Cari amici ed amiche.
Devo denunciare una situazione molto grave.
Purtroppo, su Facebook, stanno comparendo sempre di più i gruppi e le persone che incitano all'odio contro Israele e gli ebrei.
Io trovo che ciò sia vergognoso, esecrabile ed inammissibile.
Giusto questa mattina, proprio su Facebook, ho avuto un diverbio con una persona che ha insultato un'altra persona che era in contatto con me.
Ci sono persone e gruppi che mettono foto come quella messa qui alto.
Io trovo che ciò sia vergognoso e spero che gli amministratori di Facebook facciano più attenzione.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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venerdì 20 aprile 2012
Nel ginepraio si annidano le ruberie
Cari amici ed amiche.
Leggete questo articolo che l'amico Giuseppe Sagliocco ha pubblicato su "Il Cittadino":
"Egregio direttore Pallavera,
a mio modo di vedere suona strano che il problema dei finanziamenti alle forze politiche sia gettato sul tavolo proprio alla vigilia delle consultazioni, quando da anni lo Stato versa montagne di quattrini alle segreterie sotto forma di contributi che sono pubblici per modo di dire. Nel senso che sono tali finché il denaro è in viaggio verso i partiti, ma quando questi lo hanno incassato, miracolosamente quei contributi sono privatamente gestiti. E utilizzati secondola volontà dei leader.
In altri termini, come forse non tutti sanno, attualmente la legge non prevede che i partiti giustifichino le spese sostenute: in ogni caso, essi hanno però diritto a riscuotere i rimborsi. In questo ginepraio è ovvio che avvengano ruberie, sottrazioni di somme, pasticci.
Ciò che si dovrebbe fare è assai semplice: smettere di erogare denaro a soggetti che non hanno l’obbligo di rendicontare (mi scuso per il brutto vocabolo, ma in quanto dottore commercialista ho ancora dei rigurgiti professionali...) e nemmeno quello di presentare bilanci certificati.
Troppo facile fino adesso!!!
Pensierino finale: la morale della favola, il coinvolgimento della Lega in uno scandalo ingigantito dai media può segnare il tramonto di ogni ipotesi di un suo ricongiungimento futuro con il Pdl.
Se ciò che si vuole è la morte del centrodestra non datevi pena, e state pure tranquilli... questo non accadrà!
Saluti
Giuseppe Sagliocco
Lodi
www.giuseppesagliocco.blogspot.it".
Sono d'accordo con Giuseppe.
Io penso che i partiti debbano essere finanziati dai privati.
Magari, il finanziamento pubblico ai partiti ci può stare ma deve essere minimo.
Inoltre, i partiti devono giustificare le spese sostenute.
Io non credo che ciò generi il clientelismo.
Esso è presente comunque.
In pratica, i partiti prendono soldi dallo Stato e molti dei loro esponenti (non tutti) praticano il clientelismo.
Quindi, smettiamola con certa retorica.
Cordiali saluti.
Leggete questo articolo che l'amico Giuseppe Sagliocco ha pubblicato su "Il Cittadino":
"Egregio direttore Pallavera,
a mio modo di vedere suona strano che il problema dei finanziamenti alle forze politiche sia gettato sul tavolo proprio alla vigilia delle consultazioni, quando da anni lo Stato versa montagne di quattrini alle segreterie sotto forma di contributi che sono pubblici per modo di dire. Nel senso che sono tali finché il denaro è in viaggio verso i partiti, ma quando questi lo hanno incassato, miracolosamente quei contributi sono privatamente gestiti. E utilizzati secondola volontà dei leader.
In altri termini, come forse non tutti sanno, attualmente la legge non prevede che i partiti giustifichino le spese sostenute: in ogni caso, essi hanno però diritto a riscuotere i rimborsi. In questo ginepraio è ovvio che avvengano ruberie, sottrazioni di somme, pasticci.
