Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

martedì 21 dicembre 2010

GIOVANI DITE NO ALLA VIOLENZA!

Cari amici ed amiche.

Domani, 22 dicembre, ci saranno delle manifestazioni a Roma.
In queste manifestazioni, vi saranno gli studenti che contesteranno la Riforma dell'università approntata dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, onorevole Mariastella Gelmini.
Purtroppo, c'è il rischio che si ripetano i disordini avvenuti il 14 dicembre scorso.
Il clima è surriscaldato.
Giusto questa mattina, ho visto la trasmissione di Rai 3 Agorà (http://www.agora.rai.it/) che è condotta da Andrea Vianello.
Tra gli ospiti della puntata di questa mattina (che era intitolata "Guerra o Pace") vi erano l'onorevole Beatrice Lorenzin (Popolo della Libertà), l'esponente di Rifondazione Comunista Ramon Mantovani, il giornalista, blogger e direttore di The Week Mario Adinolfi e l'ex-prefetto di Roma e senatore dell'Unione di Centro Achille Serra.
Tra gli ospiti collegati c'erano l'ex leader della CGIL ed ex-sindaco di Bologna Sergio Cofferati ed il direttore de "Il Giornale" Alessandro Sallusti.
La tensione era palpabile e c'è stata una discussione molto animata tra Adinolfi e Sallusti.
Potete vedere il video della trasmissione seguendo il link sopra indicato.
Io penso che non si possano giustificare gli atti di violenza simili a quelli che ci sono stati il 14 dicembre scorso.
Questi atti non possono essere giustificati e né minimizzati ma vanno condannati senza se e senza ma!
Non si può fare passare per "cattivo" un poliziotto (o un carabiniere) che si difende (anche sparando) da un'aggressione subita da dei balordi!
Non si può fare passare per "dittatura" l'opera dei poliziotti e dei carabinieri che fanno il loro dovere quando fermano una manifestazione violenta in cui si bruciano le automobili e si fanno atti di violenza su persone e cose!
E' ora di finirla di tutelare i violenti!
Fare delle manifestazioni violente non è segno di democrazia e di partecipazione alla vita politica!
Quei "signori" che attaccano i poliziotti, che insozzano strade e monumenti, che bruciano le automobili ed i cassonetti delle immondizie, attaccano le sedi istituzionali e che spaccano le vetrine non rappresentano nemmeno noi giovani!
Io preferisco i miei coetanei che fanno politica nei partiti e nei modi e nelle sedi opportune, che operano nelle associazioni di volontariato, che operano nelle parrocchie (ad esempio, con la scoutismo o facendo i catechisti) o quelli che ogni giorno studiano o lavorano.
Questi sono i veri giovani. Essi non si fanno vedere in televisione o sui giornali ma fanno un'opera importante nella società!
Sono questi veri eroi e non quelli che fanno atti vandalici!
I veri eroi sono, ad esempio, i giovani che lavorano come soccorritori delle autoambulanze!
Tra questi c'è uno dei miei migliori amici che stimo molto e che di recente è diventato padre.
I veri eroi sono quei giovani che si impegnano in politica, portando idee utili per la nostra società!
I veri eroi sono quei giovani che si arruolano nell'esercito o nella polizia e che rischiano la vita per la nostra sicurezza!
I veri eroi sono quei giovani che operano nelle parrocchie come catechisti o scout o che, magari, diventano sacerdoti!
I veri eroi sono i giovani che fanno il Servizio Civile!
I veri eroi sono quei giovani che ogni giorno studiano e lavorano!
Di loro non si parla ma danno un grande contributo alla società e al loro bene!
Che poi ci sia un problema che riguarda i giovani e che ad essi tale problema dia un malessere è anche vero.
Ha detto bene l'onorevole Lorenzin. Bisogna trovare la radice del problema.
Però, la violenza porta solo altra violenza!
La violenza è, prima di tutto, un segno di stupidità!
E poi, voglio ricordare un'altra cosa.
Voglio ricordare la vicenda di Norman Zarcone, ventisettenne palermitano che si laureò in Filosofia e che il 14 settembre scorso si suicidò, gettandosi da un terrazzo della Facoltà di Lettere dell'Università di Palermo.
A lui è stata intitolata un'aula dello stesso istituto.
Quel giovane si suicidò perché si trovò di fronte il disagio causato dal sistema universitario dei "baroni" che tolse ogni politica di meritocrazia e che gli tolse ogni opportunità.
Quel sistema vizioso dei "baroni" è lo stesso che la Riforma del ministro Gelmini sta combattendo!
Chi si mette contro la Riforma del ministro Gelmini si mette di quel sistema che provocò il disagio in Norman, disagio che lo indusse al suicidio!
Ai giovani voglio dire che non devono farsi strumentalizzare da coloro che non vogliono quella Riforma e di rifiutare la violenza!
Ci sono tanti altri modi per partecipare alla vita sociale del Paese.
Cordiali saluti.

