Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 6 ottobre 2011

LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI? E' GIUSTA!

Cari amici ed amiche.

Io trovo giusto che si faccia una legge sulle intercettazioni.
Qui nessuno vuole limitare la libertà di nessuno ma vi è un grosso problema.
Infatti, si sta facendo un uso spropositato delle intercettazioni, specie di ciò che riguarda i processi.
Troppo spesso, vi sono fughe di notizie che vengono riportate su determinati giornali.
Così, anziché farli in aula, i processi vengono fatti nelle trasmissioni televisive, nelle piazze e qui quotiadiani.
E così, vengono date delle sentenze basate più sulle emozioni (e magari anche sulle menzogne) che non su fatti concreti dai numerosi giornalisti piuttosto che dalla gente comune, ancora prima che il sia il giudice in tribunale a compiere il proprio operato.
Le vite di parecchie persone sono così rovinate.
E' chiaro che serva un freno a tutto ciò.
Di sicuro, quando ci sono queste situazioni, ci sono due responsabili, colui che lavora nella Procura e che dà le informazioni al giornalista di turno ed il giornalista stesso che le pubblica.
Entrambi devono essere sanzionati.
Inoltre, riguardo ai blog, l'obbligo di rettifica entro 48 ore vale solo per le testate registrate.
Quindi, chi dice che questa legge voglia imporre un "bavaglio" dice una falsità.
Mi sorprende la posizione presa da Wikipedia che non condivido.
Com'è noto, Wikipedia Italia si è autocensurata per protestare contro questa legge.
Sinceramente, io dico che sono sconcertato di fronte a questa affermazione.
Wikipedia è un'enciclopedia e, come tale, credo che debba manifestare terzietà di fronte ad opinioni politiche o religiose.
Così, sembra che si sia schierata politicamente. Nessuno vuole limitare a Wikipedia la possibilità di fare cultura.
Un conto è fare cultura, che è una gran cosa. Un altro è prendere delle posizioni politiche.
Cordiali saluti.

POPOLO DELLA LIBERTA' , REGOLAMENTO DEI CONGRESSI LOCALI


Cari amici ed amiche.

E' tempo di congressi per il Popolo della Libertà. Sul sito "Forzasilvio.it" è comparso il regolamento che ho qui pubblicato:


Art. 1 - Il corpo elettorale – esercizio dei diritti associativi

Potranno partecipare ai congressi, secondo le norme statutarie, gli associati e gli aderenti in regola con il tesseramento 2011 secondo le seguenti modalità:

• Sono elettori ed eleggibili tutti coloro che siano maggiorenni alla data del congresso e che abbiano acquisito la qualifica di associato entro il 31 ottobre 2011, e che abbiano versato la relativa quota stabilita. Gli associati che, alla data di svolgimento del congresso, non abbiano ancora compiuto il diciottesimo anno di età hanno diritto al solo elettorato attivo.

• Sono elettori, ma non eleggibili, tutti coloro che abbiano acquisito la qualifica di aderente entro il 31 ottobre 2011, e abbiano versato la relativa quota
fissata in 10 euro.

Si intende come data di iscrizione quella di ricezione della domanda di iscrizione, o di rinnovo, da parte delle sede centrale. Saranno accettate le domande d’iscrizione spedite singolarmente che perverranno attraverso i servizi postali anche dopo la data del 31 di ottobre ma con data certa di spedizione non successiva a quella del 31 di ottobre.

Gli elenchi necessari per le votazioni e la verifica degli aventi diritto verranno trasmessi ai coordinatori regionali, provinciali e grandi città dalla Sede Nazionale – Settore Adesione.

Coloro i quali hanno fatto domanda d’iscrizione come aderenti e associati di cui all’ultimo comma dell’art. 3 del regolamento delle adesioni dovranno essere convocati, ed eserciteranno il diritto di elettorato attivo e passivo dopo aver sanato la loro posizione alle condizioni ivi indicate.

Art. 2 - Esercizio diritto di voto non residenti.

Tutti gli associati eletti ad ogni livello, a partire dal livello comunale e i presidenti di circoscrizione limitatamente alle Grandi Città previste dall’art. 28 dello statuto, qualora la loro residenza non coincida con il territorio di elezione, hanno diritto di esercitare il loro voto al Congresso corrispondente alla residenza, oppure in uno qualsiasi dei congressi corrispondenti al territorio di elezione.

