Cari amici ed amiche.
L'amico Filippo Giorgianni mi ha segnalato questo brano di Ernesto Galli della Loggia:
«Ciò che è quasi impossibile far abitualmente accettare è l’idea che
all’origine del ruolo politico e della vittoria di Berlusconi ci sia
stata innanzitutto una fortissima ragione di tipo sistemico. Così come
l’idea che senza di lui e senza la sua azione unificatrice difficilmente
si sarebbe potuto formare un competitivo polo politico di destra in
grado di vincere per ben tre volte le elezioni. Tuttavia, pur avendo
alle spalle circa dieci anni di governo, la destra italiana non è ancora
riuscita a risolvere il problema cruciale di darsi una vera identità.
Ancora oggi la sua unica vera ragion d’essere resta quella del 1994,
l’anno della sua prima vittoria elettorale: impedire alla sinistra di
vincere e di governare. […] Ma a dispetto di quel che si sente ripetere
tante volte, denaro e tv non sono stati gli elementi decisivi dei suoi
successi elettorali. Denaro e tv sono stati essenziali, semmai, per
un’altra cosa non meno importante: e cioè per assicurargli il dominio
assoluto sulla sua coalizione. Per farne il leader incontrastato e
incontrastabile della destra. Venuta meno la carta programmatica della
destra non è rimasto che giocare poche carte identitarie (ma anche qui
non senza qualche contrasto più o meno sotterraneo tra le sue fila): la
carta di un forte rapporto con la tradizione cattolica del Paese e con
la Chiesa, quella dell’enfasi sulla sicurezza, sul “law and order”, o la
carta del contrasto all’immigrazione clandestina. Evidente, però, è
stata l’incapacità, se non addirittura il disinteresse – abbastanza
sorprendente dal momento che aveva in mano tutte le leve del potere –,
che la destra ha dimostrato nell’affermare o organizzare una propria
presenza culturale e intellettuale nella società italiana. Nulla o quasi
ha fatto, ad esempio, per adoperare a questo scopo la direzione degli
innumerevoli enti e agenzie culturali, per legge a disposizione
dell’esecutivo. Ha cercato di impadronirsi, guarda caso, solo della tv
pubblica, riuscendo a farlo esclusivamente per quel che riguarda due
canali su tre. Ma anche in questo caso, mi sembra, solo limitatamente ai
notiziari, e per il resto puntando sulla messa in onda di qualche
fiction convenzionale destinata peraltro a uno scarsissimo successo. Si è
così manifestata ancora una volta la debolezza storica di fondo della
destra nell’Italia repubblicana. Essa continua a essere esclusa dal mainstream
del discorso pubblico. Un’esclusione che riflette una più generale
esclusione della destra e dei suoi esponenti dai centri più importanti
del potere italiano. Nei salotti buoni dell’alta borghesia, nei circoli
della finanza, tra l’intellettualità, nell’università, nei giornali che
contano, è ancora oggi rarissimo imbattersi in chi abbia una
riconosciuta appartenenza di destra. […] È invece accaduto
paradossalmente che proprio sotto il suo governo l’interdetto
antifascista – che durante un breve intermezzo tra gli anni Ottanta e
Novanta sembrava ormai in via di superamento, e dunque sembrava
destinato a non dover più pesare come fattore di esclusione a carico
della destra stessa – si sia trovato, viceversa, rimesso in auge e
rafforzato sotto le nuove spoglie di interdetto antiberlusconiano e
antileghista, aprendo una nuova stagione di delegittimazione. Si
perpetua in tal modo un duplice pregiudizio che, sfruttato politicamente
a dovere da chi ha interesse a farlo, ha nuociuto gravemente al sistema
politico italiano e alla vita pubblica del Paese. Il pregiudizio, cioè,
secondo il quale: 1) la destra non può che essere qualcosa di
radicalmente negativo e ha una natura sostanzialmente estranea o ostile
all’ordine costituzionale democratico; e 2) l’idea che di conseguenza il
sistema politico italiano debba e possa fare stabilmente a meno di un
polo politico di destra.».
Ringrazio Filippo, un ragazzo molto intelligente (che stimo e di cui apprezzo l'acume) che mi ha segnalato questo brano.
Se Filippo volesse venire qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova, a spiegare cosa significhi veramente essere di destra sarebbe il benvenuto.
Ora, commento il brano.
In primo luogo, il ruolo del presidente Berlusconi è stato (ed è) molto importante.
Il presidente Berlusconi è stata una figura di rottura di un sistema fondato sulla falsa contrapposizione tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista.
Quella tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista è stata una falsa contrapposizione.
In realtà, infatti, Democrazia Cristiana e Partito Comunista si spartirono il potere.
La dimostrazione è proprio il fatto che vi siano esponenti ex-DC che militano nel Partito Democratico, in un abbraccio mortale con i post-comunisti (nel Partito Democratico) ed alleati con i vetero-comunisti (Rifondazione Comunista) ed i neo-comunisti (Sinistra. Ecologia e Libertà).
Il presidente Berlusconi ha creato una forza politica alternativa al centrosinistra (o meglio sinistra-centro), portando al governo la destra (l'ex Movimento Sociale Italiano, poi Alleanza Nazionale) e la Lega Nord ed unendosi a forze moderate di origine democristiana (il Centro Cristiano Democratico, poi Unione di Centro, di Pierferdinando Casini) e del Partito Socialista Italiano.
La nascita del Popolo della Libertà (nel 2007) sarebbe stata lo sbocco naturale di questo processo politico.
Oggi, a causa della scissione di Futuro e Libertà da Popolo della Libertà e le idee da nuova Democrazia Cristiana di Pierferdinando Casini hanno fatto smarrire la strada.
Figli della vecchia politica della I Repubblica, Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini hanno preferito tornare al consociativismo con la sinistra, per avere il "piatto di lenticchie", ossia quel poco di visibilità che con il presidente Berlusconi non avevano.
Questi (in particolare Fini) hanno smarrito la strada dell'essere di destra.
Essere di destra, prima di tutto, significa essere avversi al comunismo in tutte le sue forme.
Vi invito a leggere questo brano del libro "Rivoluzione e Controrivoluzione" di Plinio Correa de Oliveira:
"B. Lotta contro il comunismo
In questa parte prendiamo in considerazione le organizzazioni che non si dedicano in modo speciale
alla costruzione di un ordine sociale buono, ma al combattimento contro il comunismo. Per le
ragioni già esposte in questo studio, giudichiamo legittimo e spesso perfino indispensabile tale tipo
di organizzazione. È chiaro che a questo modo non intendiamo identificare la Contro-Rivoluzione
con abusi che organismi di questo genere possano avere commesso in questo o quel paese.
Inoltre osserviamo che l'efficacia contro-rivoluzionaria di tali organizzazioni può essere aumentata
di molto se, pur mantenendosi sul loro terreno specifico, i loro membri avranno sempre presenti
alcune verità essenziali:
1) Soltanto una confutazione intelligente del comunismo è efficace. Non basta la semplice
ripetizione di slogans, anche quando sono intelligenti e abili.
2) Questa confutazione, negli ambienti colti, deve colpire i fondamenti dottrinali ultimi del
comunismo. È importante indicare il suo carattere essenziale di setta filosofica che deduce dai suoi
princìpi una specifica concezione dell'uomo, della società, dello Stato, della storia, della cultura,
ecc. Esattamente come la Chiesa deduce dalla Rivelazione e dalla legge morale tutti i princìpi della
civiltà e della cultura cattolica. Tra il comunismo, setta che contiene in sé la pienezza della
Rivoluzione, e la Chiesa, non vi è, quindi, conciliazione possibile.
