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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 26 settembre 2011

I DISCORSI DEL PAPA IN GERMANIA, LA RECENSIONE

Cari amici ed amiche.

I discorsi pronunciati dal Santo Padre Benedetto XVI nel suo viaggio in Germania sono stati pieni di significati.
Ad esempio, nel suo discorso nel Bundestag, a Berlino, il Papa ha detto dell cose molto importanti.
Innanzitutto, ha parlato della necessità di un maggiore senso etico della politica.
Qualcuno, qui in Italia, è stato pronto a fare il moralista verso il proprio avversario.
In realtà, il Santo Padre non si è riferito solo ai partiti o agli eletti ma anche agli elettori.
L'etica deve essere nella gente.
Inoltre, ha parlato della necessità di un equilibrio tra lo sviluppo economico e la salvaguardia dell'ambiente. Sono due esigenze fondamentali ma, per il futuro, l'uomo non può prescindere da nessuna delle due.
Ad Erfurt, ove vi è stato un incidente causato da un giovane che ha sparato un colpo di fucile.
In questa città, che è stata la "culla della Riforma protestante", il Papa ha rivalutato la spiritualità di Martin Luther.
Sul noto riformatore tedesco ho già detto molto.
Luther (o Lutero) commise due gravi errori, quello di non avere seguito la Tradizione della Chiesa (che, ad esempio, contempla il culto dei Santi, la transustanziazione e l'obbedienza al Papa) e quello di avere puntato sul nazionalismo tedesco.
Scrissi di ciò nell'articolo intitolato "Lutero ed il nazismo, commento all'articolo di "Papalepapale.com"".
Però, va detto anche che Luther fu in cerca di una spiritualità più interiore e sentita e sentì che c'era del malcontento verso la Chiesa dell'epoca, tra la simonia, il concubinato di molti sacerdoti, la cattiva formazione del clero e la latitanza dei vescovi.
Serviva una riforma e se non avesse commesso quei due gravi errori che ho citato, Luther avrebbe avuto maggiore consenso e, forse, avrebbe aiutato la Chiesa a rimettersi a posto.
A Friburgo, Papa Benedetto XVI ha detto un'altra frase forte.
Ha detto che sono meglio gli agnostici dubbiosi che i fedeli di routine.
Io penso che sia una provocazione e che il Santo Padre voglia dirci che dobbiamo svegliarci.
Purtroppo, tra noi, vi è chi (ad esempio) va a Messa più per una "meccanica abitudine" che non per un desiderio veramente sentito o per "fare vedere quant'è bello il proprio vestito".
La Santa Messa è, in realtà, un'occasione di incontro con Gesù Cristo che si presenta nel pane e nel vino consacrati.
Per incontrare Gesù Cristo bisogna avere anche l'animo disposto ad accoglierlo.
Inoltre, tra noi, vi è chi è pronto a fare il moralista sugli altri, senza guardare dentro sé stesso.
Questa non è fede autentica ma voglia di mostrare un'immagine falsa di sé stesso.
La superbia è il peccato capitale per eccellenza il peccato di Lucifero.
Inoltre, tra noi vi è chi, in nome del "politicamente corretto" lascia correre determinate cose, come la costruzione dei supermercati di fronte ai cimiteri o è favore di pratiche che non piacciono alla Chiesa, come l'aborto o i matrimoni gay, di cui ho parlato nell'articolo intitolato "Il vento del laicismo" . Vi sono degli agnostici che cercano Dio. Infatti, come dentro ogni credente c'è un ateo latente così dentro ogni ateo o agnostico vi è un credente nascosto. Ho già detto di quei fedeli che entrano nelle Chiese ma che vivono come se Dio fosse lontano ma si può tranquillamente parlare anche di quegli atei o agnostici che cercano Dio. Noi cattolici dobbiamo aiutarli a trovare quello che cercano.
Implicitamente, il Papa ci ha detto ciò.
Inoltre, ha dialogato con le altre comunità religiose, invitandole a cooperare per il bene dell'umanità.
Le parole del Papa sono state molto sentite, da lui stesso (che le ha pronunciate) e da chi le ha ascoltate.
Cordiali saluti.

