Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

lunedì 14 marzo 2011

LA CULTURA? NON E' UNA BANDIERA POLITICA!

Cari amici ed amiche.

E' ora di dire basta a questi "intellettuali" di una certa parte politica (la sinistra) che si arrogano il diritto (che non hanno) di parlare di cultura e di sentirsi depositari di essa.
Nella manifestazione di sabato si è sentito di tutto, così come mi è capitato di leggere di tutto sulla mia pagina di Facebook.
In realtà, questi signori non fanno cultura.
Ad esempio, essi mitizzano figure come Oliver Cromwell, quando la realtà dice che Cromwell fu un dittatore e che re Carlo I Stuart (di cui sono un cultore e devoto) non fu il tiranno e traditore.
Essi "canonizzano" la figura di Giuseppe Garibaldi, quando la realtà dice che Garibaldi fu un pirata.
Essi parlano bene della Resistenza durante il fascismo e la II Guerra Mondiale, quando la realtà dice che ci furono partigiani che non combatterono per la democrazia ma per portare il comunismo e che uccisero altri partigiani.
Questo non è fare cultura!
Un grande bibliofilo qual è il senatore Marcello Dell'Utri dice che la storia va studiata senza pregiudizi.
Il senatore Dell'Utri ha pienamente ragione e un giorno mi piacerebbe confrontarmi con lui. Ne sarei davvero onorato.
Chi studia la storia deve seguire tutte le fonti e farsi una propria idea.
Io, ad esempio, su re Carlo I Stuart, ho guardato tutte le fonti, sia pro che contro, e mi sono fatto un'opinione.
Certo, nessuno sano di mente difenderebbe Hitler o Stalin.
Però, fare cultura significa dovere confrontare tutte le fonti, senza alcun pregiudizio, e poi farsi un'idea da mettere a confronto con quelle degli altri.
Invece, questi "intellettuali" (che di intellettuale hanno poco) vanno con dei preconcetti e cercano di inculcarli agli altri e se non ci riescono arrivano anche ad insultare il proprio interlocutore.
La cosa veramente, grave è il fatto che tanta parte di questi "intellettuali" siano nelle fila dei docenti della scuola pubblica.
Il presidente Berlusconi, quando parlò di una scuola pubblica in cui inculcano certe idee, disse il vero.
Io posso testimoniarlo.
Basta aprire un di testo di storia. Ad esempio, vi sono libri di testo che enfatizzano le imprese di Garibaldi, mostrandolo quasi come un Santo, mentre vi sono fonti che ne danno un'immagine più fosca.
Questo è già un tentativo di "inculcare" certe idee.
La cultura è un'altra cosa.
L'uomo realmente colto è l'uomo che attinge da qualsiasi fonte e che plasma la sua idea.
Per esempio, in Inghilterra, il regno di re Carlo II (1630-1685), fu caratterizzato da aspre persecuzioni contro i cattolici ma fu anche un regno di grande fioritura culturale.
Ci furono grandi scienziati, primo tra tutti Isaac Newton.
Starà poi alla persona che studia quel periodo storico farsi un'idea e mettersi a confronto con chi la pensa diversamente. Non è detto che una sola idea sia veritiera. Magari le varie idee sono "fiammelle di una grande verità".
Spesso, la verità è come un grosso lampadario con tante piccole luci.
Per questo, io sono favorevole ad una maggiore presenza di scuole private.
Più scuola privata significa più libertà di sapere e più libertà di sapere significa più cultura.
Cordiali saluti.

PERCHE' LE CROCIATE FALLIRONO?


