Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 10 novembre 2011

ISRAELE, ECCO LA VERITA'!

Cari amici ed amiche.

Leggete il seguente articolo:

"E' una desolazione, come ti giri, leggi i giornali, guardi le notizie alla TV, ti vien voglia di vomitare. In due giorni da Gaza sono piombati più di 50 missili Grad su Israele, chi ne dà notizia, parla di raid aerei israeliani su Gaza e solo in seconda battuta accenna ai missili che hanno provocato la reazione di Israele; ma Repubblica fa di più e scrive: «ucciso colono ad Ashkelon».

Colono? A Ashkelon? Vi sembra possibile che un giornalista possa aver scritto una simile bestialità? ecco, leggete pure, il titolo parla solo di raid israeliano, non dell'attacco palestinese contro un milione di israeliani e la perla è nel sottotitolo, «Razzi contro Israele: ucciso un colono». Che dire? è una desolazione, un odio senza pari, una mancanza di etica giornalistica che dovrebbe scandalizzare i più e invece passa inosservata perché si sa che Israele è sempre colpevole e che gli israeliani sono tutti coloni.

La città di Askelon è in Israele, fa parte dello stato ebraico, date un sguardo a una cartina geografica e ditemi se un cittadino israeliano di Ashkelon può essere definito colono, senza contare che il termine, tutto italiano, è falso e ridicolo. Queste porcherie possono essere scritte soltanto se non si riconosce il diritto di Israele ad esistere.

Quando è partito l'attacco da Gaza le sirene di allarme di sono attivate in tutte le città del sud, anche nella mia città e, se volete, date u'occhiata per capire dove si trova Rehovot. Sono anch'io una colona secondo Repubblica, senza nessun diritto, nemmeno quello di poter dormire in pace.

Mi fa piacere pubblicare un pezzo di un amico, Alberto, per dare un'idea, anche minima, di quello che accade da anni, di come vive un milione di israeliani:

«negli ultimi 2 giorni da Gaza sono stati sparati circa 50 missili Grad su Ashkelon, Ashdod, Beersheva ecc ecc, oltre ad un numero imprecisato di colpi di mortaio sui kibbutz di confine, un israeliano padre di famiglia di 56 anni è morto, aveva appena fermato l'auto per mettersi al riparo, ma non ha fatto in tempo a trovarne uno. Altri israeliani sono rimasti feriti, una neonata è stata intossicata dal fumo dei roghi scoppiati a causa dei missili, una decina di auto sono andate a fuoco ed esplose, abitazioni sono state pesantemente colpite e danneggiate (i missili Grad oltre all'esplosivo hanno anche moltissime biglie di ferro che schizzano da tutte le parti dopo l'impatto e fanno buchi dappertutto), alcune bombole di gas non sono miracolosamente esplose, un milione di israeliani è nei rifugi dall'altro ieri, le scuole del sud d'Israele sono chiuse, un missile ha colpito una scuola di Ashdod di sabato, dove avrebbe dovuto esserci una lezione di un rabbino, ma il bidello era malato quel giorno, e per combinazione la lezione non si è tenuta... Ma sui media mondiali si legge che sono morti 9 "poveri" palestinesi.» Nove terroristi della Jihad islamica.

Ariel, un cittadino di una delle città colpite lancia un grido di disperazione: Fate sapere al mondo cosa succede veramente...

Noi lo facciamo, tentiamo di farlo, esistiamo per questo ma il mondo non sente e se ne frega, completamente assoggettato agli arabi, innamorato dei palestinesi, questo mondo vuole soltanto che passi l'idea di Israele persecutore e degli Arabi vittime. Questo mondo, caro Ariel, proprio ieri ha accolto tra le sue braccia la Palestina diventata a tutti gli effetti stato membro dell'Unesco per la gioia di tutti gli odiatori di Israele. Adesso ne vedremo delle belle. L'arroganza palestinese non avrà più limiti, l'auspicato dialogo tra Israele e Abu Mazen resterà fermo. Ormai sono anni che i Palestinesi si rifiutano di dialogare con Israele, lo farebbero, secondo il loro presidente negazionista e compare di Arafat, solo se Israele graziosamente scomparisse.

Quali sarebbero le maggiori pretese palestinesi?

