Cari amici ed amiche.
Il presidente Berlusconi ha espresso una critica sulla Magistratura e subito si è sviluppato il solito vespaio di polemiche.
Vorrei fare un breve commento a riguardo.
Quando esprime commenti sulla Magistratura e, in particolare, sui Pubblici Ministeri (i P.M.), il presidente Berlusconi si riferisce solo a quei magistrati che tendono a sconfinare e che, anziché fare il mestiere che a loro compete, fanno politica e puntano a fare pressione sulla sfera politica.
Purtroppo, questo è un problema reale e va risolto con una buona riforma della giustizia.
Qui è rischio la stessa impalcatura democratica dello Stato.
Dopo quello che successe all'inizio degli anni '90, in cui il mondo politico fu travolto dallo scandalo di "Tangentopoli", la politica di oggi è più debole.
Ora, che il ceto politico di allora non fosse stato immacolato è vero ma è vero anche che oggi la politica è molto più debole e quella stessa magistratura che si eresse a "difensore della moralità" abbia acquistato un peso tale da inficiare l'azione della politica stessa che viene, di fatto, annientata da certe azioni giudiziare molto discutibili e fondate su prove farraginose ed inconistenti e che si concludono con l'assoluzione della persona colpita da esse, dopo un lungo ed umiliante processo (anche mediatico) a cui quest'ultima viene sottoposta.
E' saltato l'equilibrio tra politica e magistratura.
Questa situazione mette a rischio la democrazia.
Quindi, il presidente Berlusconi sta difendendo solo le prerogative della politica che è espressione della democrazia, in quanto formata da organi elettivi, come il Parlamento.
La Magistratura non è un organo elettivo.
Con questo, però, il presidente Berlusconi non ha attaccato la Magistratura tout court.
Infatti, ci sono tanti giudici che lavorano seriamente e che fanno il proprio dovere, senza troppe manie di protagonismo.
Quindi, smettiamola con le ipocrisie!
C'è un problema e va risolto.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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lunedì 9 maggio 2011
domenica 8 maggio 2011
EXPO 2015, COSA FARA' MANTOVA?
Cari amici ed amiche.
Nel 2015, a Milano, ci sarà l'EXPO.
Prendo spunto da questo articolo dell'Associazione Civica Mantovana, che potete leggere, seguendo il link http://www.associaziocivicamantovana.it/acmprovinciale/attachments/180_GazzettaExpo.pdf per fare una considerazione riguardo alla questione della Provincia di Mantova.
Non concordo con tanta parte di quanto scritto nell'articolo.
Infatti, io penso che l'EXPO possa essere una grande opportunità di rilancio della nostra provincia.
Ora, sorge una domanda.
Ad oggi, la Provincia di Mantova è in grado di cogliere queste opportunità?
La risposta è no!
Rispetto alle altre province lombarde, quella di Mantova è molto indietro.
Non ha infrastrutture efficienti (e di ciò ho scritto parlato in altre occasioni, anche su questo blog) ed il suo stesso tessuto sociale non è ancora preparato a tale evento.
Tanta parte della colpa di ciò è di chi attualmente amministra e gestisce la provincia stessa, causando l'attuale situazione di immobilismo, favorendo localismi e situazioni di interessi particolari, a scapito dell'interesse generale.
La Provincia di Mantova merita, quindi, di essere amministrata in modo diverso.
Essa ha parecchie potenzialità che sono inespresse. Per fare emergere queste potenzialità, serve un cambio di passo.
Innanzitutto, va ridotto il gap infrastrutturale con le altre province.
Ad esempio, la realizzazione dell'asse autostradale Brennero-Tirreno va in questa direzione.
Vi invito a rileggere l'articolo intitolato "Tirreno-Brennero, un asse fandomantale per la Provincia di Mantova", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/04/tirreno-brennero-unasse-fondamentale.html.
Vanno fatte anche altre infrastrutture.
Nella Provincia di Mantova vi sono altre potenzialità.
Pensiamo, ad esempio, alla cultura.
Mantova è città d'arte e (con Sabbioneta) è stata dichiarata "Patrimonio mondiale dell'Umanità" dall'UNESCO.
Vi sono importanti testimonianze di arte (come, ad esempio, Palazzo Ducale, la Basilica di Sant'Andrea, la Casa del Cappellaio ed il Palazzo te), di fede (come il Duomo, la Basilica di Sant'Andrea, la Rotonda di San Lorenzo e tutte le altre chiese) e di cultura (come ad esempio tutti i manoscritti sulla Qabbalah ebraica che si trovano nella Biblioteca Teresiana).
Ad avere un patrimonio non è solo il capoluogo ma anche il territorio provinciale.
Pensate, ad esempio, a tutte le zone archeologiche della zona di Asola o di Roncoferraro.
Pensate anche alle numerose antiche cascine e corti, come anche alle varie chiese sconsacrate e non.
Qui c'è tutto un patrimonio che va valorizzato, rendendolo accessibile a tutti e rendendolo fruibile.
Ad esempio, le corti sparse per la provincia (come ad esempio la Corte Galvagnina, Corte Grande e Corte San Giovanni, che si trovano a Roncoferraro) potrebbero essere riconvertite in strutture ricettive (agriturismi) o in musei.
Qui servirà un'opera di incentivo che, però, dovrà essere funzionale al progetto di riqualificazione e di utilizzo.
