Cari amici ed amiche.
La bufera giudiziaria che ha investito la Lega Nord e le recenti dimissioni dal Consiglio regionale della Lombardia di Renzo Bossi, potrebbero avere ripercussioni pesantissime.
Sembra che ci sia in atto un vero e proprio attacco contro la Lega Nord.
La tempistica è sospetta.
Che nella Lega Nord ci possano essere delle "mele marce" non può essere escluso.
Chi ha sbagliato (dopo che un regolare processo abbia accertato ciò) deve pagare.
Tuttavia, a me sembra che ci sia stato qualcosa di strano in tutta questa vicenda.
Guarda caso, da quando la Lega Nord ha preso certe decisioni, sono iniziati i guai giudiziari.
Ciò rischia di prendere una bruttissima piega.
In questi anni, la Lega Nord ha funto da "valvola di sfogo" di tutte le tensioni che ci sono qui al nord.
Qui al nord ci sono forti tensioni contro uno Stato che tassa e non corrisponde con i dovuti feed back in servizi.
Ad esempio, una piccola azienda del Mantovano subisce una pressione fiscale superiore al 50%.
In qualche caso, le tasse arrivano a togliere il 70% dei profitti alle aziende.
Quindi, c'è una forte disaffezione verso lo Stato.
Bene o male, la Lega Nord ha avuto ed ha il grande merito di fare sfogare certe tensioni, portandole a Roma.
Ora, se la Lega Nord dovesse andare in malora, ci sarebbe un grosso problema.
Non ci sarebbe più un punto di riferimento per chi è scontento dell'attuale situazione.
Questo può diventare pericoloso.
Non voglio sembrare catastrofista ma io temo che ci possa essere anche una svolta estrema.
Le tensioni ci sono e sono tante.
Le aziende chiudono, ci sono sempre più giovani disoccupati (ed io ne so qualcosa poiché sono disoccupato) e gli imprenditori non riescono a pagare le tasse, né i dipendenti.
Inoltre, la politica è in crisi.
Il mio timore è che, senza un punto di riferimento, questi scontenti possano affidarsi alla prima persona che urla più forte.
Studiate la storia tedesca degli anni '30 e vedete come salì al potere Adolf Hitler.
La gente era scontenta ed Hitler urlò più forte.
Non vorrei che la storia si ripeta qui in Italia.
Oppure, potrebbe crearsi qui nel nord un movimento come l'ETA basca o l'IRA irlandese.
Personalmente, non vorrei avere a che fare né con un "Hitler o uno Stalin italiano", né con "un'IRA o un'ETA in salsa padana".
Io comincio ad avere paura.
Spero che sia solo una sensazione personale e non qualcosa di concreto.
Quindi, stiamo prendendo una brutta china.
Forse, gli anti-leghisti che oggi sbraitano tanto dovrebbero riflettere.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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martedì 10 aprile 2012
lunedì 9 aprile 2012
DETERMINISMO? NO GRAZIE!
Cari amici ed amiche.
Ieri, in una discussione avvincente e molto accesa con mio cugino, ho parlato del determinismo.
Influenzato dai romanzi di Lev Tolstoj, mio cugino è determinista ed io non lo sono.
Per determinismo si intende quella concezione di una certa scienza e di una certa filosofia in cui in natura nulla avviene per caso ma tutto accade secondo una ragione e secondo una necessità.
Nella visione deterministica, l'uomo è predestinato a fare certe scelte e ad avere un certo destino.
Questo concetto, ad esempio, è tipico del protestantesimo, del positivismo e di certa scienza.
Per chi è determinista, chi esprime il concetto opposto del libero arbitrio è contro natura e contro Dio.
Io non sono d'accordo con questa teoria.
Intendiamoci, nessuno vuole mettere in discussione la presenza di Dio.
Anzi, la Chiesa cattolica incoraggia il libero arbitrio, come mostra il suo Catechismo:
Ieri, in una discussione avvincente e molto accesa con mio cugino, ho parlato del determinismo.
Influenzato dai romanzi di Lev Tolstoj, mio cugino è determinista ed io non lo sono.
Per determinismo si intende quella concezione di una certa scienza e di una certa filosofia in cui in natura nulla avviene per caso ma tutto accade secondo una ragione e secondo una necessità.
Nella visione deterministica, l'uomo è predestinato a fare certe scelte e ad avere un certo destino.
Questo concetto, ad esempio, è tipico del protestantesimo, del positivismo e di certa scienza.
Per chi è determinista, chi esprime il concetto opposto del libero arbitrio è contro natura e contro Dio.
Io non sono d'accordo con questa teoria.
Intendiamoci, nessuno vuole mettere in discussione la presenza di Dio.
Anzi, la Chiesa cattolica incoraggia il libero arbitrio, come mostra il suo Catechismo:
"I. Libertà e responsabilità
1731 La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell'uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine.
1732 Finché non si è definitivamente fissata nel suo bene ultimo che è Dio, la libertà implica la possibilità di scegliere tra il bene e il male, e conseguentemente quella di avanzare nel cammino di perfezione oppure di venire meno e di peccare. Essa contraddistingue gli atti propriamente umani. Diventa sorgente di lode o di biasimo, di merito o di demerito.
1733 Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c'è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato.51
1734 La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari. Il progresso nella virtù, la conoscenza del bene e l'ascesi accrescono il dominio della volontà sui propri atti.
1735 L'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali.
1736 Ogni atto voluto direttamente è da imputarsi a chi lo compie:
Il Signore infatti chiede ad Adamo dopo il peccato nel giardino: « Che hai fatto? » (Gn 3,13). Così pure a Caino.52 Altrettanto fa il profeta Natan con il re Davide dopo l'adulterio commesso con la moglie di Uria e l'assassinio di quest'ultimo.53
Un'azione può essere indirettamente volontaria quando è conseguenza di una negligenza riguardo a ciò che si sarebbe dovuto conoscere o fare, per esempio un incidente provocato da una ignoranza del codice stradale.