1. Gerusalemme Capitale della palestina col nome di Al Quds.

Ehud Olmert gliel'aveva offerta. Abu Mazen aveva rifiutato.

2. Olmert aveva fatto di più: la Città Vecchia, dove esistono tutti i luoghi santi ebraici, cristiani e musulmani, sarebbe stata amministrata da un gruppo di “saggi” di Giordania, Arabia Saudita, governo palestinese, Stati Uniti e Israele.

Abu Mazen aveva rifiutato.

3. Accoglienza in Israele di un certo numero di cosiddetti profughi palestinesi.

Abu Mazen aveva rifiutato.

Tutto questo non gli bastava né mai basterà, è Israele che vuole, non qualche pezzo di territorio, qualche sinagoga o chiesa da trasformare in moschee.

Adesso, con una bella poltrona in seno all'Unesco, si scateneranno e tutto il mondo vedrà un paese che non c'è, un popolo che, dalla sua invenzione nel 1967, si è dedicato solo al terrorismo contro civili, donne e bambini, dettare condizioni, usare la sua prepotenza e cambiare il nome e la storia di tutti i luoghi sacri.

Finora hanno cambiato il nome, la storia e l'appartenenza dei luoghi santi ebraici: il Kotel (muro del pianto), luogo sacro per l'ebraismo mondiale, è già diventato Al-Buraq Wall; la Tomba di Rachele (da 4000 anni luogo sacro per gli ebrei) è stata trasformata in moschea e si chiama Bilal bin Rabah Mosque. La Tomba di Giuseppe, figlio di Giacobbe, è stata bruciata varie volte, trasformata in moschea, dopo il rogo di tutti i libri sacri ebraici. Oggi gli ebrei possono visitarla solo dietro permesso palestinese e mai singolarmente, pena il linciaggio da parte dei "pacifici" abitanti di Nablus.

Altri luoghi sacri verranno profanati, distrutti, i loro antichi nomi cambiati, la storia stuprata, toccherà anche ai luoghi sacri cristiani e allora forse qualche nazione, che ha votato perché il "fantasma palestina" entrasse a far parte dell'Unesco, si mangerà le mani.

Contro Israele trova continuità la millenaria persecuzione degli Ebrei, nell'odio contro Israele si riconoscono tutti i discendenti dei più antichi e recenti odiatori, quelli che entravano con forconi e spade per sterminare villaggi o quartieri di ebrei, quelli che li mettevano sui roghi se non si convertivano e anche dopo la conversione forzata, quelli che li mettevano nei forni in epoca recente.

Per non provare sensi di colpa, l'Occidente ha trasformato Israele da vittima degli arabi, della loro violenza, del loro negazionismo, in persecutore. Guerre per l'annientamento, terrorismo, missili, tragedie che Israele vive dal giorno della sua fondazione, tutto viene giustificato in nome dell'odio che questo mio paese martoriato suscita nell'animo occidentale. Dopo 63 anni, ancora si parla di Terrasanta e non di Israele. Ancora non se ne riconosce la Capitale. Ancora si discute il diritto di vivere del nostro Paese. Ancora i più moderati tra i nostri odiatori dicono la frase terribile come una concessione: "Israele ha il diritto di esistere".

Ancora odio e negazionismo. A questo si contrappone l'abbraccio incondizionato del mondo ai nostri persecutori.

Il mondo ci ha marchiati a fuoco ancora una volta e sta tentando di cancellare la nostra storia per accontentare i suoi padroni. Se cancelli e trasformi la Storia, cancelli il popolo che l'ha vissuta. Questo è l'obiettivo dei palestinesi e della Lega Araba e a questo si sono inginocchiati servilmente i paesi europei che hanno votato perché una non-nazione diventasse stato membro di un'organizzazione internazionale.".


