The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
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Il mio libro
giovedì 23 giugno 2011
AGAINST CHRISTIANOPHOBIA
Dear friend.
Please, sign this petition.
Follow this link, http://www.againstchristianophobia.org, and sign this petition.
Every five minutes a christian is killed for his faith. Churches are destroyed and men, women ed children are killed for their faith.
Today, Christianity is the most persecuted religion.
Do not forget.
God bless you.
LA SVIZZERA TEMPLARE
Cari amici ed amiche.
La storia della Svizzera è molto complessa.
Le presenza umana su quel lembo di terra incastonato tra gli attuali Liechtenstein, Francia, Germania, Austria ed Italia e tra le Alpi e la catena del Giura risale a circa 15o.000 anni fa e fu abitato da tribù celtiche come gli Elvezi e gli Allobrogi.
Con la conquista romana, questo lembo di terra fece parte della Provincia di Rezia.
In epoca romana furono fondate città come Colonia Iulia Equestris (Nyon), Genava (Ginevra), Curia (Coira), Sedenum (Sion), Bilitio (Bellinzona), Lousonna (Losanna), Salodunum (Soletta) e Turicum (Zurigo).
Con l'arrivo dei barbari e la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 AD), quella zona si divise in tre aree, quella occidentale, abitata da popolazioni gallo-romane (l'attuale Svizzera francofona), quella centrale e settentrionale, popolata da popolazioni germaniche (l'attuale Svizzera tedescofona) e meridionale, abitata da popolazioni romano-longobarde (da cui discendono sia le comunità italo-svizzere e sia quelle ladine) e reto-romanze, da cui discendono i Ladini, che parlano una lingua neolatina, il romancio. Fiorirono importanti monasteri, come quello di San Gallo e di Saint Maurice d'Agaune.
Con la morte dell'imperatore Carlo Magno (814 AD) e di suo figlio Ludovico il Pio (840 AD) l'attuale Svizzera entrò a fare parte della Lotaringia, quella fascia di territorio che partiva dagli attuali Paesi Bassi e finiva nel centro-nord Italia che fu attribuita a Lotario I, il primo dei tre figli di Ludovico ed imperatore del Sacro Romano Impero, dopo il trattato di Verdun dell'843 AD.
Il Sacro Romano Impero si dissolse nell'887 AD, con la deposizione di Carlo III detto "Il Grosso".
Nel X secolo, fu ricomposto il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica e nel 1039 AD, il territorio svizzero fu preso dall'imperatore Corrado II il Salico.
Fino al 1291 questa parte di impero fu terreno di scontro tra famiglie nobili importanti come quelle sveve di Zahringen e Hohenstaufen, i Savoia e Kyburg.
Nel 1291 la parte centrale della Svizzera fu retta da una famiglia che diventerà molto potente, gli Asburgo.
Questi vollero trasformare i propri feudatari in funzionari (landamani). I contadini, invece, puntarono alla dipendenza diretta dall'impero (sul modello delle città libere imperali), scavalcando feudatari.
Il 1 aosto 1291, le comunità rurali si strinsero in un'alleanza contro gli Asburgo e le comunità di Uri, Svitto (Schwitz) ed Unterwaldo (Unterwald) si unirono.
Qui ci fu l'embrione dello Stato svizzero che noi conosciamo, la Confoederatio Helvetica.
Nel 1313, i contadini di Svitto attaccarono l'abbazia di Einseldeln e due anni dopo furono attaccati dai cavalieri degli Asburgo, che furono sconfitti.
Alla confederazione aderirono in seguito Lucerna (1332), Zurigo (1351), Berna (1353) e Zug (1365). Preoccupati della forza dei confederati, gli Asburgo li attaccarono nuovamente ma furono sconfitti più volte. Nel 1415, Argovia entrò nella confederazione e lo stesso fece Uznach nel 1435.
Dal 1474 al 1477, la confederazione fu attaccata dai Borgognoni di Carlo il Temerario, che vennero sconfitti. Nel 1481, aderirono alla confederazione Friburgo e Soletta .
Nel 1499 l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo riconobbe la sovranità della Svizzera a cui aderirono anche il cantone Appenzell (nel 1513), il Canton Ticino (che fu staccato dal Ducato di Milano, dopo la battaglia di Marignano del 1516) e Ginevra (nel 1519).
Nel XVI secolo, in Svizzera vi furono turbolenze dovute all'arrivo della Riforma protestante.
Prima arrivarono i luterani. Poi, nel 1523, un predicatore di nome Ulderico Zwingli, portò la sua dottrina a Zurigo. Questa dottrina arrivò a Berna, a Sciaffusa fino alle campagne del Grigioni e di San Gallo.
Nel 1535, un predicatore francese di nome Giovanni Calvino fece espellere il vescovo di Ginevra ed impose le sue idee religiose sulla città.
E così, i secoli XVI e XVII furono travagliati a causa degli scontri tra cattolici e protestanti.
In tanti tentarono di conquistare questa terra elevetica.
Ci fu la Guerra dei Trent'anni (1618-1648) che sconvolse mezza Europa.
La fine della Guerra dei Trent'anni sancì l'indipendenza della Svizzera dall'Impero. Nel 1674 fu proclamata la sua neutralità. Nel 1712 finirono anche le guerre di religione.
Il resto è storia nota.
Con l'Illuminismo ci furono rivoluzioni e la Svizzera finì nell'orbita dei Francesi di Napoleone Bonaparte.
Con il Congresso di Vienna (1814) venne stabilito che i confini svizzeri fossero riconosciuti.
Nel XIX secolo ci furono scontro tra i cantoni protestanti e liberali e quelli conservatori e cattolici.
Nel 1848 venne creata la Confederazione Elevetica (o Svizzera) che conosciamo noi.
Ora, voglio portare alla vostra attenzione un piccolo particolare.
Guardate la bandiera svizzera.
Essa è una croce bianca su campo rosso.
Del resto, questa croce compare anche sulle monete. Qui sopra vi è un pezzo da due franchi che fa parte della mia collezione, che spero di completare.
Ora, vi faccio fare un giochino.
Provate ad invertire i colori.
Cosa salta fuori?
E' facile, avremo una croce rossa su campo bianco.
Non vi fa venire in mente niente?
La Croce Rossa?
