The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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venerdì 9 dicembre 2011
PADRE PIO E NATUZZA EVOLO, STIMMATE E MISTICISMO
Cari amici ed amiche.
Visto che ieri è stato il giorno dell'Immacolata, vi voglio parlare di due personaggi famosi ad ella legati, Padre Pio, il noto frate di Pietrelcina che oggi è agli onori degli altari, e Natuzza Evolo, la mistica di Paravati, un borgo della Provincia di Vibo Valentia, in Calabria.
Questo parallelismo mistico tra queste due figure è raccontato dal video della trasmissione di Bruno Vespa "Porta a Porta".
Questi personaggi furono (e sono tuttora) oggetto di venerazione e ad essi molta gente si rivolse (e si rivolge tuttora) per chiedere intercessioni.
Questi personaggi sono anche oggetto di polemiche, polemiche fatte da chi non sa guardare oltre quello che è il visibile e da chi, in nome di un ateismo che crede che la scienza sia l'unica soluzione a tutti i problemi e a tutti i quesiti, rifiuta ogni nozione di Dio.
Certo, alcune cose vanno chiarite.
E' vero che ci sono truffatori e pazzi che si fanno delle stimmate o che dicono di avere parlato con i morti, con la Vergine Maria e con Gesù Cristo per avere un po' di attenzione da parte del mondo o, peggio, ancora per spillare soldi agli ingenui o a persone che versano in stato di bisogno.
E' vero anche che ci sono persone legate al soprannaturale ma non è detto che siano legate a Dio.
Purtroppo, esistono anche persone legate al mondo demoniaco.
E' vero anche che in sé Padre Pio e Natuzza Evolo non ebbero nulla che stava al di fuori dell'umana nozione.
Infatti, Dio agiva per mezzo di loro.
Inoltre, tutti i soldi che ricevevano dalle offerte che la gente dava a loro non furono usati per i loro scopi personali per il loro arricchimento.
Forse, fu questa la loro testimonianza di santità.
Il santo è colui che dà tutto agli altri, riponendo la fiducia in Dio, e non tiene nulla per sé.
Dio ci insegnò ad amare lui ed il nostro prossimo e si rivela spesso alle persone semplici, proprio come Padre Pio e Natuzza.
Cordiali saluti.
ICI ALLA CHIESA? UN FALSO PROBLEMA!
Cari amici ed amiche.
L'onorevole Maurizio Lupi ha scritto questo messaggio si Facebook:
"Alcuni colleghi vorrebbero l'Ici per gli immobili della Chiesa. Non aprirei guerre di religione ma li inviterei semplicemente a fare un giro negli oratori e nelle mense per i poveri, nelle scuole e negli ospedali. Nessun privilegio ma il riconoscimento di una funzione sociale e quindi pubblica. Siete d'accordo? Leggerò i vostri commenti stasera.".
Io penso che quello dell'esenzione della Chiesa cattolica dall'Imposta Comunale degli Immobili (ICI) sia un falso problema, spesso alzato più per l'anticlericalismo di certi gruppi politici. Infatti, anche i luoghi di culto di altre religioni non pagano l'ICI. Inoltre, la Chiesa cattolica fa un grande servizio alla società, ad esempio, aiutando i poveri. Le parrocchie sono luogo di ritrovo per i giovani che, altrimenti, andrebbero in altri luoghi, in cui si possono fare cose di dubbia liceità.
Va detto anche che la alcuni enti ecclesiastici (come gli Istituti di Sostentamento del Clero) pagano già l'ICI.
Da ex impiegato comunale, posso confermare.
Inoltre, chi possiede una cappella gentilizia paga l'ICI anche per quest'ultima.
Infatti, la cappella non fa parte della Chiesa ma è di proprietà di chi possiede la tenuta su cui sorge.
Io penso che si debbano togliere certi privilegi fiscali a certi enti, come le cooperative.
Le cooperative, ad esempio, sono attività economiche come le aziende private.
Eppure, le prime godono di una situazione di privilegio fiscale mentre le secondo no.
Questo non va bene.
Cordiali saluti.
giovedì 8 dicembre 2011
CRISI? LA GERMANIA HA LE SUE COLPE
Il presidente Berlusconi ha parlato nel congresso del Partito Popolare Europeo che si è tenuto a Marsiglia.
L'articolo sul giornale "Italia chiama Italia" che è intitolato "Crisi, Berlusconi a Marsiglia: Germania responsabile di situazione negativa" è più che eloquente.
