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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 28 marzo 2012

MORTE DELL'IMPERATORE FEDERICO I BARBAROSSA, FU UN INCIDENTE O UN COMPLOTTO?

Cari amici ed amiche.

Vi invito a guardare il video che si trova qui sopra. Esso mostra alcune morti assurde, tra cui quella dell'imperatore del Sacro Romano Impero Federico I Barbarossa (1122-1190).
Dopo la sconfitta subita nella Battaglia di Legnano (1176) e la Pace di Costanza con il Papa (1183), Federico partì alla volta della Terra Santa, per la Terza Crociata (1189-1192).
Qui avvenne la storia che oggi sto per raccontare.
L'imperatore si trovò in Cilicia, una regione a sud dell'attuale Turchia e si imbatté in un fiume, il Salef.
In questo fiume, egli trovò la morte.
Ora, C'è da chiedersi come sia avvenuto un simile evento.
Secondo alcune cronache, egli tentò di guadare il fiume ma cadde da cavallo.
Il peso dell'armatura lo trascinò a fondo, facendolo annegare.
Secondo altre cronache, egli volle rinfrescarsi nell'acqua del fiume ma cadde ed annegò.
Secondo altre ancora, Federico non morì per annegamento ma per lo choc causato dallo sbalzo di temperatura.
Esiste, tuttavia, un altra pista, quella del complotto.
Com'era noto, Federico aveva tanti nemici.
Il primo era il Papato, con cui ebbe degli scontri che vennero sopiti con la fragile Pace di Costanza.
Inoltre, il Papato aveva bisogno dell'imperatore, per potere esercitare il suo magistero e per portare avanti la crociata.
Quindi, il Papa non avrebbe mai complottato contro l'imperatore.
I secondi furono i Comuni italiani, con cui iniziò una serie di battaglie, conclusasi con la Battagia di Legnano, da cui uscì sconfitto.
I terzi furono alcuni principi tedeschi.
Infatti, ogni volta che l'imperatore scendeva in Italia, nell'area tedesca del Sacro Romano Impero scoppiavano dei tumulti atti a farlo cadere.
Tra questi c'era il Duca di Sassonia Enrico il Leone ( Heinrich der Löwe, 1129-1195).
Questi era cugino dell'imperatore.
Ora, nel 1176, Enrico negò all'imperatore gli aiuti per affrontare la Battaglia di Legnano.
Il Barbarossa lo punì privandolo del titolo, dei ducati e bandendolo dall'impero (1180).
Dal 1182 al 1185, Enrico visse in esilio in Inghilterra.
Nel 1189, rientrò in Germania ma non riottenne i territori.
Ora, guarda caso, dopo la morte dell'imperatore, nella Terza Crociata subentrò il re d'Inghilterra Riccardo I detto "Coeur du Lion" (1157-1199).
Può darsi che ci sia stato un accordo tra il Enrico il Leone ed il predecessore di re Riccardo I, re Enrico II (1133-1189).
Questi, infatti, era figlio di Matilde d'Inghilterra (1102-1167).
Matilde era imperatrice del Sacro Romano Impero, in quanto sposata con Enrico V (1081-1125), il figlio di colui che si scontrò più volte con il Papa e con Matilde di Canossa.
Quindi, re Enrico II e, naturalmente, re Riccardo I avrebbero avuto il diritto di aspirare alla corona del Sacro Romano Impero.
Quindi, potrebbe esserci stato un accordo con Enrico il Leone, il quale avrebbe riottenuto i propri possedimenti, se re Riccardo fosse diventato imperatore al posto di Federico I Barbarossa.
Tra l'altro, se Riccardo avesse fatto bella figura nella crociata, il Papa gli avrebbe concesso ben volentieri il titolo di imperatore.
Questa è solo una teoria che però può essere avallata da alcuni particolari.
L'imperatore aveva sempre con sé una guardia.
Dov'era quest'ultima quando egli cadde nel fiume?
La stessa domanda vale per il figlio dell'imperatore, Federico.
A queste domande non si possono porre delle risposte.
Tra l'altro, un altro punto a favore della teoria del complotto riguarda l'imperatore bizantino Isacco II Angelo  (1186-1204).
Questi odiava il Barbarossa a tal punto da allearsi con i musulmani di Saladino (1138-1193).
Quindi, la morte del Barbarossa avrebbe facilitato i rapporti con Costantinopoli.
Persino la sepoltura dell'imperatore ebbe dei lati oscuri.
Il caldo favoriva la decomposizione del cadavere.
Lo trattarono con aceto e lo fecero bollire, secondo un procedimento consueto in quei tempi.
Una parte fu sotterrata a Tarso, la città di San Paolo, e l'altra nella cattedrale di San Pietro ad Antiochia.
Le ossa, invece, sarebbero state seppellite nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme o forse a Tiro, nell'attuale Libano.
Forse, non potremmo sapere la verità.
Tuttavia, varrebbe la pena di fare una ricerca per cercare di fare luce su questo fatto.
Cordiali saluti.







martedì 27 marzo 2012

ARTISTI ITALIANI NEL BRASILE IMPERIALE

Cari amici ed amiche.

L'amico Marco Stella mi un articolo scritto sul Portale dei Lombardi nel Mondo, che è intitolato "Artisti italiani nel Brasile Imperiale" .
Esso parla di un'esposizione dedicata ai pittori italiani che vissero in Brasile tra il XVIII ed il XIX secolo, quando il Brasile era il centro di un impero.
Io credo che questa mostra possa fare capire cosa sia stata veramente la storia di questo Paese e la sua fioritura culturale, a cui contribuirono molti nostri connazionali.
Cordiali saluti,.

TARTUFO

Cari amici ed amiche.