Cari amici ed amiche.
Voglio parlare di un tema certamente antico ma che può averee anche dei risvolti attuali, le Crociate.
Voglio iniziare con una domanda, a cui proverò a dare risposta.
Perché le Crociate fallirono?
Per dare una risposta a questa domanda, voglio fare un breve "riassunto" storico.
Nel VII secolo AD, l'Islam avanzò nel Medio Oriente.
Gli imperi lì presenti, l'Impero Sasanide e l'Impero Bizantino (nella cartina di sotto) erano in guerra tra loro e vennero colti impreparati da questa ondata proveniente dall'Arabia.
L'Impero Sasanide (la Persia, gli attuali Iraq ed Iran, per intenderci) fu conquistato dai musulmani.
Anche l'Impero Bizantino ebbe dei problemi.
Al suo interno ci fu una grave pestilenza che decimò la popolazione fin dai tempi dell'imperatore Giustiniano I.
Citai l'accaduto nell'articolo intitolato "Epidemie, ma quale complotto...", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/epidemie-ma-quale-complotto.html.
A ciò si unì una grave crisi religiosa.
Allo Scisma dei "Tre capitoli" (che iniziò proprio sotto l'imperatore Giustiniano I e si concluse el 698), seguì l'Iconoclastia.
L'imperatore Leone III Isaurico (675-741) fece un editto con cui impedì il culto delle immagini sacre.
Questo provocò una grave crisi nei rapporti con il Papa.
Oltre a ciò l'Impero Bizantino venne attaccato dai Longobardi (che nel 568 conquistarono tanta parte dell'Italia, che era una sua sua provincia) e dai Bulgari.
Inoltre, vi erano problemi sociali e culturali.
L'Egitto e le Province del Nord Africa furono sempre più insofferenti verso il potere di Costantinopoli. Il problema fu sia economico (per via delle tasse) che culturale.
Infatti, dopo l'imperatore Giustiniano I, la cultura costantinopolitana si grecizzò sempre di più.
L'imperatore Eraclio I (575-641) si fece chiamare "Basileus ton Rhomaion" e non più "Caesar".
Le Province nordafricane, invece, restarono latine.
In questo clima, gli Arabi ebbero vita facile ed il 20 agosto 636 sconfissero proprio i Bizantini, nella celeberrima "Battaglia di Yarmuk".
Due anni dopo, Gerusalemme passò al dominio islamico.
Quindi, per i cristiani di Gerusalemme iniziò un periodo difficile. Come gli ebrei e gli altri non musulmani, vennero definiti dhimmi.
La Basilica del Santo Sepolcro fu distrutta ed i loro beni furono confiscati. Molti di loro furono costretti a convertirsi all'Islam.
In seguito, grazie ad un'intesa con i Bizantini, ci fu un periodo di maggiore tolleranza.
Il patto con i Bizantini prevedeva la possibilità di fare una moschea a Costantinopoli, in cambio della ricostruzione della Basilica del Santo Sepolcro e di una maggiore tolleranza verso i crstiani.
Il patto fu onorato da ambo le parti ma per i cristiani la situazione rimase precaria.
La situazione si aggravò quando arrivarono i Turchi Selgiuchidi, un popolo islamizzato dell'Asia centrale.
Il 26 agosto 1071, i Selgiuchidi sconfissero a Manzicerta i Bizantini dell'imperatore Romano IV Diogene.
Tolsero all'Impero Bizantino l'Anatolia (che divenne il Sultanato di Rum) e minacciarono Costantinopoli.
Nel 1077, i Turchi presero Gerusalemme e per i cristiani iniziò un periodo di terrore.
A questo punto, l'imperatore Alessio I Comneno (1056-1118) chiese aiuto al Papa e alla cristianità occidentale.
A rispondere all'appello fu Papa Urbano II che al Concilio di Clermont (1095) indisse la I Crociata.
Essa aveva due finalità. La prima fu la riconquista di Gerusalemme e la seconda fu la riunificazione della Chiesa. Infatti, dal 1054, la Chiesa si divise in Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa (Scisma d'Oriente), in seguito alla rottura tra Papa Leone IX ed il Patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario.
