Leggete il seguente articolo:
"E' una desolazione, come ti giri, leggi i giornali, guardi le notizie alla TV, ti vien voglia di vomitare. In due giorni da Gaza sono piombati più di 50 missili Grad su Israele, chi ne dà notizia, parla di raid aerei israeliani su Gaza e solo in seconda battuta accenna ai missili che hanno provocato la reazione di Israele; ma Repubblica fa di più e scrive: «ucciso colono ad Ashkelon».
Colono? A Ashkelon? Vi sembra possibile che un giornalista possa aver scritto una simile bestialità? ecco, leggete pure, il titolo parla solo di raid israeliano, non dell'attacco palestinese contro un milione di israeliani e la perla è nel sottotitolo, «Razzi contro Israele: ucciso un colono». Che dire? è una desolazione, un odio senza pari, una mancanza di etica giornalistica che dovrebbe scandalizzare i più e invece passa inosservata perché si sa che Israele è sempre colpevole e che gli israeliani sono tutti coloni.
La città di Askelon è in Israele, fa parte dello stato ebraico, date un sguardo a una cartina geografica e ditemi se un cittadino israeliano di Ashkelon può essere definito colono, senza contare che il termine, tutto italiano, è falso e ridicolo. Queste porcherie possono essere scritte soltanto se non si riconosce il diritto di Israele ad esistere.
Quando è partito l'attacco da Gaza le sirene di allarme di sono attivate in tutte le città del sud, anche nella mia città e, se volete, date u'occhiata per capire dove si trova Rehovot. Sono anch'io una colona secondo Repubblica, senza nessun diritto, nemmeno quello di poter dormire in pace.
Mi fa piacere pubblicare un pezzo di un amico, Alberto, per dare un'idea, anche minima, di quello che accade da anni, di come vive un milione di israeliani:
«negli ultimi 2 giorni da Gaza sono stati sparati circa 50 missili Grad su Ashkelon, Ashdod, Beersheva ecc ecc, oltre ad un numero imprecisato di colpi di mortaio sui kibbutz di confine, un israeliano padre di famiglia di 56 anni è morto, aveva appena fermato l'auto per mettersi al riparo, ma non ha fatto in tempo a trovarne uno. Altri israeliani sono rimasti feriti, una neonata è stata intossicata dal fumo dei roghi scoppiati a causa dei missili, una decina di auto sono andate a fuoco ed esplose, abitazioni sono state pesantemente colpite e danneggiate (i missili Grad oltre all'esplosivo hanno anche moltissime biglie di ferro che schizzano da tutte le parti dopo l'impatto e fanno buchi dappertutto), alcune bombole di gas non sono miracolosamente esplose, un milione di israeliani è nei rifugi dall'altro ieri, le scuole del sud d'Israele sono chiuse, un missile ha colpito una scuola di Ashdod di sabato, dove avrebbe dovuto esserci una lezione di un rabbino, ma il bidello era malato quel giorno, e per combinazione la lezione non si è tenuta... Ma sui media mondiali si legge che sono morti 9 "poveri" palestinesi.» Nove terroristi della Jihad islamica.
Ariel, un cittadino di una delle città colpite lancia un grido di disperazione: Fate sapere al mondo cosa succede veramente...
Noi lo facciamo, tentiamo di farlo, esistiamo per questo ma il mondo non sente e se ne frega, completamente assoggettato agli arabi, innamorato dei palestinesi, questo mondo vuole soltanto che passi l'idea di Israele persecutore e degli Arabi vittime. Questo mondo, caro Ariel, proprio ieri ha accolto tra le sue braccia la Palestina diventata a tutti gli effetti stato membro dell'Unesco per la gioia di tutti gli odiatori di Israele. Adesso ne vedremo delle belle. L'arroganza palestinese non avrà più limiti, l'auspicato dialogo tra Israele e Abu Mazen resterà fermo. Ormai sono anni che i Palestinesi si rifiutano di dialogare con Israele, lo farebbero, secondo il loro presidente negazionista e compare di Arafat, solo se Israele graziosamente scomparisse.
Quali sarebbero le maggiori pretese palestinesi?
1. Gerusalemme Capitale della palestina col nome di Al Quds.
Ehud Olmert gliel'aveva offerta. Abu Mazen aveva rifiutato.
2. Olmert aveva fatto di più: la Città Vecchia, dove esistono tutti i luoghi santi ebraici, cristiani e musulmani, sarebbe stata amministrata da un gruppo di “saggi” di Giordania, Arabia Saudita, governo palestinese, Stati Uniti e Israele.
Abu Mazen aveva rifiutato.
3. Accoglienza in Israele di un certo numero di cosiddetti profughi palestinesi.
Abu Mazen aveva rifiutato.
Tutto questo non gli bastava né mai basterà, è Israele che vuole, non qualche pezzo di territorio, qualche sinagoga o chiesa da trasformare in moschee.