Qui sopra vi è il video che mostra la preparazione di un tipico piatto italiano, il Risotto al tartufo nero.
Ora, provo a parlare proprio di questa tanto ricercata prelibatezza, per l'appunto, il tartufo.
Esso è un fungo che però si distingue dagli altri, come il Boletus edulis (Porcino) o l'Amanita caesraea (Ovolo buono), per il fatto che faccia parte della classe degli Ascomiceti (come le muffe) e non a quella dei Basidiomiceti.
Il tartufo ha uno sviluppo ipogeo (sottoterra) e cresce vicino alle radici degli alberi, in particolare, querce, lecci e tigli.
Esso è una micorriza e stabiliscono un rapporto simbiontico con la pianta.
Il suo profumo caratteristico attira i maiali, i cinghiali e le volpi, che lo mangiano e ne spargono le spore.
Il tartufo fu già noto a Plinio il Vecchio (23-79 AD) che lo citò nella sua opera "Naturalis Historia" .
Nel mondo antico, si ritenne che esso fosse afrodisiaco, in seguito ad una leggenda diffusa da Giovenale (55-60 AD) in cui Giove avrebbe scagliato un fulmine vicino ad una quercia, un albero ritenuto sacro.
Fu nota la capacità sessuale di Giove.
Fu molto apprezzato anche nel Medio Evo.
Secondo alcuni, addirittura, il suo profumo portava a veri e propri stati di estasi.
Quindi, esso fece parte della nostra dieta da molti secoli.
Queste sono le specie di tartufo:




Tartufo bianco pregiato, Tuber magnatum Pico
Tartufo nero pregiato, Tuber melanosporum Vittad.
Tartufo moscato, Tuber brumale var. moschatum De Ferry
Tartufo nero estivo, Scorzone, Tuber aestivum Vittad.
Tartufo uncinato, Tuber uncinatum Chatin
Tartufo nero invernale, Tuber brumale Vittad.
Tartufo bianchetto o Marzolino, Tuber borchii Vittad. = Tuber albidum Pico
Tartufo nero liscio, Tuber macrosporum Vittad.
Tartufo nero ordinario o tartufo di Bagnoli, Tuber mesentericum Vittad., di scarso valore economico, considerato da alcuni un omonimo del Tuber aestivum..
Tuber excavatum Vittad.
Tuber puberulum Berk. & Broome
Tuber oligospermum Vitt.
Tartufo rossetto, Tuber rufum Pico


La denominazione Vitt. o Vittad. si riferisce a Carlo Vittadini, scopritore di diverse specie.

Qui in Italia, ci sono tante zone di produzione del tartufo e sono:

  1. Alba, in Provincia di Cuneo.
  2. Colli Euganei, Padova.
  3. Borgofranco sul Po, Carbonara di Po e Felonica, in Provincia di Mantova.
  4. Dovadola, in Provincia di Forlì-Cesena.
  5. Acqualagna, in Provincia di Pesaro-Urbino. 
  6. Città di Castello, in Provincia di Perugia.
  7. Vejano, in Provincia di Viterbo.
  8. Bagnoli Irpino, in Provincia di Avellino.
  9. Carbone,  Missanello e Francavilla in Sinni, in Provincia di Potenza.
  10. Acri e Luzzi, in Provincia di Cosenza.
  11. Decollatura, in Provincia di Catanzaro.
  12. Serra San Bruno, in Provincia di Vibo Valentia.
  13. Bronte, Zafferana Etnea e Paternò , in Provincia di Catania.
  14. Ucria, in Provincia di Messina .
Queste sono solo alcune delle zone di produzione del tartufo.
I tartufi si distinguono in bianchi e neri.
I primi sono ottimi cotti ed i secondi crudi e messi a scaglie sul risotto.
Esso rappresenta di diritto il nostro Paese.
Cordiali saluti. 




Serve il Corano per capire Tolosa

Cari amici ed amiche.

Leggete questa nota che l'amica Maria Venera mi ha inoltrato su Facebook:

"Il testo sacro dell’Islam e il germe del terrorismo di Ruggero Guarini

La paura fa novanta, ma quella di Allah deve fare almeno novecento. Solo una sconfinata paura dell’Islam può essere infatti il motivo per cui in tutti o quasi tutti i commenti suggeriti dall’atroce eccidio dei bambini ebrei di Tolosa, compresi quelli dettati da un sincero orrore per il crimine di Merah, nonché da un sincerissimo sdegno per la sua matrice antisemita, si è evitato con cura ogni accenno allo specialissimo rapporto fra la follia criminale di simili gesti e la fede che non solo li giustifica ma addirittura li incoraggia ed esige. Questa paura è trapelata anche dalla serietà con cui si è discusso se quel disgraziato fosse un pazzo o un mostro, un lupo solitario o l’elemento di un branco: problemi assolutamente secondari rispetto a quello che in questi casi dovrebbe imporsi come la questione decisiva, ossia appunto il fatto che le infamie del terrorismo islamista, che molti si ostinano a considerare forme degenerative della vera religioni maomettana, sono al contrario esplicitamente richieste dal suo testo fondativo. La diffusione, oggi in Europa, dell’idea che la fede maomettana, nella sua originaria espressione, non abbia niente a che fare con le atrocità perpetrate dalle diverse forme dell’attuale terrorismo islamico è forse l’effetto più allarmante dell’ideologia relativista che sta incrinando in tutto l’Occidente la sua antica fiducia in se stesso. Eppure pochi compiti sono facilmente eseguibili come verificare che il seme del terrorismo islamista è racchiuso proprio nel Corano, come ognuno può constatare limitandosi a leggervi i versetti più eloquenti. Per esempio, le seguenti invettive di Allah fedelmente registrate dal suo profeta in quel "testo sacro": «Ecco, sto per gettare il terrore nel cuore dei miscredenti: decapitateli, mozzate loro le dita... Questo dovranno soffrire, perché essi si sono opposti ad Allah, e chiunque si oppone ad Allah e al suo profeta deve sapere che Allah sarà terribile nel castigarlo... Questo è il vostro castigo, verrà detto loro: il tormento del fuoco agli infedeli... Allah sconfessa gli infedeli e li sconfessa anche il Profeta... Pentitevi, dunque, sarà meglio per voi... Castighi atroci Egli annuncia ai miscredenti... Ammazzateli dovunque li troviate... Assediateli, catturateli, fateli cadere nelle imboscate... Lasciateli andare liberi soltanto se si pentono... Combatteteli fino a che non si siano umiliati, e non abbiano pagato, uno ad uno, il "pizzo"...». Questi sono alcuni versetti di due famose sure del Corano: l’ottava, sul tema della guerre e del bottino, e la nona, sul tema del pentimento. Li ho citati fedelmente permettendomi una sola libertà: al posto di "tributo", con cui viene di solito tradotto il termine arabo "jizya", ho messo "pizzo". Mi sembra infatti evidente che appunto questo sia il vero nome di un obolo che se non lo paghi ti accoppano. Arcinota è l’obiezione che viene di solito mossa a questo elementare richiamo all’incitazione alla persecuzione assassina contenuta nel Corano. Questo richiamo – si è soliti dire – non è un tratto esclusivo della religione maomettana. Anche la storia del popolo ebraico, come viene narrata nell’Antico Testamento, è piena di episodi in cui essa appare cosparsa di orrendi crimini. E persino quella dell’Occidente cristiano ha conosciuto inaudite vicende di persecuzione e terrore. È vero. Ma in nessuno dei nostri testi sacri si trova la minima giustificazione di quegli orrori, e meno che mai la più vaga esortazione a commetterli. Ragion per cui si può sostenere tranquillamente che delle tre grandi religioni monoteistiche che hanno fecondato la civiltà occidentale quella islamica è la sola che sfoggi così sfacciatamente una vocazione inoppugnabilmente criminale. Che cosa se non la paura che l’Islam sta incutendo a tutto il mondo occidentale può dunque indurci a misconoscere, nelle nostre analisi delle cause del terrorismo islamista, la fondamentale importanza del Corano?

