Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 10 giugno 2010

MA QUANTA DISINFORMAZIONE!

Cari amici ed amiche.

Ma quanta disinformazione!
Questa mattina ho parlato con un signore che accusava l'esercito israeliano di avere sbagliato ad attaccare i "pacifisti" a bordo della nave turca "Marmara" e di essersi reso colpevole di avere causato la morte di diciannove persone.
Io gli ho fatto notare che se quei "signori" avessero voluto fare realmente una missione umanitaria, avrebbero potuto fare ispezionare sé stessi e la nave dall'esercito israeliano.
Perché non l'hanno fatto?
Avevano qualcosa da nascondere?
E poi, certi video fanno vedere che i "pacifisti" (o meglio "pacifinti") sparavano dai boccaporti.
Alla faccia della pace.
Molti giornali italiani stanno facendo disinformazione.
A mio modo di vedere, in essi prevale l'ideologia politica.
Questo non è fare un buon servizio.
Cordiali saluti.

UN VIAGGIO NELL'ITALIANA BUENOS AIRES


Cari amici ed amiche.
Voglio farvi fare un breve "viaggio virtuale" in quella che è la massima "città italiana al di fuori dell'Italia", la capitale della Repubblica di Argentina Buenos Aires.
Con i suoi 3.050. 728 abitanti, essa è una delle massime città sudamericane ed è uno dei più fiorenti porti fluviali.
Essa fu fondata dallo spagnolo Pedro de Mendoza il 02 febbraio 1536 ma la sua è una storia tutta italiana.
Il suo nome deriva dal Santuario di Santa Maria di Bonaria, che si trova a Cagliari.
Dal secolo XIX conobbe l'immigrazione, specie italiana.
Oggi, la capitale argentina è la "massima città italiana al di fuori dell'Italia" e potenzialmente ha un numero di italiani pari al doppio della città di Roma.
Questa italianità si vede nei quartieri (detti barrios) come La Boca.
Qui gli abitanti vengono chiamati xeneizes (genovesi) per le loro origini liguri.
Altri quartieri hanno nomi che riconducono all'Italia.
Esempi sono il barrio Palermo, con la statua di Giuseppe Garibaldi, la neoromanica chiesa della Parrocchia di Nuestra Senora de Guadalupe, le vie alberate e le sue eleganti costruzioni che ricordano quelle in stile spagnolo antico, ed il barrio Villa Devoto, con la bellissima Escuela Antonio Devoto, dedicata al possidente di origini liguri Antonio Devoto, che fu onorato anche da re Vittorio Emanuele III.
Vicino al Convento de Santo Domingo vi è il Mausoleo di Manuel Belgrano (barrio Montserrat).
Non dimentichiamoci di Plaza del Congreso (sempre nel barrio Montserrat), con il palazzo neoclassico che ospita il Parlamento.
Nel barrio La Boca, vi è il coloratissimo Caminito, via ove vissero molti degli immigrati italiani.
Buenos Aires è un pezzo di "Italia fuori dall'Italia", come lo sono altre comunità di nostri connazionali residenti nel resto del Sud America (come ad esempio in Brasile, in Venezuela e nell'Uruguay), nel Nord e nel Centro America (come ad esempio, in Canada, negli USA, in Costarica e nei Caraibi), in Europa, in Oceania e in altre parti del mondo.
In un certo senso, visto che si avvicinano i mondiali di calcio, ciò spiega anche la tentazione di tifare squadre nazionali come Argentina o Uruguay.
In fondo molti loro giocatori hanno radici italiane.
Cordiali saluti.

mercoledì 9 giugno 2010

ISRAELE IN EUROPA!


Cari amici ed amiche.


