Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 15 ottobre 2011

ATTILIO MORDINI DI SELVA, "VERITA' DEL LINGUAGGIO"

Cari amici ed amiche.

L'amico Filippo Giorgianni, mi ha segnalato questo brano di Attilio Mordini di Selva.
Leggetelo:

"«Il macrocosmo e il microcosmo, la creazione e l’uomo, possono entrambi paragonarsi alla ruota. Nella tradizione cristiana il paragone è di Boezio, ma è presente in ogni tradizione spirituale come nel buddismo, nell’induismo e nella mitologia classica. È il rosone che si apre sulla facciata delle nostre chiese, il loto su cui diede il Buddha, la ruota del Sole e del tempo che dalla romanità antica è passata alle meridiane dei nostri monasteri. Se percorriamo nella sua lunghezza, movendo dalla periferia al centro il raggio di una ruota in azione, possiamo constatare che la velocità dei giri diminuisce sempre più in ragione proporzionale al nostro avvicinarci al centro stesso, benché immutata rimanga la velocità del moto di rotazione dell’intera ruota. E ciò perché più angusta è la circonferenza percorsa da un punto del raggio in ragione della minor distanza che la separa dal centro; e il centro è un unico punto, percorrendo l’asse, l’uomo si trascende. Il centro è d’altronde il punto che determina i giri di tutta la ruota, è il Purusha contemplante, mentre il resto della ruota è Prakriti, il mondo della prassi, quello che i buddisti chiamano mare del Sāmsāra. […] Se trasferiamo il simbolismo della ruota dall’uomo alla creazione intera, quel punto fermo è l’eternità dalla quale si snodano gli evi, si squadernano i secoli, si riversano i giorni a piene mani sulla faccia della Terra. La periferia della ruota, il mondo pratico nella sua manifestazione estrema, è il mondo fluido delle sensazioni e dei sensi; quello che Pascal chiamerebbe mondo del divertimento, da de-vèrtere, allontanandosi dal punto centrale. Per Agostino e per Boezio entrare in interiorem nomine significa trascendere i sensi nel sentimento, quindi nella ragione, ed infine nell’intuito, nel cuore dello spirito, nell’amore vero che nel poema di Dante “… muove il Sole e le altre stelle” (Paradiso, XXXIII, 145). E infatti quel punto è, come abbiamo detto, la via dell’asse, la via del cielo, la via sacra di Isaia, il theõrós (“osservatore” ambasciatore) che unisce l’uomo a Dio. I termini theõría e theós muovono dalla stessa radice. L’azione è il passaggio dalla potenza all’atto. Per San Tommaso Dio è atto puro; e nell’uomo, immagine di Dio, l’atto puro è contemplazione, quindi atto di Dio e dell’uomo al tempo stesso, o meglio presenza di Dio nell’uomo, ché l’uomo in quanto creatura non potrebbe essere capace da solo di atto puro. La pratica è la forza, l’aiuto ad attuare ciò che nell’uomo è potenziale; non vi può essere vera azione efficace che non proceda dalla teoria, dalla contemplazione, dall’atto sacro della Grazia e della libera volontà che aduna, unifica e assume in Dio il mondo della pratica, del divenire e della dynamis. Per passare efficacemente dalla potenza all’atto, quindi, è indispensabile ispirarsi all’atto già realizzato quale modello anteriore ad ogni azione e quale causa finale di ogni divenire; e quest’atto è appunto la presenza di Dio nell’uomo che si fa esperienza operante proprio nella contemplazione. L’uomo esteriore diviene sempre, e col divenire quasi si identifica, ma l’atto interiore con la sua presenza puntualizza ogni azione nell’identità del . L’io psichico e sensoriale è mutamento continuo, alternarsi incessante di gioia e di dolore, di pianto e di riso, di godimento e di sofferenza; il spirituale ed interiore è atto della presenza, è continuità di ciò che diviene o sembra divenire, ché non potrebbe divenire, né constatare alcun mutamento, se non fosse sempre lo stesso, come Prakriti non genererebbe se Purusha non lo fecondasse rimanendo in sé inalterato malgrado ogni trasformazione. E in questa presenza a se stesso e a Dio sta la memoria, l’intelletto e la volontà dell’uomo, che per San Bonaventura è immagine della Trinità nell’anima umana; sta la sua responsabilità tra il bene e il male; la responsabilità della scelta sul piano della dialettica, mentre sul piano dell’unità, della sintesi, dell’abbraccio con Dio, sta la piena realizzazione della personalità, il conseguimento del fine eterno; del fine che è principio, perché è ben quel Fine che crea l’uomo evocandolo dal nulla. Una pratica che non muova dalla teoria, un agire che non muova dalla contemplazione, è un assurdo, poiché non v’è azione che non abbia il suo principio e il suo fine nell’atto pur muovendosi dalla potenza, nel Verbo che è parola di Dio e dà vita e voce all’uomo. Una pratica che non è vera azione non crea, perché è priva di atto, cioè dalla parola che ha creato l’universo. Adamo può dar nome agli animali perché contempla Dio, e Dio glieli indica uno per uno davanti ai suoi occhi ancora casti ed innocenti. Quando si nega la contemplazione per la cosiddetta azione pura in una vita soltanto pratica, in realtà si continua a contemplare e si contempla il male. L’uomo si ribella così al suo primo Fattore e al tempo stesso alla puntualità del proprio essere che è immagine di Dio, alla radice della personalità che è il nome dell’uomo pronunciato dal Creatore nel fondo di ogni anima. La mistica della pratica è mistica del subcosciente, del caotico fluttuare di immagini e di impressioni incontrollate dalla volontà; e la scelta dell’uomo tende allora a deturparsi in bestiale riflesso condizionato; ogni vera libertà viene negata dall’arbitrio della libido in quello che per San Tommaso d’Aquino è il mondo dell’irascibile e del concupiscibile. È la mistica del nostro tempo; al Verbo si sostituisce lo slogan; la distrazione o l’ossessione alla redenzione. Dobbiamo render conto d’ogni parola oziosa, d’ogni parola cioè che non sia libera e consapevole adesione alla parola di Dio; e sono parole oziose tutte le azioni che non muovono dall’atto interiore della Grazia per elezione veramente libera, cioè per elezione nel bene. Se le parole non procedono dalla parola divina sono parole oziose, le azioni che non procedono dall’atto interiore della contemplazione sono dissipazione nel mondo della pura pratica, dell’illusione. E pertanto questa illusione acquista di giorno in giorno, per l’insipiente, una sua realtà, copia scimmiesca della realtà creata da Dio; e l’uomo, che nonostante tutto è immagine della divinità, crea il suo mondo demoniaco, l’inferno dell’angoscia.» ".