http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2012/03/26/xml/01_NAZIONALE/16/GIRATA2A.x".


Effettivamente, nel Corano vi sono espressioni e parole che suonano come inquietanti.

Inoltre, l'Islam non ha una vera e propria guida religiosa che sappia fare esegesi e che dia un'interpretazione univoca del suo testo sacro.

Va detto anche che, come dice Magdi Cristiano Allam, per noi cristiani, Dio si fece uomo in Gesù Cristo, morì sulla croce e risorse, riscattandoci dai nostri peccati.

Per l'Islam, invece, Dio si fece carta nel Corano.

Quindi, ci può essere l'interpretazione in cui tutto ciò che è dissonante rispetto al Corano possa essere visto come negativo e, quindi, da distruggere.

A ciò, ad esempio, è correlata anche la concezione islamica che vede gli ebrei e noi cristiani come seguaci delle Scritture, Scritture che, però, sono state corrotte da comandamenti umani.

Se poi, aggiungiamo anche il fatto che per l'Islam la vita secolare e quella religiosa siano un tutt'uno, il quadro è completo.

Da qui, nasce il fondamentalismo islamico.

Cordiali saluti.


lunedì 26 marzo 2012

UNA RISPOSTA A TONY BLAIR

Cari amici ed amiche.

Se pur in ritardo, vorrei dare una risposta all'ex-Primo Ministro britannico Tony Blair che, durante la puntata speciale della trasmissione "Ballarò" che era dedicata alle dimissioni del presidente Berlusconi , aveva detto che nella politica di oggi serve la praticità e non l'essere di destra o di sinistra.
Entro certi termini, Blair ha detto il vero.
Tuttavia, egli non ha tenuto conto di un piccolo fattore.
Infatti, l'Italia non è la Gran Bretagna.
Qui in Italia, nel bene e nel male, le ideologie contano.
Storicamente, è sempre stato così.
Pensiamo all'antica Roma e allo scontro tra la fazione di Mario e quella di Silla (82 B.C) oppure agli scontri tra guelfi e ghibellini (nel Medio Evo) o a quello tra Bigi, Arrabbiati, Piagnoni e Palleschi (nella Firenze di Girolamo Savonarola 1490-1498), fino allo scontro tra filo-asburgici ed anti-asburgici (nell'Italia del nord) e tra garibaldini ed anti-garibaldini nel XIX secolo, come anche gli scontri tra fascisti ed antifascisti all'inizio del secolo scorso.
Non mi risulta che dopo il 1688 (anno della "Gloriosa Rivoluzione), in Inghilterra ci sia stata una situazione simile.
Pur tra mille contraddizioni, come il caso dei cattolici e dell'"Act of Settlement" del 1701, in Inghilterra ci fu una pacificazione e, ad eccezione della questione nordirlandese (che certamente fu grave), non ci furono tensioni mal sopite e pronte ad esplodere tra partiti e fazioni politiche.
Qui in Italia, invece, anche nel nostro secolo, si può anche morire di politica.
Pensiamo a Marco Biagi (24 novembre 1950-19 marzo 2002) il giuslavorista che fu ucciso dalla nuove Brigate Rosse dieci anni fa.
Inoltre, Blair non ha tenuto conto di un'altra questione.
In Gran Bretagna non c'è mai stato un partito comunista forte come il Partito Comunista Italiano, partito che è stato a lungo la causa di tensioni.
In verità, quello che è stato affermato da Blair altro non è stato che una conferma del fatto che tra la scuola politica britannica e quella europea vi sia uno "spread" molto elevato.
La scuola politica britannica è figlia di una lunga tradizione incominciata con l'Eptarchia anglosassone (450-850 AD) e che passò attraverso la stesura della Magna Charta Libertatum (1215), l'Habeas Corpus del 1679 ed il Bill of Rights del 1689 e, fatti salvi alcuni suoi passaggi (come il martirio di re Carlo I Stuart che avvenne nel 1649), la storia della politica inglese non fu caratterizzata da eventi violenti.
In Italia, invece, come nel resto d'Europa, la politica moderna è figlia di un processo storico caratterizzato da fatti molto discutibili, la Rivoluzione francese del 1789.
Questo processo viene visto da molti come una conquista di civiltà.
In realtà, esso fu una vera menzogna che ingannò il popolo.
Esso, infatti, non portò maggiori diritti al popolo ma portò semplicemente una classe politica che puntò a distruggere il potere preesistente e che aprì le porte al populismo e al totalitarismo.
Esso volgarizzò la politica e portò al potere la parte peggiore del popolo.
Ideologie malvagie e perniciose (come nazismo e comunismo) sono figlie della Rivoluzione francese, un processò che puntò anche alla divinizzazione dello Stato.
In Italia, oltre a ciò vi furono anche l'endemica conflittualità della politica ed un altro processo storico molto discutibile,il processo di unificazione del 1861 che avvenne con la spedizione di Giuseppe Garibaldi.
Quanto fatto da Garibaldi, infatti, fu la cosa più vergognosa ed indegna da un punto di vista storico e politico.
Egli, infatti, attaccò il Regno delle Due Sicilie, che era uno Stato sovrano, anche ricorrendo all'aiuto della mafia.
Inoltre, egli agì contro ciò che avrebbe potuto unire realmente il nostro Paese, la Chiesa cattolica.
Quindi, egli generò uno scontro tra Stato e Chiesa, oltre ad avere posto le basi dello scontro tra Nord e Sud del Paese.
L'atteggiamento dei sindacati e dei partiti comunisti fu un ulteriore fattore di conflittualità.
Questa è la storia della nostra politica, una politica ben lontana da quella britannica.
Cordiali saluti.






