se egli rimase cattolico.
Da qui nacque, la sua maggiore opera, L'elogio della follia (pubblicata nel 1509). Essa fu un'apologia della fede cristiana più come un fatto di carità che non come una dottrina razionale, attraverso la "pazzia" della croce, di un Dio che si fece uomo che morì che risorse.
In quest'opera ci fu anche un omaggio a Thomas More, che fu decapitato per volere di re Enrico VIII nel 1535.
Un'altra opera importante fu fatta nel 1516 e fu una nuova versione del Nuovo Testamento, pubblicata a Basilea, basata anche su testi provenienti dal caduto Impero Bizantino presi durante il periodo inglese.
Altri s suoi scritti furono Adagia (1500), Manuale del soldato cristiano (1503) , institutio principis christiani (1504) e Colloquia familiaria (1522).
Lutero cercò di portare Erasmo alla Riforma ma non vi riuscì. Eramo, infatti, non volle che vi fossero divisioni tra cristiani, pur criticando la Chiesa.
Egli credette nella possibilità di fare una Riforma dentro la Chiesa cattolica.
In un certo senso capì che Lutero stava sbagliando.
Se quest'ultimo avesse fatto come Erasmo, forse avrebbe avuto più seguito.
La dimostrazione sta nel fatto che le idee di Erasmo fossero state apprezzate anche da importanti figure del mondo cattolico, come Thomas More e John Fisher (martirizzati da re Enrico VIII perché contro lo Scisma anglicano 1534 ed oggi santi della Chiesa cattolica) ed anche un cardinale, Reginald Pole che nei conclavi del 1549 e del 1555 rischiò di diventare Papa.
Oggi, andrebbe rivalutata la figura di Erasmo da Rotterdam, un uomo moderato.
Cordiali saluti.
Di sicuro, una delle figure da studiare è proprio quella di Geert Geertsz, meglio conosciuto come Erasmo da Rotterdam. Nato il 27 o il 28 ottobre 1466 Erasmo fu un teologo, umanista e filosofo di primissimo livello. Della sua giovinezza si sa poco. Nacque in Olanda (forse a Rotterdam o forse a Gouda). Il suo nome è spesso associato alla cittòà di Rotterdam, ma lui lì visse poco. Fu il figlio illegittimo di un prete di nome Roger Gerard mentre della madre si sa poco, se non fatto che fosse figlia di un medico e che si chiamasse Margherita. I genitori lo accudirono fino alla morte avvenuta nel 1483, a causa della peste.
Frequentò le scuole monstiche di Deventer e di 's-Hertogenbosch. Nel 1492 venne ordinato prete e prese i voti monastici nel convento agostiniano di Steyn. In seguito, diventò segreatario del vescovo di Cambray, grazie alla sua ottima conosscenza della lingua latina. Nel 1495 andò a studiare all'università di Parigi, allora sede dell'insegnamento scolastico, ma sentì anche l'influenza dell'Umanesimo italiano.
Operò anche in Inghilterra e nelle città di Parigi, Lovanio e Basilea. Lasciò gli uffici sacri.
Dal 1499 fece viaggi a Parigi, in Inghilterra e in Italia e venne a contatto con tutti gli ambienti degli umanisti e strinse amicizie importanti con persone del calibro di re Enrico VIII, il vescovo John Fisher, Thomas More e William Grocyn.
Insegnò greco all'università di Cambridge.
Dal 1506 al 1509 fu in Italia. si laureò a Torino e poi andò a Venezia, presso l'editore Aldo Manunzio.
A Lovanio (Belgio) fu bersaglio di critiche dalle persone contrarie al progresso letterario e si trasferì a Basilea.
Iniziò quindi a mostrare posizioni critiche contro la Chiesa cattolica. Criticò l'operato di Papa Giulio II, per il suo temperamento guerriero lagato alla politica. Dopo la morte di questi (1512) pubblicò il Iulius exsclusus e coeli, un dialogo satirico tra San Pietro e Papa Giulio II.
A differenza del suo contemporaneo Martin Lutero, egli non attaccò la dottrina e né l'ordinamento della Chiesa ma condannò il culto smodato (quasi superstizioso) delle reliquie, la corruzione e certi interessi materiali. Morì a Basilea nella notte tra l'11 ed il 12 luglio 1536. Fu sepolto nelle cattedrale di Basilea, oramai dedicata al culto protestante, anche se egli rimase cattolico.
Da qui nacque, la sua maggiore opera, L'elogio della follia (pubblicata nel 1509). Essa fu un'apologia della fede cristiana più come un fatto di carità che non come una dottrina razionale, attraverso la "pazzia" della croce, di un Dio che si fece uomo che morì che risorse.
In quest'opera ci fu anche un omaggio a Thomas More, che fu decapitato per volere di re Enrico VIII nel 1535.
Un'altra opera importante fu fatta nel 1516 e fu una nuova versione del Nuovo Testamento, pubblicata a Basilea, basata anche su testi provenienti dal caduto Impero Bizantino presi durante il periodo inglese.
Altri s suoi scritti furono Adagia (1500), Manuale del soldato cristiano (1503) , institutio principis christiani (1504) e Colloquia familiaria (1522).
Lutero cercò di portare Erasmo alla Riforma ma non vi riuscì. Eramo, infatti, non volle che vi fossero divisioni tra cristiani, pur criticando la Chiesa.
Egli credette nella possibilità di fare una Riforma dentro la Chiesa cattolica.
In un certo senso capì che Lutero stava sbagliando.
Se quest'ultimo avesse fatto come Erasmo, forse avrebbe avuto più seguito.
