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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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giovedì 10 novembre 2011

EUROPA CASTIGATA DAL MITO RIVOLUZIONARIO, COMMENTO ALL'ARTICOLO DEL BLOG DEL CIRCOLO "PLINIO CORREA DE OLIVEIRA"

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo sul blog del "Circolo di Plinio Correa de Oliveira".
Il suo link figura anche nella voce "Link preferiti" di questo blog.
L'articolo è intitolato "L'Europa castigata da un mito rivoluzionario" ed è tratto da un testo di Carlos Patricio Del Campo, un economista laureato presso la University of California di Berkeley.
L'Europa, di fatto, non esiste.
Essa è solo un "mostro di burocrazia e tecno-finanza".
Essa non si basa sul valori comuni tra vari Stati né su una seria politica che esprima essi.
L'Unione Europea è solo un'accozzaglia di Stati in cui prevale l'asse franco-tedesco che tende a "fagocitare" gli altri.
Forse, quello che dico potrebbe sembrare forte e rischierei di essere frainteso.
Quello che non riuscirono a fare la Francia rivoluzionaria di Napoleone o la Germania di Bismarck piuttosto che quella di Hitler (in quest'ultimo caso mi riferisco all'espansionismo), lo stanno facendo ora la Francia di Nicolas Sarkozy e la Germania di Angela Merkel.
Questo, alla lunga, potrebbe creare dei problemi.
In pratica, quei due Stati hanno in mano il destino di tutti gli altri.
Non tutti gli Stati possono (o vogliono) adattarsi agli standard franco-tedeschi.
Ad esempio, il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord non aderisce nemmeno all'Euro ed ha un certo tipo di economia che è ben diverso da quel "capitalismo alpino-renano" a cui, purtroppo, ci siamo allineati anche noi.
Inoltre, per aderire all'Unione Europea, l'Italia fece delle scelte gravi.
Ad esempio, molti di voi non sanno che nella I Repubblica (negli anni '80) fu fatto un accordo che prevedeva che, per tutelare il settore metalmeccanico, fosse sacrificata l'agricoltura.
Infatti, la allora Comunità Economica Europea, la famosa CEE, impose all'Italia le famose "Quote latte" e le limitazioni riguardo alla produzione di alcuni prodotti agroalimentari, come gli agrumi.
E così, sia gli allevatori, qui nel nord Italia, e sia i produttori di agrumi in Sicilia, oggi sono in grossa difficoltà.
Noi italiani abbiamo prodotti di ottima qualità e siamo costretti a buttarli via perché ce lo impone l'Unione Europea, o meglio, ce lo impongono i franco-tedeschi.
Questa scelta scellerata fu fatta anche perché il settore metalmeccanico aveva dietro i sindacati che, di fatto, agirono come delle lobbies, minacciando scioperi o peggio.
La politica, di fronte a loro, fu debole.
Inoltre, l'Unione Europea ha l'Euro, una moneta unica, ma il suo unico punto di riferimento non è un organo politico ma una banca, la Banca Centrale Europea, che, guarda caso, si trova in Germania.
Di fatto, la politica ha abdicato di fronte alla tecno-finanza.
Quanto sta succedendo ora qui in Italia lo dimostra, con la possibile nomina di Mario Monti a Presidente del Consiglio.
Inoltre, questa Europa non ha nemmeno un'identità.
Ha rifiutato il riferimento alle sue radici culturali, radici che si rifanno alla tradizione giudaico-cristiana.
Vi faccio leggere un passaggio dell'articolo succitato che recita:

"l vero impasse
D'altronde, si capisce, è in gioco la sopravvivenza stessa del progetto “unione europea” tanto cullato dai vertici che governano l’Europa. È stata escogitata la costruzione di un’Europa unita, artificialmente strutturata secondo certe norme stabilite da una cupola, con la collaborazione di un parlamento e di una banca centrale europei e l’hanno posta sotto l’egida di un regime monetario a moneta unica - l’euro. Il frutto promesso di questa nuova Europa sarebbe un balzo in avanti nel progresso e nel benessere economico-sociale delle popolazioni dei 27 paesi membri. E questo senza la necessità, nei suoi aspetti basici, che tali paesi rinunciassero alle proprie strutture di governo individuali. Questa preservazione dell’ indipendenza politica ed economica - anche se entro certi limiti - rese il progetto presentabile agli occhi dell’opinione pubblica.