Ciò che si dovrebbe fare è assai semplice: smettere di erogare denaro a soggetti che non hanno l’obbligo di rendicontare (mi scuso per il brutto vocabolo, ma in quanto dottore commercialista ho ancora dei rigurgiti professionali...) e nemmeno quello di presentare bilanci certificati.
Troppo facile fino adesso!!!
Pensierino finale: la morale della favola, il coinvolgimento della Lega in uno scandalo ingigantito dai media può segnare il tramonto di ogni ipotesi di un suo ricongiungimento futuro con il Pdl.
Se ciò che si vuole è la morte del centrodestra non datevi pena, e state pure tranquilli... questo non accadrà!
Saluti
Giuseppe Sagliocco
Lodi
www.giuseppesagliocco.blogspot.it".
Sono d'accordo con Giuseppe.
Io penso che i partiti debbano essere finanziati dai privati.
Magari, il finanziamento pubblico ai partiti ci può stare ma deve essere minimo.
Inoltre, i partiti devono giustificare le spese sostenute.
Io non credo che ciò generi il clientelismo.
Esso è presente comunque.
In pratica, i partiti prendono soldi dallo Stato e molti dei loro esponenti (non tutti) praticano il clientelismo.
Quindi, smettiamola con certa retorica.
Cordiali saluti.
Torta di rose
Cari amici ed amiche.
Vi consiglio un dolce molto buono, la "Torta di rose".
Questa è la ricetta di mia madre:
Ingredienti per quattro persone:
11 cucchiai di zucchero
100 grammi di burro
30 grammi di lievito di birra
350 grammi di farina
3 tuorli d'uovo
un pizzico di scorza di limone grattugiato
un pizzico di sale
1/2 bicchiere di latte intero
1/2 bicchiere di acqua
1 bustina di vanillina.
Procedimento:
Mettete in un recipiente il latte, il lievito, l'acqua e due cucchiai di zucchero e lasciate riposare per un'ora.
Lavorate in una zuppiera il burro e nove cucchiai di zucchero a temperatura ambiente.
Mettete in una spianatoia la farina, il composto costituito da zucchero, latte, acqua e lievito, i tre tuorli d'uovo, il sale, la scorza di limone e la vanillina ed impastate energicamente.
Fate una sfoglia di pasta alta circa 1/2 centimetro, spargetevi sopra il composto di burro e zucchero ed arrotolatela.
Tagliate il rotolo in sette pezzi e mettetelo in una tortiera imburrata ed infarinata.
Lasciate lievitare la torta per due ore.
Una volta fatta lievitare, mettete la torta in forno. Fatela cuocere a 200°C per circa 30 minuti.
Una volta cotta, fatela raffreddare.
Potete spruzzare la sua crosta con un po' di rum, per darle un gusto più adulto, oppure (se siete astemi come me) cospargerla di zucchero a velo.
C'è anche chi la cosparge di glassa al cioccolato o mette dell'uva sultanina oppure pezzetti di cioccolato fondente nell'impasto ma questo dipende dai gusti.
Potete servire la torta con della marmellata di arancia una confettura di ciliegie, per una buona prima colazione.
La "Torta di Rose" mi ricorda sempre molte cose belle.
Quando andavo a scuola, al mitico Istituto Professionale per i Servizi Sociali "Don Primo Mazzolari" di Mantova, la portavo in classe, poco prima delle vacanze di Natale.
Infatti, il 03 gennaio compio gli anni e le scuole sono chiuse.
Quindi, anticipavo i festeggiamenti con i miei amici, amici che porterò sempre nel cuore.
Peccato che ora non possa più farlo.
Dato che fare una torta per venti persone era difficile, io la compravo presso la panetteria e pasticceria.
Io la compravo presso il "Panificio Rossi" , qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Se volete comprare una "Torta di rose", prenotatela al Panificio Rossi.
Però, fare questo dolce in casa è tutta un'altra cosa.