La dimostrazione sta nel fatto che le idee di Erasmo fossero state apprezzate anche da importanti figure del mondo cattolico, come Thomas More e John Fisher (martirizzati da re Enrico VIII perché contro lo Scisma anglicano 1534 ed oggi santi della Chiesa cattolica) ed anche un cardinale, Reginald Pole che nei conclavi del 1549 e del 1555 rischiò di diventare Papa.
Oggi, andrebbe rivalutata la figura di Erasmo da Rotterdam, un uomo moderato.
Cordiali saluti.
domenica 18 aprile 2010
Lutero, chi era e che cosa ha lasciato?
Cari amici ed amiche.
Parliamo un po' di Martin Lutero. Nato il 10 novembre 1483 ad Eisleben (Sassonia), Martin Luther (italianizzato come Lutero) fu il figlio di Hans e Margarethe Lindermann.
La sua fu una famiglia modesta di minatori.
Visse in un contesto di religiosità medioevale, a volte incline a credere alla streghe e a grossolane forme di superstizione.
La sua famiglia lo tenne sotto un'educazione molto severa. Si disse che sua madre lo picchiò per una noce.
Nel 1497 andò a Magdeburgo e frequento la scuola dei "Fratelli di vita comune" e nel 1501, per volontà del padre, si iscrisse all'università di Erfurt, ove si laureò con il baccalaureato di "Magister Artium".
Il 17 luglio 1505 entrò nel convento agostiniano di Erfurt.
Fece questo per un voto, dopo che ebbe un incidente con un fulmine. Il padre fu contrario ad esso e temette che la sua vocazione fosse "voluta dal diavolo". Infatti, non era convinto.
Nel 1507 fu ordinato sacerdote.
Si impegnò molto nello studio della Bibbia, tanto che il vicario genrerale dell'ordine, Johann von Staupitz lo mandò a Wittemberg, ove il principe elettore Federico III detto "il Saggio" cercava professori per la sua università.
Nel 1508 insegnò la dialettica nella fisica. Nel 1510 andò a Roma in rappresentanza del convento agostiniano di Erfurt.
Nel 1513 fece lezioni sui Salmi. L'anno successivo Papa Leone X concesse l'Indulgenza plenaria ai fedeli che, previa confessione, avrebbero donato fondi per la realizzazione della nuova Basilica di San Pietro. Nel 1515 Lutero divenne capitolo in moltio conventi agostiniani.
Qui iniziò quello che sarebbe stato un movimento che avrebbe lasciato tracce indelebili nella storia.
Scandalizzato da certe situazioni nel clero romano e in seguito a letture e meditazioni della Bibbia, egli incominciò a maturare una sua visione.
Fu molto toccato dalla Lettera di San Paolo ai Romani.
Questo lo portò a fare il passò che modificò la storia. Nel giorno di Ognissanti del 1517, egli affisse sula porta della chiesa del castello di Wittemberg le sue 95 Tesi. Con esse, non si limitò a condannare le indulgenze ma mise in discussione l'assetto della Chiesa, dal suo potere sacramentale al ruolo del Papa. I principi delle Tesi furono:
1) Salvezza per la sola fede.
2) Sufficienza delle Scritture.
3) Libero esame delle Scritture.
4) Sacerdozio universale.
Già prima di Lutero, la Chiesa ebbe dei movimenti e divisioni interni. Infatti, dalla "Cattività Avignonese" (1306-1377) fino al periodo di Lutero, il Papato perse potere e le monarchie nazionali ne acquisirono. Si formarono "Chiese nazionali".
La Chiesa era comunque ricca ed i reggitori secolari volevano controllarla sia per avere accesso alle sue ricchezze e sia perché i preti erano molto ascoltati e quindi vedevano in essi un'interferenza.
Lo capì bene Federico III che protesse Lutero che ebbe uno strumento importante, la stampa. Nel 1450 Johann Gutenberg stampò la prima copia della Bibbia.
Le opere di Lutero iniziarono a diffondersi. Non gli mancò il carattere. Il 15 giugno 1520, Papa Leone X lo scomunicò con la bolla "Exsurge Domine" con cui gli chiese di ritrattare entro sessanta giorni. Lutero bruciò la bolla pubblicamente, sul rogo.
Egli, allora, toccò la corda del nazionalismo tedesco con l'opera rivolta ai principi tedeschi "An der christlichen Adel deutscher Nation von der chrislichen standes Besserung".
Con quest'opera invitò i nobili tedeschi ad usare le armi contro la Chiesa di Roma, vista da lui come "Anticristo".
Fece altre opera intitolata "De captivitate babylonica ecclesiae praeludium", con cui riconobbe solo tre sacramenti (Battesimo, Penitenza e Comunione) e "Von Freiheit eines Christenmenschen".
Il 3 gennaio 1521 avvenne la rottura con la Chiesa di Roma. Il Papa scomunicò Lutero la bolla "Decet Romanum Potenficem". La gente, intanto diede consenso a Lutero.
L'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V si preoccupò. Nell'aprile del 1521 convocò Lutero alla Dieta di Worms.
Con l'editto che ne risultò, Lutero venne bandito dall'impero e dichiarato punibile.
Allora, il suo protettore Federico di Sassonia lo catturò (con un finto rapimento) e lo portò al castello di Wartburg, in Turingia, per proteggerlo.
Lì scrisse la traduzione tedesca dela Bibbia. Il 27 giugno 1525, Lutero sposò Katharina von Bora, un'ex suora.
Intanto, le sue dottrine presero piede.
In Germania si stavano diffondendo a macchia d'olio. Nel 1527, con l'impulso di re Gustavo Vasa e dei riformatori Lars e Olaf Petri si diffuse in Svezia e nel 1536, anche in Danimarca.
I cristiani del Nord e del Centro Europa si staccarono da Roma.