La cosa che distingue noi uomini dagli altri animali è la capacità di usare un linguaggio complesso e, quindi, la capacità di distinguere il Bene dal Male. Tutto ciò è la Sapienza. Per un animale uccidere un proprio simile può essere una questione di vita o di morte. In natura non esistono il Bene ed il Male. Per un uomo la cosa è ben diversa. Molto spesso, colui che uccide lo fa per fare del male. L'uomo, però, fu creato da Dio quale amministratore del Creato e quindi come colui che domina su tutti gli altri animali. Quindi, l'uomo è un piccolo riflesso di Dio sulla Terra. Egli esprime queste sue peculiarità nell'arte e nella parola scritta come in quella parlata.
Ciò, però, dà all'uomo grandi responsabilità.
Con questo suo potere, l'uomo può fare grandi cose come può provocare immani tragedie. La storia ce lo insegna.
Avere questo potere è quindi fonte di grande responsabilità verso Dio, verso gli altri e verso sé stessi.
Allora, noi uomini dobbiamo recuperare quel senso di responsabilità che comporta questo dono che Dio ci diede, il linguaggio, quindi la Sapienza.
Leggete anche questo articolo che mi è stato segnalato dall'amico Andrea Casiere che è intitolato "Il linguaggio dei segni".
Esso è un saggio di Padre Theodosios Maria della Croce che parla di questo grande dono di Dio.
Facciamone buon uso.
Cordiali saluti.

venerdì 14 ottobre 2011

LA COCA COLA, POTREBBE ESSERE UNA MEDICINA?





