The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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martedì 28 giugno 2011
CARO MARCO TRAVAGLIO, NON SONO D'ACCORDO CON TE!
Cari amici ed amiche.
Guardate questo video che ho preso da Youtube e che mostra una trasmissione che ho visto ieri notte.
Infatti, mentre facevo dello zapping, mi era capitata davanti agli occhi una trasmissione con il giornalista Marco Travaglio che collaborava con Beppe Grillo, http://grillorama.beppegrillo.it/berluscoma.
Immagino che abbiate già capito l'antifona.
In questa trasmissione, il noto "giornalista giacobino" ha parlato della TAV Lione-Torino e delle carceri.
Ora, faccio delle mie considerazioni.
Io penso che le espressioni di Travaglio non siano condivisibili.
Lui dice che, con con i soldi che verranno spesi per la TAV, si potrebbe finanziare la costruzione di nuove carceri e superare così il problema delle nostre strutture carcerarie che sono affollate.
Io non condivido questa tesi, che mi sembra una classica dimostrazione di pura demagogia.
Qualche anno fa, il noto telegiornale satirico di Antonio Ricci "Striscia la Notizia" mostrò alcune strutture carcerarie nuove di zecca e che sono inutilizzate.
Una di queste è qui nel Mantovano, a Revere.
Non si potrebbero usare queste strutture?
Perché non vengono usate queste nuove strutture?
Forse (e questa è una mia ipotesi) potrebbe esserci il fenomeno del "NIMBY", lo stesso fenomeno che frena la realizzazione di varie infrastrutture, TAV compresa.
In pratica, tutti sono d'accordo nel fare le carceri, le strade, le ferrovie, i ponti, le gallerie e quant'altro.
Però, quando queste vengono fatte, arrivano i comitati di paese, vari amministratori locali ed associazioni più o meno fantomatiche che iniziano a fare i presidi e a protestare perché passa attraverso il loro territorio.
Questo è il "NIMBY", l'acronimo inglese "Not in my backyard".
Tutti sono d'accordo sul fatto che si debbano fare le infrastrutture ma nessuno vuole che esse siano sul suo territorio.
Lo stesso discorso vale anche per la TAV.
Ora, la TAV è un'opera importantissima!
Il nostro Paese, ad esempio, vive di turismo.
Purtroppo, le sue infrastrutture sono molto deficitarie. Abbiamo strade e ferrovie non all'altezza e poco sicure.
Cosa si deve fare?
I comitati "No TAV" dicono che si può ammodernare la linea storica della Val di Susa.
Questo è falso.
Potenziare una struttura esistente costa molto di più che costruirne una ex-novo.
Anzi, non solo costerebbe di più ma un ammodernamento della vecchia linea della Val di Susa potrebbe avere anche un impatto ambientale maggiore.
E allora, smettiamola con la demagogia!
L'Italia già paga errori del passato, errori dovuti e scelte figlie della demagogia.
Appena un Governo faceva una riforma, arrivavano le opposizioni ed altre organizzazioni che manifestavano ed i sindacati facevano scioperi a non finire.
Un Paese che si lascia prendere solo dalla demagogia merita solo di fallire!
Lo so, questa è un'espressione cattiva. Io amo l'Italia, forse, più di certi demagoghi che dicono no alla TAV o ad altre infrastrutture.
Però, se un Paese non ha una strategia e si basa solo sulle emozioni è destinato al declino e merita di finire male.
L'idealismo deve pur sfociare in un piano concreto.
Con il puro idealismo non si mangia!
Cordiali saluti.
I MIGLIORI AUGURI AL CARDINALE SCOLA
Cari amici ed amiche.
La Chiesa ambrosiana ha un nuovo Arcivescovo di Milano, Sua Eminenza, il cardinale Angelo Scola.
Nato a Malgrate (in provincia di Lecco), il 07 novembre 1941, il cardinale Scola era figlio di un camionista e di una casalinga. Parteciptò ad Azione Cattolica e frequentò il liceo classico "Alessandro Manzoni" di Lecco.
Studiò filosofia cristiana presso l'Università Cattolica de Sacro Cuore di Milano e ne divenne dottore.
Divenne grande amico di don Luigi Giussani, fondatore di "Comunione e Liberazione", e d entrà a fare parte della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e il 18 luglio 1970 venne ordinato sacerdote.