Essa iniziò nel 1096 ed era sostenuta dal Sacro Romano Impero Germanico, il Regno di Francia, il Regno d'Inghilterra, il Regno normanno di Sicilia, l'Impero Bizantino ed il Regno armeno di Cilicia.
La Crociata era guidata da Goffredo di Buglione (1060-1100) e nel 1099 arrivò in Gerusalemme.
Qui ci fu un bagno di sangue.
Non morirono solo i musulmani ma anche tanti ebrei e cristiani.
Ora, restò da stabilire il governo di queste terre.
L'Anatolia, tranne la parte centrale tornò all'Impero Bizantino.
Ora, però, i Bizantini rivendicarono anche la Terra Santa e la Siria.
Qui, però, i Crociati fecero quello che vollero loro.
Formarono dei Regni loro. Nacquero il Regno di Gerusalemme, il Principato di Cilicia, la Contea di Edessa ed il Principato di Antiochia.
La moschea della Cupola della Roccia venne riconvertita in chiesa, con il nome di Templum Domini e fu in mano ad un ordine cavalleresco molto importante, l'Ordine dei Cavalieri Templari.
Venne ricostruita la Basilica del Santo Sepolcro e in ogni parte si realizzarono chiese e castelli, come quello templari di Chastel Blanc.
Questa situazione, però, non fu durevole.
I crociati erano in lite tra loro e vi era il conflitto tra la cristianità bizantina e quella latina.
L'islam stava rialzando la testa e con i sultani Zengi e Nur ad Din ripresero il controllo di Edessa e Damasco.
I musulmani trovarono nuova linfa sotto il temibile sultano Saladino (1138-1193).
Questi si affermò in Egitto e progettò da subito di riprendersi Gerusalemme, il cui regn era retto da re Baldovino IV (1161-1185).
Già in tenera età, si scopri che questi ebbe problemi di salute. La sua mano destra era paralizzata e poco sensibile. In seguito si scoprì che era malato di lebbra.
Egli, allora affidò al suo regno sotto la reggenza di Guido di Lusignano.
Nel 1192, questi divenne re di Gerusalemme, per via del suo matrimonio con Sibilla, la sorella di re Baldovino IV, e a causa della morte di re Baldovino V, nel 1186.
Saladino stava avanzando e cercò un pretesto per muovere guerra al Regno di Gerusalemme. Guido decise di intervenire, affidandosi a Rinaldo di Chatillon.
Questi volle attaccare una carovana di musulmani diretti alla Mecca. Fu il pretesto cercato da Saladino. Il 4 luglio 1187 ci fu la Battaglia di Hattin che finì con la vittoria di Saladino.
Rinaldo di Chatillon fu decapitato dallo sesso sultano.
Guido di Lusignano finì in prigione e Gerusalemme si arrese a Saladino il 02 ottobre.
Ci furono altre otto Crociate ma Gerusalemme non tornò più durevolmente in mani cristiane.
Anzi, gli islamici avanzarono e divennero padroni del Medio Oriente e del Nord Africa.
L'Impero Bizantino ebbe dei problemi.
Con la IV Crociata (di cui scrissi su "Italia chiama Italia", http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/11473/2008-10-21.html ) per l'impero iniziò il declino che lo portò alla caduta nel 1453.
A causare il fallimento delle Crociate furono i personalismi, le cospirazioini e le divisioni tra i regni cristiani, la mancaza di un progetto a lungo termine (quindi la poca lungimiranza), la divisione tra la cristianità latina e quella bizantina e l'avere basato la missione solo sulle armi e non anche sulla cultura. Ad esempio, a Gerusalemme c'erano dotti ebrei. I crociati avrebbero potuto avvalersi anche di loro, facendoseli alleati. Ci si misero anche la sfortuna (come il caso della morte dell'imperatore Federico Barbarossa, che avvenne nel 1190, per annegamento nel torrente Saleph, durante la III Crociata) e le malattie, come la lebbra e la peste.
Ciò deve servirci de lezione, anche nei nostri giorni.
Le civiltà più forti sono quelle che sanno guardare avanti.
Cordiali saluti.

