Cari amici ed amiche.
In Provincia di Firenze, a ridosso dell'incrocio tra le autostrade A1 Milano-Napoli e A11 Firenze-Mare, vi è una chiesa molto particolare.
Essa è la Chiesa di San Giovanni Battista (che è anche Santo Patrono di Firenze) o Chiesa dell'Autostrada.
La chiesa si trova nel Comune di Campi Bisenzio e dipende dalla Pieve di Santo Stefano a Campi e fa parte dell'Arcidiocesi di Firenze.
La chiesa fu progettata nel 1960 dall'architetto Giovanni Michelucci (1891-1990), dopo che il precedente progetto dell'ingegnere Lamberto Stoppa fu accantonato.
Quest'ultimo fu ereditato da Michelucci e prevedeva una costruzione a pianta longitudinale con battistero distaccato.
Tra l'altro, i lavori erano stati iniziati il 13 giugno 1960 mentre Michelucci subentrò a Stoppa nel settembre dello stesso anno.
Così, egli fece delle modifiche.
Michelucci ipotizzò un nartece, un elemento architettonico che fu in uso nelle prime chiese cristiane.
Il nartece è un vestibolo che precede l'aula della chiesa.
Nel nartece sarebbero stati collocati i bassorilievi dei Santi Patroni delle città toccate dall'Autostrada A1 Milano-Napoli.
Nel dicembre 196o il progetto fu fatto completamente.
La pianta della chiesa sarebbe stata a croce latina.
Il tetto fu coperto con il rame e fu fatto in modo che somigliasse ad una tenda il cui apice coincidesse con l'altare e che ricordasse il monte Golgota.
I lavori iniziano nel luglio del 1961 e nell'anno successivo furono innalzati i muri.
La chiesa fu consacrata nel 1964.
Ai lavori contribuì anche un pool di architetti tra i quali va citato anche Bruno Zevi (1918-2000).
Questa chiesa fu voluta dalla Società Autostrade per commemorare coloro che caddero a causa dei lavori per costruire l'Autostrada A1 Milano-Napoli.
Il suo interno è molto semplice e nel contempo straordinario.
La chiesa mostra il cemento armato e la pietra con cui fu fatta.
Tuttavia, i pilastri apparentemente esili che sorreggono il tetto sembrano avere una grande plasticità.
Lo stesso discorso vale per la galleria del deambulatorio.
Questa chiesa, per certi versi, fu un prototipo della nuova basilica del Santuario di San Gabriele dell'Addolorata (che si trova a Teramo) o della nuova Basilica di San Pio di Pietrelcina, che si trova a San Giovanni Rotondo.
A tutti suggerisco di fare un giro in quella chiesa.
Magari, se siete in viaggio, fermatevici.
Il buon Dio ascolta le preghiere dei viaggiatori.
Alla sola vista, magari, costruzioni simili non trasmettono spiritualità.
Sta a noi fedeli mettercela.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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lunedì 30 luglio 2012
Dal sito "ProntoFrancesca.it", ProntoFrancesca risponde: Le pensioni degli italiani nel mondo
Cari amici ed amiche.
Sul sito "ProntoFrancesca.it" (il sito di Francesca Alderisi), ho trovato questo articolo intitolato "ProntoFrancesca risponde: Le pensioni per gli italiani nel mondo":
"Augurandomi di ritrovarvi tutti bene il mio primo pensiero in questa nuova pagina di ProntoFrancesca va al caro amico del nostro salotto mondiale BRUNO TOZZI che vive in Thailandia che, da quanto ha scritto nel blog RAFFAELE che ha contatti diretti con lui e la sua famiglia, non sta molto bene.
Carissimo Bruno, ti sono vicino con affetto sincero e ti prego se e quando potrai, di fornire tue notizie a tutti noi che in questi giorni ti stiamo molto pensando.
Un caro abbraccio in ritardo anche a tutte le amiche italo-argentine che giorni fa mi hanno scritto sia nel blog che in privato per augurarmi una buona giornata dell’amico.
Anche se non è usanza qui da noi festeggiare questa ricorrenza, ho molto gradito il vostro pensiero.
