Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 21 giugno 2010

BASTA CON LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE!

Cari amici ed amiche.

Leggendo il blog di Alessandra Boga "Mille e una donna" (http://milleeunadonna.blogspot.com/) mi è venuto in mente di fare questa riflessione.
Oggi, ci sono ancora troppi di casi violenza contro le donne.
In certi Paesi, esse vivono in una condizione di inferiorità, per non dire di segregrazione.
Pensiamo a molti Paesi islamici.
Anche qui in Italia vi sono stati casi drammatici.
Pensiamo al caso drammatico di Hina Saleem, la ragazza pakistana che nel 2006 fu uccisa dal padre a soli 20 anni perché si rifiutava di adeguarsi ai costumi islamici ed amava un ragazzo italiano e cattolico.
Pensiamo al caso di Sanaa Dafani, la marocchina che fu uccisa dal padre per un motivo analogo. Aveva solo 18 anni.
Coloro che fecero questo, devono essere puniti severamente!
Bene sta facendo l'onorevole Suoad Sbai (PdL), che ha preso una posizione di dura condanna contro queste fatti orrendi.
Queste cose non devono più ripetersi come non devono i ripetersi i numerosi casi di violenze in famiglia, che troppo spesso non vengono denunciati.
Gli episodi di stalking e di violenza vanno denunciati!
Lo dico da italiano (che vive in un Paese in cui grazie a Dio ci sono i diritti), da cattolico e da uomo.
Cordiali saluti.

LIBERAMENTE

Cari amici ed amiche.

Trovo molto positiva l'iniziativa del Ministro dell'Istruzione, dell'Univrrsità e della Ricerca, onorevole Mariastella Gelmini (nella foto).
L'onorevole Gelmini ha fondato "Liberamente", una fondazione che ha la funzione di avvicinare i giovani alla politica.
Essa nasce nell'ambito del Popolo della Libertà e del centro-destra e valorizza e riconosce la leadership del presidente Silvio Berlusconi.
Questa fondazione (promossa anche dai ministri Sandro Bondi e Franco Frattini e dal resposabile dei club della Libertà Mario Valducci) ha la funzione di creare un "ponte" tra la società civile ed una politica che troppo spesso sembra lontana.
Come ho già detto, questa fondazione ha anche la funzione di avvicinare i giovani alla politica.
Io credo che essa possa dare a molti giovani lo stimolo ad impegnarsi e ad essere coinvolti nella realtà in cui vivono.
Ci sono tanti giovani validi e volenterosi. Un esempio è l'amica Sveva Orlandini, con cui ogni tanto mi confronto su Facebook, ove gestisce il "Minzolini Fans club".
Purtroppo, questi giovani non sono valorizzati.
Molto spesso, specie nei livelli locali come i piccoli Comuni, nella scelta delle persone da mettere nell' "agone politico" ci si basa più su rapporti di amicizia e di simpatia personale che non sulle reali capacità e sui meriti delle persone.
Ad esempio, un atteggiamento simile tende ad influenzare le scelte dei candidati e della "squadra" da mettere alle elezioni locali.
Questo fa scadere le classi dirigenti locali perché non valorizza chi ha le reali capacità.
Una fondazione come "Liberamente" potrebbe cambiare realmente le cose e potrebbe aiutare chi realmente si impegna e ha dei meriti. Ciò eviterebbe la "fuga dei giovani" verso le liste civiche, se non dalla politica in generale, che viene così dipinta come un male.
La politica è fatta da persone. Se ci si disinteressa di essa (dicendo frasi come "partiti sono tutti uguali" o "la politica è marcia") la qualità della classe dirigente non migliora. Anzi, peggiora.
La politica fa parte della nostra realtà. In essa e nei partiti ci sono cose che non vanno ma ci sono anche tante cose buone. Il qualunquismo non aiuta e q uesto va capito.
Quindi, ben venga "Liberamente".
Questa fondazione dovrà essere uno spazio per avere u confronto proficuo su grandi temi (come la questione di Israele, quella delle riforme, quella dell'etica o quella degli italiani nel mondo) e sulle questioni delle realtà locali.
Per questo, se mi è permesso dare un suggerimento ai promotori, ritengo che una fondazione simile debba avere un'organizzazione capillare.
Questo rafforzerebbe anche la stessa organizzazione territoriale del PdL.
Auguro quindi buona fortuna a "Liberamente".
Cordiali saluti.

domenica 20 giugno 2010

ESISTERA' ANCORA IL BELGIO?


