Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 23 ottobre 2010

LA SINISTRA CHIARISCA SU ISRAELE!


Cari amici ed amiche.
Guardate la foto in basso. Essa raffigura l'ex-leader del Partito dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto vicino a Nasrallah, leader del gruppo islamico fondamentalista libanese degli "Hezbollah".
E' ora che la sinistra chiarisca la sua posizione su Israele e sulla questione del Medio Oriente.
Israele è uno Stato democratico che è continuamente minacciato dai suoi vicini.
Israele è uno Stato legittimo e legittimo è il suo diritto di esistere!
La sinistra che dice?
Io penso che non si possa essere equidistanti. Infatti, proprio perché legittimo, non si può tollerare il fatto che vi sia che vuole la distruzione dello Stato di Israele.
Quindi, chi ama la democrazia ed il valore della tolleranza non può non sostenere Israele, uno Stato in cui un cristiano o un seguace di qualasiasi altra religione può esprimere le proprie idee in sicurezza.
Invece, a sinistra si fa la "politica dell'equidistanza" che, in pratica, dice che "Israele ha il diritto di esistere ma che sbaglia ad usare le armi per difendersi".
Senza rabbia e in modo razionale vorrei fare una domanda ai vari esponenti della sinistra.
Senza le armi ed i controlli, come può difendersi lo Stato israeliano dai continui attacchi di persone che si fanno saltare in aria nelle scuole, nelle piazze ed in altri spazi pubblici e dalle continue minacce esterne?
A nessun uomo normale piace usare le armi però lì c'è una minaccia.
Io vorrei vedere come reagirebbe il nostro Paese se fosse nella stessa situazione di Israele.
E' molto facile esprimere giudizi sulle situazioni altrui. Poi, se la stessa situazione capita a sé stessi, ecco che si cambia opinione!
Mi sembra pura ipocrisia!
E poi, vari esponenti politici di sinistra parlano bene di Israele ma poi vi sono i suoi militanti che in certe manifestazioni bruciano bandiere con la Stella di David, insieme a quelle italiane ed americane.
Se amano la democrazia, i vari esponenti di sinistra prendano le distanze da certe figure (che fanno quanto prima detto) e chiariscano la loro posizione.
In politica si deve sempre prendere posizione.
Cordiali saluti.


POETI A CONFRONTO, IO E WILLIAM DE GENERIS

Cari amici ed amiche.