Dall’Argentina al Brasile per rivolgere un augurio di buon onomastico alla simpatica ANNA MARANCA di San Paolo. Come stai Anna?
Sappiate che leggo sempre tutti i vostri commenti e che potete sempre comunicare in modo diretto con me per qualsiasi motivo.
A proposito di commenti, ho notato che state tifando tutti per gli atleti italiani impegnati nelle gare delle Olimpiadi 2012 che si stanno svolgendo in questi giorni a Londra.
Mi viene un dubbio?! Federica Pellegrini a quanto ho letto è arrivata solo quinta nei quattrocentometri stile libero e non prima come ha scritto LUIS ROMAGNI dal Venezuela, al quale auguro un sincero bentrovato ringraziandolo per la costante partecipazione a ProntoFrancesca.
Come vi ho accennato in un mio precedente scritto, ho deciso di lasciare ProntoFrancesca aperto anche nei mesi estivi, soprattutto per potere trattare i temi di servizio dedicati a chi vive lontano dalla madrepatria e si trova ad affrontare problematiche burocratiche ed anche se l’aggiornamento del blog in questi mesi è meno frequente del solito, è mio impegno continuare ad esservi vicino anche durante l’estate, proprio per dimostrarvi il mio affetto.
Con l’occasione vi introduco all’argomento dell’ intervista che ho realizzato per dare risposta ad alcune domande in materia pensionistica giunte nel blog in questi mesi e per farlo ho avuto il piacere di ritrovare un caro ospite di GRAN SPORTELLO ITALIA, il Dottore SALVATORE PONTICELLI, esperto in materia pensionistica che con grande ospitalita’ mi ha aperto le porte del suo studio per dare vita ad un’amichevole e soprattutto utile chiacchierata.
Considerato ch le vostre domande sull’argomento sono numerose, vi invito qualora non vi fosse stata data risposta in questa intervista, ad attendere fino ad un prossimo aggiornamento sull’argomento ringraziandovi anticipatamente per la pazienza.
Certa di farvi cosa gradita nel proporvi questo video in cui, seppur amatorialmente, è stata rireata l’atmosfera dello studio televisivo dal quale ci siamo salutati mesi fa, auguro a tutti voi una buona visione!".
Sul sito vi è anche un video. Guardatelo!
Io penso che quello degli italiani all'estero sia un problema molto complesso, un problema che le autorità italiane non riescono a comprendere.
Basti pensare alla questione del voto.
Dato che l'attuale meccanismo di voto presenta dei problemi, qui in Italia c'è chi vorrebbe abolire il voto all'estero, senza vagliare altre soluzioni.
Lo stesso discorso vale per le pensioni.
Come ha detto il professor Ponticelli (nel video) nostro sistema previdenziale è il frutto di una stratificazione di norme.
Aggiungo che molte delle riforme fatte su di esso furono frutti di compromessi.
Il sistema è basato sul puro assistenzialismo, un sistema che in passato ha dato soldi a destra e manca, senza controlli.
Oggi noi ne paghiamo il prezzo.
La burocrazia italiana (che è elefantiaca) aggrava il tutto.
Di sicuro, gli italiani all'estero sono i più penalizzati.
Su questo tema, nel 2008, avevo scritto un articolo su "Italia chiama Italia".
Cordiali saluti.
DAL "MINZOLINI FAN CLUB", EUROPA DEL CAVOLO!
Cari amici ed amiche.
Sul "Minzolini Fan Club" di Facebook, ho trovato questa foto, con questa didascalia:
"La Corte di Giustizia UE ha emesso sentenza a favore del divieto di commercializzare delle sementi delle varietà tradizionali e diversificate non iscritte nel catalogo ufficiale europeo.Tradotto: la commercializzazione delle sementi è vietata tra contadini e/o privati e riservata solo alle multinazionali, che hanno la forza economica di far brevettare le sementi e quindi di iscriverle nel catalogo UE.
Così spariscono tante sementi tradizionali, già così rare da ricevere tutela da alcune meritorie onlus, le quali, davanti a questo provvedimento, possono chiudere baracca e burattini!
