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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 17 aprile 2012

DUOMO DI SIENA UN ESEMPIO DI ARTE GOTICA ITALIANA

Cari amici ed amiche.

Nel 1998 visitai Siena, durante una gita scolastica, quando ero in IV superiore.
Di Siena sono noti Piazza del campo, il Palazzo Pubblico e la Torre del Mangia.
Però, anche il suo duomo (dedicato a Santa Maria Assunta) non è niente male.
L'inizio della sua costruzione è databile al 1221 non si poté considerare terminato fino agli ultimi anni del secolo XV.
La sua facciata in marmo bianco è particolare e può essere divisa in due.
La sua parte inferiore è romanica, con i suoi tre portali e le statue di Giovanni Pisano ci danno l'idea di una spiritualità serena e sofferta allo stesso tempo.
La parte superiore, invece, con le sue tre cuspidi decorate a mosaici di stile bizantino-veneziano che furono fatti nel 1877 dall'artista Castellani, è l'esplosione dello stile gotico.
Tuttavia, questo è uno stile gotico morigerato, rispetto a quello delle grandi cattedrali francesi, tedesche ed inglesi.
Le sue colonnine a tortile danno l'idea del movimento dello stile gotico.
Sotto la cuspide centrale, vi è l'ultima cena, disegnata nella vetrata del rosone, con ben trentatré busti dei Patriarchi e dei Profeti che le fanno da cornice.
Nel riquadro vi sono le immagini dei Quattro Evangelisti.
A decorare la facciata vi sono anche rilievi di santi e di animali.
Il campanile risale al 1313 ed è policromo e finemente decorato con monofore in basso e con esafore  in alto.
L'interno è policromo come l'esterno, ad eccezione delle volte che sono azzurre.
Il pavimento fu fatto con i lavori della tecnica detta a "tarsia" ed i suoi lavori durarono dal 1372 al 1562.
In tali lavori si impegnarono Giovanni di Stefano, Neroccio di Bartolomeo, Antonio Federighi, Pinturicchio, Francesco di Giurgio Martini e Domenico Beccafumi.
L'altare maggiore fu realizzato da Baldassarre Peruzzi nel 1532 mentre il tabernacolo bronzeo fu fatto dal Vecchietta tra il 1467 ed il 1472.
Nel 1506, esso prese il posto della celebre "Maestà" di Duccio di Buonisegna, insieme alle statue originali della facciata.
Ai lati dell'altare, c'è una serie di angeli realizzati da Giovanni di Stefano (1489), Francesco di Giorgio Martini (1490) e da Domenico Beccafumi (1548-1551).
A sinistra appare il pulpito di Nicola di Giovanni Pisano. Esso ha una forma ottagonale ed è in stile gotico.
E' sorretto da nove colonne (otto agli angoli ed una al centro).
Sulla navata si apre la cappella di San Giovanni Battista (che per la cronaca è anche il Santo Patrono di Roncoferraro, Mantova).
Essa conserva una reliquia del braccio del santo ed una scultura di Donatello che è stata realizzata nel 1457.
Nella Sala Piccolomini vi sono i corali miniati di Liberale da Verona, Guidoccio Cozzarelli ed altri autori.
Questa collana di capolavori è arricchita da un preziosissimo altare di Andrea Bregno (1481) che ospita quattro sculture di Michelangelo Buonarroti: San Pio, San Gregorio, San Paolo e San Pietro. Alla sommità dell'altare è posta una "Madonna col Figlio" di Jacopo della Quercia.
Inoltre, vi è l'opera scultorea "Le Tre Grazie", una copia romana di un'opera ellenistica realizzata tra il IV ed il II BC.
Il duomo di Siena è un'opera che rappresenta il paradigma del gotico italiano.
Come il romanico, il gotico in Italia è frammentato.
Mentre i Lombardia si usava il laterizio, in Toscana si usavano i marmi policromi.
Il caso di Siena è un esempio.
Inoltre, la minore imponenza delle chiese italiane rispetto a quelle d'Oltralpe ed il minore uso dell'arco a sesto acuto ci fa capire che il gotico italiano altro non è che un'evoluzione del romanico.
Va detto anche che la storia di Siena sia molto particolare.
Essa, infatti, era una città ghibellina ma filo-romana, al contrario della rivale Firenze, guelfa ma anti-romana.
Questo ci fa capire come sia stata l'Italia nel Medio Evo, un Paese in cui c'erano le fazioni ma non erano sempre ben distinte ed in cui si cambiava casacca a seconda della convenienza.
Non fu una situazione da quella attuale.
Forse, anche il duomo di Siena può essere una dei libri che raccontano la nostra storia, un libro di pietra.
Cordiali saluti.