Molto spesso mi viene rimproverato di fare delle poesie troppo difficili nel linguaggio e di essere "scollato" dalla realtà circostante. Questo, mi costò anche la partecipazione ad eventi che trattavano la materia.
Voglio dare una spiegazione e fare capire che forse le cose sono ben diverse da quello che sembrano.
Lo voglio fare, mettendomi a confronto con un poeta a me contemporaneo e mio coetaneo, William De Generis, con il quale curo la pagina di Facebook "La strada della Poesia".
Sul suo blog "I Shadow 2.0" (http://ishadow2.blogspot.com/) vi sono delle sue bellissime composizioni.
Se leggete le poesie di De Generis, noterete che il loro linguaggio è semplice ed immediato ma nel contempo è capace di portare tutte le emozioni a chi legge.
Tra la sua poesia ed il lettore si crea subito un "dialogo" perché le parole arrivano in modo immediato.
La poesia di De Generis parla di fatti delle vita del suo autore, di disagi giovanili, di religione, e di fatti attuali a volte in modo disilluso e critico verso il modo di pensare attuale (come la poesia intitolata "Filastrocca di Natale") ed altre in modo scanzonato e quasi ironico (come nella poesia intitolata "Jihad radical-chic").
Inoltre, la poesia di De Generis tratta spesso personaggi anonimi in cui il lettore si riconosce.
Al contrario, io cerco riferimenti non nel mio contesto ma in altri ambiti "nello spazio e nel tempo".
Ad esempio, se De Generis parla del tempo attuale, io parlo di quelli passati.
Inoltre, De Generis parla di tematiche di tutti i giorni mentre io parlo di mistica, di scienza, di Bibbia, di Medioevo, di pestilenze, di monarchi, di Santi, di Papi e di gente che oggi non c'è più.
Inoltre, cambia anche il registro.
Infatti, De Generis usa un linguaggio di tutti i giorni mentre io uso un codice particolare che vuole "portare" le persone verso il tempo in cui è ambientata la poesia e che è trapunto di grecismi, di latinismi e di dialettalismi corsi, siciliani e liguri bonifacini.
Questa è la "chiave di lettura" dei due compositori.
William De Generis è una persona che ha delle radici nel contesto in cui vive e nella sua realtà spazio-temporale e la sua poesia è il prodotto di ciò che essi gli offrono, io no.
Io, al contrario, ho sempre cercato di analizzare fino in fondo non il contesto in cui vivo ma altri contesti, sia nello spazio che nel tempo.
In poche parole, io sono sempre in continua ricerca proprio perché il contesto in cui vivo non offre nulla che non sia già scritto.
Inoltre, la poesia da me composta rivela la mia complessità.
Infatti, sono cattolico e devoto di San Carlo I Stuart. Sono mantovano ma ho radici meridionali e questo in passato mi fu fatto pesare, proprio nel contesto in cui mi sono formato ed in cui vivo.
Sono un credente ma sono anche un uomo di scienza. Sto in un certo contesto ma nel contempo mi riconosco in altri ambiti, un po' come la Corsica, isola francese da un punto di vista amministrativo ma italiana nella cultura.
Tutto questo si traduce nella mia poesia.
Per tanti aspetti, la poesia di De Generis è "essoterica", ossia aperta a tutti, mentre la mia è "esoterica", ossia comprensibile a pochi.
Però, i due generi di poesia hanno molto in comune.
In realtà, sono le due facce della stessa medaglia. Ad esempio, tutti e due trattano la religione ed i fatti attuali.
L'uno con un linguaggio diretto e l'altro con la "tecnica" dell'allegoria o usando personaggi e fatti di epoche passati.
Quindi, vale il detto "tutte le strade portano a Roma" .
Termino questo articolo con una poesia, in realtà composta da pezzi di una poesia di De Generis (intitolata "INRI") inframezzati da mie strofe.

LI DUI VUCI A CRISTU

"Ti cercavo in ogni cosa
in ogni uomo
invano.".

Chi dici lu gridu: "Eloì, Eloì, lamà sabactani!".
Vosciu chì fù...cusì sentu ancora...
com'oghje et pè l'anni chì sarani...
et pè Voi...chì 'n celu seti camora!

"Non vedevo
tu sei in ognuno
sei in ogni cosa
sei il desiderio di cercarti
sei il cuore che sussulta
nel trovarti.".

Ma chì carne vi facistu 'n tarra...ora nto celu...
Voi, Cristu Ghjesù, Figghiu Domini...
ma quandu a feghjà stemu...casca lu velu...
ché seti...in bona vuluntati...nti l'omini...
et a circari nuautri avemu 'n dui vuci...
sempri da piccaturi...ma quandu Vossia truvamu...
in copre...lu secchiu si leva da la luci!


venerdì 22 ottobre 2010

I QUADRI DI SILVIA BEATRIZ QUADRANTI, ESOTISMO E TRADIZIONE















Cari amici ed amiche.