Naturalmente i più penalizzati siamo noi italiani che abbiamo una meravigliosa tradizione locale, diversificata, alla base di colture di prodotti meravigliosi molto apprezzati nel mondo! Così l'UE ha fatto bingo: favorito le multinazionali e boicottato il PIL dell'Europa meridionale!
Che Europa del cavolo!".
Sul "Minzolini Fan Club" di Facebook, ho trovato questa foto, con questa didascalia:
"La Corte di Giustizia UE ha emesso sentenza a favore del divieto di commercializzare delle sementi delle varietà tradizionali e diversificate non iscritte nel catalogo ufficiale europeo.Tradotto: la commercializzazione delle sementi è vietata tra contadini e/o privati e riservata solo alle multinazionali, che hanno la forza economica di far brevettare le sementi e quindi di iscriverle nel catalogo UE.
Così spariscono tante sementi tradizionali, già così rare da ricevere tutela da alcune meritorie onlus, le quali, davanti a questo provvedimento, possono chiudere baracca e burattini!
Naturalmente i più penalizzati siamo noi italiani che abbiamo una meravigliosa tradizione locale, diversificata, alla base di colture di prodotti meravigliosi molto apprezzati nel mondo! Così l'UE ha fatto bingo: favorito le multinazionali e boicottato il PIL dell'Europa meridionale!
Che Europa del cavolo!".
Personalmente, sono un sostenitore degli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) ma ritengo che quelli tradizionali possano coesistere e che debbano essere tutelati.
Noi, qui in Italia, abbiamo prodotti di eccellenza.
Abbiamo importanti prodotti come il vitigno Grignolino, il Riso "Vialone nano mantovano", il Mais "Marano", i Fagioli di Lamon, i vitigni del Collio, le Olive di Gaeta e le Arance rosse di Sicilia.
Già ci sono le Quote Latte, che stanno penalizzando gli allevatori del nord.
Già ci sono delle norme europee assurde che stanno penalizzando i coltivatori di arance in Sicilia.
Ora, se dovessimo recipre anche questa sentenza assurda della Corte di Giustizia Europea, l'Italia potrebbe chiudere la baracca.
Ciò è inaccettabile!
Cordiali saluti.
Oriana Fallaci e le cellule staminali
Cari amici ed amiche.
Su Facebook, l'amica Irene Bertoglio (che stimo) mi ha fatto avere questa foto, con questa didascalia:
"«Non me ne importerebbe se le staminali servissero a guarire il mio cancro anzi i miei cancri. Dio sa se amo vivere, se vorrei vivere più a lungo possibile. Sono innamorata, io, della vita. Ma a guarire i miei cancri iniettandomi la cellula d'un bambino mai nato mi parrebbe d'essere un cannibale. Davvero non v'è limite all'incoerenza dei voltagabbana. Un tempo gli odierni cultori del cannibalismo urlavano che era crudele sacrificare gli animali nei laboratori. Ora invece accettano che le cavie siano i nostri figli mai nati. Accettano che le cellule di queste nuove cavie vadano ad arricchire le ditte farmaceutiche il cui cinismo supera quello dei mercanti d'armi, accettano che gli embrioni vengano squartati come bovi nelle macellerie per ricavarne tessuti e organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un'automobile. Ormai le cavie siamo anche noi. Una donna che subisce un'estrazione di un ovulo è certamente una cavia. Una che per restare incinta se lo fa impiantare, lo stesso, grazie a una scienza che è sempre più tecno-scienza, grazie a una medicina che è sempre più tecno-medicina, quindi sempre più disumana» (Oriana Fallaci)".