.


I DUE ANGELI DI PRIMAVALLE-LA PAROLA A MARCO STELLA

Cari amici ed amiche.

L'amico Marco Stella (del Portale dei Lombardi nel Mondo, nella foto) mi ha fatto avere questa nota:

"Stefano e Virgilio Mattei

Arsi vivi nell'incendio della loro casa appiccato trentanove anni orsono dai giustizieri di classe. Rampolli dell'alta borghesia che in nome dle proletariato eliminavano i proletari perché fascisti.L'odio e il linciaggio, ereditati dal delirio partigiano, furono alimentati dalle istituzioni, dai giornali, dalle consorterie dell'antifascismo.I loro assassini sono rimasti impuniti.Stefano e Virgilio ci guardano di lassù. Troppi di noi però guardano ormai solo a terra. - FONTE Noreporter.org

ACHILLE LOLLO, INTEGRANTE DEL COMMANDO CHE COMPIÌ L'ATTACCO INCENDIARIO NEL QUALE PERSERO LA VITA STEFANO E VIRGIGLIO VIVE TRANQUILLAMENTE A RIO DE JANERIRO - LA DEFINITA "CITTÁ MERAVIGLIOSA" HA TANTA SPAZZATURA...
".

Premetto,  io non ho simpatie fasciste.
Infatti, io sono di destra. 
La destra è ben altra cosa rispetto al fascismo.
Tuttavia, quanto successe in quel maledetto 16 aprile 1973 fu un atto indegno.
Il cieco odio politico portò alla morte due ragazzi che ebbero la "colpa" di essere figli di una fazione avversa,
L'Italia, si sa, non è un Paese normale.
E' un Paese in cui la politica è violenta nei toni e, purtroppo, nei fatti.
In Italia si muore di politica ed anche chi non viene ucciso fisicamente lo si cerca di distruggere nella reputazione o a livello professionale.
A ciò, si unisce l'onta di una giustizia che non funziona e che lascia impunito chi commette il crimine.
Finché resta questo principio, l'Italia sarà sempre un Paese incivile.
Purtroppo, anche tra noi giovani c'è chi continua con queste teorie.
Cordiali saluti. 



IGNAVIA, UN MALE MOLTO ATTUALE

Cari amici ed amiche.

Tra tutti i mali possibili, l'ignavia è uno dei peggiori.
Nella sua "Divina Commedia", Dante Alighieri, ad esempio, mise gli ignavi all'Inferno.
Il canto III, il grande poeta fiorentino ne parla in questo modo:

"E io ch'avea d'error la testa cinta,


dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?
e che gent'è che par nel duol sì vinta?".

Ed elli a me: "Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".

E io: "Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?".
Rispuose: "Dicerolti molto breve.

Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
"

Gli ignavi sono coloro che non si schierano.
Alcuni lo fanno per accidia, per pigrizia. Altri lo fanno per paura ed altri ancora lo fanno per opportunismo.
Vi racconto la mia esperienza.
Io, ad esempio,qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova) mi impegno pubblicamente, facendo proposte (è famosa quella degli impianti di illuminazione a diodi LED ma non c'è solo quella).
Tuttavia, c'è chi mi dice frasi come "Ma che te lo fa fare?", "Lascia lì!", "Pensa ai tuoi interessi!", "Io non mi schiero e non farlo anche tu!", "Se ti schieri, ti metti contro troppe persone", "Se ti schieri, non lavorerai mai!" e via dicendo.
Queste frasi sono prodotti dell'ignavia, un'ignavia spesso causata dall'opportunismo.
Intendiamoci, io non voglio mettermi contro nessuno, né voglio fare la guerra a nessuno, ma ritengo che l'uomo sia stato creato libero da Dio e  proprio perché libero, ritengo che egli abbia il diritto di schierarsi e di prendere posizione.
Mi sono messo contro qualche persona e quando ho fatto un cosa giusta me ne sono preso il merito e quando ho sbagliato ho sempre chiesto scusa ma ho fatto quello che ho ritenuto giusto e la mia coscienza è a posto.
Gli ignavi, invece, non si schierano.
Anzi, a mio giudizio, sono peggiori anche di chi mostra apertamente delle idee malvagie e sbagliate.
Io penso, ad esempio, che  forme di criminalità organizzata (come la camorra, la 'ndrangheta e la mafia)  non siano forti per le loro armi ma per il silenzio di molti.
Lo stesso vale per i totalitarismi, come nazismo e comunismo, o per quei regimi che perseguitano i cristiani.
Il male non vince per a sua forza ma per il silenzio di chi dovrebbe parlare.
Mi viene in mente, di nuovo quel film horror che non mi piace e di cui ho fatto una recensione poco lusinghiera (perché a mio modo di vedere è blasfemo ed antisemita, poiché Dagon era la divinità dei Filistei, un popolo nemico degli antichi Ebrei), "Dagon-la mutazione del male" .
Mi viene in mente il vecchio Ezequiel (il personaggio interpretato dal compianto Paco Rabal) che, mentre raccontava al protagonista, Paul Marsh (che è stato interpretato da Ezra Godden), il segreto e la maledizione di Inboca, ad un certo punto disse: "Tutti dovevano adorare Dagon o morivano".
Questa frase è emblematica dell'orrore che può portare l'ignavia.
In pratica, l'ignavo va a seconda di come tira il vento o, per dirla in mantovano, "due agh'è al formenton", in italiano "dove c'è il granoturco".
Lo stesso discorso può valere per quegli angeli che non si schierarono con Lucifero né con Dio.
Essi si sarebbero schierati con chi avrebbe vinto.
Termino con una mia poesia:

LI IGNAVI 


"E io ch'avea d'error la testa cinta,


  dissi: "Maestro che è quel ch'io odo?
  e che gent'è che par nel duol sì vinta?"".


Nec omini di lu diavulu...nec santi...
di palori...accussì nto lu Nfernu mittìu...
di 'ntellettu lu pueta Danti.
et comu ficiru...accussì fanu camora a Diu...
raggia a tutti li cosi gravi...
chisti sunt omini di morti...picchì lu mali ùn cummattunu...
chisti sunt tristi l'omini ignavi.




Cordiali saluti. 









lunedì 16 aprile 2012

CASO GUNTER GRASS, DUE PAROLE

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo de "Il cannocchiale" che è intitolato "Su Günter Grass, l'antisemitismo e il paganesimo che ispirò il nazismo".
Esso recita:

"Molto si è detto e scritto - anche in questo giornale - a proposito della recente uscita anti-israeliana di Günter Grass, lo scrittore e poeta tedesco Premio Nobel per la letteratura nel 1999. Si tratta di una delle tante critiche alla politica dello Stato di Israele, oppure di una vera manifestazione di antisemitismo? Le opinioni al riguardo divergono. Se è corretta la prima ipotesi lo scandalo non sarebbe poi così grave, dal momento che Israele in molti ambienti gode di cattiva stampa. Una critica in più, anche se espressa da un intellettuale di fama mondiale, non cambia il quadro in modo significativo.
Nel caso invece fosse vera la seconda ipotesi, come ritengono le autorità israeliane che hanno subito dichiarato Grass "persona non gradita", il caso acquista ben altre dimensioni. Diciamo allora che i sospetti non sono del tutto ingiustificati. E' noto che Grass ha ammesso molto tardi, nel 2006, di essersi arruolato all'età di 17 anni nelle Waffen SS e di aver combattutto negli ultimi due anni del secondo conflitto mondiale in una divisione corazzata del corpo di élite dell'esercito nazista. Tralasciando le ovvie dichiarazioni di pentimento, è opportuno notare che l'indottrinamento cui le SS venivano sottoposte era realmente completo e tale da lasciare il segno per tutta la vita. Un segno magari inconscio e seppellito nel profondo della mente, ma sempre incline a riaffiorare in momenti particolari.
In realtà, come notò George L. Mosse nella sua celebre opera "Le origini culturali del Terzo Reich", il nazismo affonda le sua radici in una cultura popolare già fiorente in Germania nell'800. In tale cultura il "popolo" (Volk) rappresentava il veicolo di una forza vitale che s'irradiava dal cosmo. L'animo umano era in grado di porsi in rapporto con la natura, poiché anche questa era dotata di un'anima, e ogni individuo poteva istituire con la natura un'intima corrispondenza condivisa con tutto il suo "Volk". Quest'ultimo, però, non aveva dimensioni universali, essendo limitato a una particolare entità nazionale.
Ne consegue, pertanto, che a conferirgli il suo carattere e le sue potenzialità non erano "tutte" le manifestazioni naturali, bensì soltanto quelle regionali. La natura veniva definita in termini di paesaggio, cioé quei tratti dell'ambiente circostante peculiari e familiari ai membri di un popolo ed estranei a tutti gli altri. Non nell'ambito della città, ma nel paesaggio, nella campagna indigena, gli esseri umani erano destinati a fondersi e a radicarsi nella natura e nel "Volk". Ma non è tutto. Soltanto mediante questo processo, che aveva luogo nell'ambiente natio, ognuno era in grado di esprimere se stesso e di trovare la propria individualità.
Notiamo dunque l'identificazione di un popolo, e di un individuo in quanto parte di esso, con un ben preciso territorio. Ogni territorio, a sua volta, diventa un "unicum", dotato di una sua ben precisa anima. Il paesaggio, i fiumi, le montagne di un certo contesto territoriale danno forma all'anima dell'individuo e del popolo, in un inestricabile legame di terra e di sangue. Chi non ne fa parte, chi non è inserito sin dalla nascita in quel paesaggio, non può partecipare all'afflato che da esso emana. Il legame tra terra e sangue costituisce un legame indissolubile, cui gli estranei, gli "stranieri", non possono partecipare. Dal momento che l'elemento essenziale è il legame dell'animo umano con il suo ambiente naturale, con la "essenza" della natura, le verità fondamentali erano ritenute reperibili al di là delle apparenze. L'anima di un "Volk" è determinata dal paesaggio natio.
E gli ebrei? Anche donne e uomini ebrei nascono in un ben preciso contesto territoriale. Anch'essi crescono tra le stesse montagne e gli stessi fiumi. Anch'essi - verrebbe spontaneo pensare - partecipano allo spirito del luogo. Eppure no, secondo questo modo di vedere il mondo e di concepire i rapporti tra individuo e ambiente circostante, gli ebrei sono irrimediabilmente "diversi". Essi, da gente del deserto, sono superficiali, aridi, "secchi", incapaci di profondità e del tutto mancanti di creatività. Proprio a causa della nudità del paesaggio desertico, gli ebrei sarebbero quindi un popolo spiritualmente arido, in netta antitesi con i tedeschi i quali, figli delle cupe foreste ammantate di nebbie, sono invece profondi e misteriosi. Aspirano al sole e sono creature della luce.
Tutti sappiamo che si tratta di speculazioni teoriche senza fondamento. Tuttavia sono proprio queste speculazioni ad aver fornito il sostrato culturale della situazione che poi condusse all'Olocausto. Naturalmente l'antisemitismo ha radici assai più antiche. C'è per esempio l'accusa di stampo economico, usura e poi monopolizzazione delle risorse finanziarie. Ma i ghetti, perfino i pogrom nella Russia zarista e nell'Europa orientale, non sono paragonabili all'Olocausto.
Il fatto che Günter Grass, in una delle sue repliche, abbia poi equiparato Israele alla DDR (l'ex Germania comunista), paragonando per di più la Shoah al trattamento dei prigionieri di guerra tedeschi nell'Unione Sovietica, aumenta i sospetti di cui prima dicevo. Il nazismo è stato il più serio tentativo di reintrodurre il paganesimo in Europa. L'antisemitismo è senza dubbio una delle sue componenti principali, ma è errato ridurlo a questo. L'esaltazione di una natura divinizzata e dello "spirito dei luoghi" ha giocato un ruolo molto rilevante. Di qui la tendenza a vedere i non tedeschi come "altri" da eliminare.
Come escludere che il giovane Grass, quando vestiva la divisa delle SS, sia rimasto come tanti altri marchiato a fuoco da questo neopaganesimo che non attribuiva valore alcuno alla vita delle cosiddette razze inferiori? Il Male riaffiora spesso nei momenti più impensati.
".