Gli associati che siano Assessori Regionali, Comunali e Provinciali, qualora non risiedano nell’ambito del territorio da essi amministrato, possono esercitare il diritto di voto al Congresso corrispondente alla residenza, oppure in uno qualsiasi dei congressi corrispondenti al territorio amministrato.

Rimane inteso che comunque ogni associato, anche qualora eletto o componente di giunta, può votare in un solo congresso.
A tal fine coloro che ne hanno titolo esercitano un’opzione, che deve essere comunicata secondo le modalità ed entro il termine fissato dal Segretario Nazionale.

Gli associati/aderenti iscritti ad atenei con sede diversa da quella di residenza hanno diritto di esercitare il loro voto al Congresso corrispondente alla residenza, oppure possono chiedere, secondo le modalità ed entro il termine fissato dal Segretario Nazionale, di esercitare tale diritto nel congresso corrispondente alla sede di ateneo al quale sono iscritti.
In caso di mancata opzione, si applica il criterio della residenza anagrafica.

A tutti i parlamentari nazionali ed europei, ai consiglieri regionali e agli amministratori locali, a partire dal livello provinciale, e ai sindaci dei comuni superiori, è assicurato il diritto di parola ai Congressi corrispondenti al territorio di elezione o al territorio amministrato, anche qualora non siano membri ad altro titolo di tale Congresso.
Ai membri della Direzione Nazionale del Popolo della Libertà è garantito il diritto di parola in tutti i congressi.

Art. 3 - Modalità di Convocazione

I Congressi sono convocati dal Segretario Nazionale, che può delegare i Coordinatori Regionali per gli adempimenti operativi.

Il Segretario Nazionale, all’atto della convocazione dei congressi, determina per ciascuno di essi il numero dei componenti elettivi previsti dal 2° comma dell’art. 31 dello Statuto.

La convocazione, che dovrà contenere la data e il luogo di svolgimento dell’assemblea, gli orari delle votazioni, e il numero degli eligendi, avverrà mediante lettera personale, per via cartacea o telematica, a tutti gli aventi diritto, e mediante inserzione con adeguata evidenza almeno tre giorni prima della data prevista, sul principale o i principali quotidiani diffusi nella provincia. Dovrà inoltre essere pubblicata sul sito internet del Popolo della Libertà almeno una settimana prima della data prevista. In ogni caso la Segreteria nazionale pubblicherà sul sito internet del Popolo della Libertà il calendario delle date dei congressi non appena predisposto, e comunque in tempo utile per consentire la presentazione delle candidature ai sensi del successivo art.5. Rimane inteso che ai fini della validità del Congresso fanno testo l’avvenuta pubblicazione della convocazione sulla stampa, e sul sito internet del Popolo della Libertà.

Art. 4- Presidenza dei congressi e seggi elettorali

Il Segretario Nazionale indica il Presidente di ciascun Congresso.

Ogni Presidente di Congresso nomina uno o più vice-presidenti. Il Presidente insedierà i seggi elettorali necessari al corretto e veloce svolgimento delle operazioni di voto così come previsto dal successivo art. 6. Per ogni seggio, nominerà un Presidente di seggio di sua scelta, e un numero di scrutatori non inferiore a due. Ogni candidato coordinatore potrà designare uno scrutatore per ciascuno dei seggi costituiti.

Art. 5 - Modalità di presentazione delle candidature

La candidatura alla carica di Coordinatore dovrà essere accompagnata dall’indicazione del Vice Coordinatore Vicario, da una lista di candidati al Coordinamento non inferiore a 5 e non superiore al 50% degli eligendi e da una mozione programmatica. Il tutto dovrà essere sottoscritta da un numero di associati e aderenti non inferiore a 1/5.000 degli abitanti della provincia di pertinenza, oppure 200 associati o aderenti.

La candidatura dovrà essere presentata al Segretario Nazionale entro 7 giorni dalla data prevista per il Congresso.

Il Segretario Nazionale, sentito il parere del coordinatore regionale di competenza e dei tre Coordinatori Nazionali, può proporre di non ammettere candidature, sebbene regolarmente presentate, che consideri inopportune per il sereno e ordinato svolgimento della vita del partito su quei territori. Su tale proposta decide entro il secondo giorno successivo la Commissione di Garanzia.