Cari amici ed amiche.

Quando ero piccolo mi ammalai di acetone, una malattia dovuta ad un disturbo metabolico in cui il corpo brucia tutti gli zuccheri e, per vivere, inizia catabolizzare i grassi, formando tanto Acetil-Coenzima A che non può essere metabolizzato ed entrare nel Ciclo di Krebs (perché manca l'acido ossalacetico) e perciò viene reimmesso nel sangue ove forma varie sostanze che possono fare male, tra cui i corpi chetonici, che abbassano il pH del sangue.
Il mio medico suggerì a mia madre di somministrarmi una medicina molto particolare, la Coca Cola. Le popolazioni di lingua anglosassone la chiamano "Coke".
Uno dei sintomi classici di questa malattia che colpisce i bambini è l'odore dell'alto che sa di mele cotte.
Proprio così, questa bevanda tanto nota ed anche tanto contestata da alcuni "teorici del complotto" e movimenti antiamericani, fu usata come medicina e guarii dall'acetone.
La storia di questa bevanda è molto semplice.
Essa fu inventata da un farmacista americano, un certo John Stit Pemberton, l'8 maggio 1886. La ricetta di Pemberton fu una variazione di quella di Angelo Mariani, un farmacista còrso, che inventò una miscela di vino ed estratti di foglie di Coca come medicina contro il mal di testa. Essa fu largamente usata in Europa.
Quando la Coca venne bandita (per la sua pericolosità), all'estratto delle sue foglie fu tolto l'alcaloide (la cocaina) mentre il vino venne sostituito con estratto di noci di Cola (una pianta facente parte della famiglia delle Sterculiacee, quindi una parente stretta del Cacao e e del Baobab) che fu meno pericoloso del vino. Le noci di Cola hanno la caffeina.
Pemberton non poté godere della sua scoperta perché si indebitò e per appena 550 dollari vendette la ricetta della Coca cola ad un ricco uomo d'affari, filantropo metodista e sindaco di Atlanta, un certo Asa Candler, che fondo la The Coca Cola Company.
La Coca Cola divenne così la bevanda che si trova su molte tavole in tutto il mondo e che è bevuta.
I teorici del complotto e tutti i gruppi comunisti, anticapitalisti ed antiamericani dicono che tale bevanda sia da boicottare e che sia dannosa.
In realtà, presa in dosi moderate, può fare bene.
Ad esempio, durante i pasti (quindi a stomaco pieno) può aiutare a digerire.
Inoltre, come ho già scritto, può aiutare a combattere l'acetone dei bambini.
Certo, come tutte le cose, va presa in dosi moderate. Anche il vino è buono, specie quando si è tavola in compagnia. Anzi, il vino rosso, addirittura, fa bene alla circolazione e riduce il rischio d'infarto.
Però, se si eccede con le dosi, anche il vino può fare male e creare dipendenza.
Non mi riferisco solo alle sbronze e alle morti sulle strade che sono causate dai guidatori ubriachi ma anche alle morti causate dalla cirrosi epatica che è causata dall'alcool che viene trasformato in grasso e che si accumula nel fegato.
Allora, io penso che anche per la Coca Cola, come per qualsiasi altro cibo o altra bevanda, ci voglia equilibrio.
Guardate anche questo video che ho preso da Youtube che mostra il dottor Alessandro Magnoni, General Affairs Director "Coca Cola HBC Italia".
Questo video smentisce certi "Soloni" antiamericani ed antioccidentali che cercano di presentare l'Occidente come il "cattivo di turno".
Molto spesso, si ragiona con il pregiudizio.
Cordiali saluti.

MAGGIORANZA? AVANTI COSI'! OPPOSIZIONE? CHE VERGOGNA!

Cari amici ed amiche.

