The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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martedì 11 maggio 2010
PALAZZO TE, ARTE E MISTERO
Cari amici ed amiche.
Se venite a Manatova, oltre il Palazzo ducale, il Duomo, la Sinagoga Norsa, la Rotonda di San Lorenzo, il Palazzo d'Arco e la Basilica di Sant'Andrea, visitate il Palazzo Te.
Esso fu edificato su un'isola lacustre tra il 1525 ed il 1534 su commissione del duca Federico II Gonzaga.
Il nome deriva dal luogo chiamato Tejeto (ossia "luogo delle capanne").
Quest'opera fu fatta da Giulio Romano.
Il Palazzo Te ricorda le antiche ville romane. E' a pianta quadrata un'esedra sul lato orientale. Grazioso è il bugnato all'esterno.
I suoi portici sono sostenuti da colonne tuscaniche ruvide.
Belle sono le decorazioni degli ambienti.
Molto graziosa è la "Loggia d'onore", con affreschi che raccontano la storia biblica di re Davide.
Tra le sale, non sono da perdere la "Sala dei Cavalli" (i cui affreschi mostrano i cavalli della scuderia dei Gonzaga), la "Sala di Amore Psiche" (il cui tema degli affreschi è il mito di Amore e Psiche), la "Sala delle Aquile" (sulla cui volta è affrescata la storia della caduta di Fetonte), la "Sala dei Cesari" (con i bassorilievi) e la "Sala dei Giganti".
Quest'ultima (nella foto) mostra la storia della caduta dei Giganti dall'Olimpo.
E' molto bella ed ha un soffitto a cupola. In origine non aveva finestre e l'unica luce fu quella del caminetto.
I suoi affreschi narranno della caduta dei Giganti dal Monte Olimpo. E' chiaro il riferimento all'imperatore Carlo V.
I personaggi sono tutti disposti su una spirale che parte dalla base dei muri e finisce al centro della volta, ove è raffigurato Giove che scaglia i fulmini contro i Giganti che sono schiacciati dagli edifici che crollano.
Incise sulle pareti questa sala, sui disegni sono state trovate delle scritte particolari, alcune esoteriche.
Una di queste è il monogramma di Cristo, ossia "IHS" (Iesus Homini Salvator) e un'altra recita "Hic fuit rex Mathias" (Qui fu re Mattia), anche se non risulta che l'imperatore Mattia II d'Asburgo (1557-1619) fosse mai venuto a Mantova.
Oltre a ciò, altri luoghi hanno cose "misteriose".
In uno dei loggiati vi sono affreschi con geroglifici egizi. Secondo il pensiero rinascimentale, il geroglifico è la lingua di Dio.
Inoltre, il luogo più caratteristico è la Grotta. Questo ambiente, usato come stanza da bagno. era decorato con conchiglie e giochi d'acqua, che oggi non ci sono più.
In realtà, pare che questo luogo avesse avuto a che fare con Vincenzo I Gonzaga e la sua mania dell'alchimia, cosa di cui ho parlato nel post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/alchimia-la-radice-della-chimica.html.
Lì pare che ci fossero stati molti alchimisti.
La simbologia della stanza lo dimostra.
Il Palazzo Te è un vero e proprio libro sulla mantalità del Rinascimento, con tutte le sue contraddizioni.
Cordiali saluti.
L'ISLAM, LA TOLLERANZA E LA LIBERTA'.
Cari amici ed amiche.
Si parla spesso di "Islam tollerante". Cominciamo a dare una spiegazione di ciò.
La questione, infatti, è molto più complessa.
In buona parte dei Paesi in cui la religione islamica è maggioritaria chi non è musulmano può pregare secondo la sua fede in forma privata.
Quindi, i cristiani ed ebrei possono pregare. Anche la storia dice questo. Nei territori che furono del Califfato arabo e, in seguito dell'Impero ottomano, gli ebrei ed i cristiani potevano pregare, almeno a livello privato.
Questa è la TOLLERANZA. Essa ha una dimensione puramente privata.
Il problema però si pone quando le minoranze ebraiche e cristiane vogliono esprimere il loro pensiero nella vita pubblica di quei Paesi in cui la maggioranza è islamica.
