Cari amici ed amiche.
Leggete il link http://www.santuarimariani.org/sm-europa/gb-granbretagna/eu-gb-granbretagna0.htm.
Fino al XVI secolo, l'Inghilterra ebbe un patrimonio culturale e religioso che fu portato dai monasteri.
Ci furono le importanti abbazie. Tra queste meritano di essere citate l'abbazia di Rievaulx, quella di Glastonbury, quella di Walsingham, quella di Bolton (qui illustrata nella foto), quella di Bury St. Edmund, quella di Westminster ed altre.
In esse, i monaci facevano libri
Nel XVI secolo, le cose cambiarono.
Nel 1509 iniziò il regno di re Enrico VIII Tudor.
Fino alla fine degli anni '20 del XVI secolo, il monarca fu fedele al cattolicesimo.
Verso il 1527, però, ci fu la questione del matrimonio che il re volle annullare.
Ne parlai nell'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/11041/2008-09-27.html.
In questo articolo si parla del processo che portò allo scisma anglicano del 1534.
Questo scisma ebbe molte ripercussioni, sia sulla società inglese che sulla cultura.
Certo, da un punto di vista dogmatico, re Enrico VIII non ruppe con la tradizione cattolica, anche se ruppe i rapporti con la Santa Sede e si sostituì al Papa nel governo della Chiesa inglese.
Nel 1534, dopo lo scisma, re Enrico VIII incaricò il Primo Ministro Thomas Cromwell di "visitare" le abbazie ed i monasteri.
Questo creò imbarazzo con gli abati, perché la "Visitazione dei monsteri" venne fatta da un laico e non dal vescovo.
Il pretesto fu la divulgazione delle nuove regole della giurisdizione, che vide il passaggio del potere religioso dalle mani del Papa a quelle del re.
La verità fu invece la volontà del re di inventariare i beni.
Nel gennaio del 1535, l'autorità di Cromwell fu delegata ad una commissione di laici che iniziò a "visitare" tutti i monasteri.
Vennero messi in giro anche dei predicatori che dai pulpiti istigavano la popolazione contro i monaci, con dei sermoni che toccavano questi temi:
1) Abati, monaci e suore erano ipocriti, poiché vivevano nel lusso e peccavano di avarizia, gola e lussuria e facevano stregoneria.
2) I monaci sfruttavano il lavoro del popolo e non davano nulla in cambio all'economia inglese.
3) Se il re avesse avuto il controllo dei beni monastici, si sarebbero potute abolire molte tasse per il popolo.
Fu , quindi, una questione economica ma anche politica.
Infatti, il re temeva che i monasteri potessero essere punti in cui gli oppositori si riunivano e che i monaci potessero collaborare con essi.
Nel 1535, i "commissari visitatori" mandarono a Cromwell relazioni su scandali sessuali (veri o presunti) che furono compiuti dai monaci.
Nel 1536, il Parlamento ebbe il pretesto per emettere una legge che avrebbe fatto chiudere ed assegnare al re tutti quei monasteri le cui entrate non superavano i 200 Pounds.
La vita monastica andò quindi in crisi.
Nel 1536, le tredici case cistercensi del Galles contavano solo 85 monaci.
Questo provvedimento non produsse molto denaro.
E così, il re puntò ai monasteri più grandi, come quello di Glastonbury.
Su questa abbazia feci già un post intitolato "GLASTONBURY E LA STORIA DEL SANTO GRAAL E DI RE ARTU'" (http://thecandelabra.blogspot.com/2010/05/glastonbury-e-la-storia-del-santo-graal.html).
Tempo prima, il re voleva controllare le ricchezze di quella abbazia.
Nel 1539 venne fatta una legge che dava questi monasteri al re.
Gli abati si ribellarono.
Richard Whiting, abate di Galstonbury, venne condannato a morte sulla collina del Tor.
Le terre espropriate vennero date in vendita alla nobiltà di corte e così nacque un nuovo ceto nobiliare che si allineò a quelli dei Paesi protestanti.
Inoltre, ci fu una devastazione di gran parte del patrimonio artistico e religioso.
