Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 29 ottobre 2009

A LITTERA DI MASTRU CHRISTOPHER

Caru amicu. Londinium A.D. MDCCVIII, Die XXI, Mensis Octobris.

Chì cù lu Re...più cù San Paulu et cù Diu...
unu pattu fici...puru cuntru lu Parlamentu...
chì cuntru di mia...a scummette s'ebbe datu...
quasi...su unu me' tradimentu!

Visti certu un' Arabba Finici...
chì da lu focu a risorghje ebbe et da la cinniri...
ma cusì fù lu Signuri pè questa cosa...
chì desi a mia...pè fà di petra questa rosa!

Fù certu...mai cusì furastera...
questa vulintà ch'ebbi cusì forti...
et mancu lu diavuru nenti poti in fà manghjà...
da la tarra...questu santu locu...pè fà di morti...
quellu...comu l'autri avarianu vulsutu feghjà!

Ma vincìu...cuntru onne penseru lordu...
et di Cristu funu l'anni...et lu Calvariu...
ma ora pè mia hè Pasqua...comu questu ricordu...
di questi palori chì dissi lu parrinu...sanza duluri...
cuntru onne penseru lariu...de la Palora de lu Signuri:

"Laetatus sum in eo, quod dixerunt mihi:
"In domum Domini ibimus.""

Questu fù heri...et Diu arringrazziu...
eiu, Christopher mastru Wren, comu tutti l'animi...
et lu santu chì lu diavuru vincìu...quandu lu farru ci mittìu...
a li so' pedi...da lu sittintriuni...
et cù onne bisbigliu...chì sente pò Diu...
comu San Ghjorghju...et l'Anghjulu de lu Garganu da miridiuni!

A l'ochji di Diu...quandu hè nvidiusu...
l'omu in fronte al fà cuntentu de l'autri...
pè una bona cosa...hè cusì virgugnusu!

Questu ebbi a capisce...
quandu fici questa casa pè nosciu Signuri...
da la prima petra...a lu finisce.

Salutu.

martedì 27 ottobre 2009

No alla blasfemia!

Cari amici ed amiche.

Credo che si sia arrivati al limite della barbarie.
Si può credere o non credere in Dio o nella Chiesa ma trovo molto grave (ed incivile) che si arrivi a toni che rasentano la bestemmia.
Giusto ora, mi è stato segnalato che sulla Community di Libero c'è un utente che nel suo blog (il numero 27) ha messo una poesia blasfema contro Gesù Cristo.
Questo utente ha per nickname bisius_87.
Anch'io ho già diramato la segnalazione.
Personalmente, se c'è una cosa che non tollero è proprio la blasfemia.
Una situazione analoga si riscontra anche in altri network.
Sui forum di "Affari italiani", ci sono alcuni utenti che usano espressioni incivili contro la religione e tutto ciò che ha anche fare con essa.
Su quei forum, io ho citato re Carlo I Stuart e qualcuno ha fatto un commento che qui non ripeto.
C'è una vera e propria situazione di irrisione verso la religione.
Si può essere credenti o meno ma il rispetto è d'obbligo.
Bestemmiare non è segno di laicità ma di inciviltà e di stupidità.
Cordiali saluti.

Evento giovani italiani in Argentina.

Cari amici ed amiche.

Segnalo una bella iniziativa dei giovani italiani in Argentina.
Essa è intitolata "Tertulia literaria en el Tortoni màs visita guiata al Palacio Barolo".
E' un evento che si terrà al Cafè Tortoni y Palacio Barolo,-Av de Mayo -Buenos Aires, dalle ore 16;20 alle 19;20 nel giorno di sabato 07 novembre 2009.
Si tratterà il tema di Dante e della Divina Commedia.
Per informazioni, chiedere alla signora Sabrina Isabel Visconti Ongaro, presidentessa dell'Associazione dei Giovani Italiani nel mondo-Argentina, scrivendo all'indirizzo e-mail infoargentina@giovaninelmondo.com.
Cordiali saluti.

lunedì 26 ottobre 2009

Proposta al Comune di Roncoferraro

Cari amici e care amiche.

