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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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martedì 31 luglio 2012

DA "LA CRITICA", ANCHE IN ITALIA, COME IN FRANCIA, LA LAICITA’ POSITIVA SIA LA BASE PER UN NUOVO PATTO REPUBBLICANO

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo scritto su "La Critica" da Andrea Verde ed inititolato "Anche in Italia, come in Francia,  la laicità positiva sia la base per un uovo patto repubblicano" :

"Come sarà l’Italia che verrà? A quale modello ci ispireremo per favorire l’inserimento degli immigrati, nella nostra comunità nazionale? Come risponderemo alle sfide poste dal multiculturalismo, come riusciremo a limitare le tendenze identitarie e favorire una vera integrazione per assimilazione? La risposta sembra scontata; con un nuovo patto repubblicano che, ponendo al centro di ogni azione il rispetto della dignità umana, e respingendo ogni forma di xenofobia, tracci nuovi percorsi per la cittadinanza basati sull’etica del dovere e sulla cultura dei diritti.
Affermare questi principi significa che tra la negazione dei problemi e la demagogia esiste una terza via: quella della responsabilità.
Il primo valore da affermare, tuttavia, é quello della «laicità positiva»; una laicità che unisce, che dialoga e non una laicità che esclude o denuncia. Grande rispetto per tutte le religioni ma mano ferma contro il dilagare di estremismi.
Occorre in primis assicurare una pedagogia della laicità; l’ignoranza é oggi il primo nemico della laicità; la laicità è troppo spesso confusa con il rifiuto delle religioni.
Questa ignoranza é alla base delle paure, dei pregiudizi, delle incomprensioni e delle strumentalizzazioni. Da qui la prima proposta; prevedere nei programmi scolastici obbligatori, un insegnamento relativo del principio della laicità, collegato con la presentazione delle grandi religioni e mettere in pratica una formazione obbligatoria della laicità per i funzionari pubblici.
La battaglia per l’integrazione ruota intorno a questo punto fondamentale: o prevale lo spirito repubblicano e quindi l’integrazione per assimilazione con l’affermazione del principio di assoluta neutralità dello Stato verso i culti religiosi o prevale la visione comunitarista e separatista.
Il modello a cui faccio riferimento è quello francese, contrapposto a quello inglese e tedesco.
La laicità della Repubblica francese è ribadita nella Costituzione del 1958.
Il primo articolo dispone infatti che «La Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale».
La Francia è un insieme di culture, di credenze, di storie, di destini che si sono incontrati; una moltitudine di volontà individuali che si sono unite per dare alla Francia un’anima, un carattere, una volontà.
La Francia è laicità.La Francia è l’eguaglianza dei diritti e dei doveri.La Francia è la libertà d’espressione. Questi valori non sono negoziabili; sono l’essenza dell’identità nazionale. In Francia la satira è libera, si insegna Voltaire e non si minacciano i filosofi.

La Francia rifiuta il settarismo che è contrario ai principi repubblicani e che apre le porte a forme di ghettizzazione e di emarginazione.
Uno Stato forte ed autorevole è condizione necessaria per una serena coabitazione, poiché è lo Stato che protegge, che unisce ed è attraverso lo Stato che la Nazione esprime una volontà collettiva, un progetto e che prepara l’avvenire.
Questa visione é sempre stata alla base dell’azione sia di Jacques Chirac sia di Nicolas Sarkozy, che hanno saputo reagire con mano ferma al dilagare dell’integralismo musulmano in Francia.
Ma per capire quale sia la posta in gioco bisogna tornare indietro di qualche anno e precisamente al 2003.
L’avanzata islamica in Francia aveva riaperto la questione religiosa e reso necessari alcuni chiarimenti: i valori essenziali della République quali l’eguaglianza tra uomo e donna erano stati rimessi, in alcune occasioni, in discussione, indebolendo l’insieme della comunità nazionale; alcuni estremisti cercarono di strumentalizzare la religione a fini politici, a danno dei credenti che furono le prime vittime di queste manovre; il perdurare di questi problemi rendeva difficile la costruzione di un Islam in una repubblica laica. La legge Stasi che vieta l’ostentazione dei segni religiosi nei luoghi pubblici, l’installazione del Consiglio francese del Culto Musulmano, furono tappe importanti volute da Jacques Chirac e da Nicolas Sarkozy per favorire il passaggio da «un Islam in Francia» ad «un Islam di Francia».
Quando venne approvata la legge Stasi, la reazione di una parte del mondo musulmano fu molto violenta: essi obiettarono che il velo islamico era un simbolo fondamentale della loro cultura e quaranta ragazze, che rifiutarono di togliere il velo, furono espulse dalla scuola pubblica.
La legge Stasi fu una prima risposta davanti al dilagare dell’estremismo.
L’Islam cominciò a diffondersi in Francia a partire dagli anni cinquanta con l’arrivo in massa di lavoratori provenienti soprattutto dalle zone del Maghreb.
Oggi é la seconda religione in Francia con quasi sei milioni di praticanti.
Per molto tempo la coabitazione é stata pacifica;le vecchie generazioni erano poco praticanti. Negli ultimi anni i problemi economici e di integrazione spinsero sempre piu’ persone, specie nelle nuove generazioni, a trovare risposte nella religione dei loro padri. E alcuni caddero nella rete dell’estremismo che cercava di imporre la religione come un modo di vita  con una morale molto rigida; i più fanatici volevano sottomettere la vita pubblica e dello stato alla religione.
Sia pur minoritari questi gruppi hanno avuto una notevole influenza nella comunità musulmana, soprattutto in tema di morale, e la timidezza se non l’aperta ostilità mostrata da certi imam sulla legge Stasi prima e sul divieto del burqa in seguito, fu sintomatica del lavoro che restava da fare in tema di integrazione.

