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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 20 luglio 2010

COSTITUZIONE CIVILE DEL CLERO, IL PRIMO CRIMINE LAICISTA

Cari amici ed amiche.

Leggete anche il link http://italiaemondo.blogspot.com/2010/07/la-chiesa-e-gli-stati.html.
Certamente, il 14 luglio 1789 ci furono degli avvenimenti molti importanti ed alcuni di questi furono drammatici.
In Francia scoppiò una rivoluzione che cambiò e stravolse il volto dell'Europa.
Purtroppo, in questo quadro vi furono anche parecchi crimini.
Del più grande fu vittima la Chiesa.
Sulla Rivoluzione francese si sono create delle teorie.
La prima dice che essa fosse stata una rivoluzione apertamente antireligiosa e che incarcerava e massacrava i preti.
La seconda dice che i rapporti tra la Chiesa e ed governo rivoluzionario francese fossero peggiorati in modo accidentale, a causa di malintesi con il Papato.
Per molti, la verità sta nel mezzo e dice che all'inizio la rivoluzione non fosse stata antireligiosa (anche se anticlericale) ed i membri dell'Assemblea costituente vollero ricostruire la Francia intorno al Cristianesimo ma dice anche definire come "accidentale" quello che avvenne dopo significherebbe minimizzare la portata degli eventi.
Io, invece, ho un'altra teoria
Credo, infatti, che tutto fosse stato un piano quasi criminale di fare fuori la Chiesa e di levare Dio dalla vita pubblica del cittadino ciò si può desumere dalla Costituzione civile del clero, che fu approvata il 12 luglio 1790.
Essa impose ai vescovi e ai preti di GIURARE FEDELTA' allo Stato francese.
Il clero diventò così un corpo di impiegati stipendiati dallo Stato, anche perché le terre della Chiesa vennero confiscate.
Vennero soppresse 52 diocesi e molte parrocchie.
Inoltre, i vescovi divennero eleggibili.
Tutti i membri del clero dovevano giurare fedeltà allo Stato, pena la perdita dell'ufficio e dello stipendio.
Il 24 febbraio 1791, il vescovo costituzionale Charles Maurice de Talleyrand (nella foto) consacrò due vescovi.
Il suo collega Gobel ne consacrò trentasei.
Dopo un esame chiesto alla Santa Sede da re Luigi XVI, Papa Pio VI condannò la Costituzione civile del clero, con il breve "Quod aliquantum" il 10 marzo 1791.
Questo spaccò la Chiesa francese in clero costituzionale (che giurò) e clero refrattario. Da lì ci furono le persecuzioni contro la Chiesa.
Ora, la Costituzione civile del clero potrebbe essere stata una MOSSA PER TENTARE DI DISTRUGGERE LA CHIESA E DI LEVARE DIO DALLA VITA PUBBLICA.
Infatti, sotto l'apparenza di una volontà di ristrutturare e rigenerare la Chiesa francese potrebbe esservi stata quella di metterla sotto il controllo dello Stato, di dividerla e di renderla impotente.
Prima, lo Stato si prese le sue terre ed i suoi beni e soppresse vari ordini perché contemplativi e giudicati come inutili.
Poi, con la Costituzione civile del clero, esso si prese di fatto il controllo del suo apparato ed impose il giuramento ai suoi membri.
Quindi, ciò smentisce il fatto che la Rivoluzione francese fosse stata liberale.
L'imposizione di un giuramento non non fa parte di una cultura liberale.
Inoltre, essa fu ispirata al pensiero dei vari Voltaire, Montesquieu, Rousseau e di altri illuministi.
Ora, passando dalla serenità insulare dell'Inghilterra alla Francia i principi dell'Illuminsmo divennero estremi e da una semplice visione laica ma non antireligiosa essi ne acquisirono fortemente antireligiosa ed in particolare anticristiana.
Voltaire, ad esempio, si firmava con il nome di "Christomoque", ossia derisore di Cristo.
Ora, la Rivoluzione francese fu proprio l'occasione per affermare questi principi.
Inoltre, non credo che i membri dell'Assemblea Costituente non avrebbero tenuto conto di un'eventuale opposizione del Papa alla Costituzione civile del clero.
Anche se la Chiesa cattolica francese aveva le connotazioni di una Chiesa nazionale (di qui il nome di "Chiesa gallicana") era altrettanto vero che essa fu un pilastro della Chiesa universale.
Quindi, potremmo dire che era tutto calcolato.
Era calcolato che la Chiesa gallicana si sarebbe spaccata nel clero costituzionale e in quello refrattario e che, con il pretesto di eliminare quest'ultimo in quanto controrivoluzionario, i rivoluzionari avrebbero attaccato la Chiesa, cosa che avvenne in seguito con la scristianizzazione voluta dal movimento di Jacques-René Hébert.
La Chiesa sarebbe stata così dimezzata e, tenendo conto del fatto che il clero costituzionale non si sarebbe opposto allo Stato, non avrebbe avuto più la forza di portare il messaggio cristiano.
Quindi, la Chiesa cattolica francese non solo perse il ruolo di Chiesa di Stato ma visse la situazione di dovere convivere con uno Stato ostile e che puntava a distruggerla.
In pratica, ci fu un ritorno al periodo che precedette il 313 AD.
La nascita di culti rivoluzionari dedicati alla "Dea Ragione" e all'"Essere Supremo", voluti ed imposti dai giacobini e dagli hebertisti, erano (di fatto) dei culti neopagani.
Certo, ad onor del vero, va detto che Robespierre cercò di moderare la scristianizzazione perché temeva che potesse spaccare la società francese ma il suo stesso movimento non fece nulla per evitarla.
Anzi, la promosse.
Inoltre, sorge questa domanda.
Se lo Stato avesse fatto una legge contro il Cristianesimo, cosa avrebbe fatto il clero costituzionale?
Se non avesse obbedito, di sicuro, avrebbe perso il posto e se si fosse piegato, di certo, avrebbe fatto apostasia.
La cosa non va sottovalutata.
Inoltre, da quelle dinamiche nacquero gli attuali laicismi (spesso beceri) e la "Statolatria" che trasforma l'istituzione civile in un Moloch e che nei tempi passati degenerò nei totalitarismi come Nazismo, Fascismo e Comunismo.
Cordiali saluti.

