The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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venerdì 18 novembre 2011
BIG ONE, QUANDO AVVERRA' E...CE NE SARANNO ALTRI?
Cari amici ed amiche.
Ho preso questo video da Youtube che mostra una puntata della trasmissione televisiva "Voyager" che parla di un terremoto che colpirà la California, il "Big One".
Questo è solo il primo spezzone e, pertanto, vi invito a guardare il secondo, il terzo ed il quarto .
Questo forte terremoto ci sarà ma non si sa quando.
Infatti, la California si trova in prossimità della faglia di San Andreas, la faglia che divide la placca nordamericana da quella pacifica.
Essa si muove per subduzione.
La subduzione è un movimento delle placche tettoniche in cui si incunea sotto l'altra.
E' il caso di quanto succede in Cascadia, una zona che si trova tra la California, l'Oregon, lo Stato di Washington ed il Canada.
Qui vi sono state forti eruzioni vulcaniche e terremoti che hanno cambiato (spesso in modo repentino e violento) l'aspetto del territorio.
Ora, però, non la zona della faglia di San Andreas non è la sola ad essere pericolosa.
Infatti, vi sono altri punti che posso esplodere e fare parecchi danni.
Merita molta attenzione lo Yellowstone National Park, che si trova nel Wyoming, sempre negli Stati Uniti d'America.
Questo parco è un supervulcano, una grossa caldera.
E' previsto che tale caldera possa eruttare e se dovesse succedere vi sarebbero dei danni inimmaginabili.
Non vi sarebbero solo i morti e la distruzione.
Vi sarebbero, infatti, anche grossi cambiamenti climatici, a causa della quantità di cenere che verrebbe immessa nel atmosfera, con il conseguente minore irradiamento della luce del Sole e l'aumento di fenomeni atmosferici, come quanto accadde sull'isola di Santorini tra il 1628 BC ed il 1627 BC.
Si dice che quanto accadde sull'isola greca potesse avere avuto una relazione con quanto successe in Egitto, durante le il periodo di Mosè.
Un altro punto potenzialmente pericoloso si trova qui in Italia, nei zona di Campi Flegrei. Sui Campi Flegrei scrissi un articolo nel 2010.
La situazione di questa zona della Provincia di Napoli è simile a quella del Parco di Yellowstone.
Anche i Campi Flegrei sono visti come una "bomba ad orologeria".
Non lontano dai Campi Flegrei si trova un altro punto che merita attenzione.
Non mi riferisco al Vesuvio. Di questo vulcano si sa tutto e quindi lo si può prevenire.
Mi riferisco al Monte Epomeo, che si trova sull'isola di Ischia. La sua ultima eruzione risale al 1302 AD ma potrebbe risvegliarsi e fare parecchi danni.
Un altro punto pericoloso è il vulcano Tambora, che si trova in Indonesia, nell'arcipelago di Sonda.
Questo vulcano eruttò nel 1815 AD e fece un autentico disastro.
Emise in atmosfera grandi quantità di cenere che sconvolsero il clima.
Questi sono solo alcuni dei punti pericolosi del nostro pianeta.
Forse, non ci sarà da chiedersi se ci sarà un cataclisma.
Ci sarà da chiedersi quando esso avverrà.
Noi dovremo essere preparati ad ogni evenienza.
Cordiali saluti.
DOSTOEVSKIJ E GLI ISTINTI RETTILIANI
Cari amici ed amiche.
Guardate questo video di Adam Kadmon che ha parlato in una puntata della trasmissione "Mistero", trasimissione che andava in onda su Italia 1.
Questo video è intitolato "Le teorie di Adam Kadmon - Gli Istinti Rettiliani Della Mente" .
Esso mostra Adam Kadmon che parla del comportamento umano che sarebbe sempre più influenzato dalla società che favorisce certi istinti esasperata competizione, stimolando così la parte "rettiliana" del cervello.
La parte "rettiliana" è la parte più antica del nostro cervello, quella comune agli uccelli e, per l'appunto, ai rettili.
Questa parte regola gli istinti di possesso, di competizione, di lotta e di procreazione.
Un'eccessiva stimolazione di questa parte aumenta questi atteggiamenti, facendoli prevalere sulla ragione, sul rispetto tra persone e sull'altruismo.