Andò a Friburgo, in Svizzera, ove divenne dottore in teologia e conobbe il cardinale svizzero Hans Urs Von Balthasar, con cui realizzò due libri intervista.
Partecipò anche al movimento "Comunione e Liberazione" collaborò alla fondazione della rivista "Communio".
Presso l'università di Friburgo, don Angelo Scola iniziò ad insegnare.
Nel 1982, divenne insegnante presso la Pontificia Università Lateranense di Roma.
Il 20 luglio 1991 don Angelo Scola venne nominato vescovo di Grosseto.
Nel 1994 divenne membro della Congregazione per il Clero e nel luglio 1995 divenne rettore della Pontificia Università Lateranense e preside del "Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia".
Il 05 gennaio 20o2 divenne Patriarca di Venezia.
Il 21 ottobre 2003, il Beato Papa Giovanni Paolo II lo creò cardinale.
Oggi, il Santo Padre Benedetto XVI lo ha nominato Arcivescovo di Milano, al posto del cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha rinunciato a causa dei limiti di età raggiunti.
Ora, faccio delle considerazioni.
Io penso che il cardinale Scola sia la persona giusta per guidare l'Arcidiocesi di Milano.
Sicuramente, saprà fare sì che siano sanate certe "deviazioni" che ci sono state in seno alla Chiesa ambrosiana.
Finalmente, a Milano, ci sarà una Chiesa più incline a riproporre la morale cristiana, una visione lontana da certe ideologie e strumentalizzazioni politiche.
Pertanto, faccio i miei migliori auguri al cardinale Scola.
Cordiali saluti.
La Chiesa ambrosiana ha un nuovo Arcivescovo di Milano, Sua Eminenza, il cardinale Angelo Scola.
Nato a Malgrate (in provincia di Lecco), il 07 novembre 1941, il cardinale Scola era figlio di un camionista e di una casalinga. Parteciptò ad Azione Cattolica e frequentò il liceo classico "Alessandro Manzoni" di Lecco.
Studiò filosofia cristiana presso l'Università Cattolica de Sacro Cuore di Milano e ne divenne dottore.
Divenne grande amico di don Luigi Giussani, fondatore di "Comunione e Liberazione", e d entrà a fare parte della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e il 18 luglio 1970 venne ordinato sacerdote.
Andò a Friburgo, in Svizzera, ove divenne dottore in teologia e conobbe il cardinale svizzero Hans Urs Von Balthasar, con cui realizzò due libri intervista.
Partecipò anche al movimento "Comunione e Liberazione" collaborò alla fondazione della rivista "Communio".
Presso l'università di Friburgo, don Angelo Scola iniziò ad insegnare.
Nel 1982, divenne insegnante presso la Pontificia Università Lateranense di Roma.
Il 20 luglio 1991 don Angelo Scola venne nominato vescovo di Grosseto.
Nel 1994 divenne membro della Congregazione per il Clero e nel luglio 1995 divenne rettore della Pontificia Università Lateranense e preside del "Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia".
Il 05 gennaio 20o2 divenne Patriarca di Venezia.
Il 21 ottobre 2003, il Beato Papa Giovanni Paolo II lo creò cardinale.
Oggi, il Santo Padre Benedetto XVI lo ha nominato Arcivescovo di Milano, al posto del cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha rinunciato a causa dei limiti di età raggiunti.
Ora, faccio delle considerazioni.
Io penso che il cardinale Scola sia la persona giusta per guidare l'Arcidiocesi di Milano.
Sicuramente, saprà fare sì che siano sanate certe "deviazioni" che ci sono state in seno alla Chiesa ambrosiana.
Finalmente, a Milano, ci sarà una Chiesa più incline a riproporre la morale cristiana, una visione lontana da certe ideologie e strumentalizzazioni politiche.
Pertanto, faccio i miei migliori auguri al cardinale Scola.
Cordiali saluti.
ITALIANS WORLDWIDE NETWORK -IWN
Cari amici ed amiche.
E' nato un nuovo network degli italiani nel mondo. Il suo nome è "Italians Worldwide Network-IWN".
Il suo link è http://www.italiansworldwidenetwork.org/ e potrete trovarlo anche nella voce "Link Preferiti" di questo blog.