Cari amici ed amiche.
E' una domanda che viene spontanea.
Esisterà ancora il Belgio?
Alle elezioni del 13 giugno 2010 vi è stato un successo dei separatisti fiamminghi del partito "Nuova Alleanza Fiamminga".
In questo Paese vi è la storica divisione etnica tra Fiamminghi, popolazione di lingua olandese che si trova nelle Fiandre, e Valloni, popolazione di lingua francese che si trova in Vallonia. Accanto a questi due gruppi etnici, vi è anche una minoranza tedesca nella zona di Liegi. La capitale Bruxelles/Brussel è bilingue.
Oggi questa divisione si sta facendo sentire.
Perché questo?
Un motivo sta nella storia di questo Paese che nacque con la Rivoluzione belga del 1830. Esso venne riconosciuto nel 1839.
Questa rivoluzione, che portò il Belgio a staccarsi dai Paesi Bassi, venne iniziata dalla minoranza francofona, liberale e cattolica, che rifiutò l'amministrazione dei Paesi Bassi, di lingua olandese e protestante.
Il primo re del Belgio fu Leopoldo I di Sassonia-Coburgo-Gotha, legato alla Gran Bretagna, anche per legami familiari.
Infatti, il 02 maggio 1816, egli sposò Carlotta Augusta del Galles, figlia del re di Gran Bretagna Giorgio IV di Hannover. Fu anche zio e consigliere della regina Vittoria, della quale anche il marito fu della stessa casata.
Quindi, per tutto il XIX secolo, il gruppo francofono riuscì ad avere una posizione privilegiata. Dal 1830 al 1898, il francese fu la sola lingua ufficiale.
La lingua francese si diffuse anche nelle sue colonie, come il Congo (oggi Repubblica democratica del Congo) ed il Rwanda.
La situazione si rovesciò nel XX secolo, in cui vi fu il dramma della neutralità del Paese che fu violata dalla Germania che lo invase, sia durante la I Guerra Mondiale che durante la seconda.
Qui, infatti la popolazione fiamminga crebbe sia nel numero che a livelo economico e l'industria estrattiva del carbone (che fu il punto di forza delle regioni francofone) andò in crisi.
Le Fiandre (di lingua fiamminga) crebbero e diventarono un punto di forza del Paese. Città come Brugge, Gent o Antwerpen (i cui nomi francesi sono Bruges, Gand e Anvers, meglio da noi conosciuta come Anversa) sono centri vitali dell'economia del Paese.
Oggi, questo situazione sta lasciando strascichi ed è accentuata dalla crisi.
La popolazione di lingua fiamminga sente come una "zavorra" la situazione della Vallonia francofona.
Quindi, è chiaro che oggi il Belgio rischia di dividersi.
Però, anche qui sorgono dei problemi e delle incognite.
Il primo riguarda la capitale, Bruxelles. Essa è capitale sia dei Fiamminghi (che la chiamano Brussel) che dei Valloni.
Se dovesse esserci la sventurata ipotesi di divisione del Belgio, Bruxelles di quale Stato sarebbe capitale?
Solo Dio sa come andranno a finire le cose.
Di certo, il "caso belga" deve fare riflettere anche noi che stiamo qui in Italia.
Noi, abbiamo una storia diversa del Belgio. A differenza del Paese de "La Brabantina", noi non abbiamo una questione etnica.
Abbiamo, però, la questione di un Paese che per tredici secoli fu diviso e le cui aree ebbero storie diverse e si svilupparono in modo diverso. Esso fu unito con un processo sbagliato ed innaturale fu sviluppato su altrettanto innaturale sistema centralista che venne rafforzato durante il periodo fascista.
Oggi, noi portiamo un pesante fardello di tutto ciò.
Infatti, vi sono aree del nostro Paese che hanno problemi e l'equilibrio complessivo potrebbe spezzarsi, con rischi molto gravi.
In questo senso, il federalismo è la soluzione perché responsabilizzerebbe le classi politiche locali di quelle aree che oggi sono in difficoltà, anche a causa di certi malgoverni.
Queste aree saranno indotte a produrre rimettendo a posto l'equilibrio.
Io credo che il Sud Italia abbia le risorse per fare bene.
Basta responsabilizzare le sue classi politiche, ponendo fine a certe misure assistenzialistiche che negli anni precedenti portarono a questa situazione.
Per il principio di sussidiarietà, ci sono regioni (come Lombardia e Veneto) che producono ma che devono versare tanta parte dei loro soldi al Governo centrale mentre ce ne sono altre che non sono in grado di produrre la stessa ricchezza e che versano meno soldi al Governo centrale.
Ora è chiaro che vi è uno squilibrio, aggravato dal fatto che le cinque regioni a statuto speciale (Val d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia) possano tenersi più soldi e che alcune regioni mal governate abbiano fatto tanti sprechi di soldi provenienti da quelle ricche, proprio per la sussidiaretà.
E' chiaro che l'equilbrio potrebbe spezzarsi, con conseguenze gravi e con il vero pericolo di una pericolosa disaffezione di una parte dei cittadini verso l'Italia.
La Lega Nord, in questo senso, ha capito la situazione.
Serve il federalismo, che stimolando le regioni del Sud a produrre, rimetterebbe tutto in equilibrio e creerebbe le condizioni per una vera sussidiarietà.
Io dico che si deve fare qualcosa, altrimenti il rischio è che noi diventiamo un altro Belgio.
Cordiali saluti.