REFERENDUM SULL'ACQUA


Cari amici ed amiche.


Pare proprio che ci sarà il referendum, voluto dalle sinistre e dai "grillini", contro il "decreto Ronchi", che prevede una "privatizzazione" della gestione dell'acqua.
Infatti, i promotori di tale referendum hanno raggiunto il milione di firme.
Ora, vorrei fare qualche considerazione.
Al cittadino, in fondo, non interessa che la gestione dell'acqua sia pubblica o privata.
Al cittadino interessa che questa sia efficiente e che gli faccia pagare un PREZZO ADEGUATO AL SERVIZIO.
Questo è quello che importa al cittadino.
Mi permetto di fare un esempio.
Di fronte ad un pessimo servizio di gestione dell'acqua e alle bollette astronomiche che, di conseguenza, sono inadeguate rispetto alla qualità dello stesso, al cittadino non interessa sapere se la sua acqua sia gestita da una società pubblica o da una privata.
Vale anche il caso opposto.
Bisogna mettere al centro la qualità del servizio.
E poi, una gestione pubblica non è sinonimo di una buona gestione ma può diventare occasione di fare il "carrozzone" di politici "trombati" alle elezioni e quant'altro.
Quindi, bisogna stare attenti.
Semmai, servirà una tutela per il cittadino.
Questi paga le bollette ed è giusto che ad esse corrispondano dei servizi di buona qualità.
Bisogna riflettere su questo.
Cordiali saluti.

lunedì 19 luglio 2010

NUCLEARE, PERCHE' SI'?

Cari amici ed amiche.