1737 Un effetto può essere tollerato senza che sia voluto da colui che agisce; per esempio lo sfinimento di una madre al capezzale del figlio ammalato. L'effetto dannoso non è imputabile se non è stato voluto né come fine né come mezzo dell'azione, come può essere la morte incontrata nel portare soccorso a una persona in pericolo. Perché l'effetto dannoso sia imputabile, bisogna che sia prevedibile e che colui che agisce abbia la possibilità di evitarlo; è il caso, per esempio, di un omicidio commesso da un conducente in stato di ubriachezza.
1738 La libertà si esercita nei rapporti tra gli esseri umani. Ogni persona umana, creata ad immagine di Dio, ha il diritto naturale di essere riconosciuta come un essere libero e responsabile. Tutti hanno verso ciascuno il dovere di questo rispetto. Il diritto all'esercizio della libertà è un'esigenza inseparabile dalla dignità della persona umana, particolarmente in campo morale e religioso.54 Tale diritto deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e dell'ordine pubblico.55" .
Intendiamoci, questa libertà non ha nulla a che fare con quanto proposto da certe culture, come la cultura hippy, che prevede che l'uomo possa fare ciò che vuole sempre. Infatti, la vera libertà va a braccetto con la responsabilità. Ergo, un uomo può scegliere di fare ciò che vuole ma si dovrà assumere la responsabilità di ciò che compier di fronte ai suoi simili, alla storia e a Dio. Ogni uomo è responsabile verso chi e ciò che lo circonda e le sue azioni si ripercuotono sugli altri. Il concetto determinista, al contrario, tende a deresponsabilizzare l'uomo. Prendiamo, ad esempio, il caso di Adolf Hitler. Nella visione dei deterministi, Hitler era predestinato a diventare un feroce dittatore e a compiere quelle opere che definire orrende è ancora troppo poco. In una visione non determinista (e forse più simile a quella vera), Hitler scelse deliberatamente di diventare un uomo malvagio e di fare quei crimini vergognosi che sono noti a tutti. Quindi, Hitler ebbe gravi responsabilità e la colpa dei crimini fu giustamente imputata a lui. Una visione non deterministica non esclude il concetto di Dio. Dio stesso diede all'uomo la facoltà di decidere. Egli avrà l'ultima parola su ogni cosa ma all'uomo lascia ogni libertà di decidere. Se Dio ci diede questa libertà, nessuno ce la può negare, se non Dio stesso. Cordiali saluti. |
CORDOGLIO PER IL CARDINALE IGNACE MOUSSA I DAOUD
Cari amici ed amiche.
Ieri è morto il cardinale Ignace Moussa I Daoud, Patriarca emerito della Chiesa siro-cattolica di Antiochia.
Sulla pagina di Facebook della Chiesa cattolica, vi è questa didascalia.
Essa è stata scritta ieri e recita:
"Si è spento stamani, in una clinica romana, il cardinale Ignace Moussa I Daoud, patriarca emerito di Antiochia dei Siri e prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali: aveva 81 anni.
In un telegramma al patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III Younan, Benedetto XVI - esprimendo il suo cordoglio - rivolge il suo pensiero anche alle “popolazioni della regione che – scrive – stanno vivendo momenti difficili”. Il cardinale Daoud – ricorda il Papa – è stato “un pastore fedele che si è dedicato con fede e generosità al servizio del popolo di Dio”.
Il porporato era nato il 18 settembre 1930 a Meskané, villaggio dell'arcieparchia di Homs dei Siri (Siria). Ordinato sacerdote il 17 ottobre 1954, consegue la Laurea in Diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense nel 1964. Il Sinodo Patriarcale Siro, riunito a Charfet (Libano) il 2 luglio 1977, lo elegge vescovo per la sede del Cairo dei Siri (Egitto). Paolo VI dà il suo assenso all'elezione il 22 luglio 1977. Riceve la consacrazione episcopale il 18 settembre dello stesso anno.
È stato consultore, ed in seguito membro, della Pontificia Commissione per la Revisione del Codice dei Canoni della Chiesa Orientale (CCEO), ed ha presieduto la Commissione per la traduzione in arabo del CCEO. Il Sinodo Patriarcale Siro lo promuove all'arcieparchia di Homs dei Siri il 1° luglio 1994. Eletto patriarca di Antiochia dei Siri nel Santo Sinodo Siro-cattolico il 13 ottobre 1998, ottiene da Giovanni Paolo II la «ecclesiastica communio» il 20 ottobre 1998. È consacrato ed intronizzato patriarca di Antiochia dei Siri il successivo 25 ottobre, Domenica di Cristo Re, nella Cattedrale di Bairut. Il 25 novembre 2000, Giovanni Paolo II lo nominato prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. L'8 gennaio 2001 presenta la rinuncia a patriarca di Antiochia dei Siri. E’ prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali dal 9 giugno 2007. In quanto prefetto di questo dicastero è stato anche Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Orientale. Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001.
Con la morte del cardinale Daoud il collegio cardinalizio risulta ora costituito da 211 porporati, di cui 123 elettori e 88 non elettori.".
Aggiungo una cosa.
Noi tutti dobbiamo pregare per quelle Chiese antiche che si trovano in Medio Oriente e in Nord Africa, Chiese che rappresentano delle culture più antiche della popolazione araba che oggi risiede lì (come nel caso dei copti egiziani, che usano termini della lingua parlata dagli antichi Egizi) e che oggi sono seriamente in pericolo.
Cordiali saluti.
Ieri è morto il cardinale Ignace Moussa I Daoud, Patriarca emerito della Chiesa siro-cattolica di Antiochia.
Sulla pagina di Facebook della Chiesa cattolica, vi è questa didascalia.
Essa è stata scritta ieri e recita:
"Si è spento stamani, in una clinica romana, il cardinale Ignace Moussa I Daoud, patriarca emerito di Antiochia dei Siri e prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali: aveva 81 anni.
In un telegramma al patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III Younan, Benedetto XVI - esprimendo il suo cordoglio - rivolge il suo pensiero anche alle “popolazioni della regione che – scrive – stanno vivendo momenti difficili”. Il cardinale Daoud – ricorda il Papa – è stato “un pastore fedele che si è dedicato con fede e generosità al servizio del popolo di Dio”.
