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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 29 agosto 2010

OGM, NON DEMONIZZARE!



Cari amici ed amiche.


In un articolo del 09 agosto si è parlato del caso di un campo di mais OGM (geneticamente modificato) che si trovava a Vivaro (in provincia di Pordenone) e che nella notte è stato distrutto da gruppi di estrema sinistra che sono legati ai Centri sociali del Nord-Est, come l'associazione "Ya Basta".
Io trovo questo atto criminoso.
Primo, chi dà il diritto di distruggere le cose altrui?
Secondo, io credo che sia ora di finirla di demonizzare la scienza in nome di un'ideologia politica.
Io credo che sugli OGM si stia facendo un po' troppa confusione.
Forse, non tutti sanno che il mais OGM non ha bisogno della chimica.
Infatti, per la modifica al suo genoma, esso non risulta attaccabile da parassiti (Ostilina nubilalis) e malattie (come quelle provocate dalla Gibberella zeae, dall' Ustilago maydis e dal Fusarium moniliforme).
Quindi, non ha bisogno di pesticidi!
Il fatto che non abbia bisogno di pesticidi aiuta a risolvere altre situazioni, come, ad esempio, la moria delle api.
Inoltre, il mais OGM non viene attaccato dall'Aspergillus flavus, muffa che vista al microscopio ricorda nella forma l'aspersorio usato dai preti e che produce le aflatossine, sostanze che sono cancerogene per il fegato.
A chi dice che il mais OGM fa parte del business delle multinazionali, io rispondo dicendo che anche la chimica è in buona parte gestita dalle multinazionali.
Non business anche quello?
Riguardo alle perplessità del presidente Veneto Luca Zaia, rispondo dicendo che egli difende il prodotto agroalimentare della sua Regione e dell'Italia.
Fa benissimo ed in ciò io sono completamente d'accordo con lui!
L'Italia ha prodotti agroalimentari di altissima qualità.
Pensiamo alla Fontina della Val d'Aosta, agli Asparagi di Santena, al vino Barolo, al Basilico genovese DOP, al vino Sciacchetrà delle Cinque Terre, al Grana Padano, a quello lodigiano "Crosta nera" e al Parmigiano Reggiano, al Provolone della Valpadana, al formaggio "Bagoss" di Bagolino, al Caffè di Anterivo, al Graukase e allo Speck dell'Alto Adige-Sudtirol, al mais di Storo, alla Mela della Val di Non, alla Formagella di Tremosine, all'olio d'oliva del Garda, al Melone di Rodigo, allo Spallotto mantovano, ai Tortelli di zucca mantovani, al Riso "Vialone Nano Veronese" e a quello di Grumolo delle Abbadesse, alla Soppressa veneta, alla Ciliegia di Marostica, al Mais "Marano", all'Aglio di Rovigo, al Radicchio di Treviso, al Prosciutto di San Daniele, al vino Picolit friulano, al Culatello di Zibello, al Prosciutto di Parma, al vino Lambrusco di Sorbara, all'Aceto balsamico di Modena, alla "Coppia Ferrarese", alla "Salama da Sugo" di Ferrara, al Formaggio di Fossa di Sogliano al Rubicone, al Cavolo nero toscano, al Lardo di Colonnata, alla carne del bovino di razza "Chianina", al Pecorino di Pienza, alla carne suina della razza "Cinta senese", al Ciauscolo marchigiano, al vino Verdicchio di Jesi, ai Maccheroncini di Campofilone, al Prosciutto di Norcia, al Pecorino Romano, al vino "Est, Est, Est", alla Pecora "alla Callara" della provincia di Teramo, alle Mazzarelle, ai Maccheroni "alla Chitarra" d'Abruzzo, allo Zafferano di Navelli, al vino Montepulciano d'Abruzzo, alla Mela Annurca campana, al Provolone del Monaco campano, alla Mozzarella di Bufala campana, al "Pomodoro del Pendolo del Vesuvio", alle acciughe di Cetara, al lampascione pugliese, agli strascinati e alle orecchiette pugliesi, agli agrumi del Gargano, all'olio d'oliva pugliese, all'oliva "Bella" di Cerignola, alla Melanzana di Maratea, al peperoncino calabro, al Bergamotto di Reggio Calabria, alla Soppressata calabra, fino ad arrivare ai vini "Nero d'Avola" e Zibibbo, ai pistacchi di Bronte, al Caciovallo Ragusano, al cioccolato di Modica, al Pesce spada e agli agrumi di Sicilia o al Mirto o al Pecorino, al Pane "Carta da musica" (detto anche "Carasau") o ai malloreddus della Sardegna.
Questi sono solo alcuni dei prodotti della nostra tradizione agroalimentare e, come tali, vanno difesi.
Essi rappresentano la nostra cultura.
Però, non trovo giusto nemmeno criminalizzare gli OGM.
Io credo che le due cose possano coesistere.
Ad esempio, le semine possono essere fatte in periodi diversi, così da avere fioriture che avvengono in periodi diversi.
Ciò eviterebbe che vi siano contaminazioni da una parte e dall'altra.
Inoltre, un sistema simile creerebbe più lavoro, dato che si avrebbero (ad esempio) le raccolte in due periodi diversi.
Io credo che quanto successo su quel campo di mais sia stato un atto criminoso che merita di essere sanzionato.
Si può non essere d'accordo sulle posizioni e sulle idee ma la violenza è segno di inciviltà.
Quegli "squadristi rossi" hanno fatto una cosa non degna di un Paese civile.
Spero che vi siano delle pene molto severe!
Cordiali saluti.



