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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 21 febbraio 2011

STORIA DELLA LINGUA ITALIANA

Cari amici ed amiche.

Ieri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha parlato della storia della lingua italiana.
Anch'io vorrei dire qualcosa a riguardo.
La nostra lingua fa parte della grande famiglia delle lingue neolatine o romanze poiché derivano dal latino.
Di questa grande famiglia fanno parte il portoghese, lo spagnolo, francese, il provenzale, il ladino, il rumeno e, per l'appunto, l'italiano.
Ora, faccio un breve excursus storico della nostra lingua.
Con l'espensione della civilità romana, che era ben rappresentata da uomini di cultura come Livio Andronico, Virgilio, Orazio e Catullo , il latino iniziò ad essere parlato da una popolazione sempre più numerosa ma, a sua volta, venne contaminato anche dal altre lingue, come il greco ed le parlate celtiche. Dal greco, ad esempio, prese l'uso del prefisso "anti-"per indicare un qualcosa che contrasta. Un esempio di parola di qesto tipo è "antistorico".
Un esempio è rappresentato da certi toponimi dei paesi del nord dell'Italia.
Toponimi di centri abitati come Trecate e Galliate (in Provincia di Novara) o Vimercate (in Provincia di Milano) oppure Brembate e Seriate (in Provincia di Bergamo) hanno origini celtiche.
Quindi, certe teorie della Lega Nord non sono campate per aria.
Nel periodo latino, si formò anche l'alfabeto che sarebbe passato in eredità a noi.
Con ogni probabilità, esso derivò dall'alfabeto greco che a sua volta derivò da quello fenicio.
In origine, l'alfabeto latino era così:
A B C D E F H I L M N O P Q R S T V X.
La lettera "G" venne aggiunta nel III secolo BC da Spurio Carvilio mentre le lettere "K", "Y" e "Z" provengono dal greco.
L'uso della lettera "U" risale al Medio Evo e fu introdotto dall'umanista Pierre de la Ramèe, per distinguerla dalla "V" (vel) che assunse la funzione di consonante, come anche l'uso della lettera "J" .
Anche quet'ultima deriva dall'alfabeto greco anche se pare che la sua vera origine sia ebraica.
Questa lettera in greco si chiama jota ma nell'alfabeto ebraico esiste una lettera che si chiama jod.
La lingua ebraica ci lasciò anche termini come "sabato", "Messia", "osanna", "alleluia", "Pasqua" e "manna".
Con la vittoria del Cristianesimo il latino subisce l'influenza della nuova religione, la cui lingua liturgica fu il greco.
Vennero così introdotte parole come Eucaristia, Cristo e Comunione.
Nel 476 AD, cadde l'Impero Romano d'Occidente.
Ci fu una grande frammentazione e in Italia i popoli barbari che si stanziarono lasciarono delle eredità linguistiche.
Un esempio è la parola "balcone" che dovrebbe derivare dal gotico "balco".
Nel VI secolo vennero poi i Bizantini dell'imperatore Giustiniano I che, parlando greco, ci lasciarono parole come "bambagia", "molo", "anguria" e "gondola".
Così fu anche con la lingua longobarda. Lo storico di origine longobarda Paolo Diacono (720-799) sostenne che l'etimologia del termine "longobardo" derivi dalla due parole della sua lingua d'origine "lang" (ossia "lunga") e "baerth" (ossia "barba").
Sono longobarde anche parole come "schiena", "anca" e "guancia".
Con l'arrivo dei Franchi di Carlo Magno, che nell'800 fondò il Sacro Romano Impero, ci fu un'evoluzione.