Tuttavia, il “tallone di Achille” è rappresentato proprio da questa indipendenza enunciata nel progetto. Infatti, in un regime a moneta unica, qualsiasi scompiglio fiscale o monetario, oppure l’esistenza di qualche tipo di rigidità nei prezzi e nei salari - frutti di pressioni politiche interne, o di una gestione sbagliata dell’autorità economica di un paese-membro - colpisce necessariamente e in modo diretto la sua economia reale, cioè, il livello dell’occupazione e del reddito. E, dipendendo dall’entità di questo scompiglio, il paese “ammalato” può contagiare tutto l’insieme. Non esiste la possibilità di alterare il tasso di cambio, che in queste situazioni potrebbe agire come una specie di ammortizzatore, diminuendo le conseguenze negative che questi scompigli causano all’occupazione e al reddito del paese colpito, evitando quindi il contagio.


In realtà, per un conglomerato di nazioni, la presenza di una moneta unica e l’indipendenza dei suoi membri nelle decisioni di campo economico-finanziario sono, in un certo modo, termini contraddittori. È un problema difficile da risolvere quando la rinuncia a questa indipendenza in favore di un governo centrale sembra essere un’utopia irrealizzabile; soprattutto trattandosi di paesi di grande tradizione storica, e marcati da differenze culturali profonde e ricche di consuetudini, come nel caso delle nazioni europee."


e quest'altro, che recita:

"
L’utopia rivoluzionaria: la Repubblica Universale

Comunque, riponendo tutta la sua fiducia nell’individuo isolatamente considerato, nelle masse o nello Stato, la Rivoluzione confida nell’uomo. Reso autosufficiente mediante la scienza e la tecnica, l’uomo può risolvere tutti i propri problemi, eliminare il dolore, la povertà, l’ignoranza, l’insicurezza, insomma tutto quanto diciamo essere conseguenza del peccato originale o attuale.
Un mondo nel cui seno le patrie unificate in una Repubblica Universale siano soltanto espressioni geografiche; un mondo senza disuguaglianze né sociali né economiche, diretto mediante la scienza e la tecnica, la propaganda e la psicologia, alla realizzazione, senza il soprannaturale, della felicità definitiva dell’uomo: ecco l’utopia verso la quale la Rivoluzione ci sta avviando.
In tale mondo la Redenzione di Nostro Signore Gesù Cristo è del tutto inutile. Infatti l’uomo avrà superato il male con la scienza e avrà trasformato la terra in un “cielo” tecnicamente perfetto. E con il prolungamento indefinito della vita nutrirà la speranza di vincere un giorno la morte. (R-CR, Parte I, Cap. XI, 3)".


Per salvarsi, l'Europa deve tornare alle proprie radici e ridare alla politica il suo ruolo.
Se non fa così, ci potranno essere due strade.
L'una sarà la dipendenza dall'asse franco-tedesco e l'altra la fine dell'Unione Europea medesima.
Tra l'una e l'altra via non vi sarebbe nessuna differenza.
Entrambe certificherebbero il fallimento dell'Unione Europea.
Cordiali saluti.

GOVERNO MONTI? POTREBBE NON ESSERE LA SOLUZIONE


Cari amici ed amiche.


Io credo che un nuovo Governo guidato da Mario Monti potrebbe non essere una soluzione.

Anzi, per certi versi, potrebbe fare danni maggiori di quelli che ci sono già.

Infatti, il mondo politico è in fibrillazione e sia gli schieramenti e sia i partiti sono frammentati a loro interno.

Qui è a rischio il bipolarismo, quello schema politico che certamente va perfezionato ma che va nella direzione delle grandi democrazie occidentali, come gli Stati Uniti d'America o il Regno Unito.

Anche l'Unione Europa segue questa direzione, con il Partito Popolare Europeo ed il Partito Socialdemocratico Europeo.