3) Le moltitudini ignorano il cosiddetto comunismo scientifico, e non è la dottrina di Marx ad
attirare le masse. Un'azione ideologica anticomunista deve colpire, nel grande pubblico, una
disposizione di spirito molto diffusa, che suscita, spesso, negli stessi avversari del comunismo una
certa vergogna a mettersi contro di esso. Questa disposizione di spirito proviene dall'idea, più o meno cosciente, che qualsiasi disuguaglianza è un'ingiustizia, e che si devono eliminare non solo le grandi ma anche le medie fortune, poiché se non ci fossero i ricchi non ci sarebbero neppure i poveri. Come si può vedere, si tratta di un residuo di certe scuole socialiste del secolo XIX, circondato dal profumo di un sentimentalismo romantico. Da ciò nasce una mentalità che, pur professandosi anticomunista, si definisce da sé, frequentemente, socialista. Questa mentalità, sempre più potente in Occidente, costituisce un pericolo molto maggiore della stessa penetrazione dottrinale marxista. Essa ci conduce lentamente per una china di concessioni che potranno giungere fino al punto estremo di trasformare in repubbliche comuniste le nazioni di qua dalla cortina di ferro. Tali concessioni, nelle quali possiamo intravedere una tendenza all'ugualitarismo economico e al dirigismo, si fanno notare in tutti i campi. L'iniziativa privata viene limitata sempre più. Le tasse di successione sono tanto onerose che in certi casi il fisco diviene l'erede principale. Gli
interventi pubblici in materia di cambio, esportazione e importazione, fanno sì che tutti gli interessi
industriali, commerciali e bancari dipendano dallo Stato. Lo Stato interviene in tutto, nei salari,
negli affitti, nei prezzi. Lo Stato possiede industrie, banche, università, giornali, stazioni radio,
canali televisivi, ecc. E mentre il dirigismo ugualitario va in questo modo trasformando l'economia,
l'immoralità e il liberalismo stanno dissolvendo la famiglia e preparano il cosiddetto libero amore.
Senza una lotta specifica contro questa mentalità, anche se un cataclisma inghiottisse Russia e Cina,
l'Occidente, nello spazio di cinquanta o cento anni, diventerebbe comunista.
4) Il diritto di proprietà è talmente sacro che, anche se un regime desse alla Chiesa tutta la libertà e
perfino tutto l'appoggio, essa non potrebbe accettare come lecita una organizzazione sociale nella
quale tutti i beni fossero collettivi.".
Essere di destra significa, prima di tutto, combattere contro il comunismo.
Non bisogna provare vergogna nell'attaccare (anche aspramente, se è necessario) l'ideologia comunista.
Qui a Roncoferraro, ad esempio, ci sono tante persone che hanno quasi paura di attaccare la sinistra, tanto che i consiglieri comunali del Popolo della Libertà hanno votato a favore della mozione del centrosinistra che tratta la materia dell'IMU.
Onestamente, io non ho paura di attaccare l'ideologia della sinistra.
Non provo vergogna nel dire che l'eguaglianza non esiste e nel condannare l'egualitarismo.
Di certo, chi sta dall'altra parte non mi ha in simpatia.
Su di me viene usato il metodo del pensiero rivoluzionario che è citato nello stesso libro di Plinio Correa de Oliveira.
Ad esempio, mi viene detto (addirittura) che io tradisca mio padre, che è stato un operaio (e che oggi è in pensione) oppure che io difenda coloro che non mi danno il lavoro e che, quindi, meriti di restare senza lavoro.
E' vero, io sono figlio di un operaio (e ne vado fiero) e sono disoccupato ma non odio i ricchi in quanto tali.
Se una persona è ricca, perché dovrei odiarla?
La ricchezza non è una colpa.
Io non voglio la lotta di classe.
Per me, questo pauperismo è solo pura ipocrisia.
Io ammiro personaggi come re Carlo I Stuart e non amo quelli come Oliver Cromwell.
Per me, questo è il significato dell'essere di destra.
Essere di destra significa essere per la sussidiarietà, contro l'assistenzialismo di sinistra.
Essere di destra significa essere per la difesa della proprietà privata, contro le vessazioni fiscali della sinistra.
Essere di destra significa essere per la famiglia, contro il "libero amore" della sinistra.
Essere di destra significa essere per la difesa della cultura del proprio Paese, contro il mondialismo tipico di una certa massoneria e della sinistra.
Essere di destra significa essere per la difesa della vita, contro le politiche abortiste e pro-eutanasia della sinistra.
Forse, il centrodestra italiano dovrebbe recuperare questi principi.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
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sabato 9 giugno 2012
venerdì 8 giugno 2012
Corpus Domini
Cari amici ed amiche.
Le letture delle Sante Messe di questa sera e di domani mattina saranno:
1) "[3] Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: "Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!".
[4] Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele.
[5] Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
[6] Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare.
[7] Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: "Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!".
[8] Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: "Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!". (dal libro dell'Esodo, capitolo 24, versetti 3-8)".
2) "[1] Alleluia. Amo il Signore perché ascolta
il grido della mia preghiera.
[2] Verso di me ha teso l'orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
[3] Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi.
Mi opprimevano tristezza e angoscia
[4] e ho invocato il nome del Signore:
"Ti prego, Signore, salvami".
[5] Buono e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
[6] Il Signore protegge gli umili:
ero misero ed egli mi ha salvato.
[7] Ritorna, anima mia, alla tua pace,
poiché il Signore ti ha beneficato;
[8] egli mi ha sottratto dalla morte,
ha liberato i miei occhi dalle lacrime,
ha preservato i miei piedi dalla caduta.
[9] Camminerò alla presenza del Signore
sulla terra dei viventi.
[10] Alleluia.
Ho creduto anche quando dicevo:
"Sono troppo infelice".
[11] Ho detto con sgomento:
"Ogni uomo è inganno".
[12] Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
[13] Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
[14] Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
[15] Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.
[16] Sì, io sono il tuo servo, Signore,
io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
[17] A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.
[18] Adempirò i miei voti al Signore
e davanti a tutto il suo popolo,
[19] negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme. (Salmo 115 (116))".
3) " [11] Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione,
[12] non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna.
[13] Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne,
[14] quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente?
[15] Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa. (Lettera agli Ebrei, capitolo 9, versetti 11-15)".
4) "[12] Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: "Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?".
[13] Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo
[14] e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
[15] Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi".
[16] I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
[22] Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo".
[23] Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
[24] E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.
[25] In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio".
[26] E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. (Vangelo secondo Marco, capitolo 14, versetti 12-16, 22-26)".
I brani biblici sono stati presi dal Sito della Santa Sede.
Oggi e domani si celebrerà il "Corpus Domini".
Certo, qui a Roncoferraro (Mantova), come nelle altre zone terremotate, la ricorrenza del "Corpus Domini" sarà celebrata in forma assai più sobria, visti anche i danni alle chiese.
Le scosse ci sono ancora e, pertanto, vi chiedo di pregare per i terremotati.
Comunque, questa solennità è importante.
Essa celebra il momento centrale di ogni Messa, l'Eucaristia, il momento in cui il pane (senza lievito e senza sale) ed il vino diventano corpo e sangue di di Cristo.
Quando si prende l'Eucaristia si entra in Comunione con Gesù Cristo stesso.
In quel pezzo di ostia e in quel vino vi è Gesù Cristo stesso.
Certo, il pane è un alimento comune a tutte le civiltà, com'è comune Gesù Cristo, colui che fece crollare il muro tra gli ebrei ed i non ebrei.
Anche il vino (ovviamente, preso nelle dosi opportune) è segno di comunione e di convivialità.
Quindi, l'Eucaristia è la festa che unisce Dio agli uomini (attraverso suo Figlio Gesù) e gli uomini tra loro.
Quando si prende l'ostia consacrata, si deve pregare per gli altri, prima che per sé stessi.
Questo è il valore della ricorrenza del "Corpus Domini".
Cordiali saluti.
Le letture delle Sante Messe di questa sera e di domani mattina saranno:
1) "[3] Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: "Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!".
[4] Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele.
