Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

giovedì 3 giugno 2010

UN'ULTIMA CONSIDERAZIONE.

Cari amici ed amiche.



Leggete i commenti dati ai precendenti post.
Leggete in particolare i commenti sul post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/caso-nave-turca-due-parole.html.
Veramente, queste i commenti si commentano da soli. Scusate il bisticcio di parole.
Da quello che ho sentito io i "pacifisti" sparavano dai boccaporti.
Leggete il link http://www.ilgiornale.it/interni/macche_disarmati_sparavano_dai_boccaporti/02-06-2010/articolo-id=44978-page=0-comments=1.
Perché, anziché cercare di scardinare il blocco, i "pacifisti" non si sono fatti identificare, non si sono fatti controllare e né hanno fatto ispezionare la nave dall'esercito israeliano?
Avevano qualcosa da nascondere?
Io potrei dire che se fosse stata una missione umanitaria, i "pacifisti" non avrebbero avuto nulla da nascondere.
Invece, i "pacifisti" hanno cercato di scardinare il blocco.
Riflettiamoci.
Cordiali saluti.

VESCOVO UCCISO, E ADESSO CHE DICONO I "PACIFISTI"?

Cari amici ed amiche.

Oggi, giovedì 03 giugno monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia è stato ucciso a coltellate. L'omicidio è avvenuto ad Iskenderun, un porto sul Mediterranaeo. Il presunto assassino è una persona che lavorava per un altro prelato è stato indentificato dalla polizia con il nome Murat A.
Dopo don Andrea Santoro (parroco di Trebisonda ucciso da un giovane fanatico nel 2006), la Chiesa cattolica turca piange un altro pastore.
Tra l'altro, monsignor Padovese avrebbe fatto parte della delegazione aspostolica che avrebbe dovuto ricevere il Santo Padre Benedetto XVI in visita a Cipro.
La Chiesa cattolica in Turchia rappresenta lo 0,05% della popolazione. Comprende l'arcidiocesi latina di Smirne, ed i vicariati (sempre latini) di Istanbul e dell'Anatolia.
Inoltre, di un'archieparchia di rito armeno (archieparchia di Costantinopoli), di un'altra archieparchia di rito caldeo (archieparchia di Amida), di un esarcato greco-bizantino (Esarcato di Costantinopoli) e di un esarcato siro-cattolico (Esarcato patriarcale di Turchia).
E' una Chiesa vitale nel campo sociale ma molto limitata.
Ad esempio, secondo una legge dell'Impero ottomano, non si possono costruire le chiese in vista, sulla pubblica via.
Inoltre, in Turchia vi è la città di Tarso, ove nacque San Paolo.
Qui la chiesa viene usata più come un museo.
Ora, anche nella laica Turchia vi sono i fermenti del fondamentalismo.
Il 05 febbraio del 2006, venne ucciso don Andrea Santoro.
Il 22 novembre dello stesso anno, alla vigilia del viaggio di Papa Benedetto XVI in Turchia, un gruppo di fanatici occupò l'ex-chiesa bizantina di Hagia Sophia.
Ora è stato ucciso monsignor Padovese.
Questi sono solo alcuni degli episodi che devono farci preoccupare.
Sono vicino ai cari del prelato.
Preghiamo per i cristiani in Turchia.
Adesso cosa diranno i "pacifisti" che hanno gettato fango su Israele?
Cordiali saluti.

CRISTIANI IN TERRA SANTA.

Cari amici ed amiche.

Leggete i commenti al post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/caso-nave-turca-due-parole.html.
All'indecenza non c'è limite. All'autore del commento dico che farebbe bene a scrivere il proprio nome.
E' facile insultare con un commento anonimo!
Inoltre, per avere espresso la mia posizione (che è nota a tutti) sono stato accusato di essere un guerrafondaio.
Respingo categoricamente e con forza queste accuse. Non le accetto!
Le rispedisco al mittente. Io sono il primo a volere la pace in Medio Oriente e spero che ciò avvenga.
Però, volere la pace non significa mettersi contro Israele, l'unico Stato mediorientale che ha un vero ordine laico e in cui c'è libertà di culto, anche per i cristiani.
Proprio la questione dei cristiani in Medio Oriente è l'argomento che voglio sollevare.
Com'è noto, quella terra è santa anche per noi cristiani. In città come Gerusalemme e Betlemme, ci sono comunità cristiane cattoliche (di rito latino, maronita e greco-bizantino), ortodosse, copte etiopiche e protestanti.
Ora, queste comunità, costituite in gran parte da arabi stanno facendo le spese di questo conflitto.
In Israele vi sono anche delle comunità cattoliche di rito ebraico.
Qui esprimo il mio parere.
Innanzitutto, non è vero che vi è ostiltà tra ebrei e cristiani.
Anzi, ci sono state anche forme di cooperazione.
Anche l'esercito israeliano, si è più volte incontrato con i frati francescani (che sono Custodi di Terra Santa) per conoscere meglio e capire la realtà dei cristiani.
Inoltre, le forze che vogliono distruggere i cristiani sono rappresentate dai movimenti fondamentalisti islamici che noi tutti conosciamo.
Questi considerano "Dar-al-harb" (ossia "zona di guerra") tutto ciò che non è musulmano, compresi i cristiani arabi.
Quindi i cristiani vanno tutelati.
Non si tutelano i cristiani criminalizzando Israele ma si rischia di dare manforte a quei movimenti che vogliono li distruggere.
Qui non ci si rende conto che la minaccia non riguarda solo Israele ma anche l'Occidente.
Ieri, ho letto delle cose orrende.
Addirittura, letto scritte con cui gli ebrei vengono paragonati a nazisti.
Agli autori di queste scritte dico che farebbero bene a vergognarsi e a riflettere.
Leggete anche l''articolo sull'ottimo giornale "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/news/123/ARTICLE/12901/2009-01-06.html).
Spero che tutti riflettiate.
Cordiali saluti.