Voglio fare una mia brevissima "recensione", un commento, sulle opere di Silvia Beatriz Quadranti pittrice italo-argentina di San Nicolas.
Le sue opere sembrano un perfetto connunbio tra la tradizione e l'esotismo.
In un certo senso, però, il secondo aspetto è forse prevalente sul primo.
Certo, della tradizione conserva sicuramente il fatto di mettere nei quadri elementi veri come persone e paesaggi.
Guardate questi due quadri dipinti da lei che lei ha portato all'EXPO del 2009.
Essi ritraggono delle persone che non sono collegate al contesto in cui vive l'autrice ma che, presumbilmente, possono essere di Paesi africani come, ad esempio, Senegal, Kenya o Zimbawe.
In questi dipinti vi sono i colori caldi (come il rosso o l'ocra) che danno una percezione maggiore del contesto dei soggetti ritratti.
Nel quadro a sinistra, non si denota solo ciò ma vi è anche il senso più stretto del "modus vivendi" del contesto in cui i personaggi vivono.
Si denota, infatti, il movimento della lancia che (forse per pescare o per cacciare) sta per essere scagliata e quindi della quotidiana fatica del personaggio che vive in un contesto difficile, a volte anche ostile.
Qui, infatti, non si tratta di vivere ma di sopravvivere.
E' esattamente quello che il personaggio ritratto sta facendo.
Inoltre, il paesaggio circostante (con il suo lago o il suo mare) è caratteristico.
Proviamo ad immaginare il paesaggio senza il personaggio.
Senza il personaggio, noi potremmo dire che quello è un paesaggio dell'Europa (magari dell'Italia) o degli USA.
In questo caso, è proprio il personaggio a dire che si tratta di un paesaggio esotico, presumibilmente dell'Africa.
Il quadro a destra, invece, ritrae una donna abbigliata con vestiti tribali.
Presumibilmente, il velo potrebbe indicare che questa donna sia di fede musulmana, una fede musulmana mescolata ad antiche ed ataviche convinzioni tribali che, in qualche modo, sottomettono l'individuo.
Anzi, molto spesso è difficile distinguere pienamente le due concezioni e questo quadro lo dimostra.
Trasudano tutte le caratteristiche più ancestrali dell'umanità e dimostrano una caratteristica della pittrice che li ha dipinti, "l'essere una persona sempre in viaggio e che vive in più contesti".
Del resto, questa è una caratteristica della maggioranza dei pittori dell'area latino-americana.
Cordiali saluti.



LA CHIESA CATTOLICA E' MAGGIORITARIA NEGLI USA!


Cari amici ed amiche.
Che gli Stati Uniti d'America siano un Paese di forti tradizioni cristiane è vero ed è cosa nota.
Più dell'80% degli Statunitensi si professa cristiano. Il resto è costituito da ebrei, musulmani, buddisti, induisti, da appartenenti ad altre fedi e da atei ed agnostici.
Tra i cristiani statunitensi sono numericamente prevalenti i protestanti (circa il 50%). A seguire ci sono i cattolici (che sono quasi il 26%), i mormoni (1,4%), i testimoni di Geova (0,7%), gli ortodossi (0,3%) ed i vecchi cattolici.
Questo, però, è solo un dato esteriore.
Infatti, se si analizza bene la situazione, ci accorgiamo che le cose sono diverse.
Infatti, i protestanti sono divisi in varie confessioni che sono la calvinista, la luterana, l'anglicana, la metodista, la battista, la quacchera, la mennonita, l'amish, la valdese ed altre.
Analizzando la geografia religiosa degli USA "confessione per confessione" e scorporando le varie Chiese protestanti, scopriamo che la Chiesa prevalente è la cristiano-cattolico-romana.
Questo è un dato da non sottovalutare.
In pratica, la Chiesa cattolica è minoritaria rispetto ai protestanti e alle altre appartenenze (o non appartenenze) religiose nel loro insieme ma se si guardano le singole fedi, ecco che scopriamo che essa è maggioritaria.
Oggi, la Chiesa cattolica statunitense è quasi al 26%.
Essa è divisa nei riti latino (prevalente), caldeo, greco-bizantino, maronita, armeno e copto.
Le varie comunità cattoliche si formarono nei secoli, dapprima con l'arrivo delle minoranze inglesi e scozzesi e dei gruppi irlandesi che furono perseguitati nei secoli XVI e XVII e in seguito con l'arrivo di immigrati italiani, polacchi, croati, sloveni, ucraini, olandesi, tedeschi, armeni, libanesi, francesi, vietnamiti, indiani ed ispanici.
La percentuale di cattolici è però destinata a crescere, per due fattori.
Il primo è l'immigrazione proveniente sia dall'America Latina e dai Paesi europei (come l'Italia) che dai Paesi in cui sono perseguitati, come la Cina e molti Paesi islamici, ed il secondo è il fenomeno della conversione degli anglicani tradizionalisti al cattolicesimo, dopo la redazione della Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus", ne parlai nell'articolo intitolato "Dalla scienza alla religione, l'amicizia Italia-Usa sarà fondamentale, http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/dalla-scienza-alla-religiobe-lamicizia.html.
Questo è un dato importante perché negli USA la religione pesa nella vita pubblica.
Essa è tenuta in grande considerazione anche in occasione delle elezioni presidenziali.
Un aumento dei cattolici negli USA, determinerà una modifica degli equilibri, sia nel Paese, sia nel resto del mondo e sia nella Chiesa cattolica stessa.
In poche parole, potrebbe succedere, ad esempio, che gli USA diventino trainanti per tutta la Chiesa cattolica .
Tenendo conto della secolarizzazione dell'Europa potrebbe darsi che un giorno dovremmo chiamare i preti dall'America Latina e proprio dagli USA perché qui in Europa (e in Italia) vi è la crisi delle vocazioni.
Magari, ad esempio, nella parrocchia di Roncoferraro (che è la parrochia del mio Comune) potrebbe esserci un giorno un prete statunitense, uruguaiano, argentino o brasiliano.
Magari, il prete statunitense potrebbe essere un ex-anglicano sposato.
Inoltre, questo potrebbe incidere sulla composizione del collegio cardinalizio e sull'elezione del Papa.
Potrebbe succedere che il prossimo Successore di Pietro provenga dall'America Latina o dagli USA.
In un certo senso, la Chiesa cattolica è già una realtà globale antecedente alla globalizzazione.
L'esempio che ho fatto su Norcia (nell'articolo intitolato "Italia-USA, un'amicizia preziosa che può essere rafforzata a tavola", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/basta-con-lantiamericanismo.html) è calzante e dimostra che certe dinamiche sono già in atto.
Cordiali saluti.