Non esattamente!
La Croce Rossa fu fondata dal ginevrino Jean Henri Dunant nel 1862 e, secondo la storia ufficiale, prese spunto dalla bandiera svizzera a colori invertiti.
Ora, va ricordato che Dunant era un massone.
Alcune logge della massoneria sostengono di essere eredi di un ordine cavalleresco medioevale che fu fondata nel 1099 da un tale Hugues de Payns e che fu soppresso da Papa Clemente V (per volere del re di Francia Filippo IV detto "Il Bello") nel 1312.
Ma sì...sto parlando proprio dei Cavalieri dell'Ordine Templare!
Ora, vi è una teoria che dice che la Svizzera fosse stata fondata dai proprio da questi cavalieri.
In effetti, il fatto che dei semplici contadini si fossero armati così e che fossero stati capaci di creare un sistema difensivo e politico di simile caratura deve fare supporre che in passato ci fosse stato qualcuno che potesse essere stato in grado di garantire ciò.
Bisogna tenere conto che, quando l'ordine fu soppresso nel 1312, i templari si dispersero.
Alcuni andarono in Scozia, presso re Roberto I, che era stato scomunicato.
Altri, come i templari spagnoli, fondarono ordini nuovi, come l'Ordine di Montesa.
Altri ancora potrebbero essersi rifiugiati nell'attuale Svizzera, ove già avevano precettorie e mansioni.
Inoltre, ricordo che i Templari erano anche dei banchieri. Furono loro gli inventori dell'assegno. La Svizzera di oggi è nota per le banche.
Quindi, ci sono tante coincidenze che, se dovessero essere vere, metterebbero in luce una verità sorprendente.
Tra l'altro, sarebbe anche la dimostrazione del fatto che i Templari erano fedeli al Papa.
La dimostrazione sta nel fatto che dal 1506, sotto Papa Giulio II, ad oggi dei mercenari svizzeri sono al servizio del Papa. I discendenti di questi mercenari sono le Guardie Svizzere.
Se la teoria dei Templari legati alla Svizzera dovesse essere vera sarebbe la dimostrazione della loro fedeltà alla Chiesa.
Tante Guardie Svizzere, ad esempio, morirono nel 1527 per difendere Papa Clemente VII, quando Roma fu saccheggiata da Lanzichenecchi dell'imperatore Carlo V d'Asburgo.
Pertanto, quando sentiamo gridare il motto "Acriter et fideliter", riflettiamo!
Cordiali saluti.
La storia della Svizzera è molto complessa.
Le presenza umana su quel lembo di terra incastonato tra gli attuali Liechtenstein, Francia, Germania, Austria ed Italia e tra le Alpi e la catena del Giura risale a circa 15o.000 anni fa e fu abitato da tribù celtiche come gli Elvezi e gli Allobrogi.
Con la conquista romana, questo lembo di terra fece parte della Provincia di Rezia.
In epoca romana furono fondate città come Colonia Iulia Equestris (Nyon), Genava (Ginevra), Curia (Coira), Sedenum (Sion), Bilitio (Bellinzona), Lousonna (Losanna), Salodunum (Soletta) e Turicum (Zurigo).
Con l'arrivo dei barbari e la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 AD), quella zona si divise in tre aree, quella occidentale, abitata da popolazioni gallo-romane (l'attuale Svizzera francofona), quella centrale e settentrionale, popolata da popolazioni germaniche (l'attuale Svizzera tedescofona) e meridionale, abitata da popolazioni romano-longobarde (da cui discendono sia le comunità italo-svizzere e sia quelle ladine) e reto-romanze, da cui discendono i Ladini, che parlano una lingua neolatina, il romancio. Fiorirono importanti monasteri, come quello di San Gallo e di Saint Maurice d'Agaune.
Con la morte dell'imperatore Carlo Magno (814 AD) e di suo figlio Ludovico il Pio (840 AD) l'attuale Svizzera entrò a fare parte della Lotaringia, quella fascia di territorio che partiva dagli attuali Paesi Bassi e finiva nel centro-nord Italia che fu attribuita a Lotario I, il primo dei tre figli di Ludovico ed imperatore del Sacro Romano Impero, dopo il trattato di Verdun dell'843 AD.
Il Sacro Romano Impero si dissolse nell'887 AD, con la deposizione di Carlo III detto "Il Grosso".
Nel X secolo, fu ricomposto il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica e nel 1039 AD, il territorio svizzero fu preso dall'imperatore Corrado II il Salico.
Fino al 1291 questa parte di impero fu terreno di scontro tra famiglie nobili importanti come quelle sveve di Zahringen e Hohenstaufen, i Savoia e Kyburg.
Nel 1291 la parte centrale della Svizzera fu retta da una famiglia che diventerà molto potente, gli Asburgo.
Questi vollero trasformare i propri feudatari in funzionari (landamani). I contadini, invece, puntarono alla dipendenza diretta dall'impero (sul modello delle città libere imperali), scavalcando feudatari.
Il 1 aosto 1291, le comunità rurali si strinsero in un'alleanza contro gli Asburgo e le comunità di Uri, Svitto (Schwitz) ed Unterwaldo (Unterwald) si unirono.
Qui ci fu l'embrione dello Stato svizzero che noi conosciamo, la Confoederatio Helvetica.
Nel 1313, i contadini di Svitto attaccarono l'abbazia di Einseldeln e due anni dopo furono attaccati dai cavalieri degli Asburgo, che furono sconfitti.
Alla confederazione aderirono in seguito Lucerna (1332), Zurigo (1351), Berna (1353) e Zug (1365). Preoccupati della forza dei confederati, gli Asburgo li attaccarono nuovamente ma furono sconfitti più volte. Nel 1415, Argovia entrò nella confederazione e lo stesso fece Uznach nel 1435.
Dal 1474 al 1477, la confederazione fu attaccata dai Borgognoni di Carlo il Temerario, che vennero sconfitti. Nel 1481, aderirono alla confederazione Friburgo e Soletta .
Nel 1499 l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo riconobbe la sovranità della Svizzera a cui aderirono anche il cantone Appenzell (nel 1513), il Canton Ticino (che fu staccato dal Ducato di Milano, dopo la battaglia di Marignano del 1516) e Ginevra (nel 1519).