Ergo, colui che chiederà l'incentivo (il proprietario della corte) dovrà avere un progetto e dovrà metterlo in pratica.
Quindi, l'incentivo dovrà essere vincolato al progetto e alla sua attuazione e non dato a casaccio, secondo il sano principio di sussidiarietà.
Inoltre, noi abbiamo chiese cadute in disuso, sconsacrate e disastrate.
Esse potrebbero essere ristrutturate e riaperte al culto cattolico o affidate ad altre comunità cristiane, che avrebbero così dei luoghi di culto e che comunque garantirebbero anche il mantenimento delle strutture, oppure potrebbero essere riconvertite in pinacoteche, sale civiche, teatri o musei.
Inoltre, bisogna valorizzare anche la nostra tradizione eno-gastronomica.
Avevo scritto l'articolo intitolato "Difendiamo la cultura, con il cibo!" (http://italiaemondo.blogspot.com/2011/05/difendiamo-la-cultura-con-il-cibo.html) per fare capire ciò.
Ad esempio, noi abbiamo già una "Strada del Riso", che tocca i Comuni di Castelbelforte, Bigarello, San Giorgio di Mantova, Castel d'Ario, Villimpenta, Roncoferraro, Sustinente e Serravalle Po.
In questi Comuni vi è la produzione del Riso "Vialone Nano".
L'EXPO di Milano potrebbe essere l'occasione per portare all'attenzione di tutti sia il prodotto che il territorio di origine. Lo stesso si può dire per il Grana Padano e per il Parmigiano Reggiano, che sono entrambi prodotti nella Provincia di Mantova, o per i salumi come il Salame mantovano o lo Spallotto. Ad esempio, bisogna fare pressione sull'Unione Europea perché venga riconosciuta da D.O.P (Denominazione di Origine Protetta) per il Salame mantovano. Servono quindi strategie nuove, per fare conoscere i prodotti agroalimentari. Io, se fossi il presidente della Provincia di Mantova, chiamerei personalità note (come ad esempio il più volte citato chef Gordon Ramsay) e le farei girare per i vari luoghi della provincia, lasciando a loro "carta bianca" sul marketing dei vari prodotti ed anche delle strutture ricettive, come i ristoranti. Darei loro anche la libertà di criticare. Una consulenza simile costerebbe molto ma gli incassi sarebbero enormi. Aiuterebbe molto sia l'agricoltura che la ristorazione.
Inoltre, valorizzata anche l'industria mantovana.
Nel Mantovano vi sono piccole industrie che producono prodotti di alta qualità.
Purtroppo, il fatto che siano piccole, non favorisce queste aziende.
Anche qui, secondo il principio di sussidiarietà, bisogna incentivare quelle aziende i cui proprietari hanno progetti che puntano sull'innovazione, sulla tecnologia e sulla volontà di fare.
Oggi, la nostra provincia è molto indietro.
Serve un cambio di rotta, anche per prepararla all'EXPO.
Se si fa così, noi potremmo cogliere quella che io chiamo "good globalization" , ossia quella "globalizzazione buona" che crea opportunità di conoscenza e di lavoro ed in cui ognuno possa dire la sua.
L'EXPO potrebbe quindi essere il mezzo per arrivare a questa "good globalization".
In caso contrario, rimarremmo fuori dall'EXPO e ci toccherebbe beccare quella che io chiamo "bad globalization", quella "cattiva globalizzazione" in cui saremmo alla mercé di tutti.
Cordiali saluti.
Nel 2015, a Milano, ci sarà l'EXPO.
Prendo spunto da questo articolo dell'Associazione Civica Mantovana, che potete leggere, seguendo il link http://www.associaziocivicamantovana.it/acmprovinciale/attachments/180_GazzettaExpo.pdf per fare una considerazione riguardo alla questione della Provincia di Mantova.
Non concordo con tanta parte di quanto scritto nell'articolo.
Infatti, io penso che l'EXPO possa essere una grande opportunità di rilancio della nostra provincia.
Ora, sorge una domanda.
Ad oggi, la Provincia di Mantova è in grado di cogliere queste opportunità?
La risposta è no!
Rispetto alle altre province lombarde, quella di Mantova è molto indietro.
Non ha infrastrutture efficienti (e di ciò ho scritto parlato in altre occasioni, anche su questo blog) ed il suo stesso tessuto sociale non è ancora preparato a tale evento.
Tanta parte della colpa di ciò è di chi attualmente amministra e gestisce la provincia stessa, causando l'attuale situazione di immobilismo, favorendo localismi e situazioni di interessi particolari, a scapito dell'interesse generale.
La Provincia di Mantova merita, quindi, di essere amministrata in modo diverso.
Essa ha parecchie potenzialità che sono inespresse. Per fare emergere queste potenzialità, serve un cambio di passo.
Innanzitutto, va ridotto il gap infrastrutturale con le altre province.
Ad esempio, la realizzazione dell'asse autostradale Brennero-Tirreno va in questa direzione.
Vi invito a rileggere l'articolo intitolato "Tirreno-Brennero, un asse fandomantale per la Provincia di Mantova", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/04/tirreno-brennero-unasse-fondamentale.html.
Vanno fatte anche altre infrastrutture.
Nella Provincia di Mantova vi sono altre potenzialità.
Pensiamo, ad esempio, alla cultura.