Vi illustro la mia proposta di istanza culturale fatta al Comune di Roncoferraro:

ISTANZA DI PROPOSTA CULTURALE
All'attenzione del signor Sindaco, dei signori membri della Giunta e del Consiglio comunale di Roncoferraro.
Oggetto: Proposta di un incontro culturale sul tema della civilità bizantina e sul suo rapporto con il territorio mantovano e roncoferrarese.
DESCRIZIONE
Egregio signor sindaco, egregi signori assessori e consiglieri.
Ai sensi dell'articolo 9 della Costituzione, del comma I dell'articolo 8 e del comma II dell'articolo 13 dello Statuto comunale, vorrei proporre e promuovere un evento culturale incentrato sulla storia bizantina.
Come tutti noi già sappiamo, anche il nostro territorio ebbe a che fare con essa. Basta pensare ai Gonzaga che furono imparentati con i Paleologi. Sullo stemma di Mantova è raffigurata un'aquila bicipite che nulla ha a che fare con gli Asburgo.
Sarebbe buona cosa fare un evento simile per fare conoscere ai cittadini questa civiltà in ogni suo aspetto, dall'arte alla cultura e dalla scienza alla religione.
Basta pensare che a Costantinopoli vi fu una biblioteca ricca di testi importanti, molti dei quali andarono perduti prima a causa dei Veneziani e dei Crociati, che nel 1204 saccheggiarono la città, e poi per mano dei Turchi Ottomani che la conquistarono il 29/05/1453.
In tale senso si potrebbe fare un progetto ad ampio respiro, collaborando con altri enti, come la Consulta comunale della cultura, la Pro Loco, i comitati delle manifestazioni, le associazioni culturali che si interessano di questo tema e la parrocchia che, ad esempio, potrebbe ospitare un incontro con un esponente religioso di rito greco-bizantino che magari potrebbe celebrare una liturgia, cosa che avvenne anni fa a Revere.
Quella bizantina fu una civiltà più vicina a noi di quanto si possa immaginare e credo che sia giusto farla conoscere alla cittadinanza.
Inoltre, si potrebbe completare il tutto con declamazioni di poesie (in lingua italiana, vernacolari o in altro codice) il cui tema è inerente alla civiltà bizantina. Si potrebbe anche fare una mostra (o un concorso) di pittura che faccia riferimento allo stesso tema, magari con un mercatino in cui gli autori possano vendere i loro quadri.
Il tutto potrebbe essere organizzato nell'evento "Ben venga maggio", che si tiene annualmente, o nell'ambito delle feste popolari, come la "Festa del Pesce".
Cordiali saluti.
Antonio Gabriele Fucilone
La mia istanza è stata depositata e protocollata nel Municipio di Roncoferraro il 22/10/2009.
Speriamo che l'amministrazione ne tenga conto.
Cordiali saluti.

martedì 20 ottobre 2009

Anglicani di nuovo con Roma.

Cari amici ed amiche.