lunedì 20 dicembre 2010

IN CHE PAESE VIVIAMO?

Cari amici ed amiche.

Mi chiedo che se il Paese in cui vivo è un Paese normale.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui vi è un deputato che giustifica dei gravi atti di violenza come quelli che sono avvenuti a Roma il 14 dicembre.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui un senatore viene bollato come "fascista" solo perché propone, giustamente, delle misure preventive contro i succitati atti di violenza.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui, in nome della "laicità" e per "non offendere chi non è cristiano", si tolgono i crocifissi dagli uffici pubblici, non si fanno cantare le canzoni di Natale, non si fanno fare più i presepi e a momenti non si insegna più la "Divina Commedia" o la storia di Carlo Magno nelle scuole.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui sui vari social-network compaiono delle pagine blasfeme e slogan ateistici sugli autobus mentre quando si cerca di parlare di religione o di diritto alla vita si è bollati come "clericali" e "retrogradi"!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui non si riesce a fare una riforma che possa migliorare e rendere più meritocratica la scuola e l'università senza che scoppino delle contestazioni.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui un parlamentare insulta un presidente del Consiglio democraticamente eletto con termini come "stupratore della democrazia" e quant'altro!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui chi si riconosce in certe idee (ovviamente non dittatoriali ed estreme ma moderate) viene insultato, definito "nemico della democrazia" e "mafioso" e, in qualche caso, viene anche minacciato.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui vi è ancora chi definisce "distruttore dell'unità dell'Italia" chi parla di federalismo!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui si pretende che tutto debba essere delegato allo Stato mentre negli altri Paesi vi è anche un investimento privato.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui si continua a dire no all'energia nucleare, senza che vi sia una seria proposta alternativa che possa coprire quel 18% del fabbisogno energetico che oggi è coperto con l'energia importata dall'estero.
Leggete l'articolo intitolato "Nucleare, polemiche nel Mantovano", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/nucleare-polemiche-mantovano.html.
E posso chiedermi tante altre cose!
In che Paese viviamo?
Cordiali saluti.

IL RUOLO DEI GIOVANI E LA POLITICA


Cari amici ed amiche.