Ci furono episodi di violenza e di iconclastia.
Nacquero altre dottrine come lo zwinglismo, il calvinismo, le dottrine antitrinitarie e l'anabattismo.
Alla morte di Lutero, avvenuta nel 1546, l'Europa fu in fiamme.
Detto vengono spontanee delle domande su questo tema.
Come mai le dottrine luterane ebbero successo?
Alcune cause sono state citate prima.
La situazione della Chiesa di allora vedeva un Papato più debole e reggitori secolari che vollero dominare la Chiesa e le sue ricchezze.
Infatti, il protestantesimo vinse ove si alleò con il reggitore secolare. Inoltre, vi era un malumore verso la Chiesa.
Infatti, vi erano problemi come la latitanza dei vescovi, un clero ricco e che spesso non conduceva una vita religiosa e che era male istruito. Lo stesso Papa Leone X incarico due monaci veneziani a redigere un "Programma di Governo della Chiesa" con cui si denunciarono situazioni di vera e propria cattiva istruzione. Addirittura, molti preti non sapevano il latino.
Inoltre, Lutero ebbe dalla sua la stampa.
Che errori fece Lutero?
Lutero fece due grossi errori.
Il primo fu quello di non avere tenuto conto della Tradizione della Chiesa.
Infatti, lui avrebbe potuto semplicemente fare un'altra proposta che condannasse gli abusi e le inefficienze e che migliorassse l'istruzione del clero e, al limite, che desse anche ai fedeli l'accesso alle Scritture, senza però, mettere in discussione la Tradizione della Chiesa, i Sacramenti, il primato del Papa e la Chiesa stessa come istituzione.
Infatti, il Papa è successore di Pietro e, come tale, è Vicario di Cristo. I vescovi, i presibiteri ed i diaconi sono i successori degli Apostoli. La sua idea del "sacerdozio universale", in cui ogni credente è sacerdote di sé stesso, provocò la frantumazione della cristianità.
Nacquero tante Chiese (anche locali) che furono spesso in polemica tra loro. Ciò fu deleterio, anche tenendo conto del contesto, in cui ci fu la minaccia turca. L'altro errore fu ideologico. Toccando le corde del nazionalismo tedesco, egli (in buona fede) diede vita ad una corrente ideologica che nel Novecento degenerò in quell'ideoogia che tanti morti fece, il Nazismo.
Infatti, da Lutero a Nietzsche (passando per Fichte e Chamberlain) questa ideologia avanzò come un morbo.
Lutero fu un uomo del suo tempo e come tale certi temi li trattò. Pensiamo ai suoi discorsi contro gli ebrei. Inoltre, contribuì a distruggere il Sacro Romano Impero.
Cosa lasciò di buono Lutero?
Lutero fu "il Dante della lingua tedesca". Infatti, la sua traduzione della Bibbia abolì la divisione tra "basso tedesco" ed "alto tedesco" e portò alla nascita dell'attuale tedesco.
Anche il mondo cattolico in parte rivalutò Lutero pe la sua tempra intellettuale, nel suo primo periodo.
Detto questo, ritengo che sia giusto discutere di un simile personaggio.
Cordiali saluti.
Parliamo un po' di Martin Lutero. Nato il 10 novembre 1483 ad Eisleben (Sassonia), Martin Luther (italianizzato come Lutero) fu il figlio di Hans e Margarethe Lindermann.
La sua fu una famiglia modesta di minatori.
Visse in un contesto di religiosità medioevale, a volte incline a credere alla streghe e a grossolane forme di superstizione.
La sua famiglia lo tenne sotto un'educazione molto severa. Si disse che sua madre lo picchiò per una noce.
Nel 1497 andò a Magdeburgo e frequento la scuola dei "Fratelli di vita comune" e nel 1501, per volontà del padre, si iscrisse all'università di Erfurt, ove si laureò con il baccalaureato di "Magister Artium".
Il 17 luglio 1505 entrò nel convento agostiniano di Erfurt.
Fece questo per un voto, dopo che ebbe un incidente con un fulmine. Il padre fu contrario ad esso e temette che la sua vocazione fosse "voluta dal diavolo". Infatti, non era convinto.
Nel 1507 fu ordinato sacerdote.
Si impegnò molto nello studio della Bibbia, tanto che il vicario genrerale dell'ordine, Johann von Staupitz lo mandò a Wittemberg, ove il principe elettore Federico III detto "il Saggio" cercava professori per la sua università.
Nel 1508 insegnò la dialettica nella fisica. Nel 1510 andò a Roma in rappresentanza del convento agostiniano di Erfurt.
Nel 1513 fece lezioni sui Salmi. L'anno successivo Papa Leone X concesse l'Indulgenza plenaria ai fedeli che, previa confessione, avrebbero donato fondi per la realizzazione della nuova Basilica di San Pietro. Nel 1515 Lutero divenne capitolo in moltio conventi agostiniani.
Qui iniziò quello che sarebbe stato un movimento che avrebbe lasciato tracce indelebili nella storia.
Scandalizzato da certe situazioni nel clero romano e in seguito a letture e meditazioni della Bibbia, egli incominciò a maturare una sua visione.
Fu molto toccato dalla Lettera di San Paolo ai Romani.
Questo lo portò a fare il passò che modificò la storia. Nel giorno di Ognissanti del 1517, egli affisse sula porta della chiesa del castello di Wittemberg le sue 95 Tesi. Con esse, non si limitò a condannare le indulgenze ma mise in discussione l'assetto della Chiesa, dal suo potere sacramentale al ruolo del Papa. I principi delle Tesi furono:
1) Salvezza per la sola fede.
2) Sufficienza delle Scritture.
3) Libero esame delle Scritture.