Forse, sarà stato uno scherzo del destino. Ieri avevo fatto un post sulle divisioni tra cristiani ed oggi c'è stata la notizia di una riconciliazione tra la Chiesa anglicana tradizionalista e la Santa Sede.
La notizia è stata data dal prefetto della Congregazione della Fede, il Cardinale William Joseph Levada.
E' una notizia storica perché, almeno in parte, si ricuce uno strappo che risale al 1534 e che (salvo la parentesi del regno della regina Maria Tudor tra il 1553 ed il 1558) dura ancora oggi tra la Chiesa d'Inghilterra e quella romana.
Infatti, durante il regno di re Enrico VIII Tudor ci fu una vertenza tra questi e la Curia romana. Infatti, il re inglese voleva annullare le nozze con Caterina d'Aragona, per potersi risposare con Anna Bolena, anche per ragioni dinastiche.
Papa Clemente VII fu contrario.
Ci fu un processo e nel 1534 si arrivò allo scisma.
Da quel momento la Chiesa inglese non fu più sotto il controllo papale. A capo di essa si mise il re che soppresse i monasteri ed incarcerò e mise a morte i sostenitori del Papa.
Tra questi ci furono vittime illustri come il vescovo di Rochester Giovanni Fisher e Tommaso Moro (cancelliere del regno, umanista ed amico del re) che furono martirizzati nel 1535 e che sono stati canonizzati.
Alla morte di re Enrico VIII (gennaio 1547), la corona passò al figlio di terzo letto Edoardo VI, un re bambino di soli nove anni.
Poiché era un minore egli ebbe bisogno di un reggente che fu lo zio materno Edoardo Seymour.
Durante il regno di Edoardo VI ci fu la riforma protestante, sotto l'influsso dell'arcivescovo di Canterbury Tommaso Cranmer che nel 1549 redasse il Book of Common Prayer (o Prayer Book) che fu il libro liturgico della Chiesa anglicana e che, nelle intenzioni del suo redattore, fu una semplificazione delle tradizioni medioevali, riviste in senso luterano nella prima edizione e calvinista e zwingliano in quella 1552 .
Venne fatta una legge che permetteva ai preti di sposarsi, vennero ridotti a due i Sacramenti e la Messa veniva detta in inglese.
Venne anche fatto un nuovo ordinamento liturgico che privava i preti di ogni carattere sacrale e li riduceva a semplici ministri di culto, ossia pastori protestanti.
Furono aboliti il culto mariano e quello dei santi e ci fu un'ondata di iconoclastia nelle chiese.
Nel 1553 re Edoardo VI morì e diventò regina la sua sorellastra Maria I che ripristinò il cattolicesimo e perseguitò i protestanti.
Maria I non ebbe figli e morì nel 1558. Il trono passò quindi alla sorellastra Elisabetta I che ripristinò le riforme di Edoardo VI, se pur in forma più moderata con i Trentanove articoli.
In pratica, fu un compromesso tra cattolicesimo e protestantesimo.
Elisabetta perseguitò i cattolici ed anche il puritanesimo, l'ala più estrema del protestantesimo inglese, di tradizione calvinista che rifiutò ogni compromesso tra cattolicesimo e protestantesimo e volle una Chiesa non più sotto il controllo della Corona.
Questa situazione sfociò in una disputa che portò alla Guerra Civile che costò la vita a re Carlo I Stuart.
Durante il XVIII secolo ci fu un forte radicamento protestante ma in quello successivo nacque una corrente che recuperò molti aspetti del cattolicesimo.
Essa fu fondata dal "Movimento di Oxford" e in esso vi fu anche un prete anglicano che si fece cattolico e diventò cardinale, John Henry Newmann e prese il nome di "anglo-cattolicesimo".
Oggi, la Chiesa anglicana vive un periodo di crisi, dovuto anche alla secolarizzazione.
A questo si aggiunge la spaccatura interna dovuta alle recenti decisioni di permettere l'ordinazioni delle donne e dei gay al sacerdozio.
La parte più tradizionalista (dicendente dall'anglo-cattolicesimo) , si è allontanata da Canterbury ed oggi è in comunione con Roma.
Termino levandomi un "sassolino dalla scarpa".
Quando io dissi che prestavo culto a San Carlo I Stuart, a Roncoferraro qualcuno iniziò a storcere il naso o sorrise, come se avessi detto un'eresia.
Adesso che la Chiesa anglicana tradizionale è tornata in comunione con Roma, queste persone che dicono?
Cordiali saluti.

lunedì 19 ottobre 2009

Cristianità divisa, un male!

Cari amici e care amiche.