Molti edifici monastici vennero abbattuti e trasformati in cave per prendere il materiale da costruzione.
Vennero distrutte le vetrate ed il piombo venne preso per essere riutilizzato.
Ci fu un vergognoso saccheggio.
Molti libri andarono perduti.
Altri monasteri vennero dati alle parrocchie o divennero residenze private.
Inoltre, vennero distrutte anche le reliquie.
Pensate, fu profanata anche la tomba di San Tommaso Becket a Canterbury.
Ciò suscitò l'indignazione di Papa Paolo III (1468-1549) che definì il re "ladro".
Inoltre, ci furono rivolte in Lincolnshire, in Yorkshire ed in Norfolk, i cui capi vennero giustiziati.
Tutto ciò fu un grave danno per l'Inghilterra che perse un patrimonio religioso e di cultura.
Forse, oggi questo grande Paese dovrebbe riscoprire la propria storia.
Credo che la visita del Santo Padre possa aiutare questo Paese a riscoprire ciò.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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domenica 12 settembre 2010
sabato 11 settembre 2010
DUE "SORELLE", TROPEA E MONTEVIDEO
Per la gioia del direttore Ricky Filosa (http://www.italiachiamaitalia.net/) e di tutti gli amici e conoscenti calabresi (o di origine calabrese), vi parlo di Tropea (in provincia di Vibo Valentia)e del suo rapporto con una grande città dell'America del Sud, la capitale della Repubblica dell'Uruguay Montevideo.
Proprio così, c'è un legame molto forte tra la capitale uruguaiana e questo comune calabrese di 6.851 abitanti che si affaccia sul Mar Tirreno.
In questo paese, adagiato sul promontorio del Capo Vaticano, vi è una via dedicata proprio alla capitale uruguaiana.
Infatti, come in tanti altri centri dell'Italia, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, ci fu una forte emigrazione verso le America del Nord (in particolare Canada e Stati Uniti) e verso quella del Sud, in partiticolare verso Argentina, Brasile, Venezuela, Paraguay e, per l'appunto, Uruguay.
Leggete anche il link http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/italiani-nel-mondo-sofferenza-ed.html.
Anche molti tropeani partirono per cercare quelle migliori fortune che qui in Italia non potevano avere.
Molti di essi formarono una forte comunità proprio a Montevideo.
Uno dei massimi esponenti di questa comunità fu il sindacalista Domenico (Domingo) Arena.
Nato il 07 aprile 1870, Arena arrivò a Montevideo nel 1877.
Fu collaboratore dell'esponente politico "colorado" José Battle y Ordonez che dal 15 febbraio 1899 al 01 marzo dello stesso anno, dal 01 marzo 1903 al 01 marzo 1907 e dal 01 marzo 1911 al 01 marzo 1915 fu presidente della Repubblica dell'Uruguay.
Fu colui che riformò il Paese, creano il "sistema svizzero".
In tutto ciò, Arena ebbe una grande parte e ciò è perfettamente raccontato nel sito http://www.tropeamagazine.it/domingoarena/index.html.
Quindi, il legame tra i tropeani di Montevideo e la loro città d'origine fu così forte che proprio a Tropea, nel 1926, fu inaugurato fu inaugurato in Piazza Veneto il Monumento ai Caduti.
Esso fu voluto proprio dai conterranei residenti a Montevideo.
Come si può vedere, il legame tra queste due città fu (ed è tuttora) molto forte.
Qui, adesso, voglio aprire una mia parentesi che potrebbe essere polemica.
Nel 2008, io lanciai una proposta di "gemellaggio" (o di interscambio culturale) tra il mio comune, Roncoferraro (in provincia di Mantova) ed il comune uruguaiano di Tacuarembò.
Ne parlai negli articoli http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11323/2008-10-13.html e http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11683/2008-10-30.html.
Il comune di Roncoferraro mi rispose con un secco no.
Mi dispiace di ciò, anche perché vi è una "leggenda metropolitana" che dice che gli emigrati all'estero furono per lo più meridionali.