Il porporato era nato il 18 settembre 1930 a Meskané, villaggio dell'arcieparchia di Homs dei Siri (Siria). Ordinato sacerdote il 17 ottobre 1954, consegue la Laurea in Diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense nel 1964. Il Sinodo Patriarcale Siro, riunito a Charfet (Libano) il 2 luglio 1977, lo elegge vescovo per la sede del Cairo dei Siri (Egitto). Paolo VI dà il suo assenso all'elezione il 22 luglio 1977. Riceve la consacrazione episcopale il 18 settembre dello stesso anno.
È stato consultore, ed in seguito membro, della Pontificia Commissione per la Revisione del Codice dei Canoni della Chiesa Orientale (CCEO), ed ha presieduto la Commissione per la traduzione in arabo del CCEO. Il Sinodo Patriarcale Siro lo promuove all'arcieparchia di Homs dei Siri il 1° luglio 1994. Eletto patriarca di Antiochia dei Siri nel Santo Sinodo Siro-cattolico il 13 ottobre 1998, ottiene da Giovanni Paolo II la «ecclesiastica communio» il 20 ottobre 1998. È consacrato ed intronizzato patriarca di Antiochia dei Siri il successivo 25 ottobre, Domenica di Cristo Re, nella Cattedrale di Bairut. Il 25 novembre 2000, Giovanni Paolo II lo nominato prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. L'8 gennaio 2001 presenta la rinuncia a patriarca di Antiochia dei Siri. E’ prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali dal 9 giugno 2007. In quanto prefetto di questo dicastero è stato anche Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Orientale. Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001.
Con la morte del cardinale Daoud il collegio cardinalizio risulta ora costituito da 211 porporati, di cui 123 elettori e 88 non elettori.".
Noi tutti dobbiamo pregare per quelle Chiese antiche che si trovano in Medio Oriente e in Nord Africa, Chiese che rappresentano delle culture più antiche della popolazione araba che oggi risiede lì (come nel caso dei copti egiziani, che usano termini della lingua parlata dagli antichi Egizi) e che oggi sono seriamente in pericolo.
Cordiali saluti.
SIONISMO, CONSIDERAZIONI
Cari amici ed amiche
Innanzitutto, vi auguro buona Pasqua.
Voglio parlarvi del sionismo. Non lo voglio fare, però, parlando della storiografia, dal 1870 (anno in cui ci furono i primi movimenti sionisti in Romania) fino ai giorni nostri, passando attraverso quello che fece Theodor Herzl ( nella foto 1860-1904) e la nascita dello Stato di Israele nel 1948.
Voglio solo fare delle considerazioni che, forse, potrebbero essere controcorrente, rispetto ad una certa stampa e ad un certo mondo politico ed intellettuale.
Io penso che il sionismo non sia negativo.
Immaginate, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX in Europa ci furono forti fermenti di tensioni varie.
L'Europa di quegli anni era un'Europa secolarizzata ed influenzata dalle idee del Positivismo, idee che esaltavano la scienza a scapito dei valori come la fede e la dignità dell'uomo in quanto tale e che ritenevano l'uomo più simile ad una macchina.
Quella Europa (che rifiutò Dio) fu il "terreno di coltura" di quei mali che vennero chiamati totalitarismi, come comunismo e nazismo, due regimi che, al di là dell'apparente ostilità, furono simili.
Forse più di altri, gli ebrei di allora sentivano l'insicurezza del clima europeo e che qualcosa di molto negativo sarebbe successo.
Essi aspiravano (legittimamente) ad una maggiore sicurezza.
Oltre a ciò, fin dai tempi della diaspora (70 AD), gli ebrei sognavano di potere un giorno tornare a Gerusalemme.
Questo sogno tenne unite le varie comunità ebraiche sparse per l'Europa e le mantenne coese al loro interno.
Da tutto ciò nacque il sionismo.
In pratica, il sionismo fu una reazione a quel brutto clima che stava funestando l'Europa nella fine del XIX secolo e che l'avrebbe incendiata con la guerra e bagnata con tanto sangue innocente nel XX.
Quegli ebrei che fecero il sionismo furono, quindi, degli eroi.
Avevano capito l'andazzo.
Se anche tra noi cristiani ci fossero state della persone che si fossero comportate come loro, forse, Adolf Hitler e Josef Stalin non avrebbero fatto molta strada.
Cordiali saluti.
Innanzitutto, vi auguro buona Pasqua.
Voglio parlarvi del sionismo. Non lo voglio fare, però, parlando della storiografia, dal 1870 (anno in cui ci furono i primi movimenti sionisti in Romania) fino ai giorni nostri, passando attraverso quello che fece Theodor Herzl ( nella foto 1860-1904) e la nascita dello Stato di Israele nel 1948.
Voglio solo fare delle considerazioni che, forse, potrebbero essere controcorrente, rispetto ad una certa stampa e ad un certo mondo politico ed intellettuale.
Io penso che il sionismo non sia negativo.
Immaginate, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX in Europa ci furono forti fermenti di tensioni varie.
L'Europa di quegli anni era un'Europa secolarizzata ed influenzata dalle idee del Positivismo, idee che esaltavano la scienza a scapito dei valori come la fede e la dignità dell'uomo in quanto tale e che ritenevano l'uomo più simile ad una macchina.
Quella Europa (che rifiutò Dio) fu il "terreno di coltura" di quei mali che vennero chiamati totalitarismi, come comunismo e nazismo, due regimi che, al di là dell'apparente ostilità, furono simili.
Forse più di altri, gli ebrei di allora sentivano l'insicurezza del clima europeo e che qualcosa di molto negativo sarebbe successo.
Essi aspiravano (legittimamente) ad una maggiore sicurezza.
Oltre a ciò, fin dai tempi della diaspora (70 AD), gli ebrei sognavano di potere un giorno tornare a Gerusalemme.
Questo sogno tenne unite le varie comunità ebraiche sparse per l'Europa e le mantenne coese al loro interno.
Da tutto ciò nacque il sionismo.
In pratica, il sionismo fu una reazione a quel brutto clima che stava funestando l'Europa nella fine del XIX secolo e che l'avrebbe incendiata con la guerra e bagnata con tanto sangue innocente nel XX.
Quegli ebrei che fecero il sionismo furono, quindi, degli eroi.
Avevano capito l'andazzo.