Già alcuni romanzi del XIX secolo toccavano questo tema, pur senza nominarlo.
Uno di questi è "Delitto e castigo", il romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij.
Su di esso sorge una domanda: perché il suo protagonista, Rodion Romanovic Raskolnikov, uccise Alyona Ivanovna, la vecchia usuraia avida, e sua sorella Lizaveta?
Una persona che legge il romanzo senza cercare di capirlo fino in fondo, potrebbe dire che Raskolnikov uccise Alyona per vendicarsi di un torto fattogli da quest'ultima.
In fondo, Raskolnikov era uno studente finito nell'indigenza e che, quindi, finì nelle mani dell'usuraia.
Quindi, secondo un l'occhio di un lettore che legge il romanzo in modo superficiale, con un'accetta, egli spaccò la testa Alyona per vendicarsi di lei e fece lo stesso con Lizaveta per farla tacere.
In realtà, c'è qualcosa di più.
Raskolnikov rappresenta un'umanità in cui la competizione per la sopravvivenza sta alla base di tutto.
Per salvarsi, una persona simile deve passare nella sventura, per espiare il proprio misfatto.
In questa "lotta per la sopravvivenza" non c'è spazio per il rispetto tra persone né per l'altruismo come atto gratuito.
In un certo senso, Dostoevskij fu un "profeta" .
Nel suo romanzo, egli raccontò la società russa del suo ma diede anche uno sguardo rivolto all'umanità del futuro, quella della nostra generazione, una generazione in cui la violenza è purtroppo presente.
Forse, noi esseri umani dovremmo tornare ad usare il pensiero e a farlo prevalere sull'istinto.
Ci differenziamo dagli altri animali per questo.
Cordiali saluti.
IL PRESIDENTE BERLUSCONI? CONTRO DI LUI HANNO FATTO UN LINCIAGGIO!
Cari amici ed amiche.
Su Youtube ci sono dei video trovo molto discutibili.
Uno di questo, è riportato su questo blog ed è intitolato "CENSURATO Fuorionda: Berlusconi ammette durante il suo discorso!" .
Non l'ho pubblicato perché l'ho trovato disgustoso.
Contro il presidente Berlusconi è stato fatto un vero e proprio linciaggio.
Diciamo pure che quanto successo in questi ultimi giorni sia frutto di una lunga campagna mediatico-giudiziaria prima e speculativa (a livello economico) poi che è stata perpretrata ai danni del presidente.
In pratica, il presidente Berlusconi è stato silurato.
Una volta, per eliminare un nemico lo si uccideva.
Oggi non lo si uccide ma lo si cerca di distruggere tirando fuori scandali (veri o presunti), con campagne di odio e con azioni giudiziarie molto discutibili, fino ad arrivare a certe azioni nel mercato.
Fa riflettere questo video dell'eurodeputato Nigel Farage.
Ora, però, il Popolo della Libertà ed il presidente Berlusconi possono riscattarsi.
Infatti, il governo Monti dovrà fare quanto proposto dal presidente Berlusconi all'Unione Europea e poi si dovrà tornare alle urne.
Il PdL, quindi, punterà a fare ciò, tenendo sotto controllo la tecnocrazia.
Cordiali saluti.
Su Youtube ci sono dei video trovo molto discutibili.
Uno di questo, è riportato su questo blog ed è intitolato "CENSURATO Fuorionda: Berlusconi ammette durante il suo discorso!" .
Non l'ho pubblicato perché l'ho trovato disgustoso.
Contro il presidente Berlusconi è stato fatto un vero e proprio linciaggio.
Diciamo pure che quanto successo in questi ultimi giorni sia frutto di una lunga campagna mediatico-giudiziaria prima e speculativa (a livello economico) poi che è stata perpretrata ai danni del presidente.
In pratica, il presidente Berlusconi è stato silurato.
Una volta, per eliminare un nemico lo si uccideva.
Oggi non lo si uccide ma lo si cerca di distruggere tirando fuori scandali (veri o presunti), con campagne di odio e con azioni giudiziarie molto discutibili, fino ad arrivare a certe azioni nel mercato.
Fa riflettere questo video dell'eurodeputato Nigel Farage.
Ora, però, il Popolo della Libertà ed il presidente Berlusconi possono riscattarsi.