Da giovane, visto che ho 30 anni, devo dire che sono davvero stanco di sentire parlare di "giovani violenti", senza interessi e fannulloni.
Quelli che il 14 dicembre scorso hanno fatto quelle vergognose violenze non rappresentano me e la maggioranza dei giovani.
Quelli sono solo dei facinorosi e devono essere sanzionati nel modo più duro possibile, anche con il DASPO e con l'arresto, che è stato proposto dal senatore Maurizio Gasparri!
Inoltre, chi manifesta contro la riforma Gelmini, anche se in buona fede e pacificamente, rischia di fare il gioco di chi non vuole cambiare l'università e che rimangano i suoi sprechi ed inefficienze, di cui ho parlato nell'articolo intitolato "Basta con la retorica!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/basta-con-la-retorica.html.
La riforma Gelmini è una rivoluzione epocale!
Non rappresentano noi giovani quei violenti che hanno fatto quei disastri a Roma come non ci rappresentano quelli che non vogliono fare nulla.
In realtà, noi giovani siamo rappresentati da quella maggioranza silente che lavora, che ha idee e che cerca di lottare con l'impegno nella società e non con la violenza, contro la crisi, che c'è.
Un esempio, è il Ministro della Gioventù, onorevole Giorgia Meloni, nella foto.
L'onorevole Meloni è un esempio di giovane che ha deciso di impegnarsi seriamente e, tra l'altro, non utilizza nemmeno l'"auto blu" (ma la propria) e questo le fa onore e dimostra che la politica non è una "casta di privilegiati".
A tale proposito, vi invito a guardare il sito del suo dicastero, http://www.gioventu.gov.it/, che metterò anche nell'angolo dei "Link preferiti" di questo blog.
Vi sono delle ottime proposte, come il prestito per gli studenti più meritevoli o il lavoro stabile per i giovani precari.
Questo dimostra che vi sono dei giovani che si impegnano ed il ministro (che è classe 77) lo dimostra.
Ma poi non è vero che noi giovani non vogliamo sporcarci la mani.
Io stesso, prima di restare senza lavoro, ho fatto lavori in cui "mi sono sporcato le mani" . Infatti, ho fatto anche il "collaboratore scolastico", il bidello.
Oggi, sono in cerca di lavoro ma non mi scoraggio e né mi faccio prendere dalla rabbia e dalla violenza!
Non mi vergogno di dire tutto questo!
Quindi, qualcuno deve smetterla di erigere come eroi quei giovani che fanno atti violenti, solo perché contestano il Governo.
I veri eroi sono quelli che hanno delle idee e che cercano di fare il bene a sé stessi e agli altri.
Cordiali saluti.


domenica 19 dicembre 2010

BASTA CON LA RETORICA!



Cari amici ed amiche.
Inizio questo articolo, citando Massimiliano Coraggio, un interlocutore che ha scritto dei commenti su questo blog.
Io non condivido nulla di quanto detto da Massimiliano.
Io non condivido nulla di quanto detto da Massimiliano e lo dico con tutta la serenità di questo mondo.
La Lega Nord non ha bisogno di avvocati difensori (perché si sa difendere da sola) ma ritengo giusto esprimere qualche parola in suo favore.
La Lega Nord è un partito che ha portato dei temi molto importanti.
Pensiamo, ad esempio, alla questione della sicurezza.
Oggi, noi abbiamo un problema di sicurezza che è correlato con la questione dell'immigrazione.
Ad esempio, un immigrato clandestino non può avere un lavoro e né una sana vita sociale.
Quindi, egli rischia di vivere di accattonaggio, di lavoro nero o, peggio, di finire nelle mani delle associazioni criminali, diventandone manovalanza!
Bisogna avere il coraggio di dire queste cose.
Dire queste cose non è "razzismo" o "xenofobia" ma è una presa di coscienza della realtà di fatti.
La Lega Nord ha preso coscienza della realtà dei fatti e questo è un grande merito.
E poi, all'"amico" Massimiliano, vorrei chiedere se è razzismo dire che non è giusto dare agli immigrati solo diritti e nessun dovere!
Io rispondo dicendo che non è razzismo fare capire agli immigrati che non ci sono solo i diritti!
In Germania, un immigrato che non ha lavoro viene rimandato a casa!
Negli Stati Uniti d'America, un immigrato che commette reati si può scordare la cittadinanza!
Questo è razzismo?
Assolutamente no!
E' un'impostazione che vuole che gli immigrati si integrino.
L'integrazione degli immigrati si fa facendo capire loro che se vogliono stare qui in Italia devono avere le carte in regola, rispettare le nostre leggi, imparare la nostra lingua e rispettare i nostri valori.
Avevo parlato di ciò nell'articolo, intitolato "Cosa significa essere un politico cristiano?", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/cosa-significa-essere-un-politico.html.
La Lega Nord ha posto il problema che è serio e va affrontato.
Inoltre, la Lega Nord ha posto la questione del federalismo.
Giusto ieri, su Facebook, stavo chattando con uno studente universitario di Bari e, durante la lunga conversazione, abbiamo toccato anche la questione del federalismo.
Il mio interlocutore mi aveva detto che il federalismo si sarebbe dovuto fare nel 1861 e che ora non si può più fare perché potrebbe più fare perché danneggerebbe il Sud.
Io gli ho risposto, dicendo che non è vero.
Il federalismo potrebbe essere la salvezza del Sud.
Infatti, responsabilizzerebbe gli amministratori locali ed eviterebbe certe situazioni di cattivo governo.
Inoltre, favorirebbe la lotta all'evasione fiscale.
E poi, gli Stati con un'organizzazione federale costano meno di quelli con un organizzazione centralista.
La Lega ha sollevato una questione importante.
Il federalismo sarebbe una gran cosa, unita ad una riforma dei poteri centrali.
Io sarei favorevole ad un presidenzialismo all'americana, di cui parlai nell'articolo intitolato "Caso Fini? E' fallito il parlamentarismo italiano!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/11/caso-fini-e-fallito-il-parlamentarismo.html.
Quindi, smettiamola con la retorica dell'assistenzialismo e del buonismo.
La Lega Nord è un partito che parla al territorio e pertanto, capisce le problematica della gente.
Giusto ieri, a Roncoferraro (Mantova) ho partecipato ad un banchetto organizzato dai leghisti.
E' stata un'esperienza utile e postiva, per capire meglio la politica, che deve essere fatta tra la gente.
Per questo, ringrazio gli amici della Lega Nord di Roncoferraro, in primis il segretario locale Franco Carreri.
Del resto, anche il presidente Berlusconi fa questo.
Lui si mette in mezzo alla gente e dialoga con essa.
Inoltre, il Governo del presidente Berlusconi vuole cambiare il Paese.
Pensiamo alla riforma dell'università. Essa punta a premiare le realtà virtuose e a creare un insegnamento di qualità.
Non è possibile che, oggi, la maggior parte dei soldi dati all'università finisca in stipendi per gli insegnanti.
Oggi, l'università (come la scuola) è uno stipendificio.
Questo è inaccettabile!
La scuola e l'università devono fare la loro missione, ossia formare le generazioni future!
Quindi, smettiamola con certa retorica!
Cordiali saluti.