4) Sacerdozio universale.
Già prima di Lutero, la Chiesa ebbe dei movimenti e divisioni interni. Infatti, dalla "Cattività Avignonese" (1306-1377) fino al periodo di Lutero, il Papato perse potere e le monarchie nazionali ne acquisirono. Si formarono "Chiese nazionali".
La Chiesa era comunque ricca ed i reggitori secolari volevano controllarla sia per avere accesso alle sue ricchezze e sia perché i preti erano molto ascoltati e quindi vedevano in essi un'interferenza.
Lo capì bene Federico III che protesse Lutero che ebbe uno strumento importante, la stampa. Nel 1450 Johann Gutenberg stampò la prima copia della Bibbia.
Le opere di Lutero iniziarono a diffondersi. Non gli mancò il carattere. Il 15 giugno 1520, Papa Leone X lo scomunicò con la bolla "Exsurge Domine" con cui gli chiese di ritrattare entro sessanta giorni. Lutero bruciò la bolla pubblicamente, sul rogo.
Egli, allora, toccò la corda del nazionalismo tedesco con l'opera rivolta ai principi tedeschi "An der christlichen Adel deutscher Nation von der chrislichen standes Besserung".
Con quest'opera invitò i nobili tedeschi ad usare le armi contro la Chiesa di Roma, vista da lui come "Anticristo".
Fece altre opera intitolata "De captivitate babylonica ecclesiae praeludium", con cui riconobbe solo tre sacramenti (Battesimo, Penitenza e Comunione) e "Von Freiheit eines Christenmenschen".
Il 3 gennaio 1521 avvenne la rottura con la Chiesa di Roma. Il Papa scomunicò Lutero la bolla "Decet Romanum Potenficem". La gente, intanto diede consenso a Lutero.
L'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V si preoccupò. Nell'aprile del 1521 convocò Lutero alla Dieta di Worms.
Con l'editto che ne risultò, Lutero venne bandito dall'impero e dichiarato punibile.
Allora, il suo protettore Federico di Sassonia lo catturò (con un finto rapimento) e lo portò al castello di Wartburg, in Turingia, per proteggerlo.
Lì scrisse la traduzione tedesca dela Bibbia. Il 27 giugno 1525, Lutero sposò Katharina von Bora, un'ex suora.
Intanto, le sue dottrine presero piede.
In Germania si stavano diffondendo a macchia d'olio. Nel 1527, con l'impulso di re Gustavo Vasa e dei riformatori Lars e Olaf Petri si diffuse in Svezia e nel 1536, anche in Danimarca.
I cristiani del Nord e del Centro Europa si staccarono da Roma.
Ci furono episodi di violenza e di iconclastia.
Nacquero altre dottrine come lo zwinglismo, il calvinismo, le dottrine antitrinitarie e l'anabattismo.
Alla morte di Lutero, avvenuta nel 1546, l'Europa fu in fiamme.
Detto vengono spontanee delle domande su questo tema.
Come mai le dottrine luterane ebbero successo?
Alcune cause sono state citate prima.
La situazione della Chiesa di allora vedeva un Papato più debole e reggitori secolari che vollero dominare la Chiesa e le sue ricchezze.
Infatti, il protestantesimo vinse ove si alleò con il reggitore secolare. Inoltre, vi era un malumore verso la Chiesa.
Infatti, vi erano problemi come la latitanza dei vescovi, un clero ricco e che spesso non conduceva una vita religiosa e che era male istruito. Lo stesso Papa Leone X incarico due monaci veneziani a redigere un "Programma di Governo della Chiesa" con cui si denunciarono situazioni di vera e propria cattiva istruzione. Addirittura, molti preti non sapevano il latino.
Inoltre, Lutero ebbe dalla sua la stampa.
Che errori fece Lutero?
Lutero fece due grossi errori.
Il primo fu quello di non avere tenuto conto della Tradizione della Chiesa.
Infatti, lui avrebbe potuto semplicemente fare un'altra proposta che condannasse gli abusi e le inefficienze e che migliorassse l'istruzione del clero e, al limite, che desse anche ai fedeli l'accesso alle Scritture, senza però, mettere in discussione la Tradizione della Chiesa, i Sacramenti, il primato del Papa e la Chiesa stessa come istituzione.
Infatti, il Papa è successore di Pietro e, come tale, è Vicario di Cristo. I vescovi, i presibiteri ed i diaconi sono i successori degli Apostoli. La sua idea del "sacerdozio universale", in cui ogni credente è sacerdote di sé stesso, provocò la frantumazione della cristianità.
Nacquero tante Chiese (anche locali) che furono spesso in polemica tra loro. Ciò fu deleterio, anche tenendo conto del contesto, in cui ci fu la minaccia turca. L'altro errore fu ideologico. Toccando le corde del nazionalismo tedesco, egli (in buona fede) diede vita ad una corrente ideologica che nel Novecento degenerò in quell'ideoogia che tanti morti fece, il Nazismo.
Infatti, da Lutero a Nietzsche (passando per Fichte e Chamberlain) questa ideologia avanzò come un morbo.
Lutero fu un uomo del suo tempo e come tale certi temi li trattò. Pensiamo ai suoi discorsi contro gli ebrei. Inoltre, contribuì a distruggere il Sacro Romano Impero.
Cosa lasciò di buono Lutero?
Lutero fu "il Dante della lingua tedesca". Infatti, la sua traduzione della Bibbia abolì la divisione tra "basso tedesco" ed "alto tedesco" e portò alla nascita dell'attuale tedesco.
Anche il mondo cattolico in parte rivalutò Lutero pe la sua tempra intellettuale, nel suo primo periodo.
Detto questo, ritengo che sia giusto discutere di un simile personaggio.