Del resto, in molti film americani (e non solo) gli emigrati italiani parlano un "quasi napoletano" o un "quasi siciliano".
Le cose non andarono così.
Anzi, tra gli emigrati ci furono anche tanti piemontesi, lombardi, veneti, friulani, trentini, liguri e emiliani e romagnoli.
Ci furono anche molti marchigiani, umbri, toscani, laziali ed abruzzesi.
Molti di questi andarono proprio a Montevideo e in altre città uruguaiane.
Io mi interessai alla ben nota vicenda degli italiani di Tacuarembò.
Del resto, sono lombardo di nascita, abruzzese per parte di padre e siciliano per parte di madre.
Basta leggere qualche mia poesia per capirlo.
In Uruguay ci andarono molti lombardi, molti abruzzesi e molti siciliani.
Quindi, sentivo la questione di Tacuarembò molto vicina.
Mi avrebbe fatto piacere se questa iniziativa fosse andata avanti, qui nel comune di Roncoferraro.
Invece, l'amministrazione disse no.
Per certe persone, l'idea vale meno del colore politico di la propone. Questo è uno dei mali storici dell'Italia. Finché c'è chi ragiona come "il Cittadino" (personaggio del romanzo di James Joyce "Ulisse") le cose non potranno migliorare.
Comunque, mi farebbe piacere se chi di dovere cambiasse idea.
Cordiali saluti.
venerdì 10 settembre 2010
11 SETTEMBRE, BASTA COMPLOTTISMO!
Cari amici ed amiche.
L'11 settembre 2001 ci fu una tragedia che cambiò completamente il corso della storia.
Due aerei colpirono le Torri Gemelle, i due grattracieli più alti del World Trade Center, il quartiere ecoonomico di New York.
Un terzo aereo colpì la sede del Ministero della Difesa americano, il Pentagono.
Un quarto areo si schiantò in Pennsylvania ma avrebbe colpito il Campidoglio o la Casa Bianca, a Washington.
Furono i passeggeri ad impedire che ciò avvenisse.
Fu una tragedia!
In ricordo di ciò, il quartiere World Trade Center, assunse il nome di Ground Zero.
Migliaia di persone morirono e colui che fece ciò fu presto individuato.
Fu Osama Bin Laden, uno sciecco saudita che sta a capo di un'organizzazione islamica terroristica, Al Qaeda, che in italiano significa "La Rete".
Quegli attacchi furono uno stupro contro la democrazia ed un'offesa molto grave ai nostri valori di libertà, di pace e di diritti umani.
Ancora oggi, quelle ferite sanguinano in tutti i nostri cuori e le scelte attuali non hanno migliorato la situazione.
Certamente, il pastore protestante Terry Jones sbaglia a fare quella manifestazione in cui si brucia il Corano, il libro sacro dell'Islam.
E' altrettanto sbagliato, però, fare una moschea (con centro culturale islamico) a Ground Zero
Infatti, fare una moschea in luogo significa consacrare lo stesso a coloro che i fondamentalisti islamici considerano come "martiri", i terroristi che pilotarono gli aerei che si schiantarono contro le Torri Gemelle.
Questo è inaccettabile! Non si consacra un luogo a dei criminali!
A maggior ragione non si deve consacrare a dei criminali il luogo in cui ci fu quella tragedia da essi causata!
Si manca di rispetto verso le vittime di quei vili atti!
Quindi, la moschea non s'ha da fare.
Inoltre, io credo che si sia fatto troppo "complottismo" intorno a questa tragedia.
C'è chi dice che dietro a questa tragedia non ci fosse stato il fondamentalismo islamico, c'è chi dice che ci fossero stati i servizi segreti americani (la CIA), c'è chi dice che quegli attentati fossero stati provocati dai "poteri forti", c'è chi dice ci fosse entrato pure il Mossad (il servizio segreto israeliano) e che ci fosse stato un complotto giudaico-massonico, un complotto che tuttora ci sarebbe.
Qualcuno, ci mette in mezzo anche le Chiese cristiane, compresa quella cattolica.
Addirittura, c'è anche chi dice che gli USA si la cercarono.