Io penso che si stia ripetendo quanto successe all'inizio degli anni '90 del secolo scorso, quando il Muro di Berlino cadde e la Germania si riunificò.
I costi della riunificazione pesarono molto sui tedeschi, che poterono toccare con mano la situazione interna dovuta alla differenza economica tra l'ex BRD, (l'ex Repubblica Federale Tedesca o Germania dell'ovest) e l'ex DDR, l'ex Germania dell'est, e lo Stato, allora governato dal cancelliere Helmut Kohl, prese delle misure che rischiarono di fare naufragare il progetto europeo.
Oggi, la situazione si sta ripetendo.
C'è una grave crisi economica e l'Euro incomincia a vacillare.
La Germania, che è il baricentro dell'Unione Europea e della sua moneta, ha preferito privilegiare il suo interesse a scapito di quelli dell'unione stessa.
La gestione della crisi greca è un esempio di ciò.
Questa Unione Europea è "germanocentrica" e, vista la sua condizione, incomincia a mostrare i suoi limiti.
Se la Germania inizia a prendere certe decisioni, l'Unione Europea si ferma. Di fatto, L'Unione Europea è succube della Germania.
Sembra che tutto ciò che c'è in Europa debba essere omologato al "modello tedesco".
Qui in Italia, ad esempio, con l'avvento dell'Euro, i prezzi sono diventati simili a quelli che ci sono in Germania, più alti, come più alto è il costo della vita.
Peccato che gli stipendi siano rimasti tali e quali a quelli in lire italiane.
Inizio a comprendere la decisione del Regno Unito, della Svezia, della Danimarca e della Polonia di non aderire all'Euro.
Anzi, il Regno Unito vorrebbe acquistare maggiore sovranità economica.
Io credo che il progetto europeo debba essere ripensato.
Se continuasse così, quella del fallimento non sarebbe un'ipotesi molto remota.
Cordiali saluti.
LA SALMA DI MIKE BONGIORNO E' STATA RITROVATA!
Cari amici ed amiche.
E' stata ritrovata la salma di Mike Bongiorno, il noto conduttore televisivo che è scomparso l'08 settembre 2009.
Il suo cadavere è stato trafugato il 25 gennaio 2011.
Chi ha fatto questo gesto vergognoso deve essersi pentito.
Mike va ricordato e merita rispetto.
Questa figura è stata per decenni il simbolo dell'italianità nel mondo.
Ho preso questo video da Youtube per ricordare questo grande personaggio.
A lui è stata intitolata la fondazione, la Fondazione Mike Bongiorno, che aiuta tanti giovani.
Che riposi in pace.
Cordiali saluti.
EGUALITARISMO, COMMENTO AL TESTO DI MURRAY NEWTON ROTHBARD "EGALITARISM AS A REVOLT AGAINST NATURE AND OTHER ESSAYS"
Cari amici ed amiche.
L'amico Filippo Giorgianni (un ragazzo che merita di essere valorizzato, a cui auguro ogni bene e che ha la mia stima) ha portato alla mia attenzione questo testo di Murray Newton Rothbard che è intitolato "Egalitarism as a Revolt Against Nature and Other Essays" che recita:
"Procediamo, quindi, ad una critica dell’ideale egalitario in sé – è giusto che all’uguaglianza venga riconosciuto il suo attuale status di ideale etico indiscusso? In primo luogo, dobbiamo confrontarci con l’idea stessa della separazione radicale fra qualcosa che sia “vera in teoria” ma “non valida in pratica”. Se una teoria è corretta, allora funziona nella pratica; se non funziona in pratica, allora è una cattiva teoria. La diffusa separazione fra teoria e pratica è artificiale e fallace. Ma questo è vero nell’etica così come in qualsiasi altro settore. Se un ideale etico è in sé “non pratico”, cioè se non può funzionare nella pratica, allora è un mediocre ideale e dovrebbe essere scartato immediatamente. Più precisamente, se un obiettivo etico viola la natura dell’uomo e/o dell’universo e, pertanto, non può funzionare nella pratica, allora è un ideale sbagliato e dovrebbe essere scartato come obiettivo. Se l’obiettivo in sé viola la natura dell’uomo, allora è anche un’idea sbagliata operare in direzione di quell’obiettivo. Supponiamo, per esempio, che venga adottato come obiettivo etico universale che tutti gli uomini possano volare agitando le braccia. Ammettiamo che ai “pro-volo” siano state generalmente concesse la bellezza e la qualità del loro obiettivo, ma siano stati criticati come “non pratici”. Ma il risultato è un’infinita miseria sociale poiché la società prova continuamente a muoversi verso il volo a braccia, ed i predicatori del volo a braccia rovinano la