CONCORDIA SAGITTARIA, UN TESORO ANTICO DA SCOPRIRE


Cari amici ed amiche.
Per la gioia dell'amica Francesca Padovese (titolare del blog http://mamagrizzlies.blogspot.com/ che è interessante perché ha delle attività molto importanti), parlo del suo Paese, Concordia Sagittaria, un comune della provincia di Venezia.
Questo paese, che forse oggi potrebbe essere ignoto a molti, in realtà è un tesoro formidabile di storia e di cultura.
Fondato dai Romani (presumibilmente nel 42 BC), questo centro aveva il nome di Iulia Concordia.
Molto probabilmente, il suo nome d'origine fu legato a Giulio Cesare. Del resto lo stesso Friuli fu legato a questo personaggio. Il nome latino, infatti, fu "Forum Iulii".
Fece parte della Regio X Venetia et Histria.
Il termine "sagittaria" venne aggiunto poi, per il fatto che a Concordia vi fosse stata una fabbrica di frecce.
In latino "sagitta" significa freccia.
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 AD), il suo territorio vide le scorrerie barbariche (tra cui quella degli Unni di Attila) e, con l'arrivo dei Longobardi, fu unito al Ducato di Cividale.
In seguito, passò alla Marca del Friuli e poi al Patriacato di Aquileia.
Nel 1438, Concordia Sagittaria fu assoggettato a Venezia e, con il trattato di Campoformido (17 ottobre 1797-26 vendemmiaio anno VI), passò all'Austria e vi rimase fino al 1866, quando passò all'Italia.
Nel 1838, Concordia Sagittaria fu scorporata dal Friuli e passò alla provincia di Venezia.
Di friulano vi è rimasto, però, il dialetto ladino.
Del suo glorioso passato è rimasto molto.
Nella zona vi sono molti reperti romani, come statue, capitelli di colonne e marmi.
Vi sono anche i resti di un ponte romano che può essere datato tra il II ed il III secolo.
Inoltre, vi è la Via Postumia che fu costruita nel 148 BC dal console Postumo Albinio e che unisce Genova ad Aquileia, passando per la Pianura Padana e per la provincia di Mantova.
Concordia Sagittaria è anche sede vescovile.
Fin dal Medioevo vi è questa sede anche se nella Diocesi di Concordia-Pordenone ad esercitare la primazia è quest'ultima.
Per via di questo ruolo, vi sono dei monumenti importanti come la Cattedrale di Santo Stefano Protomartire.
L'attuale edificio fu costruito nel 1466 da Antonio Feletto, sui resti di precedenti costruzioni.
La prima chiesa fu una basilica paleocristiana che fu distrutta dagli Unni nel 425 AD.
Quella successiva fu sommersa da una piena del fiume Lemene nel VI secolo.
Altre chiese furono costruite nel XI e nel XIV secolo.
L'attuale chiesa fu terminata nel XIX secolo, con la realizzazione del coro.
E' caratteristico anche il Battistero dell'XI secolo (nella foto).
Per alcuni versi, esso ricorda certe chiese bizantine.
In fondo, Concordia Sagittaria è prossima all'Oriente.
Vi sono anche il Trichora Martyrium del 350 AD ed il Palazzo Vescovile del XV secolo.
Concordia Sagittaria è un piccolo tesoro tutto da scoprire.
I concordiesi hanno tutto il diritto di vantarsene.
Cordiali saluti.