Qui sorgono i problemi e proviamo a spiegare il perché.
A differenza di quanto accade per noi cristiani, per i musulmani non vi è una separazione tra "sfera temporale" e "sfera spirituale".
Quindi, ciò provoca una commistione tra religione e politica.
Inoltre, nell'Islam non vi è una Chiesa stabile (come da noi cattolici) ma il tutto è affidato agli imam che possono interpretare il Corano in modo più o meno rigido e molto spesso in quel contesto si tende a non vedere di buon occhio ciò che va fuori dal dettame religioso .
Quindi, ci si trova di fronte ad una religione che molto spesso detta anche la vita sociale e quella politica e che, nella sua concezione, tende a non vedere di buon occhio tutto ciò che sta al di fuori del Corano.
Come dice Magdi Cristiano Allam, per noi cristiani, Dio si fece uomo in Gesù Cristo. Per i musulmani, Dio si fece carta nel Corano.
Nel Cristianesimo, vi è anche una nozione di laicità. Infatti, Gesù stesso fu un laico, non essendo stato della tribù di Levi ma di quella di Giuda.
Quindi il suo messaggio pose una separazione tra politca e religione, come anche il detto del Vangelo:" Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio".
Nell'Islam, tutto questo non c'è' e tutto quanto accade nel mondo deve essere conforme al dettato religioso.
Da qui sorgono i problemi.
Tutto ciò che, in qualche modo, non è riconosciuto come conforme al Corano, in quel contesto rischia di venire visto come contro Dio stesso.
Di conseguenza, nei Paesi islamici non è facile costruire sinagoghe e chiese così come non è facile che un non musulmano possa entrare nel governo o diventi capo di Stato.
Inoltre, i problemi sono maggiori quando un musulmano decide liberamente di convertirsi al Giudaismo o al Cristianesimo oppure quando giudei e cristiani decidano di manifestare pubblicamente il proprio pensiero in quei Paesi.
Questa concezione danneggia anche quei musulmani più illuminati che vogliono manifestare un pensiero laico che è fondamentale per la LIBERTA' DI CULTO. A differenza della tolleranza, la libertà di culto ha anche una dimensione pubblica e nei Paesi a maggioranza islamica questo è un aspetto spesso problematico.
Quindi, tolleranza e libertà di culto non sono sinonimi.
Chi dice che nei Paesi islamici vi sia tolleranza può anche avere ragione, anche se ciò non sempre accade. In certi casi la religione arriva anche ad intromettersi negli aspetti della vita privata delle persone, anche con metodi poco pacifici.
Non ha certamente ragione quando dice che in essi vi sia libertà di culto.
La storia lo dimostra. Basti pensare ai Califfati arabi in cui i cristiani e gli ebrei potevano avere il loro culto ma dovevano portare segni di inferiorità e non potevano aspirare a cariche alte, senza una conversione all'Islam.
Nell'Impero ottomano, i sultani concedevano la tolleranza ai sudditi cristiani ma dovevano pagare delle tasse in più.
Si parla spesso di "Islam tollerante". Cominciamo a dare una spiegazione di ciò.
La questione, infatti, è molto più complessa.
In buona parte dei Paesi in cui la religione islamica è maggioritaria chi non è musulmano può pregare secondo la sua fede in forma privata.
Quindi, i cristiani ed ebrei possono pregare. Anche la storia dice questo. Nei territori che furono del Califfato arabo e, in seguito dell'Impero ottomano, gli ebrei ed i cristiani potevano pregare, almeno a livello privato.
Questa è la TOLLERANZA. Essa ha una dimensione puramente privata.
Il problema però si pone quando le minoranze ebraiche e cristiane vogliono esprimere il loro pensiero nella vita pubblica di quei Paesi in cui la maggioranza è islamica.
Qui sorgono i problemi e proviamo a spiegare il perché.
A differenza di quanto accade per noi cristiani, per i musulmani non vi è una separazione tra "sfera temporale" e "sfera spirituale".
Quindi, ciò provoca una commistione tra religione e politica.
Inoltre, nell'Islam non vi è una Chiesa stabile (come da noi cattolici) ma il tutto è affidato agli imam che possono interpretare il Corano in modo più o meno rigido e molto spesso in quel contesto si tende a non vedere di buon occhio ciò che va fuori dal dettame religioso .
