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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 26 marzo 2012

Tom Wolfe, "Radical Chic. Il fascino irresistibile dei rivoluzionari da salotto"

Cari amici ed amiche.
L'amico Filippo Giorgianni mi ha fatto avere su Facebook il seguente brano di Tom Wolfe:

«In effetti, questa specie di nostalgie de la boue, o romanticizzazione degli animi primitivi, è stata una delle cose che ha portato il Radical Chic in primo piano nella Società newyorkese. Nostalgie de la boueè un’espressione francese del secolo XIX che, alla lettera, significa ‘nostalgia del fango’. […] Nostalgie de la boue diventa il tema preferito ogni volta che un mucchio di facce nuove e un mucchio di soldi nuovi fanno il loro ingresso in Società. I nuovi arrivati hanno sempre avuto due modi per dimostrare la propria superiorità sull’odiata borghesia. Possono far propri gli sfarzi dell’aristocrazia, tipo sontuose architetture, domestici, palchi a teatro, e un rigido protocollo. Oppure possono concedersi l’ebbrezza della Sinistra di far proprio quello che è lo stile delle classi sociali inferiori. I due modi non si escludono a vicenda, e in effetti vengono sempre adottati in coppia. In Inghilterra, durante la Reggenza, lanostalgie de la boue fece furore. […] La prima regola è che la nostalgie de la boue – lo stile romantico e rudemente vitale dei primitivi che abitano nelle case popolari, per esempio – è bella, e che la borghesia, nera o bianca che sia, è brutta. Diventa così inevitabile che il Radical Chic prediliga chi ha l’aria primitiva, esotica e romantica, tipo i raccoglitori d’uva, che oltre al fatto che sono radicali e “vengono dalla Terra” sono anche latini, o le Panthers, con le loro giacche di pelle, le acconciature afro, gli occhiali da sole e le sparatorie, o i Pellerossa, che, logicamente, hanno sempre avuto un’aria primitiva, esotica e romantica. Quantomeno all’inizio, tutti e tre i gruppi avevano un’altra qualità che li avvantaggiava: stavano tutti a tremila miglia di distanza dall’East Side di Manhattan, in posti tipo Delano (i raccoglitori d’uva), Oakland (le Panthers) e l’Arizona e il New Mexico (i Pellerossa). Non c’erano molte probabilità che ce li ritrovassimo troppo… come dire, tra i piedi. Esotici, romantici, lontani...».

Prima di tutto, faccio i miei complimenti a Giorgianni. Mi dà sempre degli spunti interessanti.
In effetti, questo brano porta in sé tante verità.
Molto spesso si parla di "Radical Chic", di coloro che si dicono con il popolo ma che poi stanno nei "salotti buoni", mangiando caviale e bevendo champagne.
Essi sono coloro che dicono agli altri che si debba cambiare e si fanno propugnatori delle rivoluzioni, rivoluzioni il cui "lavoro sporco", secondo il loro modo di pensare, deve essere fatto dagli altri.
In realtà, il "Radical Chic" è un misantropo.
Egli si dice a "favore del povero" e con gli altri.
In realtà, egli si crede superiore agli altri e li bolla come "ignoranti", "stupidi" e quant'altro.
Questo è il pensiero, ad esempio, della sinistra italiana.
Questo è il nuovo farisaismo, il più grosso inganno in cui può cadere l'umanità.
Cordiali saluti.