Infatti, con Carlo Magno vennero introdotte la scrittura in stampatello minuscolo e parole come "maresciallo" e "siniscalco".
La gente credeva ancora di parlare latino ma in realtà parlava un'altra lingua, il volgare.
A Monte Cassino, ci fu la prima grande testimonianza di lingua volgare.
Essa risale al 960 AD e suona così:
"Sao kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette Sancti Benedicti".
Questa fu una lingua nuova, non più latina ma non ancora italiana.
Un altro esempio di volgare è il "Cantico delle creature" di San Francesco d'Assisi.
Ci furono altre parole che si aggiunsero termini provenienti dall'antico francese, come, ad esempio, "manicaretto", "gioiello", "liuto" e "cugino", e dal provenzale come "cavaliere".
Anche l'arabo fece la sua parte, con parole come, ad esempio, "zenit", "nadir", "sciroppo", "chimica", "alchimia", "alambicco", "elisir", "sceicco", "ammiraglio" , "algebra", "algoritmo", "zero" , "tariffa", "fondaco" e "magazzino".
Il primo passo verso la lingua italiana fu rappresentato dalla Scuola siciliana dell'imperatore Federico II di Svevia che fu operosa tra il 1230 ed il 1250.
Il suo primo documento il Manoscritto Vaticano Latino 3793 in cui il volgare siciliano fu adattato a quello toscano.
Ciò aprì la strada all'evoluzione verso l'italiano.
Infatti, i poeti come Jacopone da Todi (1233-1306) e, soprattutto, Dante Alighieri (1265-1321) presero spunto dalla Scuola siciliana ed aprirono la strada ad altri scrittori come Giovanni Boccaccio e Francsco Petrarca.
Nel XV secolo, l'Italia cadde in mano straniera e con l'arrivo degli Spagnoli, l'italiano si arricchì di nuovi termini, portati anche dalle lingue del Nuovo Mondo.
E così incominciarono a sentirsi parole come "guerriglia", "garrota", "baule", "appartamento" , "amaca", "lazzarone", "mais" e "cacao".
Anche il portoghese ci portò termini nuovi, spesso presi da altre lingue come "pagoda" (che è di origine cinese), "banana" e "cocco".
Nel 1541, venne fondata a Firenze l'Accademia Fiorentina, da cui discese l'Accademia della Crusca. Da lì, la nostra lingua iniziò ad avere delle regole.
Nel XVIII secolo, iniziarono a entrare i termini di origine inglese.
Nel XIX secolo l'Italia era frammentata tra i vari dialetti. Fu Alessandro Manzoni (1785-1873) a riproporre la "Soluzione fiorentina" che venne adottata con l'unificazione che avvenne nel 1861.
Il fascismo, in nome del mito dell'Antica Roma, cercò di privare la lingua italiana di tutti i termini di origine straniera.
Questo sciovinismo arrivò a tal punto che Mussolini si inventava i termini di sana pianta durante i suoi discorsi.
Caduto il fascismo, nel 1945, la lingua italiana iniziò ad essere costellata di anglismi come, ad esempio, "killer", "partner", "okay", "blog", "mouse", "budget", "marketing", "body art", "goal" e "film".
Derivano dall'inglese anche termini come "sceriffo" e "implementare".
Si sono introdotte anche parole arabe, alcune tristemente note, come "intifada" e "sharia" .
Oggi, il mondo è globalizzato.
Non si può fare quello che fece Mussolini ma non si possono nemmeno fare morire la nostra lingua facendo prevalere l'inglese e né fare "esperimenti linguistici" come l'esperanto.
La nostra lingua ha una storia, storia che mi permetto ci citare in questa mia poesia:
RUDIMENTA LINGUAE ITALICAE