Quindi, ci si trova di fronte ad una religione che molto spesso detta anche la vita sociale e quella politica e che, nella sua concezione, tende a non vedere di buon occhio tutto ciò che sta al di fuori del Corano.
Come dice Magdi Cristiano Allam, per noi cristiani, Dio si fece uomo in Gesù Cristo. Per i musulmani, Dio si fece carta nel Corano.
Nel Cristianesimo, vi è anche una nozione di laicità. Infatti, Gesù stesso fu un laico, non essendo stato della tribù di Levi ma di quella di Giuda.
Quindi il suo messaggio pose una separazione tra politca e religione, come anche il detto del Vangelo:" Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio".
Nell'Islam, tutto questo non c'è' e tutto quanto accade nel mondo deve essere conforme al dettato religioso.
Da qui sorgono i problemi.
Tutto ciò che, in qualche modo, non è riconosciuto come conforme al Corano, in quel contesto rischia di venire visto come contro Dio stesso.
Di conseguenza, nei Paesi islamici non è facile costruire sinagoghe e chiese così come non è facile che un non musulmano possa entrare nel governo o diventi capo di Stato.
Inoltre, i problemi sono maggiori quando un musulmano decide liberamente di convertirsi al Giudaismo o al Cristianesimo oppure quando giudei e cristiani decidano di manifestare pubblicamente il proprio pensiero in quei Paesi.
Questa concezione danneggia anche quei musulmani più illuminati che vogliono manifestare un pensiero laico che è fondamentale per la LIBERTA' DI CULTO. A differenza della tolleranza, la libertà di culto ha anche una dimensione pubblica e nei Paesi a maggioranza islamica questo è un aspetto spesso problematico.
Quindi, tolleranza e libertà di culto non sono sinonimi.
Chi dice che nei Paesi islamici vi sia tolleranza può anche avere ragione, anche se ciò non sempre accade. In certi casi la religione arriva anche ad intromettersi negli aspetti della vita privata delle persone, anche con metodi poco pacifici.
Non ha certamente ragione quando dice che in essi vi sia libertà di culto.
La storia lo dimostra. Basti pensare ai Califfati arabi in cui i cristiani e gli ebrei potevano avere il loro culto ma dovevano portare segni di inferiorità e non potevano aspirare a cariche alte, senza una conversione all'Islam.
Nell'Impero ottomano, i sultani concedevano la tolleranza ai sudditi cristiani ma dovevano pagare delle tasse in più.
Oltre a ciò, ci furono anche gli episodi di violenza, come quanto accadde nella basilica di Hagia Sophia a Costantinopoli il 29 maggio 1453 o a Famagosta (Cipro, foto) nel 1571.
Da tutto questo, noi dobbiamo trarre una riflesslione.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
lunedì 10 maggio 2010
ITALIA, UNA BELLA FIGURA IN EUROPA
Cari amici ed amiche.
Se il Piano Salva-Stati è stato approvato, il merito è stato soprattutto dell'Italia e del governo del presidente Silvio Berlusconi.
L'esecutivo ha lavorato alacremente e con grandissimo impegno per evitare che la crisi greca potesse espandersi agli altri Stati ed evitare un "nuovo '29".
Già, infatti, se quel piano non fosse stato approvato, ci sarebbe stato un crollo dell'Euro, con un effetto domino su tutto il globo, USA compresi.
I soldi sarebbero stati carta straccia e ci sarebbe stata solo miseria.
Invece, tutto ciò è stato evitato, grazie ad un piano di salvataggio con una somma pari a 7 miliardi di Euro.
Il governo del presidente Berlusconi è stato formidabile per il suo impegno nel portare avanti questo piano che altrimenti, con molta probabilità, sarebbe naufragato, con gli effetti sopra citati.
Questo piano rappresenta anche la lotta contro la speculazione.
L'Italia ha dimostrato di essere in prima linea per una giusta politica in Europa.
Cordiali saluti.
L'IMPERO CHE (FORSE) MORI' COL PIOMBO
Cari amici ed amiche.