ANTISEMITISMO? NO GRAZIE!

Cari amici ed amiche.

Guardate il video di Giuliano Ferrara che commenta la strage di Tolosa.
In Europa c'è ancora l'antisemitismo ed è come un cancro che è difficile da estirpare.
Come dice giustamente Ferrara, esso è presente da anni.
Esso è presente da prima dell'arrivo del Cristianesimo.
Basti pensare alla cattività babilonese sotto Nabucodonosor (587 BC) o alla distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte dell'esercito di Tito (70 AD).
Inoltre, guarda caso, l'antisemitismo emerse nei momenti di crisi della Chiesa, come il 1348, anno in cui ci fu la pestilenza e in cui tutto il sistema europeo andò in crisi, e dopo la secolarizzazione del XVIII secolo.
Tutto ciò smentisce i soliti ignoranti ed anticristiani che dicono che il Cristianesimo abbia portato l'antisemitismo.
Ferrara ha ragione a dire che Israele sia ancora una democrazia.
E' così.
Certo, la situazione difficile in cui vive l'ha costretto a mettersi sulla difensiva.
Vorrei vedere ognuno di voi se vi trovaste con dei vicini di casa che vi minacciano ogni giorno.
Tuttavia, Israele è ancora una vera democrazia.
Quindi, certo giornalisti e certi politici farebbero bene a sciacquarsi la bocca prima di parlare di Israele, invece di dire che tale Stato sia tirannico e fondamentalista.
Tra loro ed Hitler non c'è differenza.
Cordiali saluti.

WHO IS THE DEVIL? WHAT IS THE HELL?

Cari amici ed amiche.

Guardate il video intitolato "Esorcismo, di don Amorth, esorcisti e psichiatri".
In questo video, che è uno spezzone della trasmissione "Top Secret" (che va in onda su Rete 4), il noto esorcista padre Gabriele Amorth parla del diavolo e del male che egli può causare.
Ora, la secolarizzazione di oggi ha portato anche ad una minore percezione del male.
Anzi, molti dicono che il diavolo non esista nemmeno.
Altri, invece, dicono che questa entità malefica sia una "nostra invenzione" atta a fare sì che non non ci assumiamo le nostre responsabilità di fronte al male.
In realtà, il diavolo esiste, purtroppo.
Ora c'è da chiedersi chi (o cosa) sia.
Il diavolo altro non è che l'angelo Lucifero, l'angelo che si mise ribellò a Dio e che venne sconfitto da San Michele, venendo cacciato dal Paradiso, insieme agli angeli che si unirono alla ribellione.
Successivamente, come ha affermato padre Amorth in un'altra trasmissione, il diavolo creò l'Inferno.
Quindi, se Dio vuole il bene dell'uomo e la sua salvezza, il diavolo ne vuole la rovina.
Il diavolo è pericoloso per molti aspetti.
Egli non è una persona ma è un essere soprannaturale che può agire attraverso vari modi, come la possessione, l'infestazione, la vessazione, i disturbi fisici e l'ossessione.
Quindi, il diavolo vuole distruggere l'uomo e portarlo all'Inferno.
Ora c'è da chiedersi cosa sia l'Inferno.
L'Inferno è il luogo in cui ci sono il diavolo e quelli della sua cricca, i demoni, come Belial.
Esso è un luogo di tormenti per le anime corrotte che vi capitano.
Già nella tradizione ebraica esistevano dei luoghi simili, lo Sheol e la Gheenna.
Questo è un altro punto in comune tra Ebraismo e Cristianesimo.
Esiste un luogo simile anche nella tradizione islamica.
Come esistono uomini santi, uomini che sono d'esempio, come i santi, e dottrine che difendono quei valori che Dio ci ha dato, esistono anche idee malefiche e distruttive (come il nazismo, il nichilismo ed il comunismo) e uomini che le seguono.
Cito, ad esempio, Adolf Hitler e Josef Stalin, personalità riconosciute diaboliche anche dallo stesso padre Amorth.
Oggi, bisogna stare particolarmente attenti.
Non è una questione di manicheismo.
E' un dato di fatto.
Quando cala la fede, il male è in agguato.
Basti pensare al clima di "Belle Epoque" che c'era prima della I Guerra Mondiale, come a ciò che accadde prima che si instaurasse il nazismo.
Oggi c'è un clima analogo.
Termino, riportando alcuni consigli di padre Amorth.
Essi provengono dal sito http://www.preghiereagesuemaria.it:

Sono trascorsi 29 anni da quel 29 giugno del 1972, festa degli apostoli Pietro e Paolo, quando papa Montini parlò del nemico di Dio per antonomasia: «Attraverso qualche fessura il fumo di Satana è entrato nella Chiesa». E oggi? Beh, quel fumo si diffonde in stanze insospettate…