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CRISI, E' GENERALE...MA IN ITALIA SERVONO LE RIFORME!

Cari amici ed amiche.

La crisi sta facendo danni.
Qui in Italia, l'agenzia di rating "Standard & Poor's" ha tagliato il rating dei Comuni di Milano, Genova e Bologna, delle Province di Mantova e Roma e delle Regioni Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Sicilia.
Io, che risiedo in uno di questi enti locali a cui è stato tagliato il rating, dico che una cosa del genere debba farci riflettere. Forse, la colpa della crisi del sistema Italia non è solo della politica nazionale ma anche di quella negli Enti locali. L'esempio della Provincia di Mantova è calzante.
Non si possono spendere male i soldi, facendo politiche assistenzialiste ed altri sprechi.
Inoltre, serve innovazione. La Provincia di Mantova non fa innovazione.
Purtroppo, questa crisi è generale.
Sembra quasi un "circolo vizioso".
Vi è una crisi finanziaria.
Questa crisi (dovuta a speculazioni finanziarie) danneggia le imprese.
Queste ultime non assumono e, anzi, sono costrette a licenziare i loro dipendenti.
Questo determina una maggiore disoccupazione.
Una maggiore disoccupazione genera una minore produzione di ricchezza ed una minore produzione di ricchezza acuisce la crisi.
Questa crisi è generale.
Per quello che riguarda l'Italia il problema è strutturale.
Servono delle riforme, come il federalismo, che rende lo Stato più snello e responsabilizza gli Enti locali, e la riduzione del numero dei parlamentari.
Inoltre, si dovranno creare le condizioni per la crescita.
Non è possibile che in Italia vi sia il 30% di noi giovani disoccupati. Di questo 30% faccio parte anch'io.
Bisogna puntare sull'innovazione e fare in modo che le imprese non siano così tassate e favorire anche quei giovani che vogliono fare impresa.
Ovviamente, questo si potrà fare quando ci sarà un periodo migliore.
Oggi bisogna "tirare la cinghia".
Bisogna anche sgravare le famiglie.
Ad esempio, ci sono certi affitti delle case popolari che francamente sono alti.
Bisognerebbe rimodularli non in base al reddito lordo ma a quello netto e fare in modo che tutti li paghino.
Servono delle vere riforme strutturali che possano rilanciare il nostro Paese.
Tenete conto che qui c'è in ballo molto di più, anche l'Europa stessa.
Già, la Grecia è sull'orlo del baratro e se dovesse fallire...cadrebbe l'Euro.
Allora, sì che la crisi potrebbe farsi davvero grave.
Cordiali saluti.

GIUDICI, COMMENTO AD UN ARTICOLO DI "SAN MARINO NOTIZIE"


Cari amici ed amiche.

Leggete questa notizia comparsa sul giornale "San Marino Notizie" . Esso è intitolato "San Marino: inchiesta "imbarazzante". Silenzio in procura".
Il giornale che ha diffuso questa notizia non può essere tacciato di "filo-berlusconismo".
Ora, faccio un mio breve commento.
Si sta concentrando l'attenzione sul "caso Ruby" e qualunque altra cosa che riguardi il presidente Berlusconi, a prescindere dal fatto che egli abbia commesso o meno un determinato reato.
Per altre situazioni illecite (o presunte tali, poiché la colpevolezza può esserci solo dopo la sentenza definitiva) che non riguardano lui ma che, addirittura, colpiscono la parte avversa, non si dice nulla.
Qui in Italia una cosa come quella citata dal giornale sanmerinese non fa notizia.
Fanno notizia, invece, le persone che entrano nella Villa San Martino di Arcore o a Palazzo Grazioli a Roma o delle intercettazioni che spesso sono prese in modo arbitario.
C'è una disparità di trattamento.
Cordiali saluti.

domenica 25 settembre 2011

IL PRESIDENTE BERLUSCONI, TRA LA SUCCESSIONE E L'OPPOSIZIONE

Cari amici ed amiche.