domenica 13 marzo 2011

MANIFESTAZIONI DI IERI? NON SONO ATTI DI PATRIOTTISMO!


Cari amici ed amiche.
Vi invito a visionare questo video preso da Youtube.
Questo video fa vedere le manifestazioni di ieri che, a dire dei manifestanti, erano "a difesa della Costituzione".
I manifestanti sembravano i più patriottici degli italiani e così volevano proporsi.
In realtà, questo loro atteggiamento non era patriottismo ma partigianeria.
Per farvi capire meglio, vi invito a leggere questo articolo, seguendo il link http://www.vittoriopesato.it/index.php/09/03/2011/senza-categoria/sei-un-patriota.
L'articolo parla di un convegno fatto da giovani del Popolo della Libertà a Padova, nel celeberrimo "Caffè Pedrocchi", alla presenza dell'Assessore alle Politiche di Istruzione del Veneto Elena Donazzan.
Di questo incontro, si è parlato anche in reti TV locali del Veneto, che da casa mia sono visibili.
Il vero patriota ama la propria patria. Il partigiano insulta la propria patria, qualora essa sia sotto un Governo di colore politico diverso.
Il vero patriota guarda avanti e supera anche i rancori. Il partigiano, invece, guarda indietro, rimane nel vecchiume e nei rancori antichi.
Coloro che ieri hanno manifestato per la Costituzione sono le stesse persone che pur di parlare male del Governo di centrodestra, sono disposte anche a gettare fango sul nostro Paese.
Coloro che ieri hanno manifestato per la Costituzione sono le stesse persone che non vogliono nessuna innovazione e che non sono al passo con i tempi.
Loro dicono che la Costituzione deve essere applicata ma, in nome del loro pregiudizio, cadono in contraddizione.
Vi invito a rileggere l'articolo intitolato "La madre di tutte le riforme", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/la-madre-di-tutte-le-riforme.html.
In questo articolo si parla della riforma della Giustizia, una riforma che applica la Costituzione e ciò è dimostrato.
Eppure, quegli stessi "signori" che ieri hanno manifestato la contrastano.
Essi, in realtà, si sono creati una Costituzione "a loro uso e consumo".
Ad esempio, una persona ha il diritto di scegliere se frequentare una scuola pubblica o una scuola privata.
Questo Governo sta andando in questa direzione, mettendo in atto proprio l'articolo 3 della nostra Costituzione (che è citato proprio nell'articolo da me scritto ed intitolato "La madre di tutte le riforme") perché punta a rimuovere gli oscaoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Coloro che ieri hanno manifestato, invece, puntano solo alla scuola pubblica mentre, secondo la loro visione, chi, in totale libertà, sceglie di frequentare la scuola privata deve pagare.
Quindi, essi puntano a mantenere i succitati ostacoli.
Per un vero patriota, la cultura è un tesoro prezioso da condividere.
Per il partigiano, invece, la cultura deve essere un'arma ideologica da usare contro chi è di opinioni diverse dalle sue.
Questo argomento merita un articolo a parte.
Essere patriottici vuole dire riconoscenersi in un'unica patria che, però, riconosce le diversità locali e le rispettive autonomie.
Il partigiano, invece, ha pregiudizio verso ogni innovazione che va verso questa direzione.
Guarda caso, coloro che ieri hanno manifestato sono contro il federalismo che questo Governo ha varato e che va esattamente nella direzione di un riconoscimento di uno Stato forato da tante realtà locali autonome che vivono in armonia tra loro.
Dunque, non prendiamoci in giro!
Quelli che ieri hanno manifestato non amano la patria ma odiano il Governo, il presidente Berlusconi ed i suoi sostenitori.
Essi non sono patrioti ma partigiani.
Cordiali saluti.