IL MISTERO DI SAN GIUSEPPE

Cari amici ed amiche.

Della Sacra Famiglia, si parla di Gesù Cristo, nostro Signore e Figlio di Dio. Si parla di Maria, Sua madre, Vergine ed Immacolata.
Si parla poco, invece, di San Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù Cristo.
Il ruolo di San Giuseppe fu, in realtà, molto importante, progetto di Dio e nella Messa di oggi si parla di questo.
Nel Vangelo secondo Matteo (capitolo 1, versetto 19) Giuseppe, sposo di Maria, viene descritto come un uomo giusto e ligio alla tradizione ebraica che, quando seppe che la sua futura moglie era incinta di Gesù, per opera dello Spirito Santo, volle ripudiarla, secondo la legge mosaica. Però, non volle gettarla nello scandalo ma volle rimandarla in segreto.
Un angelo, però, gli apparve in sogno e gli disse che il bambino che Maria aveva in grembo fu concepito per opera dello Spirito Santo e che sarà destinato a salvare il suo popolo e che egli lo chiamerà Gesù, ossia "Dio che salva".
Allora, Giuseppe accolse Maria e diede il nome a Gesù.
Giuseppe fu colui che accettò il progetto di Dio, pur non capendo.
Quindi, Giuseppe guardò al domani con coraggio.
Questa fu una grande lezione di vita.
Giuseppe fu sempre alla ricerca di Dio, pur non capendone i progetti.
Forse, potrebbe essere questo il giusto approccio che l'uomo dovrebbe avere verso Dio!
Dio agisce anche tramite i mezzi più inaspettati!
Dio ha un progetto per ogni uomo. Sta a quest'ultimo accettarlo o rifiutarlo, in base al concetto del libero arbitrio.
Giuseppe, in totale libertà, lo accettò. Lui non capì ma accettò tutto.
E' questo il modo in cui l'uomo deve porsi di fronte a Dio.
L'uomo deve accettare per capire! Soprattutto, deve essere sempre alla ricerca di Dio e del progetto che Egli ha per lui!
Giuseppe, poi, capì e divenne, quindi, un degno sposo per Maria ed un esemplare padre putativo per il Salvatore.
Così, anche lui contribuì alla salvezza del mondo.
Cordiali saluti.

sabato 18 dicembre 2010

TELETHON, UNA BATTAGLIA IMPORTANTE!