vita di tutti accusandoli di essere troppo negligenti o peccatori per raggiungere l’ideale comune. La critica adeguata qui è di sfidare l’obiettivo “ideale” in sé; precisare che l’obiettivo in sé è impossibile in considerazione della natura fisica dell’uomo e dell’universo; e, pertanto, liberare l’umanità dal suo asservimento ad un obiettivo intrinsecamente impossibile e, conseguentemente, malvagio. Ma questa liberazione potrebbe non accadere mai finché gli anti-volo a braccia continueranno a stare solamente nel regno del “pratico” e a concedere l’etica e l’“idealismo” agli alti sacerdoti del volo a braccia. La sfida deve aver luogo alla radice – sulla presunta superiorità etica di un obiettivo assurdo. Lo stesso, sostengo, è vero per l’ideale egalitario, salvo che le sue conseguenze sociali sono molto più perniciose di un’aspirazione incessante al volo umano senza supporti meccanici. Perché la condizione dell’uguaglianza danneggerebbe molto di più l’umanità. Che cos’è, infatti, l’“uguaglianza”? Il termine è stato molto invocato ma poco analizzato. A e B sono “uguali” se sono identici tra loro rispetto a un dato attributo. Quindi, se Smith e Jones sono alti entrambi esattamente un metro e ottanta, allora si può dire che sono di altezza “uguale”. Se due bastoni sono identici in lunghezza, allora le loro lunghezze sono “uguali”, ecc. C’è un modo e uno solo, quindi, in cui due persone qualsiasi possono davvero essere “uguali” nel senso più completo: devono essere identiche in tutti i loro attributi. Questo significa, naturalmente, che l’uguaglianza di tutti gli uomini – l’ideale egalitario – può essere realizzato soltanto se tutti gli uomini sono precisamente uniformi, precisamente identici relativamente a tutti i loro attributi. Il mondo egalitario sarebbe necessariamente un mondo da film dell’orrore – un mondo di creature anonime ed identiche, privo di qualsiasi individualità, varietà, o specifica creatività. In effetti, è precisamente nei film dell’orrore che le implicazioni logiche di un mondo egalitario sono state compiutamente descritte. Il professor Schoeck ha riesumato per noi la descrizione di un simile mondo nel racconto inglese contro l’utopia Facial Justice di L.P. Hartley, in cui l’invidia è istituzionalizzata dallo Stato assicurando che i volti di tutte le ragazze siano ugualmente graziosi, eseguendo operazioni chirurgiche sia sulle ragazze belle che su quelle brutte per livellare le loro fattezze verso l’alto o verso il basso, al comune denominatore generale[1]. Un racconto di Kurt Vonnegut fornisce una descrizione ancor più completa di una società completamente egalitaria. Così, Vonnegut comincia il suo racconto, Harrison Bergeron: “L’anno era il 2081 e tutti erano infine uguali. Non erano uguali soltanto davanti a Dio ed alla legge. Erano uguali in ogni senso. Nessuno era più intelligente degli altri. Nessuno era più bello degli altri. Nessuno era più forte o più veloce degli altri. Tutta questa uguaglianza era dovuta agli Emendamenti alla Costituzione numero 211, 212 e 213 ed alla incessante vigilanza degli agenti dell’Handicappatore Generale degli Stati Uniti”. L’“handicap” funzionava in parte nel seguente modo: “Hazel aveva un’intelligenza perfettamente media, il che significa che non poteva pensare a qualcosa tranne in brevi lampi. E George, dato che la sua intelligenza era parecchio sopra la norma, aveva una piccola radio per handicap mentale nel suo orecchio. Era tenuto per legge a portarla sempre. Era sintonizzata con un trasmettitore del governo. Ogni circa venti secondi, il trasmettitore inviava un qualche rumore acuto per impedire alle persone come George di trarre ingiusto vantaggio dal loro cervello”[2]. L’orrore che tutti proviamo istintivamente davanti a queste storie è il riconoscimento intuitivo che gli uomini non sono uniformi, che la specie, l’umanità, è caratterizzata in modo unico da un alto grado di varietà, diversità, differenziazione: in breve, diseguaglianza. Una società egalitaria può soltanto sperare di realizzare i suoi obiettivi con metodi totalitari di coercizione; e, persino in questo caso, tutti speriamo e crediamo che lo spirito umano dell’individuo si solleverebbe e contrasterebbe qualsiasi tentativo di realizzare un mondo formicaio. In breve, la