Da ogni parte, dicono il presidente Berlusconi debba fare un passo indietro "per il bene del Paese".
Tutti i santi giorni, le opposizioni chiedono le sue dimissioni dal governo del Paese.
Io trovo che ciò sia imbarazzante.
Questo dimostra che alle opposizioni non interessa nulla del Paese. Infatti, esse pensano al consenso popolare.
E' facile "sparare" sul Governo in carica, quando vi è una crisi (ad esso non dovuta) ma poi, coloro che fanno ciò, hanno un loro progetto?
La situazione attuale dice che le opposizioni non hanno un progetto politico valido.
E' molto facile dire: "Via Berlusconi!" ma poi coloro che dicono ciò cosa propongono di alternativo?
Nulla!
Ad esempio, la sinistra estrema, con Nichi Vendola, propone la riduzione delle spese militari, con il rischio di trovarsi con un Paese meno sicuro.
Il Partito Democratico è un ectoplasma privo di un'identità e, a causa dei suoi problemi interni e di rapporto con la base, a volte segue la sinistra radicale, a volte l'Italia dei Valori e a volte il Terzo Polo.
L'Italia dei Valori ha solo il giustizialismo e l'odio verso il presidente Berlusconi.
Il Terzo Polo non ha una sua identità. Si dice di centrodestra ma è ostile al presidente Berlusconi e, come nel caso della Sicilia, a volte si allea con il Partito Democratico.
Inoltre, come potranno essere conciliate le diverse sensibilità, ad esempio, sui temi etici.
Ad esempio, Gianfranco Fini, Benedetto Della Vedova e Chiara Moroni non la pensano come Rocco Buttiglione e Paola Binetti su temi come la famiglia, l'eutanasia o l'aborto.
Tutti insieme, da Vendola a Fini, potrebbero fare una coalizione larga contro il centrodestra, presentarsi ad eventuali elezioni anticipate e vincerle.
Ma poi, credete che il Governo che verrebbe fuori da ciò possa reggere ed essere credibile?
Io ne dubito!
Anzi, potrebbe finire come finirono tutti i Governi di centrosinistra.
Una situazione del genere in un contesto di crisi come quello attuale potrebbe essere molto pericoloso.
Di fronte ad un Governo debole, gli speculatori vanno a nozze.
Oltre a ciò, c'è chi nel Popolo della Libertà chiede le primarie.
Personalmente, io trovo che le primarie siano uno strumento utile. Anzi, con esse si riallaccerebbero i rapporti tra cittadini e politica.
A mio modo di vedere, le primarie si potrebbero fare solo qualora non vi sia una ricanditatura del presidente Berlusconi.
Ad oggi, il presidente Berlusconi non fa passi indietro.
E' giusto che sia così.
Immaginatevi cosa succederebbe se il presidente Berlusconi si dimettesse dal Governo.
Come ho già detto, per gli speculatori, la caduta del Governo sarebbe un invito a nozze.
Infatti, non ci sarebbero le condizioni per fare un nuovo Governo ed anche le elezioni anticipate potrebbero avere un esito incerto.
Senza un Governo forte, la situazione peggiorerebbe.
Inoltre, questo Governo ha una maggioranza in Parlamento e finché ci sono queste condizioni può governare ed è legittimato a farlo.
Però, se nel 2013 il presidente Berlusconi non dovesse più ricandidarsi, sarebbe commendevole fare le primarie.
Il presidente ha sempre avuto la forza del consenso popolare. E' giusto che il suo successore abbia la stessa cosa.
Ora, il presidente non ha mai avuto bisogno di primarie, perché (a differenza di quanto riportano certi giornali e l'opposizione) la maggioranza degli italiani lo stima.
Ciò è dimostrato dai consensi che ha sempre preso.
Un suo eventuale successore "calato dall'alto" potrebbe non avere questa forza. Quindi, è giusto dare al popolo l'ultima parola, con le elezioni primarie.
In un modo o nell'altro, il presidente Berlusconi ha fatto la storia del nostro Paese e tuttora la sta facendo.
I posteri ricorderanno ciò.
Cordiali saluti.