Di tutto questo, non è vero niente!
Sono tutte baggianate, utili al massimo per fare scrivere qualche libro o per fare qualche trasmissione televisva di bassa lega.
Sono solo teoremi fatti da chi odia l'America, odia Israele, odia l'Occidente libero ed odia Dio stesso.
Sono solo teoremi cari ad ambienti come quelli di estrema sinistra ed anche alcuni di estrema destra, che sono tipicamente populisti, antiamericani, antigiudaici, antiliberali, anticristiani ed anticapitalisti.
Questa gente non deve essere ascoltata!
Con queste teorie assurde, questa gente becera alimenta solo l'antiamericanismo, l'antisemitismo, l'odio verso la Chiesa e l'avversione nei confronti l'Occidente libero e democratico.
Gli autori di ciò furono Bin Laden ed i suoi.
Suggerisco un blog (http://undicisettembre.blogspot.com/) che smentisce questi teoremi che sono usati da coloro che puntano a strumentalizzare una simile tragedia per i loro più bassi e non nobili scopi politici.
Tra l'altro, questa tragedia toccò da vicino anche la mia famiglia.
Infatti, ho parenti nel New Jersey e, da quello che mi fu riportato, loro provarono rabbia ed impotenza di fronte ad una simile tragedia.
Fu la sensazione di tutto il popolo americano, a cui io sono vicino e per il quale oggi pregherò, durante la Santa Messa.
Mi è venuta in mente una poesia ed io la riporterò qui.
L'ho fatta ora. Mi è venuto in mente di comporla così:
U FOCU DI SITTEMBRI
Leghjete o omini! Leghjete!
chì nto so' nomu tene lu tredeci...
quellu Novu Niruni, chì Diu ùn amete,
in quellu ghjornu di sittembri, ghjornu ondeci,
et in Novum Eboracum...cusì fù cù l'Anghjulu Neru...
et ci fici lu ncensu di tanti nnucenti...
cù li dui manti di fumu...chì d'ellu funu l'ali...
cusì nto focu da li dui Turri...chì niscìu...
et lu Suli scuru si fici...pè questu mali...
et chi di quellu a scanzari...abbia cusì Diu!
Cordiali saluti e..God bless America!
REGNO DELLE DUE SICILIE, SONO STATE DETTE DELLE FALSITA'?
Cari amici ed amiche.
Leggete la nota che mi è stata data all'amico Andrea Casiere di Facebook.
Il link è http://www.facebook.com/?page?=1&sk=messages&tid=428649775973#!/note.php?note_id=463927175644&id=1162149298&rf=nf.
Forse, dovremmo riscrivere i libri di storia.
Infatti, in questa nota vi sono dati storici che danno nuova luce al Regno delle Due Sicilie.
I libri di storia ufficiale, presentano questo regno come arretrato e con gente ignorante.
Addirittura, in uno dei suoi scritti, Alfredo Niceforo definì i napoletani di "razza inferiore".
La realtà potrebbe non essere così.
Anzi, oltre a quanto scritto nella succitata nota che è già sufficientemente documentata, va fatta qualche altra considerazione.
Nel Regno delle Due Sicilie vennero molti inglesi che investirono risorse in quei territori.
Ciò significa che in Sicilia c'erano grosse potenzialità.
Ne parlai nel link http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/storia-di-una-famiglia-inglese-in.html.
Quello inglese è sempre stato un popolo molto pragmatico.
E poi, basti pensare alla produttività di prodotti come la Porcellana di Capodimonte, che venne introdotta da Maria Amalia di Sassonia (moglie di re Carlo III di Borbone 1724-1760) o alla produzione di Marsala, iniziata proprio dagli inglesi in Sicilia.
Quindi, il Regno delle Due Sicilie fu un centro di produzione di prodotti d'eccellenza, noti in tutto il mondo.
E poi, c'rerano grossi centri culturali in città come Napoli, Bari e Palermo, oltre a luoghi come la Certosa di Padula.
Perché questo regno ebbe una brutta immagine?
Il motivo è molto semplice.
La Casa Savoia, che nel 1860 prese questo regno, non fu molto popolare.