di Stefano Maria Paci

Sono trascorsi 29 anni da quel 29 giugno del 1972. Era la festa di san Pietro, principe degli apostoli. Era la festa di san Paolo, colui che ha portato il Vangelo di Cristo fino all’estremo Occidente. E in quel 29 giugno, festa dei santi protettori di Roma, il successore di Pietro che aveva preso il nome di Paolo lanciò un grido drammatico. Paolo VI parlò del nemico di Dio per antonomasia, di quel nemico dell’uomo che si chiama Satana. Il nemico della Chiesa. «Attraverso qualche fessura» denunciò Paolo VI «il fumo di Satana è entrato nella Chiesa». Un grido angoscioso, che lasciò stupiti e scandalizzò molti, anche all’interno del mondo cattolico.
E oggi, 29 anni dopo? Quel fumo è stato allontanato, o ha invaso altre stanze? Siamo andati a chiederlo a uno che con Satana e le sue astuzie ha a che fare tutti i giorni. Quasi per professione. È l’esorcista più famoso del mondo: padre Gabriele Amorth, fondatore e presidente ad honorem dell’Associazione internazionale degli esorcisti. Siamo andati da lui anche perché poche settimane fa, il 15 maggio, è stata approvata dalla Cei la traduzione italiana del nuovo Rituale degli esorcismi. Per entrare in uso attende solo il placet della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Una nuova arma che ha la Chiesa per combattere il Nemico? Per scacciare, se ancora non è stato fatto, quel fumo penetrato nel tempio del Signore? Macché! Sentite cosa racconta padre Amorth. Scoprirete che la guerra, in corso da millenni, infuria più furibonda che mai. Che la battaglia adesso si è spostata soprattutto all’interno della casa del Signore. E quel fumo... beh, quel fumo si diffonde in stanze insospettate.
Padre Amorth, finalmente è pronta la traduzione italiana del nuovo Rituale per gli esorcisti.
GABRIELE AMORTH: Sì, è pronta. L’anno scorso la Cei aveva rifiutato di approvarla perché c’erano errori di traduzione dal latino. E noi esorcisti, che dovremmo utilizzarla, avevamo approfittato per segnalare ancora una volta che su molti punti del nuovo Rituale non siamo d’accordo. Il testo base in latino resta immutato in questa traduzione. E un Rituale tanto atteso alla fine si è trasformato in una beffa. Un incredibile legaccio che rischia di impedirci di operare contro il demonio.
Un’accusa pesante. A cosa si riferisce?
AMORTH: Le faccio solo due esempi. Clamorosi. Al punto 15 si parla dei malefici e di come comportarsi. Il maleficio è un male causato a una persona ricorrendo al diavolo. E può essere fatto in diverse forme, come fatture, maledizioni, malocchi, vudù, macumba. Il Rituale romano spiegava come bisognasse affrontarlo. Il nuovo Rituale, invece, afferma categoricamente che c’è proibizione assoluta di fare esorcismi in questi casi. Assurdo. I malefici sono di gran lunga la causa più frequente delle possessioni e dei mali procurati dal demonio: non meno del 90 per cento. È come
dire agli esorcisti di non operare più. Il punto 16, poi, afferma solennemente che non si debbono fare esorcismi se non c’è la certezza della presenza diabolica. È un capolavoro di incompetenza: la certezza che il demonio sia presente in una persona si ha solo facendo l’esorcismo. Tra l’altro, gli estensori non si sono accorti di contraddire, in entrambi i punti, il Catechismo della Chiesa cattolica, che indica di compiere l’esorcismo sia nel caso di possessioni diaboliche che di mali causati dal demonio. E dice anche di farlo sia sulle persone che sulle cose. E nelle cose non c’è mai la presenza del demonio, c’è solo la sua influenza.
Le affermazioni contenute nel nuovo Rituale sono gravissime e dannosissime, frutto di ignoranza e inesperienza.
Ma non è stato compilato da esperti?
AMORTH: Assolutamente no. In questi dieci anni sul Rituale hanno lavorato due commissioni: quella composta da cardinali che ha curato i Prenotanda, ossia le disposizioni iniziali, e quella che ha curato le preghiere. Io posso affermare con certezza che nessuno dei membri delle due commissioni ha mai fatto esorcismi né ha mai assistito ad esorcismi né ha mai avuto la più pallida idea di cosa sono gli esorcismi. Questo è l’errore, il peccato originale, di questo Rituale. Nessuno che vi ha collaborato era esperto di esorcismi.
Come è possibile?
AMORTH: Non lo chieda a me. Durante il Concilio ecumenico Vaticano II ogni commissione era coadiuvata da un gruppo di esperti che affiancavano i vescovi. E l’abitudine si è mantenuta anche dopo il Concilio, ogni volta che si sono rifatte parti del Rituale. Ma non in questo caso. E se c’era un argomento su cui servivano degli esperti, era questo.
E invece?
AMORTH: Invece noi esorcisti non siamo mai stati consultati. E, tra l’altro, i suggerimenti che abbiamo dato sono stati ricevuti con fastidio dalle commissioni. La storia è paradossale. Vuole che gliela racconti?
Certo.
AMORTH: Man mano che, come aveva chiesto il Concilio Vaticano II, le varie parti del Rituale romano venivano riviste, noi esorcisti attendevamo che venisse trattato anche il titolo XII, cioè il Rituale esorcistico. Ma evidentemente non era considerato un argomento rilevante, dato che passavano gli anni e non succedeva nulla. Poi, improvvisamente, il 4 giugno del 1990, uscì il Rituale ad interim, di prova. Fu una vera sorpresa per noi, che non eravamo mai stati consultati prima. Eppure da tempo avevamo preparato delle richieste, in vista di una revisione del Rituale. Chiedevamo, tra l’altro, di ritoccare le preghiere, immettendovi invocazioni alla Madonna che mancavano completamente, e di aumentare le preghiere esorcistiche specifiche. Ma eravamo stati completamente tagliati fuori dalla possibilità di dare qualsiasi contributo. Non ci scoraggiammo: il testo era stato fatto per noi. E dato che nella lettera di presentazione l’allora prefetto della Congregazione per il culto divino,
il cardinale Eduardo Martínez Somalo, chiedeva alle conferenze episcopali di far avere, entro due anni, «consigli e suggerimenti dati dai sacerdoti che ne avranno fatto uso» ci mettemmo al lavoro. Riunii diciotto esorcisti scelti tra i più esperti del pianeta. Esaminammo con grande attenzione il testo. Lo utilizzammo. Abbiamo subito elogiato la prima parte, nella quale venivano riassunti i fondamenti evangelici dell’esorcismo. È l’aspetto biblico-teologico, su cui non mancava certo la competenza. Una parte nuova, rispetto al Rituale del 1614 composto sotto papa Paolo V: del resto, all’epoca non c’era bisogno di ricordare questi princìpi, da tutti riconosciuti ed accettati. Oggi, invece, è indispensabile.
Ma quando siamo passati ad esaminare la parte pratica, che richiede una conoscenza specifica dell’argomento, si è palesata la totale inesperienza dei redattori. Le nostre osservazioni sono state copiose, articolo per articolo, e le abbiamo fatte avere a tutte le parti interessate: Congregazione per il culto divino, Congregazione per la dottrina della fede, conferenze episcopali. Una copia fu consegnata direttamente nelle mani del Papa.
Come sono state accolte le vostre osservazioni?
AMORTH: Accoglienza pessima, efficacia nulla. Ci eravamo ispirati alla Lumen gentium, in cui la Chiesa è descritta come «Popolo di Dio». Al numero 28 si parla della collaborazione dei sacerdoti con i vescovi, al numero 37 si dice con chiarezza, addirittura riferendolo ai laici, che «secondo la scienza, la competenza e il prestigio di cui godono, hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa». Era esattamente il nostro caso. Ma ci
eravamo illusi, ingenuamente, che le disposizioni del Vaticano II fossero giunte alle congregazioni romane. Invece ci siamo trovati di fronte un muro di rifiuto e di disprezzo. Il segretario della Congregazione per il culto divino fece una relazione alla commissione cardinalizia in cui diceva che i loro unici interlocutori erano i vescovi, e non i sacerdoti o gli esorcisti. E aggiungeva testualmente, a proposito del nostro umile tentativo di aiuto come esperti che esprimono il loro parere: «Si dovette prendere atto del fenomeno di un gruppo di esorcisti e cosiddetti demonologi, quelli che in seguito si sono costituiti in Associazione internazionale, che orchestravano una campagna contro il rito». Un’accusa indecente: noi non abbiamo mai orchestrato nessuna campagna! Era indirizzato a noi il Rituale, e nelle commissioni non avevano convocato nessuna persona competente: era più che logico che tentassimo di dare il nostro contributo.
Ma allora vuol dire che il nuovo Rituale è per voi inutilizzabile nella lotta contro il demonio?
AMORTH: Sì. Ci volevano consegnare un’arma spuntata. Sono state cancellate le preghiere efficaci, preghiere che avevano dodici secoli di storia, e ne sono state create di nuove, inefficaci. Ma per fortuna ci è stata gettata, all’ultimo, una scialuppa di salvataggio.
Quale?
AMORTH: Il nuovo prefetto della Congregazione per il culto divino, il cardinale Jorge Medina, ha affiancato al Rituale una Notificazione. In cui si afferma che gli esorcisti non sono obbligati ad usare questo Rituale, ma se vogliono possono utilizzare ancora il vecchio facendone richiesta al vescovo. I vescovi devono chiedere l’autorizzazione alla Congregazione che però, come scrive il cardinale, «la concede volentieri».
«La concede volentieri»? È una ben strana concessione…
AMORTH: Vuol sapere da dove nasce? Da un tentativo compiuto dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e dallo stesso cardinale Medina di introdurre nel Rituale un articolo – allora era l’articolo 38 – in cui si autorizzavano gli esorcisti ad usare il Rituale precedente. Indubbiamente si trattava di una manovra in extremis per farci evitare i grandi errori che ci sono in questo Rituale definitivo. Ma il tentativo dei due cardinali venne bocciato. Allora il cardinale Medina, che aveva compreso la posta in gioco, ha deciso di darci in ogni caso questa scialuppa di salvataggio, aggiungendo una notifica a parte.
Come venite considerati, voi esorcisti, all’interno della Chiesa?
AMORTH: Siamo trattati malissimo. I confratelli sacerdoti che vengono incaricati di questo delicatissimo compito sono visti come dei matti, degli esaltati. In genere sono appena tollerati dagli stessi vescovi che li hanno nominati.