L'articolo in questione è del quotidiano "Il Legno storto" .
Nessuno giornale parla dei vari attacchi contro lo Stato ebraico. Ad esempio, quando Israele reagisce ad un attacco terroristico, i giornali ne parlano, spesso mettendo in cattiva luce lo Stato ebraico.
Quando ad essere attaccati sono gli Israeliani, spesso nessuno parla.
Ciò è vergognoso anche perché crea disinformazione.
Infatti, se c'è una reazione significa che prima c'è stata un'azione.
Israele regisce e se reagisce significa che prima ha subito un attacco.
Ci vuole molto per capirlo?
Inoltre, riguardo i loughi sacri ebraici e cristiani trasformati in moschee o profanati, va fatta una lunga lista.
Cito, ad esempio, quella che oggi è la Moschea degli Omayyadi che si trova a Damasco, in Siria, e che in origine era una chiesa dedicata a San Giovanni Battista.
Qui c'è ancora la testa di San Giovanni Battista.
Cito anche la basilica di Santa Sofia e la chiesa di Pammacharistos a Costantinopoli (l'attuale Istanbul) che furono convertite in moschee.
Oggi, la basilica di Santa Sofia è un museo.
Cito anche quell'edificio che si trova a Famagosta (Cipro) che oggi si chiama Lala Mustafà Pascià Camii e che un tempo era la cattedrale di San Nicola.
Cito anche la cattedrale e la sinagoga di Tripoli (in Libia) che oggi sono delle moschee.
Potrei fare altri esempi.
Qualcuno, in mome del politically correct mi citerà la moschea di Cordoba (in Spagna) che oggi è una cattedrale.
Ricordo, però, che prima dell'arrivo degli Arabi (VIII secolo AD) al posto della succitata moschea ci fu una chiesa.
Inoltre, noi cristiani restituimmo agli ebrei la sinagoga Scolanova di Trani.
Perché i musulmani non fanno altrettanto con le varie sinagoghe e chiese trasformate in moschee o in altro uso?
E' questa la differenza tra noi e loro.
Cordiali saluti.

mercoledì 9 novembre 2011

LA QUESTIONE DEL PRESIDENTE BERLUSCONI





Cari amici ed amiche.Leggete questo brano che ho trovato sul sito del Comitato di Roncoferraro dell'Associazione Civica Mantovana.
Questo è brano:

"Leader. E' un concetto ormai superato. Svuotato di senso. La politica nella sua la lotta 'inutile' tra governo e opposizione, le rivoluzioni nel mondo, la caduta degli idoli e dei dogmi, l'affermarsi del potere orizzontale della Rete parlano chiaro: la figura del leader non ha più senso. “Le parole sono importanti!” urlava uno sconsolato personaggio di Nanni Moretti. Ma ci sono parole che invecchiano o che vengono abusate, svuotandosi di significato. Come leadership, termine così potente da aver ispirato una vera e propria mistica, simile a un mantra in grado di guarire ogni malattia sociale, economica, politica, ma ora definitivamente in crisi. A lanciare questa rivoluzione semantica e concettuale è il manager e scrittore Andrea Vitullo. Nel suo provocatorio LEADERSHIT, che descrive come un progetto di cui il libro è solo un manifesto, parte da una domanda: abbiamo ancora bisogno del leader titanico, decisionista, maschio, ma al tempo stesso così anacronistico e ingombrante? No. Forse è giunto il momento di fare spazio a una logica non più verticistica, ma orizzontale, “di rete” e soprattutto femminile, incarnata dalla leadershit. Il dilagare del web e dei social network ne sono un sintomo evidente. Esercitare la leadershit significa condividere e integrare il potere, le informazioni, le scelte, rifiutare le certezze calate dall’alto e accettare la complessità, cogliendone la ricchezza. In una parola, “pensare insieme”. In questo scenario non è casuale che, alla vecchia figura del leader immancabilmente “maschio” si sostituisca sempre di più un'immagine dal “respiro femminile”, orientata al futuro e non più alla conservazione, simbolo concreto di accoglienza e relazione, calore e fiducia.
"LEADERSHIT è un progetto. E questo libro solo una premessa. Una provocazione, un logo, una parola, un suono: colori anarchici che ci «chiamano al di fuori» di un linguaggio e di una prassi oramai avvertiti come inadeguati all’evoluzione e alla salute di una comunità. Una premessa che ha l’ambizione di generare dubbi e accendere altre ricerche. Un cono di luce che ciascuna e ciascuno potrà orientare come crede nel rispetto della propria esperienza. C’è tanto oggi sotto i nostri occhi. Ed è importante riuscire a illuminarlo. E andare oltre le solite parole. Leader, leadership, ruoli, modelli per organizzare e farci organizzare dal mondo, retoriche, mistiche e mitologie che ci avvolgono come un velo sottile a confondere e coprire altri punti di vista sulla realtà. Un cono di luce può rompere il buio. Costruire un inizio"."