BASTA STRADE INSANGUINATE!

Cari amici ed amiche.

Faccio un po' come Emanuele Carioti (titolare del sito http://www.ematube.it) che in suo vecchio video girato sul tratto Bologna-Firenze dell'austostrada A1, ha parlato anche di guida sicura e pulita.
Proprio così! E' ora di dire basta con le strade insanguinate.
Gli incidenti stradali dipendono da tre fattori.
Il primo fattore è la condizione dell'automobilista.
Infatti, colui che guida ha una responsabilità verso sé stesso e verso gli altri. Pertanto è tenuto a rispettare il codice della strada e non deve prendere sostanze (come alcool e stupefacenti) che ne possono influenzare il comportamento.
Il secondo fattore è rappresentato dalle condizioni del veicolo.
E' logico, infatti, che per circolare in modo sicuro, il veicolo debba avere tutte le sue parti in regola.
Provate ad immaginare, ad esempio, un'auto con i freni non funzionanti o con le gomme lisce.
Diventerebbe un pericolo per chi la guida e per tutti coloro che camminano su quella strada.
Il terzo fattore è rappresentato dalle condizioni della strada.
Ad esempio, una strada con buche o come quella del "Molinello" (di cui ho parlato nel post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/roncoferraro-mantova-la-strada-della.html) rappresenta un pericolo.
Sui primi due fattori, si deve intervenire con una buona educazione stradale, specie dei giovani che prendono la patente, e con sanzioni severe, ove servono.
Ad esempio, qui a Roncoferraro c'è chi ha l'abitudine di parcheggiare l'auto sulle strisce pedonali che si trovano tra la tabaccheria e la chiesa parrocchiale.
Lì, ad esempio, si dovrebbe multare di più.
Lì si crea una situazione di pericolo per i pedoni, anche perché nel centro abitato molte auto vanno forte, oltrei limiti.
Inoltre, serve un'educazione stradale più accurata che contempli anche la gestione del veicolo.
Per quanto riguarda il terzo fattore, serve un grande piano di manutenzione delle strade, anche radicale.
Ad esempio, io avrei in mente il modo per mettere in sicurezza la strada del "Molinello", come anche quella della "Pompa d'Oro" che si trova sempre nel territorio comunale di Roncoferraro, nella frazione di Barbassolo.
Oggi, si è fatto molto (come l'ammodernamento di varie autostrade) ma si deve fare ancora altro.
Non devono più ripetersi casi come quelli citati nel link http://italiaemondo.blogspot.com/2010/06/da-alessandro-nobile-federico-marchetti.html.
Cordiali saluti.