rappresentazione di una società egalitaria è un film dell’orrore perché, quando le implicazioni di un mondo simile sono completamente esplicitate, riconosciamo che un tale mondo e tali tentativi sono profondamente antiumani; essendo antiumani nel senso più profondo, l’obiettivo egalitario è, quindi, malvagio ed ogni tentativo nella direzione di un simile obiettivo deve essere considerato anch’esso malvagio. Il grande fatto della differenza individuale e della varietà (ovvero: diseguaglianza) è evidente nella lunga storia dell’esperienza umana; da cui, il riconoscimento generale della natura antiumana di un mondo di uniformità obbligata. Socialmente ed economicamente, questa varietà si manifesta nell’universale divisione del lavoro e nella “Legge Ferrea dell’Oligarchia” – la comprensione del fatto che, in ogni organizzazione o attività, pochi (generalmente i più abili e/o i più interessati) diventeranno leader, mentre la massa degli altri membri riempirà i ranghi dei seguaci. In entrambi i casi, si verifica lo stesso fenomeno: in ogni data attività il successo o la guida eccezionali sono raggiunti da quella che Jefferson ha chiamato “aristocrazia naturale”, coloro che sono più portati per quell’attività. L’antichissima storia della diseguaglianza sembra indicare che tali varietà e diversità siano radicate nella natura biologica dell’uomo. Ma è precisamente tale conclusione sulla biologia e la natura umana ad essere in assoluto la più irritante per i nostri egalitari. Persino per gli egalitari sarebbe difficile negare il dato storico, ma la loro risposta è che la colpa è della “cultura”; e poiché ovviamente sostengono che la cultura è un puro atto della volontà, ne consegue che l’obiettivo di cambiare la cultura e di inculcare l’uguaglianza nella società si mostra raggiungibile. In questo campo, gli egalitari si liberano da qualsiasi pretesa di scientificità; a loro piace poco dover riconoscere la biologia e la cultura come fattori mutualmente interagenti. La biologia deve essere tolta di mezzo rapidamente e completamente. Riflettiamo su un esempio volutamente semi-frivolo. Supponiamo di osservare la nostra cultura e trovarvi un’asserzione comune del tipo: “le persone con i capelli rossi sono eccitabili”. Ecco un giudizio di diseguaglianza, la conclusione che quelli con i capelli rossi come gruppo tendono a differire dal resto della popolazione. Supponiamo, quindi, che i sociologi egalitari studino il problema e trovino che quelli con i capelli rossi, effettivamente, tendano ad essere più eccitabili degli altri in misura statisticamente significativa. Invece di ammettere la possibilità di un certo tipo di differenza biologica, l’egalitario aggiungerà rapidamente che la “cultura” è responsabile del fenomeno: lo “stereotipo” comunemente accettato secondo cui quelli con i capelli rossi sono eccitabili è stato inculcato in ogni bambino con i capelli rossi in giovane età e lui o lei ha semplicemente interiorizzato questi giudizi e si comporta nel modo in cui la società si aspetta che faccia. A quelli con i capelli rossi, in breve, è stato fatto il “lavaggio del cervello” dalla cultura dominante di quelli con i capelli non rossi. Anche se non stiamo negando la possibilità che un simile processo possa avvenire, questa diffusa preoccupazione sembra decisamente improbabile se sottoposta ad un’analisi razionale. Perché lo spauracchio “cultura” degli egalitari assume implicitamente che la “cultura” arrivi e si accumuli in modo aleatorio, senza riferimento ai fatti sociali. L’idea che “quelli con i capelli rossi sono eccitabili” non è nata dal nulla o per intervento divino; in che modo, dunque, l’idea si è prodotta ed ha guadagnato valenza generale? Uno degli strumenti preferiti dagli egalitari è di attribuire ogni simile dichiarazione d’identificazione di gruppo ad oscure pulsioni psicologiche. Il pubblico aveva una necessità psicologica di accusare un certo gruppo sociale di eccitabilità e quelli con i capelli rossi sono stati scelti come capri espiatori. Ma perché sono stati scelti loro? Perché non i biondi o le brunette? Comincia a formarsi l’orribile sospetto che forse quelli con i capelli rossi sono stati scelti perché erano e sono effettivamente più eccitabili e che, quindi, lo “stereotipo” della società è