E' un articolo che ha dell'inquietante. Ringrazio l'amica Sveva Orlandini del Minzolini Fan Club di Facebook che me l'ha inviato.
Io credo che oggi sia molto difficile un ingresso della Turchia nell'Unione Europea.
Trovo, invece, possibile ed auspicabile un ingresso di Israele nell'Unione Europea.
Israele è una nazione con un'ottima agricoltura.
Essa si è sviluppato su un terreno difficile grazie all'ingegno israeliano. Pensiamo alle tecnologie usate per la gestione dell'acqua in campo agricolo.
Io credo che in ciò possa dare un forte contributo all'Europa.
E poi, Israele ha prodotti di eccellenza come, l'olio d'oliva, i pompelmi ed i vini.
Inoltre, questo Stato ha una buona industria. Pensiamo ai centri ricerca della Intel e della Microsoft. Ottime sono anche l'ìndustria militare e quella chimico-farmaceutica.
Inoltre, Israele ha sviluppato anche una forte tecnologia nel campo sanitario.
Pensiamo alla robotica, che viene usata per risolvere il problema delle persone con disurbi motori.
Ottima è anche la ricerca biotecnologica, sempre applicata in campo sanitario.
Anche sul piano culturale, Israele ha delle ottime cose.
Pensiamo al teatro Yiddish, proveniente dalle comunità ebraiche askenanzite (dell'Europa centro-orientale).
La lingua Yiddish discende dall'alto-tedesco, è scritta con l'alfabeto ebraico ed ha molti vocaboli ebraici e neolatini.
E' quindi una lingua che ha visto anche la storia di noi Europei.
Molto buona è anche l'istruzione.
Il tasso di alfabetizzazione è circa del 95%.
L'obbligo scolastico va dai 3 ai 18 anni (e questa è musica per le mie orecchie) ed è diviso in materna primaria (I-VI), media (VII-IX) e superiore (X-XII). Al termine del XII anno si consegue il baccalaureato, dopo un severo esame.
Sono ottime le rinomate università come la Hebrew University of Jerusalem (che si trova a Gerusalemme) o la Technion-IIT di Haifa.
Oltre a questo, Israele ha in comune con noi Europei molte cose.
Lì nacque la religione della maggioranza di noi Europei, il Cristianesimo.
Su quella terra, la Terra Santa, camminò, operò,visse, morì e risorse Gesù Cristo.
La presenza di Israele in Europa darebbe un senso all'Europa stessa.
Inoltre, e qui parlo da italiano, in Israele ci sono anche degli italiani. Ci sono israeliani di origine italiane.
Quindi, ritengo giusto che l'Italia rafforzi i legami con Israele.
Se fosse per me, Israele entrebbe in Europa anche subito.
Inoltre, esso è l'unico stato democratico del Medio Oriente.
Non dobbiamo lasciarlo solo.
Cordiali saluti.

ECUMENISMO

Cari amici ed amiche.