Nel XVI secolo, in Svizzera vi furono turbolenze dovute all'arrivo della Riforma protestante.
Prima arrivarono i luterani. Poi, nel 1523, un predicatore di nome Ulderico Zwingli, portò la sua dottrina a Zurigo. Questa dottrina arrivò a Berna, a Sciaffusa fino alle campagne del Grigioni e di San Gallo.
Nel 1535, un predicatore francese di nome Giovanni Calvino fece espellere il vescovo di Ginevra ed impose le sue idee religiose sulla città.
E così, i secoli XVI e XVII furono travagliati a causa degli scontri tra cattolici e protestanti.
In tanti tentarono di conquistare questa terra elevetica.
Ci fu la Guerra dei Trent'anni (1618-1648) che sconvolse mezza Europa.
La fine della Guerra dei Trent'anni sancì l'indipendenza della Svizzera dall'Impero. Nel 1674 fu proclamata la sua neutralità. Nel 1712 finirono anche le guerre di religione.
Il resto è storia nota.
Con l'Illuminismo ci furono rivoluzioni e la Svizzera finì nell'orbita dei Francesi di Napoleone Bonaparte.
Con il Congresso di Vienna (1814) venne stabilito che i confini svizzeri fossero riconosciuti.
Nel XIX secolo ci furono scontro tra i cantoni protestanti e liberali e quelli conservatori e cattolici.
Nel 1848 venne creata la Confederazione Elevetica (o Svizzera) che conosciamo noi.
Ora, voglio portare alla vostra attenzione un piccolo particolare.
Guardate la bandiera svizzera.
Essa è una croce bianca su campo rosso.
Del resto, questa croce compare anche sulle monete. Qui sopra vi è un pezzo da due franchi che fa parte della mia collezione, che spero di completare.
Ora, vi faccio fare un giochino.
Provate ad invertire i colori.
Cosa salta fuori?
E' facile, avremo una croce rossa su campo bianco.
Non vi fa venire in mente niente?
La Croce Rossa?
Non esattamente!
La Croce Rossa fu fondata dal ginevrino Jean Henri Dunant nel 1862 e, secondo la storia ufficiale, prese spunto dalla bandiera svizzera a colori invertiti.
Ora, va ricordato che Dunant era un massone.
Alcune logge della massoneria sostengono di essere eredi di un ordine cavalleresco medioevale che fu fondata nel 1099 da un tale Hugues de Payns e che fu soppresso da Papa Clemente V (per volere del re di Francia Filippo IV detto "Il Bello") nel 1312.
Ma sì...sto parlando proprio dei Cavalieri dell'Ordine Templare!
Ora, vi è una teoria che dice che la Svizzera fosse stata fondata dai proprio da questi cavalieri.
In effetti, il fatto che dei semplici contadini si fossero armati così e che fossero stati capaci di creare un sistema difensivo e politico di simile caratura deve fare supporre che in passato ci fosse stato qualcuno che potesse essere stato in grado di garantire ciò.
Bisogna tenere conto che, quando l'ordine fu soppresso nel 1312, i templari si dispersero.
Alcuni andarono in Scozia, presso re Roberto I, che era stato scomunicato.
Altri, come i templari spagnoli, fondarono ordini nuovi, come l'Ordine di Montesa.
Altri ancora potrebbero essersi rifiugiati nell'attuale Svizzera, ove già avevano precettorie e mansioni.
Inoltre, ricordo che i Templari erano anche dei banchieri. Furono loro gli inventori dell'assegno. La Svizzera di oggi è nota per le banche.
Quindi, ci sono tante coincidenze che, se dovessero essere vere, metterebbero in luce una verità sorprendente.
Tra l'altro, sarebbe anche la dimostrazione del fatto che i Templari erano fedeli al Papa.
La dimostrazione sta nel fatto che dal 1506, sotto Papa Giulio II, ad oggi dei mercenari svizzeri sono al servizio del Papa. I discendenti di questi mercenari sono le Guardie Svizzere.
Se la teoria dei Templari legati alla Svizzera dovesse essere vera sarebbe la dimostrazione della loro fedeltà alla Chiesa.
Tante Guardie Svizzere, ad esempio, morirono nel 1527 per difendere Papa Clemente VII, quando Roma fu saccheggiata da Lanzichenecchi dell'imperatore Carlo V d'Asburgo.
Pertanto, quando sentiamo gridare il motto "Acriter et fideliter", riflettiamo!
Cordiali saluti.
mercoledì 22 giugno 2011
GIOVANI, UNA QUESTIONE SPINOSA!
Cari amici ed amiche.
Vi invito a leggere i commenti all'articolo "Il problema del centrodestra, la Lega Nord? No, la mancanza della Lega Sud?".
Il commento è stato scritto da un tale Pasquale, un ingegnere di ventotto anni.
A prescindere dai toni usati dall'interlocutore e dal suo modo di porre la questione (che non condivido), da quel commento voglio trarre qualcosa di costruttivo.
Nel suo attacco alla Lega Nord (che mi risulta becero), Pasquale scrive:
"I meridionali sono persone che nella maggior parte dei casi sono laureati e vanno al nord ad occupare i migliori posti di lavoro...mentre quelli del nord (che nella maggior parte dei casi si fermano alla licenza media o al diploma) devono accontentarsi di posti di manovalanza...non bisogna generalizzare ma è così! Guarda come ti dicevo io sono un ingegnere, ho 28 anni, lavoro a Bologna ed insegno in una scuola...mi devi credere i ragazzi che ho come alunni, nella maggior parte dei casi, non sanno fare 2+2 ...e sono tutti bolognesi e delle zone limitrofe...qua si spiega tutto!"
Ora faccio la mia considerazione.
Quando afferma che al sud ci sono più laureati, Pasquale dice il vero.
Però, dimentica un aspetto importante della questione.
Il primo riguarda la questione delle condizioni del sud Italia.
Al sud non c'è l'apparato industriale del nord. Ergo, c'è meno richiesta di manovalanza.
Quindi, un giovane del sud che vuole realizzarsi deve per forza studiare e la famiglia lo incoraggia, anche facendo ingenti sforzi economici.
Per un giovane del sud non ci sono altre possibilità.
Intendiamoci, questo è un merito. Di fronte alle difficoltà non sio può stare con le "mani in mano".