venerdì 27 agosto 2010

ITALIANI NEL MONDO, SOFFERENZA ED INTEGRAZIONE






















Cari amici ed amiche.


Ovviamente, non posso non parlare degli italiani nel mondo.
Su questo tema, incominciai a fare seriamente politica.
Che la migrazione degli italiani sia un fenomeno antico, è cosa vera. Basti pensare, ad esempio, allo storico Primo Ministro del Regno Unito Benjamin Disraeli (1804-1881).
Egli fu un discendente di un'antica famiglia ebraica sefardita italiana, anche se poi si fece anglicano.
Però, il grosso dell'emigrazione avvenne nel periodo che va dal 1876 al 1976. In totale, emigrarono circa 27.000.000 di persone. Fu un numero impressionante!
Nel XIX secolo l'Italia si unì ma ci furono grossi problemi, specie per il Sud che venne, di fatto, rapinato dai governi italiani di allora.
Pensiamo alla famosa "Tassa sul macinato" che, di fatto, strozzò molti contadini del Sud.
Così, ci fu un'ondata di persone che dovette lasciare il nostro Paese.
Molte persone si trasferirono negli Stati Uniti d'America.
Qui, ebbero dei problemi.
Negli USA, infatti, iniziarono a formarsi i movimenti "WASP" ("White, Anglo-Saxon and Protestant" ossia "Bianco, Anglosassone e Protestante") .
Infatti, gli italiani vennero visti come persone che pesavano sull'economia del Paese, che pure aveva bisogno di manodopera e che aveva negli italiani della forza lavoro.
Oltre a ciò, vi era la questione religiosa.
La maggioranza degli italiani era cattolica.
Gli USA erano un Paese protestante e molti americani di allora vedevano nei cattolici un avamposto del Papa.
In pratica, i cattolici erano visti come "agenti del Vaticano".
Gli italiani erano quindi discriminati. Si calcola che circa 15.000 italiani avessero abiurato il cattolicesimo per passare al protestantesimo.
Inoltre, non vi fu solo la discrimonazione tra cattolici e protestanti ma anche tra cattolici e cattolici.
Infatti, negli USA la più forte comunità cattolica fu quella irlandese.
Gli irlandesi non gradivano gli italiani perché per loro il cattolicesimo italiano, ricco di pratiche come l'ex voto, era visto come corrotto da superstizione.
Perfino i preti irlandesi non volevano i loro colleghi italiani.
Un grosso aiuto lo diedero l'opera missionaria del Beato Giovanni Battista Scalabrini e quella di Santa Francesca Cabrini.
Inoltre, agli italiani veniva fatta ogni angheria.
Se sucedeva qualcosa, si diceva "latin", ossia "latino" (inteso come italiano).
Inoltre, gli italiani vennero visti come sporchi e mafiosi, di fare stupri e di essere ladri.
Ci fu anche un documento del Congresso americano che non fu molto lusinghiero.
Un grave fu quello che avvenne nella fabbrica "Triangle" di New York.
In questa fabbrica di tesstura lavoravano molte italiane che venivano imprigionate nel posto di lavoro.
Nel 1911 ci fu un incendio. Le operaie rimasero intrappolate e tenendo conto del fatto che la fabbrica si trovasse negli ultimi tre piani del palazzo molte di quelle che provarono ad uscire dalle finestre caddero e morirono.
Morirono 146 persone.
Con il Fascismo, molti italiani fecero ritorno in patria.
Mussolini, infatti, era contrario all'emigrazione perché vedeva in essa una perdita di energie e di braccia.
E così, ricollocò molti emigrati come "coloni" dell'Agropontino (che doveva essere bonificato in quanto paludoso) ed in Libia.
Di fatto, fu un'emigrazione.
Pensate ai veneti che andarono a vivere a Littoria, oggi Latina.
Con la II Guerra Mondiale le cose mutarono.
Per gli italiani che vivevano negli USA, le cose peggiorarono.
Infatti, molti di loro vennero internati in dei campi perché ritenuti "collaboratori del nemico nazi-fascista".
Con la caduta del Fascismo e la nascita della Repubblica Italiana (18 giugno 1946) ci fu grande povertà e molti italiani ripresero ad emigrare.