"Ahi lasso, or è stagion del doler tanto".

Comu fù cusì gran prufeta...
suttu Fidiricu mpiraturi rumanu,
frati Guittone, di la noscia parrata gran pueta...
et vinni Danti...et poscia Lisandru di Milanu,
chì a vede ebbe 'nti li parrati tutti lu fiurintinu,
et fù cusì lu nosciu parrari talianu!

Cordiali saluti.



NORD AFRICA, HA RAGIONE MAGDI ALLAM!

Cari amici ed amiche.

Sul TG5, ho visto l'intervista al giornalista ed europarlamentare Magdi Cristiano Allam che ha parlato di quanto sta succedendo in Nord Africa.
Allam ha detto delle cose, a mio giudizio, veritiere.
Ha detto che anche se i vari dittatori sono caduti (come il tunisino Ben Ali e l'egiziano Mubarak) o rischiano di cadere (come il libico Gheddafi) non è detto che nei Paesi di quell'area si evolva verso la democrazia.
Anzi, vi è il rischio che in quei Paesi prendano il potere i movimenti fondamentalisti dell'Islam.
Inoltre, Allam dice anche che la caduta di quei dittatori è una sconfitta per l'Occidente che in passato li sosteneva, sia perché garantavano dei regimi laici e sia perché garantivano interessi economici, come quelli sul petrolio.
Inoltre, vi è il rischio che la situazione dell'immigrazione clandestina possa peggiorare.
In pratica, noi rischiamo un'invasione!
Per me Allam ha ragione!
Come cattolico, invito tutti a pregare per i nostri connazionali che sono nei Paesi del Nord Africa.
Cordiali saluti.

CURTATONE E PALESTINESI, E' STATA FATTA UNA SCELTA RESPONSABILE



Cari amici ed amiche.
A Curtatone, Comune del Mantovano che è celebre per il Santuario della Beata Vergine Maria di Grazie, è stata evitata un'azione che, a mio modesto giudizio, sarebbe stata irresponsabile ed infelice.
Venerdì sera, consigliere di Sinistra Carlo Grassi ha presentato nella seduta del Consiglio comunale un ordine del giorno con cui, a suo parere, voleva spronare gli organismi internazionali a risolvere il conflitto israelo-palestinese.
Peccato che questo provvedimento sia stato un po' troppo sbilanciato a favore dei palestinesi.
La cosa è finita sulla "Gazzetta di Mantova", ove ho letto l'articolo che ne parlava. L'articolo è stato scannerizzato ed esposto su questo blog.
Carlo Grassi è consigliere comunale di Sinistra unita per Curtatone ed è stato candidato Sindaco alle elezioni comunali del 2o10.
Ha anche una pagina su Facebook che si chiama "Carlo Grassi candidato sindaco di Curtatone (MN)!".
Ora, dico il mio parere riguardo a questa vicenda.
Io penso che questa proposta del consigliere Grassi non sia condivisibile.
Essa è troppo sbilanciata verso i palestinesi e non tiene conto del fatto che Israele abbia il sacrosanto diritto di esistere e di difendersi.
Ora, vorrei fare notare che tra i palestinesi vi sono i movimenti fondamentalisti che vorrebbero cancellare lo Stato di Israele che è l'unica grande democrazia ed è l'unico Paese pienamente laico del Medio Oriente.
Su Israele, scrissi l'articolo intitolato "Israele, un esempio di laicità positiva", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/israele-un-esempio-di-laicita-positiva.html.
Non conosco il consigliere Grassi ma vorrei conoscere la sua posizione verso Israele.
Io penso che il Consiglio comunale abbia fatto bene a bocciare la sua proposta. Tra l'altro, è stata una bocciatura bipartisan. La proposta del consigliere Grassi è stata bocciata sia dal centrosinistra (che con il sindaco Antonio Badolato amministra il Comune) e sia dal centrodestra.
Il Consiglio comunale di Curtatone ha agito in modo responsabile.
Il consigliere Grassi, che è stato l'unico a dare voto favorevole, è uscito dall'aula consiliare.
Io penso che gli israeliani abbiano il diritto sacrosanto di vivere in santa pace nel loro Paese.
A quelli che avversano Israele, dico che vorrei vedere la loro reazione di fronte ad attacchi fatti da persone che con disprezzo per la propria vita e per quella degli altri si fanno saltare in aria nei negozi o nelle scuole, ove, magari, potrebbero esserci i propri figli.
Inoltre, parlando da cristiano cattolico (praticante), vorrei dire che sono solidale con il popolo ebraico perché gli ebrei sono i nostri fratelli maggiori.
Leggete l'articolo intitolato "Le radici giudaiche del Cristanesimo", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/01/le-radici-giudaiche-del-cristianesimo.html.
Per questo, se fossi stato consigliere di Curtatone, io avrei fatto una mozione contro l'ordine del giorno del consigliere Grassi.
Israele ha il diritto di esistere.
Cordiali