Al nord, invece, c'è l'industria e c'è l'agricoltura intensiva. Quindi è richiesta più manovalanza.
Quando afferma che molti lasciano la scuola prima del tempo, Pasquale dice il vero.
Però, dimentica di dire al sud la "mortalità scolastica" (ossia l'abbandono degli studi) non è certamente meno alta di quella che c'è al nord.
La differenza sta nel fatto che al nord la "mortalità scolastica" è più visibile.
Però, non è meno alta di quella che c'è al sud, ove vi sono anche dei bambini che non fanno nemmeno la scuola dell'obbligo.
In secondo luogo, vorrei ricordare un'altra cosa.
Avere la laurea non significa essere "super istruiti".
Dico questo per una ragione molto semplice.
Qui in Italia, molte università non sono meritocratiche, soprattutto a causa della questione delle "baronie" , questione che è largamente combattuta dalla riforma del ministro dell'Istruzione e dell'Università Mariastella Gelmini.
In Italia, il valore della laurea è dimezzato perché tanti laureati hanno quel pezzo di carta non per meriti propri ma per "favori" ricevuti.
Di sicuro, per l'università italiana serve una riforma radicale che preveda un taglio severo dei finanziamenti pubblici per molte facoltà che sono inutili ed un maggiore ingresso anche dei fondi privati che finanziano quelle facoltà che hanno progetti utili.
Questo è un principio di sussidiarietà, che è già presente nella riforma del ministro Gelmini.
Anzi, io sarei favorevole a fare quello che si fa all'estero.
Un'azienda finanzia una facoltà di un'università e ne segue gli allievi che potrebbero diventare suoi futuri managers.
Anzi, se io fossi un ricco imprenditore io farei seguire i giovani fin dalle Scuole Superiori (con dei "talent scout") e poi farei avere ai più meritevoli delle borse di studio per gli studi all'università, così da potere dare a loro il posto nella mia azienda.
Inoltre, le università italiane hanno un'altra grave carenza.
A differenza di quelle estere (che hanno il "campus") molte università italiane non hanno alloggi vicini. Se si escludono alcune eccezioni (come l'università di Firenze, che la "casa dello studente", che è raffigurata nella foto qui sopra) un giovane che va all'università non ha un alloggio vicino al plesso e spesso è costretto o a fare il pendolare o ad affittare delle case, che spesso sono dei tuguri, per i quali uno studente si trova a pagare degli affitti esosi.
Ora, sollevo la questione della disoccupazione giovanile.
Pasquale mi attacca sempre sulla questione della disoccupazione giovanile, questione che mi riguarda, essendo anch'io disoccupato.
Pasquale attacca sempre il Governo. Io voglio portare la questione ad un punto più alto econ un tono meno polemico e più costruttivo.
E' evidente che tra me ed il mio interlocutore vi siano delle differenze di vedute.
Lui è di sinistra e come tale delega tutto allo Stato e alla pubblica istituzione.
Io, invece, sono di centrodestra e dico che non bisogna delegare tutto alla pubblica istituzione e che il privato ha delle responsabilità.
E' evidente che qui in Italia vi sia un problema ma ritengo che il Governo non c'entri più di tanto.
E' la cultura imprenditoriale italiana che ha preso una brutta piega.
In pratica, molti imprenditori che cercano manovalanza, vogliono abbassare i costi.
Per fare ciò, hanno smesso di investire nella tecnologia e puntato tutto sule "braccia".
Quindi, per abbassare i costi, questi imprenditori hanno iniziato ad assumere gli immigrati.
In pratica, i giovani italiani sono stati messi in concorrenza con gli immigrati e questi ultimi sono avvantaggiati.
Molto spesso si dice che i giovani italiani non vogliono fare certi lavori perché umili.
Se gli imprenditori che sostengono questa tesi pagassero di più, io penso che un giovane italiano sarebbe ben disposto a fare certi lavori.
E poi, ritengo che questa tesi sia una pura leggenda metropolitana.
Io, ad esempio, ho lavorato come collaboratore scolastico (bidello) nella Scuola Media.
Sono stato anche impiegato comunale, ma questa è un'altra storia.
Dall'attuale situazione nasce anche la precarietà.
Di certo, gli imprenditori sono oberati da un fisco pesantissimo e qui sì che il Governo deve intervenire.
Però, non si può nemmeno gettare la croce su questo Governo, che tra l'altro ha fatto reggere i conti nonostante la crisi.
Il problema dei giovani è ben più complesso.
In tale proposito, vi invito a leggere la nota di Filippo Giorgianni, che ha preso alcune pagine di un testo del filosofo Roger Scruton che è intitolato "Filosofia di Facebook, vita reale o feticcio".
Il link è http://www.facebook.com/notes/filippo-giorgianni/roger-scruton-filosofia-di-facebook-vita-reale-o-feticcio-in-vitapensiero-n-1201/10150340754763327.
Oggi, i giovani si trovano di fronte ad una vera e propria crisi di valori.
Sull'ambito lavorativo, ho detto tutto prima ma la crisi è profonda anche su quello umano.
Com'è noto, la famiglia è in crisi e la scuola (specie quella pubblica, tanta parte della quale è figlia di quel modo di pensare del Sessantotto) non è in grado di trasmettere valori.
Molto spesso, i giovani si trovano con un solo genitore che spesso è a lavoro. I giovani sono costretti a barcamenarsi in questo contesto di solitudine.
Quindi, c'è una predominanza della "cultura dell'individualismo", ossia di quella "cultura" che fa sì che una persona pensi solo a sé stessa, anche a scapito degli altri. Anche da qui nasce il bullismo nelle scuole, fenomeno che, purtropo, anch'io ho conosciuto, alle Scuole Medie.
Un giovane è portato a fare ciò perché sa di essere solo. E così si rifugia nella sua stanzetta e, navigando nei social-network, si crea un mondo tutto suo con "amici" fittizi.
Ciò, però, è deleterio perché non aiuta a crescere.
Per aiutare i giovani serve un cambiamento culturale.
Cordiali saluti.
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE BERLUSCONI? E' OTTIMO!
Cari amici ed amiche.
Quello pronunciato oggi dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Monte Citorio è stato un discorso di altissimo profilo politico.