Mantova è città d'arte e (con Sabbioneta) è stata dichiarata "Patrimonio mondiale dell'Umanità" dall'UNESCO.
Vi sono importanti testimonianze di arte (come, ad esempio, Palazzo Ducale, la Basilica di Sant'Andrea, la Casa del Cappellaio ed il Palazzo te), di fede (come il Duomo, la Basilica di Sant'Andrea, la Rotonda di San Lorenzo e tutte le altre chiese) e di cultura (come ad esempio tutti i manoscritti sulla Qabbalah ebraica che si trovano nella Biblioteca Teresiana).
Ad avere un patrimonio non è solo il capoluogo ma anche il territorio provinciale.
Pensate, ad esempio, a tutte le zone archeologiche della zona di Asola o di Roncoferraro.
Pensate anche alle numerose antiche cascine e corti, come anche alle varie chiese sconsacrate e non.
Qui c'è tutto un patrimonio che va valorizzato, rendendolo accessibile a tutti e rendendolo fruibile.
Ad esempio, le corti sparse per la provincia (come ad esempio la Corte Galvagnina, Corte Grande e Corte San Giovanni, che si trovano a Roncoferraro) potrebbero essere riconvertite in strutture ricettive (agriturismi) o in musei.
Qui servirà un'opera di incentivo che, però, dovrà essere funzionale al progetto di riqualificazione e di utilizzo.
Ergo, colui che chiederà l'incentivo (il proprietario della corte) dovrà avere un progetto e dovrà metterlo in pratica.
Quindi, l'incentivo dovrà essere vincolato al progetto e alla sua attuazione e non dato a casaccio, secondo il sano principio di sussidiarietà.
Inoltre, noi abbiamo chiese cadute in disuso, sconsacrate e disastrate.
Esse potrebbero essere ristrutturate e riaperte al culto cattolico o affidate ad altre comunità cristiane, che avrebbero così dei luoghi di culto e che comunque garantirebbero anche il mantenimento delle strutture, oppure potrebbero essere riconvertite in pinacoteche, sale civiche, teatri o musei.
Inoltre, bisogna valorizzare anche la nostra tradizione eno-gastronomica.
Avevo scritto l'articolo intitolato "Difendiamo la cultura, con il cibo!" (http://italiaemondo.blogspot.com/2011/05/difendiamo-la-cultura-con-il-cibo.html) per fare capire ciò.
Ad esempio, noi abbiamo già una "Strada del Riso", che tocca i Comuni di Castelbelforte, Bigarello, San Giorgio di Mantova, Castel d'Ario, Villimpenta, Roncoferraro, Sustinente e Serravalle Po.
In questi Comuni vi è la produzione del Riso "Vialone Nano".
L'EXPO di Milano potrebbe essere l'occasione per portare all'attenzione di tutti sia il prodotto che il territorio di origine. Lo stesso si può dire per il Grana Padano e per il Parmigiano Reggiano, che sono entrambi prodotti nella Provincia di Mantova, o per i salumi come il Salame mantovano o lo Spallotto. Ad esempio, bisogna fare pressione sull'Unione Europea perché venga riconosciuta da D.O.P (Denominazione di Origine Protetta) per il Salame mantovano. Servono quindi strategie nuove, per fare conoscere i prodotti agroalimentari. Io, se fossi il presidente della Provincia di Mantova, chiamerei personalità note (come ad esempio il più volte citato chef Gordon Ramsay) e le farei girare per i vari luoghi della provincia, lasciando a loro "carta bianca" sul marketing dei vari prodotti ed anche delle strutture ricettive, come i ristoranti. Darei loro anche la libertà di criticare. Una consulenza simile costerebbe molto ma gli incassi sarebbero enormi. Aiuterebbe molto sia l'agricoltura che la ristorazione.
Inoltre, valorizzata anche l'industria mantovana.
Nel Mantovano vi sono piccole industrie che producono prodotti di alta qualità.
Purtroppo, il fatto che siano piccole, non favorisce queste aziende.
Anche qui, secondo il principio di sussidiarietà, bisogna incentivare quelle aziende i cui proprietari hanno progetti che puntano sull'innovazione, sulla tecnologia e sulla volontà di fare.
Oggi, la nostra provincia è molto indietro.
Serve un cambio di rotta, anche per prepararla all'EXPO.
Se si fa così, noi potremmo cogliere quella che io chiamo "good globalization" , ossia quella "globalizzazione buona" che crea opportunità di conoscenza e di lavoro ed in cui ognuno possa dire la sua.
L'EXPO potrebbe quindi essere il mezzo per arrivare a questa "good globalization".
In caso contrario, rimarremmo fuori dall'EXPO e ci toccherebbe beccare quella che io chiamo "bad globalization", quella "cattiva globalizzazione" in cui saremmo alla mercé di tutti.
Cordiali saluti.
COMMENTO ALL'ARTICOLO SUL BLOG "L'IDEA DIVERSA" SULL'ANTISEMITISMO
Cari amici ed amiche.
Vi invito a leggere questo articolo, seguendo il link http://ideadiversa.blogspot.com/2010/10/gandhi-sulla-questione-palestinese-un.html.
Questo articolo è stato scritto sul blog "L'idea diversa" di Basch Von Rosenburg.
L'ho trovato molto interessante e mi è piaciuto. Ho ritenuto giusto fare un piccolo commento.