Se anche tra noi cristiani ci fossero state della persone che si fossero comportate come loro, forse, Adolf Hitler e Josef Stalin non avrebbero fatto molta strada.
Cordiali saluti.
sabato 7 aprile 2012
TRADIZIONE FAMIGLIA E PROPRIETA', INTERVISTA AD ANGELO FAZIO
Cari amici ed amiche.
Voglio parlarvi dell'associazione "Tradizione, Famiglia Proprietà".
Non lo voglio fare con la mie parole ma con quelle di una persona vicina ad essa, l'amico Angelo Fazio, una persona squisita con cui spesso mi confronto e con cui, debbo dirlo, ho una buona identità di vedute su molti temi.
Questa è l'intervista:
"1.Cos'è l'associazione “Tradizione, Famiglia e Proprietà”?
La TFP è un movimento civico, di ispirazione cattolica tradizionale e contro-rivoluzionaria. Il suo stile d'azione è caratterizzato da una forte carica di militanza cavalleresca cristiana. Le idee che sostanziano la sua dottrina, poggiano solidamente sull'autorevole corpus intellettuale (pienamente coerente con la più solida ortodossia cattolica) e sull'impareggiabile bagaglio umano, etico e morale del suo Fondatore: ovvero il pensatore brasiliano Plinio Correa de Oliveira (nato nel 1907 e deceduto nel 1995, sempre nella sua San Paolo).
Non a torto, il dott.Plinio è ritenuto, da molti, un gigante del pensiero cattolico ed è stato definito dal prof.Roberto De Mattei “il Crociato del XX secolo” (titolo di una sua opera biografica relativa alla vita del pensatore di San Paolo del Brasile). Codesto studioso ha tracciato un solco su cui si è mossa grossomodo tutta la letteratura cattolica contro-rivoluzionaria dei decenni più recenti.
2. Qual è lo scopo che essa si prefigge?
Gli obiettivi dell'organizzazione sono ben rappresentati dalla difesa della Civiltà Cristiana e dai suoi imprescindibili principi di rispetto della dignità umana e dell'ordine sociale, così come voluto dal Creatore.
Quindi, parte integrante degli sforzi della TFP, sono costituiti dalle battaglie civiche contro le varie tendenze rivoluzionarie che, in barba alla nostra ortodossia sociale, mirano a destrutturare ciò che Iddio ha sapientemente forgiato per l'umanità, in termini di gerarchia del tessuto sociale, rispetto per la Sua Regalità, e per quanto riguarda i valori incommensurabili che sostanziano la vita umana.
La lotta contro il comunismo (esempio straordinario fu la campagna “pro-Lituania libera” che , nel 1990 sostenne la legittima aspirazione all'indipendenza del popolo lituano e contribuì alla dissoluzione dell'URSS, che partì dai paesi baltici), l'opposizione all'attuale persecuzione dei cristiani nel mondo, le campagne pro-life e gli sforzi per contrastare il movimento anti-famiglia, sono esempio calzante di tale impegno di “Tradizione, Famiglia e Proprietà”.
Altro fondamentale scopo dell'opera della TFP, è quello di diffondere la retta dottrina cattolica, in piena coerenza con la Sapienza dei Romani Pontefici, nonché con il Magistero di Santa Madre Chiesa, di cui la TFP si ritiene serva fedele e obbediente.
A partire da questi solidi Principi, è stato forgiato il pensiero pliniano, che rappresenta l'aspetto più importante del Corpus dottrinale dalla TFP. Essa rappresenta una notevole scuola di pensiero cattolico e contro-rivoluzionario.
Dunque, anche l'opposizione alle varie eresie che si sono intrufolate nella società cristiana e nella storia ecclesiale, e che minano alla purezza dell'autentica ortodossia cattolica, è impegno costante della TFP.
La fedeltà al Papato e la devozione a Maria Santissima sono state una costante della vita del dott.Plinio e, coerentemente con ciò, non possono che esserlo anche nei suoi discepoli che, fieramente hanno deciso di seguirlo, sostanziando una sterminata prole che abbraccia varie latitudini del mondo in tutti e cinque i continenti: una mirabile famiglia d'anime, una straordinaria epopea cattolica e mariana che ha la Civiltà Cristiana come orizzonte fisso e intramontabile, nonché la controrivoluzione come impegno pregnante, fiero, costante e determinato della propria esistenza.
3. In quanti Paesi è diffusa tale associazione?
La TFP è oggi una realtà fiorente, presente in ben 27 nazioni. In realtà, sarebbe più corretto parlare non “della TFP”, bensì “delle TFP”, poiché in ognuno di questi paesi l'organizzazione opera con delle associazioni che giuridicamente, sono autonome fra loro, che però, (pur non avendo formalmente rapporti), sono affratellate dalla fedeltà filiale al pensiero del Fondatore, dall'utilizzo degli stendardi e dalla reciproca collaborazione nella comune lotta per la difesa della Civiltà Cristiana, nelle varie parti del mondo, specie, ove questa è minacciata.
Per questo, nel gergo dell'organizzazione, le varie TFP sono note come “consorelle”.
E' da dire anche che, spesso, l'associazione “Tradizione Famiglia e Proprietà”, non opera solo come TFP in senso stretto, ma anche tramite realtà associative da essa animate e che le sono strettamente legate: per esempio in Italia è presente “Luci sull'Est”, una Onlus con fini sociali e civili che mira, oltre che alla difesa dei valori cristiani, anche a diffondere il messaggio di Nostra Signora di Fatima, che è anch'esso fondante della TFP.
“Luci sull'Est” non è stata fondata, bensì ispirata dal dott.Plinio, all'indomani della caduta del comunismo, con l'obiettivo di sostenere la Chiesa nei paesi dell'ex blocco comunista, ove Essa aveva dovuto vivere sotto un regime duro e tirannico, sottoposta a feroci persecuzioni e a condizioni di vera e propria clandestinità. Gli esponenti cattolici, in quei paesi, avevano dovuto, in pratica, “predicare nelle catacombe”.
La lunga ombra dell'ideale malvagio che mirava a distruggere la Cristianità, allo scopo di instaurare l'ateismo di stato nei paesi dell'Est europeo, si era conclusa con la caduta del muro di Berlino, e adesso si necessitava di ricostruire (anche materialmente) la Chiesa Cattolica di quelle nazioni.