Qui in Italia, invece, si rischia di tornare agli anni della I Repubblica, in cui il Parlamento agiva in totale discrasia rispetto al volere del popolo e facendo e disfacendo le maggioranze a suo piacimento.

Oggi, noi abbiamo un centro destra ed un centro sinistra.

L'uno si rifà alla tradizione cattolica, laico-liberale, autonomista e della destra moderata.

L'altro si rifà (o dovrebbe rifarsi) alla tradizione socialdemocratica.

Il "Terzo Polo", da un punto di vista strettamente ideologico, non esiste poiché al suo interno vi sono elementi che guardano a destra ed altri che guardano a sinistra.

Inoltre, è abbastanza singolare ed incomprensibile il fatto che un partito come l'Unione di Centro sieda con il Popolo della Libertà in sede europea (nel gruppo del PPE) mentre sia contro di esso qui in Italia.

Diciamo che il "Terzo Polo" sia più un relitto della I Repubblica.

Con un Governo Monti le cose potrebbero cambiare, in peggio. Infatti, si rischia di tornare proprio a quella farraginosa politica della I Repubblica, quella politica che gli Italiani non vogliono.

Questo rischia di alimentare l'antipolitica ed alimentare l'antipolitica in un momento di crisi come questo può essere controproducente, se non pericoloso.

Inoltre, un Governo Monti con una maggioranza troppo eterogenea rischia di non fare quello che dovrebbe fare, ossia le riforme strutturali e quanto chiesto dall'Unione Europea e proposto dall'attuale Governo del presidente Berlusconi.

L'Italia potrebbe uscire male da questa situazione.

Cordiali saluti.


IL MISTERO DI WINCHESTER


Cari amici ed amiche.

Questa mattina era nella Biblioteca Comunale di Roncoferraro ho trovato un libro che mi è interessato.
Il libro fa parte della collana delle "Guide Mondandori" ed è stato redatto dalla casa editrice Mondadori.
Nella pagina 171 di questo libro si parla della città di Winchester ho trovato una cosa abbastanza singolare.
Ho trovato una raffigurazione della celeberrima Tavola Rotonda che si trova nella Great Hall.
Questa Tavola Rotonda risale al XIII secolo, anche se una leggenda dice che essa fosse stata fatta dal mago Merlino.
Ora, però, qui c'è qualcosa di strano al centro della Tavola Rotonda vi è raffigurata uno stemma simile a quello della casata dei Tudor, ossia una rosa bianca all'interno e rossa all'esterno.
La stranezza sta nel fatto che i Tudor avessero iniziato a regnare nel 1485 con re Enrico VII, dopo la "Guerra delle Due Rose", che iniziò trent'anni prima e che fu tra i Lancaster e gli York, due famiglie nobili imparentate tra loro.
Come può questo stemma figurare su un manufatto del XIII quando i Tudor salirono al trono alla fine del XV?
Una persona che non conosce i fatti storici potrebbe dire che ciò fu la classica "speculazione storica" dei Tudor che si volevano equiparare al leggendario re Artù o che pretesero di essere i suoi discendenti.
Invece, guardando le date, potrebbe esserci qualcosa di più.
Questo potrebbe confermare quanto da me scritto il 27 settembre scorso, l'articolo intitolato "I Lancaster, gli York ed i Rosacroce...coincidenza o no?", il 29 settembre, l'articolo intitolato "I Rosacroce-capitolo II", ed il 03 ottobre scorso, l'articolo intitolato "La regina Elisabetta e l'esoterismo".
Quindi, la "Guerra delle Due Rose" potrebbe essere stata una sorta di farsa per fare acquisire potere ai Lancaster e agli York che poi si sarebbero uniti con il matrimonio tra Enrico Tudor, conte di Richmond ed Elisabetta York.
Tutto quello che successe in quegli anni potrebbe essere stato un piano per prendere il potere in Inghilterra, dal controllo dello stato a quello sulla Chiesa.
In pratica, i re inglesi volevano proporsi come nuovi Melchisedek, ossia re e sacerdoti.
Forse quanto da me scritto potrebbe essere una congettura ma nel simbolismo del passato può esserci più di quanto si vede nella realtà.
Cordiali saluti.