Leggete il link http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2010/02/obama-riaccende-nucleare.shtml?uuid=fd2d4522-1b99-11df-b68a-7f42509e5788&DocRulesView=Libero.
Sul post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/07/alcune-bugie-sul-centro-destra.html un "signore" (uso le virgolette perché quella persona usa toni che nulla hanno di signorile) continua con i suoi commenti deliranti.
Questo articolo (che di certo non è di un giornale berlusconiano) lo smentisce apertamente.
Il nucleare è una scelta valida per molteplici ragioni.
La prima è la questione dell'effetto serra.
Infatti, il nucleare non emette CO2, cosa che fanno il petrolio ed il metano quando bruciano.
Qui in Italia, qualche centrale nucleare potrebbe sostituirme termoelettriche, che vanno a metano.
La seconda è la questione dell'efficienza.
Infatti, in Italia soddisferebbe il fabbisogno energetico, il 18% del quale è coperto da energia importata dalla Francia, che è in gran parte nucleare e prodotta da centrali vicine.
Anzi, l'Italia potrebbe diventare Paese produttore di corrente.
Inoltre, riaprire le porte all'energia nucleare significherebbe RIDURRE IL RISCHIO DI FUGA DEI CERVELLI dall'Italia.
Infatti, noi abbiamo molti giovani che hanno fatto studi su quella materia ma che non possono fare nulla, perché non ci sono centrali.
Va detto anche che l'uso del nucleare NON ESCLUDE quello delle FONTI RINNOVABILI, come il sole o il vento.
Anzi, un uso integrato di energia nucleare e di quella proveniente da fonti rinnovabili contribuirebbe a ridurre le emissioni, perché ridurrebbe l'uso delle centrali termoelettriche.
Quanto alle scorie, esse possono essere riprocessate e rese meno pericolose.
Leggete anche l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/20205/2010-02-17.html.
Voglio replicare all'ex-leader dei Verdi ed ex-Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che disse che l'energia solare è un'energia di pace mentre il nucleare è un'energia di guerra, in quanto legata al business.
Io rispondo dicendogli che anche il nucleare è un' "energia di pace". Infatti, l'uranio usato per fare l'energia verrebbe tolto alla guerra.
Si trasformerebbero le spade in vomeri, come è scritto nella Bibbia.
Cordiali saluti.

FULMINI (parte II)


Cari amici ed amiche.


Nel post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/07/fulmini.html ho parlato degli effetti disastrosi dei fulmini.
In realtà, i fulmini hanno anche degli EFFETTI BENEFICI.
Lo dimostrò il biochimico statunitense Stanley Miller (nella foto, 1930-2007) che fece un importante esperimemento in ambiente abiotico.
Egli mise dell'acqua dentro ad una specie di pallone detto "Boccia di Miller" che venne riscaldata in presenza di metano (CH4) ed ammoniaca (NH3).
Questi vapori vennero poi trattati con SCARICHE ELETTRICHE.
Il risultato? Fu il "brodo primordiale".
Esso conteneva AMMINOACIDI, che sono dei composti anfoteri, in quanto aventi il gruppo carbossilico degli acidi (-COOH) e quello amminico (-NH2) che è basico, e che sono i monomeri che costituiscono le proteine.
In pratica, Miller simulò le condizioni della Terra di milioni di anni di fa.
L'aria era densa di CO2, CH4, NH3 e di altre sostanze provenienti dai vulcani in eruzione.
Vi era anche l'acqua.
Le ceneri favorirono anche la formazione di energia elettrostatica, che generò molti FULMINI.
Essi ionizzarono l'aria e funsero da catalizzatori.
Questo provocò una reazione di sintesi che portò alla formazione degli amminoacidi.
In pratica, i fulmini contribuirono a fare nascere la vita.
Per chi, come me, crede, essi potrebbero essere contemplati in quella forza creatrice di Dio.
In un certo senso, anche la scienza contempla la possibiltà che la vita provenga dal cielo.
Cordiali saluti.

PAOLO BORSELLINO, UN PATRIMONIO DI TUTTI

Cari amici ed amiche.