Art. 6 - Tempi di apertura dei seggi elettorali

Le votazioni si svolgeranno in una sola giornata e presso un'unica sede. Il numero dei seggi da costituire dovrà tener conto del numero degli aventi diritto e in ogni caso prevedere almeno un seggio ogni 500 aventi diritto. I seggi si apriranno al termine del dibattito e comunque non più tardi delle ore 14 del giorno di svolgimento del congresso, e chiuderanno lo stesso giorno, alle ore 19 per le province/grandi città nelle quali il numero di aderenti e associati non sia superiore a 2.000, alle ore 21 per le province/grandi città nelle quali il numero di aderenti e associati non sia superiore a 10.000, alle ore 23 per tutti gli altri casi. In situazioni particolari il Segretario nazionale può autorizzare tempi di votazione più ampi o più ristretti.

Art. 7 - Riconoscimento degli elettori

Ogni elettore dovrà essere identificato attraverso l’esibizione di un documento di identificazione personale, valido ai sensi di legge.
Gli studenti fuori sede che ne abbiano fatto preventivamente richiesta e che sono stati inseriti negli elenchi degli aventi diritto, dovranno esibire anche il tesserino o il libretto universitario ovvero altro documento idoneo ad attestare la loro iscrizione all’ateneo.

Art. 8 - Il procedimento elettorale.

Le votazioni per le elezioni del Coordinatore e del Coordinamento avvengono a scrutinio segreto.

Il Coordinatore viene eletto a maggioranza semplice dei votanti, purché abbia conseguito almeno il 35% dei voti. In caso contrario, il Segretario Nazionale nomina un commissario, con il compito di riconvocare il congresso entro il limite di un anno.
L’elezione del Coordinatore comporta l’elezione contestuale del Vice Coordinatore Vicario.
I membri elettivi del coordinamento sono eletti dal Congresso, sulla base delle liste collegate ai candidati coordinatori, e in ragione dei voti espressi a tali candidati. I seggi sono attribuiti con il metodo proporzionale, individuando i quozienti naturali interi e poi i resti più alti.

Tuttavia, qualora la lista collegata al candidato Coordinatore eletto abbia ottenuto, con il metodo di cui al precedente comma, un numero di eletti inferiore al 60% degli eligendi, viene attribuito un premio di governabilità tale da assegnare alla lista il 60% degli eligendi, arrotondato per eccesso. In questo caso, il metodo proporzionale di cui al precedente comma, viene utilizzato per attribuire alle altre liste i restanti seggi.

All’interno di una lista, non possono essere espresse preferenze. E’ possibile tuttavia effettuare delle aggiunte, indicando in calce alla lista nominativi di altri associati purchè non candidati in altre liste. Per ogni voto espresso può essere indicata una sola aggiunta.

All’interno di ciascuna lista i candidati sono eletti sulla base dell’ordine di lista. L’ordine è quello indicato all’atto della presentazione della lista.
Qualora tutti i candidati siano eletti, gli eventuali ulteriori seggi spettanti sono attribuiti agli aggiunti, sulla base della graduatoria dei voti individuali ottenuti.

Qualora tale graduatoria sia esaurita, gli ulteriori seggi spettanti sono assegnati ad associati scelti dal candidato Coordinatore al quale la lista è collegata, fra gli associati che non siano candidati in altre liste.

I candidati Coordinatori e Vice Coordinatori non eletti sono considerati come primi dell’ordine di lista dei candidati al Coordinamento nella lista ad essi collegata.

Tag: PDL congressi

Cordiali saluti.

mercoledì 5 ottobre 2011

UGUAGLIANZA, COMMENTO ALL'ENCICLICA "DE RERUM NOVARUM"


Cari amici e amiche.