Il presidente Berlusconi ha pronunciato un ottimo discorso, con cui ha spiegato ai parlamentari l'attività di questo Governo.
Di sicuro, l'attività di questo Governo è stata positiva per molti aspetti.
Pensate, durante questa crisi, il Governo ha disposto che ci fossero ben 37.000.000.000 di Euro per gli ammortizzatori sociali ed 80.000.000.000 di Euro per le risorse alle aziende.
Inoltre, ha pianificato lo svolgimento del piano per il Sud, che comprende anche le infrastrutture (a cominiciare dall'ammodernamento dell'Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, della quale oltre il 75% del tratto campano è ammodernato), con riunioni del CIPE (Comitato Interministeriale di Programmazione Economica) che si terranno ogni mese.
Inoltre, riguardo alla politica estera, il Governo italiano ha stabilito contatti con il Comitato provvisorio di Bengasi e ne ha riconosciuto la legittimità.
Con il Comitato provvisorio di Bengasi verrò tratta la questione dei rimpatrii dei libici fuggiti e quella del contrasto all'immigrazione clandestina.
Ha programmato anche una via politico-diplomatica per risolvere la crisi libica. Riguardo alle missioni all'estero, il presidente ha annunciato che il tema verrà trattato alla presenza del Consiglio Supremo di Difesa, organo che è presieduto dal Presidente della Repubblica.
Si parlerà anche del termine delle missioni.
Ha parlato anche di un nuovo piano energetico, tenendo conto anche del risultato del referendum sul nucleare.
Inoltre, ha parlato anche della situazione politica.
Una crisi al buio sarebbe una catastrofe.
Infatti, con le agenzie di rating che guardano il nostro Paese si rischia molto.
Se dovesse cadere il Governo ci sarebbe una speculazione fortissima che farebbe declassare il nostro Paese dalle agenzie di rating, che già si mostrano preoccupate dall'instabilità politica.
Finiremmo come la Grecia.
Riguardo al rapporto con la Lega Nord, il presidente Berlusconi ha detto parole di grande amicizia al suo leader Umberto Bossi e agli esponenti di tale partito.
Ha criticato chi ha parlato di operazioni di trasformismo, quando alcuni deputati dell'opposizione hanno scelto di appoggiare il Governo.
Tra l'altro, ha fatto notare che una parte dei parlamentari eletti nel PdL sono passati all'opposizione, tradendo il mandato dato loro dagli elettori, e nessuno ha detto niente.
All'opposizione, ha chiesto collaborazione in tema di riforme.
Quello del presidente Berlusconi è stato un discorso di altissimo profilo istituzionale.
Tra l'altro, faccio notare che se fosse passata la riforma che il centrosinistra fece bocciare nel 2006, a quest'ora avremmo meno parlamentari ed il federalismo.
Questo dimostra che im mali del nostro Paese non sono stati causati dal centrodestra.
Cordiali saluti.
Quello pronunciato oggi dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Monte Citorio è stato un discorso di altissimo profilo politico.
Il presidente Berlusconi ha pronunciato un ottimo discorso, con cui ha spiegato ai parlamentari l'attività di questo Governo.
Di sicuro, l'attività di questo Governo è stata positiva per molti aspetti.
Pensate, durante questa crisi, il Governo ha disposto che ci fossero ben 37.000.000.000 di Euro per gli ammortizzatori sociali ed 80.000.000.000 di Euro per le risorse alle aziende.
Inoltre, ha pianificato lo svolgimento del piano per il Sud, che comprende anche le infrastrutture (a cominiciare dall'ammodernamento dell'Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, della quale oltre il 75% del tratto campano è ammodernato), con riunioni del CIPE (Comitato Interministeriale di Programmazione Economica) che si terranno ogni mese.
Inoltre, riguardo alla politica estera, il Governo italiano ha stabilito contatti con il Comitato provvisorio di Bengasi e ne ha riconosciuto la legittimità.
Con il Comitato provvisorio di Bengasi verrò tratta la questione dei rimpatrii dei libici fuggiti e quella del contrasto all'immigrazione clandestina.
Ha programmato anche una via politico-diplomatica per risolvere la crisi libica. Riguardo alle missioni all'estero, il presidente ha annunciato che il tema verrà trattato alla presenza del Consiglio Supremo di Difesa, organo che è presieduto dal Presidente della Repubblica.
Si parlerà anche del termine delle missioni.
Ha parlato anche di un nuovo piano energetico, tenendo conto anche del risultato del referendum sul nucleare.
Inoltre, ha parlato anche della situazione politica.
Una crisi al buio sarebbe una catastrofe.
Infatti, con le agenzie di rating che guardano il nostro Paese si rischia molto.
Se dovesse cadere il Governo ci sarebbe una speculazione fortissima che farebbe declassare il nostro Paese dalle agenzie di rating, che già si mostrano preoccupate dall'instabilità politica.
Finiremmo come la Grecia.
Riguardo al rapporto con la Lega Nord, il presidente Berlusconi ha detto parole di grande amicizia al suo leader Umberto Bossi e agli esponenti di tale partito.
Ha criticato chi ha parlato di operazioni di trasformismo, quando alcuni deputati dell'opposizione hanno scelto di appoggiare il Governo.
Tra l'altro, ha fatto notare che una parte dei parlamentari eletti nel PdL sono passati all'opposizione, tradendo il mandato dato loro dagli elettori, e nessuno ha detto niente.
All'opposizione, ha chiesto collaborazione in tema di riforme.
Quello del presidente Berlusconi è stato un discorso di altissimo profilo istituzionale.
Tra l'altro, faccio notare che se fosse passata la riforma che il centrosinistra fece bocciare nel 2006, a quest'ora avremmo meno parlamentari ed il federalismo.
Questo dimostra che im mali del nostro Paese non sono stati causati dal centrodestra.
Cordiali saluti.
martedì 21 giugno 2011
IL PROBLEMA DEL CENTRODESTRA, LA LEGA NORD? NO, LA MANCANZA DELLA LEGA SUD!
Cari amici ed amiche.
In questo video che ho scaricato da Youtube viene mostrato l'intervento fatto dal senatore Pasquale Viespoli (ex-Popolo della Libertà, ex-Futuro e Libertà per l'Italia ed oggi Coesione nazionale-Io Sud) durante la verifica del Governo.