Il 19 luglio 1992, in Via d'Amelio a Palermo, morì il giudice Paolo Emanuele Borsellino, nella foto.
Insieme all'amico e collega Giovanni Falcone (che morì il 23 maggio dello stesso anno) combatté la criminalità organizzata.
Con Falcone, egli è un simbolo della legalità e come tale va ricordato.
La memoria di quello che fecero questi due magistrati (due veri magistrati che fecero il loro dovere e che servirono lo Stato) è PATRIMONIO DI TUTTI.
Pertanto, trovo indegno che si usino i nomi di questi due eroi per fare della lotta politica ed alimentare un certo vergognoso clima giacobino e giustizialista.
Così non si difende la legalità e né si onora la memoria di questi due eroi ma si istiga all'odio la gente e si vengono sviliti la nobiltà dell'operato e la stessa memoria di questi due personaggi, trasformandole in un mero strumento di lotta politico-ideologica.
Essere per la legalità non significa essere giustizialisti e volere i processi in piazza e sui giornali.
Di questo, i nostri due eroi (che Dio abbia sempre in gloria) erano perfettamente consci.
Alzare i toni ed avvelenare il clima politico non porta bene.
L'odio porta altro odio.
Provate a leggere il link http://italiaemondo.blogspot.com/2010/07/alcune-bugie-sul-centro-destra.html ed in particolare certi commenti deliranti su di esso.
Ecco cosa porta l'odio!
Chi usa Falcone e Borsellino per demonizzare gli avversari politici e seminare odio ne distrugge la memoria.
Ciò non deve succedere.Non deve succedere che quanto fatto da questi due grandi uomini diventi motivo di scontro tra fazioni politiche.
Se ciò accadesse, sarebbe come ucciderli una seconda volta.
Cordiali saluti.

domenica 18 luglio 2010

PROVINCIA DI MANTOVA; TRACCIATO D3? S'HA DA FARE!

Cari amici ed amiche.



Anche la provincia di Mantova deve ammodernarsi!
I progetti ci sono e tra questi vi è quello di realizzare un nuovo tracciato autostradale che unisca Mantova a Cremona, il famoso "Tracciato D3".
Oggi, vi sono comitati che non ne vogliono la realizzazione ma sbagliano!
Vorrei fare notare che nella provincia di Mantova non vi sono autostrade che COLLEGHINO DIRETTAMENTE la città virgiliana ed il suo territorio con il capoluogo di regione, ossia Milano.
Infatti, per andare a Milano tramite l'autostrada si deve imboccare la A22 in direzione Brennero e a Verona si deve prendere la A4 in direzione Milano. E' la via più comoda. Infatti si potrebbe andare a Milano anche tramite l'A1, prendendo prima l'A22 in direzione Modena.
Praticamente, per andare a Milano con le autostrade, noi mantovani dobbiamo uscire dalla Lombardia.
L'unica alternativa (escludendo la ferrovia) è la Strada Statale 1o "Padana Inferiore" che a sua volta si immette nella Strada Provinciale 415 "Paullese", con tutti gli inconvenienti che ne derivano.
Quindi, serve un nuovo tracciato autostradale altrimenti LA PROVINCIA DI MANTOVA RESTERA' TAGLIATA FUORI DAL RESTO DELLA REGIONE LOMBARDIA!
Quindi, BEN VENGA IL TRACCIATO D3!
Inoltre, la provincia di Mantova è la provincia lombarda messa peggio per quanto riguarda le strade.
E' la più arretrata.
Si possono (anzi si devono) potenziare e migliorare alcune infrastrutture presenti,come il tratto compreso tra Roncoferraro e la sua frazione di Nosedole della Strada Provinciale 33 (di cui parlai nel post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/roncoferraro-mantova-la-strada-della.html), larghi tratti della Strada Statale 482 detta "Ostigliese", della già citata Strada Statale 10, della Strada Statale 236, che è detta "Goitese" ed unisce Mantova a Brescia e che all'altezza di Marmirolo è spesso teatro di incidenti, il ponte sul Po della Strada Statale 413 detta "Romana" ed anche la stessa autostrada A22 Brennero-Modena, almeno per quanto riguarda il tratto compreso tra Verona (punto di innesto con la l'A4) e Modena, che sarebbe da ampliare da due a tre corsie.
Quindi, chi manifesta non capisce che servono delle infrastrutture efficienti.
Forse, lo farà in buona fede ma non si può dire sempre di no!
Coloro che sono contrari a questa opera dicono che il loro territorio non è tutelato.
Io rispondo loro portando l'iter di realizzazione delle nuove opere, che ho qui nella brochure che mi fu inviata nel 2006 dal Gruppo "Autostrade per l'Italia".
L'iter si divide in undici fasi e si svolge nel seguente modo:
1) Redazione del progetto preliminare.
2) Inserimento del progetto nella convenzione con l'ANAS.
3) Redazione del progetto definitivo.
4) Validazione tecnica.
5) Valutazione dell'impatto ambientale, detta "VIA".
6) Conferenza dei servizi.
7) Redazione progetto esecutivo.
8) Approvazione del progetto.
9) Gara d'appalto.
10) Consegna ed esecuzione dei lavori.
11) Apertura al traffico.
Nella "Conferenza dei servizi" vengono convocati i vari stakeholders (portatori di interesse) e tra questi vi sono anche gli Enti Locali come Regioni, Province e Comuni.
Lì si cerca di trovare un compromesso tra le istanze di tutti.
E' ora di finirla con queste opposizioni ideologiche alle infrastrutture.
Tra l'altro, esse creano posti di lavoro e di conseguenza ricchezza.
Cordiali saluti.