Porto alla vostra attenzione alcuni eventi.
Il 29 maggio 1453 cadde Costantinopoli. Capeggiati dal sultano Mehmet II, i Turchi Ottomani conquistarono Costantinopoli e martirizzarono l'imperatore bizantino Costantino XI.
29 agosto 1526, i Turchi vinsero a Mohàcs. I Turchi sconfissero i cristiani e minacciarono Vienna.
01 agosto 1571, i Turchi presero Famagosta. In seguito ad una fatwa che prevedeva anche la conquista di Spagna e Sicilia, Turchi presero Cipro e uccisero barbaramente il governatore veneziano Marcantonio Bragadin.
Grazie a Dio ci fu la Battaglia di Lepanto che li sconfisse.
Questi sono solo tre eventi che ebbero in comune parecchie cose.
Tra queste, vi furono le divisioni nel Cristianesimo.
Questi eventi ebbero queste contingenze.
Prendiamo, ad esempio, la caduta di Costantinopoli. Ad essa contribuirono sia la separazione tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica e sia la presenza dei movimenti ereticali, come quello dei Bogomili.
Il bogomilismo era un movimento eretico-esoterico.
Esso sorse nell'attuale Bulgaria nel X, ad opera di un monaco di nome Bogomil.
I bogomili non riconoscevano il valore dell'Antico Testamento e ritenevano che Dio avesse avuto due figli, il primogenito Satanel ed il secondogenito San Michele.
Satanel si ribellò a Dio e diventò il diavolo. Dio lo scacciò ma gli diede l'autorizzazione di creare la Terra e l'uomo.
Tuttavia, Dio ebbe compassione per l'uomo e mandò il suo secondogenito San Michele, facendolo entrare in Maria dal suo orecchio destro. Egli si incarnò e diventò il Cristo che salvò l'umanità.
Il bogomilismo si diffuse in Serbia e nell'attuale Bosnia-Erzegovina.
I bogomili furono l'elite che, di fatto, tradì l'Impero bizantino e che portò alla rottura tra questo ed territori balcanici nel XIV secolo.
Con l'arrivo dei Turchi essi si convertirono all'Islam perché lo ritennero più vicino ai loro valori di quanto non lo fossero la Chiesa cattolica e quella ortodossa, vista da loro come sataniche.
Oltre a ciò, dal 1054, la Chiesa d'Oriente fu separata da quella cattolica.
Tutto ciò determinò il declino e la caduta dell'Impero bizantino e l'avanzata dei Turchi Ottomani.
Nel caso di Mohàcs e di Cipro, la Cristianità fu lacerata dalla Riforma protestante e dalle guerre di religione che ne seguirono.
Dico tutto questo perché vorrei fare notare che il Cristianesimo è più debole quando è diviso.
Serve quindi IL RILANCIO DELL'ECUMENISMO. L'Ecumenismo (dal greco oikumene) è quel movimento che promuove una riconciliazione tra cristiani.
I primi tentativi di ristabilire l'unità dei cristiani furono fatti nel XIII secolo (concilio di Lione) e nel XV secolo (Concilio di Ferrara-Firenze).
La cosa non portò alcun effetto.
Solo nel XIX, con il Movimento di Oxford (in Gran Bretagna) ci fu la prima vera azione ecumenica.
In ambito cattolico, però, essa ci fu con il Concilio Vaticano II (1962-1965).
Da lì ad oggi molte cose sono state fatte.
C'è dialogo e colleborazione tra le Chiese cristiane.
Un grande impulso, lo diede il Venerabile Giovanni Paolo II (18 maggio 1920-02 aprile 2005) che si scusò con gli ortodossi della Quarta Crociata (1202-1204).
Certo, ci sono ancora le difficoltà.
Ad esempio, ancora oggi vi sono alcune Chiese evangeliche che ritengono il Papa l'Anticristo così come ci sono alcuni cattolici che non vogliono l'Ecumenismo ed anche alcuni ortodossi che fanno altrettanto, magari rivangando fatti accaduti secoli fa.
Purtroppo, però, la storia dice che le divisioni nel Cristianesimo non fanno bene.
Ho citato alcuni eventi ma se ne possono citare altri. Soprattutto ora, che c'è un estremismo islamico molto forte (non solo nei Paesi musulmani ma anche nelle città d'Europa) e che minaccia noi ed i nostri valori, il Cristianesimo deve essere unito.
In fondo non crediamo tutti nell'Unico Dio, nel Crocifisso e nella Trinità, come scrisse San Carlo I Stuart (19 novembre 1600-30 gennaio 1649) al Papa?
Se l'aveva capito lui, perché noi non dovremmo fare altrettanto?
Quei cristiani che continuano a mostrarsi ostili verso gli altri che credono nell'Unico Dio, nel Crocifisso e nella Trinità, vanno contro lo stesso dettato biblico e non aiutano il Cristianesimo.
Quello dell'Ecumenismo è un cammino difficile ma necessario.
La posta in gioco è alta.
Cordiali saluti.

martedì 8 giugno 2010

GIOVANI, LAVORO E POLITICA

Cari amici ed amiche.