Cordiali saluti.
sabato 17 aprile 2010
LA SINDONE, PRESUNTA VERITA'
Cari amici ed amiche.
E' inutile dire che la Santa Sindone sia tra gli oggetti più discussi.
Questo lenzuolo di lino (oggi custodito nella cappella realizzata da Guarino Guarini del duomo di Torino) ha davvero avvolto il corpo di Gesù deposto dalla croce?
La storia potrebbe confermare la tradizione.
Della Sindone iniziò a parlare Geoffroy de Charny, un cavaliere vissuto tra il 1305 ed il 1356.
Fu egli ad averla per primo.
Geoffroy fondò una chiesa a Lirey, per adempiere ad un voto durante la prigiobia in Inghilterra. Fu egli il primo ad avere la Sindone.
Come fece ad entrare in possesso di questa reliquia?
La risposta può essere più semplice di quello che si pensa.
Nel 1204 AD ci fu la IV Crociata e Costantinopoli, capitale dell'Impero Bizantino, venne saccheggiata.
Molte reliquie furono trafugate e pare che la Sindone fosse finita in mano ai Cavalieri Templari o al cavaliere Ottone da Roche, antenato da Giovanna de Vergy, seconda moglie di Geoffroy. Comunque, è più accreditata la teoria che dice che la Sindone fosse stata presa dai Templari, tra i quali si annoverava anche un tale Geoffroy de Charny (o de Charnay) che fu giustiziato con l'ultimo Gran Maestro Jacques de Molay nel 1314 AD.
Questo Geoffroy pare che fosse parente del presunto primo detentore della reliquia.
Nel 1453 AD Margherita de Charny vendette il lenzuolo ai duchi di Savoia che la portarono a Chambery. Nel 1506, Papa Giulio II ne autorizzò il culto e nel 1532, la reliquia venne danneggiata da un incendio. Le suore clarisse la rattopparono.
Nel 1578, la Sindone passò a Torino, con il duca Emanuele Filiberto. Nel 1706AD, durante l'assedio francese di Torino, la Sindone passò a Genova.
La sua prima foto risale al 1898. Durante la II Guerra Mondiale (del 1939 al al 1946) essa fu portata all'abbazia di Montevergine (Benevento).
Nel 1973 AD venne fatta la sua prima ostensione pubblica e alla morte del re esiliato Umberto II (1983 AD) la lasciò in eredità alla Santa Sede e venne data in custodia all'arcivescovo di Torino.
Nel 1988 AD venne fatto un esame al C-14 che la fece risalire al secolo XIV ma l'esame fu constestato.
Il resto è storia recente.
Ora sorgono alcune domande.
Come fece la Sindone ad arrivare a Costantinopoli?
La tradizione, dice che essa fosse stata conservata da primi cristiani e a causa delle persecuzioni fu tenuta nascosta.
Nel VI secolo, essa passò ad Edessa, città dell'allora Impero Bizantino.
Nel 944 Edessa passò all'Islam (con il dominio arabo) ed il lenzuolo, con il nome di "Mandylion" venne trasferito a Costantinopoli, presumbilimente nella chiesa dei Santi Aspostoli, che oggi non esiste più in quanto sostituita dalla Fatih Camii, Moschea del Fatih, voluta dal sultano ottomano Mehmet II (1432-1481), come suo mausoleo.
Come mai, l'esame del 1988 fu contestato?
Sulla Sindone furono trovati pollini di piante tipche dell'attuale Israele, come la Gundelia.
Inoltre, non furono noti i fattori ambientali in cui la reliquia si trovava in precedenza.
Perché la Sindone fu portata a Montevergine?
Il Nazismo era esoterico. Esso fu un misto di marcionismo, odinismo e dottrine orientali.
Heinrich Himmler, fu l'ideologo di ciò e si ritenne la reincarnazione di un regnante sassone vissuto nel Medioevo (Enrico l'Uccellatore, vissuto tra l'876 AD ed il 936).
I nazisti cercavano reliquie perché ritenevano che in esse vi fossero poteri e per affermare il "mito della razza ariana".
Cosa c'entravano i Templari?
Si ritenne che la Sindone fosse stata trafugata proprio dai Templari, che poi la custodirono. Inoltre, secondo i recenti studi fatti dalla dottoressa Barbara Frale, pare che i Templari avessero avuto un "idolo" ma non fu il Baphomet (l'idolo barbuto) o la "Sophia" gnostica ma pare che fosse stato proprio questo lenzuolo con la presunta immagine di Cristo. Ciò riabiliterebbe l'ordine fondato da Hugues de Payns tra il 1118 AD ed il 1120 e che fu soppresso nel 1312 AD da Papa Clemente V, per volere del re di Francia Filippo IV il Bello.
Inoltre, con l'influenza del marcionismo, essi ritennero Gesù degno di essere ariano.
Con la Sacra Lancia ed il Preziosissimo Sangue di Cristo (che si trova a Mantova) Sindone è un mistero che affascina.
In un certo senso, favorisce una ricerca della nostra fede.
Cordiali saluti.
E' inutile dire che la Santa Sindone sia tra gli oggetti più discussi.
Questo lenzuolo di lino (oggi custodito nella cappella realizzata da Guarino Guarini del duomo di Torino) ha davvero avvolto il corpo di Gesù deposto dalla croce?
La storia potrebbe confermare la tradizione.
Della Sindone iniziò a parlare Geoffroy de Charny, un cavaliere vissuto tra il 1305 ed il 1356.
Fu egli ad averla per primo.
Geoffroy fondò una chiesa a Lirey, per adempiere ad un voto durante la prigiobia in Inghilterra. Fu egli il primo ad avere la Sindone.