sabato 17 luglio 2010

LA CHIESA E GLI STATI


Cari amici ed amiche.


Vi voglio parlare della questione inerente al rapporto tra Stato e Chiesa.
A partire dal 313 AD, quando l'imperatore romano Costantino I (nella foto) liberalizzò la Chiesa ci furono nei secoli una serie di eventi che portò a varie situazioni.
Infatti, il rapporto tra lo Stato e la Chiesa fu molto complesso.
Certamente, dal IV secolo in avanti l'Impero Romano protesse la Chiesa e ne favorì la diffusione.
Al momento della divisione dell'Impero in Impero d'Occidente ed Impero d'Oriente si verificò anche una differenziazione nella Chiesa stessa.
Ad Oriente (Costantinopoli) la Chiesa rimase soggetta allo Stato mentre ad Occidente fu indipendente dall'imperatore.
Questa situazione sfociò poi nello Scisma d'Oriente del 1054.
Caduto l'Impero d'Occidente (476AD) fu la Chiesa a ridisegnare l'identità europea e questa operazione culminò con la nascita del Sacro Romano Impero di Carlo Magno nell'800AD.
Questo sovrano franco contribuì ad evangelizzare l'Europa in modo più profondo rafforzando la Chiesa ma nel contempo inaugurò quello che avvenne nei secoli successivi.
Qui la Chiesa riuscì a creare il tessuto socio-culturale che sopravvisse alla disgregazione del Sacro Romano Impero (con la deposizione di Carlo il Grosso 887AD) ma nel comtempo aprì lo scenario seguente.
Con la ricostituzione del Sacro Romano Impero della nazione germanica (962AD) con Ottone I di Sassonia come imperatore si aprì una nuova fase.
Infatti, l'imperatore si erse come "protettore della Chiesa" ma la sua protezione significava avere il controllo sui vescovi e sull'elezione del Papa.
Il Papa, invece, puntava a mantenere la sua autonomia ed il suo potere sull'imperatore.
In realtà, il rapporto tra Papa ed imperatore fu molto complesso.
Se, da una parte, l'imperatore aveva bisogno del favore del Papa per avere un potere riconosciuto e che se scomunicato avrebbe lo avrebbe perso, dall'altro, il Papa non sarebbe stato in grado di fare a pieno titolo il suo magistero senza la collaborazione dell'imperatore.
Questo portò alle "Lotte per le investiture" che cessarono solo al XIII, quando per questi "due Soli del Medioevo" iniziò il declino.
Infatti, dopo il tramonto degli Svevi, nessun imperatore fu più in grado di tenere unita l'area italiana a quella tedesca e ci fu una frammentazione tra i vari feudi di quest'ultima.
Inoltre, essendo quella dell'imperatore una carica elettiva,vi erano casi di feudatari più ricchi e potenti del sovrano.
Il Papato andò in crisi a sua volta.
Dopo lo scontro tra Papa Bonifacio VIII ed il re di Francia Filippo IV il Bello (1303), ci fu la "Cattività avignonese" che durò dal 1309 al 1377 e che ridusse il Papa a strumento della corona francese.
Alla "Cattività avignonese" seguì lo Scisma d'Occidente che durò fino 1417 AD.
Da lì la Chiesa non ebbe più un'effettiva unità.
Infatti, si formarono i grandi Stati nazionali (Spagna, Francia ed Inghilterra) con forti monarchie che vollero estendere il loro potere anche sulle Chiese dei loro Paesi e, soprattutto, sui loro beni.
Di fatto, la religione divenne un aspetto della politica nazionale di ciascun regno.
Ciò culminò con la Riforma protestante (1517 AD).
Qui, infatti, i reggitori secolari ebbero un ruolo fondamentale.
Infatti, la Riforma vinse ove si alleò con il governo che incamerava così i beni della Chiesa.