semplicemente una generale comprensione dei fatti della realtà. Certamente questa spiegazione rende conto maggiormente dei dati e dei processi in corso ed è inoltre una spiegazione molto più semplice. Considerata la cosa in maniera obiettiva, sembra essere una spiegazione molto più ragionevole dell’idea della cultura come spauracchio arbitrario e ad hoc. In caso affermativo, allora potremmo concludere che quelli con i capelli rossi sono biologicamente più eccitabili e che la propaganda riversata su di loro dagli egalitari che li invitano ad essere meno eccitabili è un tentativo di indurli a violare la loro natura; quindi, è questa propaganda a posteriori che può essere più esattamente denominata “lavaggio del cervello”. Questo non vuol dire, naturalmente, che la società non possa mai fare un errore e che i suoi giudizi sulle identità dei gruppi siano sempre radicati nei fatti. Ma a me pare che l’onere della prova spetti molto più agli egalitari che ai loro presunti “non illuminati” avversari. Dal momento che gli egalitari cominciano con l’assioma a priori secondo cui tutte le persone, e quindi tutti i gruppi di persone, sono uniformi ed uguali, allora secondo loro segue che ciascuna e tutte le differenze di gruppo relative allo status, al prestigio, o all’autorevolezza nella società devono essere il risultato di ingiusta “oppressione” ed irrazionale “discriminazione”. La prova statistica dell’“oppressione” di quelli con i capelli rossi procederebbe in una maniera fin troppo familiare nella vita politica americana; potrebbe essere mostrato, per esempio, che il loro reddito medio è più basso di quello degli altri, ed inoltre che la percentuale di uomini d’affari, professori universitari, o parlamentari con i capelli rossi è più bassa della loro quota nella popolazione. La manifestazione più recente e significativa di questo tipo di pensiero per quote si è verificata nel movimento di McGovern alla Convention Democratica del 1972. Alcuni gruppi furono individuati come “oppressi” a causa di un numero di delegati alle convention precedenti al di sotto della loro quota percentuale nella popolazione complessiva. In particolare, vennero designati come oppressi le donne, i giovani, i neri, i chicanos (o il cosiddetto Terzo Mondo); di conseguenza, il Partito Democratico, sotto la guida del pensiero egalitario per quote, ignorò le scelte dei votanti per imporre la dovuta quota di rappresentanza di questi gruppi particolari. In alcuni casi, il distintivo dell’“oppressione” era una costruzione quasi ridicola. Che i giovani dai 18 ai 25 anni fossero “sottorappresentati” poteva essere facilmente posto nella giusta prospettiva attraverso una reductio ad absurdum, certamente un qualche appassionato riformatore macgoverniano avrebbe potuto alzarsi per sottolineare la grave “sottorappresentazione” dei cinquenni alla convention e sollecitare che il blocco dei cinquenni ottenesse immediatamente quanto dovuto. È un’acquisizione biologica e sociale di semplice buonsenso rendersi conto che i giovani guadagnano il loro spazio nella società attraverso un processo di apprendistato; i giovani sanno meno ed hanno meno esperienza degli adulti maturi, cosicché dovrebbe essere chiaro perché tendono ad avere minor status ed autorità dei loro vecchi. Ma accettare questo significherebbe indurre nella dottrina egalitaria qualche dubbio sostanziale; di più, sarebbe un’offesa al culto della gioventù che è stato a lungo un grave problema della cultura americana. E così i giovani sono stati debitamente indicati come “classe oppressa”, e l’imposizione della loro quota è stata concepita come semplice riparazione per la loro precedente condizione di sfruttati[3]. [...] Gli individui differiscono l’uno dall’altro anche nei più minuscoli dettagli dell’anatomia e della chimica e fisica del corpo; impronte digitali e dei piedi; struttura dei capelli a livello microscopico; distribuzione dei peli sul corpo, creste e “lune” sulle unghie delle mani e dei piedi; spessore della pelle, suo colore, sua tendenza a produrre delle bolle; distribuzione delle terminazioni nervose sulla superficie del corpo; dimensione e forma delle orecchie, dei canali uditivi, o canali semicircolari; lunghezza delle dita; carattere delle onde cerebrali (piccoli impulsi