Questo brano presenta un libro di Andrea Vitullo che è intitolato "Leadershit".
Ora, voglio incominciare a parlare del caso italiano e lo voglio fare con il video della "discesa in in campo" del presidente Berlusconi.
Quanto sta succedendo nell'Italia di oggi è figlio di quello che successe nei quarant'anni di I Repubblica.
La I Repubblica fu caratterizzata dall'assenza di vere leadership nel mondo politico e da un mondo politico formato da persone che fecero della politica una professione.
L'entrata nella scena politica del presidente Berlusconi segnò una svolta.
A prendere le redini del Paese non fu un uomo che visse di politica ma una persona che proveniva dall'impresa e dal mondo del lavoro.
Questa personalità fu quindi estranea da quel mondo politico vecchio e stantio, quel mondo politico formato da uomini e donne che non seppero nemmeno il significato della parola "lavoro".
La leadership del presidente Berlusconi era quindi vista come naturale, tenendo conto del fatto che essa puntasse a mettere insieme tutte quelle forze politiche che non furono mai al governo e che, anzi, furono "ghettizzate" per un'assurda interpretazione della storia.
Fu il caso della destra, l'ex-Movimento Sociale Italiano, poi Alleanza Nazionale.
Inoltre, mise insieme anche quelle forze moderate che non si riconobbero nella sinistra e soprattutto istituzionalizzò la Lega Nord che da movimento di protesta divenne partito di Governo.
Quindi, lui si mostrò vincente per questo.
Purtroppo, però, certe vecchie abitudini sono dure a morire.
Nella sua compagine ci fu (e tuttora c'è) chi punta a continuare quel sistema della I Repubblica, quel sistema del politico di professione ed autoreferenziato.
Quindi, c'è stato chi "usò" il presidente Berlusconi per avere delle cariche politiche e non per portare avanti il giusto proposito che egli si prefissò.
Il proposito del presidente Berlusconi fu (ed è tuttora) quello di ammodernare questo Paese
I mali di oggi sono figli di quelli di ieri.
La vecchia classe politica vuole sopravvivere, anche a danno del nostro Paese.
Quanto successo martedì ne è stata la dimostrazione.
Ora, c'è chi vorrebbe fare un "Governo tecnico" o un "Governo di larghe intese".
Io penso che mettere in pratica un'idea del genere sia rischioso, sia perché un simile esecutivo potrebbe non avere una solida maggioranza in Parlamento, sia perché non farebbe le riforme che servono al Paese e sia perché rischierebbe di alimentare l'anti-politica nella gente.
Ciò può essere pericoloso.
E' meglio il voto.
Cordiali saluti.

CARO PASQUALE, SU ISRAELE SBAGLI...

Cari amici ed amiche.

Leggete questo commento assurdo fatto sul mio articolo intitolato "Israele pronto a colpire l'Iran":

"Cosi come non voglio che Israele attacchi l'Iran, stessa cosa vale se l'Iran attacca Israele... non di deve essere nessun conflitto... lo capisci o no??? qua nn si parla di Israele o dell'Iran... qua si parla di un rischio di guerra mondiale... cosa che tu stai sottovalutando con le tue affermazioni assurde.... dovresti solo andare a confessarti per i gravi peccati che stai facendo... volere la guerra vuol dire volere la morte di gente innocente... e tu questo stai auspicando... VERGOGNATI FOLLE CHE NON SEI ALTRO! ".