Si parla tanto del fatto che qui in Italia il 30% dei giovani è disoccupato. Certo è una cifra importante, di cui, purtroppo, anch'io faccio parte.
Proviamo a fare un'analisi.
Una delle cause di questa disoccupazione giovanile sta nell'istruzione (scuola ed università).
Qui in Italia, l'istruzione è fine a sé stessa.
Mi spiego meglio.
Qui in Italia non c'è collegamento tra istruzione e mondo del lavoro.
Ad esempio, negli altri Paesi, le aziende investono negli studenti. Esse seguono gli studenti e fanno fare loro degli stages, magari pagati.
Così, le aziende hanno una persona già formata e pronta per essere assunta.
Qui in Italia, tutto questo non avviene.
Le aziende non investono negli studenti e non li seguono ma vogliono avere la pesona già formata per fare quel determinato mestiere.
Inoltre non si fanno gli stages e se li fanno molto spesso non sono pagati.
Perché questo?
Un po' è colpa delle aziende italiane ma molta parte di essa è dell'istruzione stessa.
Diciamo pure che la "mentaltà di sinistra" ha fatto presa e ha fatto molti danni.
Essa, punta ad avere tanti diplomati e laureati perché, nella sua concezione, tuto ciò significa avere una migliore democrazia.
In realtà, questo significa avere fatto solo un'istruzione di quantità ma non anche di qualità.
Infatti, in questa mentalità sono mancati i criteri meritocratici e soprattutto si è puntato più su un insegnamento teorico ed umanistico che non su un insegnamento pratico e scientifico.
Questo rende l'istruzione poco appetibile alle aziende che vogliono anche molta pratica.
E poi, come ho già detto, manca la meritocrazia.
I "baroni" delle università rappresentano il caso più eclatante ma anche certi modi di fare nelle Scuole Superiori (come certe valutazioni date con "manica larga") sono esempi di mancanza di meritocrazia.
Trovo, pertanto, corretto l'operato del Ministro dell'Istruzione e dell'Università Mariastella Gelmini.
Inoltre, se si facesse un insegnamento più pratico, forse si riuscirebbe ad arginare la "mortalità scolastica", ossia l'abbandono delle scuole di molti studenti che non arrivano nemmeno al diploma.
Quelli come me, che sono abituati al molto studio, sono riusciti ad arrivare al diploma ma molti altri hanno abbandonato gli studi.
Inoltre, vi è la questione dei ricercatori.
Qui in Italia, anche per quanto ho affermato prima, non si fa ricerca.
Molti giovani ricercatori sono costretti così ad andare all'estero.
Questo è un danno per il Paese.
In Parlamento è stato votato (con voto bipartisan) un provvedimento che agevola le assunzioni di giovani ricercatori che sono stati all'estero.
E' un buon provvedimento che però da solo non basta.
Serve un cambio di mentalità e quanto detto prima potrebbe essere un'idea.
Inoltre, le istituzioni devono essere più vicine ai giovani.
Non mi riferisco tanto al Governo (che sta facendo tanto ma che è troppo distante) ma alle Regioni, alle Province e ai Comuni.
Ci sono Regioni che stanno facendo molto.
Un esempio?
La Regione Lombardia, una regione che ha messo in campo strumenti come la "Borsa Lavoro" per aiutare i giovani.
Tra l'altro, la Regione Lombardia è anche virtuosa in termini di costi.
Essa costa ad ogni cittadino lombardo circa 36 Euro annui, un costo molto basso.
Altre Regioni costano molto di più e non offrono servizi migliori.
Realtà simili vanno aiutate da tutti (aziende comprese) perché possano rendere efficaci i loro operati e possano diventare d'esempio.
La società civile deve sorreggerle di più.
Per quanto riguarda il rapporto tra giovani e politica, io credo che anche qui, a volte, vi sia poca meritocrazia.
Ove questa meritocrazia c'è, si vede e i giovani partecipano di più alla vita politica e sociale della propria comunità, con un giovamento per tutti.
Ci sono tante energie che non vengono valorizzate perché molto spesso (specie in certe realtà locali come, ad esempio, i Comuni) è molto difficile portare avanti le proposte di cambiamento.
A volte, vi è l'idea che il cambiamento sia sempre "in peggio" e si prerferisce mantenere lo status quo, anche quando non piace.
Basti vedere, ad esempio, la questione della "Case dell'Acqua", da me sollevata a Roncoferraro.
Spero di avere detto qualcosa di interessante e di avere dato qualche motivo di riflessione.
Cordiali saluti.

TURCHIA E MONSIGNOR PADOVESE







Cari amici ed amiche.


Sul sito http://www.asianews.it/ è comparsa una notizia che potrebbe confermare quanto da me detto sulla Turchia. Essa parla proprio del caso dell'uccisione del Vicario Apostolico di Anatolia, Monsignor Luigi Padovese. Questa notizia riporta alcune testimonianze di persone che hanno sentito tutto mentre il prelato veniva ucciso da Murat.
Alcuni testimoni l'hanno sentito il presule che gridava aiuto. In seguito hanno sentito le urla del suo carnefice che gridava: "Ho ammazzato il grande Satana! Allah Akbar!".
Il corpo del prelato è stato in seguito sgozzato e quasi decapitato. La testa era attaccata al resto del corpo solo dalla pelle della parte posteriore del collo.
Ciò smentisce la tesi dell'infermità mentale e conferma quella dell'OMICIDIO A SFONDO RELIGIOSO.
A questo punto, inizia ad emergere un aspetto inquietante.
In Turchia il fondamentalismo islamico è diventato visibile e si è rafforzato.
Lo testimonia questa barbara uccisione. Lo testimonia il martirio di don Andrea Santoro, avvenuto a Trebisonda nel 2006, e lo testimonia anche la questione cipriota che non si riesce a risolvere.
Questa questione fu toccata anche dalla visita del Papa a Cipro, di cui ho parlato nell'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/21978/2010-06-08.html.
Proprio a Cipro si vede uno spaccato dell'attuale situazione in Turchia.
Nella parte nord del'isola (occupata dall'esercito turco dal 1974) vi sono grossi problemi.
Lì le chiese vengono distrutte, trasformate in moschee o riconvertite in altri usi.
Anche le chiese trasformate in moschee (come la cattedrale di Famagosta, nella foto) non sono in belle condizioni.
Perfino il monastero di San Barnaba (che si trova a Salamina) è oggi un museo, come anche l'Abbazia di Bellapais (nella foto) che in parte è in rovina.
E' chiaro che se la Turchia fosse un Paese realmente laico, la questione cipriota si sarebbe risolta e, ad esempio, si sarebbe permesso ai greco-ciprioti di ritornare nella parte nord del'isola e si sarebbero restituite le chiese.
Invece, non c'è la volontà di risolvere la cosa, da parte dei turchi.
Inoltre, in Turchia sono presenti anche degli italiani, i famosi Levantini, discendenti di quei nostri connazionali che secoli fa si stabilirono in Medio Oriente.
Ad Istanbul vi è una comunità di Levantini.
Dovremo cominciare a preoccuparci anche per loro
E' chiaro che il dialogo diventi difficile (se non impossibile), dato che chi sta dall'altra parte non prende nettamente le distanze dai fondamentalisti e non crea le condizioni favorevoli.
Un dialogo serio si fa in due.
Io credo che chi vuole l'ingresso della Turchia in Europa debba un attimino riflettere.
Potrebbe essere un azzardo.