giovedì 21 ottobre 2010

PERCHE' IL PRESIDENTE BERLUSCONI DA' COSI' TANTO FASTIDIO?

Cari amici ed amiche.

Riallacciandomi all'articolo intitolato "Come sarebbe stata l'Italia senza il presidente Berlusconi'" (http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/come-sarebbe-stata-litalia-senza-il.html) vorrei porre all'attenzione un'altra domanda.
Perché il presidente Silvio Berlusconi dà così tanto fastidio?
Infatti, si può proprio dire che il presidente Berlusconi dà fastidio a molti.
Infatti, prima del 1994, anno in cui entrò in politica, il presidente Berlusconi era un imprenditore di successo e non ebbe processi di nessun tipo.
Da quando entrò in politica, le cose per lui cambiarono.
Ogni giorno viene attaccato anche sul piano personale, spesso con attacchi molto beceri, e gli vengono fatti processi di ogni tipo.
E' evidente che lui dia fastidio!
A chi può dare fastidio e perché?
Il presidente Berlusconi non è un politico di professione ma un uomo proveniente dal mondo del lavoro e prestato alla politica.
Prima di lui, la politica italiana era caratterizzata da politici di professione, ossia da persone che nella loro vita altro non facevano che politica.
Mi viene in mente, ad esempio, il Partito Comunista Italiano che, addirittura, aveva le "frattocchie", delle vere e proprie scuole in cui i militanti venivano formati per fare i politici (ovviamente comunisti) e l'unico lavoro che questi facevano era la politica.
Anche la Democrazia Cristiana aveva politici di professione.
Quindi, si creò una vera e propria "consuetudine" che prevedeva che la politica fosse fatta da persone che nella loro vita non avessero fatto altro che politica.
Questo, alla lunga, bloccò la democrazia perché la politica non era più partecipata dai cittadini dati che i politici di allora non li rappresentavano più.
Quindi, con la sua "discesa in campo" del 1994, il presidente Berlusconi ruppe questa consuetudine perché finalmente nell'agone politico venne una persona che nella sua vita faceva cose diverse dalla politica.
In un certo senso, egli avvicinò l'Italia alla grandi democrazia, come quella degli Stati Uniti d'America, un Paese in cui nel 1981 un attore venne eletto Presidente della Repubblica e contribuì a fare la storia.
Sto parlando di Ronald Reagan.
Quindi, la gente apprezzò il presidente Berlusconi anche come politico.
Questa fu una sconfitta pesante per i politici di professione che ovviamente reagirono.
E così, il presidente Berlusconi iniziò a subire attacchi di ogni tipo, sia sul piano politico che personale.
Iniziò ad essere attaccato con ferocia dai suoi avversari e a subire una caterva di processi da parte di molti di quei magistrati.
Infatti, lo scandalo di "Tangentopoli" dell'inizio degli anni '90 segnò la rottura dell'equilibrio tra potere politico e giustizia e portò allo scontro attuale tra questi due poteri.
Inoltre, da lì si fece evidente il fatto che anche parte della magistratura fosse politicizzata.
Lo dimostra il fatto che quei processi siano tutti finiti con il proscioglimento dalle accuse e l'assoluzione del presidente.
Quindi, da lì in poi, il presidente Berlusconi venne demonizzato e vilipeso sotto ogni aspetto.
Infatti, in un ambiente cristallizzato da decenni di immobilismo (come la politica italiana antecedente al 1994) chi si presenta in modo diverso e fa cose diverse deve essere demolito perché porta novità e per un ceto così vecchio la novità e pericolosa.
Inoltre, il presidente Berlusconi portò la destra al governo e finalmente creò un grande partito cattolico, liberale e conservatore che oggi ha la sua massima espressione nel Popolo della Libertà.
Inoltre, iniziò ad essere attaccato e vilipeso anche da molti giornalisti che arrivarono al punto di gettare fango sull'Italia anche all'estero.
E' evidente che molti di questi giornalisti non fossero proprio neutrali.
Basti pensare al fatto che la maggioranza delle grandi testate gionalistiche italiane NON SIANO AFFERENTI AL CENTRO DESTRA E CON IL PRESIDENTE BERLUSCONI come anche molti giornalisti televisivi.
Anzi, molto spesso essi gettano fango contro il centro destra ed il presidente Berlusconi.
Come ultimi esempi di ciò, vi sono la trasmissione "Annozero", la trasmissione condotta da Michele Santoro, e "Report" , di cui parlai nell'articolo intitolato "Che facce toste!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/che-facce-toste.html.
In questo senso, mi fa sorridere la diffida fatta contro il TG1, il telegiornale di RAI 1 che è diretto da Augusto Minzolini, in quanto visto come "privo di equlibrio".
Sono solidale con il TG1 e con Minzolini.
Il presidente Berlusconi è così inviso ad alcuni perché fece finire un sistema di vecchia politica.
Cordiali saluti.