sabato 12 marzo 2011

TENTAZIONI


Cari amici ed amiche.
Incomincio con questa poesia:
A TINTAZZIUNI DI CRISTU
"Vattinni Satana! Eni scrittu nfatti:
"U Signuri, to Diu, avi ad amari:
Iddu sulu avi a priari."".
Questu ci dissi...Ghjesù nosciu Signuri...
a di li scursuna...anticu Scursuni...
Satan...lu tintu tintaturi...
Luciferu...di superbia l'anghjulu cascatu...
chì...di la carni, di lu miraculu et di la curona...
cusì ci fici una gran tintazziuni...pè fari muriri...
ma pirdìu...ché fù Iddu lu Figghiu di Diu...
et lu mali...nenti ùn avi cusì a diri!
Oggi è la I Domenica di Quaresima e nelle nostre chiese saranno letti i brani del Libro della Genesi (capitolo 2, versetti 7-9; capitlo 3, versetti 1-7), del Salmo 50 (51) della Lettera di San Paolo ai Romani (capitolo 5, versetti 12-19) e del Vangelo secondo Matteo (capitolo 4, versetti 1-11).
Parte di questa liturgia è già stata citata nell'articolo intitolato "Mercoledì delle Ceneri, il periodo che ci avvicina alla Pasqua", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/03/mercoledi-delle-ceneri-il-periodo-che.html.
Nel brano del Vangelo di oggi, Gesù passò quaranta giorni nel deserto e venne tentato dal diavolo.
Dapprima, il diavolo cercò di tentarlo sfruttando i suoi bisogni materiali.
Infatti, Gesù non mangiò per quaranta giorni ed il diavolo lo invitò a trasformare le pietre in pane.
Ma Gesù gli rispose che non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Allora, il diavolo lo tentò di nuovo, portandolo su un pinnacolo alto del Tempio di Gerusalemme ed invitandolo a buttarsi giù, così gli gli angeli lo avrebbero sorretto (in quanto Figlio di Dio, come scritto nel Libro del profeta Isaia) e la gente avrebbe visto ma Gesù gli rispose in modo perentorio. Gli disse: "Sta scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo."".
Il diavolo attaccò di nuovo, portando Gesù su un monte altissimo e mostrandogli tutti i regni della Terra ed invitandolo a prostrarsi davanti a lui, in cambio del possesso di quei regni.
Gesù, allora, mandò via il diavolo bruscamente dicendogli: "Vattene Satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo presterai culto."".
Ora, le tentazioni subite da Gesù sono le stesse che subiamo noi umani, ogni giorno della nostra vita.
Ogni giorno, noi siamo tentati dalla volontà di risolvere i nostri problemi personali, anche fregandocene degli altri o, addirittura, a scapito di loro.
Ogni giorno, noi siamo tentati dal volere farci un "Dio a nostra immagine e somiglianza", un Dio diverso dal Dio reale che risolva i nostri bisogni e che vendichi le ingiustizie da noi subite e che, magari, faccia i miracoli anche per noi e a quel Dio fasullo e a nostro uso e consumo noi rapportiamo la nostra fede.
Ogni giorno, noi siamo tentati dal volere prevaricare sugli altri e a volere il potere non come mezzo per fare del bene ma come fine e funzionale solo a noi stessi.
Questo è il significato di questi tre episodi biblici, di quese tre tentazioni.
Noi uomini siamo sempre messi alla prova però, Gesù ci insegnò che esse possono essere battute e che il Bene è più forte del Male e che Dio (quello vero) è più forte di Satana.
Siamo noi a dovere scegliere se accettare il progetto che Dio ha per ognuno di noi o se rifiutarlo.
Dio ci fece liberi.
Gesù scelse di non ascoltare il diavolo e non trasformò le pietre in pane (e quindi antepose Dio al suo bisogno materiale), non fece l'atto miracolistico di buttarsi giù dal Tempio e né si prostrò di fronte al nemico, rifiutando il potere politico ed accettando il progetto di Dio, il progetto di una Salvezza del genere umano che fu pagata con l'umiliazione e con la morte sulla croce.
Se Gesù fece questo, nonostante fosse il Figlio di Dio e (come tale) avrebbe potuto comportarsi in un altro modo, noi possiamo (anzi dobbiamo) fare altrettanto.
Dio ci fece liberi e il diavolo vuole schiavizzarci.
Infatti, Satana disse che avrebbe dato a Gesù i regni ma, in cambio, egli avrebbe dovuto prostrarglisi di fronte.
Inoltre, secondo il pensiero del satanista Aleister Crowley, l'uomo libero fa quello che vuole e secondo il suo istinto.
Non è una forma di schiavismo operato dal demonio?
Chi è in grado di intendere...intenda!
Un uomo che "fa quello che vuole" non è un uomo libero ma è schiavo del suo più turpe istinto, un istinto che lo porterà alla rovina.
Questo è il progetto del demonio!
L'uomo non deve fare così.
E allora, riflettiamo!
Termino, segnalando un'iniziativa della Caritas diocesana di Mantova che devolverà tutte le offerte liturgiche di oggi alle diocesi in Giappone, per aiutare le vittime del cataclisma che ha causato la morte di più di 1000 persone.
Inoltre, la Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I) ha invitato a pregare per il Medio Oriente, perché cessino le tensioni. La preghiera è rivolta, in particolare, per i cristiani perseguitati del Nord Africa e del Medio Oriente e in tutto il mondo.
Aggiungo una preghiera anche per il popolo di Israele, il popolo che è nostro fratello maggiore, e per quei coloni israeliani che sono stati uccisi dai terroristi.
Cordiali saluti.