Adesso, con una bella poltrona in seno all'Unesco, si scateneranno e tutto il mondo vedrà un paese che non c'è, un popolo che, dalla sua invenzione nel 1967, si è dedicato solo al terrorismo contro civili, donne e bambini, dettare condizioni, usare la sua prepotenza e cambiare il nome e la storia di tutti i luoghi sacri.
Finora hanno cambiato il nome, la storia e l'appartenenza dei luoghi santi ebraici: il Kotel (muro del pianto), luogo sacro per l'ebraismo mondiale, è già diventato Al-Buraq Wall; la Tomba di Rachele (da 4000 anni luogo sacro per gli ebrei) è stata trasformata in moschea e si chiama Bilal bin Rabah Mosque. La Tomba di Giuseppe, figlio di Giacobbe, è stata bruciata varie volte, trasformata in moschea, dopo il rogo di tutti i libri sacri ebraici. Oggi gli ebrei possono visitarla solo dietro permesso palestinese e mai singolarmente, pena il linciaggio da parte dei "pacifici" abitanti di Nablus.
Altri luoghi sacri verranno profanati, distrutti, i loro antichi nomi cambiati, la storia stuprata, toccherà anche ai luoghi sacri cristiani e allora forse qualche nazione, che ha votato perché il "fantasma palestina" entrasse a far parte dell'Unesco, si mangerà le mani.
Contro Israele trova continuità la millenaria persecuzione degli Ebrei, nell'odio contro Israele si riconoscono tutti i discendenti dei più antichi e recenti odiatori, quelli che entravano con forconi e spade per sterminare villaggi o quartieri di ebrei, quelli che li mettevano sui roghi se non si convertivano e anche dopo la conversione forzata, quelli che li mettevano nei forni in epoca recente.
Per non provare sensi di colpa, l'Occidente ha trasformato Israele da vittima degli arabi, della loro violenza, del loro negazionismo, in persecutore. Guerre per l'annientamento, terrorismo, missili, tragedie che Israele vive dal giorno della sua fondazione, tutto viene giustificato in nome dell'odio che questo mio paese martoriato suscita nell'animo occidentale. Dopo 63 anni, ancora si parla di Terrasanta e non di Israele. Ancora non se ne riconosce la Capitale. Ancora si discute il diritto di vivere del nostro Paese. Ancora i più moderati tra i nostri odiatori dicono la frase terribile come una concessione: "Israele ha il diritto di esistere".
Ancora odio e negazionismo. A questo si contrappone l'abbraccio incondizionato del mondo ai nostri persecutori.
Il mondo ci ha marchiati a fuoco ancora una volta e sta tentando di cancellare la nostra storia per accontentare i suoi padroni. Se cancelli e trasformi la Storia, cancelli il popolo che l'ha vissuta. Questo è l'obiettivo dei palestinesi e della Lega Araba e a questo si sono inginocchiati servilmente i paesi europei che hanno votato perché una non-nazione diventasse stato membro di un'organizzazione internazionale.".
Nessuno giornale parla dei vari attacchi contro lo Stato ebraico. Ad esempio, quando Israele reagisce ad un attacco terroristico, i giornali ne parlano, spesso mettendo in cattiva luce lo Stato ebraico.
Quando ad essere attaccati sono gli Israeliani, spesso nessuno parla.
Ciò è vergognoso anche perché crea disinformazione.
Infatti, se c'è una reazione significa che prima c'è stata un'azione.
Israele regisce e se reagisce significa che prima ha subito un attacco.
Ci vuole molto per capirlo?
Inoltre, riguardo i loughi sacri ebraici e cristiani trasformati in moschee o profanati, va fatta una lunga lista.
Cito, ad esempio, quella che oggi è la Moschea degli Omayyadi che si trova a Damasco, in Siria, e che in origine era una chiesa dedicata a San Giovanni Battista.
Qui c'è ancora la testa di San Giovanni Battista.
Cito anche la basilica di Santa Sofia e la chiesa di Pammacharistos a Costantinopoli (l'attuale Istanbul) che furono convertite in moschee.
Oggi, la basilica di Santa Sofia è un museo.
Cito anche quell'edificio che si trova a Famagosta (Cipro) che oggi si chiama Lala Mustafà Pascià Camii e che un tempo era la cattedrale di San Nicola.
Cito anche la cattedrale e la sinagoga di Tripoli (in Libia) che oggi sono delle moschee.
Potrei fare altri esempi.
Qualcuno, in mome del politically correct mi citerà la moschea di Cordoba (in Spagna) che oggi è una cattedrale.
Ricordo, però, che prima dell'arrivo degli Arabi (VIII secolo AD) al posto della succitata moschea ci fu una chiesa.
Inoltre, noi cristiani restituimmo agli ebrei la sinagoga Scolanova di Trani.
Perché i musulmani non fanno altrettanto con le varie sinagoghe e chiese trasformate in moschee o in altro uso?
E' questa la differenza tra noi e loro.
Cordiali saluti.