Tra l'altro, ieri ho visto questo intervento in diretta TV.
Voglio fare una riflessione, partendo dalle parole del senatore Viespoli.
Il punto della questione sta nel fatto che questo centrodestra sia sbilanciato non perché c'è la Lega Nord e perché tale partito porta le sue idee.
Quello che fa la Lega Nord è legittimo e in buona parte perfettamente condivisibile.
La Lega Nord ha sollevato le questioni su dei problemi reali.
Ad esempio, la questione di Equitalia e del fatto che a un poveretto vengano pignorate automobile e casa, qualora non pagasse, ad esempio, il canone RAI è un problema reale.
La questione del federalismo e della riduzione del numero dei parlamentari è un tema che va affrontato.
L'unica questione portata dalla Lega Nord che è stata discutibile è stata quella dello spostamento dei ministeri al nord.
Qui si è dovuto mediare e la soluzione è stata trovata portando delle sedi di rappresentanza dei ministeri al nord.
Quindi, alla Lega Nord non va rimproverato nulla. Per dirla in dialetto mantovano, a gh'a rason! Se volete ve lo dico anche in siciliano, c'avi raggiuni!
Spero di evitare le polemiche.
Il problema vero è che manca un movimento analogo al sud, una "Lega Sud".
Ci sono tanti partiti e partitini (come Noi Sud, Forza del Sud, Movimento per l'Autonomia, Io Sud e Lega Ausonia) ma non c'è un grosso partito capace di fare sì che ci sia dialogo tra il popolo del sud e le istituzioni centrali.
Ciò è dovuto ad un male antico del sud Italia, il territorialismo accentuato, che ha frammentato il sud in tanti "feudi", grandi e piccoli.
In pratica non c'è "un sud" ma ci sono "tanti sud" che, negli anni passati, vissero vere e proprie politiche di assistenzialismo che favorirono il clientelismo, le varie forme di criminalità organizzata ed una carenza di imprenditorialità.
La frammentazione dei movimenti nel sud Italia rispecchia pienamente il contesto meridionale.
Immagino un giovane meridionale che vuole portare avanti dei progetti utili e magari vuole fare dell'imprenditoria nella sua terra, creando così ricchezza.
Quel poveretto non riesce, proprio a causa di questo rapporto malato che si instaurò tra la popolazione ed una classe politica che spesso pensa alla sua conservazione.
Io ritengo quindi che al sud ci debba essere un movimento simile alla Lega Nord.
Non crediate che il nord sia uno.
Anche nel nord ci sono tante realtà diverse.
Basti pensare al nord-ovest, rappresentato dal "triangolo" costituito da tre poli industriali di Torino, Milano e Genova, che è completamente diverso dal nord-est della piccola e media impresa o dall'Emilia-Romagna e del Mantovano, ove sono forti le cooperative, insieme alle piccole imprese.
Ci sono delle differenze abissali tra queste aree ma la Lega Nord è riuscita a fare sintesi di tutte queste differenti voci.
Ciò è avvenuto perché la Lega Nord è un partito nato dal basso, dal popolo settentrionale.
Anche al sud servirebbe una cosa simile.
Ora, mi rivolgo (in particolare) ai parlamentari "sudisti" come l'onorevole Gianfranco Micciché, la senatrice Adriana Poli Bortone, l'onorevole Luciano Sardelli o lo stesso senatore Viespoli.
Perché non fanno un unico partito del Sud che sappia cogliere tutte le istanze di questo pezzo di Paese, partendo dal basso.
A mio modo di vedere, questi parlamentari devono fare sì che si crei al sud una classe politica legata al territorio ma non territorialista ed autoreferenziata.
Devono coinvolgere i giovani meridionali nella politica nel loro territorio e per il loro territorio.
Devono fare capire che il federalismo non è contro il sud ma è per l'Italia.
Il federalismo può essere il modo in cui possano emergere tutte le energie migliori del sud Italia.
Io mi auguro che ciò avvenga.
Parlo come ragazzo del nord (ma di origini meridionali) che vede che ci sono delle gravi difficoltà, come la disoccupazione giovanile, che è più bassa rispetto a quella di altri Paesi ma che pesa su tutto il "sistema Italia". Io parlo con cognizione di causa, essendo disoccupato
C'è un nord che produce ricchezza ma che, a causa di questo centralismo, si trova con una zavorra che gli toglie tanta parte di codesta ricchezza.
C'è un sud che ha delle grandissime potenzialità ma che non riesce ad esprimerle, a causa dei mali atavici di cui ho parlato più volte.
Il federalismo può dare l'impulso del cambiamento.
E allora, perché il centrodestra sia completo serve la Lega Nord ma serve anche una Lega Sud che nell'alleanza con il Popolo della Libertà abbiano un riferimento per portare le istanze delle due parti del nostro grande Paese al Governo.
Solo se si è al Governo si possono mettere in pratica le proprie idee.
Cordiali saluti.
QUALCHE CONSIGLIO PER LE VACANZE
Cari amici ed amiche.
Ad un mio precedente articolo intitolato "Da Roseto degli Abruzzi al Gran Sasso d'Italia, un itinerario nella Valle del Vomano" è stato fatto un commento in cui mi si chiedeva come possa raggiungere il Santuario di San Gabriele dell'Addolorata.
Il Santuario può essere raggiunto comodamente in automobile. Da Milano, basta imboccare l'autostrada A1 per Bologna e da lì si imbocca l'autostrada A14 per Ancona. Si prosegue per Pescara e si esce a Teramo-Giulianova-Mosciano Sant'Angelo. Io, che parto da Mantova, imbocco la A22 per Modena e da lì mi immetto nella A1 per Bologna.
Da lì, si imbocca l'autostrada A24 Teramo-L'Aquila-Roma, in direzione Roma. Oggi vi è una superstrada che collega la A14 alla A24 a Teramo. Imboccate questa superstrada, con la quale eviterete di passare per la città di Teramo. A Teramo vi immetterete direttamente nell'Autostrada A24. Il primo tratto di questa autostrada non è a pedaggio. Arrivate alla barriera (dopo lo svincolo di Basciano-Villa Vomano) entrate nel tratto a pedaggio e, arrivati allo svincolo di Colledara-San Gabriele, uscite dall'autostrada.