Il fatto più clamoroso di questa ostilità? AMORTH: Abbiamo tenuto un convegno internazionale degli esorcisti vicino a Roma. E abbiamo domandato di essere ricevuti dal Papa. Per non dargli l’aggravio di aggiungere una nuova udienza alle tantissime che già fa, abbiamo semplicemente chiesto di essere ricevuti in udienza pubblica, quella in piazza San Pietro del mercoledì. E senza nemmeno la necessità di essere citati tra i saluti. Abbiamo fatto regolare domanda, come ricorderà perfettamente monsignor Paolo De Nicolò, della Prefettura della casa pontificia, che ha accolto a braccia aperte la nostra richiesta. Il giorno prima dell’udienza però lo stesso monsignor De Nicolò ci ha detto – a dire il vero con grande imbarazzo, per cui si è visto benissimo che la decisione non dipendeva da lui – di non andare, che non eravamo ammessi. Incredibile: 150 esorcisti provenienti dai cinque continenti, sacerdoti nominati dai loro vescovi in conformità con le norme del diritto canonico che richiedono preti di preghiera, di scienza e di buona fama – quindi un po’ il fior fiore del clero –, chiedono di partecipare a un’udienza pubblica del Papa e vengono buttati fuori. Monsignor De Nicolò mi ha detto: «Naturalmente le prometto che le invierò subito la lettera con le motivazioni». Sono passati cinque anni, e quella lettera la aspetto ancora.
Certamente non è stato Giovanni Paolo II ad escluderci. Ma che a 150 sacerdoti venga proibito di partecipare a una udienza pubblica del Papa in piazza San Pietro spiega quanto sono ostacolati gli esorcisti dalla loro Chiesa, quanto sono malvisti da tante autorità ecclesiastiche.
Lei col demonio ci combatte quotidianamente. Qual è il più grande successo di Satana?
AMORTH: Riuscire a far credere di non esistere. E ci è quasi riuscito. Anche all’interno della Chiesa. Abbiamo un clero e un episcopato che non credono più nel demonio, negli esorcismi, nei mali straordinari che il diavolo può dare, e nemmeno nel potere che Gesù ha concesso di scacciare i demoni.
Da tre secoli la Chiesa latina – al contrario della Chiesa ortodossa e di varie confessioni protestanti – ha quasi del tutto abbandonato il ministero esorcistico. Non praticando più esorcismi, non studiandoli più e non avendoli mai visti, il clero non ci crede più. E non crede più nemmeno al diavolo. Abbiamo interi episcopati contrari agli esorcismi. Ci sono nazioni completamente prive di esorcisti, come la Germania, l’Austria, la Svizzera, la Spagna e il Portogallo. Una carenza spaventosa.
Non ha nominato la Francia. Lì la situazione è differente?
AMORTH: C’è un libro scritto dal più noto esorcista francese, Isidoro Froc, dal titolo: Gli esorcisti, chi sono e cosa fanno. Il volume, tradotto in italiano dall’editrice Piemme, è stato scritto per incarico della Conferenza episcopale francese. In tutto il libro non si dice mai che gli esorcisti, in certi casi, fanno esorcismi. E l’autore ha più volte dichiarato alla televisione francese di non avere mai fatto esorcismi e che mai li farà. Su un centinaio di esorcisti francesi, solo cinque credono al demonio e fanno gli esorcismi, tutti gli altri mandano chi si rivolge a loro dagli psichiatri.
E i vescovi sono le prime vittime di questa situazione della Chiesa cattolica, da cui sta scomparendo la credenza nell’esistenza del demonio. Prima che uscisse questo nuovo Rituale, l’episcopato tedesco ha scritto una lettera al cardinale Ratzinger in cui affermava che non occorreva un nuovo Rituale, perché non si dovevano più fare gli esorcismi.
È compito dei vescovi nominare gli esorcisti?
AMORTH: Sì. Quando un sacerdote viene nominato vescovo, si trova di fronte ad un articolo del Codice di diritto canonico che gli dà l’autorità assoluta per nominare degli esorcisti. A qualsiasi vescovo il minimo che si può chiedere è che abbia almeno assistito a un esorcismo, dato che deve prendere una decisione così importante. Purtroppo, non accade quasi mai. Ma se un vescovo si trova di fronte a una seria richiesta di esorcismo – che cioè non viene fatta da uno svitato – e non provvede, commette peccato mortale. Ed è responsabile di tutte le terribili sofferenze di quella persona, che a volte durano anni o una vita, e che avrebbe potuto impedire.