Mi sono permesso di correggere il commento che ho qui riportato, visti certi errori.
Prima di tutto, a Pasquale, dico che io già mi confesso, prendo la Comunione e non ho problemi.
Non ho bisogno del "catechismo" quell'ipocrita.
Anzi, dovrebbe andare a confessarsi lui, visto che sostiene certe ideologie che sono apertamente anticristiane!
E' solo un ipocrita!
In secondo luogo, per lui, Israele e l'Iran hanno le stesse responsabilità. In pratica, li ha messi sullo stesso piano.
Questo concetto assurdo non deve passare!
Qui c'è una parte che ha ragione (Israele) ed un che ha torto, l'Iran!
L'Iran, infatti, continua a minacciare Israele e a fomentare odio contro di esso.
Inoltre, sta facendo ricerche sull'atomica, ricerche che potrebbero non essere a scopo civile ma militare.
A Pasquale chiedo se si renda conto o meno della gravità delle sue affermazioni.
Se l'Iran attaccasse lo Stato di Israele, cosa succederebbe?
Rispondo io. Ci sarebbero milioni di morti innocenti e pericolo per tutti, anche per noi.
Qui nessuno vuole fare una guerra, nemmeno Israele.
La guerra è sporca.
Però, c'è un problema. C'è uno Stato guidato da un "novello Hitler", l'Iran, che sta minacciando la sicurezza di tutti.
A Pasquale dico che farebbe bene a studiarsi la storia.
Nel 1938, la Germania di Hitler occupò la Cecoslovacchia, con il pretesto dei Tedeschi che vivevano nella zona dei Monti Sudeti.
La Francia di Daladier ed il Regno Unito (che fu Governato da Chamberlain) cedettero.
Da grande uomo politico quale fu, Winston Churchill (che non era ancora Primo Ministro del Regno Unito) affermò:

"Avrebbero potuto scegliere tra il disonore e la guerra. Hanno ottenuto il disonore ed avranno la guerra.".

I fatti, purtroppo, diedero ragione a Churchill.
La storia potrebbe ripetersi.
Cordiali saluti.

martedì 8 novembre 2011

RECENSIONE DEL LIBRO DI MAURIZIO LUPI "LA PRIMA POLITICA E' VIVERE" E COMMENTO SULLA SITUAZIONE ATTUALE


Cari amici ed amiche.

Vi presento il libro scritto dall'onorevole Maurizio Lupi.
Il suo titolo è "La prima politica è vivere" ed uscito il 02 novembre scorso. E' possibile leggerlo anche come ebook.
In questo libro, l'onorevole Lupi parla del suo impegno politico.
L'onorevole Lupi è l'esempio di come si dovrebbe comportare un cattolico in politica.
Il cattolico impegnato in politica deve essere leale alle istituzioni ma non non deve avere paura di fare obiezione di coscienza di fronte a certe scelte che contrastano con i valori della sua religione.
Il paradigma fu San Tommaso Moro. Questo santo inglese (che visse nel XVI secolo) fu leale a quel re che si chiamava Enrico VIII, anche quando questi lo fece decapitare (1535) per essersi opposto allo scisma anglicano.
Prima di morire, Tommaso disse questa frase:

"Muoio fedele a Dio e al re ma prima di tutto a Dio!".

Questa frase nasconde il senso dell'essere cattolici in politica.
Il cattolico è leale allo Stato. Quindi, coloro che si professano cattolici ma poi appoggiano chi si è sempre mostrato favorevole alle rivoluzioni sono in errore, così come sono in errore coloro che si professano cattolici ma poi tacciono di fronte a proposte che vanno contro la dottrina cattolica, come l'aborto, il matrimonio gay o l'eutanasia.
L'onorevole Lupi è l'esempio di cattolico serio che è impegnato in politica.
Leale verso le istituzioni ma profondamente critico verso tutte quelle scelte che vanno contro la dottrina cristiana, l'onorevole Lupi ha sempre cercato di portare i valori in cui crede in questa politica che, purtroppo, è sempre più senza valori.
Qualcuno che milita a sinistra mi attaccherà citandomi le avventure private del presidente Berlusconi.
Non è questa la mancanza di valori di cui parlo. Queste sono solo cose private e da cattolico, quale sono, cito questi versetti del Vangelo secondo Matteo che recitano:

"[1] Non giudicate, per non essere giudicati;

[2] perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.

[3] Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?

[4] O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave?

[5] Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. ".

Tra l'altro, questo episodio è citato nel libro dell'onorevole Lupi, sulla pagina in cui parla della puntata della trasmissione televisiva "Ballarò", in cui lui fu ospite con l'onorevole Rosy Bindi.
La vera mancanza di valori è rappresentata da chi, per un interesse personale, sale sul "carro dei vincitori" (veri o presunti), tradendo i valori in cui crede e per un mero interesse personale.
Quanto successo ieri, con la caduta del Governo, lo dimostra.
Infatti, c'è stato chi, pur essendo stato eletto nel centro destra, ha preferito favorire la caduta del Governo.
L'ha fatto più per una questione personale.
Chi ha fatto ciò dovrà assumersi la responsabilità di fronte agli elettori, quegli elettori che l'hanno eletto, anche tenendo conto della grave crisi che ora si è aggravata ulteriormente proprio perché in questo momento non c'è più un Governo stabile e l'unica soluzione per uscire dall'empasse è il voto.
Infatti, la politica è, prima di tutto, responsabilità.
Il libro di Lupi esordisce con questa domanda:

"Ne vale la veramente la pena?".