domenica 20 febbraio 2011

COMMENTO SUL LIBRO "L'INGHILTERRA CONTRO IL REGNO DELLE DUE SICILIE"


Cari amici ed amiche.
Anche il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda ebbe la sua parte.
Leggete l'articolo sul blog dell'"Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie", http://istitutoduesicilie.blogspot.com/.
Ringrazio il mio interlocutore di Facebook Roberto Della Rocca che me l'ha segnalato e metterò il link nella voce "Link preferiti" di questo blog.
Nell'articolo del succitato blog si parla di una recensione del libro scritto da Erminio De Biase che intitolato "L'Inghiterra contro il Regno delle Due Sicilie".
Mi permetto di fare un commento sia sul libro che sull'articolo su blog.
Questo libro è sicuramente interessante.
Effettivamente, il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda (e non l'Inghilterra, poiché dopo gli Atti di Unione del 1707 e del 1800 ci fu la formale unificazione dei tre Regni di Inghilterra, Scozia ed Irlanda) ebbe una certa parte in questo controverso processo di unificazione dell'Italia.
Infatti, dal XVI secolo in poi, l'area italiana ebbe un declino.
Dopo il Rinascimento, infatti, l'area italiana perse d importanza, sia perché nel Mare Mediterraneo l'Impero Ottomano era un ostacolo per i traffici verso l'Oriente e sia perché, oramai, si consolidarono le rotte transoceaniche tra l'Europa e le Americhe, sulle quali, dal 1588 (anno della vittoria sull'Invencible Armada spagnola) l'Inghilterra assunse il controllo.
Tale controllo fu consolidato dall'Atto di Navigazione del 1651 che l'Inghilterra di Oliver Cromwell fece firmare ai Paesi Bassi.
Dopo il "boom culturale" del Rinascimento, l'area italiana ebbe un declino, anche a causa della sua frammentazione.
I commerci inglesi non erano di merci preziose o ricercate ma di prodotti di uso comune, come lo zucchero.
In questo modo, l'Inghilterra entrò con una certa spregiudicatezza anche nel Mediterraneo, tenendo conto del fatto che dalla vittoria cristiana nella Battaglia di Lepanto (1571) iniziò il declino dell'Impero Ottomano.
Tutto ciò trasformò l'Inghilterra in una potenza marittima molto forte che ebbe interessi anche in Italia.
Ne parlai proprio in un mio articolo, intitolato "Storia di una famiglia inglese in Sicilia", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/storia-di-una-famiglia-inglese-in.html.
Ora, chi ha degli interessi una determinta realtà, fa di tutto per mantenerli, tenendo conto anche della volontà di espansione da parte dell'Impero Austro-Ungarico e della Francia. Ad esempio, Vienna aveva messo gli occhi sulle terre balcaniche dell'Impero Ottomano.
Così fecero gli Inglesi.
Nell'aiutare la "Spedizione dei Mille", gli Inglesi videro la possibilità di aumentare la propria area di influenza.
Provo ad "entrare nelle teste" dei vari William Ewart Gladstone e di Henry John Temple, III visconte di Palmerston, i politici inglesi che furono tra gli artefici di ciò.
Essi capirono che l'Italia divisa era troppo debole ma che era anche un punto strategico per avere il controllo del Mare Mediterraneo.
Qindi, gli Inglesi avrebbero contribuito ad unire l'Italia, così avrebbero avuto un unico Stato a loro alleato e che avrebbe garantito i loro interessi.
Teniamo conto del fatto che nel 1717 si formò a Londra la Gran Loggia, il caposaldo della Massoneria.
Sia Giuseppe Garibaldi che Camillo Benso, conte Cavour, erano massoni, come lo era anche Massimo Taparelli D'Azeglio.
Di quest'ultimo ricordo un aneddoto che fu raccontato durante un'omelia da don Alberto Ferrari, che allora era parroco della parrocchia di Roncoferraro, in Provincia di Mantova, di cui faccio parte.
Don Alberto raccontò di un dialogo tra D'Azeglio e San Giovanni Bosco, che erano amici.
Un giorno, però, mentre don Bosco gli faceva visitare il suo istituto, D'Azeglio gli disse che la recita del Rosario era una perdita di tempo.
Questi gli rispose, dicendo:
"Ebbene, io ci tengo a tale pratica; e su questa potrei dire che è fondata la mia istituzione; sarei disposto a lasciare altre cose pure importanti ma non questa.".
Poi aggiunse:
"E anche, se fosse necessario, sarei disposto a rinunziare alla sua preziosa , ma non mai alla recita del Santo Rosario.".
Le cronache dicono che da quell'episodio in poi, Massimo Taparelli D'Azeglio non si fece più vedere all'istituto di don Bosco.
La Massoneria, comunque, meriterebbe un discorso a parte perché il discorso ad essa inerente è più complesso di quanto si possa immaginare.
E' certo che la Massoneria italiana ebbe molte figure anticlericali.
Vi invito a leggere l'articolo intitolato "Magna Charta Libertatum, anche noi italiani avremmo dovuto averne una", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/11/magna-charta-libertatum-anche-noi.html.
Tramite contatti con i "franchi muratori" di Inghilterra, Garibaldi e soci ebbero buon gioco.
Infatti, secondo una certa teoria, gli Inglesi avrebbero potuto fare sì che si creasse anche una Chiesa protestante a loro legata proprio in Italia.
Sulla Chiesa anglicana, però, va detta una cosa importante.
Nel XIX secolo, prese corpo nell'anglicanesimo l'anglo-cattolicesimo, di cui fu esponente il Beato John Henry Newman, di cui parlai nell'articolo intitolato "Re Carlo I Stuart, il precursore dell'anglo-cattolicesimo", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/re-carlo-i-stuart-il-precursore.html.
In origine parroco anglicano, Newman si convertì, proprio durante un viaggio in Sicilia.
Quindi, questa teoria della protestantizzazione dell'Italia può essere, in parte, smentita.
Semmai, forse, ci sarebbe potuto essere il "rischio" di una cattolicizzazione del Regno Unito, propio perché l'anglo-cattolicesimo era seguito anche da persone di ceto importante. E poi, gli Inglesi tentarono già di protestantizzare l'Irlanda ma non ci riuscirono.
Certo, la storia con i "se", i "ma" ed i "forse" non si fa. Non c'è controprova. Però, in quegli anni, tutto sarebbe stato possibile.
Detto questo, una cosa è certa.
Gli Inglesi capirono l'importanza di un'Italia unita. Certo, lo fecero per un loro interesse ma capirono che l'Italia doveva essere unita.
Perché non lo capimmo noi italiani?
Avremmo potuto federarci, evitando così l'intervento violento di Garibaldi.
Forse, tante cose sarebbero andate diversamente.
Cordiali saluti.

GIUSTIZIA? HA RAGIONE IL PRESIDENTE BERLUSCONI!

Cari amici ed amiche.