La Francia rifiuta il settarismo che è contrario ai principi repubblicani e che apre le porte a forme di ghettizzazione e di emarginazione.
Uno Stato forte ed autorevole è condizione necessaria per una serena coabitazione, poiché è lo Stato che protegge, che unisce ed è attraverso lo Stato chela Nazione esprime una volontà collettiva, un progetto e che prepara l’avvenire.
Questa visione è sempre stata alla base dell’azione sia di Jacques Chirac sia di Nicolas Sarkozy, che hanno saputo reagire con mano ferma al dilagare dell’integralismo musulmano in Francia.
Ma per capire quale sia la posta in gioco bisogna tornare indietro di qualche anno e precisamente al 2003.
L’avanzata islamica in Francia aveva riaperto la questione religiosa e reso necessari alcuni chiarimenti: i valori essenziali della République quali l’eguaglianza tra uomo e donna erano stati rimessi, in alcune occasioni, in discussione, indebolendo l’insieme della comunità nazionale; alcuni estremisti cercarono di strumentalizzare la religione a fini politici, a danno dei credenti che furono le prime vittime di queste manovre; il perdurare di questi problemi rendeva difficile la costruzione di un Islam in una repubblica laica. La legge Stasi che vieta l’ostentazione dei segni religiosi nei luoghi pubblici, l’installazione del Consiglio francese del Culto Musulmano, furono tappe importanti volute da Jacques Chirac e da Nicolas Sarkozy per favorire il passaggio da «un Islam in Francia» ad «un Islam di Francia».
Quando venne approvata la legge Stasi, la reazione di una parte del mondo musulmano fu molto violenta: essi obiettarono che il velo islamico era un simbolo fondamentale della loro cultura e quaranta ragazze, che rifiutarono di togliere il velo, furono espulse dalla scuola pubblica.
La legge Stasi fu una prima risposta davanti al dilagare dell’estremismo.
L’Islam cominciò a diffondersi in Francia a partire dagli anni cinquanta con l’arrivo in massa di lavoratori provenienti soprattutto dalle zone del Maghreb.
Oggi è la seconda religione in Francia con quasi sei milioni di praticanti.
Per molto tempo la coabitazione é stata pacifica;le vecchie generazioni erano poco praticanti. Negli ultimi anni i problemi economici e di integrazione spinsero sempre più persone, specie nelle nuove generazioni, a trovare risposte nella religione dei loro padri. E alcuni caddero nella rete dell’estremismo che cercava di imporre la religione come un modo di vita  con una morale molto rigida; i più fanatici volevano sottomettere la vita pubblica e dello stato alla religione.
Sia pur minoritari questi gruppi hanno avuto una notevole influenza nella comunità musulmana, soprattutto in tema di morale, e la timidezza se non l’aperta ostilità mostrata da certi imam sulla legge Stasi prima e sul divieto del burqa in seguito, fu sintomatica del lavoro che restava da fare in tema di integrazione.".