Mahatma Gandi è un punto di riferimento per quei "pacifisti" che troppo spesso inneggiano contro lo Stato di Israele.
Quanto riportato sull'articolo motiva queste posizioni.
Troppo spesso queste persone hanno una posizione incoerente.
Esse, infatti, hanno compassione per l'ebreo perseguitato e hanno una visione positiva verso l'ebreo poeta o intellettuale.
Però, quando si tratta dell'ebreo che difende la propria casa ed i propri cari ecco che queste persone sono pronte a scendere in piazza, bruciando le bandiere israeliane e gridando slogan contro Israele.
Questa è una visione incoerente e che mostra anche una certa ipocrisia.
L'ebreo perseguitato, infatti, viene strumentalizzato per attaccare una parte politica avversa o un'istituzione sgradita, che può essere, ad esempio, la Chiesa.
Quindi, questa è ipocrisia ed ignoranza.
Queste persone, ad esempio, ignorano quanto successe con l'Holodomor, il genocidio ucraino che avvenne tra gli anni '20 e gli anni '30 del secolo scorso che fu causato da Stalin e in cui morirono parecchi ebrei. A causare ciò fu causato da Stalin, colui che certi "antifascisti" incensano come un eroe.
Quindi, questi stessi "antifascisti" non sono diversi da chi simpatizza per le idee naziste.
Bisogna, quindi, essere coerenti.
Riguardo alla Palestina, quella terra è una terra profondamente legata agli ebrei.
Pensate, ad esempio, anche alla Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Sotto di essa vi sono delle tombe ebraiche.
Del resto, anche nostro Signore Gesù Cristo era un ebreo (e non un arabo, un greco o uno di altra nazionalità) e fu Colui che fece crollare quel muro che divideva gli ebrei dai non ebrei.
Quindi, quei preti che indossano la kefiah farebbero bene a riflettere e a ripassare la storia, prima di esprimere certe idee e, magari, di dire Messa.
Sono d'accordo con Basch quando afferma che queste dichiarazioni di Gandhi furono fatte anche in funzione anti-britannica, forse per fare della propaganda. Infatti, quando gli ebrei emigrarono dall'Europa, la Palestina era un protettorato del Regno Unito.
Inoltre, concordo anche sul fatto che negli anni 20 e 30 del XX secolo gli ebrei non furono sicuri nei Paesi europei. Purtroppo, la realtà fu questa e la Shoah e l'Holodomor ne furono le tristi dimostrazioni.
Anche noi cristiani, oggi, dobbiamo capire ciò, visto anche quello che sta accadendo in certi Paesi contro le comunità cristiane. Ricordo che i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato.
Io credo che il tema debba essere approfondito.
Cordiali saluti.
Vi invito a leggere questo articolo, seguendo il link http://ideadiversa.blogspot.com/2010/10/gandhi-sulla-questione-palestinese-un.html.
Questo articolo è stato scritto sul blog "L'idea diversa" di Basch Von Rosenburg.
L'ho trovato molto interessante e mi è piaciuto. Ho ritenuto giusto fare un piccolo commento.
Mahatma Gandi è un punto di riferimento per quei "pacifisti" che troppo spesso inneggiano contro lo Stato di Israele.
Quanto riportato sull'articolo motiva queste posizioni.
Troppo spesso queste persone hanno una posizione incoerente.
Esse, infatti, hanno compassione per l'ebreo perseguitato e hanno una visione positiva verso l'ebreo poeta o intellettuale.
Però, quando si tratta dell'ebreo che difende la propria casa ed i propri cari ecco che queste persone sono pronte a scendere in piazza, bruciando le bandiere israeliane e gridando slogan contro Israele.
Questa è una visione incoerente e che mostra anche una certa ipocrisia.
L'ebreo perseguitato, infatti, viene strumentalizzato per attaccare una parte politica avversa o un'istituzione sgradita, che può essere, ad esempio, la Chiesa.
Quindi, questa è ipocrisia ed ignoranza.
Queste persone, ad esempio, ignorano quanto successe con l'Holodomor, il genocidio ucraino che avvenne tra gli anni '20 e gli anni '30 del secolo scorso che fu causato da Stalin e in cui morirono parecchi ebrei. A causare ciò fu causato da Stalin, colui che certi "antifascisti" incensano come un eroe.
Quindi, questi stessi "antifascisti" non sono diversi da chi simpatizza per le idee naziste.
Bisogna, quindi, essere coerenti.
Riguardo alla Palestina, quella terra è una terra profondamente legata agli ebrei.
Pensate, ad esempio, anche alla Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Sotto di essa vi sono delle tombe ebraiche.
Del resto, anche nostro Signore Gesù Cristo era un ebreo (e non un arabo, un greco o uno di altra nazionalità) e fu Colui che fece crollare quel muro che divideva gli ebrei dai non ebrei.
Quindi, quei preti che indossano la kefiah farebbero bene a riflettere e a ripassare la storia, prima di esprimere certe idee e, magari, di dire Messa.
Sono d'accordo con Basch quando afferma che queste dichiarazioni di Gandhi furono fatte anche in funzione anti-britannica, forse per fare della propaganda. Infatti, quando gli ebrei emigrarono dall'Europa, la Palestina era un protettorato del Regno Unito.