Leggete la nota del sito "Forzasilvio.it", seguendo il link https://www.forzasilvio.it/news/3542.
Io penso che il presidente Berlusconi abbia ragione nell'esternare determinate sensazioni.
Effettivamente, sembra che ci sia un vero e proprio accanimento contro il presidente Berlusconi.
E' stato accusato di ogni nefandezza e, gauda caso, queste indagini avvengono, in particolare, a ridosso di importanti appuntamenti elettorali o quando il Governo decide di fare una riforma sulla Giustizia. Sono questi giudici la vera casta. In uno Stato di diritto, un giudice che sbaglia va sanzionato.
Qui in Italia, ciò non succede!
E' evidente che qui ci sia un gruppo di magistrati che tende ad influenzare la sfera politica.
Mentre succede ciò, vi sono processi seri che sono ancora irrisolti e che rischiano di andare in prescrizione. In pratica, con determinate persone (tra le quali il presidente Berlusconi) sembra che certi giudici abbiano una certa solerzia per arrivare alla condanna di queste.
In altri casi (magari veri e molto gravi) c'è il lassismo totale.
Leggete l'articolo intitolato "Giudici, siamo arrivati all'assurdo!", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/giudici-samo-arrivati-all-assurdo.html.
Così non si fa la giustizia.
Cordiali saluti.

sabato 19 febbraio 2011

LA LEGGE DEL TAGLIONE E L'ATTUALE SOCIETA'