mercoledì 2 giugno 2010

DALLA ROMAGNA ALL'ABRUZZO, UN PICCOLO ITINERARIO






















Cari amici ed amiche.


Vorrei proporvi un piccolo itinerario per l'estate.
E' un intinerario ricco di arte di storia e di leggende.
Esso parte dalla Romagna e finisce in Abruzzo.
Incominciamo subito il viaggio, partendo da Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena.
In questo borgo nacque il commediografo latino Tito Maccio Plauto (l'autore dell'opera Menecmi).
Qui vi sono resti di catacombe romane (raccolte in un museo) e la Concattedrale in stile pre-romanico.
In questa chiesa dedicata a San Vicinio, si può ricevere una particolare benedizione.
Essa viene fatta con il "Collare di San Vicinio" e si dice che essa abbia fatto anche degli esorcismi.
Anch'io, che andai a Sarsina nel 1996, ricevetti questa benedizione.
Sulla Valle del Marecchia, in territorio sempre romagnolo (ma vicino al confine con le Marche), adagiato su un blocco di roccia, vi è il il borgo di San Leo, con il forte.
Costruito nel Medioevo, sui resti di un fortilizio romano, il forte di San Leo fu simbolo della signoria dei Montefeltro. Nel 1441, Federico da Montefeltro migliorò la rocca costruendo possenti mura e quattro torrioni, dei quali oggi ne restano due. Tali opere furono dell'architetto Francesco di Giorgio Martini, lo stesso che fece la cittadella di Torino.
Con il passaggio allo Stato Pontificio (XVII secolo) la rocca servì da prigione.
Qui vi fu imprigionato anche l'avventuriero settecentesco Cagliostro.
Altre cose da vedere a San Leo sono il duomo, la pieve ed il convento di Sant'Igne, tutti capolavori di arte romanica e gotica primitiva.
Da San Leo si può raggiungere Rimini con il suo famoso Tempio Malatestiano o cattedrale di Santa Colomba.
In origine fu una chiesa gotica dedicata a San Francesco e retta dai francescani che per volere di Sigismondo Malatesta venne modificata e resa simile ad un tempio romano nel 1447.
A fare ciò contribuì un fior d'architetto come Leon Battista Alberti, lo stesso che realizzò la basilica di Sant'Andrea a Mantova.
L'opera rimase incompiuta ma ha il suo fascino nelle sculture al suo interno.
In esso sono sepolti Sigismondo e sua moglie ed anche il filosofo bizantino Giorgio Gemisto Pletone.
Andando più a sud e andando nelle Marche, troviamo il Castello di Gradara.
Esso fu erettto tra il XIII ed il XIV secolo.
Fu dei Malatesta e fu teatro di una grande tragedia, quella di Paolo e Francesca.
La vicenda risalì alla fine del XIII secolo e fu la storia di un amore finito in tragedia.
Francesca, della signoria dei Da Polenta, dovette sposare Gianciotto Malatesta.
Questi, però, era deforme e brutto e allora mandò da lei suo fratello Paolo.
Ci fu il matrimonio che fu per procura ed il procuratore fu proprio Paolo.
Qui avvenne la tragedia. Francesca si innamorò di Paolo (che la ricambiò) e tradì Gianciotto.
Quest'ultimo scoprì il tradimento e fece uccidere i due amanti.
La leggenda vuole che durante le notti di plenilunio nel castello compaiano il fantasma di Paolo e Francesca.
La tragedia è citata anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, Canto V dell'Inferno.
Da lì si può andare a Frasassi (in provincia di Ancona) e visitare le celebri grotte.
Andando più a sud troviamo Ancona, con la sua "Fontana dalle Tredici Cannelle" ed il duomo di San Ciriaco. Suggestivo è anche il promontorio del Conèro.
Da lì si può andare a Loreto ove vi è la celebre basilica mariana, con una Madonna nera e che ospita la Casa di Maria.
Pare che essa fosse stata portata proprio dalla Terra Santa dai Cavalieri Templari.
Le piccole croci rosse di stoffa che sono state trovate lì sembrano confermare ciò.
Dalle Marche andiamo in Abruzzo, nella Provincia di Teramo.
Non può mancare una visita al Santuario di San Gabriele dell'Addolorata.
Posto sulle pendici del Gran Sasso d'Italia, esso fu costruito su un precedente convento francescano a partire dal XIX secolo.
All'interno della Chiesa antica vi sono la Tomba di San Gabriele (ove avvennero molti miracoli) ed una cappella in stile gotico-vittoriano che ospitava l'urna con le spoglie del Santo, oggi ospitate nella cripta della Chiesa nuova, un costruzione in cemento armato del XX secolo. Non lontano dal santuario vi è il borgo di Castelli con le sue ceramiche che lo decorano.
Scusate se la carrellata è stata breve ma se avessi detto tutto non sarebbe bastato questo blog per spiegare.
E poi, è meglio vedere le cose di persona.
Cordiali saluti.