[5] Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
[6] Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare.
[7] Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: "Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!".
[8] Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: "Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!". (dal libro dell'Esodo, capitolo 24, versetti 3-8)".
2) "[1] Alleluia. Amo il Signore perché ascolta
il grido della mia preghiera.
[2] Verso di me ha teso l'orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
[3] Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi.
Mi opprimevano tristezza e angoscia
[4] e ho invocato il nome del Signore:
"Ti prego, Signore, salvami".
[5] Buono e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
[6] Il Signore protegge gli umili:
ero misero ed egli mi ha salvato.
[7] Ritorna, anima mia, alla tua pace,
poiché il Signore ti ha beneficato;
[8] egli mi ha sottratto dalla morte,
ha liberato i miei occhi dalle lacrime,
ha preservato i miei piedi dalla caduta.
[9] Camminerò alla presenza del Signore
sulla terra dei viventi.
[10] Alleluia.
Ho creduto anche quando dicevo:
"Sono troppo infelice".
[11] Ho detto con sgomento:
"Ogni uomo è inganno".
[12] Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
[13] Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
[14] Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
[15] Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.
[16] Sì, io sono il tuo servo, Signore,
io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
[17] A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.
[18] Adempirò i miei voti al Signore
e davanti a tutto il suo popolo,
[19] negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme. (Salmo 115 (116))".
3) " [11] Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione,
[12] non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna.
[13] Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne,
[14] quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente?
[15] Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa. (Lettera agli Ebrei, capitolo 9, versetti 11-15)".
4) "[12] Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: "Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?".
[13] Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo
[14] e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
[15] Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi".
[16] I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
[22] Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo".
[23] Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
[24] E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.
[25] In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio".
[26] E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. (Vangelo secondo Marco, capitolo 14, versetti 12-16, 22-26)".
I brani biblici sono stati presi dal Sito della Santa Sede.
Oggi e domani si celebrerà il "Corpus Domini".
Certo, qui a Roncoferraro (Mantova), come nelle altre zone terremotate, la ricorrenza del "Corpus Domini" sarà celebrata in forma assai più sobria, visti anche i danni alle chiese.
Le scosse ci sono ancora e, pertanto, vi chiedo di pregare per i terremotati.
Comunque, questa solennità è importante.
Essa celebra il momento centrale di ogni Messa, l'Eucaristia, il momento in cui il pane (senza lievito e senza sale) ed il vino diventano corpo e sangue di di Cristo.
Quando si prende l'Eucaristia si entra in Comunione con Gesù Cristo stesso.
In quel pezzo di ostia e in quel vino vi è Gesù Cristo stesso.
Certo, il pane è un alimento comune a tutte le civiltà, com'è comune Gesù Cristo, colui che fece crollare il muro tra gli ebrei ed i non ebrei.
Anche il vino (ovviamente, preso nelle dosi opportune) è segno di comunione e di convivialità.
Quindi, l'Eucaristia è la festa che unisce Dio agli uomini (attraverso suo Figlio Gesù) e gli uomini tra loro.
Quando si prende l'ostia consacrata, si deve pregare per gli altri, prima che per sé stessi.
Questo è il valore della ricorrenza del "Corpus Domini".
Cordiali saluti.
Giovanni Vantaggiato, folle o sicario?
Cari amici ed amiche.
Hanno arrestato Giovanni Vantaggiato, colui che è stato indicato come l'autore dell'attentato alla scuola "Morvillo-Falcone" di Brindisi, attentato che c'è stato il 19 maggio scorso.
Il sessantottenne di Copertino (Lecce) ha affermato di avere fatto quel gesto perché odiava il mondo.
Ora, c'è da chiedersi se le cose siano andate veramente così o se Vantaggiato stia proteggendo qualcun altro, forse il mandante di quel vile attentato.
Se dovesse essere vera la seconda ipotesi, chi potrebbe essere la persona?
Cordiali saluti.
Hanno arrestato Giovanni Vantaggiato, colui che è stato indicato come l'autore dell'attentato alla scuola "Morvillo-Falcone" di Brindisi, attentato che c'è stato il 19 maggio scorso.
Il sessantottenne di Copertino (Lecce) ha affermato di avere fatto quel gesto perché odiava il mondo.
Ora, c'è da chiedersi se le cose siano andate veramente così o se Vantaggiato stia proteggendo qualcun altro, forse il mandante di quel vile attentato.
Se dovesse essere vera la seconda ipotesi, chi potrebbe essere la persona?
Cordiali saluti.
"UN GIORNO PER MANTOVA" S.O.S TERREMOTO
Cari amici ed amiche.
L'amico Marco Stella ha voluto rendermi partecipe di un'iniziativa, attraverso questa nota su Facebook:
"Cari amici, se possibile collaborate alla campagna "UN GIORNO PER MANTOVA" che consiste nel versare l'equivalente di un giorno lavorativo in favore dei terremotati mantovani. Qui sotto troverete gli estremi bancari e la l'appello scritto da Daniele Marconcini.
L'amico Marco Stella ha voluto rendermi partecipe di un'iniziativa, attraverso questa nota su Facebook:
"Cari amici, se possibile collaborate alla campagna "UN GIORNO PER MANTOVA" che consiste nel versare l'equivalente di un giorno lavorativo in favore dei terremotati mantovani. Qui sotto troverete gli estremi bancari e la l'appello scritto da Daniele Marconcini.
Grazie a tutti per l'attenzione
FIDATEVI L'ISTITUZIONE È SERIA
Diffondete.
Pezados amigos, conforme vossa possibilidade peço que colaborem a campanha "UM DIA PARA MANTOVA" ou seja doar o valor de um dia de trabalho aos terremotados de Mantova. Aqui em baixo os dados bancarios e a carta escrita por Daniele Marconcini.
Obrigado a todos
CONFIEM A INSTITUIÇÃO È SERIA
Divulguem.
"PROVINCIA DI MANTOVA PER IL TERREMOTO"
Presso:
BANCA POPOLARE DI SONDRIO
Succursale di Mantova
C.so Vittorio Emanuele II, 154
46100 Mantova (MN)
causale TERREMOTO
IBAN:
IT57 D 05696 11500 000016003X47
S.O.S TERREMOTO A MANTOVA - Non dimentichiamo Mantova,il suo territorio,il suo patrimonio artistico e e la sua gente.