Leggete questo brano della lettera Enciclica di Papa Leone XIII "De Rerum novarum":

«Si stabilisca dunque in primo luogo questo principio: che si deve sopportare la condizione propria dell’umanità; togliere dal mondo le disparità sociali è cosa impossibile. Lo tentano, è vero, i socialisti, ma ogni tentativo contro la natura delle cose riesce inutile. Poiché la più grande varietà esiste per natura tra gli uomini: non tutti posseggono lo stesso ingegno, la stessa solerzia, non la sanità, non le forze in pari grado: e da queste inevitabili differenze nasce di necessità la differenza delle condizioni sociali. E ciò torna a vantaggio sia dei privati che del civile consorzio, perché la vita sociale abbisogna di attitudini varie e di uffici diversi, e l’impulso principale, che muove gli uomini ad esercitare tali uffici, è la disparità dello stato.».

Ora, faccio delle considerazioni.
Prima di tutto, ringrazio l'amico Filippo Giorgianni, che su Facebook mi ha segnalato questo brano.
Il discorso inerente all'uguaglianza è molto complesso.
Se qualcuno mi chiedesse se sia giusto che tutti abbiano eguali diritti la mia risposta sarebbe affermativa.
Tuttavia, bisogna capire una cosa.
Uguaglianza non significa egualitarismo.
Un conto è dire che tutti debbano avere gli stessi diritti fondamentali, come la vita, la libertà di esprimere la propria opinione ed il lavoro.
Un altro è il volere imporre un "canone unico" a tutte le persone senza tenere conto delle peculiarità di ciascuna di loro, cosa che vogliono fare quelle idee totalizzanti (e totalitarie) come comunismo e nazismo.
Molto spesso, questo egualitarismo va di pari passo con il relativismo, ossia con la negazione delle verità rivelate, in nome dell'uguaglianza.
E' il tipico caso del crocifisso tolto dalle scuole o della carne suina che non viene servita nelle mense.
Poiché "tutti debbono essere uguali" bisogna togliere il crocifisso, la cui esposizione sarebbe una mancanza di rispetto per chi non è cattolico, o bisogna eliminare la carne suina dai menù delle mense scolastiche, per non offendere chi per religione non mangia la carne suina.
Magari, in futuro, qualcuno avrà la "bella idea" di levare anche l'altra carne dai menù...per non offendere i vegetariani o i vegani.
E' chiaro che tutto ciò non sia uguaglianza ma un ipocrita egualitarismo che ha come idea di fondo il relativismo e in cui delle minoranze impongono la propria opinione su una maggioranza.
Se uno non vuole vedere il crocifisso, non lo guardi.
Se uno non vuole mangiare carne suina, mangi qualcos'altro.
Lo stesso discorso vale per chi non vuole mangiare la carne in generale.
Il consorzio umano è fatto di persone diverse.
Ogni persona, ha capacità diverse, approcci diversi verso l'altro ed idee diverse.
Purtroppo, in certe realtà (come la scuola pubblica e molte università) questo concetto è spesso ignorato a tal punto che manca anche la meritocrazia.
E così, ad esempio, vi sono dei laureati che si vantano del proprio titolo per farsi grandi di fronte agli altri ma sono ignoranti come delle zucche come anche degli studenti promossi senza merito.
Il concetto di meritocrazia non favorisce una discriminazione delle persone ma fà si che i migliori vadano avanti (perché è giusto che vadano avanti) e coloro che sono rimasti indietro possano essere stimolati a migliorarsi.
Purtroppo, una certa mentalità che è presente nelle scuole e nelle università va in ben altra direzione.
Bisogna riflettere.
Cordiali saluti.

TEMPLARI, FORSE IL COMPLOTTO FU FATTO CONTRO DI LORO...E CONTRO LA CHIESA?

Cari amici ed amiche.