Io, rispetto, ad Andrea Verde ho un'idea diversa di laicità.
L'Italia, come il resto il d'Europa (Francia compresa), si è formata nel segno della tradizione giudaico-cristiana.
Pensate, caduto l'Impero Romano d'Occidente,  La Chiesa ricostruì l'Europa.
Alle vie romane (come l'Appia e la Flaminia) si formarono le vide dei pellegrini cristiani, come il Cammino di Santiago di Compostela o la Via Francigena.
Inoltre, la tradizione giudaico-cristiana diede la forma alla società incominciando dalla sua cellula fondante, la famiglia formata da un uomo e e da una donna.
Per questo motivo, a mio giudizio, il concetto di "laicità positiva" non può non tenere conto di ciò.
Ora, c'è chi vuole proporre  un modello di laicità in cui certe regole vengono scardinate.
Per esempio, secondo questo "modello di laicità", si vuole fare sì che le coppie di fatto (omosessuali ed eterosessuali) vengano equiparate a quelle sposate.
Ciò è un errore.
Qui in Italia c'è chi vorrebbe fare ciò. 
In primo luogo, il codice italiano riconosce già dei diritti alle coppie di fatto.
Per esempio, in caso di morte dei uno dei due conviventi, l'altro può entrare nell'asse ereditario con il testamento.
Fare una legge che equipari le coppie di fatto a quelle sposate sarebbe un grave errore.
Per esempio, questa legge potrebbe potrebbe diventare un "escamotage" per favorire la poligamia.
Qui entriamo nel discorso dell'Islam.
Io penso che la questione dell'Islam non possa essere presa sotto gamba.
In primo luogo, l'Islam ha un forte carattere identitario.
Paragonare l'Islam, per esempio, all'Ebraismo è un errore.
Alcuni commettono questo errore grossolano. 
Infatti, le comunità ebraiche convissero con la comunità cristiane per secoli.
Pensiamo al Medio Evo.
Nel Medio Evo, le corti reali cristiane avevano anche l'"ebreo di corte" , ossia un dignitario di religione ebraica che serviva da mediatore tra la corona e la comunità ebraica.
Addirittura, nel Medio Evo non ci furono nemmeno i ghetti, che furono inventati nel XVI secolo, quando il potere della Chiesa andò in crisi.
Nel caso dell'Islam, invece, la situazione è diversa.
L'Islam non ebbe mai questa esperienza.
Questa religione si espanse dalla Penisola Arabica (nel VII secolo) e conquistò il Nord Africa ed il Medio Oriente, convertendo tanta parte delle popolazioni ivi residenti.
Nel XIV esso entrò nella Penisola Balcanica. Nel 1453, l'Islam fece cadere Costantinopoli, la Seconda Roma. 
Questo generò guerre con il mondo cristiano.
L'Islam punta al proselitismo  e alla conquista.
Non per niente, l'Islam ha questa concezione di un mondo diviso in tre zone:

  1. Dar al Salam o Dar al Islam, ossia la "Casa della pace", il luogo in cui l'Islam prevale.
  2. Dar al Hudna, ossia la "Casa della tregua" , la terra in cui vivono i popoli non sottomessi con cui è stata fatta una tregua temporanea, prima dell'affermazione dell'Islam.
  3. Dar al Harb, ossia la "Casa della guerra" , che è la terra di coloro che i musulmani bollano come "infedeli", le persone che (a loro parere) non conoscono Dio e che devono essere sconfitte.
Ora, ci sono musulmani sinceramente tolleranti, dialoganti e rispettosi ma la questione del rapporto con l'Islam è problematica.
Infatti, se nell'Islam ci sono persone tolleranti, dialoganti e rispettose è vero anche che per il musulmano Dio si fece carta ne Corano (come disse una volta Magdi Cristiano Allam) e quindi il Corano impone anche lo lo "sforzo" di avvicinare in non musulmani all'Islam.
L'Islam (tra l'altro) non ha una Chiesa stabile e questo favorisce le interpretazioni in senso fondamentalista del Corano.
Inoltre, vi è anche il problema della "taqiyya", ossia la "dissimulazione".
Io penso che, come in varie parti d'Europa, anche in Francia si sia presa sotto gamba la questione dell'Islam.
Ricordo che l'anno scorso la Francia votò a favore del riconoscimento della Palestina da parte dell'UNESCO.
Il voto favorevole al riconoscimento della Palestina da parte dell'UNESCO creò problemi tra Parigi e Gerusalemme, tenendo conto anche delle ripercussioni sulla sicurezza di Israele.
Io credetti (e tuttora credo) che questo voto francese fosse dovuto al peso dele comunità islamiche francesi.
Di questa questione, quindi, non si può non tenere conto.
Cordiali saluti. 