Sulla caduta dell'Impero Romano d'Occidente (avvenuta nel 476 AD) si sono dette tante cose, così come sulle sue cause. Però potrebbe esserne stata tralasciata una.
I Romani, amavano molto i vini. Basta vedere i famosi scavi di Pompei, per capirlo.
Essi amavano anche trattare il vino in vari.
Uno di questi trattamenti fu la bollitura in caldaie.
Fatto bollire il vino veniva ridotto ad uno sciroppo molto dolce.
Questo sciroppo era chiamato sapa e veniva usato per dolcificare cibi e bevande.
Ora, però, qui vi fu il problema.
Le caldaie erano fatte di PIOMBO ed il vino in ebollizione reagiva con essa formando l'acetato di piombo (o acetato piomboso, in quanto il piombo è bivalente, (CH3COO) 2Pb)).
Questo composto è un sale dell'acido acetico e del piombo.
Questo sale era presente nella sapa e le dava il sapore dolce.
Il piombo è tossico. Esso reagisce con i gruppi -SH degli enzimi e li inattiva.
Ad avere il piombo, non fu solo la sapa ma anche l'anche l'acqua. Infatti, le reti romane idriche erano avanzate ma i tubi erano fatti di piombo.
Questo potrebbe avere generato numerosi casi di letargia e turbe mentali, che sono sintomi tipici del saturnismo.
Forse, da qui si possono spiegare i comportamenti folli di alcuni imperatori (come Caligola, Nerone, Domiziano, Commodo o Eliogabalo) e forse anche la fine di personaggi come il "Magister Militum" Ricimero (405-472) e conoscere meglio le cause della caduta dell'impero.
Cordiali saluti.
Sulla caduta dell'Impero Romano d'Occidente (avvenuta nel 476 AD) si sono dette tante cose, così come sulle sue cause. Però potrebbe esserne stata tralasciata una.
I Romani, amavano molto i vini. Basta vedere i famosi scavi di Pompei, per capirlo.
Essi amavano anche trattare il vino in vari.
Uno di questi trattamenti fu la bollitura in caldaie.
Fatto bollire il vino veniva ridotto ad uno sciroppo molto dolce.
Questo sciroppo era chiamato sapa e veniva usato per dolcificare cibi e bevande.
Ora, però, qui vi fu il problema.
Le caldaie erano fatte di PIOMBO ed il vino in ebollizione reagiva con essa formando l'acetato di piombo (o acetato piomboso, in quanto il piombo è bivalente, (CH3COO) 2Pb)).
Questo composto è un sale dell'acido acetico e del piombo.
Questo sale era presente nella sapa e le dava il sapore dolce.
Il piombo è tossico. Esso reagisce con i gruppi -SH degli enzimi e li inattiva.
Ad avere il piombo, non fu solo la sapa ma anche l'anche l'acqua. Infatti, le reti romane idriche erano avanzate ma i tubi erano fatti di piombo.
Questo potrebbe avere generato numerosi casi di letargia e turbe mentali, che sono sintomi tipici del saturnismo.
Forse, da qui si possono spiegare i comportamenti folli di alcuni imperatori (come Caligola, Nerone, Domiziano, Commodo o Eliogabalo) e forse anche la fine di personaggi come il "Magister Militum" Ricimero (405-472) e conoscere meglio le cause della caduta dell'impero.
Cordiali saluti.
domenica 9 maggio 2010
STATO E CHIESA, UN RAPPORTO STORICAMENTE COMPLESSO
Cari amici ed amiche.
Si sa, il rapporto tra Stato e religione è storicamente molto complesso.
Durante la Roma imperiale, vi era un sincretismo religioso e l'imperatore era anche il Pontenfice Massimo.
Con l'avvento del Cristianesimo (con gli editti di Milano, nel 313 AD, e di Tessalonica, nel 380 AD), la situazione cambiò.
Si passò dal politeismo sincretista greco e romano al monoteismo di tipo giudaico del cristianesimo.
Sul piano politico, il quadro mutò radicalmente tra Occidente ed Oriente e favorì la divisione dell'Impero Romano, tra l'Impero d'Occidente (con capitale Milano e poi Ravenna) e quello d'Oriente, con capitale Costantinopoli.