elettrici emanati dal cervello); numero esatto dei muscoli nel corpo; azione cardiaca; resistenza dei vasi sanguigni; gruppi sanguigni; tasso di coagulazione del sangue – e avanti così quasi ad infinitum. Oggi sappiamo molto su come funzioni l’ereditarietà e come è non solo possibile ma certo che ogni essere umano possiede per ereditarietà un mosaico eccezionalmente complesso, composto di migliaia di oggetti, specifico per lui solo[9]. Anche la base genetica della diseguaglianza nell’intelligenza è diventata sempre più evidente, malgrado l’abuso emotivo riversato su tali studi da colleghi scienziati così come dal pubblico. Fra i modi in cui è stata raggiunta questa conclusione vi sono gli studi su gemelli identici cresciuti in ambienti opposti; ed il professor Richard Herrnstein ha recentemente stimato che l’80 per cento delle differenze nell’intelligenza umana è di origine genetica. Herrnstein conclude che qualsiasi tentativo politico di fornire un’uguaglianza ambientale per tutti i cittadini potrà soltanto intensificare il grado di differenze socio-economiche causate dalla variabilità genetica[10]. La rivolta egalitaria contro la realtà biologica, per quanto significativa, è soltanto un sottoinsieme di una ribellione più profonda: contro la struttura ontologica della realtà in sé, contro la “stessa organizzazione della natura”; contro l’universo come tale. Al cuore della sinistra egalitaria c’è la credenza patologica che non esista una struttura della realtà; che tutto il mondo sia una tabula rasa che può essere modificata in qualsiasi momento in qualsiasi direzione voluta per mezzo del semplice esercizio della volontà umana – in breve, che la realtà possa immediatamente essere trasformata dal mero desiderio o dal capriccio degli esseri umani. È senza dubbio questo tipo di pensiero infantile alla base dell’appassionata posizione di Herbert Marcuse a favore della negazione completa dell’attuale struttura della realtà e per la sua trasformazione in ciò che egli ritiene sia il suo vero potenziale. Da nessun’altra parte l’attacco della sinistra alla realtà ontologica è più evidente che nei sogni utopistici su come sarà la futura società socialista. Nel futuro socialista di Charles Fourier, secondo Ludwig von Mises, tutte le bestie nocive saranno scomparse, ed al loro posto ci saranno animali che aiuteranno l’uomo nel suo lavoro – o persino faranno il lavoro al posto suo. Un anticastoro si occuperà della pesca; un antibalena sposterà le navi in porto; un antiippopotamo rimorchierà le barche sul fiume. Anziché il leone ci sarà un antileone, uno destriero di meravigliosa velocità, sulla cui groppa il cavaliere si siederà confortevolmente quanto in un carro ben ammortizzato. “Sarà un piacere vivere in un mondo con tali servitori.”[11]»
[1] Helmut Schoeck, Envy, Harcourt, Brace, and World, New York 1970, pp. 149–155.
[2] Kurt Vonnegut Jr., Harrison Bergeron, in Welcome to the Monkey House, Dell, New York 1970, p. 7.
[3] Gli egalitari, fra i loro altri impegni, sono stati attivamente occupati nel “correggere” la lingua inglese. L’uso della parola “ragazza”, per esempio, è ora considerato una grave diminuzione e degradazione della gioventù femminile che implica la sua naturale sottomissione agli adulti. Di conseguenza, gli egalitari di sinistra ora si riferiscono alle ragazze virtualmente di ogni età come “donne”, e possiamo aspettarci fiduciosi di leggere delle attività di “una donna di cinque anni”.
[9] Roger J. Williams, Free and Unequal, University of Texas Press, Austin 1953, pp. 17 e 23. Vedi anche Williams, Biochemical Individuality, John Wiley, New York 1963, e You are Extraordinary, Random House, New York 1967.
[10] Richard Herrnstein, IQ, in The Atlantic Monthly, anno CV, n. 3, Boston settembre 1971, pp. 43-64.
[11] Ludwig von Mises, Socialism: An Economic and Sociological Analysis, Yale University Press, New Haven 1951, pp. 163–164.".
Filippo ha portato alla mia attenzione un argomento molto importante ed io lo voglio commentare. Lo commento con piacere.Quando definisco "satanismo" l'ideologia comunista, voglio dire esattamente che tale ideologia è contro il sistema creato da Dio e, di conseguenza, la natura stessa.
Ogni uomo fu creato da Dio con caratteristiche diverse da quelle dei suoi simili.