La notizia di un terremoto che ha colpito Mantova mi ha colto, come tutti i cittadini virgiliani di sopresa. Non ci avevano sempre detto che noi eravamo in una zona tra le piu' sicure da eventi sismici ? Non ci avevano sempre tranquilizzati che poggiando su terreno alluvionale non vi eran pericoli di sorta, tant 'è che gli ultimi terremoti risalivano a ben cinquecento anni fa? No. Tutto sbagliato : oggi gli esperti ci spiegano che l' Appennino spinge in su ,a sua svolta sospinto dalla placca africana che si avvicina verso il continente :lo si sapeva da anni tant'è che ora spuntano studi storici,dati,analisi e previsioni, anche recenti. Anzi ora che l'evento tragico è calato sulle nostre vite, ci informano che le scosse potrebbero protrarsi per mesi e che non si è in grado di prevedere nessun tipo di evoluzione, nè in positivo ne' in negativo. Ora sarebbe facile scagliarsi contro le istituzioni, la casta,contro tutti coloro che potevano e non hanno fatto, a cominciare da leggi,normative e piani urbanistici che comprendessero il rischio sismico. Solo che non ora c'è tempo per le polemiche.Occorrono fatti e azioni,urgenti e soprattutto che venga resa pubblica in Italia e all'estero la reale situazione in cui ci troviamo noi a Mantova.Ora tutti i mass media nazionali e internazionali, salvo rare eccezioni, hanno parlato solo del terremoto in Emilia dimenticando Mantova e la sua gente. Non voglio qui disquisire dei motivi o delle ragioni di questa apparente discriminazione, ma lanciare un appello affinchè la mia città e la mia provincia vengano aiutate e sostenute in questo momento cosi drammatico.Non vogliamo interventi assistenzialistici, non vogliamo delegare ad altri il nostro destino : mantovani non mancano certamente di voglia di lavorare e di ricostruire ma non vanno lasciati soli. La nostra Provincia è sempre stata ai primi posti come reddito procapite e vivibilità con una fittissima rete di associazioni di volontariato, sempre pronta ad aiutare le altre provincie e regioni italiane in occasioni di calamità naturali con i Gruppi locali di Protezione civile, con gli alpini,la Caritas, gli scouts, l'Avis e altri sodalizi.Ricordo ancora il gruppo alpini del mio paese paese andare in soccorso delle popolazioni in Friuli e piu' recentemente l'intervento in Abruzzo della nostra Protezione civile lombarda e mantovana. Noi mantovani,come tanti altri italiani,siamo sempre solidali con gli altri. Oggi l'unica voce a livello di informazione che si sente sul sisma a Mantova è quella della storica Gazzetta di Mantova, anche in versione online ,a cui stiamo affiancando il Portale dei Lombardi nel Mondo www.lombardinelmondo.org e il Sito dei Mantovani nel Mondo www.mantovaninelmondo.eu , della Provincia di Mantova e dei Sindaci mantovani, andati a Bologna per l'appuntamento degli amministratori locali con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ( di cui allego l'intervento del Sindaco di Moglia Simona Maretti). E' vero a Mantova il numero delle vittime è stato limitato ma i danni alla comunità virgiliana tremendi con il turismo bloccato e le attività economiche rallentate in metà provincia e con un patrimonio artistico che rischia di andare distrutto.Metà dei Comuni hanno le Chiese,gli edifici scolastici e molti Municipi inagibili il che significa una paralisi della vita civile. Nel dettaglio abbiamo 107 chiede lesionate di cui 14 a rischio demolizione.Il Palazzo Ducale di Mantova,città Unesco Patrimonio dell'Umanità,è lesionato con danni in fase di stima e tutti i Musei civici sono attualmente in fase di controllo e di verifica. Il Festivaletteratura che a Mantova richiama a settembre migliaia di visitatori rischia di non avere le piazze e gli edifici per l'evento mentre i turismo è già calato del 70%.Abbiamo 50 milioni di euro di danni alle strutture agricole e 220 milioni di danni alla produzione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano di cui Mantova è leader nella produzione. Il ponte sul Po a San Benedetto è dissestato dalle scosse e rischia la chiusura con gravi danni all'intera economia della zona mentre le Scuole Medie superiori hanno danni per 3 milioni di euro.Molte scuole faranno gli esami di maturità in strutture di fortuna. Le campagne e le cascine mantovane ai confini con l' Emilia sono tutte sconvolte dal sisma e molte aziende sono state costrette a rallentare le produzioni, tra cui quelle del settore biomedicale vitali per l'intero paese. Tra Mantova e l' Emilia sono a rischio 20 mila posti di lavoro. Durante il sisma ero negli Stati Uniti a Brooklin a New York e poi a Filadelfia per la Festa nazionale del 2 giugno con Filitalia International Foundation di cui sono il Governatore per il Distretto Italia. Ricordo con affetto gli abbracci di solidarietà degli amici friulani,abruzzesi,campani,calabresi e siciliani quando hanno saputo del terremoto in Emilia e a Mantova. " Non preoccuparti " mi hanno detto " raccoglieremo fondi e aiuti anche per Mantova". Alcuni anziani avevano le lacrime agli occhi, altri erano sinceramente dispiaciuti, moltissimi avevano avuto parenti nelle zone terremotate del sud. Gerry Valerio Presidente del Brooklin Italians Soccer Club che per anni ha lavorato nell'area di Modena,Mantova e Verona comprando mattonelle e marmi ,mi ha chiesto commosso di salutare tutti gli amici emiliani e italiani che aveva conosciuto. Pasquale Nestico Presidente di Filitalia Internationa e Marziale Mirarchi, presidente di un chapter della Fondazione mi sono stati particolarmente vicini venendo essi da un paese Isca sullo Ionio in Calabria,distrutto piu' volte dai terremoti. Mi hanno assicurato che lanceranno una campagna per aiutare Mantova e i suoi monumenti.Tanta solidarietà dagli italiani all'estero con in cambio ,da parte di taluni pessimi rappresentanti della nostra classe politica nazionale e regionale, indifferenza se non di supponenza. Un fatto che dovrebbe far riflettere chi vuole cambiare in meglio il nostro paese. Dovrebbero prendere ad esempio le nostre comunità all'estero che forse amano l'Italia piu' di noi italiani residenti Concludo lanciando un appello da Mantova a tutte le Associazioni italiane dell'Emigrazione a cominciare dall'Unaie per tenere accesi i riflettori anche sulla nostra realtà e a sostenere tutti gli sforzi possibili per la ricostruzione,unendo i nostri cuori a quelli delle popolazioni abruzzesi e della città dell'Aquila ancora in attesa della fine degli effetti del terremoto. Stiamo costituendo un Comitato per affrontare l emergenza terremoto . Chi è interessato ci scriva a mantovaninelmondo@gmail.com
Nel frattempo invitiamo ad usare per le donazioni il conto corrente approntato dalla Provincia di Mantova. Daniele MarconciniPresidente AMM OnlusVice Presidente nazionale UNAIE ( Unione nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati)Governatore del Distretto Italia - Filitalia International di Filadelfia (Stati Uniti)".
FIDATEVI L'ISTITUZIONE È SERIA
Diffondete.
Pezados amigos, conforme vossa possibilidade peço que colaborem a campanha "UM DIA PARA MANTOVA" ou seja doar o valor de um dia de trabalho aos terremotados de Mantova. Aqui em baixo os dados bancarios e a carta escrita por Daniele Marconcini.
Obrigado a todos
CONFIEM A INSTITUIÇÃO È SERIA
Divulguem.
"PROVINCIA DI MANTOVA PER IL TERREMOTO"
Presso:
BANCA POPOLARE DI SONDRIO
Succursale di Mantova
C.so Vittorio Emanuele II, 154
46100 Mantova (MN)
causale TERREMOTO
IBAN:
IT57 D 05696 11500 000016003X47
S.O.S TERREMOTO A MANTOVA - Non dimentichiamo Mantova,il suo territorio,il suo patrimonio artistico e e la sua gente.