I fondatori di questo network sono Michele Capaccioli, Andrea Muzzarelli, Roberto Orsi e Ricky Filosa, il direttore di "Italia chiama Italia".
Questo network è un "think thank" indipendente e no-profit e serve a garantire un rapporto tra i nostri connazionali all'estero e le istituzioni del nostro Paese. Quindi, esso fa sì che tutte quelle problematiche degli italiani nel mondo siano portate all'attenzione dei nostri politici.
Questa è un'iniziativa lodevole.
Molto spesso, la voce degli italiani che risiedono al di fuori dei confini del nostro Paese non è ascoltata.
I nostri connazionali nel mondo hanno vari problemi a rapportarsi con le nostre istituzioni. Un caso è quello degli italiani di Tacuarembò, di cui ho spesso parlato.
E' giusto rendere più a loro vicini il nostro Paese e le nostre istituzioni.
Pertanto, do il mio benvenuto a "Italians Worldwide Network-IWN".
Cordiali saluti.
lunedì 27 giugno 2011
TAV, IL MONDO CI GUARDA!
Cari amici ed amiche.
Vi invito a rileggere questo mio vecchio articolo scritto su "Italia chiama Italia".
L'articolo è inititolato "Un nostro lettore: "Sono un elettore di centrodestra ma non mi piace la TAV". La risposta dell'articolista Fucilone".
In questo articolo, un lettore di "Italia chiama Italia" aveva fatto delle osservazioni (che non condividevo ma che rispettavo) su un mio articolo precedente che parlava della questione della TAV, la ferrovia ad Alta Velocità Lione-Torino.
Purtroppo, quest'opera è molto contestata e, giusto ieri, ci sono stati scontri in Val di Susa tra poliziotti e manifestanti. Ora, esprimo il mio parere.
Qui non si è capita una cosa.
Un'opera come la TAV è necessaria.
Essa è parte di un tracciato ben più lungo che parte da Lisbona e che arriva a Kiev.
Su quell'asse dovranno transitare persone e merci.
Ora, i "No Tav" dicono che si può riqualificare e potenziare la linea storica della Val di Susa, senza fare un'altra sede ferroviaria.
Io rispondo dicendo che una cosa del genere non è possibile.
Infatti, per trasformare la vecchia ferrovia servono delle grandi modifiche nel tracciato e nelle strutture.
Ergo, modificare una struttura esistente non conviene.
Infatti, costa di più e non è detto che abbia un impatto ambientale inferiore rispetto alla realizzazione di un'infrastruttura ex-novo.
Quindi, i "No Tav" farebbero bene a documentarsi meglio prima di dire che la realizzazione TAV avrebbe un maggiore impatto sulla Val di Susa di quanto non l'avrebbe una modifica dell'attuale ferrovia.
Inoltre, ricordo che buona parte della TAV si sviluppa in galleria.
Quindi, l'impatto sarebbe ridottissimo.
Se si modificasse la ferrovia esistente, quantomeno, si rischierebbe di deturpare la Val di Susa.
Al limite, se dovesse essere dismessa, la linea storica potrebbe essere riconvertita in "greenway",
ossia in un itinerario ciclo-turistico.
Tenendo che del fatto che in Val di Susa vi siano luoghi rilevanti dal punto di vista turistico (come la Sacra di San Michele), io penso una "greenway" possa essere utile.
Inoltre, ricordo che la realizzazione della TAV crea posti di lavoro, cosa di cui molti hanno bisogno.
Inoltre, la TAV ridurrebbe il traffico che attraversano i tunnel del Monte Bianco e del Frejus.
Ora, faccio una considerazione politica.
Il Partito Democratico si dice favorevole alla TAV.
Il problema è che le sinistre estreme (come Sinistra, Ecologia e Libertà) sono contrarie ad essa, come anche il movimento di Beppe Grillo.
Ora, un'alleanza di centrosinistra come questa sarebbe nel "pallone", qualora andasse al governo.
Io credo che la demagogia non serva a nulla. Serve, invece, la politica, una politica che stia lontana da certi particolarismi, come il NIMBY.
Il mondo ci guarda e se quattro "urlatori" fermassero un'opera così importante, il nostro Paese farebbe una brutta figura...e avrebbe perdite economiche ingenti.
Cordiali saluti.
Vi invito a rileggere questo mio vecchio articolo scritto su "Italia chiama Italia".