Nella natura stessa, ogni essere vivente è irripetibile.
Ora, cercare di imporre l'uguaglianza con un'ideologia politica è contro il principio della natura e quindi contro Dio stesso.
Fondamentalmente, ciò si chiama egualitarismo.
Tutto quello che va contro Dio non può essere non chiamato, se pur in senso lato, "satanismo".
Il satanismo non è solo la messa nera o l'insieme di riti ancora peggiori ma è rappresentato da ogni cosa che va contro Dio e ciò che egli fece.
L'uguaglianza non può essere imposta perché ogni uomo (grazie a Dio) è diverso dai suoi simili.
C'è chi ha un certo tipo di talento, di sensibilità e di ambizioni e c'è chi ne ha altri.
Il primo esempio di egualitarismo moderno fu in Inghilterra, durante la I Rivoluzione (1642-1660).
Qui nacque il movimento dei "livellatori" ("in inglese "levellers") un movimento vicino a Oliver Cromwell che distrusse la monarchia e fece sì che il re Carlo I Stuart, il Re Martire, fosse destituito e decapitato.
Con l'aiuto di questi, Cromwell cercò di imporre l'uguaglianza, cercando di spacciarla per diritti, indipendenza dello Stato dalla Chiesa ed eliminazione di ogni estremismo.
In reatà, Cromwell tentò di distruggere ogni cosa che contrastava con ciò che andava contro quell'ordine di uguaglianza che egli volle imporre.
Travestito da "moderato", Cromwell mostrò il suo estremismo.
Lo stesso principio valse per la Rivoluzione francese e per le ideologie del secolo scorso, comunismo e nazismo.
Tutte queste ideologie si presentarono come positive e portatrici di uguaglianza, diritti e giustizia.
Invece, portarono solo morte e distruzione.
L'uguglianza, quella vera, esiste già.
Noi tutti siamo uguali agli occhi di Dio e della storia, quella vera e non quella raccontata da certe fonti storiografiche.
Siamo uguali, pur con le diversità che caratterizzano ciascuno di noi.
Cordiali saluti.
IL SALE, CULTURA E SALUTE
Cari amici ed amiche.
Leggete questo articolo del blog del Centro "Halos Benessere", centro benessere che si trova a Barbassolo (una frazione del Comune di Roncoferraro, in Provincia di Mantova), via Giacomo Puccini n°9.
L'articolo è intitolato "Halos benessere (grotta di sale) ed i suoi benefici".
Con il termine "sale" si intende un composto chimico costituito da un catione (genericamente metallico) e da un anione (che in genere è un residuo acido).
Nel linguaggio corrente, con il termine "sale", si intende indicare il cloruro di sodio (NaCl).
Il cloruro di sodio è sempre stato un composto chimico molto importante per la storia umana.
Fin dalla preistoria, l'uomo usava il sale per insaporire i cibi e per conservarli.
Infatti, oltre a quella di insaporire i cibi, il sale ha la capacità di assorbire acqua.
Per questo, veniva usato (e tuttora viene usato) per conservare cibi come le carni, che in altre condizioni andrebbero incontro alla decomposizione e alla putrefazione.
Del resto, i trattamenti a base sali sodici erano applicati per la mummificazione dei cadaveri in Egitto.
In quest'ultimo procedimento (in genere) non fu usato il cloruro di sodio ma il carbonato decaidrato di sodio (Na2CO3*10 H20), il natron,
Tra l'altro, dal termine "natron" deriva il termine latino "Natrium", il nome scientifico del sodio.
Il sale veniva estratto facendo evaporare le acque ricche di questo composto, come le acque marine.
In seguito, si incominciò ad estrarre il sale dalle montagne.
Infatti, i giacimenti che ci sono nei monti furono originati dalla presenza di mari antichi che si prosciugarono, in seguito agli spostamenti della terraferma.
Gli antichi Romani usavano il sale per produrre una pasta fatta con le interiora di pesce, il garum.
Ben presto, il sale si trasformò nell'"oro bianco" .
Gli antichi soldati romani erano pagati in sale. Da qui nacque il termine di origine latina "salario".
Nel Medio Evo si creò la "Via del Sale" , un insieme di strade che scendeva lungo l'Appennino e che arrivava fino all'Italia settentrionale.
Addirittura, il re di Francia, Filippo IV il Bello (1268-1314), usò il sale come "gabella".