venerdì 18 giugno 2010

FONTHILL ABBEY, SOGNO, PAZZIA O AVANGUARDIA?


Cari amici ed amiche.
Mettete insieme tanti soldi ed una mente eccentrica. A quest'ultima date carta bianca e vedrete cosa succederà. Accanto a risultati sorprendenti, tipiche del genio unito alla sregolatezza, vi sono anche clamorosi fallimenti ed opere fallaci.
Fu proprio il caso di William Beckford, possidente inglese vissuto tra il XVIII ed il XIX secolo.
All'età di dieci anni, Beckford ereditò un'importante ricchezza (ottenuta dalle piantagioni di canna da zucchero in Giamaica) e ricevette un 'educazione principesca.
Studiò musica con Mozart ed architettura con William Cozens, progettista della Somerset House di Londra.
All'età di ventuno anni scrisse Vathek, un libro romantico lodato dal poeta George Gordon Byron.
Lui affermò di averlo scritto in francese in una sola notte.
Viaggiò in lungo e in largo per l'Europa. Venne anche in Italia.
Certo, la sua mente fu davvero eccentrica.
Lo dimostrò, proprio con l'opera a cui dal 1794 iniziò a dedicarsi.
Si trattò di "Fonthill Abbey", un'abbazia neogotica che lui volle fare costruire nella sua tenuta di Fonthill, nel Wiltshire.
Fin dai preparativi di quest'opera iniziarono a vedersi le sue stranezze. Quando voleva passeggiare per la tenuta, faceva lavorare i contadini tutta la notte, perché tagliassero gli alberi sul sentiero che intendeva percorrere.
Intorno alla proprietà fece erigere un muro alto tre metri, per tenere lontani gli occhi indiscreti.
Quando iniziarono i lavori, egli costrinse i muratori a lavorare giorno e notte.
Non contento, prelevò altri quattrocento operai dal cantiere della Saint George's Chapel di Windsor (cappella ove sono sepolti i re Enrico VIII e Carlo I Stuart) e nessuno poté lavorare in pace.
Lui fu molto impaziente di vedere il "capolavoro" completato.
Somministrò così forti dosi di alcol agli operai, facendoli ubriacare.
Questa impazienza fu un male.
Non fece fare le fondamenta adeguate e fece costruire l'abbazia su quelle della preesistente casa di campagna.
Beckford giurò di consumare il pranzo di Natale nell'abbazia.
Riuscì a finirla in quel periodo. Era un edificio magnifico ed imponente, con torri altere, guglie, statue e pinnacoli.
Al centro aveva una grande torre ottagonale.
Riuscì a consumare il pranzo di Natale in quell'abbazia ma subito dopo la festa la sensazione che essa non avrebbe retto divenne reale.
I locali crollarono.
Nel 1800 crollò anche la torre ottagonale, che fu ricostruita.
Secondo la descrizione di un contemporaneo di Beckford, Fonthill Abbey fu "un deserto di magnificenza, uno scintillante spreco di ozio laborioso, una cattedrale trasformata in trastullo".
Ventidue anni dopo il crollo della torre, Beckford si ridusse sull'orlo del fallimento e perse due proprietà per un'azione legale.
Dovette vendere così il suo "capolavoro" ma forse ci guadagnò.
Appena il nuovo proprietario andò nell' "abbazia", la torre crollò nuovamente.
Oggi, di quest'opera resta poco.
A prescindere di questo risultato così poco lusinghiero, Beckford rispecchiò la "sete di Medioevo" di quegli anni, come se fosse stata una reazione all'Illuminismo.
Inoltre, egli fu un "apripista" del Romanticismo, che fu ricco di spiritualità e di voglia di riscoprire le epoche passate.
Nel Romanticismo si fecero edifici in stile neobizantino, neoromanico, neogotico e neo rinascimentale, quasi a volere rievocare le epoche e le civiltà precedenti.
Inoltre, in Europa si rivalutò molto anche la spiritualità cristiana, in contrapposizione al deismo e al razionalismo illuminista.
Forse, se oggi ci sono edifici come il Palazzo di Westminster (a Londra), la Cattedrale di La Plata (in Argentina), la Chiesa del Sacré Coeur a Moulins (Francia), il Palazzo episcopale di Astorga (in Spagna), la Cappella dell'Ospedale Militare nel quartiere Baggio (Milano), la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a Roma, il Palazzo municipale di Cagliari, la Chiesa anglicana di Napoli, quella di Palermo e tanti altri edifici pregevoli il merito fu anche di Beckford.
Inoltre, anche Antoni Gaudì (che realizzò la "Sagrada Familia" a Barcellona), deve qualcosa anche a questo pazzerello possidente inglese che ebbe un sogno giusto ma che lo realizzò nel peggiore dei modi.
Cordiali saluti.