Infatti, il governo Monti dovrà fare quanto proposto dal presidente Berlusconi all'Unione Europea e poi si dovrà tornare alle urne.
Il PdL, quindi, punterà a fare ciò, tenendo sotto controllo la tecnocrazia.
Cordiali saluti.
giovedì 17 novembre 2011
GEOPOLITICA PARTE II
Cari amici ed amiche.
L'amico Angelo Fazio (che ringrazio) ha commentato il mio articolo intitolato "Geopolitica e possibili scenari futuri dell'Europa" su Facebook.
Il commento è interessante e vale la pena di leggerlo:
" Antonio Gabriele Fucilone, quello che dici in questo articolo è molto interessante alla luce anche di alcuni particolari.
Io credo che ciò che avviene a livello di lotte etniche e tensioni nazionalistiche all'interno di vari paesi sia un vero elemento di destabilizzazione del nostro continente.
La globalizzazione non ha portato ad uniformare il modo di vivere delle persone e non ha cancellato le diversità delle popolazioni. Anzi, pare che un paese o regione, più piccolo sia e più miri ad affermare la sua identità.
Lo si è visto ampiamente con la crisi russo-georgiana del 2008, riguardante le aspirazioni indipendentiste dell'Ossezia del Sud e nelle varie tappe della “balcanizzazione” del Caucaso (che vedono nella Cecenia il fulcro della secolare crisi della regione).
A questo aggiungo la contrapposizione azero-armena del Nagorno-Karabach, che ebbe luogo dal 1991 al 1994.
Oppure la lenta e inesorabile vicenda del crollo della ex-Jugoslavia con conseguenti vicende belliche dei Balcani, spesso dovute, in passato, all'implosione dello sciovinismo serbo, sfociato in odio interetnico e vari massacri o episodi di violenza nel corso anni novanta (come quello particolarmente doloroso di Srebrenica nel '95, perpetuato dalle milizie del generale Ratko Mladic a danno di musulmani bosniaci).
Processo, quest'ultimo, ancora ben lungi dall'essere concluso, se si considera la poco chiara vicenda del Kosovo e, (a rendere ancora più incerta la questione), le aspirazioni del Vojvodina (regione a maggioranza ungherese, appartenente alla Serbia, tendente all'indipendentismo anch'essa).
La globalizzazione non ha portato ad uniformare il modo di vivere delle persone e non ha cancellato le diversità delle popolazioni. Anzi, pare che un paese o regione, più piccolo sia e più miri ad affermare la sua identità.
Lo si è visto ampiamente con la crisi russo-georgiana del 2008, riguardante le aspirazioni indipendentiste dell'Ossezia del Sud e nelle varie tappe della “balcanizzazione” del Caucaso (che vedono nella Cecenia il fulcro della secolare crisi della regione).
A questo aggiungo la contrapposizione azero-armena del Nagorno-Karabach, che ebbe luogo dal 1991 al 1994.
Oppure la lenta e inesorabile vicenda del crollo della ex-Jugoslavia con conseguenti vicende belliche dei Balcani, spesso dovute, in passato, all'implosione dello sciovinismo serbo, sfociato in odio interetnico e vari massacri o episodi di violenza nel corso anni novanta (come quello particolarmente doloroso di Srebrenica nel '95, perpetuato dalle milizie del generale Ratko Mladic a danno di musulmani bosniaci).
Processo, quest'ultimo, ancora ben lungi dall'essere concluso, se si considera la poco chiara vicenda del Kosovo e, (a rendere ancora più incerta la questione), le aspirazioni del Vojvodina (regione a maggioranza ungherese, appartenente alla Serbia, tendente all'indipendentismo anch'essa).
A mio parere il discorso è da articolare in varie branche:
1- l'instabilità geopolitica ed economica europea dell'epoca attuale rende difficile che sia il jihadismo qaedista a prendersi l'onere di creare ulteriori spirali di violenza terroristica, è molto più probabile che il compito sia assunto dalle formazioni paramilitari che operano nei contesti interni del nostro continente.
Lo si è visto con l'IRA nord-irlandese che ha ufficialmente posto fine alla lotta armata dopo gli accordi di Saint Andrews del 2006, ma che continua ad operare con gruppuscoli di commando privi di regia. Non vedo ragioni di maggiore ottimismo per l'ETA basca, che pure ha annunciato un “cessate il fuoco” nei giorni scorsi. A mio parere, è da prevedere che anche in Euskadi continueranno ad operare schegge impazzite senza coordinamento.