Come ho già detto tante volte, l'antisemitismo è mascherato da "critica verso la politica israeliana".
In realtà, continuo a porre la solita domanda:

Se a fare quello che fecero i fondatori dello Stato di Israele fosse stato un popolo non di religione ebraica, ci sarebbe stata la stessa reazione?

Io penso che non ci sarebbe stata la stessa reazione.
Israele è un Paese democratico e pacifico, una Paese in cui anche chi non è ebreo può stare in pace, come in tutte gli altri Paesi.
Purtroppo, c'è chi si straccia le vesti e magari si mette a piangere quando vede le immagini degli ebrei rinchiusi ad Auschwitz mentre si arrabbia ed inveisce contro l'ebreo che difende la propria casa.
Se questa non è ipocrisia, io sono il re d'Inghilterra.
Gunter Grass ha non ha fatto un'uscita contro la politica israeliana ma contro lo Stato di Israele e contro gli ebrei.
Equiparare Israele all'Iran o alla DDR (l'ex Germania dell'Est, comunista) è gravissimo.
Israele è uno Stato che rispetta tutti.
L'Iran non fa questo, come non lo faceva la DDR.
E poi, definire gli ebrei come aridi spiritualmente è vergognoso.
Gli ebrei non sono spiritualmente aridi, tenendo conto del fatto che furono loro a conoscere per primi quel Dio che oggi conosciamo anche noi.
Anzi, essi codificarono la Bibbia durante il periodo di Nabucodonosor (605-562 BC) proprio per ricchezza spirituale e per amore della propria fede e della propria identità.
Forse, loro avrebbero qualcosa da insegnare a questa nostra Europa scristianizzata ed arida spiritualmente, un'Europa simile a quella in cui si formarono il comunismo ed il nazismo.
Cordiali saluti.


GLI ERRORI DELLA POLITICA


cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo che ho pubblicato su "Italia chiama Italia" e che è intitolato "Elezioni amministrative? Rischia di vincere l'antipolitica!" .
Purtroppo, quanto sta accadendo è vero.
La gente si sta allontanando dalla politica e ciò è un dato di fatto.
In primo luogo, vi è la questione del governo di Mario Monti (nella foto), un governo non eletto dal popolo.
Questo governo non ha una politica che punta alla crescita né a strategie a lungo termine.
Ad esempio, non ha un piano per le infrastrutture.
Inoltre, esso sta tassando le aziende e le famiglie  a tutto spiano, senza dare a loro un feed back.
Qui vorrei rispondere al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Egli ha detto che l'evasione è cosa brutta e che chi evade le tasse non è degno di essere italiano.
Teoricamente, il presidente ha ragione.
In pratica, però, i cittadini sono tartassati da tasse ed imposte di vario tipo.
In cambio, essi non ricevono i giusti servizi dalle istituzioni né vedono delle serie riforme di esse, cresce il clima di sfiducia e l'evasione fiscale un prodotto di essa.
Io penso che la politica abbia delle grosse responsabilità di ciò.
In primo luogo, l'appoggio acritico a Monti.
Certo, recentemente il Popolo della Libertà ha fatto qualcosa (come l'avere sollevato la questione dell'IMU che è troppo elevata) ma è poco.
Tutto ciò sta creando malcontento presso i cittadini e rischia di portare anche a situazioni non belle.
Riflettiamo.
Cordiali saluti.