L'articolo è inititolato "Un nostro lettore: "Sono un elettore di centrodestra ma non mi piace la TAV". La risposta dell'articolista Fucilone".
In questo articolo, un lettore di "Italia chiama Italia" aveva fatto delle osservazioni (che non condividevo ma che rispettavo) su un mio articolo precedente che parlava della questione della TAV, la ferrovia ad Alta Velocità Lione-Torino.
Purtroppo, quest'opera è molto contestata e, giusto ieri, ci sono stati scontri in Val di Susa tra poliziotti e manifestanti. Ora, esprimo il mio parere.
Qui non si è capita una cosa.
Un'opera come la TAV è necessaria.
Essa è parte di un tracciato ben più lungo che parte da Lisbona e che arriva a Kiev.
Su quell'asse dovranno transitare persone e merci.
Ora, i "No Tav" dicono che si può riqualificare e potenziare la linea storica della Val di Susa, senza fare un'altra sede ferroviaria.
Io rispondo dicendo che una cosa del genere non è possibile.
Infatti, per trasformare la vecchia ferrovia servono delle grandi modifiche nel tracciato e nelle strutture.
Ergo, modificare una struttura esistente non conviene.
Infatti, costa di più e non è detto che abbia un impatto ambientale inferiore rispetto alla realizzazione di un'infrastruttura ex-novo.
Quindi, i "No Tav" farebbero bene a documentarsi meglio prima di dire che la realizzazione TAV avrebbe un maggiore impatto sulla Val di Susa di quanto non l'avrebbe una modifica dell'attuale ferrovia.
Inoltre, ricordo che buona parte della TAV si sviluppa in galleria.
Quindi, l'impatto sarebbe ridottissimo.
Se si modificasse la ferrovia esistente, quantomeno, si rischierebbe di deturpare la Val di Susa.
Al limite, se dovesse essere dismessa, la linea storica potrebbe essere riconvertita in "greenway",
ossia in un itinerario ciclo-turistico.
Tenendo che del fatto che in Val di Susa vi siano luoghi rilevanti dal punto di vista turistico (come la Sacra di San Michele), io penso una "greenway" possa essere utile.
Inoltre, ricordo che la realizzazione della TAV crea posti di lavoro, cosa di cui molti hanno bisogno.
Inoltre, la TAV ridurrebbe il traffico che attraversano i tunnel del Monte Bianco e del Frejus.
Ora, faccio una considerazione politica.
Il Partito Democratico si dice favorevole alla TAV.
Il problema è che le sinistre estreme (come Sinistra, Ecologia e Libertà) sono contrarie ad essa, come anche il movimento di Beppe Grillo.
Ora, un'alleanza di centrosinistra come questa sarebbe nel "pallone", qualora andasse al governo.
Io credo che la demagogia non serva a nulla. Serve, invece, la politica, una politica che stia lontana da certi particolarismi, come il NIMBY.
Il mondo ci guarda e se quattro "urlatori" fermassero un'opera così importante, il nostro Paese farebbe una brutta figura...e avrebbe perdite economiche ingenti.
Cordiali saluti.
RONCOFERRARO ED IL REFERENDUM
Cari amici ed amiche.
Con il Comitato di Roncoferraro dell'Associazione Civica Mantovana (ACM), ho iniziato un dialogo sulla questione che concerne la partecipazione diretta dei cittadini di Roncoferraro, tramite lo strumento del referendum.
L'articolo dello Statuto comunale che tratta la questione è il 60 e recita:
"1) E' ammesso il referendum su questioni di rilevanza generale, interessanti l'attività comunale; è escluso nei casi previsti dall'articolo 58, comma 3 del presente statuto.
2) Si fa luogo a referendum:
- nel caso sia deliberato dal Consiglio comunale a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati al Comune.
- qualora vi sia richiesta da parte di un quinto degli elettori, risultanti al 31 dicembre dell'anno precedente.
4) Il quesito sottoposto a referendum è dichiarato accolto nel caso in cui abbia partecipato al voto la maggioranza degli elettori e se la risposta affermativa abbia raggiunto la maggioranza dei voti validamente espressi.
5) Entro sessanta giorni dalla proclamazione dell'esito favorevole del referendum, la Giunta comunale è tenuta a proporre al Consiglio comunale un provvedimento avente per oggetto il quesito sottosposta a referendum.".