Provate gli spiriti se sono da Dio. Dagli «Atti» raccolti da Ludovico Consalvo dalla bocca di sant'Ignazio

Cari amici ed amiche.

Leggete questo testo che mi è stato inoltrato dall'amico Giovanni Covino (SEFT) e che fu scritto da Sant'Ignazio di Loyola:

"Essendo stato appassionato divoratore di romanzi e d'altri libri fantasiosi sulle imprese mirabolanti di celebri personaggi, quando cominciò a sentirsi in via di guarigione, Ignazio domandò che gliene fossero dati alcuni tanto per ingannare il tempo. Ma nella casa, dove era ricoverato, non si trovò alcun libro di quel genere, per cui gliene furono dati due intitolati «Vita di Cristo» e «Florilegio di santi», ambedue nella lingua materna.

Si mise a leggerli e rileggerli, e man mano che assimilava il loro contenuto, sentiva nascere in sé un certo interesse ai temi ivi trattati. Ma spesso la sua mente ritornava a tutto quel mondo immaginoso descritto dalle letture precedenti. In questo complesso gioco di sollecitazioni si inserì l'azione di Dio misericordioso.

Infatti, mentre leggeva la vita di Cristo nostro Signore e dei santi, pensava dentro di sé e così si interrogava: «E se facessi anch'io quello che ha fatto san Francesco; e se imitassi l'esempio di san Domenico?». Queste considerazioni duravano anche abbastanza a lungo avvicendandosi con quelle di carattere mondano. Un tale susseguirsi di stati d'animo lo occupò per molto tempo. Ma tra le prime e le seconde vi era una differenza. Quando pensava alle cose del mondo era preso da grande piacere; poi subito dopo quando, stanco, le abbandonava, si ritrovava triste e inaridito. Invece quando immaginava di dover condividere le austerità che aveva visto mettere in pratica dai santi, allora non solo provava piacere mentre vi pensava, ma la gioia continuava anche dopo.

Tuttavia egli non avvertiva né dava peso a questa differenze fino a che, aperti un giorno gli occhi della mente, incominciò a riflettere attentamente sulle esperienze interiori che gli causavano tristezza e sulle altre che gli portavano gioia.

Fu la prima meditazione intorno alle cose spirituali. In seguito, addentratosi ormai negli esercizi spirituali, costatò che proprio da qui aveva cominciato a comprendere quello che insegnò ai suoi sulla diversità degli spiriti.
".

L'uomo deve sapere distinguere il Bene dal Male.
A maggiore ragione, egli deve fare ciò se crede in Dio e se è cristiano.
Il discernere gli spiriti è un modo per distinguere il Bene dal Male, per scegliere il Bene ed evitare il Male.
Infatti, non basta solo capire la differenza che c'è tra il Bene ed il Male ma bisogna scegliere il primo ed scartare il secondo.
Ora, certe persone credono nel determinismo.
Esse credono che tutto sia determinato e che ogni  uomo possa essere destinato a diventare buono o cattivo.
Io non penso che sia così.
Io penso che l'uomo sia stato creato da Dio per fare il Bene ma che, a tempo stesso, egli sia libero di scegliere, anche di scegliere il Male.
Certo, la libertà comporta anche la responsabilità.
Il determinismo, in qualche modo, deresponsabilizza l'uomo di fronte alle proprie opere e svilisce Dio, che invece creò gli uomini liberi.
Stando ai ragionamenti dei deterministi, un personaggio come Adolf Hitler era destinato a fare quello che fece e, in poche parole, lui non ebbe alcuna responsabilità.
La realtà è ben diversa.
Hitler fu responsabile delle atrocità che commise.
Per questo motivo, l'uomo deve sapere scegliere tra Bene e Male.
Cordiali saluti.




Aiutiamo Bennardo Mario Raimondi!

Cari amici ed amiche.