Sta dicendo che la maggior parte dei vescovi della Chiesa cattolica è in peccato mortale?
AMORTH: Quando ero ragazzino il mio vecchio parroco mi insegnava che i sacramenti sono otto: l’ottavo è l’ignoranza. E l’ottavo sacramento ne salva più degli altri sette sommati assieme. Per compiere peccato mortale occorre una materia grave ma anche la piena avvertenza e il deliberato consenso. Questa omissione di aiuto da parte di molti vescovi è materia grave. Ma questi vescovi sono ignoranti: non c’è dunque deliberato consenso e piena avvertenza.
Ma la fede rimane intatta, cioè rimane una fede cattolica, se uno non crede nell’esistenza di Satana?
AMORTH: No. Le racconto un episodio. Quando incontrai per la prima volta don Pellegrino Ernetti, un celebre esorcista che ha esercitato per quarant’anni a Venezia, gli dissi: «Se potessi parlare con il Papa gli direi che incontro troppi vescovi che non credono nel demonio». Il pomeriggio seguente padre Ernetti è tornato da me per riferirmi che il mattino era stato ricevuto da Giovanni Paolo II. «Santità», gli aveva detto, «c’è un esorcista qui a Roma, padre Amorth, che se venisse da lei le direbbe che conosce troppi vescovi che non credono nel demonio». Il Papa gli ha risposto, secco: «Chi non crede nel demonio non crede nel Vangelo». Ecco la risposta che ha dato lui e che io ripeto.
Mi faccia capire: la conseguenza è che molti vescovi e molti preti non sarebbero cattolici?
AMORTH: Diciamo che non credono a una verità evangelica. Quindi semmai li taccerei di propagare un’eresia. Però intendiamoci: uno è formalmente eretico se viene accusato di qualcosa e se persiste nell’errore. Ma nessuno, oggi, per la situazione che c’è nella Chiesa, accusa un vescovo di non credere nel diavolo, nelle possessioni demoniache e di non nominare esorcisti perché non ci crede. Eppure potrei farle tantissimi nomi di vescovi e cardinali che appena nominati in una diocesi hanno tolto a tutti gli esorcisti la facoltà di esercitare. Oppure di vescovi che sostengono apertamente: «Io non ci credo. Sono cose del passato». Perché? Purtroppo perché c’è stata l’influenza perniciosissima di certi biblisti, e potrei farle molti nomi illustri. Noi che tocchiamo ogni giorno con mano il mondo dell’aldilà, sappiamo che ha messo lo zampino in tante riforme liturgiche.
Per esempio?
AMORTH: Il Concilio Vaticano II aveva chiesto di rivedere alcuni testi. Disobbedendo a quel comando, si è voluto invece rifarli completamente. Senza pensare che si potevano anche peggiorare le cose anziché migliorarle. E tanti riti sono stati peggiorati per questa mania di voler buttare via tutto quello che c’era nel passato e rifare tutto daccapo, come se la Chiesa fino ad oggi ci avesse sempre imbrogliato e ingannato, e solo adesso fosse finalmente arrivato il tempo dei grandi geni, dei superteologi, dei superbiblisti, dei superliturgisti che sanno dare alla Chiesa le cose giuste. Una menzogna: l’ultimo Concilio aveva semplicemente chiesto di rivederli quei testi, non di distruggerli.
Il Rituale esorcistico, per esempio: andava corretto, non rifatto. C’erano preghiere che hanno dodici secoli di esperienza. Prima di cancellare preghiere così antiche e che per secoli si sono dimostrate efficaci, bisognerebbe pensarci a lungo. E invece no. Tutti noi esorcisti, utilizzando per prova le preghiere del nuovo Rituale ad interim, abbiamo sperimentato che sono assolutamente inefficaci.
Ma anche il rito del battesimo dei bambini è stato peggiorato. È stato stravolto, fin quasi ad eliminare l’esorcismo contro Satana, che ha sempre avuto enorme importanza per la Chiesa, tanto che veniva chiamato l’esorcismo minore. Contro quel nuovo rito ha protestato pubblicamente anche Paolo VI. È stato peggiorato il rito del nuovo benedizionale. Ho letto minuziosamente tutte le sue 1200 pagine. Ebbene, è stato puntigliosamente tolto ogni riferimento al fatto che il Signore ci deve proteggere da Satana, che gli angeli ci proteggono dall’assalto del demonio. Hanno tolto tutte le preghiere che c’erano per la benedizione delle case e delle scuole. Tutto andava benedetto e protetto, ma oggi la protezione dal demonio non esiste più. Non esistono più difese e neppure preghiere contro di lui. Lo stesso Gesù ci aveva insegnato una preghiera di liberazione, nel Padre nostro: «Liberaci dal Maligno. Liberaci dalla persona di Satana». In italiano è stata tradotta in modo erroneo, e adesso si prega dicendo: «Liberaci dal male». Si parla di un male generico, di cui in fondo non si sa l’origine: invece il male contro cui nostro Signore Gesù Cristo ci aveva insegnato a combattere è una persona concreta: è Satana.
Lei ha un osservatorio privilegiato: ha la sensazione che il satanismo si stia diffondendo?
AMORTH: Sì. Tantissimo. Quando cala la fede aumenta la superstizione. Se uso il linguaggio biblico, dico che si abbandona Dio e ci si dà all’idolatria, se uso un linguaggio moderno, dico che si abbandona Dio per darsi all’occultismo. Lo spaventoso calo della fede in tutta l’Europa cattolica fa sì che la gente si getti tra le mani di maghi e cartomanti, mentre prosperano le sette sataniche. Il culto del demonio viene reclamizzato a masse intere attraverso il rock satanico di personaggi come Marilyn Manson, e viene dato l’assalto anche ai bambini: giornali a fumetti insegnano la magia e il satanismo.