Vorrei parlarvi della questione della cristianità divisa e dell'ecumenismo.
Io trovo che il Concilio Vaticano II abbia posto bene una questione molto antica.
Come tutti noi sappiamo, oggi la nostra religione cristiana è divisa in varie confessioni come la cattolico-romana (facente capo al Papa e alla Santa Sede a Roma), quella greco-ortodossa (facente capo ai Patriarcati orientali), quelle protestanti e quella anglicana, che fa capo alla monarchia inglese.
Queste divisioni (a volte dovute a motivi teologici ed altre a motivi politici) hanno portato anche a situazioni gravi.
Mi viene in mente (ad esempio) il fatto che l'Impero bizantino sia caduto anche a causa della divisione religiosa tra cattolici-romani e greco-ortodossi. Ad esempio, nel 1444 a Varna (nell'attuale Bulgaria) i cristiani furono sconfitti dai Turchi anche per questa divisione.
Infatti, tra i timori del popolo turco fu una possibile riconciliazione tra cattolici ed ortodossi.
Anche in seguito le divisioni tra cristiani non portarono bene.
Nel 1526 ci fu la battaglia di Mohàcz (in Ungheria) tra i Turchi ed i cristiani.
In questa battaglia l'esercito dell'Impero ottomano distrusse quello cristiano. Questa sconfitta fu dovuta anche alla lacerazione che si creò nella cristianità con la Riforma protestante.
Oggi, per la cristianità ci sono due grosse sfide.
Da una parte c'è un secolarismo molto forte (che mette in discussione valori fondanti come la vita e la famiglia) e dall'altra ci sono i fondamentalismi islamici.
Io penso che la cristianità possa vincere queste sfide solo con una maggiore coesione interna.
Le divisioni rischiano di offuscare il messaggio cristiano proprio perché contrastano il messaggio evangelico.
Il Cardinale Walter Kasper definisce la divisione tra cristiani "uno dei peggiori mali".
Ha ragione, perché queste divisioni rischiano di rendere difficile non solo il dialogo tra cristiani ma anche quello tra questi e gli esponenti delle altre fedi.
Dobbiamo metterci in testa questo.
Io, per esempio, sono cattolico praticante ma non ho difficoltà a prestare culto a San Costantino XI Paleologo, ultimo imperatore bizantino e santo ortodosso, o a San Carlo I Stuart, re d'Inghilterra e santo anglicano.
In fondo vale la frase del Vangelo di Luca che dice: "Chi non è contro di voi è con voi".
Di sicuro questi personaggi non sono contro di noi.
Termino dicendo che qui non sono a rischio solo la fede e la dimensione religiosa ma anche i valori e la cultura.
Questi ultimi non appartengono solo a noi cristiani.
Cordiali saluti.

venerdì 16 ottobre 2009

Giovani e social network? Analizziamo il problema!

Cari amici e care amiche.

Prima di tutto, leggete l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/133/ARTICLE/17014/2009-08-16.html.
Vorrei parlare della questione dei social network (Facebook, Libero Community, Twitter ecc) e e dei giovani.
Infatti, c'è chi lancia gridi dall'allarme sul pericolo che i social network possono creare ai giovani.
Questi gridi d''allarme sono fondati ma solo in parte.
Infatti, il social network offre un mondo virtuale in cui non c'è nulla di vero.
Questo rischia di creare situazioni (anche gravi) a livello psicologico.
Il problema, però, non è il social network ma l'uso che si fa di esso.
Se si crede che fare amicizia voglia dire semplicemente fare un click con il mouse e scrivere su una tastiera ci si sbaglia di grosso.
L'amicizia è prima di tutto un valore che si nutre con la condivisione di esperienze autentiche e che si vive sul "campo".
Oggi noi abbiamo tanta tecnologia e tanto sapere ma abbiamo perso molti valori. I segnali di ciò ci sono tutti. Basta pensare all'aumento del bullismo nelle scuole, tema di cui vorrei parlare anche su "Italia chiama Italia", o alla crisi della famiglia.
Credo che si ora di recuperarli. Oggi sembra che si abbia paura dei valori come l'amicizia.
Ciò rischia di rovinare la società intera.
Secondo me, se i giovani riescono a recuperare questi valori, io credo che i social network possano diventare un "valore aggiunto".
Anch'io sono iscritto a dei social network, come Facebook, ma prima di tutto considero le persone con cui ho un rapporto diretto.
Certo, se qualcuno dei miei "amici" di Facebook o della Community di Libero dovesse diventare stringere un'amicizia nella realtà la cosa non mi dispiacerebbe.
Anzi...ne sarei ben contento.
Però un valore come l'amicizia non lo si può coltivare via internet.
Cordiali saluti.

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