La notizia di un terremoto che ha colpito Mantova mi ha colto, come tutti i cittadini virgiliani di sopresa. Non ci avevano sempre detto che noi eravamo in una zona tra le piu' sicure da eventi sismici ? Non ci avevano sempre tranquilizzati che poggiando su terreno alluvionale non vi eran pericoli di sorta, tant 'è che gli ultimi terremoti risalivano a ben cinquecento anni fa? No. Tutto sbagliato : oggi gli esperti ci spiegano che l' Appennino spinge in su ,a sua svolta sospinto dalla placca africana che si avvicina verso il continente :lo si sapeva da anni tant'è che ora spuntano studi storici,dati,analisi e previsioni, anche recenti. Anzi ora che l'evento tragico è calato sulle nostre vite, ci informano che le scosse potrebbero protrarsi per mesi e che non si è in grado di prevedere nessun tipo di evoluzione, nè in positivo ne' in negativo. Ora sarebbe facile scagliarsi contro le istituzioni, la casta,contro tutti coloro che potevano e non hanno fatto, a cominciare da leggi,normative e piani urbanistici che comprendessero il rischio sismico. Solo che non ora c'è tempo per le polemiche.Occorrono fatti e azioni,urgenti e soprattutto che venga resa pubblica in Italia e all'estero la reale situazione in cui ci troviamo noi a Mantova.Ora tutti i mass media nazionali e internazionali, salvo rare eccezioni, hanno parlato solo del terremoto in Emilia dimenticando Mantova e la sua gente. Non voglio qui disquisire dei motivi o delle ragioni di questa apparente discriminazione, ma lanciare un appello affinchè la mia città e la mia provincia vengano aiutate e sostenute in questo momento cosi drammatico.Non vogliamo interventi assistenzialistici, non vogliamo delegare ad altri il nostro destino : mantovani non mancano certamente di voglia di lavorare e di ricostruire ma non vanno lasciati soli. La nostra Provincia è sempre stata ai primi posti come reddito procapite e vivibilità con una fittissima rete di associazioni di volontariato, sempre pronta ad aiutare le altre provincie e regioni italiane in occasioni di calamità naturali con i Gruppi locali di Protezione civile, con gli alpini,la Caritas, gli scouts, l'Avis e altri sodalizi.Ricordo ancora il gruppo alpini del mio paese paese andare in soccorso delle popolazioni in Friuli e piu' recentemente l'intervento in Abruzzo della nostra Protezione civile lombarda e mantovana. Noi mantovani,come tanti altri italiani,siamo sempre solidali con gli altri. Oggi l'unica voce a livello di informazione che si sente sul sisma a Mantova è quella della storica Gazzetta di Mantova, anche in versione online ,a cui stiamo affiancando il Portale dei Lombardi nel Mondo www.lombardinelmondo.org e il Sito dei Mantovani nel Mondo www.mantovaninelmondo.eu , della Provincia di Mantova e dei Sindaci mantovani, andati a Bologna per l'appuntamento degli amministratori locali con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ( di cui allego l'intervento del Sindaco di Moglia Simona Maretti). E' vero a Mantova il numero delle vittime è stato limitato ma i danni alla comunità virgiliana tremendi con il turismo bloccato e le attività economiche rallentate in metà provincia e con un patrimonio artistico che rischia di andare distrutto.Metà dei Comuni hanno le Chiese,gli edifici scolastici e molti Municipi inagibili il che significa una paralisi della vita civile. Nel dettaglio abbiamo 107 chiede lesionate di cui 14 a rischio demolizione.Il Palazzo Ducale di Mantova,città Unesco Patrimonio dell'Umanità,è lesionato con danni in fase di stima e tutti i Musei civici sono attualmente in fase di controllo e di verifica. Il Festivaletteratura che a Mantova richiama a settembre migliaia di visitatori rischia di non avere le piazze e gli edifici per l'evento mentre i turismo è già calato del 70%.Abbiamo 50 milioni di euro di danni alle strutture agricole e 220 milioni di danni alla produzione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano di cui Mantova è leader nella produzione. Il ponte sul Po a San Benedetto è dissestato dalle scosse e rischia la chiusura con gravi danni all'intera economia della zona mentre le Scuole Medie superiori hanno danni per 3 milioni di euro.Molte scuole faranno gli esami di maturità in strutture di fortuna. Le campagne e le cascine mantovane ai confini con l' Emilia sono tutte sconvolte dal sisma e molte aziende sono state costrette a rallentare le produzioni, tra cui quelle del settore biomedicale vitali per l'intero paese. Tra Mantova e l' Emilia sono a rischio 20 mila posti di lavoro. Durante il sisma ero negli Stati Uniti a Brooklin a New York e poi a Filadelfia per la Festa nazionale del 2 giugno con Filitalia International Foundation di cui sono il Governatore per il Distretto Italia. Ricordo con affetto gli abbracci di solidarietà degli amici friulani,abruzzesi,campani,calabresi e siciliani quando hanno saputo del terremoto in Emilia e a Mantova. " Non preoccuparti " mi hanno detto " raccoglieremo fondi e aiuti anche per Mantova". Alcuni anziani avevano le lacrime agli occhi, altri erano sinceramente dispiaciuti, moltissimi avevano avuto parenti nelle zone terremotate del sud. Gerry Valerio Presidente del Brooklin Italians Soccer Club che per anni ha lavorato nell'area di Modena,Mantova e Verona comprando mattonelle e marmi ,mi ha chiesto commosso di salutare tutti gli amici emiliani e italiani che aveva conosciuto. Pasquale Nestico Presidente di Filitalia Internationa e Marziale Mirarchi, presidente di un chapter della Fondazione mi sono stati particolarmente vicini venendo essi da un paese Isca sullo Ionio in Calabria,distrutto piu' volte dai terremoti. Mi hanno assicurato che lanceranno una campagna per aiutare Mantova e i suoi monumenti.Tanta solidarietà dagli italiani all'estero con in cambio ,da parte di taluni pessimi rappresentanti della nostra classe politica nazionale e regionale, indifferenza se non di supponenza. Un fatto che dovrebbe far riflettere chi vuole cambiare in meglio il nostro paese. Dovrebbero prendere ad esempio le nostre comunità all'estero che forse amano l'Italia piu' di noi italiani residenti Concludo lanciando un appello da Mantova a tutte le Associazioni italiane dell'Emigrazione a cominciare dall'Unaie per tenere accesi i riflettori anche sulla nostra realtà e a sostenere tutti gli sforzi possibili per la ricostruzione,unendo i nostri cuori a quelli delle popolazioni abruzzesi e della città dell'Aquila ancora in attesa della fine degli effetti del terremoto. Stiamo costituendo un Comitato per affrontare l emergenza terremoto . Chi è interessato ci scriva a mantovaninelmondo@gmail.com
Nel frattempo invitiamo ad usare per le donazioni il conto corrente approntato dalla Provincia di Mantova. Daniele MarconciniPresidente AMM OnlusVice Presidente nazionale UNAIE ( Unione nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati)Governatore del Distretto Italia - Filitalia International di Filadelfia (Stati Uniti)".
Ringrazio Marco Stella, un italiano nel mondo che è sempre attivo per il proprio Paese.
Purtroppo, devo segnalare una cosa non bella.
Sul quotidiano "Voce di Mantova", la città di Mantova non risulta contemplata nel decreto che riguarda gli sgravi fiscali per i terremotati.
Io penso che ciò sia un grosso errore.
Cordiali saluti.
Riforme, parla Andrea Verde
Cari amici ed amiche.
Leggete questo testo che l'amico Andrea Verde (Futuro e Libertà) mi ha inoltrato:
"La prossima settimana si voteranno in Senato i cinque emendamenti proposti dal Pdl per introdurre il semi-presidenzialismo alla francese. Contraria ovviamente la sinistra rigorosamente agli ordini di "Repubblica"; contrario il tartufo democristiano Casini, perplesso l'assonnato Della Vedova, contraria la Lega. Fini, saggiamente, ha dato ascolto ad Italo Bocchino ed ha deciso di appoggiare con convinzione questi emendamenti. Personalmente non mi faccio nessuna illusione; in Italia non é mai il momento di fare le cose e questa proposta non passerà. A quel punto suggerirei al Pdl e a Fli di compiere un atto coraggioso; staccare la spina a Monti, mandare a casa questo Governo, ricompattare il centro-destra sotto la bandiera del presidenzialismo, scaricare Casini, la Lega le zavorre e pure Montezemolo (di soprammobili ne abbiamo fin troppi) e di andare a vincere le elezioni contro Bersani, Vendola e Di Pietro. Ogni tanto ci vorrebbe coraggio! Che ne dite? avec Angela Piscitelli..."
Ora, esprime il mio parere.
Io penso che la Lega Nord non sarebbe contraria al presidenzialismo, se con esso si facesse anche il federalismo.
Le due riforme non sono per nulla incompatibili.
Io penso che sia inutile girarci attorno: l'Italia ha bisogno sia del presidenzialismo che del federalismo.
Anzi, io credo che il presidenzialismo non possa prescindere dal federalismo e viceversa.
Il federalismo taglierebbe gli sprechi e migliorerebbe il governo del territorio.
Il presidenzialismo migliorerebbe la governabilità.