Lo divenne ancora meno, con la sua politica di spoliazione del Sud Italia. Non valorizzò le risorse del Sud ma si comportò da occupante.
La "Tassa sul Macinato" del 1868, ad esempio, mortificò l'agricoltura del Sud e favorì l'emigrazione.
Ne parlai nel post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/italiani-nel-mondo-sofferenza-ed.html.
Quindi, "per pulirsi l'immagine" e fare passare i Borboni per "cattivi", il nuovo Stato sabaudo doveva indottrinare le future generazioni, tramite la storia insegnata nelle scuole.
E così si fece e si fa tuttora.
Del resto, la storia è scritta da chi vince.
Forse, la Lega Nord non ha tutti i torti a criticare il processo unitario del nostro Paese e certe cose andrebbero riviste.
Ad esempio, forse in pochi sanno che ai garibaldini fu dato un ministero che di fatto fu un postribolo e in cui molti soldi vennero scialacquati.
Quindi, la storia va rivista e forse, i meridionali stessi dovrebbero prendere coscienza di ciò.
Il centralismo fece (e tuttora fa) molto male al Sud.
Io auspico che si crei un movimento autonomista anche al Sud.
Magari, potrebbe essere la stessa Lega Nord a dare l'input perché ciò avvenga.
Cordiali saluti.
Leggete la nota che mi è stata data all'amico Andrea Casiere di Facebook.
Il link è http://www.facebook.com/?page?=1&sk=messages&tid=428649775973#!/note.php?note_id=463927175644&id=1162149298&rf=nf.
Forse, dovremmo riscrivere i libri di storia.
Infatti, in questa nota vi sono dati storici che danno nuova luce al Regno delle Due Sicilie.
I libri di storia ufficiale, presentano questo regno come arretrato e con gente ignorante.
Addirittura, in uno dei suoi scritti, Alfredo Niceforo definì i napoletani di "razza inferiore".
La realtà potrebbe non essere così.
Anzi, oltre a quanto scritto nella succitata nota che è già sufficientemente documentata, va fatta qualche altra considerazione.
Nel Regno delle Due Sicilie vennero molti inglesi che investirono risorse in quei territori.
Ciò significa che in Sicilia c'erano grosse potenzialità.
Ne parlai nel link http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/storia-di-una-famiglia-inglese-in.html.
Quello inglese è sempre stato un popolo molto pragmatico.
E poi, basti pensare alla produttività di prodotti come la Porcellana di Capodimonte, che venne introdotta da Maria Amalia di Sassonia (moglie di re Carlo III di Borbone 1724-1760) o alla produzione di Marsala, iniziata proprio dagli inglesi in Sicilia.
Quindi, il Regno delle Due Sicilie fu un centro di produzione di prodotti d'eccellenza, noti in tutto il mondo.
E poi, c'rerano grossi centri culturali in città come Napoli, Bari e Palermo, oltre a luoghi come la Certosa di Padula.
Perché questo regno ebbe una brutta immagine?
Il motivo è molto semplice.
La Casa Savoia, che nel 1860 prese questo regno, non fu molto popolare.
Lo divenne ancora meno, con la sua politica di spoliazione del Sud Italia. Non valorizzò le risorse del Sud ma si comportò da occupante.
La "Tassa sul Macinato" del 1868, ad esempio, mortificò l'agricoltura del Sud e favorì l'emigrazione.
Ne parlai nel post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/italiani-nel-mondo-sofferenza-ed.html.
Quindi, "per pulirsi l'immagine" e fare passare i Borboni per "cattivi", il nuovo Stato sabaudo doveva indottrinare le future generazioni, tramite la storia insegnata nelle scuole.
E così si fece e si fa tuttora.
Del resto, la storia è scritta da chi vince.
Forse, la Lega Nord non ha tutti i torti a criticare il processo unitario del nostro Paese e certe cose andrebbero riviste.
Ad esempio, forse in pochi sanno che ai garibaldini fu dato un ministero che di fatto fu un postribolo e in cui molti soldi vennero scialacquati.