Alcune azioni dei gruppi repubblicani nord-irlandesi dei mesi scorsi sono significatici di ciò
2- è utile ricordare le strane alleanze che si creano nella galassia terroristica, in nome di una comune causa dell'opposizione mondiale al capitalismo.
L'ETA e l'IRA si sostenevano vicendevolmente, per esempio. Oppure basterebbe pensare che il terrorismo palestinese degli anni settanta-ottanta aveva rapporti stretti con i gruppi armati della sinistra extra-parlamentare di tutta Europa: la strage di Monaco '72 fu architettata dai militanti di “Settembre nero”, con il sostegno di Baader Meinhof; alcuni esponenti delle Brigate Rosse italiane avevano rapporti stretti con gruppi armati palestinesi. Poi mi viene in mente che nelle vicende dell'inferno libanese non operavano solo i Fedayn palestinesi, cacciati da re Hussein di Giordania dal suo paese nel settembre del '72, ma anche esponenti di sigle prettamente politiche anti-imperialiste come gli asiatici di “Armata Rossa Giapponese” o i peruviani di “Sendero Luminoso”.
3- A completare il costrutto ci pensa il terrorismo globale di matrice islamica, che ha assorbito in sé varie cause regionali, fra cui quella palestinese. A riguardo del modo di agire di Al-Qaeda, è da rilevare che l'organizzazione ha creato una contrapposizione asimmetrica globale, che però prende forma in vari teatri locali.
I leader qaedisti hanno spesso dimostrato una grande duttilità, la loro organizzazione dispone di una grande capacità di intelligence e controllo del territorio (l'esperienza dell'Afghanistan è calzante in proposito), ma anche una spiccata tendenza ad affratellarsi con le cause regionali.
Ciò non sempre per ragioni prettamente islamizzate, in ossequio alla dottrina di Osama Bin Laden, che mentre era in vita non escludeva rapporti con cause che esulavano da quella dell'islamismo, in relazione alla strategia del profeta Maometto che prevedeva la cooperazione con i persiani, nell'ambito delle guerre da lui combattute contro gli “infedeli” ai suoi tempi.
La resistenza irakena, che operava atti bombaroli contro la coalizione in Iraq, godeva del supporto dell'ETA basca e questo è ben dimostrato da alcune indagini giudiziarie dell'epoca, oppure una certa collaborazione in chiave anti-cristana avvenne con il fondamentalismo indù in India.
Risultato di ciò: la rete del Jihadismo globale ha creato vari fronti (che sono poi fronti della lotta globale asimmetrica al terrorismo internazionale).
Si pensi, ad esempio, al Kashmir, alla Somalia, al Corno d'Africa, al Darfur, all'Estremo Oriente, all'Indonesia, ai Balcani, al Caucaso (il “Califfato del nord Caucaso” è stato proclamato da Al-Qaeda da un paio d'anni a questa parte), tutti fronti caldi della lotta al terrorismo.
A mio parere è singolare la situazione della Cecenia, combattuta fra un'aspirazione islamica-qaedista e una panturchista e laica.
Nell'ambito delle crisi regionali il terrorismo islamico è in grado di introdursi e imporsi, con un opera di proselitismo nelle moschee in Occidente, che segue al reclutamento di giovani combattenti votati allo shadid, (ovvero al martirio kamikaze), che vengono mandati in tali teatri (“Kamikaze made in Europe”, era il titolo di un libro di Magdi Cristiano Allam del 2004).
Tornando al tuo articolo, tu parli dell'Europa e del suo futuro su cui si adombra lo spettro dell'instabilità politica.
Forse sarebbe cosa utile stabilire cosa si intende per Europa (Silvio Berlusconi, la estendeva anche alla Russia, che altri preferiscono invece ritenere una massa continentale eurasiatica piuttosto che un paese europeo).
Se si preferisce un'Europa geopolitica che dia seguito al progetto federalista di Altiero Spinelli e del “Manifesto dei Ventotene”, oppure un'Europa molto allargata che dia dunque maggiore spazio alle identità nazionali.