In Occidente, la Chiesa fu sempre indipendente dall'imperatore. In Oriente, l'imperatore proteggeva la Chiesa ed era un "sommo sacerdote". Infatti, presiedeva i concili, emanava decreti religiosi ed era alla testa delle processioni.
Infatti, a Costantinopoli, il rapporto Stato-Chiesa si sviluppò sul modello di Melchizedek, il re-sacerdote.
Nel 476 AD cadde l'Impero romano d'Occidente (che di fatto cessò di esistere anni prima).
I regni romano-barbarici furono esperienze transitorie e spesso problematiche nel rapporto tra Stato e Chiesa.
Un esempio fu qui in Italia il Regno degli Ostrogoti di Teodorico (454 AD-526AD). Qui, il re ostrogoto, proclamò il Cristianesimo ariano come religione di Stato. Questo generò problemi con i Romani, di religione cattolica.
Con l'arrivo dei Bizantini dell'imperatore Giustiniano, che nel 553 AD distrusse il regno ostrogoto il cattolicesimo tornò ad essere reliogione di Stato ma ci furono problemi tra il Papa e l'imperatore. Infatti, com'è stato detto, a Costantinopoli vi fu la figura del sovrano-sacerdote alla Melchizedek. Questo non piacque al Papa. Giustiniano volle trovare un accordo che non ci fu.
Anzi, fu proprio lui a cominciare una nuova concezione, il cesaropapismo.
Le cose si aggravarono in seguito, con l'imperatore Leone III Isaurico (675-741, nella foto). Forse, spaventato dalla minaccia islamica verso il suo impero, Leone fece il decreto dell'iconoclastia. Egli, infatti, ritenne che il culto delle icone fosse vicino al paganesimo.
Anche se poi il decreto fu ritirato, questo incrinò ulteriormente i rapporti con Roma e favorì i Longorbardi che nel frattempo avevano occupato l'Italia.
Sul fronte opposto, in Gallia nel 496 AD, il re dei Franchi Clodoveo si convertì al Cristianesimo.
Questo fu fonte di approvazione dell'aristocrazia gallo-romana e tra i Franchi e Romani di Gallia ci fu una vera e propria fusione.
Anzi, fu proprio la Chiesa a ricostruire l'unità europea, sotto una nuova identità romana e cristiana.
Ciò culminò con la nascita del Sacro Romano Impero di Carlo Magno (800AD).
Questo determinò un'evoluzione nei rapporti tra Stato e Chiesa.
Infatti, la Chiesa aveva bisogno dello Stato, per potere convertire i popoli e fare il suo magistero.
Nel frattempo, lo Stato aveva bisogno della Chiesa, per potere esercitare il suo potere.
Si creò un rapporto che fu spesso difficile.
L'esempio più classico, furono la "lotta per le investiture" e la nascita della figura del "vescovo-conte" .
Qui, l'imperatore voleva avere potere anche sulla Chiesa ed investire i vescovi che spesso erano anche i suoi vassalli.
Il Papa, dal canto suo, volle avere l'autonomia dall'imperatore e rivendicò una supremazia anche su di egli.
Ci furono attacchi al Papa e scomuniche di imperatori (come nel caso di Enrico IV) e la cosa si risolse solo nel 1122, con il Concordato di Worms tra l'Imperatore Enrico V ed il Papa Callisto II.
Secondo questo concordato all'imperatore spettavano le nomine secolari mentre le investiture dei vescovi spettavano al Papa.
Ci furono altre lotte tra Papa ed Impero e solo la decadenza del potere politico dei due soggetti nel XIV secolo determinò la vera fine delle lotte.
Nel frattemò, nel 1054, si consumò la rottura definitiva tra Roma e Costantinopoli. La Chiesa d'Oriente si separò con l'impulso del Patriarca Michele I Cerulario (1000-1059) che entrò in rotta di collisione con Papa Leone IX. Ci fu così lo Scisma d'Oriente. Questo creò poi dei problemi.
Nel XIV ci fu il declino dei "due Soli", ossia il Papato e l'Impero e presero piede le grandi monarchie nazionali, come la Spagna, la Francia e l'Inghilterra.