Cari amici ed amiche.

Spero che siate in tanti a sostenere la campagna che Telethon sta facendo in questo giorni.
Quest'anno, questa "maratona televisiva" della RAI, punta a fare una raccolta fondi per aiutare a trovare delle cure contro le malattie genetiche rare.
Tra queste, ad esempio, vi è quella dei "Bambini farfalla", ossia una malattia che rende la pelle dei bambini fragile (da qui deriva il nome il nome della malattia poiché, per l'appunto, la pelle dei bambini con questa malattia è fragile come l'ala di una farfalla) e che rende rischiosa persino un'azione comune come, ad esempio, il lavarsi. Un'altra malattia è la Talassemia, una malattia dei globuli rossi del sangue che comporta una sintesi dell'emoglobina ridotta o assente.
Questa malattia causa l'anemia ed una carenza di ossigeno nel sangue.
Pertanto, andate al sito http://www.telethon.it e fate una donazione, facendo un sms al numero 45505 o seguendo le modalità illustrate nel sito.
Spero che aderiate in tanti.
Cordiali saluti.

venerdì 17 dicembre 2010

GESU' ERA UN RIVOLUZIONARIO?


Cari amici ed amiche.
Riprendo un argomento toccato in un articolo precedente che era intitolato "Chi uccise realmente Cristo?", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/chi-uccise-realmente-cristo.html.
Ora, leggendo l'articolo, sorge una domanda.
Gesù era un rivoluzionario?
Prima di rispondere a questa domanda, va fatta una considerazione.
Dal 37 AD, la Terra Santa fu una provincia dell'Impero romano.
Fu, però, una provincia molto difficile da gestire.
Infatti, il popolo ebraico era contro il dominio romano, sia per ragioni politiche che religiose.
Infatti, i Romani avevano un culto politeistico e sincretico poiché, oltre agli dei tradizionali, accoglieva anche le divinità delle popolazioni assoggettate.
Inoltre, vi era anche il culto dell'imperatore.
Quindi, su quella religione si fondò il sistema politico dell'Impero.
I popoli che venivano assoggettati potevano conservare i loro dei (che finivano nel Pantheon di Roma) ma dovevano riconoscere anche le altre divinità.
Ora, gli Ebrei erano (e sono) monoteisti.
Questo cozzava con la logica dell'impero. Da qui nascevano tutti gli scontri in Terra Santa.
Vi erano vari gruppi di Ebrei che volevano la cacciata dei Romani dalla loro terra e per questo aspettavano un Messia, un Salvatore.
Questo spaventava non poco i Romani e in particolare il governatore che ci fu al tempo di Gesù, Ponzio Pilato (16 BC-36AD).
I Romani erano visti dai Giudei come degli occupanti.
I Giudei, quindi, aspettavano il Messia (in greco Christos) che facesse quello che si aspettavano, ossia la cacciata dei Romani.
A tante persone fu attribuito questo ruolo. Altri se lo attribuirono.
Pensiamo a Giuda il Galileo, che nel I secolo AD fondò il partito degli Zeloti, a San Giovanni Battista, che venne ritenuto il Messia ma che fu il precursore di Cristo, o a Simone Bar Kochba, che nel 132 AD si proclamò Messia e venne sconfitto dai Romani nella III Guerra Giudaica.
Inoltre, ci fu un gruppo di ebrei chiamato Zeloti. Questo gruppo fu uno dei più strenui oppositori al dominio romano.
Tra questi vi furono i sicari, ossia dei miliziani armati di un coltello corto (detto sica) con cui uccidevano i Romani, tendendo loro agguati.
Particolarmente forti furono le tensioni in Galilea, la regione da cui proveniva Gesù, tanto è vero che con il termine "galileo" si indicava una persona sediziosa.
In questo contesto, i Romani e Pilato gestivano la Terra Santa.
Ora, va fatta una considerazione su Pilato.
Egli fu un uomo d'armi e lo dimostrò.
Proprio prima che ci fosse la crocifissione di Gesù, egli ebbe in progetto di fare un acquedotto, usando i soldi del Tempio di Gerusalemme.