Inoltre, ci furono gli italiani d'Istria e Dalmazia che dovettero scappare dai loro territori, a causa delle violenze di Tito e dei suoi soldati jugoslavi.
Stavolta, il grosso andò in Sud America, precisamente in Argentina, in Brasile, in Venezuela ed in Uruguay.
Ci furono anche i numerosi ebrei italiani che si trasferirono nel nuovo stato di Israele, oltre ai nostri connazionali che emigrarono negli USA.
Tra questi, ci furono anche dei parenti di mia madre.
I governi democristiani e la Chiesa vedevano nell'Argentina un posto migliore per gli italiani.
In seguito, ci furono l'emigrazione dall'Italia ad altri Paesi, tra cui quelli europei, e quella dal Sud Italia al Nord.
In questo caso, sia gli italiani emigrati all'estero che i meridionali emigrati al Nord ebbero problemi.
Pensiamo ai minatori emigrati in Belgio e agli operai che andarono in Svizzera ed in Germania.
I minatori furono costretti a lavorare in spazi bui ed angusti e se non facevano quello che veniva loro detto venivano espulsi e non potevano più tornare in Belgio.
In questo quadro, ci fu la tragedia di Marcinelle nell'08 agosto 1956.
Qui morirono 262 persone, la gran parte delle quali italiani.
Anche per i meridionali emigrati al Nord Italia, ci furono problemi.
Questo lo so benissimo, essendo io stesso mantovano di nascita ma meridionale di origini.
Infatti, mio padre è abruzzese, della provincia di Teramo, e mia madre è siciliana, della provincia di Messina.
Mio padre mi racconta sempre che lui nel 1974 (cinqua anni prima che si sposasse e sei prima che io nascessi) partì da Roma con la "valigia di cartone" e trovò lavoro nell'azienda tessile "Corneliani Spa". Per un po', fu ospitato da mia zia, sua sorella, che aveva sposato un mantovano, poi si trovò una casa.
Molti dei suoi colleghi gli dicevano:
"Terrone, ci togli il lavoro!".
Anch'io, subii un po' questa situazione e ci fu un paradosso.
Mi permetto di fare una provocazione.
Molte di queste persone che davano del "terrone" a mio padre e a me non erano e tuttora non sono leghisti, ossia elettori ed iscritti alla Lega Nord.
Anzi, molti di questi votano la sinistra (e magari hanno anche la tessera dei sindacati) e sono le stesse persone che oggi dicono che si devono accogliere gli immigrati.
Però, con i meridionali non furono così accoglienti!
Che ipocrisia!
Al contrario, con i leghisti veri, per quello che mi riguarda, i rapporti sono buoni, anzi ottimi!
E un paradosso!
Se qualcuno oggi mi dà del "terrone", io rispondo dicendo che almeno io so da dove vengo mentre interlocutore non si sa da dove viene e che potrei essere più mantovano di lui.
Certo, la storia degli italiani all'estero fu molto dura ma oggi sono persone rispettate sia nel loro Paese d'origine che in quello che li accolse.
Anzi, tra i loro discendenti ci fu chi lasciò un'impronta e si affermò.
Pensiamo ai politici come Fiorello La Guardia, Rudy Giuliani e Baldomir Ferrari o agli scienziati come Riccardo Giacconi oppure ai calciatori come Javier Zanetti o Fabian Carini (tutti raffigurati nelle foto).
Noi, italiani che stiamo qui in italia, dobbiamo recuperare i legami con quell'"altra Italia", che sta al di fuori dei nostri confini.
Ci sono le associazioni, come l'"Associazione dei Mantovani nel Mondo" presieduta da Daniele Marconcini (il cui sito è http://www.mantovaninelmondo.eu/) ed i network.
Tra questi ultimi, non posso non citare "Italia chiama Italia" (http://www.italiachiamaitalia.net/), il giornale online diretto dall'ottimo Ricky Filosa.
Certamente, gli italiani emigrati subirono angherie di ogni tipo ma oggi molti di loro e dei loro discendenti sono integrati nei tessuti sociali di quei Paesi che li accolsero.
Questo dimostra che il buonismo non fa integrazione.
Cordiali saluti.