PACIFISMO? NON E' PACE...E' INDIFFERENZA DI FRONTE AL MALE!


Cari amici ed amiche.

Leggete questo brano della "Summa Theologica" di San Tommaso d'Aquino (1225-1274):

"Sembra che la guerra sia peccato. Infatti:
  • Il castigo è dato solo per un peccato. Ora il Signore minaccia un castigo a chi combatte: "Tutti coloro che prenderanno la spada moriranno di spada".
  • Quanto si oppone agli ordini di Dio è peccato. Ma combattere è contrario all'ordine di Dio; poiché sta scritto: "Io invece vi dico di non fare resistenza al malvagio", e altrove: "Non vendicatevi".
Invece: Scrive Sant'aAgostino: "Se la religione cristiana condannasse totalmente le guerre, nel Vangelo, ai soldati che chiedevano un consiglio per la salvezza, si sarebbe dato quello di abbandonare le armi, e di fuggire il servizio militare. Invece fu loro detto:" Non fate violenza a nessuno; contentatevi della vostra paga". Perciò non viene proibito il mestiere di soldato". Rispondo: Perché la guerra sia giusta si richiedono tre cose: Primo: l'autorità del principe, per ordine del quale deve essere proclamata. Infatti una persona privata non ha il potere di fare la guerra. Spetta ad essi difendere lo stato da nemici esterni con la spada della guerra". Secondo: si richiede una causa giusta; e e cioè una colpa da parte di coloro a cui si fa la guerra. Scrive perciò Sant'Agostino: "Si definiscono guerre giuste le guerre che vendicano le ingiustizie". Terzo: si richiede che l'intenzione di chi combatte sia giusta: e cioè che si voglia il bene e si eviti il male".

Ora, faccio qualche mia considerazione.
Nella trasmissionerdi "In onda", che è andata in onda ieri su "La 7" il leader di Sinistra, Ecologia e Libertà e Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola (nella foto di sopra), ha detto delle cose inquietanti.
Infatti, ha affermato che se lui fosse al governo taglierebbe le spese militari.
Io trovo inquietante ciò.
Volere la pace è un dovere di tutti. A nessuna persona normale e che abbia un minimo di umanità piace uccidere un suo simile.
Però, per avere la pace, serve una garanzia di sicurezza.
Non ci può essere la pace senza la garanzia di sicurezza per sé stessi e per gli altri.
Ora, tagliare le spese militari significa rendere meno sicuro il nostro Paese sia dagli attacchi dall'esterno e sia dai pericoli interne.
Del resto, anche lo stesso Cristianesimo ammette la "guerra giusta".
Pensate alla lotta tra San Michele e l'angelo ribelle Lucifero.
San Michele non andò incontro a Lucifero e alla sua orda di angeli che si ribellarono a Dio con la bandiera "Arcobaleno" ed urlando: "Peace and love !".
San Michele gliele diede di santa ragione e cacciò lui ed i suoi angeli.
Quindi, il caro signor Vendola e tutti i pacifisti dovrebbero leggere quel brano di San Tommaso d'Aquino ed i libri del Vecchio Testamento come quello dell'Apocalisse.
Chi è pacifista non si rende conto che la pace può esserci solo ed esclusivamente se c'è la sicurezza.
In altre condizioni, la pace non ci sarà mai!
Leggete questo articolo del sito della "Milizia di San Michele arcangelo" che è intitolato "Pacifismo, nemico della giustizia" . Ringrazio l'amico Angelo Fazio che me l'ha segnalato su Facebook.
Cito un brano di questo articolo che recita:

"Se poi consideriamo che Bertrand Russel (firmatario di questo documento) non facesse neanche tanto mistero delle sue tesi malthusiane in favore dello spopolamento radicale del Terzo Mondo, della sua avversione all’etica cristiana, e del suo sostegno verso la società liberal-capitalista in un’ottica progressista, comprendiamo come in realtà il pensiero pacifista celi quantomeno una profonda demagogia, quando addirittura un doppio fine non dichiarato.".