Oppure si potrebbe, a livello europeo creare degli spazi di rappresentanza per entità substatali (come è stato già fatto in alcune sedi).
Tuttavia, il mio discorso sulle iniziative politiche si ferma qua, poiché io non mi occupo solitamente di politica in senso stretto, bensì dedico maggiori sforzi agli scenari geopolitici.
Detto questo, concludo che bisognerebbe operare nell'intelligence e nel peacekeeping, che sono strumenti fondamentali di contrasto al terrorismo internazionale. Perciò occorre armonizzare gli apparati operanti nel quadro NATO e quelli nell'ambito UE.
E' necessario quindi creare un'insieme eclettico euro-atlantico di strumenti (a livello di intelligence civile e militare e di forze armate o di polizia) volto a operare nei suddetti campi, e solo così si può rispondere con efficacia alle varie crisi.
Per questo, il metodo “Berlin Plus” (missioni UE, che utilizzano comandi e pianificatori NATO), è un buon inizio in tal senso, per quanto concerne il fondamentale problema del peacekeeping e dell'Identità Europea di Difesa, problemi molto dibattuti nelle dovute sedi.
Tutto questo, sempre tenendo presente che problematiche del turbolento mondo di oggi, come il terrorismo internazionale di matrice islamica (ma anche le sigle del terrorismo indipendentista interno dei vari paesi), hanno reso molto debole la linea di demarcazione fra sicurezza interna ed esterna.
Per cui, molti paesi, come Gran Bretagna, Germania e Danimarca, hanno capito le dinamiche d'interdipendenza del mondo globalizzato d'oggi, creando delle cellule interministeriali di risposta alle crisi che combinino capacità rilevanti per le crisi internazionali e per i rischi all'interno dei confini.
Tutto ciò può contribuire a scongiurare i pericoli da te segnalati nel tuo scritto.".
Sostanzialmente, condivido il commento ed aggiungo.
In primo luogo, qui c' da fare chiarezza su un discorso.
Per farlo, vi invito a guardare il video di Diodato Calvo.
Calvo attacca tanto le aristocrazie e persino il Vaticano e fa dei discorsi che sono in parte condivisibili ma in parte completamente fuori strada.
Infatti, quando parla di Prodi, Calvo ha ragione. Prodi fece dei danni.
Non ha ragione, invece, quando parla delle aristocrazie piuttosto che del federalismo.
Mi sembra in errore.
Infatti, l'Europa attuale non è certamente figlia delle aristocrazie o dei monarchi, nel senso tradizionale del termine.
Semmai, è l'esatto contrario.
Questa Europa è figlia di quel "vento rivoluzionario" che iniziò a soffiare nel XVII secolo , mettendo a morte un re, Carlo I Stuart, re d'Inghilterra, di Scozia, d'Irlanda e di Francia, Defensor fidei, santo e martire, e che si trasformò in un uragano nel XVIII, con la Rivoluzione francese del 1789, quella rivoluzione che portò a morte re Luigi XVI di Francia, che portò il Terrore giacobino, la scristianizzazione di Hébert , fece salire al potere Napoleone Bonaparte e portò anche alla nascita di ideologie aberranti, come il comunismo ed il nazismo.
Questa Europa proviene da tutto ciò.
Infatti, questa idea fondò l'Europa di oggi, un'Europa senza un'identità e che non ha né capo né coda.
Con la Rivoluzione francese del 1789, venne distrutta l'aristocrazia tradizionale (che certamente aveva anche i suoi difetti) e vennero al potere il popolaccio e gli avventurieri della finanza.
Cito, per esempio, Paul Barras, l'affarista corrotto del Direttorio.
Pur con tutti i suoi difetti, l'aristocrazia tradizionale, come le varie monarchie, portavano in sé i valori delle nazioni, a cominciare dalla tradizione cristiana.
Ancora oggi, certe monarchie fanno ancora riferimento a Dio.
Cito, ad esempio, l'inno nazionale britannico.
Pur con le sue contraddizioni, il Regno Unito di oggi ha questo carattere identitario.
Il suo inno è intitolato "God save the Queen", il monarca viene incoronato da un'autorità religiosa, l'arcivescovo di Canterbury, e gli esponenti delle famiglia reale non possono sposarsi in municipio.