Su Facebook, l'amica Irene Bertoglio (che stimo) mi ha fatto avere questa foto, con questa didascalia:
"«Non me ne importerebbe se le staminali servissero a guarire il mio cancro anzi i miei cancri. Dio sa se amo vivere, se vorrei vivere più a lungo possibile. Sono innamorata, io, della vita. Ma a guarire i miei cancri iniettandomi la cellula d'un bambino mai nato mi parrebbe d'essere un cannibale. Davvero non v'è limite all'incoerenza dei voltagabbana. Un tempo gli odierni cultori del cannibalismo urlavano che era crudele sacrificare gli animali nei laboratori. Ora invece accettano che le cavie siano i nostri figli mai nati. Accettano che le cellule di queste nuove cavie vadano ad arricchire le ditte farmaceutiche il cui cinismo supera quello dei mercanti d'armi, accettano che gli embrioni vengano squartati come bovi nelle macellerie per ricavarne tessuti e organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un'automobile. Ormai le cavie siamo anche noi. Una donna che subisce un'estrazione di un ovulo è certamente una cavia. Una che per restare incinta se lo fa impiantare, lo stesso, grazie a una scienza che è sempre più tecno-scienza, grazie a una medicina che è sempre più tecno-medicina, quindi sempre più disumana» (Oriana Fallaci)".
Io penso che il vero problema non sia l'uso delle cellule staminali.
Esse possono essere utili per i trapianti di organi o per curare malattie come il morbo di Alzheimer o quello di Parkinson.
La ricerca sulle cellule staminali va incoraggiata, come va incoraggiata quella sugli ibridomi e sulla trasduzione dei virus batteriofagi.
Il problema è il modo in cui si vogliono ricavare queste cellule staminali.
Io trovo che sia inaccettabile volere ricavare le cellule staminali da ovuli fecondati.
Vanno trovate soluzioni alternative.
Ora, un ovulo fecondato è una potenziale vita umana che nasce.
In nove mesi, se tutto va bene, esso diventa un feto e, a sua volta, quest'ultimo diventa un essere umano.
Usarlo per le cellule staminali significa uccidere la potenziale vita che ne esce fuori.
Oriana Fallaci aveva ragione a parlare di cannibalismo.
Questo non deve essere interpretato come un ragionamento di fede ma, prima di tutto, come un ragionamento etico.
Cordiali saluti.
Autostrada A1 Milano-Napoli, tratto Barberino-Firenze sud, la tecnologia nella realizzazione delle gallerie "Melarancio" e "Pozzolatico"
Com'è noto, l'autostrada A1 Milano-Napoli è in fase di ammodernamento.
Alcune nuove opere sono state concluse, altre no.
Tra le opere concluse, vi è tanta parte del tratto compreso tra Barberino del Mugello e Firenze Sud.
Questi lavori sono stati caratterizzati in parte dall'ampliamento della sede autostradale attuale da due a tre corsie per carreggiata e in parte dalla realizzazione di una carreggiata a tre corsie per la direzione sud (Roma), con il riadattamento della sede autostradale esistente per la direzione opposta (verso Bologna).
Quest'ultima opzione è stata usata per i tratti coperti da gallerie, come mostra il video qui sotto.
Le gallerie in questione sono la "Melarancio I" e la "Pozzolatico".
Queste due nuove gallerie sono lunghe rispettivamente 1096 metri e 2418 metri.
Il sito "Strade e Autostrade online" parla chiaro:
Il sistema di ventilazione secondaria
Figura 1 » La sezione della galleria in corrispondenza delle uscite di sicurezza, con vista in pianta sul piano ...
La conformazione delle vie di fuga
Le via di fuga sono state realizzate con un cunicolo ricavato fra arco rovescio e piano stradale, cui si accede attraverso uscite ogni 300 m lungo il marciapiede destro della gallerie; le uscite portano, passando per una zona filtro a prova di fumo, ad una scala laterale che collega il piano carrabile con il piano del cunicolo, che conduce all’aria aperta.
La pressurizzazione
Un semplice sistema di pressurizzazione impedisce il trafilamento di fumi dalla piattaforma: nella Melarancio, due ventilatori assiali di testa con girante da 800 mm immettono nel cunicolo una portata d’aria pari a 10 m3/s prelevata dall’esterno. In ogni zona filtro sono collocati due ulteriori ventilatori da 500 mm, che la portano in pressione aspirando aria dal cunicolo per evitare l’ingresso di fumi all’apertura delle porte. Stessa soluzione si trova nella Pozzolatico, con una seconda coppia di ventilatori di testa all’estremità Sud del cunicolo.
L’impermeabilizzazione ai fumi protegge, oltre agli utenti in fuga, anche il personale di manutenzione stradale, che può intervenire senza esposizione alle emissioni del traffico.