venerdì 11 marzo 2011

L'UNITA' D'ITALIA, L'ANTICLERICALISMO ED IL PROTESTANTESIMO INGLESE

Cari amici ed amiche.

Vi segnalo un evento che ci sarà a Roncoferraro, in Provincia di Mantova, il 17 marzo, giorno della celebrazioni dell'Unità d'Italia.
Infatti, Roncoferraro è un Comune risorgimentale.
Ad esempio, uno dei più importanti garibaldini, Giuseppe Nuvolari, nacque a Roncoferraro.
Per vedere l'evento, potete leggere la locandina qui illustrata.
Vi invito anche a leggere l'articolo del blog dell'Istituto della ricerca storica delle Due Sicilie che parla della regina Sofia, seguendo il link http://istitutoduesicilie.blogspot.com/2011/03/il-popolo-delle-due-sicilie-ha-deciso.html, e quello del blog di Libero "Un popolo distrutto", seguendo il link http://blog.libero.it/BRIGANTESEMORE/9943899.html?ssonc=323880746.
La storia del processo di unificazione del nostro Paese è controversa.
Chi guarda con simpatia Giuseppe Garibaldi, Nino Bixio o Giuseppe Mazzini lo ritiene un grande passo per noi italiani.
Chi è critico o ostile verso le succitate figure, la pensa diversamente.
Paradossalmente, questo evento unificò gli Stati italiani ma divise il popolo italiano.
Ora, alcune cose sono certe.
In primo luogo, questo processo fu dettato dall'anticlericalismo.
A guidare il processo di unificazione furono forze ostili alla Chiesa cattolica.
Giuseppe Garibaldi, ad esempio, definì Papa Pio IX "un metro cubo di letame" e disse questa frase:
"Il prete è l'assassino dell'anima poiché in tutti egli ha fomentato l'ignoranza e perseguito la scienza.".
Se io avessi davanti l'"Eroe dei due Mondi" (o meglio l'"Eroe dai due modi", vista la storia non sempre limpida del personaggio), gli darei dell'ignorante.
La Chiesa, infatti, contribuì alla salvaguardia di opere classiche di scienze.
Pensiamo ad Alcuino da York (735-804), che fu teologo, monaco e maestro alla corte di Carlo Magno e che contribuì alla rinascita letteraria, o ai monaci dell'Abbazia di San Benedetto in Polirone, che salvarono molte opere classiche oppure a Sant'Alberto Magno (1206-1280) che fu anche un alchimista.
La Chiesa salvaguardò tanta parte del patrimonio culturale.
Garibaldi ed i suoi agirono contro la Chiesa e questo non fu un fattore di unificazione di divisione del popolo italiano.
Del resto, una buona fetta di soldati garibaldini provenivano da aree in cui l'anticlericalismo era forte, come la Romagna, regione dell'allora Stato Pontificio che era contrapposta alle papaline Marche.
In pratica, il processo di unificazione venne innescato da una minoranza e da un solo regno (il Regno di Sardegna) contro la maggioranza, la Chiesa e gli altri Stati italiani.
Qiuindi, a muoversi furono questi gruppi.
In questo ambito, operarono anche forze esterne all'Italia, come certi gruppi protestanti che, in special modo, erano legati all'Inghilterra.
Questi gruppi agirono tramite la massoneria, la cui segretezza permetteva di avere contatti in Italia.
Tra l'altro, lo stesso Garibaldi era massone.
La situazione religiosa in Inghilterra, in realtà, era caratterizzata da una "rinascita della tradizione cattolica".
Sotto re Giorgio IV (1762-1830) venne concessa l'emancipazione ai cattolici, provvedimento che fu sostenuto dal Primo Ministro, il tory George Canning.
I cattolici nel Regno Unito poterono professare il culto ed aumentarono di numero.
Ci furono conversioni dall'anglicanesimo.
Ciò significò che molti anglicani erano tali per "docilità" e non per vera devozione.
Un esempi, fu lo scrittore John Ronald Reuer Tolkien (1892-1973), colui che scrisse "Il Signore degli Anelli".
Del resto, proprio nel XIX secolo nacquero il Movimento di Oxford e l'anglo-cattolicesimo, la corrente anglicana vicina alla Chiesa cattolica, i cui esponenti furono John Keble, Edward Pusey e John Henry Newman.
Quest'ultimo si convertì al cattolicesimo e divenne cardinale.
Vi invito a rileggere l'articolo intitolato "Commento sul libro intitolato "L'Inghilterra contro il Regno delle Due Sicilie"", http://italiaemondo.blogspot.com/2011/02/commento-sul-libro-linghilterra-contro.html.
Per contro, però, si radicarono anche i gruppi protestanti come quello anglo-calvinista (corrente protestante della Chiesa anglicana, la "Low Church") e quella presbiteriana scozzese. Questi gruppi erano radicati nel partito degli Whigs. Al contrario, i Tories erano filo-cattolici.
Questi gruppi protestanti furono antipapisti e tramite le logge massoniche finaziarono la spedizione dei Mille.
Del resto, ciò si poteva capire da subito.
Basti pensare alla vicenda dei "Martiri di Belfiore", la cui vicenda si sviluppò a Mantova tra il 1850 ed il 1855.
Se andate a Mantova , visitate il Castello di San Giorgio.
Esso fu usato come carcere per i "Martiri di Belfiore" e alcune celle sono decorate con simboli massonici fatti dai detenuti.
Dunque, la storia va studiata senza pregiudizi.
Solo così si può scorgere la verità.
Cordiali saluti.