Quindi, da ciò si può capire l'importanza del sale.
Un detto arabo dice indica un accordo tra persone, dicendo che "ci sia del sale tra di loro".
Gesù Cristo parlò del sale, nel Vangelo secondo Matteo (capitolo 5, versetto 13).
Gli ebrei usano il "sale kosher", un sale più grosso che fa uscire meglio il sangue dalla carne.
A Wieliczka, in Polonia, esiste una miniera di sale in cui vi è una cappella con statue fatte di sale.
Quindi, il sale è un composto ha acquisito un ruolo molto importante.
Possiamo dire che abbia una sua sacralità.
Cordiali saluti.
mercoledì 7 dicembre 2011
IMMACOLATA CONCEZIONE
Cari amici ed amiche.
Domani sarà il giorno della festa dell'Immacolata Concezione.
Nelle nostre chiese, durante le Messe, saranno letti i brani del libro della Genesi (capitolo 3, versetti 9-15.29), del Salmo 97 (98), della lettera di San Paolo agli Efesini (capitolo 1, versetti 3-6.11-12) e del Vangelo secondo Luca (capitolo 1, versetti 26, 38).
Il brano del Vangelo recita:
"[26] Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [27] a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. [28] Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". [29] A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. [30] L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. [31] Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. [32] Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre [33] e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". [34] Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". [35] Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. [36] Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: [37] nulla è impossibile a Dio". [38] Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. ".
Oggi più che mai, la figura della Vergine Maria, l'unico essere umano che nacque senza il peccato originale, deve essere presa come modello da tutti quanti noi.
Ella nacque senza quella macchia che fu lasciata da Adamo ed Eva e che incrinò il rapporto tra uomo e Dio.
Infatti, disobbedendo a Dio, poiché diedero ascolto al serpente che disse loro di mangiare il frutto dell'albero della conoscenza, Adamo ed Eva mostrarono di non avere fiducia in Dio ed il rapporto tra uomo e Dio.
Maria fu chiamata ad un compito molto importante, quello di portare in grembo Gesù, il figlio di Dio, colui che riscattò l'umanità, dando origine all'umanità salvata.
In Gesù Cristo tutta l'umanità poté e può avere l'occasione di salvarsi.
Maria accettò questo compito in totale libertà.
Per questo lei è per tutti un modello.
Ella non fu sottomessa, intesa come "schiava", secondo il concetto in voga presso certe culture, come quelle di certe realtà islamiche.
Ella visse in comunione con il suo sposo, San Giuseppe, e con Dio.
La Santa Famiglia è un modello. Anzi, oggi essa andrebbe rivalutata.
Nella Santa Famiglia fu retta dall'amore di Dio e per Dio, amore che si riversò anche sui due sposi e su Gesù.
Trovo, quindi, ingiuste certe polemiche, come quella recente fatta sulle parole del vescovo di Otranto, monsignor Franco, polemiche che sono riportate nell'articolo sul giornale "Dire Donna" che è intitolato "Monsignor Vincenzo Franco: “La donna deve essere sottomessa al marito, lo dicono le scritture”".
Del resto, il ruolo della donna nella tradizione giudaico-cristiana fu importante.
Pensiamo alle grandi donne del Vecchio Testamento, come Giuditta, Ruth e Raab ed altre o alle nostre sante, come Santa Maria Maddalena, Santa Lucia, Santa Caterina d'Alessandria, Santa Margherita di Scozia, Santa Brigida di Svezia, Santa Chiara d'Assisi, Santa Caterina di Siena, Santa Maria Goretti, Santa Bernadette Soubirous ed altre.
Tutte queste donne agirono in totale libertà, mettendola al servizio degli altri.
Lo fecero in libertà.
Anzi, unirono il concetto di libertà con quello della carità.
Un certo femminismo attuale, che si fonda sull'egoismo e sull'edonismo, ha dimenticato ciò.
Nella Vergine Maria si compirono le promesse di Dio fatte al popolo di Israele e in lei iniziò la nuova storia, quella della Chiesa.
Quindi, Maria fu la figura di raccordo tra Vecchio e Nuovo Testamento, la "chiave di volta".
Per questo, con il Concilio Vaticano I (1868-1670), il beato Papa Pio IX proclamò il dogma dell'Immacolata Concezione.
Solo una persona senza macchia e che sapesse che la vera libertà è con la carità avrebbe potuto contribuire alla salvezza dell'umanità, salvezza che si compì in Gesù Cristo.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.