Cari amici ed amiche.
Oggi è la VII domenica del Tempo Ordinario. Nelle nostre chiese verranno letti i brani del libro del Levitico (capitolo 19, versetti 1-2, 17 18), del Salmo 102 (103), della I Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (capitol 3, versetti 16-23) e del Vangelo secondo Matteo (capitolo 5, versetti 38-48).
Proprio questo brano del Vangelo (che è commentato anche nel video preso da Youtube) ha un ruolo centrale.
Esso recita queste parole:
"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
"Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente".
Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, la lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?
Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste".
Qesto brano del Vangelo secondo Matteo è una vera e propria "prova di coraggio".
Per noi è più facile serbare rancore verso chi ci fa un torto e maledire chi ci fa del male.
Anzi, spesso e volentieri noi tendiamo ad essere giustizialisti con gli altri e indulgenti con noi stessi.
Questo discorso vale per tutti, me compreso.
Qui nessuno è una verginella!
Dio non ragiona così!
Purtroppo, tanti sono quelli che bestemmiano, irridono la fede, si professano atei, uccidono a Suo nome e fanno tante altre cose indegne.
Eppure, Dio non fulmina queste persone e né fa venire disgrazie su di esse, contrariamente a quanto, certe volte, si pensa.
Mi viene in mente un brano di uno dei miei libri preferiti di Federigo Tozzi, "Il podere".
In questo brano, vi sono alcune disgrazie che succedono al protagonista, Remigio Selmi, ed il suo antagonista, l'assalariato Berto, che questo genere di disgrazie non avviene senza che Dio lo voglia.
Dio, però, non ragiona così!
Certo, per loro ci sarà un giudizio ma, nella vita terrena, Dio li tratta come tratta i giusti.
La dimostrazione più eclatante di ciò sta proprio nella crocifissione di Suo Figlio Gesù.
In quanto Figlio di Dio, egli avrebbe potuto mandare schiere di angeli e maledizioni contro chi lo volle fare crocifiggere.
Invece, egli accettò ciò.
In particolare, quando dice di pregare per coloro che ci perseguitano.
E' evidente che qui vi è la questione religiosa.
Guarda caso, la religione con più perseguitati è proprio quella cristiana.
Essa, è perseguitata in Cina e in tutti i Paesi totalitari come in molti Paesi islamici e in alcune zone dell'India mentre qui in Occidente si sta diffondendo la cultura del relativismo.
Tra l'altro, quanto sta succedendo in Nord Africa (con le cadute di Ben Ali e di Mubarak) e la crisi della monarchia in Giordania ci deve fare preoccupare perché potrebbero esserci delle derive verso il fondamentalismo islamico.
Perché questo?
Notate che i crstiani arabi ed indiani che vengono perseguitati non reagiscono facendo attentati o quant'altro, cosa che invece fanno esponenti di altre religioni.
E noi cosa facciamo?
Noi cristiani occidentali tendiamo a rinchiuderci nelle nostre case o nelle nostre sagrestie, per paura di non offendere chi non è cristiano, invece di fare notare quanto sta succedendo negli altri Paesi, stiamo zitti di fronte a chi vuole togliere i crocifissi e non fare cantare le canzoni di Natale o, peggio ancora, tendiamo a fare quello che fanno gli altri, meditando vendette contro chi ci fa un torto (anche irrisorio) e ci dividiamo anche su delle quisquilie.
Anche il clima politico attuale lo dimostra come lo dimostra il fatto che molti pensino solo al "proprio orticello".
Durante una discussione con alcuni miei amici, è saltato fuori il fatto che, qui a Roncoferraro, non ci sia vita e che, ad una certa ora, il centro si svuoti.
Uno di questi miei amici ha dato la colpa a Facebook.
Certo, a mio modo di vedere, i social-network sono utili per fare circolare idee e per iniziare dei rapporti personali ma l'amicizia ed i rapporti umani in sé sono un'altra cosa.