La risposta (a mio modo di vedere) è sì.
Io credo che ognuno sia responsabile del benessere o del malessere della società in cui vive.
Chi vuole impegnarsi realmente in politica valga la pena.
Lo sto facendo anch'io, nel mio piccolo, qui nel mio Comune, Roncoferraro, in provincia di Mantova.
Io ho deciso di mettere le mie energie ed il mio sapere a disposizione per portare progetti utili alla comunità presso cui vivo.
Del resto anche la Bibbia stessa (lettera di Giacomo, capitolo 4, versetto 17) recita:

"Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato.".

Certo, non è facile.
C'è un brutto clima e subisco attacchi (anche pesanti) ma ho deciso di impegnarmi e, permettetemi una battuta, mi dovranno arrestare o uccidere, per fermarmi.
Non mi faccio intimidire da chi, con tanta arroganza, si dice moralmente superiore al proprio avversario o vuole dare "lezioni di cattolicesimo" e magari, nel momento in cui durante la Messa ci si scambia il "segno di pace", non stringe la mano alla persona che le sta vicino perché è "colpevole" di essere un suo avversario politico e teme che lo infetti con qualche morbo. A me è successo.
Io penso che sia questo lo spirito lo giusto.
La politica, infatti, è un servizio verso gli altri.
Questo, in fondo, è il contenuto del libro dell'onorevole Maurizio Lupi, di cui ricordo una cosa.
Nel 2008, lo contattai sul suo sito per segnalargli la questione degli italiani di Tacuarembò .
C'erano le elezioni politiche.
Lui ebbe la cortesia di rispondermi, dicendomi che avrebbe segnalato il tutto all'onorevole Barbara Contini e mi segnalò il dottor Antonio Chianello, candidato del Popolo della Libertà in Sud America.
Non potei contattare il dottor Chianello, a causa di problemi tecnici.
Comunque, Lupi si è impegnato molto.
All'onorevole Lupi voglio dire che questo è un momento difficile ma si deve ripartire.
Un buon viatico è rappresentato da quel milione di tessere nel Popolo della Libertà.
In questo milione di tessere c'è anche la mia.
Ripartiamo e continuiamo questo processo di ammodernamento di questo Paese vecchio e legato a certi consociativismi che hanno solo creato delle lobbies e che oggi portano povertà.
Cordiali saluti.

NON HA PERSO IL PRESIDENTE BERLUSCONI...HA PERSO L'ITALIA!

Cari amici ed amiche


Se dovessi paragonare il presidente Berlusconi ad un personaggio del passato, lo paragonerei a Stilicone, il Magister Militum dell'Impero Romano d'Occidente che visse tra il 359 AD ed il 408 AD.

Questo personaggio fu odiato e contro di lui le elites romane congiurarono, fino farlo morire.

Due anni dopo la sua morte, Roma fu saccheggiata dai Visigoti di Alarico nel 410 AD.

La situazione, per certi versi, è identica.

Con 308 voti favorevoli contro 321 astensioni alla Camera Deputati, è stato costretto a dimettersi.

Si dimetterà dopo l'approvazione della "Legge di stabilità".

Ho la sensazione che ora inizino i guai per l'Italia.

Infatti, se alla Camera dei Deputati il centro destra non ha una maggioranza, al Senato la situazione è diversa.

L'opposizione esulta ma secondo me farebbe bene a non esultare.

Il rischio è che non ci sia una maggioranza parlamentare per sorreggere un nuovo Governo.

Inoltre, fare un Governo contro il Popolo della Libertà e la Lega Nord sarebbe un ribaltone.

L'uniche vie possibili sarebbero o un nuovo Governo di centro destra, anche con un altro Premier, con una maggioranza allargata o il voto anticipato e mantenendo l'attuale Governo per l'ordinaria amministrazione.

Quest'ultima è la migliore delle soluzioni perché si ridarebbe ai cittadini la possibilità di scegliere.