ALLEANZA DEMOCRATICA? NO, POSSIBILE CRISI POLITICA!










Cari amici ed amiche.
Confermo quanto scritto ieri nell'articolo "Torna l'Unione? Dio ce ne scansi e liberi!" (http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/torna-lunione-dio-ce-ne-scansi-e-liberi.html).
Anche le parole del segretario dell'Unione di Centro, l'onorevole Pier Ferdinando Casini, che ha ritenuto il suo omologo del Partito Democratico Bersani un "interlocutore affidabibele" potrebbero aprire degli scenari nuovi che, a mio modesto avviso, potrebbero portare a cose non belle.
Rimane quello che ho detto ieri.
Se dovessero esserci le elezioni anticipate e dovesse formarsi questa enorme coalizione di centro sinistra, che unisca la sinistra radicale di Nichi Vendola all'Udc di Casini, passando per il Partito Democratico e l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, in caso di una sua vittoria potrebbero aprirsi degli scenari inquietanti.
Già, le coalizioni fatte "contro" non portano bene.
L'esempio fu il centro sinistra di Prodi che vinse le elezioni nel 2006,non governò e cadde nel 2008.
Quello che Bersani vuole proporre è una coalizione simile, il cui unico fondamento è l'avversione verso il presidente Berlusconi ed il centro destra.
Quindi, se questa coalizione dovesse andare al governo, potrebbero esserci parecchi problemi.
Ci sarebbe la paralisi e, a questo punto, il rischio di una grave crisi politica!
Le crisi politiche possono essere pericolose.
Infatti, quando la politica democratica è in crisi vi è il rischio che vinca chi urla più forte.
Purtroppo, la storia è piena di casi tragici, come la Russia nel 1918 o la Germania nel 1933.
Quindi è una cosa seria.
Cordiali saluti.

giovedì 26 agosto 2010

DOV' ERANO SODOMA E GOMORRA?


Cari amici ed amiche.