Come fece ad entrare in possesso di questa reliquia?
La risposta può essere più semplice di quello che si pensa.
Nel 1204 AD ci fu la IV Crociata e Costantinopoli, capitale dell'Impero Bizantino, venne saccheggiata.
Molte reliquie furono trafugate e pare che la Sindone fosse finita in mano ai Cavalieri Templari o al cavaliere Ottone da Roche, antenato da Giovanna de Vergy, seconda moglie di Geoffroy. Comunque, è più accreditata la teoria che dice che la Sindone fosse stata presa dai Templari, tra i quali si annoverava anche un tale Geoffroy de Charny (o de Charnay) che fu giustiziato con l'ultimo Gran Maestro Jacques de Molay nel 1314 AD.
Questo Geoffroy pare che fosse parente del presunto primo detentore della reliquia.
Nel 1453 AD Margherita de Charny vendette il lenzuolo ai duchi di Savoia che la portarono a Chambery. Nel 1506, Papa Giulio II ne autorizzò il culto e nel 1532, la reliquia venne danneggiata da un incendio. Le suore clarisse la rattopparono.
Nel 1578, la Sindone passò a Torino, con il duca Emanuele Filiberto. Nel 1706AD, durante l'assedio francese di Torino, la Sindone passò a Genova.
La sua prima foto risale al 1898. Durante la II Guerra Mondiale (del 1939 al al 1946) essa fu portata all'abbazia di Montevergine (Benevento).
Nel 1973 AD venne fatta la sua prima ostensione pubblica e alla morte del re esiliato Umberto II (1983 AD) la lasciò in eredità alla Santa Sede e venne data in custodia all'arcivescovo di Torino.
Nel 1988 AD venne fatto un esame al C-14 che la fece risalire al secolo XIV ma l'esame fu constestato.
Il resto è storia recente.
Ora sorgono alcune domande.
Come fece la Sindone ad arrivare a Costantinopoli?
La tradizione, dice che essa fosse stata conservata da primi cristiani e a causa delle persecuzioni fu tenuta nascosta.
Nel VI secolo, essa passò ad Edessa, città dell'allora Impero Bizantino.
Nel 944 Edessa passò all'Islam (con il dominio arabo) ed il lenzuolo, con il nome di "Mandylion" venne trasferito a Costantinopoli, presumbilimente nella chiesa dei Santi Aspostoli, che oggi non esiste più in quanto sostituita dalla Fatih Camii, Moschea del Fatih, voluta dal sultano ottomano Mehmet II (1432-1481), come suo mausoleo.
Come mai, l'esame del 1988 fu contestato?
Sulla Sindone furono trovati pollini di piante tipche dell'attuale Israele, come la Gundelia.
Inoltre, non furono noti i fattori ambientali in cui la reliquia si trovava in precedenza.
Perché la Sindone fu portata a Montevergine?
Il Nazismo era esoterico. Esso fu un misto di marcionismo, odinismo e dottrine orientali.
Heinrich Himmler, fu l'ideologo di ciò e si ritenne la reincarnazione di un regnante sassone vissuto nel Medioevo (Enrico l'Uccellatore, vissuto tra l'876 AD ed il 936).
I nazisti cercavano reliquie perché ritenevano che in esse vi fossero poteri e per affermare il "mito della razza ariana".
Cosa c'entravano i Templari?
Si ritenne che la Sindone fosse stata trafugata proprio dai Templari, che poi la custodirono. Inoltre, secondo i recenti studi fatti dalla dottoressa Barbara Frale, pare che i Templari avessero avuto un "idolo" ma non fu il Baphomet (l'idolo barbuto) o la "Sophia" gnostica ma pare che fosse stato proprio questo lenzuolo con la presunta immagine di Cristo. Ciò riabiliterebbe l'ordine fondato da Hugues de Payns tra il 1118 AD ed il 1120 e che fu soppresso nel 1312 AD da Papa Clemente V, per volere del re di Francia Filippo IV il Bello.
Inoltre, con l'influenza del marcionismo, essi ritennero Gesù degno di essere ariano.
Con la Sacra Lancia ed il Preziosissimo Sangue di Cristo (che si trova a Mantova) Sindone è un mistero che affascina.
In un certo senso, favorisce una ricerca della nostra fede.
Cordiali saluti.
martedì 13 aprile 2010
PEDOFILIA E PRETI, CONSIDERAZIONI
Cari amici ed amiche.
Che la pedofilia sia un reato molto grave e da condannare senza se e senza ma è cosa assodata e certa.
Però, quanto sta succedendo ora alla Chiesa è inaccettabile.
E' vero che ci sono dei preti pedofili ma è altrettanto vero il fatto che essi sono una minoranza e che, invece, vi sono pedofili che preti non sono.
Come mai nessuno parla di questi ultimi?
Ci sono anche persone laiche (e magari anche non credenti) che praticano questo vergognoso reato chiamato pedofilia.
Inoltre, perché non esprime lo stesso disdoro per quello che riguarda chi fa sposare delle bambine a uomini adulti?
Non è pedofilia anche questa pratica?
Di fronte a tutte queste cose i detrattori di Sua Santità, Papa Benedetto VI, e della Chiesa cattolica stanno in UN TANTO VERGOGNOSO QUANTO INDECENTE SILENZIO.
Mentre, quando c'è l'abuso da parte di un prete ecco che questi "nuovi Giordano Bruno, Jacques René Hébert e Plutarco Elias Calles" iniziano a gettare fango su tutta la Chiesa e sul Papa, scatenando un becero odio che si manifesta anche in forme estreme.
Non ultima manifestazione di questo becerume è l'imbrattamento della casa natale del Santo Padre, a Marktl am Inn (in Germania), con scritte offensive.