Con 316 voti favorevoli, la Camera accorda la fiducia al Governo.
Così, la maggioranza ed il Governo potranno andare avanti.
Quanto all'opposizione, vale una sola parola:
"VERGOGNA!"
In dispregio verso le istituzioni, l'opposizione non ha partecipato al dibattito e non è nemmeno entrata nell'aula di Monte Citorio, se non per votare.
Non mi sembra un comportamento responsabile.
Tra l'altro, mi è piaciuta la citazione che l'onorevole Silvano Moffa (nella foto, parlamentare del gruppo "Popolo e Territori") ha fatto durante il suo intervento.
Ha citato, infatti, il capogruppo del Partito Democratico, onorevole Dario Franceschini, che ha affermato che il Partito Democratico non avrebbe fatto un altro "Aventino". Leggete questo articolo de "La Tribuna di Treviso" che è intitolato "Il PD: non faremo nessun Aventino". L'articolo risale al 01 aprile 2011. Vista la data, sembra un "pesce d'aprile". Leggete anche questo scritto del sito di "Festa Democratica" che è intitolato "Franceschini: "Né Aventino né dimissioni. Li battiamo in Aula"". I fatti smentiscono Franceschini poiché lui e la parte politica hanno fatto un "Aventino" e hanno rifiutato il dibattito!
In un momento di crisi ci vuole coesione. Del resto, anche lo stesso Partito Democratico parla di "unità nazionale". Invece, al contrario di quello che dicono, i signori dell'opposizione creano divisione.
A quelli del Partito Democratico voglio suggerire uno slogan:
Esso recita:
"Siamo coerenti! Diciamo di fare una cosa...ma ne facciamo un'altra!".
Ora, il Governo potrà andare avanti!
Può farcela ad implementare le riforme che servono al Paese.
Faccio i miei auguri al presidente Berlusconi.
Cordiali saluti.

STORIA DELLA CHIESA IN SCOZIA-HISTORY OF THE CHURCH IN SCOTLAND

Dear friends.

I will talk about Christanity in Scotland.
Scotland is a christian land since the IV century AD.
I will talk about scottish Christianity in the Middle Age and Reformation, in the 1560 AD.
I will talk about wars of Religion in Scotland.
I hope you like it.


Cari amici ed amiche.