FESTA DELLA REPUBBLICA


Cari amici ed amiche.
Oggi è il 02 giugno e si festeggia la nascita della nostra Repubblica.
Con un referendum, essa fu votata il 02 giugno 1946 e nacque di fatto il 18 giugno dello stesso anno.
Vorrei esprimere alcune considerazioni a riguardo.
Re Umberto II lasciò il Paese poiché esso risultava diviso.
Lasciò il Paese dicendo:
"Non posso regnare in un Paese in cui la metà della popolazione non riconosce la monarchia".
Effettivamente, è vero.
Il referendum che portò alla nascita della Repubblica diede il responso di un Paese spaccato a metà, in cui il consenso verso la Repubblica fu di poco maggioritario.
Il re,quindi preferì lasciare l'Italia ed evitare una guerra civile in cui tutti sarebbero stati coninvolti.
Inoltre, l'esercito ebbe parte integrante in questa situazione. Al Nord (ove prevalse il consenso verso la Repubblica) i militari combatterono contro il nazi-fascismo con i partigiani mentre al Sud (prevalentemente monarchico) lo fecero con le truppe alleate anglo-americane.
Quindi, il rischio di una nuova guerra civile fu alto.
Ora voglio porre una riflessione.
Questa riconciliazione nazionale non si completò e certe situazioni che si verificano ancora oggi lo dimostrano.
Tra le forze politiche e le idee non ci fu mai veramente un comune ideale, cosa che ci fu ad esempio, nella Spagna post-franchista.
Mi spiego meglio. Alla morte del dittatore Franco (1975), in Spagna le forze politiche di destra (ex-franchiste) e di sinistra si misero d'accordo nel chiudere con il passato e nel ricostruire il Paese.
Qui in Italia, questo non avvenne e gli scontri che ci furono in seguito lo dimostrano, come lo dimostrano certi atteggiamenti sia dei politici che delle persone attuali.
Oggi, ad esempio, si è divisi in "berlusconiani" ed in "anti-berlusconiani", quasi come fosse un fatto etnico.
Ad esempio, a me è capitato di essere apostrofato con l'espressioni come "fascista di m...a", "mafioso", "maiale" o quant'altro.
Sono solo alcune espressioni "gentili" che mi vengono rivolte.
Sul forum di "Affari Italiani" una persona (che si disse comunista e filo-palestinese) scrisse che "qualcuno dovrebbe appendermi per le p...e in Piazzale Loreto".
Per le mie idee ho anche perso degli amici.
Premetto, io non sono un fascista. Ideologicamente, a me piacciono partiti come Tories inglesi, i Repubblicani americani o il Likud israeliano e sono cattolico praticante.
Non sono il solo a subire certi attacchi ma voglio fare capire che c'è chi ancora non ha capito che quella situazione, grazie a Dio, è finita.
Questo dimostra che all'epoca dei fatti mancò quel processo di pacificazione che ci fu in Spagna.
Per il futuro, io ritengo che si debbano fare delle serie riforme, a cominciare dal federalismo.
Se queste riforme non vengono fatte, il rischio è quello di rimanere indietro (nella migliore delle ipotesi) o peggio ancora di avere delle tensioni. Spero che ci sia l'occasione di riflettere.
Buona festa a tutti!
Cordiali saluti.