Per conseguire tali obiettivi, i membri di “Luci sull'Est”, svolgono con convinta dedizione una notevole e meritoria opera di Apostolato, anche fra i malati, i profughi, i carcerati, i terremotati e i membri delle fasce sociali più disagiate in generale.
Anche la lotta alla cristianofobia contemporanea, è centrale nelle attività di “Luci sull'Est”.
Negli ultimi anni, la TFP italiana ha patrocinato anche un'altra realtà associativa: la Campagna “Voglio vivere”, che invece, (come si intuirà facilmente dal nome) è impegnata in campagne pro-life, contro pratiche come aborto e eutanasia.
Credo, che non si possa sottacere in questa sede, anche il contributo della struttura che coordina, a livello europeo, tutte le TFP (o le associazioni a loro legate) del continente e i loro sforzi.
A livello continentale, è stata costituita nel 2002 la “Fèdèration Pro Europa Christiana”, il cui ufficio opera a Bruxelles, a stretto contatto con le istituzioni dell'Unione Europea, sotto la sapiente guida di Sua Altezza, il Duca Herzog Paul Von Oldenburg, membro della TFP tedesca e discendente della Famiglia Imperiale di Germania, nonché imparentato con diverse delle Casate Regnanti delle monarchie dell'Europa contemporanea.
Anche l'operato di questo ufficio è rilevante per l'intera organizzazione, l'infaticabile impegno del Duca e di chi ne fa parte è decisamente lodevole nel portare avanti le battaglie civiche della TFP, e quindi credo che meriti la menzione in questa sede.
4. A chi è rivolto il suo operato?
La TFP, si rivolge a coloro che si riconoscono nei valori dell'ortodossia cattolica, in uno stile militante e cavalleresco e nelle feconde intuizioni dottrinali del dott.Plinio, rendendosi conto dell'emergenza etica e della crisi valoriale della civiltà europea e occidentale di questa epoca.
Questa, è dovuta all'avanzare delle forze rivoluzionarie e, di conseguenza, vi è necessità impellente, per la Cristianità, di sbarrare ad esse la strada, e operare per una controrivoluzione (come indicato dal Fondatore) che riguardi la profondità spirituale degli individui e della nostra società. Una convinta missione, animata da genuino spirito cavalleresco, una crociata sociale, civile, etica che sia, generosa, ma anche sovrannaturale e che abbracci la globalità dell'agire umano.
Il tutto, nella ferma certezza del prevalere finale dei figli della Luce su quelli della tenebre, del risplendere di quella Civiltà Cristiana, nel quale Plinio Correa de Oliveira, vedeva non solo un passato ricolmo di benedizioni, ma anche un irreversibile futuro. Essa sarà una vittoria controrivoluzionaria.
Altro non sono, queste che, le speranze per il cuore dei fedeli, che trovano fondamento, fra le altre cose, nella lusinghiera promessa di Fatima, nelle opere di San Luigi Maria Grignion de Monfort e nella profezia del “Sogno delle due colonne”, di San Giovanni Bosco.
Ai membri della TFP è richiesto uno stile di vita molto radicale: è un'organizzazione composta, nella quasi totalità, da uomini consacrati, essendo un'associazione di stampo monastico, oltre che cavalleresco. Chi ne fa parte deve poi impegnarsi a dedicare la propria vita solo alla Controrivoluzione e all'impegno che essa comporta.
Alla TFP si può aderire anche come supporters, oltre come veri e propri membri. Il contributo di questi ultimi è estremamente prezioso, anche in relazione alle associazioni animate dalla TFP, di cui parlavo sopra. Ai militanti simpatizzanti, non è richiesto alcuno stile di vita particolare.
5.Cosa ti ha fatto avvicinare a tale associazione?
Lo spirito di militanza cavalleresca, la dedizione richiesta da tale associazione, la determinazione dei membri, ma anche la profondità inarrivabile, la lungimiranza, l'autorevolezza degli insegnamenti e della scienza contenuta negli scritti del dott.Plinio.
Credo che, opere come “Rivoluzione e Controrivoluzione”, siano delle vere e proprie miniere d'oro, non per niente, rappresentano un caposaldo della dottrina cattolica, un punto di riferimento fondamentale per tutti coloro che operano per una militanza controrivoluzionaria.
Questo non vale solo per “Tradizione, Famiglia e Proprietà”, ma anche per altre meritevoli associazioni di quello stampo, come Alleanza Cattolica, i cui membri prendono in enorme considerazione l'opera pliniana per la loro formazione (è stata, difatti, AC che ha portato in Italia le opere del dott.Plinio).
Essi corrispondono pienamente alle mie idee, e con i membri dell'associazione che ho avuto la fortuna di conoscere, l'identità di vedute, è pressappoco totale. Tutto ciò che riguarda la TFP (lo stile di vita e d'azione, la dottrina e quant'altro) aderisce in toto ai miei ideali e alle mie aspirazioni di vita: per certi aspetti ciò ha dell'incredibile.
Dopo aver conosciuto, in maniera semi-fortuita l'esemplare figura di Plinio Correa de Oliveira ed aver provato, fin da subito una certa attrazione per la sua opera, scoprii (sempre quasi per caso) l'esistenza, qui a Palermo, di una sede dell'organizzazione da lui fondata. Tutto questo, nel giro di pochissimi giorni: difficile non vedere in ciò l'operare della Divina Provvidenza, un immenso Mistero che ci giganteggia e che ci instrada nelle giuste vie e nel posto che il Nostro Signore ha in serbo per ognuno di noi, nel Suo Immenso Disegno.
6.T enendo conto del fatto che nella tua città, Palermo, vi saranno le elezioni amministrative, quale sarà la posizione dell'associazione “Tradizione, Famiglia e Proprietà”, farà una scelta di campo o lascerà libertà di voto?
In Italia la TFP è presente più come “Luci sull'Est” che come “Tradizione, Famiglia e Proprietà” in senso stretto. “Luci sull'Est” è una Onlus (come già detto), dunque, non credo che sia suo compito, quello di dare indicazioni di voto, in occasione di consultazioni elettorali di ogni livello.