Queste monarchie nacquero intorno alle Chiese locali e anche su di esse i re vollero esercitare il loro controllo.
L'Europa era ancora cattolica ma era frammentata in varie Chiese nazionali.
Nel frattempo, nel 1453, l'Impero Romano d'Oriente (Impero Bizantino) cessò di esistere. I Turchi Ottomani di Maometto II conquistarono Costantinopoli.
Se la Chiesa fosse stata unita, forse quell'impero si sarebbe potuto salvare.
L'unità cattolica dell'Europa cessò con la Riforma protestante (1517).
Qui il rapporto Stato-Chiesa giocò un ruolo fondamentale.
Infatti, ove i movimenti promossi da Lutero, Calvino ed altri riformatori ebbero l'appoggio dello Stato, la Riforma si affermò. Fu il caso, ad esempio, della Svezia, ove il re Gustavo I Eriksson Vasa (1496-1560), aderì alla Riforma, distrusse il potere della Chiesa cattolica svedese e ne incamerò i beni.
Un caso a parte fu l'Inghilterra di re Enrico VIII (1491-1547) che nel 1534 fece votare al Parlamento l'Act of Supremacy, con cui divenne il Capo Supremo della Chiesa inglese.
Dopo il Concilio di Trento (1545-1563), ci furono altri problemi interni alla Chiesa e nel rapporto tra questa e gli Stati. Con l'Umanesimo, il Rinascimento e l'Epoca Moderna, si affermò una mentalità laica, con la scienza (da Niccolò Copernico a Galileo Galilei e da Keplero e Ticone) e la letteratura ma crebbero anche altre idee condizionarono il rapporto tra Chiesa e Stati.
Nella Francia di re Luigi XIV (1638-1715) ci fu il gallicanesimo. In Austria si affermò il giuseppinismo e nel Portogallo il ministro Pombal (1699-1782) espulse i Gesuiti.
Gli stati cattolici riconoscevano la loro Chiesa ma i monarchi volevano assumerne in controllo.
Questa cosa i aggravò con la Rivoluzione francese nel 1789.
Nel 1790 fu fatta in Francia la Costituzione Civile del Clero che rese i preti ed i vescovi eleggibili ma lese il legame tra la Chiesa gallicana e Roma.
Questo lacerò il clero e la società francese e portò ad uno scontro che trasformò la Francia nel primo Stato che agiva contro la Chiesa.
Sotto l'impulso di Jacques-René Hébert (1715-1794) vi fu una vera e propria politica di scristianizzazione. I vari "Christomoques" portarono avanti così le loro ideologie. La Rivoluzione francese ed il periodo napoleonico, lasciarono la loro impronta.
Basti pensare al comunismo che puntò a togliere Dio dalla vita pubblica.
Nel XX secolo, Dio fu tolto dalla vita pubblica e fu sostituito da idee nichiliste come quelle di Karl Marx e Friedrich Nietzsche.
Il risultato fu la nascita di quei mostri ideologici chiamati Nazi-fascismo e Comunismo.
Oggi, noi dobbiamo recuperare il concetto di "laicità positiva" in cui non ci sia uno Stato contro la Chiesa ma uno Stato autonomo dalla Chiesa ma non contro di essa. Un esempio di ciò c'è ed è rappresentato dagli USA.
Solo così si può evitare il ripetersi di certe tragedie.
Cordiali saluti.
L'ARVULU DI FRASSINARA (poesia dedicata alle mamme)
Cusì ntra lu campu, lu fossu et lu caminu...
da Roncoferraro...in feghjà...versu la tarra di li nuci...
cusì staci...chì Riggina vinni...pè vulè divinu...
la Virgini Matri et China di Razia...ché a cunnosce ebbe la Luci...
et hè cusì suttu un arvulu...chì com'ella...chianci...
in questu locu di Frassinara...induve si vidi lu scantu...
forse chì faci et a li figghi ci duna morti...
com' a mia...pè l'acque et d'omini nenti di cura...
stritta...comu di la Sarvizza la Via...la strata..
ma a ruina chì porta l'omu chì sbagghia...
et tene duluri...com'ebbe quandu lu cori ci spaccau una spata!
da Roncoferraro...in feghjà...versu la tarra di li nuci...
cusì staci...chì Riggina vinni...pè vulè divinu...
la Virgini Matri et China di Razia...ché a cunnosce ebbe la Luci...
et hè cusì suttu un arvulu...chì com'ella...chianci...
in questu locu di Frassinara...induve si vidi lu scantu...
forse chì faci et a li figghi ci duna morti...
com' a mia...pè l'acque et d'omini nenti di cura...
stritta...comu di la Sarvizza la Via...la strata..
ma a ruina chì porta l'omu chì sbagghia...
et tene duluri...com'ebbe quandu lu cori ci spaccau una spata!