Facciamo un viaggio attraverso la la storia della tradizione giudaico-cristiana.
Vorrei parlare di un enigma molto importante che riguarda Sodoma e Gomorra.
Sodoma (in ebraico Sdom) e Gomorra (in ebraico Amora) furono due città citate nella Bibbia.
Il capitolo 19 della Genesi parla di queste due città e della visita di due angeli di Dio al patriarca Abramo.
Questi due messaggeri dissero al patriarca che Sodoma e Gomorra sarebbero state distrutte da Dio, in quanto divenute città di perdizione. Gli abitanti si depravarono e in quelle città regnarono prostituzioni, fornicazioni ed ogni genere di disordine.
Il nipote di Abramo, Lot, abitava a Sodoma.
Da buon zio che voleva bene al nipote, Abramo si preoccupò e cercò di fare in modo che le città non venissero distrutte.
Ci fu un lungo discorso tra Dio ed Abramo che alla fine si fece promettere che se avesse trovato anche solo dieci giusti, Sodoma e Gomorra non sarebbero state distrutte.
Invece, le cose andarono diversamente.
I due angeli arrivarono a Sodoma e trovarono Lot.
Ad un certo punto, i due angeli si videro accerchiati dagli abitanti che volevano abusare di loro.
I due non li fecero avvicinare e li accecarono.
Dissero a Lot e alla sua famiglia di lasciare la città e di non voltarsi indietro.
Infatti, non era permesso vedere il volto di Dio arrabbiato.
Lot ed i suoi partirono ma la moglie disobbedì e si voltò.
Venne trasformata in una statua di sale.
Lot e le figlie vissero in una caverna.
Le figlie volevano generare della prole ma non c'era nessun uomo.
Allora fecero ubriacare il padre ed ebbero così un rapporto incestuoso con lui.
Dalla prole che ne venne fuori discesero i popoli Moabiti ed Ammoniti, che vennero sconfitti dai re Saul e Davide.
Ora sorge una domanda.
Dov'erano Sodoma e Gomorra?
Proviamo a fare una ricerca.
A sud del Mar Morto, tra Israele e Giordania, vi era una zona chiamata Pentapoli, per via di cinque città che erano Admah, Zeboin, Zoar e, per l'appunto, Sodoma e Gomorra.
Questa zona è contemplata in una mappa che raffigura la Terra Santa. Questa mappa è raffigurata nel mosaico del pavimento della Chiesa greco-ortodossa dedicata a San Giorgio di Madaba, in Giordania.
Qui compaiono i nomi di una parte delle città della Pentapoli.
Secondo questa mappa, Sodoma e Gomorra si trovano ad sud-ovest del Mar Morto e ci sono delle testimonianze credibili.
Lì vicino vi è un monte chiamato Geb el Usdom.
Quest'altura si trova nella penisola di El Lisan.
Qui potrebbe esserci Sodoma.
Nel vicino territorio Giordano vi è anche una caverna.
Essa è occupata dai ruderi di un'antica chiesa bizantina.
Questa chiesa, secondo una pia tradizione, è la Chiesa di San Lot.
Qui potrebbe esserci stato Lot.
Su un'altura nella zona esiste anche un pinnacolo di sale.
Tutta quella zona è ricca di concreazioni di sali di sodio, di cloro, di potassio, di bromo e di magnesio.
Lo stesso Mar Morto, a causa del fatto che non abbia sbocchi verso il mare aperto e della temperatura alta che fa evaporare l'acqua, è pieno di concreazioni saline.
Questo pinnacolo ha però una storia particolare.
Esso viene chiamato "Moglie di Lot".
Quindi, la storia di Sodoma e Gomorra potrebbe non essere una leggenda.