Oltretutto, conosciamo bene la differenze fra un partito politico e un movimento civico: il primo, solitamente, si occupa di tutto ciò che riguarda la società e il governo della cosa pubblica, il secondo, invece, piuttosto che schierarsi fra un partito piuttosto che un altro, prende posizioni su tematiche singole (e nel nostro caso, le battaglie per la Civiltà Cristiana).
Ovviamente, dobbiamo però porre in essere l'assunto di fondo che la Controrivoluzione richiede alcuni principi generali, che riguardano gli schieramenti politici e, coerentemente con questo, vi è contrarietà verso quei soggetti partitici che promuovono ideali contrastanti con la Civiltà Cristiana, si pensi ai movimenti di sinistra che inneggiano al comunismo, e che guardano con interesse al relativismo della vita umana dal concepimento alla morte naturale, o che sono compiacenti con l'opera di islamizzazione dell'Occidente.
7.Come si rapporta l'associazione con il resto della società civile e quali sono, secondo te, i pregiudizi che ci sono su di essa?
La TFP è un'organizzazione coerente con i suoi principi, che sono poi quelli di un'autentica Civiltà Cristiana. Fra questi, anche l'enfasi sul Medioevo e sull'importanza della nobiltà e della gerarchia sociale (il paradiso e le schiere angeliche non sono organizzazioni egualitarie).
Essi sono valori universali per la dottrina cattolica e il fatto che l'epopea medievale sia stata un'epoca d'apogeo della Cristianità e che lo spirito da crociata sia una delle vie verso la Santità della storia dell'uomo, sono aspetti ben noti a tutti coloro che seguono integralmente l'insegnamento della Chiesa.
Purtroppo, queste cose, non sono alla portata di tutti, in un'epoca ove a regnare è il relativismo, la scarsa conoscenza della storia della Chiesa, la mistificazione della differenza fra ciò che è autenticamente cristiano, e ciò che non lo è.
E questo, credo che rappresenti un fattore di pregiudizio notevole, verso la TFP.
A questo, aggiungiamo che la TFP, segue l'immensa tradizione cattolica della teologia della Storia e delle sue profezie (fra cui, quella di Fatima). I suoi detrattori, utilizzano questi aspetti della sua dottrina per etichettarla di millenarismo. Accusa, ovviamente, facile da smontare in quanto la TFP non fa altro che seguire la via segnata dai Santi, le loro profezie e i loro scritti, oltre che, le Sacre Scritture.
8.Per concludere, esprimi una tua opinione.
Credo che “Tradizione Famiglia e Proprietà”, sia una notevole scuola di pensiero e d'azione. Gli insegnamenti che essa diffonde sono un dono prezioso per tutta la Cristianità. Meritano di essere valorizzati e diffusi.
Oltretutto, credo che lo spirito cavalleresco, ben incarnato dalla TFP, sia un'immensa risorsa per la Cristianità (per tutti i tempi e non solo per quanto concerne un'epopea medievale, ritenuta arcaica e anacronistica da alcune persone poco informate), anche perché è uno stile di vita e Santità pienamente coerente con la dottrina cattolica. Basti pensare al contesto storico nel quale la cavalleria cristiana ebbe origine. Trovo una grande cosa che vi sia chi, in questa epoca, voglia tenere in vita questo spirito d'altri tempi.
La generosa Crociata della TFP, per le ragioni cui ho accennato sopra, è peraltro sovranazionale, è questo non mi pare dettaglio da poco! Una realtà che è in grado di mettere assieme i valori che accomunano i popoli civili, in una grande battaglia controrivoluzionaria spirituale, condotta con mirabile slancio d'altruismo per la Civiltà Cristiana, che abbraccia le nazioni europee, le Americhe, l'Australia e via discorrendo, è un qualcosa che va preso estremamente sul serio e con il dovuto rispetto.
Credo che la TFP, non sia migliore delle altre organizzazioni, bensì unica, nel suo stile che, a mio parere, è decisamente peculiare e inimitabile
Avvicinarsi alla TFP, per quel che mi riguarda, è una chiamata alle armi vera e propria, ben rappresentata dalla dedizione, dal sacrificio e dalla radicalità di vita richiesta ai membri di codesta associazione. Soprattutto, per quella categoria di fedeli che vivono come una chiamata alle armi tutte le sfide, piccole e grandi della nostra esistenza votata alla Fede e che, in essa, danno un grande valore alla coerenza con se stessi e al senso dell'onore. Sono valori autentici della Cavalleria Cristiana, ben graditi a Dio e al di sopra della nazioni!
Penso che il professor Plinio Correa de Oliveira, con la sua vita, rappresenti un esempio significativo e sincero di un tale modo di vivere la vita di Fede, in modo totalizzante e senza cedere alle lusinghe del mondo.
Qualcuno direbbe che lo stile d'azione della TFP è più coreografico che altro. Mi permetto di dissentire. L'abito monastico-militare indossato dai membri (nelle occasioni importanti), così maestoso e solenne, la cappa rossa, la fanfara di stile militare, che accompagna le marce e che contraddistingue le campagne dell'associazione, sono ricolme sd un genuino spirito di militanza cristiana: rigidità, ordine, disciplina, gerarchia, fermezza, e quant'altro.
Insomma, tutto ciò che sostanzia una genuina condotta cavalleresca.
Credo che, l'uniforme che indossano i membri della TFP, nei cinque i continenti, sia perlopiù un'armatura dell'anima, piuttosto che un pittoresco abito con tanto di stivali militari, tunica, scapolare e croce di San Giacomo sul petto.
Ad animare i militi della TFP, non vi è l'ambizione coreografica (o goliardica) di riesumare gli abiti, (più o meno suggestivi), degli ordini monastici-cavallereschi, esistiti nell'epoca d'apogeo della Cristianità, quanto il ben più ambizioso scopo di far sopravvivere lo spirito battagliero di quegli uomini straordinari, che hanno contraddistinto, con le loro mirabili gesta in battaglia, il periodo del trionfo della Fede, con i loro animi di fuoco e con una Cattolicità militante.