Vi voglio parlare del Cristianesimo in Scozia.
Secondo le fonti, pare che esso risalga al IV secolo AD, precisamente al 397 AD, grazie alle missioni di San Ninian, un Santo della Chiesa celtica, Chiesa che, secondo una pia leggenda, pare risalga all'arrivo di Giuseppe d'Arimatea.
Nel 397 AD, quindi, questo Santo celtico varcò il Vallo di Adriano e fondò una Chiesa a Withorn.
Ninian fu un monaco britannico ma molto probabilmente ebbe una cultura romana. Infatti, nacque nell'attuale Inghilterra, che era terra dell'Impero Romano. Solo nel 410 AD, le legioni romane lasciarono quella terra, per difendere Roma.
Quella missione di Withorn fu l'embrione della Chiesa scozzese e divenne veicolo della cultura latina, che già era presente nella Scozia del sud, che era in contatto con i territori romani.
Come avvenne in Irlanda, il Cristianesimo si diffuse ma assimilò le caratteristiche dei Celti. Alcuni simboli e credenze celtiche furono inglobate nella dottrina cristiana. L'esempio è la Croce celtica, simbolo nato dalla fusione tra il simbolo del paganesimo celtico (il cerchio del Sole) e la Croce cristiana.
Anche l'anatra selvatica è un simbolo adottato dalla tradizione celtico-cristiana ed indica lo Spirito Santo.
In seguito anche altri missionari (in particolare, irlandesi) si stabilirono in Scozia. Uno di questi fu Columba (07 dicembre 521-09 giugno 597) che fondò la comunità monastica dell'isola di Iona.
Con il Sinodo di Whitby (664 AD) e quello di Cashell (1172 AD), la Chiesa celtica (Céli dé, i cui riti erano visti con sospetto da Roma) ebbe piena cittadinanza nell'ambito della Chiesa universale, la Chiesa cattolica romana.
Il Cristianesimo pacificò le due popolazioni esistenti in Scozia, i Pitti e gli Scoti.
Nel Medio Evo fiorirono i monasteri.
Abbazie come quelle Melrose, di Iona, di Dunfermline e di Kelso divennero centri di cultura e di fede.
Alcuni monaci provenienti dal Medio Oriente e di ritorno dalle Crociate insegnarono alla gente la distillazione degli infusi che molto probabilmente furono usati per fare la birra.
Nei monasteri scozzesi ed irlandesi nacque il whiskey.
Durante il regno di Robert I the Bruce (11 luglio 1274-7 giugno 1329), la popolazione scozzese e la Chiesa chiesero l'appoggio del Papa nella lotta contro l'Inghilterra, che da tempo puntava a conquistarla.
Il 1o febbraio 1306, però, il re scozzese venne scomunicato (poiché i suoi sostenitori avevano ucciso dei loro nemici in una chiesa) e solo nel 1328 Papa Giovanni XXII lo assolse, forse perché temette uno scisma.
Infatti, in quel lasso di tempo i rapporti tra la Chiesa cattolica e la Scozia furono negativi.
Nel periodo dello Scisma d'Occidente (1377-1417), la Scozia si schierò con il Papa d'Avignone, poiché era contro l'Inghilterra, che invece era schierata con il Papa di Roma.
Nel XVI secolo, ci fu un evento che sconvolse il panorama religioso scozzese, la Riforma protestante.
Già sotto il regno di re Giacomo V Stuart (1512-1542), ci furono infiltrazioni delle dottrine protestanti. Esse si diffusero tra i nobili e furono favorite anche dall'Inghilterra che nel 1534 aveva rotto con il Papa.
Re Enrico VIII, infatti, temette che la Scozia potesse diventare una base per una crociata cattolica contro l'Inghilterra.
Alla morte di re Giacomo V ci fu un interregno, durante il quale si affermò la Riforma protestante, con la predicazione dell'esponente calvinista John Knox. Nacque la Chiesa di Scozia, the Kirk, una Chiesa ad organizzazione presbiteriana.
Alcuni vescovi (come quello di Galloway Alexander Gordon e quello di Argyll James Hamilton) aderirono alla Riforma.
Altri, come quello di Aberdeen, David Cunningham, ruppe con Roma e diede vita ad una diocesi della Chiesa episcopale scozzese.
Altri ancori (come il vescovo di Glasgow James Beaton) scapparono.
I monasteri furono soppressi come anche le diocesi cattoliche.
Durante il regno di Maria I Stuart (8 dicembre 1542-8 febbraio 1587) ci si trovò in una situazione paradossale in cui la corona professava una religione oramai minoritaria.
Caduta Maria I (1567), la corona passo al figlio Giacomo (il futuro Giacomo VI, 1566-1625) che fu educato nella fede protestante.
Ci furono complotti, come nel caso di James Crichton.
Quando re Giacomo VI divenne re d'Inghilterra (con il nome di Giacomo I, nel 1603), si tentò di anglicanizzare la Chiesa protestante scozzese. Re Giacomo I arrivò ad affermare: "No bishop, no king".
Questo tentativo fu ancora più marcato sotto re Carlo I (19 novembre 1600-30 gennaio 1649) che cercò di riavvicinarsi al cattolicesimo. Ci furono tensioni. Iniziarono a radunarsi delle persone, esponenti presbiteriani che rifiutarono l'adozione di usi anglicani come quella dei vescovi. Le riunioni avvenivano nelle vecchie cave di pietra, ove ancora oggi vi sono simboli a noi familiari, come la squadra ed il compasso. Nel 1644 nacque il Covenant scozzese che rifiutò i dettami del re.
Ci fu la Guerra Civile (1642-1649) e nel 1649, il re fu decapitato. Ci fu la dittatura di Oliver Cromwell (1649-1658) che fu una dittatura presbiteriana.
Dopo i regni degli Stuart, nel 1688 ci fu la vittoria protestante di Guglielmo III d'Orange.
La Chiesa cattolica dovette aspettare il 1829 AD, quando ci fu l'emancipazione dei cattolici.
Oggi la Scozia è prevalentemente presbiteriana.
La Chiesa cattolica è la seconda confessione cristiana in Scozia, con circa 690.000 fedeli ed ha la sede episcopale nell' Arcidiocesi di Edimburgo un punto di riferimento importante, in quanto il cardinale Keith Michael Patrick O'Brien è il presidente della Conferenza episcopale scozzese.
La terza confessione cristiana è la Chiesa episcopale, in comunione con la sede di Canterbury.
Tanta parte di questa grande tradizione cristiana scozzese è andata perduta e credo che forse sia arrivato il momento di recuperarla, per potere affrontare meglio il futuro.
Cordiali saluti.