Secondo alcuni, esse potrebbero essere state distrutte da un asteroide, simile a quello che nel 1908 colpì la Tunguska, che nel 3123 BC cadde sulle Alpi austriache. Pare che alcuni frammenti fossero caduti anche su Sodoma e Gomorra.
Doveva essere un asteroide molto grosso.
Questa tesi è supportata da una tavola di terracotta assira risalente al 700 BC.
A prescindere da ciò, questa è la dimostrazione che la Bibbia non è una raccolta di favole ma un libro storico, un libro che dimostra che quello in cui crediamo è vero.
Dio si manifesta anche attraverso i fenomeni naturali e non solo in quelli soprannaturali.
Cordiali saluti.







TORNA L'UNIONE? DIO CE NE SCANSI E LIBERI!


Cari amici ed amiche.
Ho trovato molto rassicurante quanto è emerso dal vertice di ieri tra Popolo della Libertà e Lega Nord.
Il governo del presidente Berlusconi continuerà a governare e farà la riforme, a condizione che vi sia la maggioranza.
In caso contrario, si vota!
Trovo meno rassicuranti le parole dell'onorevole Pierluigi Bersani, segretario del Partito Democratico, che ha lanciato l'idea di una "grande alleanza democratica" contro il centro destra.
Io sento "puzza di Unione".
L'Unione fu quella coalizione di centro sinistra che fu fondata nel febbraio del 2005 e che nel 2006 vinse le elezioni con Prodi e salì al governo.
Fu una coalizione in cui ci furono comunisti, radicali, cattolici, socialisti e liberali.
Fu, in pratica, un'accozzaglia in cui ci furono il Diavolo e l'Acqua Santa e, a causa di ciò, non governò e fece solo disastri.
Infatti, formò un governo con più di cento membri (tra ministri e sottosegretari), non fece alcuna riforma ed aumentò le tasse e ne rimise di nuove come l'iniqua imposta di successione.
Inoltre, voleva istituire i "DICO" (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi) per le coppie di fatto.
Per avere criticato un simile provvedimento sono stato bollato come "omofobo".
In realtà, i DICO avrebbero potuto creare dei problemi.
Ad esempio, con il pretesto della difesa dei diritti delle coppie non sposate, essi sarebbero potuti diventare un escamotage per favorire la poligamia, che qui in Italia è vietata.
In politica estera fu confuso. Ad esempio, il 16 agosto 2006, l'allora ministro degli esteri Massimo D'Alema fu fotografato con un deputato libanese degli Hezbollah.
Ho scelto l'articolo de "La Repubblica" che non è certamente un giornale del presidente Berlusconi.
Quindi, in politica estera, il governo Prodi non fu chiaro.
Fu sotto le pulsioni dei comunisti, che sono antiamericani ed anche anti-israeliani.
Poi, grazie a Dio, l' 08 febbraio 2008 l'Unione implose.
Infatti, si sfasciò ed il governo Prodi cadde perché non ebbe più la maggioranza in Parlamento.
Nell'aprile 2008 ci furono le elezioni e tornò alla grande il presidente Berlusconi.
Ora, quello che dice Bersani denota la volontà di rifare una coalizione simile mettendo insieme "Sinistra e Libertà" (il partito di sinistra massimalista di Nichi Vendola), l'Unione di Centro e, magari, "Futuro e Libertà. Per l'Italia" ed i movimenti di Beppe Grillo.
Perciò, in caso di voto anticipato, agli italiani vorrei dire che se dovesse esserci una simile coalizione farebbero bene a ricordarsi del governo Prodi, prima di mettere la croce sulla scheda!
Cordiali saluti.