Inoltre, concordo anche sul fatto che negli anni 20 e 30 del XX secolo gli ebrei non furono sicuri nei Paesi europei. Purtroppo, la realtà fu questa e la Shoah e l'Holodomor ne furono le tristi dimostrazioni.
Anche noi cristiani, oggi, dobbiamo capire ciò, visto anche quello che sta accadendo in certi Paesi contro le comunità cristiane. Ricordo che i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato.
Io credo che il tema debba essere approfondito.
Cordiali saluti.
CAMPIONI D'ITALIA, CAMPIONI D'ITALIA, CAMPIONI D'ITALIA!
Cari amici ed amiche.
Finalmente!
Dopo, sette anni, lo scudetto torna sulle maglie rossonere.
Il Milan torna a dominare in Italia.
Ha vinto il campionato con due giornate d'anticipo, pareggiando sul campo della Roma.
E così, dominio dell'Inter si è interrotto e, fatemelo dire, il campionato italiano ha di nuovo un senso.
Questa è stata la vittoria di un gruppo che voleva vincere e riscattarsi dalle recenti delusioni.
A differenza dei campionati precedenti, specie l'ultimo, il Milan ha fatto un'ottima campagna. Inoltre, il nuovo allenatore Massimiliano Allegri ha saputo mettere in campo delle ottime formazioni e ha dato un equilibrio tattico alla squadra.
Merita un applauso.
Sicuramente, ci saranno quelli che incominceranno a dire che il Milan ha vinto perché ha per presidente ed azionista di maggioranza il presidente Berlusconi.
Io credo che non ci si debba curare di queste persone, anche perché negli anni precedenti il Milan non era certamente la prima squadra in classifica. Queste persone fanno solo confusione e seminano odio.
E poi, il Milan ha vinto con due giornate d'anticipo. La distanza dalla seconda in classifica è di nove punti. All'Inter (che è la seconda in classifica) va concesso "l'onore delle armi". Ha lottato fino alla fine.
Intanto, come tutti gli altri milanisti, festeggio alla faccia delle succitate persone.
Cordiali saluti.
Finalmente!
Dopo, sette anni, lo scudetto torna sulle maglie rossonere.
Il Milan torna a dominare in Italia.
Ha vinto il campionato con due giornate d'anticipo, pareggiando sul campo della Roma.
E così, dominio dell'Inter si è interrotto e, fatemelo dire, il campionato italiano ha di nuovo un senso.
Questa è stata la vittoria di un gruppo che voleva vincere e riscattarsi dalle recenti delusioni.
A differenza dei campionati precedenti, specie l'ultimo, il Milan ha fatto un'ottima campagna. Inoltre, il nuovo allenatore Massimiliano Allegri ha saputo mettere in campo delle ottime formazioni e ha dato un equilibrio tattico alla squadra.
Merita un applauso.
Sicuramente, ci saranno quelli che incominceranno a dire che il Milan ha vinto perché ha per presidente ed azionista di maggioranza il presidente Berlusconi.
Io credo che non ci si debba curare di queste persone, anche perché negli anni precedenti il Milan non era certamente la prima squadra in classifica. Queste persone fanno solo confusione e seminano odio.
E poi, il Milan ha vinto con due giornate d'anticipo. La distanza dalla seconda in classifica è di nove punti. All'Inter (che è la seconda in classifica) va concesso "l'onore delle armi". Ha lottato fino alla fine.
Intanto, come tutti gli altri milanisti, festeggio alla faccia delle succitate persone.
Cordiali saluti.
sabato 7 maggio 2011
III DOMENICA DI PASQUA
Cari amici ed amiche.
Oggi è la III domenica di Pasqua e nelle nostre chiese verranno letti i brani degli Atti degli Apostoli (capitolo 2, versetti 14a.22-33), del Salmo 15 (16), della lettera di San Pietro apostolo (capitolo 1, versetti 17-21) e del Vangelo secondo Luca (capitolo 24, versetti 13-35).
Proprio il brano del Vangelo è cuore della liturgia.
Esso parla di due discepoli che erano in cammino verso la città di Emmaus.
A un certo punto Gesù (che era risorto) si unì a loro nel viaggio. I due discepoli stavano parlando proprio della morte di Gesù. Egli chiese loro cosa era successo. I due discepoli non lo riconobbero. Il Vangelo dice: "Ma i loro occhi erano impediti.".
I due discepoli gli parlarono di quanto era successo. Essi gli confessarono la loro delusione perché si aspettarono che Gesù li avrebbe liberati dal giogo dei Romani. Invece morì sulla croce. Gesù rispose loro rimproverandoli ed insegnando loro le Scritture.
Il Vangelo dice: "Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hano detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?" E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.".
Poi, facendosi sera, i due discepoli i due discepoli chiesero a Gesù di fermarsi con loro. Egli accettò e durante la cena prese il pane, recità la preghiera di benedizione, lo spezzò e lo distribuì a loro.
Qui, i due discepoli lo riconobbero.
Il Vangelo dice: "Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero.".
Dopo che lo ebbero riconosciuto, Gesù sparì dalla loro vista.
I due discepoli confessarono tra loro la loro meraviglia.
Nel Vangelo vi è scritto: "Ed essi dissero l'un l'altro: " Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?"".
Partirono alla volta di Gerusalemme per annunziare la resurrezione di Cristo.