Quindi, la storia va rivista e forse, i meridionali stessi dovrebbero prendere coscienza di ciò.
Il centralismo fece (e tuttora fa) molto male al Sud.
Io auspico che si crei un movimento autonomista anche al Sud.
Magari, potrebbe essere la stessa Lega Nord a dare l'input perché ciò avvenga.
Cordiali saluti.
LE PAROLE DI TONY BLAIR? SONO VERE!
Cari amici ed amiche.
Sono veritiere le parole detta dall'ex-Primo Ministro Britannico Tony Blair, durante un'intervista del quotidiano "Corriere della sera".
Blair aveva detto che la sinistra perde perché "ha paura del futuro e favorisce l'immobilismo".
Questa è una verità e vale soprattutto per la sinistra italiana.
Infatti, qui in Italia la sinistra punta a conservare lo status quo e non propone uno straccio di riforma seria.
Anche lo stesso Partito Democratico si è mostrato fallimentare.
E' ancora troppo ancorato ai vecchi schemi della politica italiana, una politica che in passato si reggeva sul consociativismo tra forze politiche di maggioranza e di opposizione e spesso al trasformismo e che tanto male ha fatto al nostro Paese.
Pensiamo ai rapporti tra la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano, nella I Repubblica.
Per questo motivo, i partiti di sinistra di oggi osteggiano tanto il presidente Berlusconi ed il centro destra.
Il presidente Berlusconi inaugurò uno schema politico nuovo, più vicino a quelli delle grandi grandi democrazie europee ed occidentali.
Con lui venne il bipolarismo e si abbandonò lo schema delle maggioranze fatte in Parlamento e spesso con accordi non capiti dalla popolazione e lontani dal suo sentire.
Con quanto portato dal presidente Berlusconi, chi governa è scelto dal popolo e con un accordo chiaro.
Alla sinistra questa cosa non va a genio perché è ancorata a quella vecchia e rancida politica della I Repubblica.
E così, ad esempio, la sinistra fu quella che nel 2006 fece bocciare con il referendum la riforma proposta dal centro destra che avrebbe portato il federalismo e resa più veloce l'approvazione delle leggi in Parlamento.
Noi siamo l'unico Paese ad avere un bicameralismo perfetto in cui la Camera dei Deputati e quella del Senato fanno le stesse cose ed una legge deve passare attraverso di loro per essere approvata.
L'Iter di approvazione delle leggi è quindi molto lungo.
Se fosse passata quella riforma le leggi sarebbero state approvate solo dalla Camera mentre il Senato si sarebbe occupato del rapporto Stato-Regioni.
Inoltre, vi sarebbe stata anche la "norma anti-ribaltone" che avrebbe impedito il trasformismo.
La sinistra fece bocciare tutte queste innovazioni, agitando certe paure come quella delle secesione o di una svolta autoritaria.
In realtà, la sinistra punta a mantenere questo "vecchio e barocco sistema" perché è erede di quel vecchio sistema che le permette di sopravvivere.
Se il sistema cambiasse, questa sinistra rischierebbe di essere marginalizzata.
E così, essa inizia ad indicare il presidente Berlusconi ed il centro destra come i nemici da abbattere.
Chi cerca di toccare un sistema consolidato viene visto come "pericoloso".
E poi, questa sinistra è troppo legata al suo passato comunista.
Essa è lontana da una logica di una sinistra moderna ed occidentale, tipo quella proposta proprio da Tony Blair.
La sinistra italiana è marxista nella sua cultura e nella sua "golden share".
In cuor suo, essa è ancora populista, anticlericale, anticapitalista e massimalista.
Quella di Blair è invece riformista.
La sinistra di Tony Blair non era antiamericana e né anticapitalista.
Quella italiana è antiamericana ed anticapitalista.
Del resto, Blair si è formato in un ambiente in cui la politica è "un'aristocrazia democratica" in cui vi sono idee e partiti che si scontrano ma senza mai arrivare a certi eccessi. Essa è l'espressione di un grande documento come la "Magna Charta Libertatum" del 1215.