domenica 25 marzo 2012

TERZO POLO? NON E' COME L'UMP, NE' COME NESSUN ALTRA COMPAGINE DI CENTRODESTRA






Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo che ho scritto e fatto pubblicare su "Italia chiama Italia".
Il suo titolo è "Pd - Terzo Polo, il PdL prenda le sue contromisure - di Antonio Gabriele Fucilone".
Questo mio articolo fa il paio con quello scritto da Andrea Verde su "Il Futurista".
Esso è intitolato "Se il Terzo Polo fosse come l'UMP?".
Ora, vorrei fare una considerazione.
Io penso che il Terzo Polo non sia come l'UMP, l'Union pour un mouvement populaire (il centrodestra francese), né come nessun altro movimento di centrodestra.
Mi dispiace dirlo, per la grande stima che ho per Andrea Verde, ma tra il Terzo Polo (Unione di Centro, Alleanza per l'Italia, Movimento per l'Autonomia, Partito Liberale Italiano e Futuro e Libertà) e le varie compagini di centrodestra in Europa e in Occidente non c'è nessuna affinità.
Lo dimostra il fatto che il Terzo Polo sia pronto anche ad allearsi con il Partito Democratico, cosa che per altro ha fatto in talune situazioni, come il governo della Regione Sicilia o il Comune di Milano, il cui Assessore al Bilancio è un tale Bruno Tabacci, un mio conterraneo (poiché è mantovano come me) e membro di Alleanza per l'Italia, il partito di Francesco Rutelli.
Voi vi immaginate, ad esempio, l'UMP alleato con il Partito Socialista francese, il Partito Popolare spagnolo alleato con quello socialista o il Grand Old Party americano alleato con Il Partito democratico?
E' chiaro che, normalmente, simili alleanze non ci siano.
Inoltre, nel Terzo Polo vi sono movimenti e uomini che di destra non hanno nulla.
Pensiamo a Francesco Rutelli, che è sempre stato con la sinistra.
Il Terzo Polo non è come l'UMP, né come nessun altra compagine di centrodestra.
Al massimo è simile ai mvimenti centristi, come quello di Francois Bayrou, che tral'altro, affermò di ispirarsi proprio a Rutelli.
L'unico centrodestra degno di questo nome qui in Italia è la compagine che riunisce il Popolo della Libertà, la Lega Nord i partiti di centro (come Alleanza di Centro e Popolari dell'Italia di domani) e La Destra di Francesco Storace.
Al PdL (che è il mio partito) dico che farebbe bene a smetterla di andare dietro all'Unione di Centro e soci.
Essi vogliono solo tornare a quella vecchia politica in cui i governo vengono decisi in Parlamento.
Gli italiani non vogliono questo.
Cordiali saluti.




IL TURCO A VIENNA, UN COMMENTO




Cari amici ed amiche.




Vi invito a leggere il libro scritto da Franco Cardini e pubblicato dalla casa editrice "Laterza" e che inititolato "Il turco a Vienna".


Su di esso si dice:




"La capitale dell'impero, l'esercito cristiano contro l'esercito turco, due mesi di assedio, una splendida domenica di gloria.«Cominciò così la grande battaglia attorno alle mura di Vienna. Era il 12, nel giorno di domenica benaugurante per i cristiani. Alle quattro del mattino, re Giovanni insieme con il figlio Jakub servì personalmente e con devozione la messa celebrata da frate Marco nella cappella camaldolese. Lo scontro si protrasse fino a sera per concludersi trionfalmente in Vienna liberata; all'alba del giorno dopo, sotto il ricco padiglione del gran visir conquistato dalle sue truppe che stavano saccheggiando il campo ottomano, Giovanni III poteva scrivere una trionfante lettera alla sua regale consorte. Terminava così, dopo due lunghi mesi, l'incubo dell'assedio alla prima città del Sacro Romano Impero e capitale della compagine territoriale ereditaria asburgica. Con esso, l'ultima Grande Paura provocata da un assalto ottomano a una Cristianità peraltro tutto meno che unita.»
La Francia del Re Sole è restata in disparte, ostile. La Russia di Pietro il Grande ha assistito guardinga. L'Inghilterra, il mondo baltico, la stessa cattolicissima Spagna si sono mantenuti lontani dal teatro di guerra che ha visto la croce lottare contro la mezzaluna. Solo un monarca musulmano, lo shah di Persia, sembra esultare senza riserve per la sconfitta del collega ottomano.È stata davvero una grande giornata, quel 12 settembre 1683, fondamentale per la storia dell'Europa moderna.".




Il testo è stato preso dal sito della casa editrice "Laterza Editori", http://www.laterza.it/.


Ringrazio l'amica Irene Bertoglio che ha messo il link dell'articolo su Facebook.


Quanto successe nel 1683 fu l'ultimo assedio da parte dei Turchi al cuore dell'Europa.


Già in passato, i musulmani minacciarono il nostro continente.


Basti pensare agli Arabi che nel 732 furono fermati a Poitiers dai Franchi di Carlo Martello.


Basti pensare anche al 1453, quando i Turchi conquistarono Costantinpooli, e al 1480, quando i gli stessi attaccarono Otranto. Basti pensare anche al 1571, quando gli stessi Turchi presero Cipro e puntarono a conquistare tutti i territori che erano del vecchio califfato arabo, in seguito ad una fatwa del muftì di Istanbul.


L'Europa seppe reagire anche in forza delle sue radici giudaico-cristiane.