Le caratteristiche tecniche della ventilazione secondaria
Il dimensionamento
L’impianto è stato dimensionato riconducendo cunicolo, discenderia e galleria ad una rete aeraulica. Ai nodi è associata come incognita la pressione totale e come equazione la conservazione della massa; l’incognita sui rami è invece la portata che determina le cadute di pressione. Risulta un sistema non lineare dove equazioni ed incognite sono pari alla somma di nodi e rami. La prima perdita di carico a partire dalla testa del cunicolo è dovuta all’immissione dell’aria attraverso il canale del ventilatore. Sullo stesso ramo, il ventilatore incrementa la pressione totale, in funzione della portata elaborata che non può determinarsi a priori in forma esplicita. Ne è tuttavia nota la curva di funzionamento, che associa alla portata d’aria il rispettivo incremento di pressione, ed è inserita nel modello aeraulico mediante interpolazione della curva dichiarata a catalogo dal produttore.
Figura 2 » Lo schema funzionale del cunicolo
Percorrendo il cunicolo l’aria incontra altre perdite concentrate e distribuite. La ripartizione dei flussi dove il cunicolo interseca le discenderie è regolata dalla conservazione della massa.
Le zone filtro sono rappresentate in modo da descrivere, con un unico modello matematico, i diversi scenari di funzionamento. Il flusso si ripartisce su tre rami: il primo corrisponde alla porta interna della zona filtro, gli altri attraversano i ventilatori. I flussi ripartiti convergono nella zona filtro alla stessa pressione. Segue un’ulteriore ripartizione attraverso due rami, uno passante per la porta, l’altro per la serranda di regolazione, fino a raggiungere la galleria. Il modello permette di simulare il comportamento del sistema nelle condizioni critiche e dimensionare serrande e ventilatori. I risultati sono riassunti in tabella.
Le prove di collaudo
Il sistema è stato collaudato in ciascuna sede di impianto. Le misure raccolte evidenziano la corrispondenza con le simulazioni. L’impianto ha dato prova di efficacia anche nei test sul sistema di automazione della galleria Pozzolatico, svolti simulando un incendio con vasche di benzina/gasolio, dove l’attivazione della ventilazione secondaria ha mantenuto le vie di fuga agibili e visibilmente libere dai fumi che interessavano la galleria.".
Queste due nuove gallerie sono munite di cunicoli di fuga.
Questo è importante.
Le nostre vecchie non sono munite di queste strutture e ciò le rende pericolose.
I cunicoli possono essere gestiti sia in automatico e sia manualmente, grazie all'installazione di telecamere intelligenti e sensori di fumo.
Gli utenti, inoltre, possono comunicare con la sala radio grazie ad un sistema di colonnine SOS, tre installate nella galleria "Melarancio I" e nove nella "Pozzolatico".
Le gallerie, inoltre, sono illuminate a LED.
Ciò unisce confort e rispetto per l'ambiente.
Le gallerie sono munite anche di pannelli a messaggio variabile con lanterne semaforiche di corsie reversibili per gestire meglio il traffico.
Queste opere pubbliche sono il simbolo della volontà di migliorarsi del nostro Paese.
Tra l'altro, queste opere sono state fatte tenendo conto delle difficoltà tecniche dovute anche ad una zona ricca di ville storiche ed importante sul piano paesaggistico.
Per saperne di più, visitate il sito del Gruppo Autostrade per l'Italia.
Cordiali saluti.
domenica 29 luglio 2012
La difesa dell'ambiente? Non sia una cosa ideologica!
Cari amici ed amiche.
I giudici hanno deciso di chiudere l'ILVA di Taranto e c'è chi saluta ciò come una panacea e fa battaglie ideologiche, chiedendo (addirittura) la chiusura definitiva del complesso industriale.
Ora, una cosa del genere è assurda.
Infatti, se si chiudesse il complesso industriale non ci sarebbero più parecchi posti di lavoro.
A qualcuno, però, ciò non interessa e preferisce la chiusura totale senza proporre un vera alternativa.
E' chiaro che si debbano prendere dei provvedimenti.
Ad esempio, servirà una bonifica della zona.