Cordiali saluti.
Vi consiglio un dolce molto buono, la "Torta di rose".
Questa è la ricetta di mia madre:
Ingredienti per quattro persone:
11 cucchiai di zucchero
100 grammi di burro
30 grammi di lievito di birra
350 grammi di farina
3 tuorli d'uovo
un pizzico di scorza di limone grattugiato
un pizzico di sale
1/2 bicchiere di latte intero
1/2 bicchiere di acqua
1 bustina di vanillina.
Procedimento:
Mettete in un recipiente il latte, il lievito, l'acqua e due cucchiai di zucchero e lasciate riposare per un'ora.
Lavorate in una zuppiera il burro e nove cucchiai di zucchero a temperatura ambiente.
Mettete in una spianatoia la farina, il composto costituito da zucchero, latte, acqua e lievito, i tre tuorli d'uovo, il sale, la scorza di limone e la vanillina ed impastate energicamente.
Fate una sfoglia di pasta alta circa 1/2 centimetro, spargetevi sopra il composto di burro e zucchero ed arrotolatela.
Tagliate il rotolo in sette pezzi e mettetelo in una tortiera imburrata ed infarinata.
Lasciate lievitare la torta per due ore.
Una volta fatta lievitare, mettete la torta in forno. Fatela cuocere a 200°C per circa 30 minuti.
Una volta cotta, fatela raffreddare.
Potete spruzzare la sua crosta con un po' di rum, per darle un gusto più adulto, oppure (se siete astemi come me) cospargerla di zucchero a velo.
C'è anche chi la cosparge di glassa al cioccolato o mette dell'uva sultanina oppure pezzetti di cioccolato fondente nell'impasto ma questo dipende dai gusti.
Potete servire la torta con della marmellata di arancia una confettura di ciliegie, per una buona prima colazione.
La "Torta di Rose" mi ricorda sempre molte cose belle.
Quando andavo a scuola, al mitico Istituto Professionale per i Servizi Sociali "Don Primo Mazzolari" di Mantova, la portavo in classe, poco prima delle vacanze di Natale.
Infatti, il 03 gennaio compio gli anni e le scuole sono chiuse.
Quindi, anticipavo i festeggiamenti con i miei amici, amici che porterò sempre nel cuore.
Peccato che ora non possa più farlo.
Dato che fare una torta per venti persone era difficile, io la compravo presso la panetteria e pasticceria.
Io la compravo presso il "Panificio Rossi" , qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Se volete comprare una "Torta di rose", prenotatela al Panificio Rossi.
Però, fare questo dolce in casa è tutta un'altra cosa.
Cordiali saluti.
Santa Margherita Alacocque, la Francia e la rivoluzione
Cari amici ed amiche.
L'amico Angelo Fazio mi ha mostrato un articolo intitolato "Santa Margherita Maria Alacoque ed il Re Sole. La Francia ed il disfacimento morale".
In questo articolo si parla di una santa, Santa Margherita Alacocque, che chiese a re Luigi XIV di consacrare la Francia al Sacro Cuore di Gesù.
Purtroppo, ciò non avvenne e la Francia cadde negli orrori della Rivoluzione del 1789.
Purtroppo, l'uomo ha libertà di scelta e e può anche scegliere di non seguire Dio.
Egli, però, pagherà poi un prezzo alto.
Così fecero i Francesi nel XVIII secolo, nella piena boria illuminista.
Essi si dimenticarono di Dio mentre la Chiesa era divisa tra gallicani, giansenisti e molinisti.
Da questa dimenticanza r da questo marasma vennero fuori i mostri della rivoluzione.
Il popolo divenne schiavo dei suoi peggiori istinti.
Forse, da ciò si possono capire certi fenomeni più recenti e purtroppo tristi come il nazismo ed il comunismo.
L'uomo che rinnega Dio o che si dimentica di lui è condannato.
Cordiali saluti.