Su Facebook, ho trovato un blog.
Esso è di un signore di nome Bennardo Mario Raimondi, con questa triste storia:

"Il 19 Luglio 2011 durante la commemorazione della morte di Paolo Borsellino, alcune agende rosse hanno conosciuto un artigiano parlermitano , che vittima del racket e delle estorsioni un giorno ha deciso di denunciare tutto.

La sua vita da quel momento non è di certo migliorata.Fa difficoltà ad andare avanti,difficoltà economiche che si sommano al fatto di avere un figlio malato, che periodicamente dev' essere portata a Roma perchè affetto da una malattia rara. Per cercare di continuare a curare il figlio Bennardo si è visto costretto a vendere un rene.
Scopo di questo blog è di creare una vetrina sui suoi prodotti, sperando che possa riprendere a lavorare regolarmente. Nel frattempo si può versare qualcosa sulla carta poste pay , le cui coordinate trovate nella colonna di destra.
Nella sezione Prodotti una vetrina di ciò che produce e vende.
Qualora foste interessati ad effettuare degli ordinativi o ad aiutarlo ad allestire degli stand con i suo prodotti,, nella sezione Contatti trovate il form per scrivergli,o se volete potete anche chiamarlo sul numero di cellulare :
3391327950
".

Ho letto questa storia e ho deciso di metterla su questo mio blog.
Io trovo che essa sia davvero triste.
Leggendo, mi veniva quasi da piangere.
Fa tristezza il fatto che chi denuncia una cosa illegale non sia tutelato dalle istituzioni.
Però, queste ultime sono molto solerti nel volere le tasse.
Da qui, nasce la sfiducia verso le istituzioni.
Io, però, voglio credere che in esse vi siano ancora delle persone leali e serie e spero che queste si facciano sentire.
Purtroppo, l'attuale sistema sta favorendo l'usura.
Ad esempio, ci sono molte famiglie che non arrivano a fine mese ed imprenditori che, per pagare le esose tasse, rischiano di fallire.
Chi mi dice che qualcuno di questi non abbia deciso di rivolgersi agli usurai?
Molti di quelli che si sono rivolti agli usurai non denunciano, perché temono ritorsioni e le istituzioni non tutelano.
Io avrei voluto aiutare personalmente Bennardo.
Non posso.
Spero di poterlo aiutare facendo leggere questo messaggio.
Cordiali saluti.


Dal sito "Liberali per Israele", Germania-Israele/ polemica su attentato a Olimpiadi Monaco 1972

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del sito "Liberali per Israele" che è intitolato " Germania-Israele/ polemica su attentato a Olimpiadi Monaco 1972 e che recita:

"Professore tedesco: israeliani si sacrificarono volontariamente
E' polemica tra Germania e Israele dopo che un professore tedesco ha "accusato" gli atleti israeliani uccisi alle Olimpiadi di Monaco del 1972 di essersi sacrificati in modo volontario. In un convegno di storici organizzato qualche giorno fa, Arnd Krueger, direttore dell'istituto di Scienze dello sport presso l'università di Gottinga (in Bassa Sassonia), ha affermato che gli atleti israeliani sapevano in anticipo dell'irruzione di un gruppo di terroristi palestinesi, ma decisero comunque di sacrificarsi "volontariamente" per giovare alla causa di Israele.
Per spiegare la sua teoria, Krueger si è ricollegato a quella che ha definito la "differente percezione del corpo" presente in Israele, Paese che tenta di "proibire con ogni mezzo" la vita con degli handicap e che registra un tasso di aborti superiore agli altri Stati occidentali.



Le parole di Krueger, pronunciate lo scorso 20 giugno ma rese note soltanto adesso, hanno provocato le forti proteste dell'ambasciata israeliana a Berlino, che ha chiesto ai politici tedeschi di prendere provvedimenti contro il professore. Intervistato dal sito del settimanale Der Spiegel, il vice ambasciatore israeliano in Germania, Ilan Mor, ha spiegato che si tratta di "una delle peggiori forme di deumanizzazione dello Stato di Israele e di una forma dell'antisemitismo che si riaccende in Germania, sotto forma di critica ad Israele".
Il 5 settembre 1972 un commando palestinese fece irruzione nel villaggio olimpico di Monaco di Baviera, uccise due atleti israeliani e ne prese in ostaggio nove. L'azione delle teste di cuoio per liberarli si concluse in un massacro: tutti gli ostaggi, cinque terroristi e un poliziotto tedesco vennero uccisi.
".