Purtroppo, qui c'è il rischio di un'ondata speculativa senza precedenti.

Potremmo finire come la Grecia, un Paese allo sbando e in cui oramai vi è una forte anti-politica.

Nei momenti di crisi, l'anti-politica non è un buon segno.

Chi (nel centro destra) ha deciso di voltare le spalle al presidente Berlusconi farebbe bene ha riflettere, vista la situazione attuale.

Di sicuro, non ha perso il presidente Berlusconi, il quale ha fatto di tutto per migliorare questo Paese.

Infatti, ha perso l'Italia.

Potete leggere questo articolo anche su "Italia chiama Italia".

Cordiali saluti.

IL VERO ANTI-ITALIANO? E' ITALIANO!



Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo intitolato "Ma Draghi si sente italiano?".
E' molto interessante.
L'articolo parla del nuovo presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi (nella foto) e ne fa un "ritratto".
Voglio parlare del sentimento di anti-italianismo che purtroppo è presente.
In realtà, il vero anti-italianismo proveniene dal nostro Paese.
L'Italia avrebbe un potenziale enorme.
Essa fu un il centro di un grosso impero, l'Impero Romano, e sia durante l'epoca romana che nel Rinascimento portò la cultura per l'Europa.
Pensate alla lingua inglese, che ha molte parole di origine latina.
Pensate a re Carlo I Stuart che amava la nostra arte.
Pensate anche al professor Riccardo Giacconi, che è un vanto per la cultura scientifica americana ma le cui radici affondano nella nostra terra.
Quindi, l'Italia ebbe ed ha un grande potenziale.
Purtroppo, troppo spesso, siamo noi italiani a farci male.
Infatti, negli altri Stati, i cittadini si sentono prima appartenenenti al loro Paese e poi alle varie denominazioni politiche ed ideologiche.
Ad esempio, un cittadino americano si sente prima americano e poi repubblicano o democratico, un cittadino britannico si sente prima britannico e poi laburista, conservatore o altro, un cittadino francese si sente prima francese e poi di destra o di sinistra.
Noi italiani non siamo così.
Prima di essere italiani, noi ci dividiamo tra coloro che simpatizzano il centro destra e gli altri.
C'è chi, pur di screditare la parte politica avversa, arriva a parlare male del nostro Paese o a fare l'interesse di altri, anche per un tornaconto personale.
Quanto sta succedendo ora al presidente Berlusconi è lampante.
C'è chi, pur di screditare il presidente Berlusconi e distruggerlo politicamente ed umanamente, getta fango sul Paese o si mette a fare gli interessi di altri.
Questo non è fare il bene del proprio Paese.
In pratica, la contesa politica va ben oltre la sfera ideologica e diventa odio personale.
In pratica, il popolo si spacca.
Questo è il vero male dell'Italia perché ne dà una cattiva immagine ed impedisce di fare le cose per come si deve.
Questo è molto grave, anche tenendo conto del momento di crisi.
Cordiali saluti.

lunedì 7 novembre 2011

ISRAELE PRONTO A COLPIRE L'IRAN!


Cari amici ed amiche.

Sul quotidiano "Il Tempo" è comparso questo articolo che è intitolato "Israele pronta a colpire Teheran" .
Ora, esprimo una mia opinione.
Di certo la posizione di Teheran è pericolosa.
Lo stesso presidente Mahmud Ahmadinejad ha più volte detto che Israele dovrebbe scomparire dalle cartine geografiche.
Sono frasi molto gravi e di cui anche l'ONU dovrebbe tenere conto.
Inoltre, bisogna tenere conto anche di quanto sta succedendo negli altri Paesi islamici, con la "Primavera araba".
Quest'ultima, infatti, potrebbe essere il "cavallo di Troia" per portare al potere i fondamentalisti che potrebbero allinearsi alle posizione di Teheran.
Quindi, per Israele potrebbe esserci un grave pericolo, un pericolo aggravato dal fatto che l'Europa (la realtà che potrebbe bilanciare l'anti-israelismo dei Paesi arabi e anche di parte di quelli latinoamericani) sia troppo debole.
Anzi, una parte dei Paesi europei, tra cui la Francia, ha votato a favore del riconoscimento della Palestina all'UNESCO.
Israele ha tutto il diritto di difendersi.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.