Questo fece arrabbiare gli Ebrei che insorsero.
Pilato li fece colpire sia dai soldati in armatura e sia da quelli travestiti da gente comune ed armati di bastoni.
Durante gli scontri ci fu un omicidio, per il quale venne arrestato un tale Barabba, colui che venne liberato in cambio della crocifissione di Gesù Cristo.
Quindi, ci fu questa situazione.
Pilato ed i Romani, però, avevano degli alleati tra gli ebrei, i Sacerdoti del Tempio di Gerusalemme.
Questi ultimi erano una casta potente che, però, doveva obbedire a Roma, per conservare il suo potere.
I Romani, infatti, li potevano deporre e nominare a loro piacimento ma, nel contempo, avevano bisogno del loro appoggio per controllare il popolo ebraico.
I sacerdoti erano, quindi, dei collaborazionisti ed erano malvisti dal popolo ebraico.
Fu da tutto ciò che venne quello che seguì, ossia la crocifissione di Cristo.
Ora, parliamo di Gesù Cristo, nostro Signore e Figlio di Dio.
Gesù era un galileo e, come tale, fu visto come sedizioso dai coloro che avevano l'interesse a mantenere il potere, ossia i Romani ed i loro alleati, il tetrarca Erode il Grande (che non era nemmeno di origine ebraica ma nabatea) ed i sacerdoti.
Gesù veniva considerato dal popolo che lo ascoltava un rabbì, ossia un "maestro", quindi un uomo autorevole che parlava delle Scritture.
Questo spaventava molto i Romani ed i loro alleati, che lo vedevano come un capopolo che poteva creare problemi al dominio romano e, di conseguenza, al potere dei sacerdoti e di Erode.
Da qui, nacque, la decisione di eliminarlo fisicamente.
Ora, torniamo alla domanda.
Gesù era un rivoluzionario?
Gesù non aveva nulla contro i Romani, in quanto tali.
Nei tre Vangeli sinottici (quelli di Matteo, di Marco e di Luca) è citato l'episodio di un gruppo di ebrei che chiede a Gesù se sia giusto o meno pagare le tasse ai Romani.
Lui rispose chiedendo una moneta e domandando loro chi fosse raffigurato su di essa.
Quelli rispondono che vi è raffigurato Cesare.
Egli rispose con la celebre frase "Date a Cesare ciò che è di Cesare e date a Dio ciò che è di Dio".
Quindi, lui non incitò alla rivolta contro i Romani.
Però, il suo messaggio fu ben più potente.
Infatti, Gesù affermò la paternità universale di Dio.
Quindi, quel Dio degli Ebrei era il Dio Padre e creatore di tutti, Ebrei e non Ebrei.
Questo stava a significare, la messa in discussione del sistema romano, di cui ho parlato prima.
Fu questo a spaventare Pilato, Erode ed i sacerdoti.
Da qui avvenne l'episodio della crocifissione.
Per questo, il popolo ebraico è scagionato dall'accusa di avere ucciso Cristo.
Il messaggio di Gesù Cristo si diffuse ed uscì dalle comunità ebraiche.
Coloro che lo seguirono, che assunsero il nome di Cristiani, crebbero nel numero.
Il messaggio di Cristo fu potente perché predicava l'amore e la pace e portava a compimento la Legge ebraica, con i nuovo comandamenti che dicevano "Ama il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze" ed "Ama il prossimo tuo come te stesso". Questi due comandamenti, riassumono il Decaologo ebraico.
Fu un messaggio di speranza e di valori che ancora oggi permeano la nostra società.
A causa di ciò, i Cristiani vennero perseguitati fino al 313 AD, anno in cui l'imperatore Costantino I stese l'Editto di Milano che rese il Cristianesimo una religione non più perseguibile.
Questa è, comunque, un'altra storia.
Gesù era un rivoluzionario ma la sua rivoluzione non fu politica e basata sulle armi ma fu una "rivoluzione dei cuori" e basata sulla Parola.
Non fu una rivoluzione contro un popolo ma per fare un popolo nuovo, demolendo il muro che divideva gli Ebrei dai Gentili.
Fu questa la vera rivoluzione.
Cordiali saluti.

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.