Il santuario è lì vicino. Vi basterà seguire le indicazioni e, dopo qualche chilomentro, sarete è lì.
Il Santuario è raggiungibile anche dal sud Italia. Dalla Puglia, vi basterà prendere l'Autostrada A14 in direzione Pescara e si proseguirà poi per Ancona.
Vi basterà uscire allo svincolo di Roseto degli Abruzzi e da lì dovrete prendere la strada per Montorio al Vomano.
Vi dovrete immettere poi nell'Autostrada A24 e fare il tragitto prima citato.
Da Roma, il santuario può essere raggiunto imboccando l'autostrada A24 per L'Aquila e Teramo.
Passate il traforo del Gran Sasso e uscite allo svincolo di Colledara-San Gabriele.
Vi consiglio di visitare questo santuario perché è un luogo di grande fede e tradizione religiosa ma in zona potrete fare anche della normale villeggiatura, visti i bei posti.
Ad esempio, da San Gabriele, il borgo di Castelli è facilmente raggiungibile. Questo borgo è noto per le ceramiche.
Inoltre, vi sono i piccoli borghi come Tossicia, il paese di origine della famiglia di mio padre.
Si possono fare anche dei campeggi nella zona del Lago di Campotosto, che può essere raggiunto facilmente uscendo dall'autostrada A24 allo svincolo di Assergi o passando per Tossicia e Montorio al Vomano e da lì prendendo la SS 80 per L'Aquila.
In zona, vi è anche il borgo di Santo Stefano di Sessanio.
Chi ama la montagna, può andare a Prati di Tivo, che può essere raggiunta prendendo la SS.80 per L'Aquila (da Montorio al Vomano) ed imboccando la strada per Pietracamela.
Chi ama il mare, può raggingere il Mare Adriatico andando a Roseto degli Abruzzi o a Giulianova.
Sia vicino al Santuario di San Gabriele e sia nelle altre zone che ho citato vi sono alberghi, agriturismi e varie strutture ricettive. Inoltre, anche la cucina non è niente male. Pensate ai noti maccheroni "alla chitarra", al timballo, agli arrosticini (spiedini di montone o di pecora), alla pecora "alla callara" o ai bocconotti.
Termino facendovi anche una segnalazione.
L'amico Giuseppe Sagliocco mi ha contattato, riferendomi che vi è una villetta da affittare a Marina di Sibari, in provincia di Cosenza. Sibari si trova sulla costa jonica della Calabria.
La zona in cui si trova questa villetta è un villaggio dotato di animazione nelle due piazzette del centro, che sono piene di negozietti caratteristici.
La villetta è composta da una cucina, una sala da pranzo, tre camere da letto e due bagni. Ha anche un balcone ed un giardino.
Si trova a 600 m. dal mare e a 300 m. dal centro, con i negozi.
A luglio, il prezzo di 1600 Euro al mese. Si affitta ad una famiglia composta al massimo da cinque o sei persone.
Per saperne di più, contattate Giuseppe al numero 3807308603.
Tra l'altro, in zona, vi è il comune di Spezzano Albanese, che ospita la terme (http://www.termedispezzano.it) ed il Santuario della Madonna delle Grazie.
La zona è perfettamente raggiungibile anche dall'Autostrada A3 Napoli-Salerno-Reggio Calabria, uscendo a Spezzano Albanese-Sibari, Altomonte o Spezzano Terme.
Spero di avervi dato qualche consiglio per fare delle vacanze in cui il divertimento ed il relax possano essere coniugati alla cultura e alla fede.
Cordiali saluti.
lunedì 20 giugno 2011
SAN LUIGI GONZAGA E SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA, I SANTI DEI GIOVANI
Cari amici ed amiche.
Oggi, 21 giugno, è la festa di San Luigi Gonzaga, Patrono dei Giovani. Questo Santo mantovano nacvque nel 1568 e morì nel 1591. Egli fu il figlio del marchese di Castiglione delle Stiviere Ferrante I Gonzaga e di Marta Tana di Santena. Nacque nel castello di Castiglione delle Stiviere, nell'attuale provincia di Mantova.
San Luigi fu il figlio primogenito e, in quanto tale, erede del titolo di marchese.
Forse, già da subito si poteva intuire quello che sarebbe diventato.
Nel 1580 ricevette la Prima Comunione da San Carlo Borromeo, che fu in visita alla diocesi di Brescia, a cui Castiglione delle Stiviere apparteneva.
Nel 1581 andò a Madrid, come paggio di corte, presso re Filippo II.
Il padre lo volle educare alla vita militare ma egli fece un'altra scelta e a diciassette anni entrò nella Compagnia di Gesù (l'Ordine Gesuita) e si trasferì a Roma. Nel 1585 rinunciò al titolo di marchese, in favore del fratello minore Rodolfo.
Studiò teologia e filosofia. Tra i suoi insegnanti ci fu il cardinale Roberto Bellarmino.
Dal 1590 al 1591, una pestilenza fece morire molte persone, tra cui tre Papi (Sisto V, Urbano VII e Gregorio XIV). Con il confratello Camillo de Lellis (che venne poi canonizzato) si impegnò a soccorrere i malati.
Ammalatosi da tempo, Luigi soccorse solo i malati non contagiosi ma una volta trovò un malato per strada, se lo caricò sulle spalle e lo portò all'ospedale.
Morì pochi giorni dopo. Aveva solo 23 anni.
Nel 1605, Papa Paolo V lo beatificò e nel 1726, Papa Benedetto XIII lo canonizzò.
Papa Pio XI lo fece "Patrono dei giovani e degli studenti".
Il suo corpo riposa nella chiesa di Sant'Ignazio a Roma. Il suo cranio, invece, è nella basilica a lui intitolata che si trova Castiglione delle Stiviere mentre la sua mandibola è a Rosolini, in provincia di Siracusa.
Negli USA esiste un'università inititolata a lui. L'università in questione è quella di Spokane.
Ora, voglio fare delle considerazioni a riguardo.
San Luigi Gonzaga fu il classico esempio di giovane rampollo di una famiglia potente, una persona che avrebbe potuto avere tutto dalla vita.
Invece, scelse di rinunciare a tutto e votò la sua gioventù a Cristo e si mise al servizio del prossimo.