TERREMOTO IN GIAPPONE, UNA RIFLESSIONE


Cari amici ed amiche.
E' stata una tragedia.
In Giappone vi è stato un forte terremoto.
Il suo epicentro era nell'Oceano Pacifico, vicino alla città di Sendai. La città di Sendai, capoluogo della prefettura di Miyagi, è stata scossa.
La magnitudo era di 8,9 che equivale al XII grado della Scala Mercalli, il massimo della violenza.
Vi è stato anche uno tsunami.
Il video scaricato da Youtube mostra ciò.
Negli ultimi 150 anni, questo terremoto è stato tra i più violenti.
Stando a dati provvisori, i morti sono almeno 40 ed i dispersi sono circa 39.
I danni sono stati enormi.
Noi italiani siamo vicini al popolo giapponese e ai nostri connazionali ed occidentali che stanno in Giappone.
Il Giappone si trova su una linea di faglia.
La crosta terrestre, infatti, è divisa in placche tettoniche, come se fosse un puzzle.
Queste placche galleggiano su uno strato fluido, il mantello, come se fossero delle zattere.
Le placche si muovono, avvicinandosi, allontanandosi e scontrandosi.
Un esempio fu la nascita della catena montuosa dell'Himalaya che avvenne grazie ad uno scontro tra la placca tettonica indiana e quella euroasiatica.
Fenomeni come questi danno origine al vulcanesimo e ai terremoti tettonici e modificano l'aspetto delle terre emerse e degli oceani.
Qui, infatti, corre la faglia che divide la zolla euroasiatica da quella filippina e quella pacifica.
Quello che è successo in Giappone è frutto di questi cambiamenti della crosta terrestre.
Questo deve fare riflettere anche noi, che viviamo in prossimità di una faglia che divide la placca euroasiatica da quella africana.
Noi, forse, dovremmo imparare dai giapponesi che sanno di vivere su un territorio soggetto anche a simili cataclismi ma che fanno infrastrutture complesse e hanno centrali nucleari.
Una cosa è tenere conto della realtà naturale del territorio.
Un altra è avere paura o pregiudizio ideologico.
Cordiali saluti.