L'amico Angelo Fazio mi ha mostrato un articolo intitolato "Santa Margherita Maria Alacoque ed il Re Sole. La Francia ed il disfacimento morale".
In questo articolo si parla di una santa, Santa Margherita Alacocque, che chiese a re Luigi XIV di consacrare la Francia al Sacro Cuore di Gesù.
Purtroppo, ciò non avvenne e la Francia cadde negli orrori della Rivoluzione del 1789.
Purtroppo, l'uomo ha libertà di scelta e e può anche scegliere di non seguire Dio.
Egli, però, pagherà poi un prezzo alto.
Così fecero i Francesi nel XVIII secolo, nella piena boria illuminista.
Essi si dimenticarono di Dio mentre la Chiesa era divisa tra gallicani, giansenisti e molinisti.
Da questa dimenticanza r da questo marasma vennero fuori i mostri della rivoluzione.
Il popolo divenne schiavo dei suoi peggiori istinti.
Forse, da ciò si possono capire certi fenomeni più recenti e purtroppo tristi come il nazismo ed il comunismo.
L'uomo che rinnega Dio o che si dimentica di lui è condannato.
Cordiali saluti.
Ernst Jünger, "La pace"
Cari amici ed amiche.
Leggete questo articolo che è stato messo da Filippo Giorgianni su Facebook e che è un testo di Ernest Junger:
«L’unità dell’Occidente, realizzata per la prima volta dall’impero di Carlo Magno, non può limitarsi a un’aggregazione di paesi, popoli e culture, ma deve risorgere anche nella Chiesa. La riforma ha bisogno della Chiesa, così come la Chiesa ha bisogno della riforma. I fiumi che scorrono in letti diversi devono ricongiungersi. Si tratta di un obiettivo elevato, e significa già molto riconoscerlo e vederlo. Ma le Chiese hanno fatto proprio questo: nella lotta contro il nichilismo hanno costituito un fronte comune, e tale compattezza dovrà trovare il suo coronamento visibile nel momento in cui, dalla varietà politica in cui vivono, sorgerà l’unità. Lo scisma che accompagna la nascita delle nazioni perderà senso con il loro tramonto.».
Leggete questo articolo che è stato messo da Filippo Giorgianni su Facebook e che è un testo di Ernest Junger:
«L’unità dell’Occidente, realizzata per la prima volta dall’impero di Carlo Magno, non può limitarsi a un’aggregazione di paesi, popoli e culture, ma deve risorgere anche nella Chiesa. La riforma ha bisogno della Chiesa, così come la Chiesa ha bisogno della riforma. I fiumi che scorrono in letti diversi devono ricongiungersi. Si tratta di un obiettivo elevato, e significa già molto riconoscerlo e vederlo. Ma le Chiese hanno fatto proprio questo: nella lotta contro il nichilismo hanno costituito un fronte comune, e tale compattezza dovrà trovare il suo coronamento visibile nel momento in cui, dalla varietà politica in cui vivono, sorgerà l’unità. Lo scisma che accompagna la nascita delle nazioni perderà senso con il loro tramonto.».
Faccio i miei complimenti a Filippo, che come sempre si è dimostrato in gamba.
Che la Chiesa abbia contribuito a costruire l'Europa è lapalissiano.
Infatti, nel 476 AD cadde l'Impero Romano d'Occidente e la Chiesa si impegnò a ricostruire l'Europa e la sua unità.
Molto spesso mi capita di discutere con mio cugino, che è un cultore di Lev Tolstoj e del suo teismo, su questo tema.
Lui dice che il Cristianesimo debba essere una situazione vissuta interiormente ed individualmente e che la Chiesa fece solo politica.
Io, da cattolico abbastanza zelante, penso in modo diverso.
Certo, fu vero che in passato la Chiesa fece politica ma contribuì a fare sì che l'Europa nascesse anche a livello spirituale.