Cordiali saluti.











lunedì 7 giugno 2010

MISTERO DI ALESSANDRIA


Cari amici ed amche.

Questa è una storia che fu trattata anche nel bellissimo romanzo di Valerio Massimo Manfredi "La Tomba di Alessandro- L'enigma".
Siamo nel IX secolo. Due marcanti veneziani, Buono di Malamocco e Rustico di Torcello, entrarono in una chiesa di Alessandria in Egitto, la città da cui proviene anche il nostro canone biblico.
In quel secolo la città era già sotto il dominio islamico. Infatti, nel 641 AD, l'Egitto fu tolto all'Impero Bizantino dagli Arabi.
I due mercanti parlarono con i membri del clero che si dissero preoccupati dal fatto che i musulmani stavano depredando la chiesa di tutti i marmi.
Questa preoccupazione fu per un corpo, una reliquia importante che si trovava nella chiesa.
Probabilmente dietro lauto compenso, quei resti furono dati ai due mercanti che lo coprirono di carne di maiale. I doganieri musulmani, inorriditi, gridarono: "Kanzir, Kanzir!" (ossia "maiale, maiale") e non fecero altre ispezioni. Infatti, la religione islamica impedisce anche solo di toccare la carne di maiale. Nell'828 AD ci furono grandi festeggiamenti a Venezia. Il corpo di San Marco Evangelista fu portato nella celeberrima basilica.
Questo fu il viaggio del corpo di San Marco Evangelista.
Ora, però, secondo alcune teorie, quel corpo potrebbe non essere dell' evangelista ma di un personaggio non meno importante, ALESSANDRO MAGNO.
Secondo alcune teorie, con gli editti del'imperatore Teodosio nel 391AD, furono distrutti tutti i templi ed i simboli pagani.
Qui, però, cosa successe?
Molte cose pagane furono cristianizzate.
Ad esempio, i santi in coppia, come Sergio e Bacco e Cosma e Damiano, sostituirono i dioscuri Castore e Polluce, i simulacri delle dività pagane poste nei crocicchi vennero sostituiti da immagini della Vergine e lo stesso vale anche Dies Solis Invicti che venne sostituito dal Natale.
Ora, il Cristianesimo di Alessandria fu un Cristianesimo di buona cultura, ben diverso da quello rappresentato nel film "Agorà".
Qualcuno potrebbe avere avuto la sensibilità fare del corpo di Alessandro quello di San Marco, proteggendolo dentro una chiesa.
Di conseguenza, la chiesa di San Marco avrebbe rimpiazzato il Mausoleo di Alessandro, che taluni identificano con le moschee di Nabi Daniel (che occupa uno spazio di una preesistente chiesa) e di Attarine. Sono raffigurate nella foto.
Ora, sorgono altri misteri.
Come si sarebbe potuto proteggere il corpo di un personaggio noto come Alessandro Magno?
Se quel corpo che oggi si trova a Venezia dovesse essere quello del sovrano macendone e non quello di San Marco, quest'ultimo dove sarebbe?
Solo Dio ha la risposta, visto che chi visse in quegli anni non c'è più.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.