Oggi, con questa secolarizzazione c'è il rischio che l'ondata islamica possa sommergere l'Europa.


Mentre molte chiese chiudono, si aprono molte moschee.


Inoltre, c'è chi vorrebbe togliere i simboli delle nostre feste "per non offendere chi non è cristiano" e c'è chi vorrebbe che valgano solo le feste civili.


Qui è a rischio la nostra identità culturale.


Allora, riflettiamo.


Cordiali saluti.


INFORMAZIONE ANTISEMITA

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo del sito "Informazionecorretta.com" che è intitolato "
Quella bufala immondaCartoline da Eurabia, di Ugo Volli".
In questo articolo si denuncia un'informazione spesso tendenziosa contro Israele e gli Israeliani.
Io penso che ciò sia vero.
Ad esempio, ci sono giornalisti che vogliono fare passare gli Israeliani per cattivi e gli Arabi palestinesi per vittime di un'ingiustizia.
Ma ragazzi, l'informazione che cerca di propinare questa idea è falsa.
Infatti, gli Israeliani si stanno difendendo legittimamente mentre tra gli Arabi c'è chi manda i proprio figli a farsi saltare in aria, pur di uccidere gli Israeliani.
Quindi, smettiamola con questa stupida retorica!
Questi giornalisti non fanno un buon servizio.
I veri nemici degli Arabi sono gli Arabi stessi.
Inoltre, trovo davvero stupido anche il pensiero in cui ci si rattrista quando si vede l'ebreo disarmato nei filmati che mostrano i lager nazisti mentre ci si arrabbi quando visti i soldati israeliani che difendono la propria casa.
E' un atteggiamento stupido.
E' certo che ci si debba rattristare nel vedere i filmati che mostrano gli ebrei nei lager nazisti ma non ci si deve arrabbiare di fronte ai soldati israeliani che difendono il loro Paese!
Anzi, questi soldati meritano rispetto.
Anche questo è antisemitismo, unito ad una dose di ipocrisia.
Cordiali saluti.

sabato 24 marzo 2012

RIFORMA IN SVEZIA, QUANDO LO STATO DIVENTA UNA CHIESA

Cari amici ed amiche.