LETTERA DEL 22 OTTOBRE 2011, PALAZZO CHIGI RISPONDE

Cari amici ed amiche.

Il 22 ottobre scorso, avevo scritto una lettera al presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi e l'avevo riportata anche su questo blog come "lettera aperta" .
Oggi mi è stata recapitata la risposta. Ho scannerizzato la lettera e l'ho messa qui sopra, con l'intestazione della busta.
La lettera recita:

"Egregio signor Fucilone,

l'On. Silvio Berlusconi ha ricevuto la Sua lettera e mi ha incaricata di ringraziarLa per quanto ha voluto sottoporre alla sua attenzione e per le parole di fiducia rivolte all'azione del del governo.
Colgo l'occasione per inviarLe i migliori auguri per il suo avvenire ed i saluti più cordiali del Presidente, ai quali unisco i miei personali.".

La lettera è stata firmata dalla dottoressa Elisabetta Ludovico, Capo dell'Ufficio del Presidente del Consiglio.
Ringrazio il presidente Berlusconi dell'attenzione.
Ringrazio la dottoressa Ludovico degli auguri, che ricambio.
La cosa mi fa piacere e mi onora ma mi onora ancora di più il fatto di essere iscritto al Popolo della Libertà e di sostenere questo Governo che tanto ha fatto e che tanto avrebbe potuto fare se non ci fossero stati gli ultimi imprevisti.
Pensate alle infrastrutture o alla lotta alla mafia.
Sono solo due esempi dell'operato del Governo.
Certo (e non voglio sembrare polemico) mi fa piacere il fatto che da Palazzo Chigi abbia avuto una risposta mentre non possa dire lo stesso del Comune di Roncoferraro.
Avevo fatto delle proposte (come quella di introdurre l'illuminazione con diodi LED e non ho ancora avuto risposta) e non ho ancora avuto risposta.
Questa è una delle tante differenze tra centro destra e centro sinistra.
Il primo ascolta i cittadini.
Cordiali saluti.

ISRAELE, ECCO LA VERITA'!

Cari amici ed amiche.

Leggete il seguente articolo:

"E' una desolazione, come ti giri, leggi i giornali, guardi le notizie alla TV, ti vien voglia di vomitare. In due giorni da Gaza sono piombati più di 50 missili Grad su Israele, chi ne dà notizia, parla di raid aerei israeliani su Gaza e solo in seconda battuta accenna ai missili che hanno provocato la reazione di Israele; ma Repubblica fa di più e scrive: «ucciso colono ad Ashkelon».

Colono? A Ashkelon? Vi sembra possibile che un giornalista possa aver scritto una simile bestialità? ecco, leggete pure, il titolo parla solo di raid israeliano, non dell'attacco palestinese contro un milione di israeliani e la perla è nel sottotitolo, «Razzi contro Israele: ucciso un colono». Che dire? è una desolazione, un odio senza pari, una mancanza di etica giornalistica che dovrebbe scandalizzare i più e invece passa inosservata perché si sa che Israele è sempre colpevole e che gli israeliani sono tutti coloni.

La città di Askelon è in Israele, fa parte dello stato ebraico, date un sguardo a una cartina geografica e ditemi se un cittadino israeliano di Ashkelon può essere definito colono, senza contare che il termine, tutto italiano, è falso e ridicolo. Queste porcherie possono essere scritte soltanto se non si riconosce il diritto di Israele ad esistere.

Quando è partito l'attacco da Gaza le sirene di allarme di sono attivate in tutte le città del sud, anche nella mia città e, se volete, date u'occhiata per capire dove si trova Rehovot. Sono anch'io una colona secondo Repubblica, senza nessun diritto, nemmeno quello di poter dormire in pace.