E' una vergogna!
Questa campagna di denigrazione sembra montata ad arte per screditare la Chiesa.
A farmi pensare ciò, ci sono alcuni fattori.
Infatti, questo Papa è "scomodo" a qualcuno.
Infatti, il Santo Padre ha espresso pareri molto importanti come la SACRALITA' DELLA FAMIGLIA e la DIFESA DELLA VITA, dal suo concepimento alla sia fine.
A qualcuno tutto ciò dà molto fastidio. Ci sono delle categorie che su questi temi attaccano la Chiesa e la paragonano quasi ai Talebani. Ad esempio, c'è chi vorrebbe sostituire la famiglia (che la nostra Costituzione considera come un "istituto naturale fondato sul matrimonio") con altre forme di unione.
Qui nessuno vuole fare delle discriminazioni o negare diritti ma non si può scardinare ciò che è la "cellula fondante della nostra società".
Inoltre, uno che si dice cristiano non può non essere contrario all'aborto e all'eutanasia ed il Papa e la Chiesa ricordano ciò.
Il fatto che il Papa e la Chiesa parlino di ciò e dicano LEGITTIMAMENTE la loro dà fastidio ad alcuni che si dicono "laici". Anche la baraonda che si è creata sulla questione della pillola RU486 lo dimostra.
Vorrei ricordare a queste persone che la vera laicità non è antireligiosa ma al contrario rivendica anche per la religione un suo spazio.
Gesù Cristo stesso esprimeva un messaggio laico. Egli non era un sacerdote (in quanto la casta sacerdotale ebraica era della tribù di Levi mentre Lui era di Giuda) ma di certo non escludeva Dio dalla vita pubblica.
Questa vera e propria campagna punta, da un lato a destabilizzare la Chiesa cattolica al suo interno, e dall'altro a seminare odio tra questa, le altre Chiese cristiane e gli ebrei. Infatti, vi sono state delle uscite di alcune importanti personalità che addebitano questa campagna di odio contro la Chiesa cattolica ad una presunta "lobby ebraica".
Io credo che non sia così.
Anzi, i rapporti tra noi cattolici e gli ebrei sono ottimi. C'è dialogo e, anche se a volte esso può sembrare complicato, tutto quello che ci fu in passato (grazie a Dio) è stato superato.
Secondo me, chi sta facendo questa campagna infamante contro la Chiesa, punta a creare lo scontro con gli ebrei.
Inoltre, sembra che questa campagna punti a creare maggiori divisioni ed attriti anche con le altre Chiese cristiane.
Il fatto che essi provengano da certi ambienti (che sono noti a tutti) lo dimostra.
Nessuno (né noi cattolici, né i nostri fratelli delle altre Chiese cristiane e né i nostri "fratelli maggiori" ebrei) dovrà cadere in questa trappola. Con un altro nome non può essere chiamata questa cosa.
Se si dovesse cadere in questa trappola sarebbe un guaio per tutti. Divisi e in conflitto siamo tutti più attaccabili. Intanto, anche a nome dei collaboratori in questo blog, manifesto la mia solidarietà al Santo Padre.
Cordiali saluti.
Che la pedofilia sia un reato molto grave e da condannare senza se e senza ma è cosa assodata e certa.
Però, quanto sta succedendo ora alla Chiesa è inaccettabile.
E' vero che ci sono dei preti pedofili ma è altrettanto vero il fatto che essi sono una minoranza e che, invece, vi sono pedofili che preti non sono.
Come mai nessuno parla di questi ultimi?
Ci sono anche persone laiche (e magari anche non credenti) che praticano questo vergognoso reato chiamato pedofilia.
Inoltre, perché non esprime lo stesso disdoro per quello che riguarda chi fa sposare delle bambine a uomini adulti?
Non è pedofilia anche questa pratica?
Di fronte a tutte queste cose i detrattori di Sua Santità, Papa Benedetto VI, e della Chiesa cattolica stanno in UN TANTO VERGOGNOSO QUANTO INDECENTE SILENZIO.
Mentre, quando c'è l'abuso da parte di un prete ecco che questi "nuovi Giordano Bruno, Jacques René Hébert e Plutarco Elias Calles" iniziano a gettare fango su tutta la Chiesa e sul Papa, scatenando un becero odio che si manifesta anche in forme estreme.
Non ultima manifestazione di questo becerume è l'imbrattamento della casa natale del Santo Padre, a Marktl am Inn (in Germania), con scritte offensive.
E' una vergogna!
Questa campagna di denigrazione sembra montata ad arte per screditare la Chiesa.
A farmi pensare ciò, ci sono alcuni fattori.
Infatti, questo Papa è "scomodo" a qualcuno.
Infatti, il Santo Padre ha espresso pareri molto importanti come la SACRALITA' DELLA FAMIGLIA e la DIFESA DELLA VITA, dal suo concepimento alla sia fine.
A qualcuno tutto ciò dà molto fastidio. Ci sono delle categorie che su questi temi attaccano la Chiesa e la paragonano quasi ai Talebani. Ad esempio, c'è chi vorrebbe sostituire la famiglia (che la nostra Costituzione considera come un "istituto naturale fondato sul matrimonio") con altre forme di unione.
Qui nessuno vuole fare delle discriminazioni o negare diritti ma non si può scardinare ciò che è la "cellula fondante della nostra società".
Inoltre, uno che si dice cristiano non può non essere contrario all'aborto e all'eutanasia ed il Papa e la Chiesa ricordano ciò.
Il fatto che il Papa e la Chiesa parlino di ciò e dicano LEGITTIMAMENTE la loro dà fastidio ad alcuni che si dicono "laici". Anche la baraonda che si è creata sulla questione della pillola RU486 lo dimostra.