giovedì 13 ottobre 2011

ITALIANI NEL MONDO, COMMENTO ALLE PAROLE DI ELIO CAROZZA SU "ITALIA CHIAMA ITALIA"


Cari amici ed amiche.

Su "Italia chiama Italia" è comparso questo articolo intitolato "Italiani nel mondo, Carozza (Cgie): Momento complicato".
Il Segretario del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE) ha parlato di un momento di grande confusione per i nostri connazionali che risiedono all'estero.
Che ci sia della confusione è, purtroppo, cosa vera e ciò dovuto alla crisi economica (che costringe i governi a fare tagli) e alla situazione interna al nostro Paese, una situazione che vede un clima politico incandescente in cui la fanno da padroni i vari gossip, le inchieste giudiziarie e le varie manifestazioni e in cui le due parti politiche, maggioranza ed opposizione, non dialogano.
Anzi, l'opposizione tende a delegittimare il Governo attualmente in carica (che è pienamente legittimo perché eletto democraticamente e in Parlamento ha una maggioranza) e la maggioranza, con i vari "incidenti parlamentari" (come l'ultimo sulla votazione del rendiconto), dà adito a ciò.
Tutto ciò distrae la politica dai veri obiettivi, ossia il risanamento del Paese, le riforme ed anche una maggiore attenzione per gli italiani all'estero e i loro problemi.
Purtroppo, qui in Italia non si è ancora capita la vera necessità degli italiani all'estero.
Ad esempio, c'è chi dice che sarebbe bene togliere il diritto di voto agli italiani all'estero.
Se si dovesse fare così, a questo punto, si dovrebbe togliere ai nostri connazionali emigrati la cittadinanza tout court e dire a loro: "Non siete più italiani!".
E' logico che ciò sarebbe ignominoso, sia da un punto di vista etico e sia da quello economico.
Infatti, le imprese italiane all'estero producono ricchezza anche a da noi e gli italiani all'estero pagano le tasse anche qui in Italia.
Pensiamo, ad esempio, a quegli studenti italiani che studiano nelle università estere, come quelle americane o israeliane. Loro arricchiscono il nostro tesoro culturale. Pensiamo agli studi sulle fonti di energia rinnovabile e sulle tecniche agricole che si fanno nelle università israeliane.
Un giorno, potremmo beneficiarne anche noi che stiamo qui in Italia.
Pensiamo anche a quei nostri connazionali emigrati che hanno case ed altri immobili qui in Italia e che quindi sono costretti a pagare l'ICI, l'Imposta Comunale sugli Immobili.
Serve una maggiore attenzione verso i nostri connazionali emigrati all'estero.
In primo luogo, va riformato il meccanismo di voto all'estero che è molto farraginoso. Il voto tramite posta, infatti, ha creato i problemi che a tutti sono noti.
In secondo luogo, vanno ridistribuite le strutture di riferimento dei nostri connazionali emigrati all'estero, come le ambasciate, i consolati e le varie strutture di rappresentanza . In certe aree ve ne sono troppe e in altre non ve ne sono o sono carenti.
Bisogna, quindi, avvicinare le strutture di riferimento alle comunità italiane sparse per il mondo.
In terzo luogo, si deve favorire la conservazione della cultura e della lingua italiana nelle comunità dei nostri emigrati e dei loro discendenti, potenziando la rete (internet) o favorendo accordi con le università e vari enti dei Paesi che li ospitano.
Bisogna riavvicinare i nostri connazionali emigrati all'estero (ed i loro discendenti) al nostro Paese.
Se non lo facciamo, la perdita sarebbe grande.
Cordiali saluti.