Ha saputo coniugare la modernità (anche se in qualche campo ha esagerato) con la tradizione.
L'Europa di oggi va nella direzione opposta.
L'Europa di oggi non è l'Europa dei popoli, delle istituzioni politiche e delle tradizioni più profonde.
Qui c'è da fare un'altra considerazione, quella sull'Euro.
L'Euro è così problematico perché non è retto da un'istituzione politica.
E' retto solo dalla Banca Centrale Europea che, proprio per il fatto di non essere controllata da un'istituzione politica è autoreferenziata.
Nessuna realtà politica è nata dopo la propria moneta.
Quindi, l'Euro è nato in una situazione anomala.
Tutto ciò sfavorisce l'Europa e rischia fare vacillare il progetto di integrazione tra i vari Stati.
Quindi, questa Europa è una giungla e chi è più forte cerca di prevalere sugli altri.
Il problemi dell'Europa sono più antichi di quanto si possa immaginare.
Cordiali saluti.
IL GOVERNO MONTI E LA FIDUCIA
Cari amici ed amiche.
Il Governo Monti si appresta a prendere la fiducia al Senato e già fa discutere.
Leggete questo articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Monti: "Esenzione Ici un'anomalia italiana" Il Cav: "Il governo dura finché lo dice il Pdl"" .
Nel suo discorso a Palazzo Madama, il nuovo Presidente del Consiglio ha detto che l'esenzione dall'ICI della prima casa sia "un'anomalia tutta italiana".
Con il dovuto rispetto per Monti, io dico che pagare l'ICI per le seconde e le terze case, come per le aree fabbricabili ed i terreni agricoli sia giusto ma pagare questa imposta sull'abitazione principale mi sembra esagerato.
Tra l'altro, i versamenti per le abitazioni principali avevano già delle detrazioni e quindi non davano tutto questo gettito.
Inoltre, la prima casa è la casa in cui abita una famiglia e, magari, quest'ultima se l'è fatta con tanti sacrifici.
Di sicuro, il governo Monti dovrà durare finché non ha attuato le misure prese dal precedente esecutivo e quelle promesse all'Unione Europea, nella lettera del presidente Berlusconi.
Una volta fatto ciò, Monti dovrà andare a casa e si dovrà dare la parola ai cittadini.
Ha fatto bene il presidente Berlusconi a dire che il governo Monti dura finché lo dice il PdL.
La nostra è sì una democrazia parlamentare ma è pur sempre una democrazia.
Il PdL dovrà fare di tutto per evitare che il governo metta la patrimoniale e dovrà fargli attuare il quoziente familiare. Inoltre, dovrà fare in modo che porti avanti anche la politica riguardo alle infrastrutture che è stata intrapresa da chi l'ha preceduto.
Dovrà anche favorire l'entrata nel mercato del lavoro di noi giovani. Questo tema mi è caro, in quanto sono attualmente disoccupato.
Dovrà prendere le misure necessarie per tenere a galla l'Italia, per poi farsi da parte.
Cordiali saluti.
LA GEOPOLITICA E POSSIBILI SCENARI FUTURI DELL'EUROPA
Cari amici ed amiche.
Guardate questo video che ho preso da Youtube e che è intitolato "New Europe 2020". Questo video è ovviamente una simulazione di una guerra che potrebbe stravolgere l'Europa.
Guardate anche quest'altro video intitolato "Future Map of Europe - 2025 end of the 19th century State".
Ora, questi video mostrano presunti scenari "apocalittici" in cui confini europei potrebbero essere stravolti.
Io, sinceramente, non so se sarà così.
Però, alcune cose sono verosimili.
Ad esempio, in Belgio vive una fase di crisi.
Come etnie, questo è stato è diviso tra Valloni (francofoni) e Fiamminghi (popolazione parlante una lingua germanica simile all'olandese, il neerlandese).
Questo Stato sta vivendo una crisi economica ed istituzionale molto forte e tra la parte francofona, la Vallonia, e quella fiamminga, le Fiandre, i rapporti non sono buoni.
Quindi, bisognerà tenere conto dell'eventualità di una secessione.
Del resto, già scrissi di ciò in un mio precedente articolo, quello intitolato "Esisterà ancora il Belgio?" .
Anche altre situazioni possono evolversi.