Nel pacifismo vi sono ipocrisia, egoismo, opportunismo politico e demagogia.
Infatti, chi è pacifista è ipocrita perché, in pratica, non condanna chi fa l'ingiustizia, dicendo di condannare chi fa la guerra, a prescindere dal fatto che egli abbia ragione.
Il pacifista è egoista perché, pur dicendo di interessarsi dei più deboli, in realtà pensa a sé stesso.
Il pacifista è un opportunista politico perché con la parola "pace" punta ad avere il consenso degli altri.
Il pacifista è un demagogo perché dice "no alla guerra" ma poi non propone un'alternativa credibile per dirimere una situazione negativa.
E così, il pacifismo è solo un'espressione di ostiltà verso ciò che risulta contro ad una determinata ideologia.
Ad esempio, i "No Global" ed i vari pacifisti odiano Israele e per manifestare questo odio alzano la bandiera della pace, quella "bandiera con i colori dell'arcobaleno" e non propongono una seria soluzione alternativa per risolvere il problema tra Israele ed i Palestinesi.
Così facendo, non condannano gli attacchi terroristici contro gli Israeliani e chi vorrebbe distruggere Israele.
Inoltre, il pacifismo non ha nulla di cristiano.
Anzi, guardate il simbolo del pacifismo, quello creato da Gerald Holtom nel 1958.
Non vi si vede un crocifisso rovesciato, quindi dissacrato?
Del resto, nel mondo hippy, che era pacifista, vi era il satanismo.
Termino questo articolo con due domande.
Se l'Italia venisse attaccata, voi andreste incontro al nemico con le "bandiere arobaleno" e gridando: "Peace and love"...oppure imbraccereste le armi, per difendere il vostro Paese ed il futuro dei vostri figli?
Se una persona facesse del male a chi è più debole di voi...non interverreste per difendere quest'ultimo?
Esprimo il mio cordoglio per il nostro soldato morto in Afghanistan, a causa di un incidente automobilismo.
Che Dio sia con lui ed i suoi cari.
Cordiali saluti.

CHARLES STEWART PARNELL, IL RE D'IRLANDA SENZA CORONA


Cari amici ed amiche.