Come puoi vedere, ce ne è veramente abbastanza, per infiammare l'animo di un ventiseienne come me, il quale ha riscoperto da poco il valore incommensurabile della Fede, nella propria vita e che, adesso, è alla ricerca di una sfida, che sia pregnante a livello esistenziale. Come si noterà, essa è una sfida (costante della propria vita) da raccogliere con entusiasmo e umiltà, e da prendere estremamente sul serio, poiché, per essa vale la pena spendersi e dedicarle le proprie energie, nella certezza della vittoria finale di quella Cristianità a cui si è consacrata la propria vita.
Ti lascio con le parole del dott.Plinio, tratte da un suo scritto, relative allo stile con cui la TFP opera le sue battaglie.:
"Lo stile d’azione della TFP è una versione contemporanea dello spirito del cavaliere cristiano d'altri tempi:
Nell'idealismo, ardore.
Nel tratto, cortesia.
Nell'azione, dedizione senza limiti.
In presenza dell’ avversario, prudenza.
Nella lotta, fierezza e coraggio.
E col coraggio, la vittoria!"
(Plinio Corrêa de Oliveira)".
Io credo che servano certi valori e che questi valori debbano essere riproposti in questo mondo sempre più caotico e sempre più relativista.
Con la famiglia che si disgrega, lo stravolgimento del concetto di matrimonio e la non difesa della sacralità della vita, bisogna fare capire a tutti che si rischia di finire male, se non si cambia strada.
Vi è chi sostiene che l'uomo non abbia alcun potere né responsabilità.
Pertanto, secondo questa logica, se un uomo fa il male, lo fa perché è stato indotto o perché era destinato a farlo.
In realtà, l'uomo può scegliere di fare il bene o il male.
L'uomo è libero.
Quando egli usa la sua libertà per fare il male, però, egli provoca disastri.
E' il caso, ad esempio, di Adolf Hitler.
Egli non fece tutto quel male che fece perché era destinato a farlo.
Infatti, egli lo fece perché scelse deliberatamente e scientemente di fare il male.
Un discorso analogo, ovviamente nel caso inverso, si può fare per la Vergine Maria ed i Santi.
Questo furono chiamati da Dio e a questa chiamata dissero sì e scelsero di obbedire a Dio.
Ogni uomo ha la sua vocazione.
Deve scoprire il proprio talento e poi scegliere se usarlo o meno.
Io, ad esempio, ho scelto di entrare in politica e l'ho fatto liberamente.
Io penso che questa associazione abbia preso davvero lo la logica di Dio, un Dio che prima di tutto è un padre.
Allora, riflettiamo.
Cordiali saluti.
PASQUA, PARLA IL PROFESSOR PLINIO CORREA DE OLIVEIRA
Cari amici ed amiche.
L'amico Samuele Maniscalco mi ha inviato questo testo del professor Plinio Correa de Oliveira:
"Quale contrasto! Lui, condannato, era giudice di quel castigo rigorosissimo. Gesù, sconfitto nelle apparenze, è in verità il vincitore. La croce è il legno della sconfitta, dell’infamia e del dolore. Eppure è il legno della gloria. E colui che è schiacciato con la croce, vince. Invece, chi vince senza la croce è uno sconfitto. Sei giorni prima, dall’alto del monte degli Ulivi, Gesù versava lacrime su Gerusalemme e profetizzava la sua rovina.
Ora annunciava solennemente la riprovazione e la terribile catastrofe che circa 40 anni dopo avrebbe cancellato la capitale dei giudei. Gli scribi, nell’udire quella profezia, avrebbero dovuto tremare di spavento. Però, accecati e induriti come demoni, si irritarono per le minacce che quel condannato osava proferire contro la città santa. E gli aguzzini, da loro incitati, raddoppiavano i colpi con cui lo ferivano, a tal punto che Egli cadde per la terza volta sulle pietre del viottolo, prima di arrivare in cima alla collina.
Lo rialzarono quasi esanime e Lo trascinarono a forza al luogo del supplizio...
In quel momento, la folla che affluiva da tutte le parti si assiepava intorno al monte, per assaporare gli ultimi tormenti dei condannati e applaudire la morte del Messia. Sta per scoccare mezzogiorno. Il momento è solenne come nessun’altro nella Storia dell’umanità: la grande tragedia, alla quale assistono gli angeli, gli uomini e i demoni — la tragedia dell’Uomo-Dio — è giunta al suo culmine.
Gesù patì tutto questo e morì per la salvezza degli uomini. Per la mia salvezza, per la tua salvezza, lettore, lettrice. Che cosa facciamo per ricambiare questo immenso beneficio e per non schierarci con coloro che crocifissero il Figlio di Dio?
Plinio Corrêa de Oliveira".
L'amico Samuele Maniscalco mi ha inviato questo testo del professor Plinio Correa de Oliveira:
"Quale contrasto! Lui, condannato, era giudice di quel castigo rigorosissimo. Gesù, sconfitto nelle apparenze, è in verità il vincitore. La croce è il legno della sconfitta, dell’infamia e del dolore. Eppure è il legno della gloria. E colui che è schiacciato con la croce, vince. Invece, chi vince senza la croce è uno sconfitto. Sei giorni prima, dall’alto del monte degli Ulivi, Gesù versava lacrime su Gerusalemme e profetizzava la sua rovina.
Ora annunciava solennemente la riprovazione e la terribile catastrofe che circa 40 anni dopo avrebbe cancellato la capitale dei giudei. Gli scribi, nell’udire quella profezia, avrebbero dovuto tremare di spavento. Però, accecati e induriti come demoni, si irritarono per le minacce che quel condannato osava proferire contro la città santa. E gli aguzzini, da loro incitati, raddoppiavano i colpi con cui lo ferivano, a tal punto che Egli cadde per la terza volta sulle pietre del viottolo, prima di arrivare in cima alla collina.
Lo rialzarono quasi esanime e Lo trascinarono a forza al luogo del supplizio...
In quel momento, la folla che affluiva da tutte le parti si assiepava intorno al monte, per assaporare gli ultimi tormenti dei condannati e applaudire la morte del Messia. Sta per scoccare mezzogiorno. Il momento è solenne come nessun’altro nella Storia dell’umanità: la grande tragedia, alla quale assistono gli angeli, gli uomini e i demoni — la tragedia dell’Uomo-Dio — è giunta al suo culmine.