Mi fa piacere pubblicare un pezzo di un amico, Alberto, per dare un'idea, anche minima, di quello che accade da anni, di come vive un milione di israeliani:

«negli ultimi 2 giorni da Gaza sono stati sparati circa 50 missili Grad su Ashkelon, Ashdod, Beersheva ecc ecc, oltre ad un numero imprecisato di colpi di mortaio sui kibbutz di confine, un israeliano padre di famiglia di 56 anni è morto, aveva appena fermato l'auto per mettersi al riparo, ma non ha fatto in tempo a trovarne uno. Altri israeliani sono rimasti feriti, una neonata è stata intossicata dal fumo dei roghi scoppiati a causa dei missili, una decina di auto sono andate a fuoco ed esplose, abitazioni sono state pesantemente colpite e danneggiate (i missili Grad oltre all'esplosivo hanno anche moltissime biglie di ferro che schizzano da tutte le parti dopo l'impatto e fanno buchi dappertutto), alcune bombole di gas non sono miracolosamente esplose, un milione di israeliani è nei rifugi dall'altro ieri, le scuole del sud d'Israele sono chiuse, un missile ha colpito una scuola di Ashdod di sabato, dove avrebbe dovuto esserci una lezione di un rabbino, ma il bidello era malato quel giorno, e per combinazione la lezione non si è tenuta... Ma sui media mondiali si legge che sono morti 9 "poveri" palestinesi.» Nove terroristi della Jihad islamica.

Ariel, un cittadino di una delle città colpite lancia un grido di disperazione: Fate sapere al mondo cosa succede veramente...

Noi lo facciamo, tentiamo di farlo, esistiamo per questo ma il mondo non sente e se ne frega, completamente assoggettato agli arabi, innamorato dei palestinesi, questo mondo vuole soltanto che passi l'idea di Israele persecutore e degli Arabi vittime. Questo mondo, caro Ariel, proprio ieri ha accolto tra le sue braccia la Palestina diventata a tutti gli effetti stato membro dell'Unesco per la gioia di tutti gli odiatori di Israele. Adesso ne vedremo delle belle. L'arroganza palestinese non avrà più limiti, l'auspicato dialogo tra Israele e Abu Mazen resterà fermo. Ormai sono anni che i Palestinesi si rifiutano di dialogare con Israele, lo farebbero, secondo il loro presidente negazionista e compare di Arafat, solo se Israele graziosamente scomparisse.

Quali sarebbero le maggiori pretese palestinesi?

1. Gerusalemme Capitale della palestina col nome di Al Quds.

Ehud Olmert gliel'aveva offerta. Abu Mazen aveva rifiutato.

2. Olmert aveva fatto di più: la Città Vecchia, dove esistono tutti i luoghi santi ebraici, cristiani e musulmani, sarebbe stata amministrata da un gruppo di “saggi” di Giordania, Arabia Saudita, governo palestinese, Stati Uniti e Israele.

Abu Mazen aveva rifiutato.

3. Accoglienza in Israele di un certo numero di cosiddetti profughi palestinesi.

Abu Mazen aveva rifiutato.

Tutto questo non gli bastava né mai basterà, è Israele che vuole, non qualche pezzo di territorio, qualche sinagoga o chiesa da trasformare in moschee.

Adesso, con una bella poltrona in seno all'Unesco, si scateneranno e tutto il mondo vedrà un paese che non c'è, un popolo che, dalla sua invenzione nel 1967, si è dedicato solo al terrorismo contro civili, donne e bambini, dettare condizioni, usare la sua prepotenza e cambiare il nome e la storia di tutti i luoghi sacri.

Finora hanno cambiato il nome, la storia e l'appartenenza dei luoghi santi ebraici: il Kotel (muro del pianto), luogo sacro per l'ebraismo mondiale, è già diventato Al-Buraq Wall; la Tomba di Rachele (da 4000 anni luogo sacro per gli ebrei) è stata trasformata in moschea e si chiama Bilal bin Rabah Mosque. La Tomba di Giuseppe, figlio di Giacobbe, è stata bruciata varie volte, trasformata in moschea, dopo il rogo di tutti i libri sacri ebraici. Oggi gli ebrei possono visitarla solo dietro permesso palestinese e mai singolarmente, pena il linciaggio da parte dei "pacifici" abitanti di Nablus.