Oggi vi voglio parlare della Riforma protestante che ci fu in Svezia e delle sue connotazioni politiche.
Lo faccio avvalendomi della tesi di Dag Kristian Pontvik.
La Riforma svedese fu voluta dal re Gustav I Eriksson Vasa (12 maggio 1496-29 settembre 1560) che nel 1523 sconfisse il re danese Christian II Oldenburg (2 luglio 1481-25 gennaio 1559).
L'anno in cui la Riforma avvenne fu il 1527.
Ora, ripercorriamo gli eventi.
Dal 1520 al 1521, re Christian II di Danimarca divenne anche re di Svezia.
Nel novembre del 1520, ci fu un fatto molto grave a Stoccolma, il celebre "Bagno di sangue di Stoccolma".
Re Christian II fece uccidere parecchie persone che gli si erano ribellate.
Gli Svedesi, allora, reagirono e capo della riscossa svedese fu un nobile, Gustavo Eriksson Vasa.
Egli cacciò i Danesi e nel 1523, egli divenne re di Svezia.
Qui sorse il problema religioso.
Le gerarchie cattoliche svedesi, con a capo l'arcivescovo di Uppsal Gustav Trolle, appoggiarono i Danesi.
Gustav Vasa, allora, pensò di sostituire i vescovi fedeli ai Danesi con altri fedeli ad egli.
In un primo momento, però, Papa Clemente VII, riconobbe Gustav Trolle come arcivescovo di Uppsala.
Vasa, invece, scelse come arcivescovo Giovanni Magno (in svedese Johann Mansson, 19 marzo 1488-22 marzo 1544).
Ci furono delle trattative.
Fu evidente che le motivazioni di ciò fossero politiche.
Nel 1517 era scoppiata la Riforma protestante e molti Stati la stavano abbracciando.
A Roma, quindi, si incominciò a temere il pericolo di uno scisma.
Per contro re Gustav voleva controllare la Chiesa svedese, consolidando il proprio potere.
A lui, fondamentalmente, non sarebbe interessato il dogma della Chiesa.
In pratica, per il re svedese, cattolica o protestante che sarebbe stata, la Chiesa avrebbe dovuto essere controllata dalla corona, come anche i suoi proventi.
Tuttavia, egli vide nei protestanti un valido appoggio.
Nella sua corte ci fu un personaggio, un tale Lars (Laurentius) Andersson, già arcidiacono della città di Strängnäs e segretario del re.
Egli sostenne l'idea di riforma.
Tuttavia, i veri propagatori della Riforma furono i mercanti provenienti dalla Germania che si stabilirono a Linkoping, il cui vescovo era un certo Hans Brask (1464-1538), un avversario del luteranesimo e fautore della dottrina cattolica ed alcuni teologi svedesi che vissero in Germania.
Tra questi ci furono due fratelli, Laurentius ed Olaus Petri (in svedese Lars ed Olof Pedersson, 6 gennaio 1493-19 aprile 1552, 1499-26 ottobre 1573).
Questi studiarono teologia in Germania e vennero a contatto con la Riforma, alla quale aderirono.
Il re iniziò ad appoggiarsi a ciò.
Intanto, il fratello di Giovanni Magno, Olof (1490-1557) andò a Roma per trattare la questione dell'Arcidiocesi di Uppsala.
La sua elezione ad arcivescovo fu ratificata dal Papa solo nel 1533.
Tuttavia, gli eventi precipitarono.
La Riforma stava avanzando in Svezia.
Il re vedeva in essa la possibilità di prendere maggiore potere.
Iniziò a nominare vescovi senza il concorso di Roma.
I cattolici, intanto, reagivano.
Il vescovo Brask minacciò di scomunicare chiunque comprasse le opere di Martin Luther.
In seguito egli ebbe da ridire anche sul matrimonio di Olaus Petri, nonostante questi fosse un sacerdote.
Il re gli rispose dicendo che Dio non aveva vietato il matrimonio.
Brask, allora, spinse per fare incoronare il re a per fare sì che il Papa riconoscesse i vescovi.
Il re, invece, procrastinò le cose.
Nell'estate del 1527 si decise a Västerås il destino della Chiesa svedese.
Vasa pose la questione dei beni della Chiesa e quella del consolidamento del proprio potere.
Egli usò il pretesto della predicazione della Parola di Dio, senza aggiunte umane.
Si arrivò ad una linea comune che portò alla confisca dei beni della Chiesa.
La nobilità tornò in possesso dei beni dai questa donati alla Chiesa nel 1454.
Inoltre, vennero aboliti i tributi a Roma ed i vescovi che erano stati consacrati dovevano avere come riferimento solo la Bibbia e non la parola del Papa.
La Chiesa perse la posizione di privilegio politico e la sua autonomia dal potere civile.
Le decisioni prese a Västerås sono elencate qui sotto:

"1. “Il vescovo della diocesi deve provvedere di titolari i posti resisi
vacanti nella chiesa parrocchiali. Tuttavia, se egli nomina degli assassini, dei
bevitori o altre persone che non sanno o non vogliono predicare la Parola di
Dio, il re può espellere e nominare altre più idonee.
2. Una parrocchia priva di mezzi può unirsi ad un’altra, purché tale
misura non apporti detrimento alla Parola di Dio.
3. Tutti i vescovi dovranno fornire al re un inventario delle loro rendite
e benefici di ogni genere. Sulla base di questi inventari egli stabilirà le
percentuali relative a ciò che essi possono trattenere per sé e a ciò che devono
rimettere alla Corona.
4. La stessa procedura sarà applicata alle cattedrali e ai capitoli.
5. La confessione auricolare deve essere abbandonata, come è già è
stato ordinato, e un resoconto di tutte le pene comminate deve essere fatto al
re.
6. Un resoconto deve anche essere fatto al re di tutte le somme ricevute
per rimettere la scomunica per piccole colpe, come è stato fatto finora.
7. I vescovi avranno l’autorità di fissare le norme relative al
matrimonio e possono pronunciare sentenze di divorzio; ma un resoconto
dovrà essere fatto al re di tutte le prestazioni pecuniarie richieste a tali fini.
8. Prestazioni pecuniarie per matrimoni, funerali e atti liturgici
possono essere richieste come è previsto dagli ordinamenti ecclesiastici, ma
non di più.
9. Una volta stabilito che spetta al re, e non al vescovo, ricevere tutte le
prestazioni pecuniarie fissate per i casi riguardanti la giurisdizione
ecclesiastica, i prevosti, possono d’ora in poi giudicare allo stesso modo in cui
lo hanno fatto i vescovi fino a questo momento; essi dovranno rendere conto
del loro operato al re.
10. Per la mancata osservanza dei giorni festivi, non deve essere
imposta alcuna pena a coloro che hanno coltivato la terra, o pescato, o
catturato uccelli; ma le persone scoperte a cacciare o a litigare andranno
punite.
11. I preti saranno sottoposti alle leggi secolari e ai tribunali secolari in
tutte le controversie, sia personali sia delle loro chiese, riguardanti proprietà,
torti o contratti e pagheranno al re le stesse ammende previste per i laici. Ma
tutte le lagnanze saranno sottoposte al vescovo.
12. Se un prete ed un laico vengono in contesa, l’uno non deve essere
punito con maggior rigore dell’altro, perché Dio ha proibito ai laici e ai preti
di litigare. Entrambi saranno puniti per le loro azioni secondo le leggi del
paese.
13. Essendo stato riscontrato che i fati mendicanti diffondono menzogne
e falsità per il paese, gli ufficiali reali vigileranno affinché essi non si
assentino dai loro monasteri per più di cinque settimane ogni estate e altre
cinque ogni inverno. Ogni frate deve ricevere un permesso dall’ufficiale o dal
borgomastro prima di andare fuori e restituirlo al suo ritorno..
14. I monaci che ricevono una rendita non devono assolutamente andare
a mendicare.
15. Quando un prete muore, il vescovo non deve defraudare gli eredi del
prete della loro eredità. I preti saranno vincolati, per quanto riguarda i loro
testamenti, alle stesse leggi vigenti per le atre persone.
16. Se un uomo ha rapporti sessuali con una donna con la quale è
fidanzato, egli non sarà punito, perché sono già sposati di fronte a Dio.
17. Nessuna persona inferma potrà essere obbligata da un prete a fare
testamento.
15
18. A nessuna persona sarà rifiutato il sacramento a motivo di un debito
o simili ragioni. La chiesa o il prete possono appellarsi al tribunale.
19. Pene pecuniarie per l’adulterio e la fornicazione sono di spettanza
del re e non di vescovo.
20. L’Evangelo sarà d’ora in poi insegnato in tutte le scuole.
21. I vescovi non consacreranno alcun sacerdote incapace di predicare
la Parola di Dio.
22. Nessuno sarà nominato prelato, canonico, prebendario senza essere
stato presentato dal re o senza che il suo nome sia stato sottoposto al re”.

Queste decisioni portarono alla rottura con Roma e alla vittoria del protestantesimo.
Il re divenne capo della Chiesa ed iniziò a dare istruzioni religiose al popolo.
Gli avversari, come Hans Brask, scapparono dalla Svezia.
Così fecero anche Giovanni ed Olaus Magno, che rimasero a Roma.
La stampa cattolica fu chiusa.
Nel 1528, re Gustav I si fece ungere dai vescovi.
Il rituale usato fu quello cattolico ma venne espunto ogni riferimento alla protezione della Santa Chiesa.
Inoltre, Olaus Petri tracciò il rapporto evangelico tra Stato e Chiesa che fu nel seguente modo:

- carattere popolare;

- non ci dovevano essere delle differenze sostanziali tra vescovi e preti;
- il compito dei vescovi e dei preti era quello di predicare la Bibbia e con essa
di guidare la coscienza degli individui;
- Dio, nella sua visione, conferma l’idea della necessità di una autorità civile,
che perciò deve essere ubbidita da tutti;
- il re, nonostante ciò, era soggetto alle leggi, espressione della società;
- il magistrato doveva proteggere la Chiesa tutelando e garantendo la libera
predicazione.

Nel 1529 ci fu il Sinodo di Örebro.
In esso si decisero la liturgia, che doveva essere celebrata in svedese.
I vari riti erano i seguenti:

- L’acqua benedetta non si utilizza per togliere il peccato perché questo
soltanto lo fa il sangue di Cristo. In quel atto la persona ricorda che siamo battezzati
e spruzzati con il sangue di Cristo;
- Le immagini non ci sono per inchinarsi davanti a loro, ma per ricordare il
Cristo o degli uomini santi;
- Le foglie delle palme non sono sacre e neppure si utilizzano per riporre in
esse fiducia, ma ricordano l’entrata di Cristo a Gerusalemme quando il popolo
spargeva le foglie di palme sul suo cammino;
- Il popolo deve essere istruito riguardo i pellegrinaggi affinché questi
progressivamente spariscono o almeno siano fatti con il solo fine di un buon
insegnamento. Non devono essere usati per la messa, il culto o le indulgenze,
perché Dio si trova in ogni luogo è si può ricevere il perdono ovunque;
- La maggioranza dei riti esteriori, le immagini nelle chiese, i vestiti liturgici e
i titolo di arcivescovo e vescovo sono mantenuti.
Le decisioni di Örebro furono elaborate con molta cautela; secondo il principio molte volte
espresso dal re Gustav I Vasa, si doveva “prima insegnare e dopo riformare”.
L’obbiettivo e la cosa più importante per il futuro era quindi che la gente comprendesse che
la Parola di Dio spiega l’accoglimento del perdono dei peccati conseguito solo per grazia
tramite Cristo e non grazie alla partecipazione alla messa.
Non tutti condividevano le decisioni di questo incontro. Alcuni commercianti luterani
tedeschi credevano che restassero troppe concessione ai vecchi errori. Nel paese ci furono
delle rivolte contro le decisioni di questo Sinodo, ma il re riuscì a quietarle portando avanti
la sua visione riformatrice.

Nel 1536 fu ufficialmente abolito il celibato.
Stato e Chiesa furono una cosa sola.
Solo nel 2000 fu abolito il ruolo di Chiesa di Stato alla Chiesa svedese.
In pratica, fu la decisione la del re Gustav I a portare a ciò.
Ci fu un vero e proprio cesaropapismo.
Il re era capo dello Stato e della Chiesa.
La logica del potere religioso unito a quello politico è tipica della mentalità rivoluzionaria.
Il potere religioso doveva essere sottoposto a quello politico.
In Svezia fu un re a decidere, appellandosi alla Parola di Dio. Con la Rivoluzione francese, invece, avvenne la stessa cosa, ma fu voluta dai movimenti populisti ed in chiave anticristiana.
Questo ci deve fare riflettere sul discorso della laicità.
La laicità è sì l'autonomia del potere civile da quello religioso (e viceversa) ma è anche un reciproco riconoscimento dei due enti.
Cordiali saluti.

CORDOGLIO PER IL NOSTRO SOLDATO MORTO IN AFGHANISTAN

Cari amici ed amiche.

Ieri c'è stato un attentato nella base militare di Goulistan, in Afghanistan.
Una persona è rimasta uccisa ed altre cinque sono rimaste ferite.
Il soldato ucciso è il Sergente Michele Silvestri.
Esprimo il mio cordoglio per lui. Era un mio coetaneo.
Lui è morto per servire la nostra patria e difendere la democrazia in un Paese che ha bisogno di essa.
Per questo, egli è un eroe.
Cordiali saluti.

CASO ORLANDO? NON E' CHE CI SIA UN GIOCO POLITICO?

Cari amici ed amiche.

Guardate il video della candidatura di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo, seguendo il link http://youtu.be/S46GKZ8Gf6I.
Prima ha detto che non si sarebbe candidato sindaco. Poi, ha fatto l'esatto contrario perché per lui le elezioni primarie del centrosinistra (che sono state vinte da Fabrizio Ferrandelli) sarebbero state "dopate".
Ora, io mi pongo questa domanda:
Non è che tutta questa faccenda sia un bluff?
Mi ricordo di quello che successe a Napoli, ove l'esponente dell'Italia dei Valori Luigi De Magistris si candidò contro Mario Morcone, il candidato del Partito Democratico.
Al ballottaggio, De Magistris batté il candidato di centrodestra Gianni Lettieri, con i voti del Partito Democratico e buona parte di quelli del Terzo Polo.
Ora, io credo che lì ci sia stato un gioco politico.
De Magistris si presentò come l'uomo, portando di fatto a sinistra voti che di sinistra non erano.
Ora, io temo che la stessa cosa possa ripetersi a Palermo.
Ferrandelli è apprezzato dal Terzo Polo (Unione di Centro, Alleanza per l'Italia, Futuro e Libertà e Movimento per l'Autonomia) e Orlando si presenterà come "uomo nuovo" e lontano dai vecchi schemi politici.
Io penso che questo tipo di politica possa portare a sinistra voti che non sono di sinistra, magari facendo confluire al ballottaggio i voti di entrambi i candidati di centrosinistra sul Orlando o su Ferrandelli, a seconda di chi andarà al ballottaggio.
Secondo me questa è una mossa politica.
Il centrodestra stia attento a ciò.
Cordiali saluti.

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