La politica italiana (come gran parte di quella europea) è figlia Rivoluzione francese, con i suoi scontri esasperati ed inclini all'insulto personale e alla volgarità. Inoltre, con i suoi eccessi, la politica figlia della Rivoluzione francese portò anche ai totalitarismi come Nazismo e Comunismo.
Concludo, dicendo che la sinistra italiana non vuole il cambiamento del sistema poltico.
Se ci fosse un cambiamento nel sistema politico, essa sarebbe costretta ad adattarsi alle nuove condizioni ma non ha gli uomini e né il bagaglio ideologico e culturale per farlo.
Come in natura, anche in politica valgono le teorie di Charles Darwin.
Quindi, un sistema rinnovato potrebbe marginalizzarla e farla scomparire.
Cordiali saluti.
Sono veritiere le parole detta dall'ex-Primo Ministro Britannico Tony Blair, durante un'intervista del quotidiano "Corriere della sera".
Blair aveva detto che la sinistra perde perché "ha paura del futuro e favorisce l'immobilismo".
Questa è una verità e vale soprattutto per la sinistra italiana.
Infatti, qui in Italia la sinistra punta a conservare lo status quo e non propone uno straccio di riforma seria.
Anche lo stesso Partito Democratico si è mostrato fallimentare.
E' ancora troppo ancorato ai vecchi schemi della politica italiana, una politica che in passato si reggeva sul consociativismo tra forze politiche di maggioranza e di opposizione e spesso al trasformismo e che tanto male ha fatto al nostro Paese.
Pensiamo ai rapporti tra la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano, nella I Repubblica.
Per questo motivo, i partiti di sinistra di oggi osteggiano tanto il presidente Berlusconi ed il centro destra.
Il presidente Berlusconi inaugurò uno schema politico nuovo, più vicino a quelli delle grandi grandi democrazie europee ed occidentali.
Con lui venne il bipolarismo e si abbandonò lo schema delle maggioranze fatte in Parlamento e spesso con accordi non capiti dalla popolazione e lontani dal suo sentire.
Con quanto portato dal presidente Berlusconi, chi governa è scelto dal popolo e con un accordo chiaro.
Alla sinistra questa cosa non va a genio perché è ancorata a quella vecchia e rancida politica della I Repubblica.
E così, ad esempio, la sinistra fu quella che nel 2006 fece bocciare con il referendum la riforma proposta dal centro destra che avrebbe portato il federalismo e resa più veloce l'approvazione delle leggi in Parlamento.
Noi siamo l'unico Paese ad avere un bicameralismo perfetto in cui la Camera dei Deputati e quella del Senato fanno le stesse cose ed una legge deve passare attraverso di loro per essere approvata.
L'Iter di approvazione delle leggi è quindi molto lungo.
Se fosse passata quella riforma le leggi sarebbero state approvate solo dalla Camera mentre il Senato si sarebbe occupato del rapporto Stato-Regioni.
Inoltre, vi sarebbe stata anche la "norma anti-ribaltone" che avrebbe impedito il trasformismo.
La sinistra fece bocciare tutte queste innovazioni, agitando certe paure come quella delle secesione o di una svolta autoritaria.
In realtà, la sinistra punta a mantenere questo "vecchio e barocco sistema" perché è erede di quel vecchio sistema che le permette di sopravvivere.
Se il sistema cambiasse, questa sinistra rischierebbe di essere marginalizzata.
E così, essa inizia ad indicare il presidente Berlusconi ed il centro destra come i nemici da abbattere.
Chi cerca di toccare un sistema consolidato viene visto come "pericoloso".
E poi, questa sinistra è troppo legata al suo passato comunista.
Essa è lontana da una logica di una sinistra moderna ed occidentale, tipo quella proposta proprio da Tony Blair.
La sinistra italiana è marxista nella sua cultura e nella sua "golden share".
In cuor suo, essa è ancora populista, anticlericale, anticapitalista e massimalista.
Quella di Blair è invece riformista.
La sinistra di Tony Blair non era antiamericana e né anticapitalista.
Quella italiana è antiamericana ed anticapitalista.