Tuttavia, si dovrà anche fare in modo che coloro che lavorano nell'ILVA abbiano ancora un posto.
Per esempio, si dovrà ripensare l'impianto industriale, facendo in modo che le emissioni siano ridotte e le scorie siano controllate.
E' così che si lavora.
Lo stesso discorso vale anche per altre situazioni.
Un esempio è la TAV, la ferrovia ad Alta Velocità.
Non mi riferisco solo al tratto Lione-Torino ma anche a quello nella zona mantovana.
Infatti, è giunta una notizia che dice che i Comuni bresciani della zona del la Lago di Garda siano d'accordo nel realizzare la TAV ma nel Mantovano, la mia terra.
Nei Comuni della Provincia di Mantova ci sono coloro che si sono subito opposti e che sono tentati di fare quello che si sta facendo il Val di Susa.
Ora, anche sulla TAV c'è troppa ideologia.
Si dice di essere d'accordo nel fare la TAV ma "non sul giardino di casa propria".
Così, le infrastrutture non si faranno mai.
I bresciani hanno perso un'occasione mentre tra i miei conterrenaei mantovani c'è chi non vuole coglierla ed instilla spettri e paure di vario tipo.
Eppure, la Provincia di Mantova ha bisogno di infrastrutture.
Noi mantovani abbiamo strade e ferrovie messe male e la TAV potrebbe aiutare molto.
Abbiamo importanti stabilimenti di aziende tessili (che producono calze) e industrie alimentari.
Velocizzare il trasporto di questi prodotti non sarebbe male.
Inoltre, Mantova è città d'arte e la TAV potrebbe favorire il turismo.
Un altro esempio è rappresentato dagli impianti di produzione del biogas.
I giudici hanno deciso di chiudere l'ILVA di Taranto e c'è chi saluta ciò come una panacea e fa battaglie ideologiche, chiedendo (addirittura) la chiusura definitiva del complesso industriale.
Ora, una cosa del genere è assurda.
Infatti, se si chiudesse il complesso industriale non ci sarebbero più parecchi posti di lavoro.
A qualcuno, però, ciò non interessa e preferisce la chiusura totale senza proporre un vera alternativa.
E' chiaro che si debbano prendere dei provvedimenti.
Ad esempio, servirà una bonifica della zona.
Tuttavia, si dovrà anche fare in modo che coloro che lavorano nell'ILVA abbiano ancora un posto.
Per esempio, si dovrà ripensare l'impianto industriale, facendo in modo che le emissioni siano ridotte e le scorie siano controllate.
E' così che si lavora.
Lo stesso discorso vale anche per altre situazioni.
Un esempio è la TAV, la ferrovia ad Alta Velocità.
Non mi riferisco solo al tratto Lione-Torino ma anche a quello nella zona mantovana.
Infatti, è giunta una notizia che dice che i Comuni bresciani della zona del la Lago di Garda siano d'accordo nel realizzare la TAV ma nel Mantovano, la mia terra.
Nei Comuni della Provincia di Mantova ci sono coloro che si sono subito opposti e che sono tentati di fare quello che si sta facendo il Val di Susa.
Ora, anche sulla TAV c'è troppa ideologia.
Si dice di essere d'accordo nel fare la TAV ma "non sul giardino di casa propria".
Così, le infrastrutture non si faranno mai.
I bresciani hanno perso un'occasione mentre tra i miei conterrenaei mantovani c'è chi non vuole coglierla ed instilla spettri e paure di vario tipo.
Eppure, la Provincia di Mantova ha bisogno di infrastrutture.
Noi mantovani abbiamo strade e ferrovie messe male e la TAV potrebbe aiutare molto.
Abbiamo importanti stabilimenti di aziende tessili (che producono calze) e industrie alimentari.
Velocizzare il trasporto di questi prodotti non sarebbe male.
Inoltre, Mantova è città d'arte e la TAV potrebbe favorire il turismo.
Un altro esempio è rappresentato dagli impianti di produzione del biogas.
Qui nel Mantovano vi è il caso dell'impianto di produzione di biogas di Castelletto Borgo.