COMPLIMENTI AL DOTTOR ERMANNO FILOSA!

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo su "Italia chiama Italia", http://www.italiachiamaitalia.net/news/122/ARTICLE/23793/2010-10-21.html.
Il dottor Ermanno Filosa è il nuovo presidente del Comites di Santo Domingo, in Repubblica Dominicana.
Già presidente dell'Associazione "Azzurri nel Mondo Forza Italia nella Repubblica Dominicana" , Filosa è oggi un esponente del Popolo della Libertà nello Stato caraibico.
Tema a lui molto caro è l'ITALIANITA' NEL MONDO.
Infatti, l'italiano all'estero vive in due realtà, quella del Paese in cui vive e quella d'origine.
Bisogna coniugare l'esigenza di integrazione nella società del Paese ospitante e quella di mantenere quella del nostro Paese.
Il miglior modo per difendere la nostra cultura all'estero è diffonderla e farla conoscere alle generazioni che verranno in seguito.
Sicuramente, il dottor Filosa sarà capace di fare tutto ciò.
Porgo i miei cordiali saluti e faccio complimenti al dottor Filosa, a cui auguro buon lavoro.

DALLA SCIENZA ALLA RELIGIONE, L'AMICIZIA ITALIA-USA SARA' FONDAMENTALE!