LA FEDE E L'AMICIZIA

Cari amici ed amiche.

Girando per caso tra i vari profili di Facebook, ho visto questa frase di San Giovanni Crisostomo (nell'immagine) che recita:

"Grande cosa è l'amicizia e quanto sia veramente grande non lo si può esprimere a parole, ma soltanto provare".

L'amicizia, che nell'enciclica del Santo Padre "Deus Caritas Est" è chiamata con il termine greco "philìa", è una cosa veramente grande.
Io credo che San Giovanni Crisostomo abbia ragione.
E' facile dire "Io sono tuo amico".
A parole si possono spostare le montagne.
I fatti sono ben altra cosa.
Bisogna distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.
Nel caso dell'amicizia ciò è importante e molto difficile.
Gesù stesso provò tutto ciò.
Egli fu tradito, venduto per trenta denari, da una persona che fino ad un attimo prima mangiava alla sua stessa tavola.
Quindi, non sono d'accordo con chi dice: "I veri amici sono coloro che mangiano a tavola con te".
Del resto, anche io ho avuto (ed ho tuttora) esperienze simili.
Non sono amici neppure coloro che spesso parlano usando belle parole.
Questi, infatti, sono sempre i primi a calunniare.
Non sono amici nemmeno coloro che dicono di esserlo ma al momento del bisogno si defilano.
Non sono amici neppure coloro che tendono a fare adulazioni senza critica.
Non sono amici neppure coloro che stanno con gli altri finché gli assicurano dei vantaggi.
Questi ultimi sono sfruttatori.
Un amico deve anche criticare, qualora egli ravvisi un errore in una mia azione dal proprio amico.
Io penso che, per essere realmente tale, l'amico debba, prima di tutto, esserci al momento del bisogno, avere un rapporto vero con la persona ed essere critico quando questa sbaglia.
Nell'amicizia non ci devono essere secondi fini.
Gesù provò tutto ciò, nel bene e nel male.
Se le provò lui, noi dovremo essere da meno.
L'amicizia è "koinonia", comunione di esperienze e di valori.
Questo non vuole dire mangiare insieme tutti i giorni ma semplicemente avere delle esperienze comuni.
Forse, oggi, con l'avvento dei social network e la perdita di valori, tutti questi concetti sono un po' scemati.
Si è perso il rapporto diretto tra persone e spesso il concetto di amicizia viene banalizzato.
Io, ad esempio, ho il mio profilo su Facebook e ho tante persone che sono in contatto con me.
Con qualcuno di loro (cito, ad esempio, Morris Sonnino, Sara Astrologo, Francesca Padovese, Riccardo Di Giuseppe, Irene Bertoglio, Filippo Giorgianni, Stefania Ragaglia, Alessandra Spanò, Vittorio Leo, Angelo Fazio, Giuseppe Sagliocco ed Anna Castaldo Morville) ho instaurato ottime sinergie e rapporti di stima.
Però, da qui a considerare costoro come amici nel senso stretto del termine ce ne corre, anche se qualcuno di loro ha dimostrato di esserci in determinati frangenti .
Questo non vuole dire che un giorno non possiamo diventare amici per davvero (anzi, mi farebbe piacere) ma perché sia tale, l'amicizia deve avere una comunione di esperienze.
Bisogna essere realisti.
L'amicizia non deve avere secondi fini.
Un amico è tale se non cerca dei vantaggi.
Io ad esempio, mi espongo facendo politica.
Faccio istanze, presso il Comune di Roncoferraro, uso internet, cerco di essere attivo nella società (anche per favorire la ricerca del lavoro) e collaboro nelle propagande, quando ci sono elezioni.
Oggi, per via di quello che faccio,  ci sono persone che mi chiamano, mi invitano a vari eventi, e mi considerano "amico".
Ciò non significa che io e molte di queste persone siamo amici.
Io penso che tra loro ci possa essere anche chi voglia usarmi per poi scaricarmi quando non servirò più.
Di sicuro, io non mi farò sfruttare perché se dovessi vedere cose strane, io potrei dire: "Tanti saluti e grazie!".
Sulla mia fronte non c'è scritto "Giocondo", anche perché se gli altri volessero qualcosa da me, io sarei pronto a chiedere una contropartita, altrimenti non avrebbero la mia collaborazione.
E' chiaro che ciò non sarebbe amicizia ma un "patto tra postulanti", per dirla come l'ha detta il vescovo Waleran al priore Philip nella nota serie "I Pilastri della Terra".
L'amicizia è ben altra cosa.
L'amicizia è esserci nel momento di bisogno.
Ho sentito, ad esempio, che un giocatore dell'Udinese,  Antonio Di Natale, voglia aiutare la sorella disabile di Piermario Morosini, il calciatore morto sabato a Pescara.
Questo è un atto di vera amicizia.
Allora, l'amicizia è qualcosa di veramente alto, umanamente è cristianamente.
Essa è preziosa perché ci ricorda la nostra umanità.
Cordiali saluti.