Prendo spunto da un interessante articolo che mi è stato segnalato dall'amico Angelo Fazio. Esso parla della storia dell'I.R.A, l'Irish Republican Army.
L'articolo è intitolato "La storia dell'I.R.A" e vi consiglio di leggerlo.
Si sa, fin dal XII secolo, l'Irlanda dovette subire il dominio inglese.
Questo dominio si fece ancora più pressante nel XVI secolo, quando ci fu la rottura tra l'Inghilterra e la Chiesa di Roma, con l'Act of Supremacy promosso da re Enrico VIII e da quest'ultimo fatto votare in Parlamento nel 1534. La religione anglicana divenne religione di Stato mentre il cattolicesimo (che rimaneva la fede degli Irlandesi) venne costretto alla clandestinità.
Quindi, oltre ad una questione etnica e politica, vi fu anche una questione religiosa, che culminò in modo drammatico con i massacri operati durante la dittatura di Oliver Cromwell (1649-1658).
Gli irlandesi cattolici subirono ogni tipo di angheria.
Vennero a loro tolte le terre che vennero date agli inglesi di religione protestante ed anglicana.
Questa situazione generò un'ondata di violenza che si protrasse fino al XX secolo.
Nacquero delle fazioni, come la "Loggia orangista" (il cui nome fece riferimento a Guglielmo III d'Orange, il re protestante che sconfisse il re cattolico (che era anche suo suicero) Giacomo II Stuart nel 1688) ed i gruppi armati cattolici, tra i quali va contemplata l'I.R.A.
In questo contesto ci furono dei cambiamenti importanti.
Nel 1829, grazie al patriota irlandese (e cattolico) Daniel O' Connel (1775-1847) fu concessa l'emancipazione dei cattolici.
I cattolici poterono godere di nuovo del diritto di cittadinanza e di fare politica.
Non ci fu solamente questo ma ci fu anche un tentativo di mediazione tra protestanti e cattolici per ottenere l'autonomia dell'Irlanda.
Tra i protestanti, non può non essere citato Charles Stewart Parnell (Avondale 27 giugno 1846- 06 ottobre 1891), un deputato anglo-irlandese.
Questi era figlio di un mercante inglese e protestante originario di Congleton e di un'americana.
Sembrò da subito destinato ad una carriera politica di grande prestigio e riuscì quasi a farcela.
Divenne l'eroe protestante dell'Irlanda cattolica, il "re senza corona" d'Irlanda.
Egli non ebbe sangue celtico ma la madre (americana) gli trasmise una forte avversione verso gli Inglesi.
Fece sollevazioni di contadini e strinse un accordo con il Primo Ministro britannico William Ewart Gladstone (1882) per fare sì che venisse messa in atto la Home rule, ossia l'autonomia dell'Irlanda, cosa che fu avversata dai protestanti unionisti, specialmente nelle città del nord, come Belfast.
A fermare la sua carriera politica fu una questione di cuore.
Parnell ebbe una relazione con Kitty O'Shea, la moglie di un deputato.
Pare che il marito, per interesse politico, fosse a conoscenza di ciò e pare che avesse anche accettato questo "matrimonio a tre" .
Tuttavia, nel 1885, il deputato O'Shea perse le scranno in Parlamento e chiese a gran voce il divorzio, additando Parnell come il responsabile della fine del suo matrimonio.
Nel 1890 Parnell sposò Kitty. Questo incrinò la fiducia tra lui e tanta parte dei cattolici irlandesi che lo abbandonarono.
Morì due anni dopo tra le braccia della moglie che gli mise nella bara una rosa secca, la stessa che lei aveva lasciato cadere al loro primo incontro.
E così si spense anche il progetto politico di un'Irlanda libera e in pace.
Lui era un protestante che cercava la pacificazione con i cattolici.
Gli Irlandesi dovettero aspettare il 1949 per avere l'indipendenza totale ed una moneta con i simboli della propria nazione, di cui un esemplare fa parte della mia collezione ed è qui raffigurato.
Per lungo periodo, gli Irlandesi furono in guerra tra loro. La loro guerra fu l'ultima guerra di religione d'Europa. In particolare, le città del nord come Belfast, Omagh e Londonderry furono insaguinate da lotte aspre, in cui la maggioranza protestante ricorse spesso alla violenza contro i cattolici che a loro volta fecero atti di violenza contro i protestanti.
Grazie a grandi uomini, come il Beato Giovanni Paolo II si riuscì a fermare questa scìa di sangue.
La storia non si fa con i "ma e con i se" ma, forse, se Parnell avesse portato avanti il suo progetto, forse le violenze si sarebbero potute evitare.
Cordiali saluti.

sabato 24 settembre 2011

LA LEGGE ELETTORALE? HA DELLE CRITICITA' MA...


Cari amici ed amiche.

