Queste sono le innovazioni apportate dalla riforma del mercato del lavoro che ieri è stata approvata dalla Camera dei Deputati:
FLESSIBILITÀ IN ENTRATA. Contratti a termine. Durerà un anno primo contratto a termine senza causale, con pause più lunghe delle attuali. In alternativa i contratti collettivi potranno prevedere una 'franchigia oggettivà nei casi di specifici processi organizzativi (avvio di start up, lancio di un nuovo prodotto, rilevante cambiamento tecnologico, progetto di R&S, proroga di una commessa) nel limite del 6% dei lavoratori occupati nell'unità produttiva, inoltre sarà ridotto di due terzi il 'periodo di inibizioné tra più contratti.
COCOPRO. Arriva il salario di base per i contratti a progetto calcolato sulla base della media delle retribuzioni stabilite dai contratti collettivi. Si rafforza l'attuale una tantum per i parasubordinati come misura sperimentale per 3 anni. Circa 6 mila euro per chi avrà lavorato almeno 6 mesi in un anno. Infine éprevisto un aumento dell'aliquota contributiva di un punto l'anno fino a raggiungere nel 2018 il 33% previsto per il lavoro
dipendente.
APPRENDISTATO. Sarà sempre possibile assumere un nuovo apprendista, ma i contratti in media dovranno durare almeno 6 mesi. Il limite del 50% di apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro varrà solo per chi ha alle proprie dipendenze meno di 10 lavoratori.
LAVORO A CHIAMATA. Per attivare il lavoro intermittente basterà un sms, o un fax o la posta elettronica certificata, alla Direzione teritoriale del lavoro. Ridotte del 60% le sanzioni per chi non rispetta la norma.
VOUCHER IN AGRICOLTURA. Consentita l'applicazione del sistema dei voucher in agricoltura ai lavoratori appartenenti alle categorie di studenti, pensionati e casalinghe per le imprese con un fatturato al di sotto dei 7 mila euro, mentre per tutte le altre imprese le casalinghe sarebbero escluse. La valutazione oraria del voucher sarà rivista periodicamente tenuto conto del risultato del confronto con le parti sociali.
PARTITE IVA. Quelle con un reddito annuo lordo dai 18 mila euro in sù sono considerate vere. Passa da sei mesi a otto la durata delle collaborazioni a partita Iva e dal 75% all'80% il corrispettivo pagato non deve essere superiore
dell'80% di quello di dipendenti e co.co.co (75% nel ddl); il lavoratore non deve avere una postazione «fissa» in azienda: non si può avere una scrivania insomma ma il telefono sì.
FLESSIBILITÀ IN USCITA. Modificato l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. In caso di licenziamento per motivi economici non ci sarà il reintegro automatico, mentre é prevista un indennità di risarcimento. Per i licenziamenti disciplinari, il giudice, per il quale é prevista minore discrezionalità, potrà ordinare il reintegro del lavoratore solo sulla base dei contratti collettivi e non anche sulla base della legge o delle tipizzazioni di giustificato motivo soggettivo e di giusta causa. Non sarà inoltre bloccata dalla malattia del lavoratore la procedura di
conciliazione, tranne nel caso di sopraggiunta maternità o infortunio sul lavoro. Resta sempre nullo invece il licenziamento discriminatorio.
AMMORTIZZATORI SOCIALI. L'Aspi sostituirà le attuali indennità di disoccupazione e di mobilità e interesserà lavoratori dipendenti, apprendisti e artisti. Perderà il sussidio chi dovesse rifiutare un impiego la cui
retribuzione sia superiore almeno del 20% dell'indennità percepita. Stop a sussidi per mafiosi e terroristi. Niente pensione, sussidio di disoccupazione, assegno di invalidità per chi sta scontando pene per reati
di terrorisismo, eversione, mafia e strage. Una volta scontata la pena, la persona condannata potrà nuovamente accedere alle prestazioni facendone richiesta.
TICKET SANITARI PER DISOCCUPATI. Ripristinata l'esenzione dei ticket sanità per i disoccupati che erano stati cancellati nel testo uscito da Palazzo Chigi.
CONGEDO PATERNITÀ. Alla nascita del figlio per i padri ci sarà un giorno di congedo obbligatorio, al quale ne potranno essere aggiunti altri due facoltativi, però scalati dalle 20 settimane che spettano di diritto alla madre. Inoltre é in arrivo il buono baby-sitter per agevolare le lavoratrici nei primi mesi di nascita del figlio: potrà essere utilizzato anche per pagare asili-nido pubblici o privati.
DIMISSIONI IN BIANCO. Aumentano le misure per contrastare il fenomeno. Predisposte due modalità per certificare l'autenticità delle dimissioni firmate 'in biancò dalla lavoratrice e rafforzato il diritto al ripensamento.
IMMIGRATI. Passa da sei mesi a un anno la validità del permesso di soggiorno per i lavoratori extracomunitari che beneficiano del sussidio di disoccupazione o di mobilità.
PREMI DI PRODUZIONE. Confermati per il 2012 gli sgravi contributivi introdotti in via sperimentale per il triennio 2008-2010. 650 milioni di euro le risorse da destinare.
COMPARTECIPAZIONE LAVORATORI A UTILI. Il governo dovrà emanare entro nove mesi le norme per la partecipazione dei lavoratori agli utili e al capitale delle imprese come anche ai Consigli di sorveglianza.
COPERTURE. Torna al 5% il taglio della deducibilità a fini Irpef dei redditi da locazione tra le norme a copertura del provvedimento. Escluso chi ha aderito alla cedolare secca. Aumento della tassa di imbarco aereo che passa a 2 euro.*
Io penso che questa riforma sia una buona base di partenza.
Certo, ci sono dei punti in cui essa è perfettibile.
Ad esempio, la questione dell'esenzione dai ticket sanitari per chi è disoccupato è uno di questi.
Infatti, questa esenzione deve essere fatta valere solo per chi è veramente disoccupato.
Ergo, bisognerà verificare che la persona che richiede tale esenzione non lavori in nero (evadendo tra l'altro anche le tasse) e non abbia guadagni superiori a 500 Euro al mese da eventuali lavoretti saltuari.
Qui il rischio è che ci siano tante persone pronte a chiedere un'esenzione dai ticket sanitari che magari fanno lauti guadagni da lavori in nero.
A causa di ciò in seguito, potrebbero avere problemi anche le persone realmente disoccupate e che hanno bisogno.
Quindi, la norma va rivista.
Il vero problema, però, è la disoccupazione giovanile che è elevata.
Questa riforma va bene ma serve altro.
Per esempio, bisogna ridurre le tasse sulle imprese e togliere i privilegi fiscali alle cooperative che oggi hanno dei vantaggi che vanno contro il principio di libera concorrenza.
Vorrei terminare con due parole su quanto affermato dal ministro Elsa Fornero.
Ella ha detto che il lavoro non è un diritto.
Ora, la Costituzione italiana (articolo 4, comma 1) recita:
"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto."
Il ministro Fornero farebbe bene a ripassare il testo della Costituzione che non sarà perfetto ma è ancora valido.
Cordiali saluti.