RONCOFERRARO, SERVE PIU' DESTRA!

Cari amici ed amiche.

Leggete questo scritto redatto dall'amico Ettore Alessi, sul blog del Circolo "Nuove Prospettive per Roncoferraro" ed intitolato "Manifesto del Circolo".
Il succitato circolo vuole muoversi sul territorio e creare un'alternativa credibile a questo centrosinistra che sta amministrando male il Comune.
Condivido sostanzialmente le parole di Alessi ma mi permetto di fare qualche appunto.
Alessi, infatti, ha fatto pervenire anche a me il testo cartaceo .
Un suo punto recita:

"Se avessimo voluto caratterizzare in sesnso partitico il nostro impegno civile avremmo operato una scelta in questo senso. Non lo abbiamo fatto perché chiunque si riconosca nei valori sociali del liberalismo, della socialdemocrazia e del cattolicesimo liberale potesse trovarsi a proprio agio nel nostro circolo.".

La scelta di non operare in senso partitico è legittima e qui non ho nulla da eccepire. Anzi è giusto cercare di attingere dalla società civile anche quelle forze distanti dalla logica dei partiti.
Invece, faccio l'appunto sui valori sociali.
Io penso che se il Circolo "Nuove Prospettive per Roncoferraro" vuole avere un "nesso di centrodestra" deve incominciare a fare sì che abbia più destra al suo interno.
Oltre al cattolicesimo liberale, al liberalismo e alla socialdemocrazia, il circolo deve iniziare a guardare anche a quel cattolicesimo "controrivoluzionario" o di "destra", quello di Plinio Correa de Oliveira, per intenderci, oppure a forze come "Comunione e Liberazione".
In poche parole deve cominciare a guardare anche a quell'area che per esempio pone fermamente le questioni dei valori della famiglia, la difesa della vita, l'inviolabilità della proprietà privata (che è riconosciuta da Plinio Correa de Oliveira) e la sussidiarietà. Quest'ultimo è un principio caro a "Comunione e Liberazione".
Insomma, serve più destra.
Lo stesso discorso vale anche per il Popolo della Libertà di Roncoferraro che, a mio avviso, è ancora troppo democristiano e socialisteggiante.
Nel PdL roncoferrarese deve pesare di più anche la componente di destra, cattolica ed atlantista.
Il PdL è un partito di centrodestra e non di centro. Un PdL senza la componente di destra è un PdL zoppo.
Se si vuole essere realmente alternativi al centrosinistra, si deve fare così.
Se ci si "imbottiglia" al centro, si dà partita vinta al centrosinistra che da anni sa districarsi bene in quella parte della politica.
Allora, riflettiamo.
Il lavoro fatto da Alessi è comunque da apprezzare.
Cordiali saluti.

PRESENTAZIONE DEL BLOG DEL CENTRO BENESSERE "HALOS BENESSERE"

Cari amici ed amiche.

Degli amici di famiglia mi hanno chiesto se, per favore, presentassi il blog della loro attività che hanno appena inaugurato.
Io non nego i favori agli amici e pertanto presento il blog del centro benessere "Halos Benessere".
Questo centro pratica l' aloterapia, ossia le terapie a base di sale.
Intendiamoci, questo trattamento non sostituisce la medicina tradizionale (né intende farlo) ma aiuta a risolvere i problemi all'apparato respiratorio piuttosto che quelli dovuti allo stress.
Ciò avviene grazie ad un ambiente speciale con microclima marino, la "stanza di sale", un sistema già in uso in altre parti, come nel Ravennate.
Questa ha stanza ha le pareti ricoperte di sali provenienti da vari posti, dall'Himalaya (ove vi è il noto "sale rosa") a Cervia. Uniti al particolare microclima interno e alle particolari condizioni di umidità, questi sali aiutano a risolvere certi problemi fisici.
Pertanto, spero che andiate in tanti in questo centro benessere che si trova in Via Giacomo Puccini n°9, a Roncoferraro (località Barbassolo), in provincia di Mantova.
Ringrazio l'amico Verzelleri Tolmino (il titolare), per avermi citato.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.