mercoledì 25 agosto 2010

SANTUARIO DELLA MADONNA DI SAN LUCA, LA VERA ANIMA DI BOLOGNA




Cari amici ed amiche.
Prima di incominciare, vorrei fare un augurio.
Il mio augurio è che in Terra Santa le cose si mettano a posto.
Riguardo ad essa, ricevo delle informazioni dall'amico Riccardo Di Giuseppe.
Lì, ora, c'è l'amico Morris Sonnino che sta vedendo da vicino ogni cosa di quel posto ed ogni situazione che vi succede.
Sarebbe proprio il caso di pregare per Israele e per la pace in quell'area, magari nel luogo di culto che sto per presentarvi, il Santuario della Madonna di San Luca, a Bologna.
Questa chiesa si trova su un colle appenninico che si affaccia sulla Pianura Padana ed è molto importante per i bolognesi e non solo.
Il nome deriva dall'icona bizantina, che secondo una leggenda fu attribuita a San Luca.
Secondo quanto raccontato da Graziolo Accarisi, giureconsulto felsineo del XV secolo, l'icona proviene da Costantinopoli.
Lì, venne un pellegrino-eremita greco (che secondo un documento del 1647 si chiamava Teocle Kamnia) a cui i sacerdoti della Basilica di Hagia Sophia consegnarono l'immagine sacra perché la portasse su un colle detto "Colle della Guardia", perché sull'immagine stessa vi fu un'iscrizione che lo disse.
Arrivato a Roma, quell'eremita seppe dal senatore felsineo Pascipovero che quel colle si trovava Bologna.
Arrivata a Bologna, l'immagine fu accolta con tutti gli onori.
Su quel colle vi fu un eremo in cui visse Angelica Bonfantini che il 30 luglio 1192 decise di darsi alla vita eremitica e che professò i voti nel ramo femminile dei canonici di Santa Maria in Reno.
Papa Celestino III si interessò a ciò e nel 24 agosto 1193 ordinò al vescovo di Bologna Gerardo di Gisla la costruzione della nuova chiesa, su richiesta di Angelica.
In seguito, il luogo divenne importante e ci furono molti pellegrinaggi e di conseguenza molti introiti che furono portati dalle offerte
Ci fu una disputa con i canonici renani. In quanto Canonichessa, Angelica avrebbe dovuto lasciare tutti gli introiti ai canonici renani ma questa si oppose.
La controversia si risolse solo il 13 marzo 1206.
La chiesa fu sotto il controllo diretto del Papa.
Angelica morì attorno al 1244 e la chiesa fu affidata in gestione alle suore agostiniane dell'eremo di Ronzano.
Nel 1258, Papa Alessandro IV diede l'esenzione dal controllo del vescovo di Bologna.
Vent'anni dopo, per volere del cardinale fra Latino, le suore agostiniane vennero affiliate all'Ordine domenicano.
Nel 1290, alle monache fu permesso di edificare fuori da Porta Saragozza, ove ora sorge la chiesa di San Giuseppe.
I due ordini avevano un'unica Superiora nel convento di San Mattia.
Nel 1348, Papa Eugenio IV ordinò che la chiesa venisse assoggettata a questo convento.
Nel 1433 ci fu un miracolo.
Il 05 luglio di quell'anno, con una processione che portò l'immagine nella città di Bologna, vennero fermate delle piogge che stavano distruggendo il raccolto.
In seguito, grazie alle numerose donazioni, la Compagnia di Santa Maria della Morte (che aveva in cura l'icona) rinnovò l'edificio sacro che era costituito da un vano rettangolare con volte a crociera ed una cappella poligonale che ospitava l'icona.
Dal 1603 al 1713 ci furono ampliamenti ed ammodernamenti che furono caratterizzati dall'aggiunta di quattro nuove cappelle e 1708 (grazie ad un lascito del legato pontificio Lazzaro Pallavicini) nel fu fatta una nuova cappella con marmi policromi. Nel 1616 fu rifatto il campanile.
I lavori furono diretti da Carlo Francesco Dotti e Donato Fasano.
L'altare barocco da Giovanni Antonio Ferri e fu realizzato dai tagliapietre Ranghieri.
el 1723 iniziarono i lavori di costruzione della chiesa attuale.
I lavori furono guidati dall'architetto Carlo Francesco Dotti, che su idea del frate servita Andrea Sacchi, realizzò la chiesa a pianta ovale con una una cupola.
Nel 1743 la chiesa quattrocentesca fu demolita e l'attuale chiesa in stile barocco prese il suo posto.
Il 25 marzo 1765, l'arcivescovo di Bologna, cardinale Vincenzo Malvezzi, inaugurò la chiesa.
La cupola, la facciata e le tribune laterali esterne furono terminate da Giovanni Giacomo Ditti, figlio di Carlo.
L'11 febbraio 1799, le suore dovettero abbandonare il santuario.
Infatti, il convento di San Mattia fu soppresso da Napoleone.
A loro successero i domenicani, fino 1824, anno in cui la chiesa fu assoggettata all'arcivescovo dal cardinale Carlo Opizzoni.
Da allora, la chiesa è gestita da sacerdoti diocesani e da un vicario vescovile.
Nel 1815 ci furono nuovi lavori per la realizzazione dei marmi della cappella maggiore.
Nel 1874 fu dichiarata monumento nazionale e Papa Pio X la dichiarò Basilica minore.
Fra il 1922 ed il 1950 venne decorata la cupola.
Fra il 1938 ed il 1950 fu risistemato il piazzale antistante, per volere del cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca.
Dal 1930 al 1994 lì vicino ci fu un orfanotrofio, che in seguito fu collocato vicino al porticato iniziato da Gian Giacomo Monti e finito da Francesco Monti Bendini e Carlo Francesco Dotti tra il XVII ed il XVIII secolo. Con i suoi 3,796 questo porticato che si inerpica sul colle è il più lungo del mondo.
Esso è caratterizzato da 15 cappelle dei Misteri del Rosario e da 666 archi.
Il numero non è casuale.
Esso è il numero della Bestia, l'Anticristo (Apocalisse 13, 18) e che in riferimento alla traduzione dalle lettere ebraiche indicava l'imperatore romano Nerone.
Il porticato doveva simboleggiare il serpente che venne schiacciato dalla Madonna (Genesi 3, 15).
Infatti, durante gli esorcismi gli indemoniati si mettono ad urlare quando si nomina la Madonna, perché ella rappresenta l'umiltà contro l'arroganza, il servizio verso il prossimo contro l'egoismo e l'obbedienza contro la ribellione.
Insomma, questo Santuario è un itineriario pieno di arte e soprattutto di fede.
Quando passate sulle autostrade A1 Milano-Napoli e A14 Bologna-Taranto lo vedete.
Forse, potreste riflettere sul fatto che lassù c'è Qualcuno che protegge tutti quanti noi.
Questa è la vera anima di Bologna e, forse, gli stessi bolognesi dovrebbero riscoprirla e valorizzarla.
Cordiali saluti.




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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.