DA ALESSANDRO NOBILE A FEDERICO MARCHETTI, DUE STORIE DA RACCONTARE!

Cari amici ed amiche.

Voglio raccontarvi due storie che devono fare riflettere. Una di queste èp citata in un blog che ho visto nella Community di Libero, su cui ho un account (fucio02).
Il link è http://blog.libero.it/alessandronobile/view.php?nocache=1276851310.
Questo blog parla di Alessandro Nobile, un giovane di origine pugliese (ma residente ad Ancona) che nel 2007 morì a soli diciotto anni a causa di un incidente stradale.
L'altra storia, l'ho sentita ieri.
Riguarda il portiere del Cagliari e della Nazionale Federico Marchetti. Nel marzo di cinque anni fa, il portiere veneto ebbe un gravissimo incidente in cui rischiò la vita.
Queste due vicende (che mi hanno colpito molto) devono farci riflettere.
Se pur finite in modo diverso, esse hanno molti punti in comune.
Innanzitutto, la dignità di come i familiari di Nobile e Marchetti portano all'attenzione questa vicenda.
Questo mi ha molto colpito.
Sia i cari di quel povero ragazzo e sia Marchetti hanno avuto una grande dignità e, soprattutto, una grande fede.
Tra l'altro, il portiere si è fatto tatuare l'Ave Maria sul braccio.
Mi fa ricordare una battuta del film "Il ritorno di don Camillo", durante la scena in cui Peppone (interpretato da Gino Cervi) porta dei ceri a don Camillo (interpretato da Fernandel) ma non volle farli mettere davanti al crocifisso, con cui il prelato aveva l'abitudine di conversare, ma davanti alla Madonna.
Andato via Peppone, don Camillo inizia a dialogare con il crocifisso.
Alla fine, questi dice delle parole che più o meno suonano così:" Nessuno è più povero di un uomo che di fronte alla disperazione perde la fede".
Loro, i cari di Nobile e Marchetti, hanno quindi una ricchezza enorme.
Queste due vicende sono due grandi lezioni di umanità per tutti.
Forse, sono anche due lezioni per il sottoscritto.
Ciò deve essere anche un appello per tutte le persone perché siano prudenti quando vanno sulla strada.
La strada è simbolo di libertà ma va saputa gestire e bisogna guidare con prudenza. Infatti, chi guida un veicolo ha responsabilità sia verso sé stesso che verso gli altri.
Inoltre, è anche un appello perché chi di dovere, oltre a fare campagne (che sono certamente utili) per l'educazione stradale, migliori le nostre strade che troppo spesso hanno dimostrato di essere inadeguate ed insicure.
Gli incidenti dipendono sia dalle condizioni di chi guida che da quelle del veicolo e della strada.
Cordiali saluti.

giovedì 17 giugno 2010

PERCHE' UN CRISTIANO NON PUO' ESSERE ANTISEMITA?