martedì 1 giugno 2010

PADRE PIO ED IL VIAGGIO IN URUGUAY



Cari amici ed amiche.
Di San Pio da Pietrelcina si è detto di tutto e di più ma pochi sanno che il celebre frate andò anche in Uruguay.
Tra le sue "capacità mistiche" ci fu anche la bilocazione.
Un episodio del genere si verificò anche in Uruguay.
Nel 1920 monsignor Damiani, un prete italo-uruguaiano di Salto incontrò il celebre frate che gli disse:
"Morirete nella vostra terra non abbiate paura".
Il religioso tornò in patria confortato.
Nel 1942 monsignor Damiani morì e l'arcivescovo di Montevideo venne svegliato dalla notizia della morte del presule.
La notizia gli fu data da un frate cappuccino.
Quando giunse al capezzale, monsignor Damiani era morto e nelle mani recava un biglietto con scritto "Padre Pio è stato qui".
Sette anni dopo l'arcivescovo di Montevideo conobbe Padre Pio, in Italia.
Appena lo vide riconobbe in lui il frate che aveva annunciato la morte di monsignor Damiani.
Tra Italia ed Uruguay vi è un legame profondo.
Anche questa vicenda lo dimostra.
Cordiali saluti.

POLITICA E GIOVANI

Cari amici ed amiche.

Vorrei dare qualche consiglio ai giovani che vogliono avvicinarsi alla politica.
Lo voglio fare prendendo spunto anche dal libro "SENTIMENTI POLITICI DI UN RAGAZZO", scritto dal non ancora ventenne Antonio Gomes.
Parto proprio da una considerazione fatta da Gomes che nella sua sincerità parla di "pragmaticità idealistica", citando opere come "Il Principe" di Niccolò Macchiavelli e "Il Leviatano" di Thomas Hobbes.
Una buona politica deve avere sia l'idealismo che il pragmatismo.
Infatti, una politica solo pragmatica è una politica forse buona ad amministrare ma certamente incapace di portare progettualità e se oltre alla mancanza di idealismo, in essa non vi sono neppure la meritocrazia e la giusta logica della coesistenza in un determinato partito, rischia anche di diventare personalistica.
In pratica, il partito diventa un'arena in cui tutti litigano e in cui ogni persona si fa le strategie ed il gruppetto per potere pravalere sugli altri.
Una politica solo pragmatica può anche diventare cinica ed amorale.
Una politica solo idealista, invece, è un po' (mi si passi il termine) come la "casa costruita sulla sabbia" di cui si parla nella Bibbia.
E' una politica che magari può avere anche delle buone idee e dei valori ma che è incapace di portarli avanti e di tradurli all'atto pratico.
Nella politica di oggi, l'aspetto pragmatico e quello idealistico sono spesso disgiunti.
Infatti, oggi c'è chi incanta con parole ed idee varie (che spesso non tengono conto della realtà dei fatti) e c'è chi si riduce ad essere un semplice amministratore che però rifiuta ogni idea che può portare innovazione e che magari, nel proprio partito, si fa il gruppetto per avere la meglio sugli altri.
Ai giovani dico che se vogliono fare politica devono sì essere pragmatici e sapere amministrare ma devono portare anche avere delle idee e dei valori.
Inoltre, bisogna evitare un eccessivo populismo.
Un po' di populismo (molto poco) può fare anche bene perché ravviva il dibattito ma quando diviene eccessivo è solo distruttivo.
Infatti, un populismo marcato e la demagogia non portano da nessuna parte. Anzi, essi rischiano di esasperare gli animi e di esacerbare tensioni.
Ad esempio, io non approvo quello che fa Beppe Grillo.
Lui tende ad alzare i toni e ad attaccare i partiti indicandoli come come "il male assoluto".
Io dico che la politica è anche una cosa razionale e che nei partiti ci sono anche tante cose positive, ovviamente accanto a quelle meno buone.
A me, ad esempio, piace la politica di tipo anglo-sassone, che è frutto di un processo iniziato nel 1215, con la redazione della "Magna Charta Libertatum" e che non risente dell'influsso della Rivoluzione francese che volgarizzò la politica.
La politica anglo-sassone passò anche attraverso a fasi meno nobili (come la Guerra Civile del XVII che costò la vita a San Carlo I, re d'Inghilterra) ma riuscì sempre ad avere un livello di grande democrazia senza mai essere demagogica. Fu in pratica "un'aristocrazia democratica".
Nel continente europeo, invece, l'Illuminismo lasciò la serenità insulare della Gran Bretagna e diventò sarcastico e la Rivoluzione francese diede sì il diritto al popolo di partecipare alla vita politica del proprio Paese ma fece scadere il livello della politica stessa, anche nel linguaggio.
Pensiamo ad alcuni nostri politici che si insultano, anche con turpiloquio. E' un retaggio di quell'ideale rivoluzionario.
La "via anglo-sassone" è la migliore.
Ai giovani che vogliono fare politica dico che possono contribuire a migliorare la nostra.
Spero di avere dato qualche consiglio.
Cordiali saluti.

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.