La gente, in realtà, è diventata più chiusa sia perché in certe zone (come, per l'appunto, Roncoferraro) non ci sono punti di aggregazione sociale e sia perché vi è effettivamente una crisi di valori.
Oggi, si pensa solo a volere prevalere sull'altro e ad avere visibilità, anche facendo male agli altri.
Il bullismo nelle scuole ne è un esempio.
Sul bullismo scrissi in un articolo su "Italia chiama Italia".
E' evidente che ciò porti ad una maggiore disgregazione sociale ed il boom dei social-network dimostra che questa "domanda di coesione sociale" è ancora presente.
Purtroppo, l'uso dei social-network non è una soluzione. I social-network, infatti, offrono un mondo virtuale che per molti diventa alternativo e che, spesso, crea problemi anche di ordine sociale e psicologico.
Le persone, specie i giovani, si chiudono nelle loro stanze e parlano con persone di cui spesso non sanno niente (e che spesso hanno profili falsi, i "fake") e credono che quella sia amicizia.
I realtà, tutto ciò è solo un'illusione per evadere da una realtà che può sembrare ingrata e fa credere che i vari interlocutori su Facebook o su altri social-network siano amici. La realtà dice una cosa diversa. Per me, i vari interlocutori con cui sono in contatto su Facebook non sono amici nel senso stretto del vocabolo, se non previa conoscenza diretta.
Questa illusione, però, è come una una droga.
Leggete quest'altro mio articolo su "Italia chiama Italia", seguendo il link http://www.italiachiamaitalia.net/news/133/ARTICLE/17014/2009-08-16.html.
Ciò contribuisce ad aumentare sempre di più l'individualismo e l'imbarbarimento della società che porta a vedere il bene solo in chi dà retta ad ognuno di noi e negli altri il male.
Nell'ultima parte del Vangelo, Gesù va oltre.
Qui, infatti, Gesù non invita solo ad amare i propri amici o i propri cari ma anche coloro che non lo sono.
Questo deve essere il "segno distintivo" dell'essere cristiani.
Infatti, anche un non cristiano (o un pagano) ama i propri amici ed i propri cari e prega per loro.
Essere cristiani vuole dire avere questa marcia in più.
Per questo, Gesù definì i cristiani come il "sale della Terra".
In tale senso, mi ha sorpreso il fatto che qualcuno che risede all'estero e con cui interloquisco su internet abbia acceso dei ceri per me .
Ne parlai nell'articolo intitolato "Legge voto, sono d'accordo con l'onorevole Tremeglia ma...", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/legge-voto-sono-daccordo-con-lonorevole.html.
La cosa mi onora e, forse, potrebbe dimostrare quello che è il concetto espresso da Gesù.
Tra l'altro, anche una signora che è in contatto con me su Facebook, che si chama Alessandra Spanò, mi ha scritto dicendo che avrebbe pregato per me la Vergine Maria. Apprezzo molto la cosa e mi sento onorato.
Io ringrazio la signora Spanò e contraccambio, pregando per lei e per i suoi cari.
Ho apprezzato tutto ciò, così come ho apprezzato le parole dell'interlocutore (sempre su Facebook) Morris Sonnino, che in un messaggio inviato a me e a Riccardo Di Giuseppe e, scrisse queste testuali parole:
"Di voi mi fido, siete quasi come dei fratelli!".
La cosa mi ha stupito perché oggi è molto facile pregare per i propri cari e definirli propri fratelli mentre gli estranei vengono visti come delle potenziali minacce.
Una frase del poeta William Butler Yeats dice:
"Un estraneo è un amico non ancora incontrato".
Varrà ancora questo concetto?
Termino, rinnovando l'invito ad andare alla Messa che si terrà ad Acireale, in Provincia di Catania, di cui scrissi nell'articolo intitolato "Tradizione cattolica, un valore da salvare", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/tradizione-cattolica-un-valore-da.html.
E' un evento molto importante!
Cordiali saluti.