Nell'articolo da scritto il 22 febbraio 2011 ed intitolato "Complotto dei Cavalieri Templari? Sembra una teoria bizzarra..." ho parlato di un presunto complotto che sarebbe stato ordito dai cavalieri dell'Ordine Templare e che avrebbe previsto che questi avrebbero preso il potere attriverso il controllo della moneta e scardinando le istituzioni costuite, compresa la Chiesa cattolica.
Ora, io vorrei fare una riflessione, anche alla luce dei recenti studi che ho fatto, su vari testi, tra cui quello intitolato "Europa misteriosa" della Reader's Digest, che è in mio possesso.
I cavalieri dell'Ordine Templare, in realtà, rappresentavano la concezione medioevale dell'Europa, quell'Europa che venne fondata nella notte di Natale dell'800, con l'incoronazione del re dei Franchi Carlo Magno, dopo il processo di evangelizzazione dei popoli barbari.
Carlo Magno, infatti, fu il sacro romano imperatore, l'imperatore del Sacro Romano Impero, un impero che si pose in continuità con l'Impero Romano e che ebbe come cardine il Cristianesimo.
Basti pensare al trono di Carlo Magno che si trova ad Aquisgrana (Aachen-Aix-la-Chapelle, in Germania) e che pare fosse stato fatto con i marmi provenienti dalla Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
I cavalieri dell'Ordine Templare furono i più fedeli continuatori di questa concezione.
Il loro ordine era sparso dappertutto ed univa tante persone di etnia diversa sotto la bandiera del Cristianesimo e di Santa Romana Chiesa, esattamente come l'Europa carolingia.
Chi distrusse l'ordine, il re di Francia Filippo IV il Bello, fu anche colui che innescò la disgregazione della cristianità.
Infatti, dopo la Cattività Avignonese dei Papi (1309-1377) e lo Scisma d'Occidente (1377-1417), la Chiesa andò incontro ad un processo di disgregazione in cui i monarchi avevano il potere sulle Chiese locali dei vari Stati.
Questo favorì la Riforma protestante che disgregò definitivamente la cristianità.
Ora, i cavalieri dell'Ordine Templare obbedivano solo al Papa e quindi erano lo strumento più valido della Chiesa cattolica.
Chi ebbe l'interesse a distruggere questi cavalieri, prima fece in modo che l'ordine fosse messo in cattiva luce agli occhi del Papa. Di ciò, scrissi nell'articolo intitolato "Il vero idolo dei Templari? Fu Gesù Cristo!". Poi, tenendo conto del fatto che Papa Clemente V fosse suo ostaggio, re Filippo IV il Bello fece sì che l'ordine venisse sciolto nel 1314.
Di fatto, ammesso che ci fosse stato, il complotto non sarebbe stato ordito dai Templari ma contro di essi.
Dopo la Guerra Civile inglese (1642-1649), la vedova di re Carlo I Stuart, Enrichetta Maria di Borbone, si ritrò in Francia.
Nel castello di Saint Germain en Laye si formò un circolo stuardista, scozzese e cattolico.
In questo circolo, potrebbe essere nata la Massoneria di Rito Scozzese.
Secondo alcuni, però, pare che essa discenda da quei cavalieri templari che si rifugiarono in Scozia nel XIV secolo, che pare avessero fondato la Rosslyn Chapel .
Ad avallare questa tesi ci fu un massone, un certo Andrew Michael Ramasay (1681-1743).
Protestante, Ramsay si convertì al cattolicesimo nel 1709. I dati che ho preso sono più che attendibili, visto che lo ho presi dal sito della Grand Lodge of British Columbia and Yukon.
Ramsay propose una massoneria molto legata alla tradizione cavalleresca ed una visione di un'Europa cristiana come quella del Medio Evo, l'Europa carolingia e quella che fu proposta dai cavalieri templari.
La sua era una massoneria ben lontana da quella da quella ad egli contemporanea (che era una massoneria "salottiera") come da quella del Grande Oriente di Francia, che dal 1877 iniziò ad ammettere gli atei e gli agnostici.
Ora, Ramsay e la massoneria possono essere discutibili. Però, alcuni dati coincidono.
Credo che la storia debba essere letta al completo e senza pregiudizi.
Forse, la verità potrebbe essere molto diversa dalla storia che ci viene tramandata dai libri ufficiali.
Cordiali saluti.

GIULIANO FERRARA: "I MAGISTRATI AGITANO GLI SPIRITI FORCAIOLI"

Cari amici ed amiche.