Altri luoghi sacri verranno profanati, distrutti, i loro antichi nomi cambiati, la storia stuprata, toccherà anche ai luoghi sacri cristiani e allora forse qualche nazione, che ha votato perché il "fantasma palestina" entrasse a far parte dell'Unesco, si mangerà le mani.

Contro Israele trova continuità la millenaria persecuzione degli Ebrei, nell'odio contro Israele si riconoscono tutti i discendenti dei più antichi e recenti odiatori, quelli che entravano con forconi e spade per sterminare villaggi o quartieri di ebrei, quelli che li mettevano sui roghi se non si convertivano e anche dopo la conversione forzata, quelli che li mettevano nei forni in epoca recente.

Per non provare sensi di colpa, l'Occidente ha trasformato Israele da vittima degli arabi, della loro violenza, del loro negazionismo, in persecutore. Guerre per l'annientamento, terrorismo, missili, tragedie che Israele vive dal giorno della sua fondazione, tutto viene giustificato in nome dell'odio che questo mio paese martoriato suscita nell'animo occidentale. Dopo 63 anni, ancora si parla di Terrasanta e non di Israele. Ancora non se ne riconosce la Capitale. Ancora si discute il diritto di vivere del nostro Paese. Ancora i più moderati tra i nostri odiatori dicono la frase terribile come una concessione: "Israele ha il diritto di esistere".

Ancora odio e negazionismo. A questo si contrappone l'abbraccio incondizionato del mondo ai nostri persecutori.

Il mondo ci ha marchiati a fuoco ancora una volta e sta tentando di cancellare la nostra storia per accontentare i suoi padroni. Se cancelli e trasformi la Storia, cancelli il popolo che l'ha vissuta. Questo è l'obiettivo dei palestinesi e della Lega Araba e a questo si sono inginocchiati servilmente i paesi europei che hanno votato perché una non-nazione diventasse stato membro di un'organizzazione internazionale.".


L'articolo in questione è del quotidiano "Il Legno storto" .
Nessuno giornale parla dei vari attacchi contro lo Stato ebraico. Ad esempio, quando Israele reagisce ad un attacco terroristico, i giornali ne parlano, spesso mettendo in cattiva luce lo Stato ebraico.
Quando ad essere attaccati sono gli Israeliani, spesso nessuno parla.
Ciò è vergognoso anche perché crea disinformazione.
Infatti, se c'è una reazione significa che prima c'è stata un'azione.
Israele regisce e se reagisce significa che prima ha subito un attacco.
Ci vuole molto per capirlo?
Inoltre, riguardo i loughi sacri ebraici e cristiani trasformati in moschee o profanati, va fatta una lunga lista.
Cito, ad esempio, quella che oggi è la Moschea degli Omayyadi che si trova a Damasco, in Siria, e che in origine era una chiesa dedicata a San Giovanni Battista.
Qui c'è ancora la testa di San Giovanni Battista.
Cito anche la basilica di Santa Sofia e la chiesa di Pammacharistos a Costantinopoli (l'attuale Istanbul) che furono convertite in moschee.
Oggi, la basilica di Santa Sofia è un museo.
Cito anche quell'edificio che si trova a Famagosta (Cipro) che oggi si chiama Lala Mustafà Pascià Camii e che un tempo era la cattedrale di San Nicola.
Cito anche la cattedrale e la sinagoga di Tripoli (in Libia) che oggi sono delle moschee.
Potrei fare altri esempi.
Qualcuno, in mome del politically correct mi citerà la moschea di Cordoba (in Spagna) che oggi è una cattedrale.
Ricordo, però, che prima dell'arrivo degli Arabi (VIII secolo AD) al posto della succitata moschea ci fu una chiesa.
Inoltre, noi cristiani restituimmo agli ebrei la sinagoga Scolanova di Trani.
Perché i musulmani non fanno altrettanto con le varie sinagoghe e chiese trasformate in moschee o in altro uso?
E' questa la differenza tra noi e loro.
Cordiali saluti.

mercoledì 9 novembre 2011

LA QUESTIONE DEL PRESIDENTE BERLUSCONI





Cari amici ed amiche.Leggete questo brano che ho trovato sul sito del Comitato di Roncoferraro dell'Associazione Civica Mantovana.
Questo è brano:

"Leader. E' un concetto ormai superato. Svuotato di senso. La politica nella sua la lotta 'inutile' tra governo e opposizione, le rivoluzioni nel mondo, la caduta degli idoli e dei dogmi, l'affermarsi del potere orizzontale della Rete parlano chiaro: la figura del leader non ha più senso. “Le parole sono importanti!” urlava uno sconsolato personaggio di Nanni Moretti. Ma ci sono parole che invecchiano o che vengono abusate, svuotandosi di significato. Come leadership, termine così potente da aver ispirato una vera e propria mistica, simile a un mantra in grado di guarire ogni malattia sociale, economica, politica, ma ora definitivamente in crisi. A lanciare questa rivoluzione semantica e concettuale è il manager e scrittore Andrea Vitullo. Nel suo provocatorio LEADERSHIT, che descrive come un progetto di cui il libro è solo un manifesto, parte da una domanda: abbiamo ancora bisogno del leader titanico, decisionista, maschio, ma al tempo stesso così anacronistico e ingombrante? No. Forse è giunto il momento di fare spazio a una logica non più verticistica, ma orizzontale, “di rete” e soprattutto femminile, incarnata dalla leadershit. Il dilagare del web e dei social network ne sono un sintomo evidente. Esercitare la leadershit significa condividere e integrare il potere, le informazioni, le scelte, rifiutare le certezze calate dall’alto e accettare la complessità, cogliendone la ricchezza. In una parola, “pensare insieme”. In questo scenario non è casuale che, alla vecchia figura del leader immancabilmente “maschio” si sostituisca sempre di più un'immagine dal “respiro femminile”, orientata al futuro e non più alla conservazione, simbolo concreto di accoglienza e relazione, calore e fiducia.
"LEADERSHIT è un progetto. E questo libro solo una premessa. Una provocazione, un logo, una parola, un suono: colori anarchici che ci «chiamano al di fuori» di un linguaggio e di una prassi oramai avvertiti come inadeguati all’evoluzione e alla salute di una comunità. Una premessa che ha l’ambizione di generare dubbi e accendere altre ricerche. Un cono di luce che ciascuna e ciascuno potrà orientare come crede nel rispetto della propria esperienza. C’è tanto oggi sotto i nostri occhi. Ed è importante riuscire a illuminarlo. E andare oltre le solite parole. Leader, leadership, ruoli, modelli per organizzare e farci organizzare dal mondo, retoriche, mistiche e mitologie che ci avvolgono come un velo sottile a confondere e coprire altri punti di vista sulla realtà. Un cono di luce può rompere il buio. Costruire un inizio"."

Questo brano presenta un libro di Andrea Vitullo che è intitolato "Leadershit".
Ora, voglio incominciare a parlare del caso italiano e lo voglio fare con il video della "discesa in in campo" del presidente Berlusconi.
Quanto sta succedendo nell'Italia di oggi è figlio di quello che successe nei quarant'anni di I Repubblica.
La I Repubblica fu caratterizzata dall'assenza di vere leadership nel mondo politico e da un mondo politico formato da persone che fecero della politica una professione.
L'entrata nella scena politica del presidente Berlusconi segnò una svolta.
A prendere le redini del Paese non fu un uomo che visse di politica ma una persona che proveniva dall'impresa e dal mondo del lavoro.
Questa personalità fu quindi estranea da quel mondo politico vecchio e stantio, quel mondo politico formato da uomini e donne che non seppero nemmeno il significato della parola "lavoro".
La leadership del presidente Berlusconi era quindi vista come naturale, tenendo conto del fatto che essa puntasse a mettere insieme tutte quelle forze politiche che non furono mai al governo e che, anzi, furono "ghettizzate" per un'assurda interpretazione della storia.
Fu il caso della destra, l'ex-Movimento Sociale Italiano, poi Alleanza Nazionale.
Inoltre, mise insieme anche quelle forze moderate che non si riconobbero nella sinistra e soprattutto istituzionalizzò la Lega Nord che da movimento di protesta divenne partito di Governo.
Quindi, lui si mostrò vincente per questo.
Purtroppo, però, certe vecchie abitudini sono dure a morire.
Nella sua compagine ci fu (e tuttora c'è) chi punta a continuare quel sistema della I Repubblica, quel sistema del politico di professione ed autoreferenziato.
Quindi, c'è stato chi "usò" il presidente Berlusconi per avere delle cariche politiche e non per portare avanti il giusto proposito che egli si prefissò.
Il proposito del presidente Berlusconi fu (ed è tuttora) quello di ammodernare questo Paese
I mali di oggi sono figli di quelli di ieri.
La vecchia classe politica vuole sopravvivere, anche a danno del nostro Paese.
Quanto successo martedì ne è stata la dimostrazione.
Ora, c'è chi vorrebbe fare un "Governo tecnico" o un "Governo di larghe intese".
Io penso che mettere in pratica un'idea del genere sia rischioso, sia perché un simile esecutivo potrebbe non avere una solida maggioranza in Parlamento, sia perché non farebbe le riforme che servono al Paese e sia perché rischierebbe di alimentare l'anti-politica nella gente.
Ciò può essere pericoloso.
E' meglio il voto.
Cordiali saluti.