Noi, troppo spesso, siamo come quei discepoli.
Ci fermiamo solo alla prima idea, quella che spesso è la più comune a molti, ma non andiamo mai fino in fondo. Spesso, i nostri occhi sono come quelli di quei due discepoli.
Molto spesso noi diciamo di credere in Dio ma, altrettanto di frequente, noi siamo del'idea che Dio sia lontano da noi.
Gesù aprì gli occhi a quei due discepoli, facendo capire loro che egli morì a causa dell'odio dell'uomo.
Fu l'odio dell'uomo ad ucciderlo.
Nel contempo, egli fece capire che Dio ha un amore grande, illimitato, verso il genere umano.
Gesù, in quanto Figlio di Dio, aveva (ed ha) questo amore smisurato e per questo suo amore, si fece mettere in croce.
Questo fu un vero sacrificio.
Oggi, vi sono i "kamikaze", coloro che, in nome di un' idea perversa, si fanno esplodere, uccidendo sé stessi e le persone che stanno intorno a loro.
Ciò è il contrario dell'amore, l'odio.
Queste persone malate odiano la vita e sé stesse.
Odiando la vita e sé stesse non possono fare altro che odiare gli altri.
Gesù, invece, accettò di farsi mettere sulla croce e dimostrare che Dio non vuole la distruzione del genere umano ma la sua salvezza.
Come dice il titolo della prima enciclica del Santo Padre, Papa Benedetto XVI, Deus caritas est, Dio è amore.
Oggi, vi è una forte secolarizzazione. L'uomo rifiuta Dio ed il suo amore. Vi è il caos più totale poiché l'uomo di oggi crede di non avere bisogno di Dio.
Purtroppo, ogni volta che si afferma questo pensiero, il disastro è dietro l'angolo. Pensiamo a quello che successe nel '900, con il comunismo ed il nazismo.
Oggi, potrebbe ripetersi la stessa cosa, magari in altre forme.
Vi è caos ovunque, a cominciare dalla crisi della famiglia. A tale proposito vi invito a leggere e a firmare la petizione con cui si chiede al Ministro delle Pari Opportunità, onorevole Mara Carfagna, di non patrocinare il Festival Gay di Torino.
Intendiamoci, qui nessuno vuole fare male agli omosessuali ma si rischia di fare una "discriminazione al contrario", ossia di fare qualcosa a favore di una minoranza e a scapito di una maggioranza. Anche questo non è un bel segnale.
Termino, facendo gli auguri a tutte le mamme del mondo.
Cordiali saluti.
Desidero firmare la petizione Richiesta al Ministro delle Pari Opportunità, On. Mara Carfagna, di ritirare la sponsorizzazione del Festival Gay a Torino.
Oggi è la III domenica di Pasqua e nelle nostre chiese verranno letti i brani degli Atti degli Apostoli (capitolo 2, versetti 14a.22-33), del Salmo 15 (16), della lettera di San Pietro apostolo (capitolo 1, versetti 17-21) e del Vangelo secondo Luca (capitolo 24, versetti 13-35).
Proprio il brano del Vangelo è cuore della liturgia.
Esso parla di due discepoli che erano in cammino verso la città di Emmaus.
A un certo punto Gesù (che era risorto) si unì a loro nel viaggio. I due discepoli stavano parlando proprio della morte di Gesù. Egli chiese loro cosa era successo. I due discepoli non lo riconobbero. Il Vangelo dice: "Ma i loro occhi erano impediti.".
I due discepoli gli parlarono di quanto era successo. Essi gli confessarono la loro delusione perché si aspettarono che Gesù li avrebbe liberati dal giogo dei Romani. Invece morì sulla croce. Gesù rispose loro rimproverandoli ed insegnando loro le Scritture.
Il Vangelo dice: "Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hano detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?" E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.".
Poi, facendosi sera, i due discepoli i due discepoli chiesero a Gesù di fermarsi con loro. Egli accettò e durante la cena prese il pane, recità la preghiera di benedizione, lo spezzò e lo distribuì a loro.
Qui, i due discepoli lo riconobbero.
Il Vangelo dice: "Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero.".
Dopo che lo ebbero riconosciuto, Gesù sparì dalla loro vista.
I due discepoli confessarono tra loro la loro meraviglia.
Nel Vangelo vi è scritto: "Ed essi dissero l'un l'altro: " Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?"".
Partirono alla volta di Gerusalemme per annunziare la resurrezione di Cristo.
Noi, troppo spesso, siamo come quei discepoli.
Ci fermiamo solo alla prima idea, quella che spesso è la più comune a molti, ma non andiamo mai fino in fondo. Spesso, i nostri occhi sono come quelli di quei due discepoli.
Molto spesso noi diciamo di credere in Dio ma, altrettanto di frequente, noi siamo del'idea che Dio sia lontano da noi.
Gesù aprì gli occhi a quei due discepoli, facendo capire loro che egli morì a causa dell'odio dell'uomo.
Fu l'odio dell'uomo ad ucciderlo.
Nel contempo, egli fece capire che Dio ha un amore grande, illimitato, verso il genere umano.
Gesù, in quanto Figlio di Dio, aveva (ed ha) questo amore smisurato e per questo suo amore, si fece mettere in croce.
Questo fu un vero sacrificio.
Oggi, vi sono i "kamikaze", coloro che, in nome di un' idea perversa, si fanno esplodere, uccidendo sé stessi e le persone che stanno intorno a loro.