PROVINCIA DI MANTOVA, SERVONO STRADE NUOVE


Cari amici ed amiche.
Visionate il video da me girato poc'anzi. Questo video mostra la Strada Provinciale 30, strada che mette in comunicazione Mantova con Ostiglia, passando per il territorio comunale di Roncoferraro. Ho girato questo video, sul tratto compreso tra Roncoferraro e Nosedole, tratto su cui vado spesso in bicicletta, come oggi. Mi scuso con voi per la cattiva qualità del video. Guardate in che condizioni è la strada. La strada è costeggiata ad ambo ai lati da due canali, il "Molinello" , che parte dal Lago di Garda e porta le acque per l'irrigazione nel Mantovano, ed il canale "Dugale". Non so se il nome di quest'ultimo sia esatto ma prendo per buone alcune informazioni. Il "Molinello" è canale di portata maggiore. Ora la strada è molto stretta e le banchine cedono. Essa è percorsa anche da camion e da pullman. Quindi capite che il pericolo c'è. Immaginate un bambino o una persona anziana in bicicletta. Inoltre, l'asfalto è pieno di buche. Di questa situazione, scrissi anche in altri articoli. Leggete quello del 20 giugno 2010 (http://thecandelabra.blogspot.com/2010/06/basta-strade-insanguinate.html) o quello 22 giugno 2010 (http://thecandelabra.blogspot.com/2010/06/territorio-una-gestione-sicura.html). Ora, potete vedere con i vostri occhi la situazione. Il caso di questa strada non è l'unico. Ci sono altre strade sul territorio comunale di Roncoferraro e sul resto della Provincia di Mantova a cui serve una forte manutenzione. Quella di Mantova è la Provincia che ha più bisogno di una manutenzione stradale. Un altro esempio è la ex-SS236, la ex-Strada Statale "Goitese", che oggi è Provinciale, strada che mette in comunicazione Mantova con Brescia. All'altezza di Marmirolo vi è un punto molto pericoloso in cui vi è una strettoia in curva. Ci sono problemi simili anche sulla ex-Strada Statale (oggi Strada Provinciale) 482 detta "Ostigliese" che mette in comunicazione Mantova con Rovigo e Ferrara, passando per i Comuni di Roncoferraro, Sustinente, Serravalle Po, Ostiglia, Melara, Bergantino e via dicendo. Nella Provincia di Mantova serve una grande opera di ammodernamento delle strade sia per garantire la sicurezza e sia per garantire l'efficienza. L'efficienza porta sviluppo e chi ha delle infrastrutture migliori riesce ad andare avanti. Oggi, in tutta la Lombardia, la Provincia di Mantova è quella messa peggio, per ciò che riguarda la strade. Inoltre, servono opere preventive, come il controllo della popolazione di nutrie che infestano i nostri fiumi ed i nostri canali e che, scavando le tane nelle rive, rendono instabili le banchine delle strade. Leggete l'articolo del 28 febbraio scorso (http://thecandelabra.blogspot.com/2011/02/provincia-di-mantova-serve-una.html). Avere migliori infrastrutture significa avere un maggiore un maggiore sviluppo ed avere un maggiore sviluppo significa anche creare più posti di lavoro. La cosa non farebbe affatto male ed io parlo con cognizione di causa, visto che attualmente sono in cerca di lavoro.
Cordiali saluti.

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.