CARO PASQUALE, SU ISRAELE SBAGLI...

Cari amici ed amiche.

Leggete questo commento assurdo fatto sul mio articolo intitolato "Israele pronto a colpire l'Iran":

"Cosi come non voglio che Israele attacchi l'Iran, stessa cosa vale se l'Iran attacca Israele... non di deve essere nessun conflitto... lo capisci o no??? qua nn si parla di Israele o dell'Iran... qua si parla di un rischio di guerra mondiale... cosa che tu stai sottovalutando con le tue affermazioni assurde.... dovresti solo andare a confessarti per i gravi peccati che stai facendo... volere la guerra vuol dire volere la morte di gente innocente... e tu questo stai auspicando... VERGOGNATI FOLLE CHE NON SEI ALTRO! ".

Mi sono permesso di correggere il commento che ho qui riportato, visti certi errori.
Prima di tutto, a Pasquale, dico che io già mi confesso, prendo la Comunione e non ho problemi.
Non ho bisogno del "catechismo" quell'ipocrita.
Anzi, dovrebbe andare a confessarsi lui, visto che sostiene certe ideologie che sono apertamente anticristiane!
E' solo un ipocrita!
In secondo luogo, per lui, Israele e l'Iran hanno le stesse responsabilità. In pratica, li ha messi sullo stesso piano.
Questo concetto assurdo non deve passare!
Qui c'è una parte che ha ragione (Israele) ed un che ha torto, l'Iran!
L'Iran, infatti, continua a minacciare Israele e a fomentare odio contro di esso.
Inoltre, sta facendo ricerche sull'atomica, ricerche che potrebbero non essere a scopo civile ma militare.
A Pasquale chiedo se si renda conto o meno della gravità delle sue affermazioni.
Se l'Iran attaccasse lo Stato di Israele, cosa succederebbe?
Rispondo io. Ci sarebbero milioni di morti innocenti e pericolo per tutti, anche per noi.
Qui nessuno vuole fare una guerra, nemmeno Israele.
La guerra è sporca.
Però, c'è un problema. C'è uno Stato guidato da un "novello Hitler", l'Iran, che sta minacciando la sicurezza di tutti.
A Pasquale dico che farebbe bene a studiarsi la storia.
Nel 1938, la Germania di Hitler occupò la Cecoslovacchia, con il pretesto dei Tedeschi che vivevano nella zona dei Monti Sudeti.
La Francia di Daladier ed il Regno Unito (che fu Governato da Chamberlain) cedettero.
Da grande uomo politico quale fu, Winston Churchill (che non era ancora Primo Ministro del Regno Unito) affermò:

"Avrebbero potuto scegliere tra il disonore e la guerra. Hanno ottenuto il disonore ed avranno la guerra.".

I fatti, purtroppo, diedero ragione a Churchill.
La storia potrebbe ripetersi.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.