E così, i reggitori di Stati come i Principati tedeschi settentrionali, la Svezia, la Danimarca, la Norvegia ed alcuni Cantoni Svizzeri, abbracciarono il protestantesimo sia per rafforzare il proprio nazionalismo e sia per controllare direttamente i propri sudditi.
Non ho citato l'Inghilterra perché qui il caso fu particolare.
Infatti, re Enrico VIII ruppe con Roma (con l'Atto di Supremazia del 1534 AD) non per questioni dottrinali (infatti lui fu un accanito avversario del protestantesimo) ma per ragioni personali e, almeno durante il suo regno la Chiesa anglicana rimase cattolica nel dogma.
Ove il protestantesimo si mise contro il governo venne sconfitto. Solo in Scozia e nei Paesi Bassi, ci fu un risultato diverso.
Infatti, nel 1560 AD, il riformatore scozzese John Knox portò fece del suo Paese una nazione calvinista e con re Giacomo VI (dal 1603 Giacomo I d'Inghilterra 1566-1620) anche la corona assunse le dottrine riformate.
Quanto ai Paesi Bassi, essi si ribellarono alla Spagna di re Filippo II.
Dopo il Concilio di Trento (1545-1563) il cattolicesimo tornò a nuovo vigore ma dal XVI secolo esso ebbe altri problemi.
Infatti, si formarono dottrine come il giansenismo ed il molinismo e ci furono i vari regalismi (giuseppinismo, gallicanesimo e giurisdizionalismo) che tendevano a ridurre l'influenza del Papa.
Quindi, ci furono delle forti lacerazioni nella Chiesa e ciò creò una situazione di grande pericolo, di fronte alle teorie deiste ed illuministe che provennero dall'Inghilterra.
Arrivate in Francia esse divennero corrosive contro la Chiesa che mostrò segni di stanchezza.
La situazione si fece più grave con la Rivoluzione francese del 1789.
Su questa rivoluzione ci sono due teorie.
La prima dice che era una rivoluzione antireligiosa ed anticristiana e voleva dichiaratamente distruggere la Chiesa.
La seconda dice che la situazione si evolse in modo accidentale e che dopo una serie di fraintendimenti con il Papa (che condannò la Costituzione civile del clero ratificata nel 1790) si arrivò alla scristianizzazione del Terrore giacobino.
C'è chi dice che la verità stia nel mezzo.
Io, invece, dico che c'è una quarta teoria, ossia che i rivoluzionari apparentemente non vollero scristianizzare la Francia e distruggere la Chiesa ma fecero la Costituzione civile del clero per fare l'esatto contrario, poiché ben sapevano che il Papa non avrebbe approvato.
E fu da lì che in Europa nacque una "laicità contro la Chiesa" che si tradusse in varie ideologie tra cui il marxismo.
Inoltre da lì nacque lo "Stato contro la Chiesa" e proprio l'Italia che si unì nel 1861 ne fu un esempio.
Forse, bisogna provare capire quelle che successe in passato per comprendere quello che c'è oggi.
Forse, si può anche spiegare il "paradosso degli USA" di uno Stato formatosi in epoca illuminista e con il pensiero illuminista in cui però la religione gioca un ruolo fondamentale nella vita pubblica dei cittadini.
Faccio anche una considerazione personale.
Oggi, vi è un clima simile a quello della Francia dell'epoca del Terrore e, ad esempio, certi gruppi e pagine blasfemi che compaiono sui social network ricordano le mascherate anticristiane (tra cui quella dell'"asino mitrato", ossia di un asino su cui veniva messa una mitra vescovile e che trainava un carro con i fantocci del re, del Papa e dei nobili) ed i roghi di oggetti sacri.
Il presidente Berlusconi ha quindi ragione a dire che c'è un "clima giacobino", in tutto e per tutto.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.