Vorrei ricordare a queste persone che la vera laicità non è antireligiosa ma al contrario rivendica anche per la religione un suo spazio.
Gesù Cristo stesso esprimeva un messaggio laico. Egli non era un sacerdote (in quanto la casta sacerdotale ebraica era della tribù di Levi mentre Lui era di Giuda) ma di certo non escludeva Dio dalla vita pubblica.
Questa vera e propria campagna punta, da un lato a destabilizzare la Chiesa cattolica al suo interno, e dall'altro a seminare odio tra questa, le altre Chiese cristiane e gli ebrei. Infatti, vi sono state delle uscite di alcune importanti personalità che addebitano questa campagna di odio contro la Chiesa cattolica ad una presunta "lobby ebraica".
Io credo che non sia così.
Anzi, i rapporti tra noi cattolici e gli ebrei sono ottimi. C'è dialogo e, anche se a volte esso può sembrare complicato, tutto quello che ci fu in passato (grazie a Dio) è stato superato.
Secondo me, chi sta facendo questa campagna infamante contro la Chiesa, punta a creare lo scontro con gli ebrei.
Inoltre, sembra che questa campagna punti a creare maggiori divisioni ed attriti anche con le altre Chiese cristiane.
Il fatto che essi provengano da certi ambienti (che sono noti a tutti) lo dimostra.
Nessuno (né noi cattolici, né i nostri fratelli delle altre Chiese cristiane e né i nostri "fratelli maggiori" ebrei) dovrà cadere in questa trappola. Con un altro nome non può essere chiamata questa cosa.
Se si dovesse cadere in questa trappola sarebbe un guaio per tutti. Divisi e in conflitto siamo tutti più attaccabili. Intanto, anche a nome dei collaboratori in questo blog, manifesto la mia solidarietà al Santo Padre.
Cordiali saluti.
mercoledì 7 aprile 2010
U CANTU DI BELLAPAIS
Sì! Certu Saladinu ùn fù...et puru si sanza Vattìu...
di li Turchi...Kara Lalà, in San Niculaiu chì priau cù lu so' prufeta...
tintu et prufanu cusì nto Nfernu...ché una palora tradìu...
certu mittutu avarìa...si in vive fussi statu...Danti lu nosciu pueta...
et ché tantu sangue corre fici...puru induve hè la Paci...
ibi in Cipru...da Kyrenia pè nenti luntanu...nto santu cunventu...
induve funu di lu Santu Sepolcru li custodi...
et poscia li Grechi...com'oghje d'elli canti porta soli lu ventu...
cù la ruvina et di lu tiempu iniuria ché stani...antiqui l'odi...
et strangeru San Paulu ora sarìa...comu lu so' messaghju...
ché di Cristu prununza a fà ellu avarìa ancora...
puru pè noscia culpa...ché cristiani ùn fuimu di curaghju!
di li Turchi...Kara Lalà, in San Niculaiu chì priau cù lu so' prufeta...
tintu et prufanu cusì nto Nfernu...ché una palora tradìu...
certu mittutu avarìa...si in vive fussi statu...Danti lu nosciu pueta...
et ché tantu sangue corre fici...puru induve hè la Paci...
ibi in Cipru...da Kyrenia pè nenti luntanu...nto santu cunventu...
induve funu di lu Santu Sepolcru li custodi...
et poscia li Grechi...com'oghje d'elli canti porta soli lu ventu...
cù la ruvina et di lu tiempu iniuria ché stani...antiqui l'odi...
et strangeru San Paulu ora sarìa...comu lu so' messaghju...
ché di Cristu prununza a fà ellu avarìa ancora...
puru pè noscia culpa...ché cristiani ùn fuimu di curaghju!
giovedì 1 aprile 2010
A NOSCIA GUERRA DI LI SANTI
Ibi puru..comu succidìu a lu mastru Ghjuvanni...
induve in corre hè lu Mencio...cusì di lu Santu di lu Vattìu...
chì a ridiri pigghiau l'omu...chì pria fù megghiu amicu...
cù d'Arasimu et d'Agostinu li so' cumpari...
lu Santu di l'Addulurata...chì cusì fici strangeru...
cù d'Albione lu rè et cù di porpora li pedi lu mpiraturi...
et ficiru cusì l'omini la guerra ntra li Santi...
com' in Raùsa ntra San Ghjorghju et lu Baptista stissu...
puru...chì certu funu d'alma gnuranti...
et...comu mia...chì abbia Cristu cusì a pirdunari...
quelli...chì la guerra fà vularìani puru cù li Santi...
ché su la cruci Ellu murìu...pè unu fà lu populu...
di li Ghjudei et di li pagani...et livau li scanti...et la morti...
et ché di sabbatu paja...comu quandu vincìu lu diavulu!
induve in corre hè lu Mencio...cusì di lu Santu di lu Vattìu...
chì a ridiri pigghiau l'omu...chì pria fù megghiu amicu...
cù d'Arasimu et d'Agostinu li so' cumpari...
lu Santu di l'Addulurata...chì cusì fici strangeru...
cù d'Albione lu rè et cù di porpora li pedi lu mpiraturi...
et ficiru cusì l'omini la guerra ntra li Santi...
com' in Raùsa ntra San Ghjorghju et lu Baptista stissu...
puru...chì certu funu d'alma gnuranti...
et...comu mia...chì abbia Cristu cusì a pirdunari...
quelli...chì la guerra fà vularìani puru cù li Santi...
ché su la cruci Ellu murìu...pè unu fà lu populu...
di li Ghjudei et di li pagani...et livau li scanti...et la morti...
et ché di sabbatu paja...comu quandu vincìu lu diavulu!
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.