Diffusissime le sedute spiritiche, in cui si evocano morti per averne risposte. Ora si insegna a fare sedute spiritiche con il computer, con il telefono, con il televisore, con il registratore ma soprattutto con la scrittura automatica. Non c’è più nemmeno bisogno del medium: è uno spiritismo “fai da te”. Secondo i sondaggi, il 37 per cento degli studenti ha fatto almeno una volta il gioco del cartellone o del bicchierino, che è una vera seduta spiritica. In una scuola in cui mi avevano invitato a parlare, i ragazzi hanno detto che la facevano durante l’ora di religione sotto gli occhi compiaciuti dell’insegnante.
E funzionano?
AMORTH: Non esiste distinzione tra magia bianca e magia nera. Quando la magia funziona, è sempre opera del demonio. Tutte le forme di occultismo, come questo grande ricorso verso le religioni d’Oriente, con le loro suggestioni esoteriche, sono porte aperte per il demonio. E il diavolo entra. Subito.
Io non ho esitato a dire immediatamente, nel caso della suora uccisa a Chiavenna e in quello di Erika e Omar, i due ragazzi di Novi Ligure, che c’era stato un intervento diretto del demonio perché quei ragazzi erano dediti al satanismo. Proseguendo l’indagine la polizia ha poi scoperto, in entrambi i casi, che questi ragazzi seguivano Satana, avevano libri satanici.
Su cosa fa leva il demonio per sedurre l’uomo?
AMORTH: Ha una strategia monotona. Glielo ho detto, e lui lo riconosce… Fa credere che l’inferno non c’è, che il peccato non esiste ma è solo un’esperienza in più da fare. Concupiscenza, successo e potere sono le tre grandi passioni su cui Satana insiste.
Quanti casi di possessione demoniaca ha incontrato?
AMORTH: Dopo i primi cento ho smesso di contarli.
Cento? Ma sono tantissimi. Lei nei suoi libri dice che i casi di possessione sono rari.
AMORTH: E lo sono davvero. Molti esorcisti hanno incontrato solo casi di mali diabolici. Ma io ho ereditato la “clientela” di un esorcista famoso come padre Candido, e quindi i casi che lui non aveva ancora risolto. Inoltre, gli altri esorcisti mandano da me i casi più resistenti.
Il caso più difficile che ha incontrato?
AMORTH: Ce l’ho “in cura” adesso, e da due anni. È la stessa ragazza che è stata benedetta – non è stato un vero esorcismo – dal Papa a ottobre in Vaticano e che ha creato scalpore sui giornali. È colpita 24 ore su 24, con tormenti indicibili. I medici e gli psichiatri non riuscivano a capirci nulla. È pienamente lucida e intelligentissima. Un caso davvero doloroso.
Come si cade vittime del demonio?
AMORTH: Si può incappare nei mali straordinari inviati dal demonio per quattro motivi. O perché questo costituisce un bene per la persona (è il caso di molti santi), o per la persistenza nel peccato in modo irreversibile, o per un maleficio che qualcuno lancia per mezzo del demonio, o quando ci si dedica a pratiche di occultismo.
Durante l’esorcismo di posseduti, che tipo di fenomeni si manifestano?
AMORTH: Ricordo un contadino analfabeta che durante l’esorcismo mi parlava solo in inglese, e io avevo bisogno di un interprete. C’è chi mostra una forza sovrumana, chi si solleva completamente da terra e varie persone non riescono a tenerlo seduto sulla poltrona. Ma è solo per il contesto in cui si svolgono, che parliamo di presenza demoniaca.
A lei il demonio non ha mai fatto del male?
AMORTH: Quando il cardinale Poletti mi chiese di fare l’esorcista io mi raccomandai alla Madonna: «Avvolgimi nel tuo manto e io sarò sicurissimo». Di minacce il demonio me ne ha fatte tante, ma non mi ha mai fatto nessun danno.
Lei non ha mai paura del demonio?
AMORTH: Io paura di quella bestia? È lui che deve avere paura di me: io opero in nome del Signore del mondo. E lui è solo la scimmia di Dio.
Padre Amorth, il satanismo si diffonde sempre di più. Il nuovo Rituale rende difficile fare esorcismi. Agli esorcisti si impedisce di partecipare a una udienza con il Papa a piazza San Pietro. Mi dica sinceramente: cosa sta accadendo?
AMORTH: Il fumo di Satana entra dappertutto. Dappertutto! Forse siamo stati esclusi dall’udienza del Papa perché avevano paura che tanti esorcisti riuscissero a cacciare via le legioni di demoni che si sono insediate in Vaticano.
Sta scherzando, vero?
AMORTH: Può sembrare una battuta, ma io credo che non lo sia. Non ho nessun dubbio che il demonio tenti soprattutto i vertici della Chiesa, come tenta tutti i vertici, quelli politici e quelli industriali.
Sta dicendo che anche qui, come in ogni guerra, Satana vuole conquistare i generali avversari?
AMORTH: È una strategia vincente. Si tenta sempre di attuarla. Soprattutto quando le difese dell’avversario sono deboli. E anche Satana ci prova. Ma grazie al cielo c’è lo Spirito Santo che regge la Chiesa: «Le porte dell’inferno non prevarranno». Nonostante le defezioni. E nonostante i tradimenti. Che non devono meravigliare. Il primo traditore fu uno degli apostoli più vicini a Gesù: Giuda Iscariota. Però nonostante questo la Chiesa continua nel suo cammino. È tenuta in piedi dallo Spirito Santo e quindi tutte le lotte di Satana possono avere solo dei risultati parziali. Certo, il demonio può vincere delle battaglie. Anche importanti. Ma mai la guerra.

Cordiali saluti.






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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.