Un esempio è il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord.
Qui, infatti, vi sono forti spinte autonomiste della Scozia, del Galles e dell'Ulster.
Per alcuni, le autonomie di Scozia, Ulster e Galles sarebbero il primo passo per la loro indipendenza da Londra.
Lo stesso discorso vale anche per la Corsica, che mal sopporta il governo francese.
Anche qui in Italia vi sono situazioni simili. Basti pensare all'Alto Adige-Sudtirol, la cui popolazione di lingua tedesca non si sente italiana e che, addirittura, aspira al distacco dal Trentino e a riunirsi al Tirolo austriaco o al nord Italia che ha un certo "mal di pancia" verso il governo di Roma come anche l'insofferenza della Sicilia.
Certo, se anche una sola di queste situazioni dovesse concretizzarsi, vi potrebbe essere una "reazione a catena".
Se una sola delle realtà locali dovessero separarsi, le altre potrebbero seguirla.
L'attuale crisi potrebbe catalizzare certe situazioni.
Di sicuro, di fronte ad eventuali divisioni, altri Stati più forti potrebbero estendere la loro influenza.
Del resto, in Europa c'è già una situazione di questo tipo.
Basti pensare al fatto che l'asse franco-tedesco pesi a tal punto da condizionare la politica negli altri Stati.
Serve un asse alternativo che faccia da contrappeso.
Per esempio, il Regno Unito potrebbe fare un asse con gli altri Paesi, come quelli scandinavi o anche con la stessa Italia.
Anzi, l'Italia potrebbe giocare un ruolo fondamentale, per la sua posizione strategica e per la sua storia.
In Europa servono novi equilibri, altrimenti il progetto europeista rischia di naufragare.
Cordiali saluti.
mercoledì 16 novembre 2011
NICCOLO' BERLUSCONI, COMMENTO ALL'ARTICOLO SU "IL LEGNO STORTO"
Cari amici ed anche.
Sul giornale "Il Legno storto", c'è questo articolo intitolato "Niccolò Berlusconi" .
Effettivemente, questo articolo dice il vero.
Se il presidente Berlusconi avesse detto sì alle elezioni subito (cosa a cui per altro sarei favorevole anch'io) il centrodestra avrebbe perso, se non altro perché a sinistra si sarebbero alleati Di Pietro, Vendola, Bersani e forse il Terzo Polo, rischiando di fare andare al potere un governo debole (e magari senza una maggioranza al Senato) come quello di Prodi nel 2006.
Ciò sarebbe stato un disastro. Prodi non va dimenticato.
Se avesse detto sì senza riserve al governo Monti, avrebbe perso il favore di molti suoi elettori e sarebbe stato costretto ad accettare certe misure come l'introduzione della patrimoniale.
Invece, così può fare passare solo quelle misure che possono essere impopolari che sono proposte nella lettera di intenti che egli scrisse all'Unione Europea e poi, staccata la spina al governo Monti, si potrà tornare alle urne.
In pratica, in queste condizioni, il presidente Berlusconi ed il Popolo della Libertà può porre un freno alla tecnocrazia.
Cordiali saluti.
Sul giornale "Il Legno storto", c'è questo articolo intitolato "Niccolò Berlusconi" .
Effettivemente, questo articolo dice il vero.
Se il presidente Berlusconi avesse detto sì alle elezioni subito (cosa a cui per altro sarei favorevole anch'io) il centrodestra avrebbe perso, se non altro perché a sinistra si sarebbero alleati Di Pietro, Vendola, Bersani e forse il Terzo Polo, rischiando di fare andare al potere un governo debole (e magari senza una maggioranza al Senato) come quello di Prodi nel 2006.
Ciò sarebbe stato un disastro. Prodi non va dimenticato.
Se avesse detto sì senza riserve al governo Monti, avrebbe perso il favore di molti suoi elettori e sarebbe stato costretto ad accettare certe misure come l'introduzione della patrimoniale.
Invece, così può fare passare solo quelle misure che possono essere impopolari che sono proposte nella lettera di intenti che egli scrisse all'Unione Europea e poi, staccata la spina al governo Monti, si potrà tornare alle urne.
In pratica, in queste condizioni, il presidente Berlusconi ed il Popolo della Libertà può porre un freno alla tecnocrazia.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.