Ora, io trovo che sia ingiusto criticare l'imprenditore agricolo che vuole realizzare l'impianto sul suo terreno.
Semmai, sarebbe da criticare il Comune di Roncoferraro che nel suo piano regolatore aveva deciso di fare fare le case su un terreno contiguo a quello in cui sarà realizzato l'impianto, senza ascoltare il parere del suo proprietario.
Inoltre, sarebbe da criticare anche la decisione di usare del mais come substrato per i microrganismi che faranno funzionare l'impianto.
Però, l'impianto in sé non va criticato.
Difendere l'ambiente non significa bloccare il progresso.
Mi domando cosa c'entrino canzoni come "Bella ciao" o gli inni alla Resistenza con la TAV, l'ILVA di Taranto o il Ponte sullo Stretto di Messina.
Dalla sterile presa di posizione ideologica non nasce nulla di buono.
Cordiali saluti.
Mi domando cosa c'entrino canzoni come "Bella ciao" o gli inni alla Resistenza con la TAV, l'ILVA di Taranto o il Ponte sullo Stretto di Messina.
Dalla sterile presa di posizione ideologica non nasce nulla di buono.
Cordiali saluti.
Visitate il Lazio!
Cari amici ed amiche.
Su Facebook ho trovato questa pagina molto interessante dedicata a Frascati.
Su questa pagina, ho visto questa bella immagine, con questa didascalia:
"Durante una gita ai "castelli romani", soprattutto d’estate in cerca di fresco, mangiando in una fraschetta di Ariccia o di Frascati, le coppiette sono una immancabile apertura. Le fraschette sono da sempre il punto di vendita istituzionale del vino sfuso e già nel ‘700 erano frequentate dai “fagottari” romani durante le famose “gite fuori porta” o le “ottobrate”. Fornivano soltanto il posto a sedere ed il vino, e spesso erano prive di cucina: per questo gli avventori si portavano da casa il classico “fagotto”, fatto con una tovaglia o una semplice pezza di stoffa annodata, nella quale erano riposte le pietanze cucinate in casa: in genere insalatiere con zuppe di legumi o pasta e fagioli, salumi, formaggi, frutta e pane. Negli ultimi decenni anche le fraschette dei castelli romani si sono “evolute” e, continuando a fornire il coperto ed il vino della casa, hanno iniziato a proporre anche antipasti (appunto salumi, formaggi, verdure grigliate, sott’olio o sott’aceto, olive condite) ma anche primi piatti come la Gricia, Cacio e pepe, Amatriciana, Carbonara, le fettuccine (o pappardelle) con ragù, sugo di castrato oppure di lepre o di cinghiale. A tutto questo ben di Dio faranno seguito (spesso non è previsto alcun secondo, vista la quantità degli antipasti e della pasta) le immancabili ciambellette al vino con la "Romanella", un vino frizzante e “traditore”, dolce o secco, rosso o bianco.".
Se questi fosse entrato in una locanda e vi avesse trovato il vino buono, egli avrebbe dovuto scrivere "Est" che in latino significa "c'è".
Se il vino fosse stato molto buono, il coppiere avrebbe dovuto scrivere "Est Est".
Arrivati a Montefiascone, Martino assaggiò il vino e ne rimase così incantato da scrivere "Est Est Est!".
Da lì venne il nome.
Un altro prodotto tipico è la Porchetta di Ariccia, un maialino arrosto con spezie varie.
Io l'avevo assaggiata in un supermercato qui nel Mantovano ma non aveva la stessa fragranza che avrebbe potuto avere sul posto.
In compenso, ho mangiato sul posto la porchetta abruzzese, che è ottima.
Caratteristico è il Pane di Genzano, un pane artigianale prodotto a Genzano (Roma) che è ricoperto con il cruschello.
Su Facebook ho trovato questa pagina molto interessante dedicata a Frascati.