Ciò è il contrario dell'amore, l'odio.
Queste persone malate odiano la vita e sé stesse.
Odiando la vita e sé stesse non possono fare altro che odiare gli altri.
Gesù, invece, accettò di farsi mettere sulla croce e dimostrare che Dio non vuole la distruzione del genere umano ma la sua salvezza.
Come dice il titolo della prima enciclica del Santo Padre, Papa Benedetto XVI, Deus caritas est, Dio è amore.
Oggi, vi è una forte secolarizzazione. L'uomo rifiuta Dio ed il suo amore. Vi è il caos più totale poiché l'uomo di oggi crede di non avere bisogno di Dio.
Purtroppo, ogni volta che si afferma questo pensiero, il disastro è dietro l'angolo. Pensiamo a quello che successe nel '900, con il comunismo ed il nazismo.
Oggi, potrebbe ripetersi la stessa cosa, magari in altre forme.
Vi è caos ovunque, a cominciare dalla crisi della famiglia. A tale proposito vi invito a leggere e a firmare la petizione con cui si chiede al Ministro delle Pari Opportunità, onorevole Mara Carfagna, di non patrocinare il Festival Gay di Torino.
Intendiamoci, qui nessuno vuole fare male agli omosessuali ma si rischia di fare una "discriminazione al contrario", ossia di fare qualcosa a favore di una minoranza e a scapito di una maggioranza. Anche questo non è un bel segnale.
Termino, facendo gli auguri a tutte le mamme del mondo.
Cordiali saluti.
Desidero firmare la petizione Richiesta al Ministro delle Pari Opportunità, On. Mara Carfagna, di ritirare la sponsorizzazione del Festival Gay a Torino.
DIFENDIAMO LA CULTURA, CON IL CIBO!
Cari amici ed amiche.
Faccio di questo mio blog una sorta di "Almanacco di Gotha", almanacco genealogico delle case regnanti, che contengono anche argomenti di varie curiosità, come la scienza e la gastronomia.
Questa volta, voglio parlare di gastronomia.
Voglio incominciare, presentandovi la ricetta in un piatto tipico della mia zona, i Tortelli di zucca.
Essi sono un tipico piatto della tradizione mantovana.
La ricetta (per quattro persone) è la seguente:
Ingredienti per la pasta:
400 gr. di farina.
4 uova.
un pizzico di sale.
Ingredienti per il ripieno:
600 gr di zucca (rigorosamente mantovana).
100 gr di biscotti "Amaretti" tritati.
100 gr di mostarda mantovana (rigorosamente di mele).
100 gr di formaggio "Grana Padano" o "Parmigiano Reggiano" grattugiato.
pepe (q.b.)
sale (q.b.)
1/2 cucchiaino di noce moscata grattugiata.
1/2 cucchiaino di scorza di limone grattugiata.
Preparazione:
Togliere i semi dalla zucca e, con tutta la buccia, passarla in forno per circa 1 ora a 180°C.
Intanto, si prepara la pasta setacciando la farina a fontana, e mescolandola con le uova ed un pizzico di sale e, su una superficie piana, lavorarla fino a che gli ingredienti non sono amalgamati.
Quando la zucca è morbida, va staccata la polpa dalla buccia. La polpa può essere tolta con un cucchiaio.
Mettete la polpa della zucca con una terrina e mescolatela con gli amaretti tritati, il formaggio "Grana Padano", la noce moscata, la scorza di limone, il sale e la mostarda tagliata finemente.
Con la pasta, fate una sfoglia bella sottile e dividetela in parti uguali.
Sulla metà di ogni pezzetto di sfoglia mettete dei mucchietti di ripeno a circa 5 cm l'uno dall'altro.
Coprite il tutto con l'altra metà della sfoglia e chiudete ogni tortello con le mani, dopo averli inumiditi con con un pennellino intinto nell'acqua.
Ritagliate i tortelli in quadrati che abbiano ogni lato di circa 4 cm e fateli riposare su una superficie infarinata fino al momento di cuocerli, girandoli ogni tanto perché non si attacchino.
Mettete dell'acqua in una pentola, salatela e mettetela a bollire.
Quando l'acqua bollirà, buttatevi dentro i tortelli che lascerete cuocere, girandoli ogni tanto.
Una volta cotti, prendeteli con un mestolo forato e metteteli in una zuppiera.
Il condimento ideale (e tradizionale) è il burro fuso aromatizzato con salvia.
In tal caso, i tortelli vanno disposti a strati con il burro fuso (aromatizzato con la salvia) ed il formaggio Grana Padano (o Parmigiano-Reggiano) grattugiato.
A Marmirolo, si usa condire i tortelli con un ragù fatto di salsa di pomodoro, cipolla, e salsiccia di maiale.
Detto questo, vi auguro buon appetito.
Ora, esprimo una mia considerazione. Ho citato l'Almanacco di Gotha e credo che questa citazione sia più che azzeccata.
Il tortello di zucca rappresenta un piatto simbolo della tradizione e della storia mantovana.
Pensate, già nel Medio Evo, a Mantova, si parlava di un "tortello dolce" e con la scoperta dell'America e l'arrivo della zucca, si incominciò a parlare dei tortelli che noi tutti conosciamo.