A questo punto, mi viene da pensare che al peggio non ci sia mai fine.
A me sembra che in Germania l'antisemitismo sia ancora presente.
Esso è strisciante nella società tedesca.
Non si propone in modo apparentemente violento (come nel caso della "Kristallnacht" del 1938 o nella Shoah) ma lo fa attraverso certi concetti intellettuali, come la minimizzazione della Shoah, o certe reinterpretazioni della storia.
Il caso dell'attentato terroristico del 1972 reinterpretato secondo i pensiero d Krueger è la dimostrazione lampante di ciò.
In poche parole, questa forma di antisemitismo cerca di agire sulle coscienze.
In un certo senso, essa è più pericolosa della violenza vera e propria.
Infatti, una volta addormentate le coscienze, la violenza può anche venire e fare danni.
Come disse anche Gesù Cristo nostro Signore, chi ha orecchi intenda!
Al professor Krueger direi solo una cosa e la direi in lingua inglese:

Shame!

Cordiali saluti.



Presentazione del sito di Michael Sfaradi

Cari amici ed amiche.

L'amico Michael Sfaradi ha messo in piedi il suo sito.
Giornalista Free Lancer, Sfaradi si occupa di questioni mediorientali e lo fa in un metodo da egli stesso definito "politicamente scorretto".
Delle sue analisi e dei suoi articoli, Sfaradi dice:

"Nei miei articoli faccio di tutto per riportare con etica ed onestà i fatti della realtà senza guardare in faccia il potente di turno.Nelle mie analisi spingo il lettore a volgere lo sguardo verso ciò che la stampa “importante” vorrebbe lasciare in ombra.".

Sfaradi è anche scrittore.
Nel 2007, pubblicò il libro "Il sorriso della morte".
Nel 2011, pubblico il libro "Gli amori diversi".
Quest'anno, egli ha pubblicato il libro "Daniele e i suoi amici".
Se volete vedere altro, visitate il suo sito, seguendo il link http://www.michaelsfaradi.it/.
Cordiali saluti.


Panni Sporchi Nuovi Poveri




Cari amici ed amiche.

L'amico Andrea Verde mi ha inviato questo video che mostra un documentario sulle periferie di Napoli.
Esse sono nel degrado, tra giovani italiani ed immigrati che vivono nella criminalità.
Ora, io vorrei aggiungere una cosa.
Il problema non riguarda le singole città come Torino, Milano, Roma, Napoli o Palermo.
Il problema è generale.
Giusto ieri, sul quotidiano "La Voce di Mantova" è comparso un articolo intitolato "Mantova, una città senza prospettive".
A Mantova (e nella sua Provincia) le aziende chiudono, molti giovani (me compreso) sono disoccupati, c'è un forte inquinamento e tanta parte del suo patrimonio storico e culturale non viene sufficientemente curato.
Come ho già detto, il problema è italiano.
Ora, ciò è causato da tanti fattori, da una burocrazia sprecona alla scarsa meritocrazia, passando per la scarsità di politiche di sussidiarietà, per l'eccesso di politiche di assistenzialismo, per la scarsa valorizzazione dei giovani, un'immigrazione incontrollata e per l'immobilismo in settori importanti, come quello delle infrastrutture o quello delle riforme.
Tutto ciò sta portando l'Italia ad una situazione di grave crisi.
Cordiali saluti.

lunedì 30 luglio 2012

Timbouctu, una tragedia

Cari amici ed amiche.

Dalla Francia, l'amico Andrea Verde mi ha segnalato una petizione per salvare i mausolei dei santi musulmani e tutti quei monumenti che risalgono a prima dell'islamizzazione dell'Africa che si trovano Timbouctu, in Mali.
Infatti, i fondamentalisti islamici stanno distruggendo tutti questi monumenti ritenuti da essi come una sorta di simboli del paganesimo o di eresie.
Io penso che ci sia davvero il pericolo del fondamentalismo islamico e che esso sia un problema per l'Occidente e per tutto il mondo civile.
Tra l'altro,  i monumenti di Timbouctu sono stati dichiarati Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO.
Già nel 2001 ci fu fatto simile in Afghanistan.
Qui, i Talebani distrussero le statue di Buddha a Bamiyan.
Ora, i fondamentalisti islamici vogliono fare la stessa cosa a Timbouctu.
Chi di dovere dovrebbe intervenire.
Qui si rischia di distruggere un pezzo di storia dell'umanità.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.