L'Europa, in pratica, nacque nei monasteri e nelle cattedrali, ancor prima che nei palazzi.
Nel 1517 ci fu il protestantesimo.
Questo frammentò la religiosità ed i laicisti poterono attuare il loro piano del "divide et impera".
La Rivoluzione francese del 1789 fu l'ultimo passo, prima della catastrofe.
Questo determinò l'indebolimento spirituale dell'Europa e la nascita dei nazionalismi che portarono ai tristi fatti del secolo scorso.
Se l'Europa si vuole salvare, deve recuperare la comune radice giudaico-cristiana.
Altrimenti, essa sarà destinata a morire.
Cordiali saluti.
Beppe Grillo, why not?
Cari amici ed amiche.
Sta prendendo sempre più piede il movimento di Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle.
Io trovo che ciò sia preoccupante.
In primo luogo, deve farci preoccupare il tono in cui il noto comico genovese arringa le folle.
Egli, infatti, parla sempre di scontro e di guerre civili.
Proprio ultimamente, Grillo ha parlato di guerre civili.
Ora, in un momento di grave crisi della politica e dell'economia e in questa fase in cui ci sono i suicidi,. non è bene creare tensioni.
In secondo luogo, vi è l'ideologia.
Il Movimento 5 Stelle non ha un'ideologia.
Ad esempio, in esso vi sono elementi di destra e di sinistra.
In esso, ad esempio coesistono il no all'immigrazione e la difesa ad oltranza proprietà pubblica dell'acqua.
A me sembra che Grillo punti più al consenso delle masse che non a fare una politica propria ed indipendente.
Egli dice no alla TAV, no ai termovalorizzatori, no alle discariche, no alle infrastrutture, no alle centrali elettriche, no a questo e no a quello ma non propone nulla di alternativo.
Questo è populismo allo stato puro.
Una politica del genere non può portare a nulla di buono.
Tra l'altro, va detta un'altra cosa.
Un movimento come il "Movimento 5 Stelle" può andare bene per l'amministrazione di un Comune o di una Provincia.
Non può andare bene per la gestione dello Stato.
Ad esempio, per quanto riguarda la politica estera, qual è la posizione del "Movimento 5 Stelle"?
Esso, ad esempio, è pro o contro Israele?
Esso è pro o contro gli USA?
Esso è pro o contro l'Euro?
Inoltre, come si comporterebbe un simile movimento, se fosse al governo, nel rapporto tra Stato e Chiesa.
Come si comporterebbe esso di fronte a tematiche come la vita o le coppie di fatto?
Non ha una politica definita.
Allora, io penso che Beppe Grillo sia funzionale solo alla tecnocrazia.
Infatti, egli fomenta gli animi contro i partiti e quando la gente scopre che il suo movimento è "tutto fumo e niente arrosto" , ecco che essa si rivolge ai tecnocrati.
Il problema è che sia il "Movimento 5 Stelle" che i tecnocrati rischiano di fare un gioco pericoloso che può portare a situazioni spiacevoli.
Cordiali saluti.
Sta prendendo sempre più piede il movimento di Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle.
Io trovo che ciò sia preoccupante.
In primo luogo, deve farci preoccupare il tono in cui il noto comico genovese arringa le folle.
Egli, infatti, parla sempre di scontro e di guerre civili.
Proprio ultimamente, Grillo ha parlato di guerre civili.
Ora, in un momento di grave crisi della politica e dell'economia e in questa fase in cui ci sono i suicidi,. non è bene creare tensioni.
In secondo luogo, vi è l'ideologia.
Il Movimento 5 Stelle non ha un'ideologia.
Ad esempio, in esso vi sono elementi di destra e di sinistra.
In esso, ad esempio coesistono il no all'immigrazione e la difesa ad oltranza proprietà pubblica dell'acqua.
A me sembra che Grillo punti più al consenso delle masse che non a fare una politica propria ed indipendente.