Le questioni che sono escluse dal referendum e sono citate nell'articolo 58 sono:
- La revisione dello Statuto.
- I bilanci.
- I tributi.
- Le nomine.
- Le espropriazioni per opere di pubblica utilità.
Non condivido la questione del quorum.
L'ACM sostiene che referendum debba essere senza quorum.
Io non sono d'accordo perché ritengo che il quorum sia la migliore garanzia della democrazia.
In primo luogo, se non ci fosse il quorum potrebbe crearsi una situazione in cui, per esempio, ad un referendum potrebbe andare a votare il 20% degli aventi diritto mentre il rimanente 80% potrebbe scegliere di restare a casa o di "andare al mare". In questo 20% potrebbero prevalere i "Sì" o i "No" e, praticamente, una decisione importante verrebbe presa da una minoranza.
Ciò non sarebbe democrazia.
In democrazia comandano le maggioranze.
Poniamo caso che, insieme ad altri Comuni vicini, Roncoferraro voglia passare alla Provincia di Verona e alla Regione Veneto.
In pratica, se ci fosse un referendum senza quorum, una minoranza potrebbe essere determinante per un cambio di Provincia (e di Regione) o meno.
Per cose così importanti servono maggioranze certe.
Così successe per i sette Comuni della Valmarecchia (Maiolo, Casteldelci, Talamello, Pennabilli, Novafeltria, San Leo e Sant'Agata Feltria) che passarono dalla Regione Marche all'Emilia-Romagna e dalla Provincia di Pesaro-Urbino a quella di Rimini.
Inoltre, io penso che quando si tratta di decisioni strategiche, come la realizzazione di una strada o di una centrale elettrica, certe cose dovrebbero passare attraverso la "Conferenza dei servizi", ossia quella parte di iter burocratico in cui sono convocati i vari stakeholders, tra cui i Comuni.
In tale caso, il referendum potrebbe essere uno strumento utile per formulare una proposta da portare alla Conferenza dei servizi.
Non sarebbe, invece, utile per porre dei veti su determinate opere che potrebbero essere utili a tutti.
Di sicuro, la discussione non può essere solo tra me e l'ACM ma anche con i cittadini, per esempio, parlando di questo tema in discussioni pubbliche.
Quello che ho detto per Roncoferraro vale per altri Comuni.
Cordiali saluti.
domenica 26 giugno 2011
I "DUE SUD" E LA MASSONERIA
Cari amici ed amiche.
Vi invito a leggere questo articolo scritto sul blog dell'Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie.
Il suo titolo è "L'opera di Delassus/3: La massoneria durante la monarchia orleanista (1830-1848)".
Da questo articolo, voglio prendere spunto per fare una mia riflessione sul Sud Italia di oggi e su quello del XIX secolo, il periodo in cui in Francia fu contemplata anche la celebre "Monarchia di Luglio", quella monarchia che iniziò nel 1830, con la deposizione di re Carlo X di Borbone, e finì con i tumulti del 1848.
Questa monarchia, il cui re fu Luigi Filippo d'Orleans, aprì la strada a quel Napoleone III che nel controverso processo che portò all'unità d'Italia ebbe una parte non indifferente.
La mia osservazione è quella di una persona che, pur avendo origini meridionali, è a tutti gli effetti del Nord Italia, quel Nord che alcuni vedono come "rapinatore" ed altri come "liberatore". E', quindi, un'osservazione di un non meridionale sul Mezzogiorno del nostro Paese. Voglio cercare di capire e fare capire fino le cose
Ora, incomincio a fare le mie considerazioni.
Oggi non esiste un Sud Italia. Oggi esistono "due Sud Italia".
Esiste un "Sud storico, umano e culturale" , un Sud ricco di valori e di cultura, le cui città più importanti, come Napoli, Bari, Salerno, Palermo, Messina e Catania, nulla hanno da invidiare ad altre come Torino, Milano, Mantova, Venezia, Bologna e Firenze, o i cui luoghi importanti, come ad esempio l'Abbazia di Padula, reggono il confronto con altri analoghi nel nord-Italia, come l'Abbazia di San Benedetto in Polirone, qui nella provincia di Mantova.
Esiste anche un "Sud politico".
Quest'ultimo, invece, è molto arretrato e non coincide per nulla con il "Sud storico, umano e culturale".