Gesù patì tutto questo e morì per la salvezza degli uomini. Per la mia salvezza, per la tua salvezza, lettore, lettrice. Che cosa facciamo per ricambiare questo immenso beneficio e per non schierarci con coloro che crocifissero il Figlio di Dio?
Plinio Corrêa de Oliveira".
Prima di tutto, ringrazio Samuele di questo messaggio e gli auguro buona Pasqua.
Sono pienamente d'accordo con il professor Plinio Correa de Oliveira.
Ora, l'uomo può peccare in quattro modi, in pensieri, in parole, in opere ed in omissioni.
Del peccato con il pensiero, le parole e le opere si sa molto.
Del peccato con le omissioni, invece, voglio parlare.
Vi voglio parlare di ciò attraverso una mia esperienza.
Nel 1995, un mio amico subì un brutto incidente automobilistico.
Io arrivai casualmente sul posto e, vedendo la scena terribile, mi spaventai a tal punto che non volli avvicinarmi.
Lì feci un'omissione.
C'era un mio amico. Questo mio amico si fece molto male (finì in rianimazione e rischiò di perdere una gamba) ed io non mi avvicinai nemmeno.
Riflettei molto e mi vergognai di quello che feci e pagai anche uno scotto.
Lì giurai a me stesso che non avrei fatto mai più una cosa del genere.
Forse, anche questa esperienza mi spinse ad entrare in politica.
Tra l'altro, il tema delle strade e della sicurezza (guarda caso) è spesso toccato da me.
Forse, anche questa esperienza mi spinse ad entrare in politica.
Tra l'altro, il tema delle strade e della sicurezza (guarda caso) è spesso toccato da me.
Questa è l'omissione.
Una persona che può fare il bene e non lo fa è in peccato perché ogni uomo è responsabile verso gli altri.
Qui cito un'altra esperienza.
Su Facebook scrivo molto poiché faccio politica, qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova) e cerco anche di parlare di cultura
Un mio articolo (in cui avevo contestato la decisione dell'UNESCO di riconoscere la Palestina come Stato, contro Israele) era stato pesantemente contestato ed io ero stato insultato da una persona.
Un'altra persona aveva letto tutto ed aveva segnalato colui che mi aveva insultato alla Polizia Postale.
Pensate, una persona che non mi aveva mai visto in faccia aveva fatto questo per me.
Questa cosa mi aveva fatto molto riflettere.
Quindi, i peccatori non sono solo coloro che insultano, che fanno azioni indegne o che pensano male degli altri ma anche coloro non fanno nulla per gli altri.
Forse, questo grande pensatore quale fu Plinio Correa de Oliveira ci volle fare capire questo.
Se noi non capiamo cosa sia il peccato non capiremmo nemmeno la Pasqua e Cristo sarebbe morto invano.
Cordiali saluti e buona Pasqua.
SALVIAMO CIVITA DI BAGNOREGIO!
Cari amici ed amiche.
Ogni volta che vado in Sicilia, mi capita di passare attraverso zone bellissime del nostro Paese.
Una di queste è la zona nord del Lazio, la Provincia di Viterbo e quella di Roma.
Questo territorio, caratterizzato da colli di tufo vulcanico e da antiche caldere trasformate in laghi (come il Lago di Bolsena e quello di Bracciano) ha dei tesori di arte e di storia che sono di incomparabile bellezza, come Vitorchiano, Civita di Bagnoregio e Nazzano.
Non ho mai avuto il piacere di fermarmici.
Spero, un giorno di poterlo fare.
Se qualcuno ha delle foto, me le faccia avere, così ne metterò qualcuna su questo blog.
Uno di questi tesori è proprio Civita di Bagnoregio, un borgo molto antico della Provincia di Viterbo.
Questo borgo ha una lunga storia.
Esso fu fatto dagli Etruschi nel 2.500 BC su un colle di tufo.
Poi ci furono i Romani.
Il borgo venne poi abbandonato a causa dell'erosione che stava colpendo il colle di tufo.
Questa erosione era aggravata dai torrenti Rio Chiaro e Rio Torbido.
Ancora oggi, il processo è in atto, anche se sono state prese delle contromisure.
Io spero che questo scrigno di cultura sia salvato.
Servono politiche serie.
In questo borgo, tra l'altro, nacque San Bonaventura.
Civita di Bagnoregio è uno dei borghi più belli d'Italia.
Il borgo può essere raggiunto uscendo dall'Autostrada A1 Milano-Napoli, allo svincolo di Orvieto e prendendo la Strada Provinciale 6 "Bagnoregese".
Cordiali saluti.
Ogni volta che vado in Sicilia, mi capita di passare attraverso zone bellissime del nostro Paese.
Una di queste è la zona nord del Lazio, la Provincia di Viterbo e quella di Roma.
Questo territorio, caratterizzato da colli di tufo vulcanico e da antiche caldere trasformate in laghi (come il Lago di Bolsena e quello di Bracciano) ha dei tesori di arte e di storia che sono di incomparabile bellezza, come Vitorchiano, Civita di Bagnoregio e Nazzano.
Non ho mai avuto il piacere di fermarmici.
Spero, un giorno di poterlo fare.
Se qualcuno ha delle foto, me le faccia avere, così ne metterò qualcuna su questo blog.
Uno di questi tesori è proprio Civita di Bagnoregio, un borgo molto antico della Provincia di Viterbo.
Questo borgo ha una lunga storia.
Esso fu fatto dagli Etruschi nel 2.500 BC su un colle di tufo.
Poi ci furono i Romani.
Il borgo venne poi abbandonato a causa dell'erosione che stava colpendo il colle di tufo.
Questa erosione era aggravata dai torrenti Rio Chiaro e Rio Torbido.
Ancora oggi, il processo è in atto, anche se sono state prese delle contromisure.
Io spero che questo scrigno di cultura sia salvato.
Servono politiche serie.
In questo borgo, tra l'altro, nacque San Bonaventura.
Civita di Bagnoregio è uno dei borghi più belli d'Italia.
Il borgo può essere raggiunto uscendo dall'Autostrada A1 Milano-Napoli, allo svincolo di Orvieto e prendendo la Strada Provinciale 6 "Bagnoregese".
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.