Per questo, io non vedo un centrodestra senza la Lega Nord.
Cordiali saluti.
L'idolo di Barbassolo potrebbe essere Dagon?
Cari amici ed amiche.
Ieri sera ho visto uno spezzone della puntata di "Mistero", una trasmissione televisiva che va in onda su "Italia 1" e che è condotta da Marco Berry e Paola Barale. Di questa trasmissione c'è una pagina di Facebook.
In questa puntata si è parlato di una leggenda che riguarda il territorio di Ferrara.
Secondo questa leggenda, nel territorio della Provincia di Ferrara vi sarebbe un mostro mezzo uomo e mezzo rettile che vivrebbe nell'acqua
Per alcuni, esso esisterebbe e sarebbe un alieno.
Per altri, esso è solo una leggenda atta a spaventare i bambini.
Però, alcuni hanno associato questa leggenda ad una divinità precristiana, Dagon.
Non voglio entrare nel merito ma voglio parlarvi di una leggenda analoga della mia zona, Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Ora, vi racconto di una cosa strana.
Tempo fa, ero con il mio amico Franco Carreri, un appassionato di storia del territorio di Roncoferraro.
Ad un certo punto, gli ho raccontato la storia del mascherone che raffigura un idolo pagano e che si trova murato nel campanile della pieve dei Santi Cosma e Damiano di Barbassolo di Roncoferraro.
Di questo idolo avevo parlato in un articolo il 25 ottobre 2011.
Esso è incastonato nella parete est.
Ora, Carreri mi ha raccontato una cosa molto particolare riguardo a questo idolo.
Secondo uno dei parroci della zona, pare che questa scultura raffiguri una divinità acquatica.
Guarda caso, Dagon era una divinità acquatica.
Se guardate bene la scultura di Barbassolo, noterete che sulla testa ha un particolare cappello.
Anche Dagon veniva raffigurato con quel copricapo, come nella foto in alto.
Ora, dobbiamo capire chi sia Dagon.
Dagon fu una divinità della Mesopotamia.
Guarda caso, in Mesopotamia (dal greco "mesos" e "potamos", ossia "terra in mezzo ai fiumi") ci sono i fiumi Tigri ed Eufrate e quindi c'è molta acqua, come ce n'è qui, nella Pianura Padana.
Migliaia di anni fa, i fiumi Tigri ed Eufrate permisero lo sviluppo di popolazioni, come i Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri.
Proprio i Sumeri potrebbero essere stati i primi a prestare culto ad un certo Dagan, una divinità metà uomo e metà pesce.
In seguito, il culto di Dagan si diffuse anche tra i Cananei, che un popolo che si trovava in Palestina.
Nel 12.000 BC, arrivarono gli Ebrei, il Popolo Eletto, il popolo che per primo conobbe il nostro Dio.
La Bibbia parla di una popolo i Filistei, un popolo che adottò il Dagan dei Cananei.
Gli Ebrei chiamarono questa divinità Dagon ed ingaggiarono con i Filistei una guerra.
Basti pensare al nazireo di Dio Sansone.
Secondo la tradizione biblica, tradito dalla moglie filistea Dalila, privato delle sue sette ciocche di capelli (che gli davano la forza), fatto prigioniero dal Filistei ed accecato, Sansone distrusse le colonne del tempio di Dagon, facendo morire sé stesse ed i filistei che erano lì.
Inoltre ad Ashdod la statua di Dagon andò distrutta di fronte all'Arca dell'Alleanza.
Dagon, però, continuò ad essere venerato dai Fenici.
In seguito, con l'influenza culturale greca, Dagon divenne Tritone e divenne il simbolo della navigazione.
La stessa immagine viene usata anche da una nota azienda che produce il tonno in scatola.
Guardate il video.
Ora c'è da chiedersi come possa un dio pagano della Mesopotamia essere arrivato in Pianura Padana.
La risposta è semplice.
Tritone (o Dagon) entrò nel Pantheon dei Romani.
Dagon era il padre di Baal, un dio fenicio che i Romani ribattezzarono Giove Eliopolita.
Per gli Ebrei , Baal era un demonio.
Questa divinità veniva chiamata dal popolo ebraico "Baal Zebub", ossia "Belzebù", "signore delle mosche".
Per i cristiani del Medio Evo fu quindi facile identificare quell'idolo di marmo con una figura demoniaca ed usarla come mascherone per scacciare il Male.
Io penso che si debbano fare delle ricerche su questa cosa.
Sarebbe anche un pretesto per mettere a posto la chiesa che è stata danneggiata dal terremoto e che è transennata.
Cordiali saluti.
Ieri sera ho visto uno spezzone della puntata di "Mistero", una trasmissione televisiva che va in onda su "Italia 1" e che è condotta da Marco Berry e Paola Barale. Di questa trasmissione c'è una pagina di Facebook.
In questa puntata si è parlato di una leggenda che riguarda il territorio di Ferrara.
Secondo questa leggenda, nel territorio della Provincia di Ferrara vi sarebbe un mostro mezzo uomo e mezzo rettile che vivrebbe nell'acqua
Per alcuni, esso esisterebbe e sarebbe un alieno.
Per altri, esso è solo una leggenda atta a spaventare i bambini.
Però, alcuni hanno associato questa leggenda ad una divinità precristiana, Dagon.
Non voglio entrare nel merito ma voglio parlarvi di una leggenda analoga della mia zona, Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
Ora, vi racconto di una cosa strana.
Tempo fa, ero con il mio amico Franco Carreri, un appassionato di storia del territorio di Roncoferraro.
Ad un certo punto, gli ho raccontato la storia del mascherone che raffigura un idolo pagano e che si trova murato nel campanile della pieve dei Santi Cosma e Damiano di Barbassolo di Roncoferraro.
Di questo idolo avevo parlato in un articolo il 25 ottobre 2011.
Esso è incastonato nella parete est.
Ora, Carreri mi ha raccontato una cosa molto particolare riguardo a questo idolo.
Secondo uno dei parroci della zona, pare che questa scultura raffiguri una divinità acquatica.
Guarda caso, Dagon era una divinità acquatica.
Se guardate bene la scultura di Barbassolo, noterete che sulla testa ha un particolare cappello.
Anche Dagon veniva raffigurato con quel copricapo, come nella foto in alto.
Ora, dobbiamo capire chi sia Dagon.
Dagon fu una divinità della Mesopotamia.
Guarda caso, in Mesopotamia (dal greco "mesos" e "potamos", ossia "terra in mezzo ai fiumi") ci sono i fiumi Tigri ed Eufrate e quindi c'è molta acqua, come ce n'è qui, nella Pianura Padana.
Migliaia di anni fa, i fiumi Tigri ed Eufrate permisero lo sviluppo di popolazioni, come i Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri.
Proprio i Sumeri potrebbero essere stati i primi a prestare culto ad un certo Dagan, una divinità metà uomo e metà pesce.
In seguito, il culto di Dagan si diffuse anche tra i Cananei, che un popolo che si trovava in Palestina.
Nel 12.000 BC, arrivarono gli Ebrei, il Popolo Eletto, il popolo che per primo conobbe il nostro Dio.
La Bibbia parla di una popolo i Filistei, un popolo che adottò il Dagan dei Cananei.
Gli Ebrei chiamarono questa divinità Dagon ed ingaggiarono con i Filistei una guerra.
Basti pensare al nazireo di Dio Sansone.
Secondo la tradizione biblica, tradito dalla moglie filistea Dalila, privato delle sue sette ciocche di capelli (che gli davano la forza), fatto prigioniero dal Filistei ed accecato, Sansone distrusse le colonne del tempio di Dagon, facendo morire sé stesse ed i filistei che erano lì.
Inoltre ad Ashdod la statua di Dagon andò distrutta di fronte all'Arca dell'Alleanza.
Dagon, però, continuò ad essere venerato dai Fenici.