Egli dice no alla TAV, no ai termovalorizzatori, no alle discariche, no alle infrastrutture, no alle centrali elettriche, no a questo e no a quello ma non propone nulla di alternativo.
Questo è populismo allo stato puro.
Una politica del genere non può portare a nulla di buono.
Tra l'altro, va detta un'altra cosa.
Un movimento come il "Movimento 5 Stelle" può andare bene per l'amministrazione di un Comune o di una Provincia.
Non può andare bene per la gestione dello Stato.
Ad esempio, per quanto riguarda la politica estera, qual è la posizione del "Movimento 5 Stelle"?
Esso, ad esempio, è pro o contro Israele?
Esso è pro o contro gli USA?
Esso è pro o contro l'Euro?
Inoltre, come si comporterebbe un simile movimento, se fosse al governo, nel rapporto tra Stato e Chiesa.
Come si comporterebbe esso di fronte a tematiche come la vita o le coppie di fatto?
Non ha una politica definita.
Allora, io penso che Beppe Grillo sia funzionale solo alla tecnocrazia.
Infatti, egli fomenta gli animi contro i partiti e quando la gente scopre che il suo movimento è "tutto fumo e niente arrosto" , ecco che essa si rivolge ai tecnocrati.
Il problema è che sia il "Movimento 5 Stelle" che i tecnocrati rischiano di fare un gioco pericoloso che può portare a situazioni spiacevoli.
Cordiali saluti.
giovedì 19 aprile 2012
In Turchia con gli stessi diritti di tutti-Commento all'articolo dell'Osservatore Romano
Cari amici ed amiche.
Leggete l'articolo dell'Osservatore Romano che è intitolato "In Turchia con gli stessi diritti di tutti":
ANKARA 16. Un incontro che «lascia ben sperare», anche perché il desiderio dei cattolici in Turchia è quello di avere una Costituzione che sia «come una madre che abbraccia tutti i suoi figli». È un clima di rinnovata fiducia quello che si respira all’indomani dell’incontro che i rappresentanti della Conferenza episcopale turca hanno avuto con i membri della commissione parlamentare di Ankara che si occupa di redigere una nuova Carta costituzionale.
Dopo l’audizione del 20 febbraio scorso con il Patriarca ortodosso Bartolomeo, lunedì 16 è stata la volta dei rappresentanti di altre comunità, inclusi i cattolici, e di vari segmenti della società civile per ascoltare i loro suggerimenti. Al centro dei colloqui, per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’annosa questione del riconoscimento giuridico, il cui non accoglimento costituisce un grosso ostacolo allo sviluppo dell’azione pastorale.
Secondo un comunicato emesso dalla Conferenza episcopale turca, si è trattato di una riunione «trascorsa in un clima sereno» e che «lascia ben sperare». Infatti, «con pazienza, dai colloqui intercorsi fra le due parti, si intravedono possibilità di raggiungere buone intese». Nel corso dell’incontro i rappresentanti della Chiesa cattolica hanno avuto modo di esporre i «problemi» e le «richieste da inserire nella nuova Costituzione che si sta preparando». E com’è noto, la «richiesta principale», inserita nel contesto della libertà religiosa, è appunto il riconoscimento giuridico. Da parte loro i rappresentanti del Governo — prosegue la nota dell’episcopato — «hanno comunque sottolineato che tale richiesta non dipende dalla nuova Costituzione, ma può essere accolta con una legge particolare. Nei prossimi incontri si prenderanno in considerazione i problemi delle proprietà delle Chiese, delle scuole, degli ospedali, e di altri beni di cui la Chiesa cattolica latina attualmente possiede i titoli di proprietà. Con pazienza dai colloqui intercorsi fra le due parti, si intravedono possibilità di raggiungere buone intese».