HELL'S KITCHEN? PERCHE' NON FARE UN REALITY SIMILE ANCHE QUI IN ITALIA?





Cari amci ed amiche.


Vi invito visionare questo filmato preso da Youtube.
Esso è uno spezzone di un "reality show" che da un po' di tempo seguo su "Fox".
La sua prima versione fu prodotta nel Regno Unito dal 2004 al 2009. Nel 2005 iniziò la versione statunitense.
Questo reality si chiama "Hell's Kitchen" ed è una sorta di ristorante in cui de squadre di cuochi cucinano e devono fare tutto nel miglior tempo e nella migliore qualità.
Il tutto avviene sotto il controllo del celebre chef Gordon Ramsay (nella foto) che conduce il programma.
I cuochi devono fare tutto ciò che i clienti chiedono e lo chef Ramsay visiona tutti piatti, prima di farli servire.
Quando c'è qualcosa che non va si sentono le urla dello chef che, a volte, caccia i cuochi dalla cucina.
I cuochi vengono di volta in volta eliminati, finché non restano i migliori per la finale.
Chi dimostra di sapere fare bene le cose vince.
Io non sono un amante dei reality show ma devo dire che questo mi piace.
Qui, infatti, si devono "sudare sette camicie" per vincere e solo chi dimostra di essere il migliore può vincere.
I cuochi devono lavorare sotto la pressione dello chef che urla e rimprovera pubblicamente i concorrenti per vincere.
Io trovo questo reality istruttivo perché per ottenere un risultato bisogna faticare e (forse) ai nostri giovani non farebbe male ribadire questo concetto, magari usando proprio un reality show.
Inoltre, a chi (come me) ama la cucina, piace vedere nuove ricette.
Io mi chiedo il perché non si faccia un reality simile anche qui in Italia.
Del resto, la nostra cucina è invidiata in tutto il mondo ed i nostri piatti sono apparentemente semplici ma hanno delle regole perché riescano bene.
Ad esempio, per fare il ripieno dei Tortelli di zucca (tipico piatto di Mantova e provincia), non si deve lessare la zucca ma la si deve cuocere in forno.
Oppure si deve sapere che per fare il ripieno dei Tortelli di zucca mantovani si devono mettere gli amaretti tritati mentre per fare il ripieno dei Cappellacci (tipico piatto di Ferrara e provincia) no.
Io penso che sarebbe interessante fare un "Hell's Kitchen" anche qui in Italia.
Cordiali saluti.

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L'unico problema è questa sinistra

© Khwanchai Phanthong's Images tramite Canva.com Come riporta " Atlantico Quotidiano ", questa sinistra si inventa un'emer...