Cari amici ed amiche.
Voglio portare alla vostra attenzione un argomento fondamentale.
In un certo senso, è collegato all'articolo di questa mattina, quello intitolato "Nucleare, nuove polemiche nel Mantovano", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/nucleare-polemiche-mantovano.html.
Come ho scritto nel succitato articolo, il nucleare porta ricerca.
Purtroppo, qui in Italia si fa troppo poca ricerca scientifica.
Questo è dovuto in parte ad un nostro vizio nella formazione che tende a fare sì si che si punti di più sulla cultura umanistica ed in parte ad altri vizi culturali, come la scarsa meritocrazia.
Ad esempio, basti pensare al triste fenomeno delle "baronie" nelle università, fenomeno che il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini sta combattendo.
Questo fa sì che chi vuole fare seriamente ricerca scientifica debba andare via dall'Italia.
Io credo che sia ora di cambiare rotta e credo che una cosa del genere si possa fare rafforzando l'amicizia tra l'Italia e gli Stati Uniti d'America.
Io penso che gli USA siano un serio interlocutore per migliorare il nostro approccio con la ricerca scientifica, da quella che riguarda la medicina a quella che tratta l'agricoltura.
Su questo tema, ho fatto vari articoli.
Uno di questo scritto su "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/18712/2009-11-07.html ed un altro scritto su questo blog, il cui link è http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/ogm-basta-con-le-ideologie.html, sono esempi di ciò.
Italia ed USA possono collaborare in tanti settori della ricerca scientifica.
Si può fare ciò, ad esempio, mandando i nostri giovani nelle università statunitensi e facendo venire i ricercatori americani qui da noi.
Anzi, si potrebbe fare di più.
Si potrebbe fare ciò non solo al livello dell'università ma anche a quello delle Scuole Superiori.
Per esempio, si potrebbero fare venire i ricercatori americani per collaborare nella ricerca nel settore dell' agricoltura o ad insegnare nelle nostre università.
Mentre, i nostri giovani potrebbero fare dei periodi di stage negli USA.
Così potrebbe esserci uno scambio di conoscenze che porterebbe un reciproco vantaggio.
Infatti, i nostri amici americani amano il nostro Paese ed in questo modo potrebbero conoscerlo meglio mentre i nostri giovani potrebbero vedere qualcosa ed acquisire conoscenze nuove, un nuovo "know how".
Forse, mettendo i nostri giovani a confronto con i loro coetanei statunitensi e con il loro ambiente di studio si potrebbe fare in modo che i primi prendano coscienza del fatto che vi possa essere un modo serio di fare ricerca e si potrebbe contribuire a migliorare la nostra Istruzione e che i secondi possano conoscere meglio l'Italia.
Io credo che questo "gemellaggio culturale" con gli USA possa andare anche oltre la scienza.
Per esempio, ci potrebbe essere uno scambio culturale per ciò che riguarda la politica.
Noi potremmo imparare dai nostri amici americani a fare politica senza baruffe ma sempre in modo costruttivo.
Gli USA hanno una politica di scuola anglosassone, una politica in cui la contrapposizione non porta alla visione dell'avversario politico come un nemico.
E' il modo corretto di fare politica.
Anche nella religione può esserci qualcosa di utile in una possibile collaborazione.
Ad esempio, negli USA c'è una grande Chiesa cattolica (anche se minoritaria) e questa Chiesa è destinata a crescere, sia per l'arrivo di immigrati dall'America Latina e sia per le conversioni dall'anglicanesimo. Di questa cosa parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/cosa-sta-succedendo-alla-chiesa.html.
Soprattutto ora che il Papa ha creato la Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus" (link http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_constitutions/documents/hf_ben-xvi_apc_20091104_anglicanorum-coetibus_en.html).
Questo fa sì che vi siano nuovi preti.
Ora, qui in Italia c'è una crisi di vocazioni e capita che nei paesi manchino i sacerdoti.
Questo è sicuramente un male.
Quindi, si potrebbero fare venire dei nuovi presuli anche dagli USA, anche gli ex-anglicani, che possono essere sposati.
Per questi ultimi, una cosa del genere potrebbe essere un modo per inserirli meglio nella Chiesa cattolica.
E' un po' come il viaggio-studio.
Se un ragazzo va in viaggio-studio per conoscere una nuova lingua e si trova in un ambiente completamente straniero dovrà imparare quella lingua e sarà più stimolato a farlo.
Questo discorso vale anche per i preti ex-anglicani che sono sposati.
Se si trovano in un contesto come il nostro, in cui prevale il cattolicesimo di rito latino, essi potrebbero acquisire maggiori conoscenze della cattolicità.
Anzi, sarebbe utile sia a loro stessi e sia alla comunità di cui potrebbero divenire parroci.
Quest'ultima imparerebbe a conoscere meglio la realtà cristiana e la sua complessità.
Sarebbe utile per tutti approfondire le relazioni tra l'Italia e gli USA.
Cordiali saluti.






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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.