domenica 15 aprile 2012

Elezioni amministrative? Rischia di vincere l'antipolitica!


Cari amici ed amiche.

Ho paura che alle prossime elezioni amministrative (che si terranno il 6 ed il 7 maggio) a vincere sia l'antipolitica.
I dati, purtroppo, confermano che il popolo italiano si sta sempre più distaccando dalla politica.
Più del 40% degli elettori potrebbe non andare a votare e, addirittura, il "Movimento 5 Stelle" di Beppe Grillo potrebbe diventare il terzo partito con il 7,2% dei consensi dietro al Partito Democratico e al Popolo della Libertà, che sono praticamente alla pari.
Questo ci deve fare porre degli interrogativi e ci deve fare preoccupare.
Perché ciò sta avvenendo?
Ora, provo a dare una spiegazione.
In primo luogo, la crisi della politica è dovuta alla politica stessa.
Basti pensare a come cadde il governo del presidente Berlusconi.
Una parte di deputati e senatori eletti nel Popolo della Libertà passarono all'opposizione, mettendo in crisi la maggioranza e creando l'empasse che portò al governo tecnico, un governo che è sostenuto da certi partiti e che sta prendendo delle misure fortemente criticate dal Paese perché sono depressive. Infatti, il governo ha aumentato le tasse, senza curare la crescita. 
Questo creò sfiducia nella politica come creò sfiducia il fatto che la maggioranza di governo fosse cambiata.
Oltre a ciò ci sono oggi i recenti casi di corruzione (o presunta tale, perché c'è la presunzione di innocenza) della Lega Nord e del Partito Democratico. 
Questo sta creando marasma e dal marasma nasce la sfiducia.
Tra la crisi economica, con gli imprenditori che si suicidano ed i giovani che non trovano lavoro, e quella politica, il rischio è che tanta gente lasci la politica per scegliere movimenti populisti, come,  ad esempio, quello di Beppe Grillo (nel video qui sotto), che per certi versi è il meno peggio.
Infatti, c'è il rischio che si presentino anche i partiti di estrema sinistra o quelli neonazisti. 
Questo può essere un male per la democrazia ed il futuro potrebbe essere oscuro.
I partiti riflettano.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.