Del resto, Blair si è formato in un ambiente in cui la politica è "un'aristocrazia democratica" in cui vi sono idee e partiti che si scontrano ma senza mai arrivare a certi eccessi. Essa è l'espressione di un grande documento come la "Magna Charta Libertatum" del 1215.
La politica italiana (come gran parte di quella europea) è figlia Rivoluzione francese, con i suoi scontri esasperati ed inclini all'insulto personale e alla volgarità. Inoltre, con i suoi eccessi, la politica figlia della Rivoluzione francese portò anche ai totalitarismi come Nazismo e Comunismo.
Concludo, dicendo che la sinistra italiana non vuole il cambiamento del sistema poltico.
Se ci fosse un cambiamento nel sistema politico, essa sarebbe costretta ad adattarsi alle nuove condizioni ma non ha gli uomini e né il bagaglio ideologico e culturale per farlo.
Come in natura, anche in politica valgono le teorie di Charles Darwin.
Quindi, un sistema rinnovato potrebbe marginalizzarla e farla scomparire.
Cordiali saluti.
giovedì 9 settembre 2010
WILLIAM DE GENERIS vs ANTONIO GABRIELE FUCILONE
Cari amici ed amiche.
Leggete il link dell'amico William De Generis http://ishadow2.blogspot.com/2010/09/religio-post-religionem-poesia-di.html.
E' una poesia molto profonda.
Io ho deciso di rispondergli con questa mia poesia:
Leggete il link dell'amico William De Generis http://ishadow2.blogspot.com/2010/09/religio-post-religionem-poesia-di.html.
E' una poesia molto profonda.
Io ho deciso di rispondergli con questa mia poesia:
L'APUCALISSI IN LONDRA
Comu janchi funu et di lu celu spechju...
sò camora...di gloria antiqua...quell'acque...
di lu sangue più russi...pè onne scheleru vechju...
di quellu Gran Ciumi...chì fù sepolcru...
et Tamigi ùn hè più ma Stige...et d'onne victima vene...
la cundanna...et pè di Londra la cità hè pienghje...
cusì più ùn staci mancu l'ultimu neru acellu...
né curona...in quellu bagnu di sangue...et né rè et riggina...
et la porta ci jetta in terra di lu castellu...
Becket lu vescu...cù Carlu lu rè nnuncenti...
et cù elli stani li martiri et li Santi...cù lu Crucifissu...
suttu l'ochji di l'Agnellu...ché hè lu Ghjudiziu...
et a piglià avaranu li tinti di scanti! Cusì a cascà hà lu viziu!
Sì! Ad apparisce Cristu avarà da la Gran Dama...
chì la Finici tene...cuntru la relighjone di nganni...
chì d'una pestilenzia peggiu hè...et livari pò solo una sciama...
ché libbiru crede faci l'omu...ma lu so' diu chì faci lu viziu...
et schjavu di Fera doventa cusì pè quellu penseru...
ma truvà pò la Sarvizza...si cuntru questu bughju...
tene lu ghjustu omu nto caminu...di l'Agnellu lu ceru!
CARI "FINIANI", PENSO CHE SIA ORA DI MODERARE I TONI!
Cari amici ed amiche.
Io penso che alcuni esponenti di "Futuro e Libertà. Per l'Italia" abbiano superato i limiti della decenza.
Basti pensare all'ultima uscita dell'onorevoleAngela Napoli (deputata del succitato movimento, nella foto) che ha espresso alcune sue considerazioni sul fatto che le deputate e le senatrici "si siano prostituite".
Io trovo queste parole non condivisibili.
A mio modo di vedere, sono parole azzardate ed gravemente offensive verso le deputate e le senatrici.
Inoltre, vorrei dire ai membri di "Futuro e Libertà. Per l'Italia" che è ora di smetterla di continuare ad insultare il partito nelle cui fila si erano candidati, il Popolo della Libertà.
Così non solo sputano sul piatto su cui, fino ad ora, mangiano ma offendono anche quei milioni di elettori, tra i quali vi sono io (e lo dico senza vergogna), che hanno votato il PdL e che credono in esso.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.