Nel 1549 venne pubblicato un testo intitolato "Banchetti, composizioni di vivande ecc". Esso fu redatto da Cristoforo Messibugo e parlò anche di paste farcite che venivano indicate con il termine "ritortello".
I tortelli di zucca (che in inglese vengono chiamati "pumpkin-filled ravioli") sono legati a doppio filo sia con la signoria dei Gonzaga e sia con la dominazione austriaca.
Specialmente nella cultura mitteleuropea, si usa mangiare molta selvaggina, carne dai sapori forti.
Da qui nasce l'accostamento con altri piatti di sapore delicato e dolce che è tipico della cucina dell'Europa centrale e settentrionale.
Mangiare un piatto di tortelli di zucca non significa solo mangiare un buon piatto mantovano ma scoprire la storia della terra mantovana.
In fondo, anche i Gonzaga li mangiavano.
Ho citato i tortelli di zucca, perché sono mantovano, ma il discorso analogo si può fare per qualsiasi altro piatto della cucina italiana.
Ad esempio i "Carciofi alla giudia", tipico piatto della cucina romana, vengono chiamati così perché fritti in olio fondo. Questa tecnica di frittura fu introdotta dalla comunità ebraica romana, una comunità molto antica.
Del resto, anche grandi cuochi e chef di fama internazionale hanno capito ciò e, addirittura, cercano di proporre anche la nostra cucina.
Prendiamo, ad esempio, il ben noto Gordon Ramsay, lo chef dell'altrettanto noto reality-show "Hell's Kitchen", http://www.fox.com/hellskitchen/.
Giusto nello filmato che mostra uno spezzone del succitato reality in cui Ramsay sfida i concorrenti a fare i ravioli.
Del resto, la cucina italiana è abbastanza ricorrente in quel reality show.
Pensiamo al concorrente di Chicago Trev McGrath che in una delle sfide si è messo a cucinare le pennette con il pomodoro e la salsiccia.
Bravo Trev!
Io penso che uno dei modi per difendere la nostra cultura sia anche quello di proporre la nostra cucina nel mondo e di farne conoscere la storia.
Del resto, se ci riesce Ramsay, che certamente è un grande chef ma che non è italiano, perché non possiamo riuscirci noi italiani?
Servono delle nuove strategie di promozione, anche a livello politico.
Faremmo meglio a riflettere.
Cordiali saluti.
venerdì 6 maggio 2011
INSULT TO POPE JOHN PAUL II, SHAME!
Dear friends.
Please, follow this link http://magazine.ciaopeople.com/News_WorldInfo-1/Italia-7/Beppe_Grillo_contro_la_Beatificazione_di_Giovanni_Paolo_II-27241.
It's a terrible action. Shame!
Pope John Paul II was a pious man. He was a pious pastor and father.
This is a shameful act!
God bless him!
Sainthood now!
Cari amici ed amiche.
Vi invito a seguire il link sopra citato. Ho ritenuto giusto fare un introduzione in inglese per fare capire a a tutti che qui non vi è più rispetto per nessuno, nemmeno per il Beato Giovanni Paolo II.
Leggete quello che ha detto Beppe Grillo sulla beatificazione di questo grande Papa. Si sta facendo di tutto per fare passare un uomo di provata santità (qual era Papa Giovanni Paolo II) per un mascalzone, cinico e pronto anche a fare del male al prossimo.
Lo fa, sulla base di un libro che, tutt'al più, potrebbe essere letto come un semplice romanzo poliziesco.
E' una vergogna!
E poi, certa gente ha il coraggio di dire che qui in Italia non c'è libertà! Qui in Italia c'è anche la libertà di insultare!
Ecco cosa porta l'odio politico!
Su Comunione e Liberazione ed altre associazioni cattoliche che sono state citate, sono state dette delle gravi falsità.
Esse sono associazioni impegnate nel sociale.
Che Dio benedica il Beato Giovanni Paolo II.
Cordiali saluti.
Please, follow this link http://magazine.ciaopeople.com/News_WorldInfo-1/Italia-7/Beppe_Grillo_contro_la_Beatificazione_di_Giovanni_Paolo_II-27241.
It's a terrible action. Shame!
Pope John Paul II was a pious man. He was a pious pastor and father.
This is a shameful act!
God bless him!
Sainthood now!
Cari amici ed amiche.
Vi invito a seguire il link sopra citato. Ho ritenuto giusto fare un introduzione in inglese per fare capire a a tutti che qui non vi è più rispetto per nessuno, nemmeno per il Beato Giovanni Paolo II.
Leggete quello che ha detto Beppe Grillo sulla beatificazione di questo grande Papa. Si sta facendo di tutto per fare passare un uomo di provata santità (qual era Papa Giovanni Paolo II) per un mascalzone, cinico e pronto anche a fare del male al prossimo.
Lo fa, sulla base di un libro che, tutt'al più, potrebbe essere letto come un semplice romanzo poliziesco.
E' una vergogna!
E poi, certa gente ha il coraggio di dire che qui in Italia non c'è libertà! Qui in Italia c'è anche la libertà di insultare!
Ecco cosa porta l'odio politico!
Su Comunione e Liberazione ed altre associazioni cattoliche che sono state citate, sono state dette delle gravi falsità.
Esse sono associazioni impegnate nel sociale.
Che Dio benedica il Beato Giovanni Paolo II.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.