Si parla tanto della legge elettorale da riformare e del referendum con cui alcune forze politiche vorrebbero abolirla.
Ora, esprimo qualche considerazione la "Legge Calderoli", la legge n° 270 del 21 dicembre 2005, detta anche "Porcellum", se guardata bene non è così malvagia per come viene descritta.
Essa favorisce il bipolarismo e gli sbarramenti impediscono la frammentazione delle forze politiche in Parlamento, facendo sì che non entrino i partiti che alle elezioni prendono meno del 4% alla Camera dei Deputati e dell'8% al Senato (in ciascuna Regione) e le coalizioni che prendono meno del 20%, sia a livello nazionale (alla Camera) e sia a quello regionale (al Senato).
Inoltre, con i premi di maggioranza su base regionale al Senato, questa legge si adatta bene a quel progetto federale che il Governo e la maggioranza di centrodestra vogliono mettere in atto.
Infatti, in tale progetto è contemplato il "Senato federale".
Questa legge ha, però, dei limiti.
Il primo limite riguarda la mancanza della preferenza.
Questa legge ha le "liste bloccate". Ergo, l'elettore deve solo votare la lista e non può scegliere chi mandare in Parlamento.
Quindi serve una modifica che introduca la preferenza. Così, l'elettore potrà scegliere chi mandare in Parlamento.
Per il premio di maggioranza, si potranno poi "ripescare" i "migliori secondi", ossia quegli eletti che seguono coloro che hanno preso più preferenze.
Così si potrà fare sì che gli eletti siano legati ai propri elettori e che la classe politica sia scelta dal basso.
La seconda criticità riguarda il voto degli italiani all'estero.
Non si può fare votare per posta. Infatti, il voto tramite posta ha creato problemi, anche seri, come (ad esempio) la mancata possibilità di votare per tutti i nostri concittadini eletti all'estero (perché il materiale per votare non è arriva tutti) o, addirittura, la presenza di schede già votate prima che pervenissero all'elettore. Quest'ultima cosa è gravissima.
Quindi, bisognerà riformare il meccanismo, facendo in modo che che tutti i cittadini residenti all'estero accedano al voto. Quindi, servirà anche una riforma della rete consolare che dovrà diventare più capillare nella sua organizzazione.
Sul referendum, io penso che non sia la cosa migliore.
Questo referendum propone il ritorno alla legge elettorale precedente, il "Mattarellum", una legge elettorale in parte maggioritaria ed in parte proporzionale.
Il"Mattarellum" generò solo confusione.
Ad esempio, nel 1996, il centrosinistra di Prodi vinse nella quota maggioritaria ma in quella proporzionale vinse il centrodestra.
Inoltre, questo referendum sembra più un'arma contro l'attuale Governo e l'attuale maggioranza che non la manifestazione di una seria volontà di cambiamento di una legge che ha delle criticità.
Basti vedere chi lo promuove.
Il problema, però, non è solo nella legge elettorale ma è anche nella Costituzione.
Ad esempio, qui in Italia c'è il triste fenomeno del trasformismo, ossia di quei parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e comunali che cambiano partito e/o coalizione.
Se vogliamo avere una classe dirigente eletta "dal basso" dobbiamo porre un freno a questo fenomeno.
Purtroppo, la Costituzione non prevede il vincolo di mandato, ossia quel vincolo che lega il parlamentare (o il consigliere regionale, provinciale o comunale) al partito in cui è stato eletto e, quindi, all'elettore che gli dovrebbe rappresentare.
Infatti, se (ad esempio) un parlamentare è stato eletto nel Popolo della Libertà deve rappresentare gli elettori di quel partito che l'hanno votato.
Lo stesso vale per i parlamentari del Partito Democratico e di altri.
Serve, quindi, anche una riforma della Costituzione che preveda, ad esempio, il vincolo di mandato (e faccia sì che un eletto in un determinato partito non lasci quest'ultimo, pena le dimissioni obbligate dall'organo in cui è stato eletto) o la "sfiducia costruttiva", per il Parlamento, che preveda che, in caso di caduta di un Governo, si possa valutare se in quell'organo dello Stato vi sia o meno la maggioranza eletta dal popolo. Se vi dovesse essere, quest'ultima potrebbe costruire un nuovo Governo. In caso contrario, si tornerebbe al voto.
Questo potrebbe fare in modo che non vi sia uno scollamento tra la politica ed il popolo.
Cordiali saluti.

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Liberiamo l'Europa dall'ideologia "Green"

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.