In seguito, con l'influenza culturale greca, Dagon divenne Tritone e divenne il simbolo della navigazione.
La stessa immagine viene usata anche da una nota azienda che produce il tonno in scatola.
Guardate il video.
Ora c'è da chiedersi come possa un dio pagano della Mesopotamia essere arrivato in Pianura Padana.
La risposta è semplice.
Tritone (o Dagon) entrò nel Pantheon dei Romani.
Dagon era il padre di Baal, un dio fenicio che i Romani ribattezzarono Giove Eliopolita.
Per gli Ebrei , Baal era un demonio.
Questa divinità veniva chiamata dal popolo ebraico "Baal Zebub", ossia "Belzebù", "signore delle mosche".
Per i cristiani del Medio Evo fu quindi facile identificare quell'idolo di marmo con una figura demoniaca ed usarla come mascherone per scacciare il Male.
Io penso che si debbano fare delle ricerche su questa cosa.
Sarebbe anche un pretesto per mettere a posto la chiesa che è stata danneggiata dal terremoto e che è transennata.
Cordiali saluti.
Corpus Domini. Il Papa denuncia gli errori post-conciliari sull'Eucarestia-commento alla nota del professor Massimo Introvigne
Cari amici ed amiche.
Leggete questa nota scritta dal professor Massimo Introvigne, che ho trovato su Facebook:
" Commento di Massimo Introvigne
Proseguendo nella sua opera di correzione di un’interpretazione erronea del Concilio Ecumenico Vaticano II secondo una «ermeneutica della discontinuità e della rottura», che ha letto il Concilio come ripudio di tutto il Magistero precedente, Benedetto XVI ha tratto occasione il 7 giugno 2012 dalla Solennità del Corpus Domini per pronunciare a San Giovanni in Laterano un’importante omelia sull’Eucarestia, tutta intesa a denunciare «visioni non complete del Mistero stesso, come quelle che si sono riscontrate nel recente passato».
Il Papa ha preso in esame in particolare due errori. Il primo è la vera e propria guerra alla pratica dell’adorazione eucaristica scatenata in nome della centralità esclusiva della celebrazione. «Una interpretazione unilaterale del Concilio Vaticano II – ha detto il Pontefice – aveva penalizzato questa dimensione, restringendo in pratica l’Eucaristia al momento celebrativo». Certo, «è stato molto importante riconoscere la centralità della celebrazione», ma questa centralità «va ricollocata nel giusto equilibrio». Altrimenti «per sottolineare un aspetto si finisce per sacrificarne un altro». E nel post-Concilio è successo proprio così: l’accentuazione «posta sulla celebrazione dell’Eucaristia è andata a scapito dell’adorazione». Ma questo «ha avuto ripercussioni anche sulla vita spirituale dei fedeli» e ha provocato gravi danni. «Infatti, concentrando tutto il rapporto con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuotare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E così si percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come “Cuore pulsante” della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività».
In effetti, «è sbagliato contrapporre la celebrazione e l’adorazione, come se fossero in concorrenza l’una con l’altra. È proprio il contrario: il culto del Santissimo Sacramento costituisce come l’“ambiente” spirituale entro il quale la comunità può celebrare bene e in verità l’Eucaristia». Senza adorazione si rischia di capire male la stessa Messa. «Solo se è preceduta, accompagnata e seguita da questo atteggiamento interiore di fede e di adorazione, l’azione liturgica può esprimere il suo pieno significato e valore. L’incontro con Gesù nella Santa Messa si attua veramente e pienamente quando la comunità è in grado di riconoscere che Egli, nel Sacramento, abita la sua casa, ci attende, ci invita alla sua mensa, e poi, dopo che l’assemblea si è sciolta, rimane con noi, con la sua presenza discreta e silenziosa, e ci accompagna con la sua intercessione, continuando a raccogliere i nostri sacrifici spirituali e ad offrirli al Padre».
Ricordando le grandi esperienze di adorazione eucaristica con i giovani alle Giornate Mondiali della Gioventù, Benedetto XVI ha osservato che «comunione e contemplazione non si possono separare, vanno insieme. Per comunicare veramente con un’altra persona devo conoscerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. E purtroppo, se manca questa dimensione, anche la stessa comunione sacramentale può diventare, da parte nostra, un gesto superficiale». Chi combatte l’adorazione eucaristica finisce per sottovalutare e negare la presenza reale anche nella Messa.
E questo ci porta al secondo errore post-conciliare che il Papa ha denunciato: la negazione della «sacralità dell’Eucaristia». Anche qui «abbiamo risentito nel passato recente di un certo fraintendimento del messaggio autentico della Sacra Scrittura» e del Vaticano II. «La novità cristiana riguardo al culto è stata influenzata da una certa mentalità secolaristica degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso». Anche in questo caso, non tutto è falso nelle sottolineature degli ultimi decenni: con la venuta del Signore «è vero, e rimane sempre valido, che il centro del culto ormai non sta più nei riti e nei sacrifici antichi, ma in Cristo stesso, nella sua persona, nella sua vita, nel suo mistero pasquale». Ma attenzione: «da questa novità fondamentale non si deve concludere che il sacro non esista più, ma che esso ha trovato il suo compimento in Gesù Cristo».
La cosiddetta de-sacralizzazione dimentica che la Lettera agli Ebrei presenta Gesù Cristo come «sommo sacerdote dei beni futuri» (Eb 9,11), «ma non dice che il sacerdozio sia finito». Cristo non ha abolito il sacerdozio e «non ha abolito il sacro, ma lo ha portato a compimento, inaugurando un nuovo culto, che è sì pienamente spirituale, ma che tuttavia, finché siamo in cammino nel tempo, si serve ancora di segni e di riti, che verranno meno solo alla fine, nella Gerusalemme celeste, dove non ci sarà più alcun tempio». Sbaglia quindi chi pensa che il sacro, i simboli, i riti, siano finiti con Gesù Cristo. No: «grazie a Cristo, la sacralità è più vera, più intensa, e, come avviene per i comandamenti, anche più esigente!».
Anche qui, i danni di una certa vulgata post-conciliare sono stati notevoli. Infatti, «il sacro ha una funzione educativa, e la sua scomparsa inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni. Se, per esempio, in nome di una fede secolarizzata e non più bisognosa di segni sacri, venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe “appiattito”, e la nostra coscienza personale e comunitaria ne resterebbe indebolita». E in quante città le processioni del Corpus Domini sono state abolite!
O ancora – ha detto il Papa – «pensiamo a una mamma e a un papà che, in nome di una fede desacralizzata, privassero i loro figli di ogni ritualità religiosa: in realtà finirebbero per lasciare campo libero ai tanti surrogati presenti nella società dei consumi, ad altri riti e altri segni, che più facilmente potrebbero diventare idoli». Ogni nuova generazione ha bisogno di riti e di simboli. Se le si tolgono quelli cattolici, cercherà altre esperienze religiose. Dio non ha tolto i riti, «non ha fatto così con l’umanità: ha mandato il suo Figlio nel mondo non per abolire, ma per dare il compimento anche al sacro. Al culmine di questa missione, nell’Ultima Cena, Gesù istituì il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, il Memoriale del suo Sacrificio pasquale. Così facendo Egli pose se stesso al posto dei sacrifici antichi, ma lo fece all’interno di un rito, che comandò agli Apostoli di perpetuare, quale segno supremo del vero Sacro, che è Lui stesso». «Con questa fede – ha concluso il Pontefice – noi celebriamo oggi e ogni giorno il Mistero eucaristico e lo adoriamo quale centro della nostra vita e cuore del mondo».".
Nella tradizione liturgica del cattolicesimo, l'Eucaristia è il cuore della celebrazione.
A differenza di quanto accade, per esempio, nel protestantesimo, la messa cattolica ha un carattere sacrificale e non si limita solo alla predicazione, attraverso la Liturgia della Parola ma al contatto diretto con il corpo ed il sangue di Cristo, nella Liturgia Eucaristica.