GENOA-MILAN, UNA VERGOGNA!
Cari amici ed amiche.
Domenica 08 maggio la partita Genoa-Milan è stata giocata a porte chiuse.
Da milanista, non sono contento del risultato (sconfitta del Milan per 0-1) ma più che questo mi ha scandalizzato la situazione ambientale che si è creata.
Infatti, la partita è stata giocata a porte chiuse. Questa decisione è stata presa (ventiquattro ore prima del match) per paura di scontri tra le tifoserie.
Ora, inizialmente il Viminale ed il Prefetto di Genova avevano la possibilità dei tifosi rossoneri di sedere sulle gradinate dello stadio "Luigi Ferraris".
Poi, però, ci sono stati alcuni fermenti negli ambienti genoani e per timore di espodi di violenza si è deciso di fare giocare la partita a porte chiuse.
Ora, io trovo brutto il fatto cha appena viene presa una decisione ci sia chi alza i toni ed arrivi a farla cambiare.
Tutto questo astio della tifoseria genoana verso i milanisti è figlio di un episodio certamente grave ma che però è avvenuto quindici anni fa.
Certamente, ripeto, fu grave l'episodio dell'accoltellamento del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo (da parte di un milanista) ma non è giusto che per causa di ciò debba esserci oggi questo rancore contro tutta la tifoseria del Milan.
Da tifoso che vuole vedere un calcio serio, spero che l'anno prossimo questa cosa non si ripeta.
Anzi, sarebbe bello se tutti i tifosi rossoneri potessero andare a vedere la partita a Genova e (magari) stringere la mano ai genoani. Io penso che, anche Spagnolo sarebbe contento di ciò.
Sarebbe un bell'episodio che riqualificherebbe questo calcio troppo spesso avvelenato da stupide baruffe e polemiche.
Genova è una città civile.
Cordiali saluti.
Domenica 08 maggio la partita Genoa-Milan è stata giocata a porte chiuse.
Da milanista, non sono contento del risultato (sconfitta del Milan per 0-1) ma più che questo mi ha scandalizzato la situazione ambientale che si è creata.
Infatti, la partita è stata giocata a porte chiuse. Questa decisione è stata presa (ventiquattro ore prima del match) per paura di scontri tra le tifoserie.
Ora, inizialmente il Viminale ed il Prefetto di Genova avevano la possibilità dei tifosi rossoneri di sedere sulle gradinate dello stadio "Luigi Ferraris".
Poi, però, ci sono stati alcuni fermenti negli ambienti genoani e per timore di espodi di violenza si è deciso di fare giocare la partita a porte chiuse.
Ora, io trovo brutto il fatto cha appena viene presa una decisione ci sia chi alza i toni ed arrivi a farla cambiare.
Tutto questo astio della tifoseria genoana verso i milanisti è figlio di un episodio certamente grave ma che però è avvenuto quindici anni fa.
Certamente, ripeto, fu grave l'episodio dell'accoltellamento del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo (da parte di un milanista) ma non è giusto che per causa di ciò debba esserci oggi questo rancore contro tutta la tifoseria del Milan.
Da tifoso che vuole vedere un calcio serio, spero che l'anno prossimo questa cosa non si ripeta.
Anzi, sarebbe bello se tutti i tifosi rossoneri potessero andare a vedere la partita a Genova e (magari) stringere la mano ai genoani. Io penso che, anche Spagnolo sarebbe contento di ciò.
Sarebbe un bell'episodio che riqualificherebbe questo calcio troppo spesso avvelenato da stupide baruffe e polemiche.
Genova è una città civile.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.