Il vulcanico direttore de "Il Foglio", Giuliano Ferrara, ha parlato nella trasmissione "Qui Radio Londra".
Guardate questo video su Youtube che è intitolato "Qui Radio Londra: "I magistrati eccitano gli spiriti forcaioli" 04 ottobre 2011 Giuliano Ferrara" .
Sono sostanzialmente d'accordo con quanto affermato da Ferrara.
Il caso di Amanda Knox e Raffaele Sollecito ne è la dimostrazione.
Questi due ragazzi furono accusati dell'omicidio di Meredith Kercher, furono sbattuti sulle prime pagine dei giornali e messi in carcere per quattro anni...per essere scarcerati perché non c'erano delle prove certe contro di loro.
I magistrati hanno commesso dei gravi errori.
Il primo è stato quello di avere concentrato l'attenzione su Amanda e Raffaele e di non avere provato a battere altre piste.
Il secondo è stato quello di avere (di fatto) permesso che quei due ragazzi venissero messi alla gogna da parte dei mass media.
Se io fossi stato uno di quei magistrati che indagavano su di loro, avrei chiesto un po' di riserbo.
Il terzo errore è stato l'avere costruito un processo senza tenere conto del fatto che la scena del crimine fosse stata inquinata dai vari fotografi e dalle numerose persone che entrarono in quella casa in cui avvenne l'omicidio.
Era evidente che qui si volesse trovare un colpevole e tutti costi, a prescindere dal fatto che le persone indagate fossero colpevoli o meno.
Una certa magistratura vuole solo essere protagonista, anche a scapito del proprio mestiere.
Ciò, a mio avviso, rischia di squalificare le istituzioni e di alimentare spiriti giustizialisti e giacobini.
Cordiali saluti.

martedì 4 ottobre 2011

CROLLO DI BARLETTA, UNA TRAGEDIA PREANNUNCIATA?


Cari amici ed amiche.

Leggete la notizia comparsa sul sito del TGCOM che è intitolata "Crolla una palazzina a Barletta cinque vittime e diversi feriti" .
Esprimo il mio cordoglio per le vittime e faccio una considerazione.
Alcuni dicono che già in passato la palazzina avesse segni di cedimento e che gli inquilini avessero parlato apertamente dei problemi di staticità dello stesso edificio.
Se tutto ciò dovesse essere vero, sarebbe una cosa grave perché (evidentemente) nessuno fece niente per evitare questa tragedia.
Se la cosa era nota, perché nessuno fece niente?
Cordiali saluti.

CAPITALISMO, COMMENTO ALL'ARTICOLO DE "IL GIORNALE DEL SUD"

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo de "Il Giornale del Sud" che è intitolato "L'offensiva della grande finanza: poca carota e molto bastone" .
Io penso che il problema non sia il capitalismo americano in quanto tale.
Il capitalismo anglo-americano è , di per sè, il sistema migliore tra le varie opzioni.
Infatti, il sistema pianificato comunista è fallito e ha portato tanta povertà.
Un sistema del genere dovrà rimanere sui libri di storia e non essere più riproposto.
Il sistema capitalista alpino-renano (che è anche quello italiano) ha dei limiti. Infatti, una pubblica isituzione (come lo Stato) che entra nell'economia rischia di favorire certi consociativismi politici e corruzione. Certe commistioni tra pubblico e privato hanno portato a ciò.
Qui in Italia è successo questo.
Il sistema capitalista anglo-americano, invece, è senza dubbio il migliore per produrre ricchezza.
Lo Stato non entra nell'economia e fa il mestiere che gli compete.
Allora, dove sta il problema?
Il problema sta nel fatto che tanta ricchezza fosse stata prodotta sul nulla.
Le due forze del capitalismo sono i capitali ed il lavoro.
Purtroppo è venuto meno proprio il lavoro.
E così, al posto delle aziende ci sono le banche. Alcuni hanno visto come assai più comodo fare soldi giocando in borsa che non costruendo un'azienda privata.
Da qui è nato questo sistema malato fondato su una speculazione.
Molti Paesi, come la Grecia, si sono ingolositi di fronte a questo sistema e hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità.
Da qui è nato questo caos.
Bisogna che ci sia un cambio di cultura e che si ritorni a quel capitalismo fondato sì sui capitali ma anche sul lavoro.
Cito le parole del vescovo Thomas di Cobham, vescovo inglese del XIII secolo, che affermò:

"Vi sarebbe na grande mancanza in molti paesi se i mercanti non portassero ciò che abbonda in un luogo in altro dove queste stesse cose mancano. Perciò possono a buon diritto ricevere il prezzo del loro lavoro.".

Cito le parole di Winston Churchill, che affermò:

"L'azienda privata non è una tigre feroce da uccidere né una vacca da mungere.
E' un robusto cavallo che traina un carro molto pesante.".

Torniamo a questo capitalismo.
Cordiali saluti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.