All’incontro ha partecipato l’arcivescovo di Izmir, Ruggero Franceschini, presidente dell’episcopato, accompagnato dall’amministratore apostolico dell’esarcato apostolico di Istanbul, Louis Pelâtre, e dall’esarca patriarcale di Antiochia dei Siri, Yusuf Sağ. «Speriamo che la nuova Costituzione — ha detto all’agenzia Fides il rappresentante siro-cattolico — metterà in evidenza le libertà. Vogliamo una Costituzione che accetti e abbracci tutti come una madre con i suoi figli. Non abbiamo aspettative diverse da quelle dei musulmani turchi: come siriaci che vivono su questa terra da 4.500 anni, ci aspettiamo di avere gli stessi diritti dei cittadini musulmani turchi». Incoraggiante è la prospettiva espressa anche da monsignor Franceschini all’agenzia Sir. «Ho registrato un clima molto positivo intorno alla nostra principale richiesta, quella di ottenere il riconoscimento giuridico della Chiesa in Turchia. Trovo giusta la sottolineatura dei rappresentanti del Governo, per i quali tale richiesta non dipende dalla nuova Costituzione, ma può essere accolta con una legge particolare. Nei prossimi incontri si prenderanno in considerazione i problemi delle proprietà delle Chiese, delle scuole, degli ospedali, e di altri beni».
Infatti, un eventuale riconoscimento giuridico permetterebbe alla Chiesa di rientrare in possesso di un discreto numero di immobili che faciliterebbero anche l’attività pastorale. «Purtroppo — afferma ancora il presidente dei presuli cattolici — la nostra è una Chiesa numericamente piccola, che ha bisogno di un maggior numero di personale, non solo per la celebrazione della messa, ma anche per comporre quella ossatura necessaria a portare avanti la pastorale ordinaria. Ci vuole una pastorale che presti attenzione agli ammalati, alle famiglie, ai giovani. Quello che in una Chiesa occidentale è prassi normale, qui diventa indispensabile ed estremamente prezioso».
Leggete l'articolo dell'Osservatore Romano che è intitolato "In Turchia con gli stessi diritti di tutti":
ANKARA 16. Un incontro che «lascia ben sperare», anche perché il desiderio dei cattolici in Turchia è quello di avere una Costituzione che sia «come una madre che abbraccia tutti i suoi figli». È un clima di rinnovata fiducia quello che si respira all’indomani dell’incontro che i rappresentanti della Conferenza episcopale turca hanno avuto con i membri della commissione parlamentare di Ankara che si occupa di redigere una nuova Carta costituzionale.
Dopo l’audizione del 20 febbraio scorso con il Patriarca ortodosso Bartolomeo, lunedì 16 è stata la volta dei rappresentanti di altre comunità, inclusi i cattolici, e di vari segmenti della società civile per ascoltare i loro suggerimenti. Al centro dei colloqui, per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’annosa questione del riconoscimento giuridico, il cui non accoglimento costituisce un grosso ostacolo allo sviluppo dell’azione pastorale.
Secondo un comunicato emesso dalla Conferenza episcopale turca, si è trattato di una riunione «trascorsa in un clima sereno» e che «lascia ben sperare». Infatti, «con pazienza, dai colloqui intercorsi fra le due parti, si intravedono possibilità di raggiungere buone intese». Nel corso dell’incontro i rappresentanti della Chiesa cattolica hanno avuto modo di esporre i «problemi» e le «richieste da inserire nella nuova Costituzione che si sta preparando». E com’è noto, la «richiesta principale», inserita nel contesto della libertà religiosa, è appunto il riconoscimento giuridico. Da parte loro i rappresentanti del Governo — prosegue la nota dell’episcopato — «hanno comunque sottolineato che tale richiesta non dipende dalla nuova Costituzione, ma può essere accolta con una legge particolare. Nei prossimi incontri si prenderanno in considerazione i problemi delle proprietà delle Chiese, delle scuole, degli ospedali, e di altri beni di cui la Chiesa cattolica latina attualmente possiede i titoli di proprietà. Con pazienza dai colloqui intercorsi fra le due parti, si intravedono possibilità di raggiungere buone intese».