Su questa pagina, ho visto questa bella immagine, con questa didascalia:
"Durante una gita ai "castelli romani", soprattutto d’estate in cerca di fresco, mangiando in una fraschetta di Ariccia o di Frascati, le coppiette sono una immancabile apertura. Le fraschette sono da sempre il punto di vendita istituzionale del vino sfuso e già nel ‘700 erano frequentate dai “fagottari” romani durante le famose “gite fuori porta” o le “ottobrate”. Fornivano soltanto il posto a sedere ed il vino, e spesso erano prive di cucina: per questo gli avventori si portavano da casa il classico “fagotto”, fatto con una tovaglia o una semplice pezza di stoffa annodata, nella quale erano riposte le pietanze cucinate in casa: in genere insalatiere con zuppe di legumi o pasta e fagioli, salumi, formaggi, frutta e pane. Negli ultimi decenni anche le fraschette dei castelli romani si sono “evolute” e, continuando a fornire il coperto ed il vino della casa, hanno iniziato a proporre anche antipasti (appunto salumi, formaggi, verdure grigliate, sott’olio o sott’aceto, olive condite) ma anche primi piatti come la Gricia, Cacio e pepe, Amatriciana, Carbonara, le fettuccine (o pappardelle) con ragù, sugo di castrato oppure di lepre o di cinghiale. A tutto questo ben di Dio faranno seguito (spesso non è previsto alcun secondo, vista la quantità degli antipasti e della pasta) le immancabili ciambellette al vino con la "Romanella", un vino frizzante e “traditore”, dolce o secco, rosso o bianco.".
Io non ho mai avuto il piacere di visitare Roma ed il Lazio.
Ci sono passato tante volte, per andare Sicilia, ma non ho mai avuto occasione di fermarmici.
Eppure, dovrebbe essere bello vedere i "mostri" di Bomarzo (in Provincia di Viterbo), il bel borgo di Civita di Bagnoregio (in Provincia di Viterbo), Viterbo, Nazzano (in Provincia di Roma), Frascati (sempre in Provincia di Roma), Anagni (la città in cui nel 1303 Papa Bonifacio VIII fu schiaffeggiato da Sciarra Colonna e Guglielmo di Nogaret, in Provincia di Frosinone), le abbazie di Fossanova (in Provincia di Latina), quelle di Montecassino e di Casamari (sempre in Provincia di Frosinone) e, naturalmente, Roma.
Il Lazio è costellato di luoghi e città ricche di storia e di cultura.
Basti pensare alla città di Viterbo, la città dei Papi, con la sua Festa di Santa Rosa che si tiene in settembre.
Inoltre, basti pensare ai prodotti tipici.
Uno di questi è il vino "Est Est Est", un vino della zona di Montefiascone, in Provincia di Viterbo.
Il suo nome deriva da un fatto avvenuto nel 1111.
In quell'occasione, Enrico V di Franconia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, stava andando a Roma, insieme al vescovo Johannes Defuk.
Questi era un intenditore di vini e andò con il suo coppiere Martino a visitare le locande per trovare il vino buono.
Essi ebbero un codice per identificarlo.Se questi fosse entrato in una locanda e vi avesse trovato il vino buono, egli avrebbe dovuto scrivere "Est" che in latino significa "c'è".
Se il vino fosse stato molto buono, il coppiere avrebbe dovuto scrivere "Est Est".
Arrivati a Montefiascone, Martino assaggiò il vino e ne rimase così incantato da scrivere "Est Est Est!".
Da lì venne il nome.
Un altro prodotto tipico è la Porchetta di Ariccia, un maialino arrosto con spezie varie.
Io l'avevo assaggiata in un supermercato qui nel Mantovano ma non aveva la stessa fragranza che avrebbe potuto avere sul posto.
In compenso, ho mangiato sul posto la porchetta abruzzese, che è ottima.
Caratteristico è il Pane di Genzano, un pane artigianale prodotto a Genzano (Roma) che è ricoperto con il cruschello.
Molto interessante è il Gran Cacio di Morolo, una sorta di caciocavallo affumicato prodotto a Morolo, nel Frusinate.
Sono da assaggiare anche i Bucatini all'Amatriciana o i Carciofi alla Giudìa, piatti tipici della cucina romana.
Sono da assaggiare anche i Bucatini all'Amatriciana o i Carciofi alla Giudìa, piatti tipici della cucina romana.
Questi sono solo alcuni dei prodotti del Lazio, una Regione ricca di tesori.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.