Per questo, per esempio, si parla di transustanziazione, ossia della conversione del pane nel corpo di Cristo e del vino nel suo sangue.
Il Compendio al catechismo della Chiesa cattolica recita:
"La conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate".
Quindi, per opera della Santissima Trinità,. il pane ed il vino diventano corpo e sangue di Cristo.
Da qui scaturisce la solennità del Corpus Domini, come quella dell'Adorazione eucaristica e certi miracoli, come quello di Lanciano, si riconducono a ciò.
Leggete questa nota scritta dal professor Massimo Introvigne, che ho trovato su Facebook:
" Commento di Massimo Introvigne
Proseguendo nella sua opera di correzione di un’interpretazione erronea del Concilio Ecumenico Vaticano II secondo una «ermeneutica della discontinuità e della rottura», che ha letto il Concilio come ripudio di tutto il Magistero precedente, Benedetto XVI ha tratto occasione il 7 giugno 2012 dalla Solennità del Corpus Domini per pronunciare a San Giovanni in Laterano un’importante omelia sull’Eucarestia, tutta intesa a denunciare «visioni non complete del Mistero stesso, come quelle che si sono riscontrate nel recente passato».
Il Papa ha preso in esame in particolare due errori. Il primo è la vera e propria guerra alla pratica dell’adorazione eucaristica scatenata in nome della centralità esclusiva della celebrazione. «Una interpretazione unilaterale del Concilio Vaticano II – ha detto il Pontefice – aveva penalizzato questa dimensione, restringendo in pratica l’Eucaristia al momento celebrativo». Certo, «è stato molto importante riconoscere la centralità della celebrazione», ma questa centralità «va ricollocata nel giusto equilibrio». Altrimenti «per sottolineare un aspetto si finisce per sacrificarne un altro». E nel post-Concilio è successo proprio così: l’accentuazione «posta sulla celebrazione dell’Eucaristia è andata a scapito dell’adorazione». Ma questo «ha avuto ripercussioni anche sulla vita spirituale dei fedeli» e ha provocato gravi danni. «Infatti, concentrando tutto il rapporto con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuotare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E così si percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come “Cuore pulsante” della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività».
In effetti, «è sbagliato contrapporre la celebrazione e l’adorazione, come se fossero in concorrenza l’una con l’altra. È proprio il contrario: il culto del Santissimo Sacramento costituisce come l’“ambiente” spirituale entro il quale la comunità può celebrare bene e in verità l’Eucaristia». Senza adorazione si rischia di capire male la stessa Messa. «Solo se è preceduta, accompagnata e seguita da questo atteggiamento interiore di fede e di adorazione, l’azione liturgica può esprimere il suo pieno significato e valore. L’incontro con Gesù nella Santa Messa si attua veramente e pienamente quando la comunità è in grado di riconoscere che Egli, nel Sacramento, abita la sua casa, ci attende, ci invita alla sua mensa, e poi, dopo che l’assemblea si è sciolta, rimane con noi, con la sua presenza discreta e silenziosa, e ci accompagna con la sua intercessione, continuando a raccogliere i nostri sacrifici spirituali e ad offrirli al Padre».
Ricordando le grandi esperienze di adorazione eucaristica con i giovani alle Giornate Mondiali della Gioventù, Benedetto XVI ha osservato che «comunione e contemplazione non si possono separare, vanno insieme. Per comunicare veramente con un’altra persona devo conoscerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. E purtroppo, se manca questa dimensione, anche la stessa comunione sacramentale può diventare, da parte nostra, un gesto superficiale». Chi combatte l’adorazione eucaristica finisce per sottovalutare e negare la presenza reale anche nella Messa.
E questo ci porta al secondo errore post-conciliare che il Papa ha denunciato: la negazione della «sacralità dell’Eucaristia». Anche qui «abbiamo risentito nel passato recente di un certo fraintendimento del messaggio autentico della Sacra Scrittura» e del Vaticano II. «La novità cristiana riguardo al culto è stata influenzata da una certa mentalità secolaristica degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso». Anche in questo caso, non tutto è falso nelle sottolineature degli ultimi decenni: con la venuta del Signore «è vero, e rimane sempre valido, che il centro del culto ormai non sta più nei riti e nei sacrifici antichi, ma in Cristo stesso, nella sua persona, nella sua vita, nel suo mistero pasquale». Ma attenzione: «da questa novità fondamentale non si deve concludere che il sacro non esista più, ma che esso ha trovato il suo compimento in Gesù Cristo».
La cosiddetta de-sacralizzazione dimentica che la Lettera agli Ebrei presenta Gesù Cristo come «sommo sacerdote dei beni futuri» (Eb 9,11), «ma non dice che il sacerdozio sia finito». Cristo non ha abolito il sacerdozio e «non ha abolito il sacro, ma lo ha portato a compimento, inaugurando un nuovo culto, che è sì pienamente spirituale, ma che tuttavia, finché siamo in cammino nel tempo, si serve ancora di segni e di riti, che verranno meno solo alla fine, nella Gerusalemme celeste, dove non ci sarà più alcun tempio». Sbaglia quindi chi pensa che il sacro, i simboli, i riti, siano finiti con Gesù Cristo. No: «grazie a Cristo, la sacralità è più vera, più intensa, e, come avviene per i comandamenti, anche più esigente!».
Anche qui, i danni di una certa vulgata post-conciliare sono stati notevoli. Infatti, «il sacro ha una funzione educativa, e la sua scomparsa inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni. Se, per esempio, in nome di una fede secolarizzata e non più bisognosa di segni sacri, venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe “appiattito”, e la nostra coscienza personale e comunitaria ne resterebbe indebolita». E in quante città le processioni del Corpus Domini sono state abolite!
O ancora – ha detto il Papa – «pensiamo a una mamma e a un papà che, in nome di una fede desacralizzata, privassero i loro figli di ogni ritualità religiosa: in realtà finirebbero per lasciare campo libero ai tanti surrogati presenti nella società dei consumi, ad altri riti e altri segni, che più facilmente potrebbero diventare idoli». Ogni nuova generazione ha bisogno di riti e di simboli. Se le si tolgono quelli cattolici, cercherà altre esperienze religiose. Dio non ha tolto i riti, «non ha fatto così con l’umanità: ha mandato il suo Figlio nel mondo non per abolire, ma per dare il compimento anche al sacro. Al culmine di questa missione, nell’Ultima Cena, Gesù istituì il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, il Memoriale del suo Sacrificio pasquale. Così facendo Egli pose se stesso al posto dei sacrifici antichi, ma lo fece all’interno di un rito, che comandò agli Apostoli di perpetuare, quale segno supremo del vero Sacro, che è Lui stesso». «Con questa fede – ha concluso il Pontefice – noi celebriamo oggi e ogni giorno il Mistero eucaristico e lo adoriamo quale centro della nostra vita e cuore del mondo».".
Nella tradizione liturgica del cattolicesimo, l'Eucaristia è il cuore della celebrazione.
A differenza di quanto accade, per esempio, nel protestantesimo, la messa cattolica ha un carattere sacrificale e non si limita solo alla predicazione, attraverso la Liturgia della Parola ma al contatto diretto con il corpo ed il sangue di Cristo, nella Liturgia Eucaristica.
Per questo, per esempio, si parla di transustanziazione, ossia della conversione del pane nel corpo di Cristo e del vino nel suo sangue.
Il Compendio al catechismo della Chiesa cattolica recita:
"La conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate".
Quindi, per opera della Santissima Trinità,. il pane ed il vino diventano corpo e sangue di Cristo.
Da qui scaturisce la solennità del Corpus Domini, come quella dell'Adorazione eucaristica e certi miracoli, come quello di Lanciano, si riconducono a ciò.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.