All’incontro ha partecipato l’arcivescovo di Izmir, Ruggero Franceschini, presidente dell’episcopato, accompagnato dall’amministratore apostolico dell’esarcato apostolico di Istanbul, Louis Pelâtre, e dall’esarca patriarcale di Antiochia dei Siri, Yusuf Sağ. «Speriamo che la nuova Costituzione — ha detto all’agenzia Fides il rappresentante siro-cattolico — metterà in evidenza le libertà. Vogliamo una Costituzione che accetti e abbracci tutti come una madre con i suoi figli. Non abbiamo aspettative diverse da quelle dei musulmani turchi: come siriaci che vivono su questa terra da 4.500 anni, ci aspettiamo di avere gli stessi diritti dei cittadini musulmani turchi». Incoraggiante è la prospettiva espressa anche da monsignor Franceschini all’agenzia Sir. «Ho registrato un clima molto positivo intorno alla nostra principale richiesta, quella di ottenere il riconoscimento giuridico della Chiesa in Turchia. Trovo giusta la sottolineatura dei rappresentanti del Governo, per i quali tale richiesta non dipende dalla nuova Costituzione, ma può essere accolta con una legge particolare. Nei prossimi incontri si prenderanno in considerazione i problemi delle proprietà delle Chiese, delle scuole, degli ospedali, e di altri beni».
Infatti, un eventuale riconoscimento giuridico permetterebbe alla Chiesa di rientrare in possesso di un discreto numero di immobili che faciliterebbero anche l’attività pastorale. «Purtroppo — afferma ancora il presidente dei presuli cattolici — la nostra è una Chiesa numericamente piccola, che ha bisogno di un maggior numero di personale, non solo per la celebrazione della messa, ma anche per comporre quella ossatura necessaria a portare avanti la pastorale ordinaria. Ci vuole una pastorale che presti attenzione agli ammalati, alle famiglie, ai giovani. Quello che in una Chiesa occidentale è prassi normale, qui diventa indispensabile ed estremamente prezioso».
Ringrazio l'amico Angelo Fazio che ha messo l'articolo su Facebook.
Io ritengo che l'Unione Europea stia affrontando la questione dell'adesione della Turchia ad essa con troppa leggerezza.
E' vero che la Turchia è un Paese laico ma è altrettanto vero che, nonostante la laicità, ci sono ancora delle contraddizioni.
Ad esempio è ancora in vigore una legge dell'Impero Ottomano che impedisce la costruzione di luoghi di culto non musulmani (sinagoghe e chiese) a ridosso di una pubblica via.
La Basilica di Santa Sofia (che nel 1453 venne trasformata in moschea) oggi è un museo ma non è stata restituita ai cristiani.
Sarebbe stato giusto restituire la basilica ai cristiani e favorire, per esempio, la costruzione di nuove sinagoghe e chiese.
La chiesa di San Paolo a Tarso è in mano allo Stato e non si celebrano messe in essa.
Nella Repubblica Turca di Cipro Nord, le chiese chiudono e vengono trasformate in moschee, musei o in edifici con altre funzioni.
Inoltre, in Turchia vi è ancora la difficoltà nel riconoscimento del Genocidio Armeno, un crimine pari alla Shoah per efferatezza e la questione dei rapporti con lo Stato di Israele.
A ciò, si unisce anche la recrudescenza del fondamentalismo islamico che portò alla morte di preti cattolici, come don Andrea Santoro e monsignor Luigi Padovese e i rischi che corrono coloro che scelgono liberamente di convertirsi al Cristianesimo.
Non voglio demonizzare nessuno ma voglio solo fare sì che tutti voi riflettiate.
Non voglio demonizzare nessuno ma voglio solo fare sì che tutti voi riflettiate.
L'Europa non può non tenere conto di tutto ciò.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.