Cari amici ed amiche.

Un cristiano può essere antisemita?
No! Un cristiano non può essere antisemita e vi spiego il motivo di questa mia affermazione.
Come tutti noi già sappiamo, la Bibbia, il nostro libro sacro è composto dal Vecchio Testamento e dal Nuovo Testamento.
Il Vecchio Testamento altro non è che la Bibbia degli ebrei.
Nei suoi trentanove libri (ai quali vanno aggiunti i sette libri deuterocanonici, ritenuti validi da noi cattolici e dagli ortodossi) il Vecchio Testamento ci fa conoscere la storia del Popolo eletto, il popolo presso cui nacque, crebbe, operò, morì e risorse Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
Leggete, ad esempio, il Salmo 87.
Gesù stesso si ricollegò agli scritti del Vecchio Testamento (pur con una nuova chiave di lettura) e li citò spesso.
Questa è la testimonianza più lampante del fatto che il fondamento della nostra fede cristiana sta proprio nell'esperienza del popolo ebraico.
Nella storia si cercò del Cristianesimo si tentò di eliminare il Vecchio Testamento. Si formarono eresie come ad esempio il marcionismo, il paulicianesimo, il bogomilismo ed catarismo.
In queste eresie si ritenne il Dio del Vecchio Testamento un "Dio minore" (nel caso del marcionismo) o un "Dio malvagio", nel caso del paulicianesimo, del bogomilismo e del catarismo.
Tutte queste dottrine caddero. Alcuni di questi scelsero la fede cattolica (come nel caso dei pauliciani di Bulgaria che intorno al XVII secolo si fecero cattolici) mentre altri divennero musulmani (come i bogomili di Serbia e Bosnia-Erzegovina) e altri ancora scomparvero.
Mentre, tutte le fedi cristiane che (come quella cattolica, quella ortodossa e quelle riformate) riconobbero la validità del Vecchio Testamento sono ancora forti, sebbene oggi vi sia una purtroppo vasta secolarizzazione.
Per capire meglio vi invito a leggere il link molto bello che ho trovato sul blog di Giorgio Israel.
Il link è http://gisrael.blogspot.com/2008/11/ebrei-e-cristiani-il-dialogo-non-va.html.
Un'altra questione riguarda Gesù Cristo stesso e in questo senso voglio lanciare una "provocazione".
Gesù fu colui che demolì il muro tra ebrei e non ebrei, "sdoganando" quel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
Noi cristiani crediamo nella parusia, ossia nella "seconda venuta", di Cristo.
Questa volta, però, non si farà crocifiggere ma sarà un giudice, un re che siederà sul trono davidico.
In questa veste, Gesù ha i connotati simili a quelli di quel Messia che ebrei aspettano.
Allora, questo non potrebbe essere l'aspetto che riconcilia definitivamente gli ebrei e noi cristiani?
Vi invito a leggere il link http://riccardodigiuseppe.blogspot.com/2010/06/il-messia-nel-tanakh-lantico-testamento.html.
Devo dire che l'amico Riccardo Di Giuseppe è stato bravo e ha fatto una descrizione dell'argomento che è molto interessante.
Tra l'altro, io e lui ne abbiamo parlato giusto ieri sera in chat, oltre ad avere avuto una lunga discussione di ciò con Gabriele, mio cugino, che è interessato di queste cose.
Li riongrazio entrambi per avermi dato l'idea e dedico questo post anche a loro.
La mia è una "provocazione" che vuole indurre tutti alla riflessione.
Certo, nei secoli passati ci furono tante incomprensioni tra ebrei e noi cristiani.
Ci furono anche tante violenze. Il passato non si può cambiare (purtroppo) ma il futuro sì.
Oggi c'è maggiore consapevolezza di quello che unisce gli ebrei e noi cristiani.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.