Questi due Sud coesistono e la differenza che c'è tra di loro stride agli occhi di un attento osservatore.
Perché c'è questa situazione?
Questa situazione è figlia di quanto successe in quel 1860, anno in cui Giuseppe Garibaldi sbarcò a Marsala e diede inizio all'annessione del Regno delle Due Sicilie da parte del Regno di Sardegna.
Come ho cercato di fare notare altre volte, Garibaldi fu mandato da Cavour per creare scompiglio, facendo leva sull'indipendentismo e sul malcontento siciliano verso Napoli.
Così, il Piemonte (Regno di Sardegna) ebbe il pretesto per muovere guerra al Regno delle Due Sicilie ed annetterselo.
Il governo del neonato Regno d'Italia ebbe la "golden share" del Regno di Sardegna.
Il Sud divenne terra di conquista e subì una vera e propria spoliazione.
E così, mentre il "Sud storico, umano e culturale" rimaneva nelle persone, quello "politico" era annientato e sempre più in degrado.
E' logico che ciò generasse un vero e proprio impoverimento del Sud.
La politica, infatti, regola la vita civile delle persone.
Però, questo processo controverso che portò all'Unità d'Italia cercò anche di distruggere il Sud anche sul piano culturale.
Qui entra in gioco la massoneria.
Infatti, il Nord era già molto più secolarizzato rispetto al Sud.
Pensiamo alle "Leggi Siccardi" del Regno di Sardegna o all'anticlericalismo diffuso in Romagna.
Inoltre, nelle fabbriche andavano diffondesi le idee del socialismo.
Il Sud, invece, mantenne una maggiore sensibilità religiosa.
Ancora oggi, c'è questa situazione. Tra l'altro, a causa di ciò, qui da me ho perso anche qualcuno dei miei amici.
Si sa che la massoneria di quel periodo era fortemente antipapista.
Era ben lontana, ad esempio, da quella concezione cavalleresca a cui disse di rifarsi, quella concezione che fu, ad esempio, del Cavaliere Andrew Michael Ramsay, di cui parla questo interessante articolo del sito "Riflessioni.it", articolo che è stato scritto da Gianmichele Galassi e che è intitolato "Riflessioni iniziatiche sull'uomo, lo spirito e l'infinito", di cui scrissi anch'io nell'articolo intitolato "La massoneria, il trono e l'altare".
Quella massoneria fu contro la cattolicità ed ostile al clero e alla mistica.
Basti pensare a quello che successe intorno alla vicenda di Lourdes, vicenda che avvenne in quella Francia dell'imperatore Napoleone III.
Ora, l'Italia che nacque da quel processo di unificazione fu un'Italia contro la Chiesa.
Se andate a Roma e guardate il famoso "Altare della Patria" (o "Macchina da scrivere") noterete questo.
Non ha raffigurato nessun simbolo che possa fare riferimento alla cattolicità o anche alla cristianità in generale.
Inoltre, vi erano processioni massoniche contro il Vaticano e che inneggiavano a Satana.
Garibaldi definì Papa Pio IX "un metro cubo" di letame e chiamò i suoi asini Pionono e Santissima Trinità.
Ora, chi fece l'Unità d'Italia puntò anche a distruggere quel tessuto culturale del Sud Italia che nella tradizione cristiana aveva il suo fondamento.
Quindi, tutti i mali di oggi sono figli di quanto successe allora.
Oggi, cosa possiamo fare per migliorare le cose?
Il federalismo è una soluzione ma accanto ad esso serve una nuova mentalità che sappia prendere il meglio del Nord e quello del Sud.
Cordiali saluti.
IL VALORE DEL CORPO E DEL SANGUE DI CRSTO ED IL MARTIRIO DI SANT THOMAS MORE
Cari amici ed amiche.
Guardate questo video che mostra il martirio di Saint Thomas More, nella mini-serie "The Tudors".
Questo evento avvenne il 06 luglio 1535.
Di questo grande personaggio, ho parlato nell'articolo intitolato "Tommaso Moro, un esempio per un moderno politico cattolico".
Lui fu un esempio di vera cristianità.
Come Cristo, egli mise il suo corpo come testimonianza della propria fede.
Ciò deve essere motivo di riflessione, specialmente oggi, che è giorno del "Corpus Domini".
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.