Questo dimostra due cose.
La prima è che un'esperienza simile smentisce chi parla del "potente egoista", facendo certi discorsi pseudo-politici.
Giusto ieri, ero stato invitato ad una riunione dall'Associazione Civica Mantovana (http://www.associazionecivicamantovana.it) e discutendo con uno dei ragazzi di tale associazione era saltata fuori la "questione della classe". Intendiamoci, io non faccio parte dell'Associazione Civica Mantovana.
Il mio interlocutore, infatti, mi diceva di avere un parere molto negativo verso gli imprenditori in politica.
Io gli avevo risposto dicendo che il valore di una persona non si vede dal suo portafogli ma dai suoi valori più profondi.
Ergo, il bene che c'è in una persona prescinde dalla condizione sua o della sua famiglia.
Quindi, una persona ricca non è necessariamente una persona malvagia.
La ricchezza in sé non è malvagia. Il denaro non è lo "sterco del diavolo" o qualcosa di immondo, come non è immondo il potere. Malvagio può essere il rapporto che si instaura tra l'uomo e la sua ricchezza. Se l'uomo pone la sua ricchezza ed il suo potere come fini, allora sì che la ricchezza ed il potere assumono una connotazione negativa.
Un uomo del genere non è libero ma è schiavo della ricchezza e del potere materiale.
Però, se l'uomo pone la ricchezza ed il potere come mezzi per fare delle cose buone e come suoi fini sceglie valori più nobili ed alti, la ricchezza ed il potere diventano dei "valori aggiunti".
Il caso di San Luigi Gonzaga fu esemplare in ciò.
Lui, figlio di potenti nobili, ebbe un'ottima istruzione.
Avere come precettore il cardinal Bellarmino non fu cosa da poco.
Eppure, lui mise tutto questo patrimonio al servizio del prossimo e di Dio, accumulando un patrimonio più alto, in cielo.
Un'altra considerazione che faccio riguarda il contesto storico in cui questo Santo operò.
Il XVI secolo fu un periodo drammatico per la Chiesa cattolica.
Infatti, ci fu la Riforma protestante, che certamente fu istigata anche da situazioni negative dentro la Chiesa di allora ma che rischiò anche di disintegrare la cristianità europea.
L'Europa fu tutta una guerra tra cristiani, sia tra cattolici e protestanti, sia tra protestanti e sia tra gli stessi cattolici. I principi ed i re abbracciavano il protestantesimo e costringevano i sudditi a fare altrettanto o a lasciare tutto e ad andarsene. Era il principio del "Cuius regio, eius religio".
A ciò, si unì anche il pericolo dell'espansione turca in Europa, espansione che fu favorita anche dalle spaccature nella cristianità che furono causate dalla Riforma.
Personalità come San Luigi Gonzaga contribuì quindi a mantenere forte la Chiesa cattolica. Fu un marinaio in una barca nella tempesta. Del resto, la storia ce lo insegna.
Nei momenti difficili della Chiesa cattolica, le personalità grandi al suo interno emergono.
Avvenne ciò nel Medio Evo, con San Francesco d'Assisi e nel XVI secolo, con San Luigi Gonzaga ma la cosa si ripeté anche nei secoli successivi. Fu il caso di San Gabriele dell'Addolorata, un Santo a cui sono legato, per ovvi motivi.
La figura San Gabriele emerse in un periodo difficilissimo per la Chiesa, una Chiesa che fu già provata dagli scismi del XVI secolo, dai realismi del XVIII secolo, dall'Illuminismo e dalla Rivoluzione francese.
Inoltre, San Gabriele visse nel periodo in cui ci fu l'unità d'Italia, un'unificazione che, però, fu innescata e promossa da forze anticlericali, logge massoniche e forze settarie. Vi invito a leggere questo articolo che mi è stato portato all'attenzione da Alessandra Spanò, che ringrazio, seguendo il link http://www.totustuus.me/modules.php?name=News&file=article&side=188.
Fu un'unificazione fatta contro la Chiesa.
San Gabriele emerse in questo contesto.
Ciò non è un caso, così come non può essere casuale il fatto che oggi San Gabriele dell'Addolorata e San Luigi Gonzaga siano i patroni di giovani, che rappresentano il futuro di una società.
Oggi, dobbiamo proporre modelli simili ai nostri giovani. Anzi, i giovani di oggi hanno ancora più bisogno di riferimenti simili.
Infatti, è pur vero che vi è stato un progresso scientifico e tecnologico ma vi è stata anche una regressione dei valori.
La famiglia è in crisi e la scuola non è in grado di trasmettere certi valori.
I giovani, molto spesso, si trovano con un solo genitore che spesso è assente, perché lavora.
E così, essi si chiudono nelle loro stanze e si mettono davanti ad un computer e navigano su Facebook e su altri social-network, ove conducono una sorta di "vita parallela".
Qualcuno mi darà dell'ipocrita perché anch'io ho un profilo su Facebook. Vorrei fare notare, però, che il mio profilo è collegato alla mia attività politica e culturale sul mio territorio. Tra l'altro, visto che la mia attività politica sul territorio è in crisi, avrei anche l'intenzione di chiudere il profilo su Facebook.
Purtroppo, molti giovani usano Facebook per colmare il vuoto che c'è nella vita reale.
Questo è sbagliato!
La vita è fatta di condivisione di valori e Facebook (come tutti gli altri social network) non offre ciò.
E così, i giovani diventano sempre più individualisti ed intenti a curare il proprio ego, anche a scapito degli altri.
A questo, si unisce anche la precarizzazione del lavoro, una precarizzazione dovuta ad una società poco meritocratica, incapace di cogliere i cambiamenti dell'economia e dei mercati e che pensa più a sopravvivere che non a vivere. Da tutto ciò nasce anche la disoccupazione, cosa che conosco bene, essendo anch'io attualmente disoccupato.
Della precarietà, ha parlato anche Sua Santità, Papa Benedetto XVI, durante l'omelia della Messa che ha celebrato domenica nella Repubblica di San Marino.
Tutto ciòà non va bene perché inficia la forza di tutta la società.
E allora, credo che sia il caso di guardare a figure come San Luigi Gonzaga e San Gabriele dell'Addolorata.
Sono esempi per tutti.
Se entrate nelle chiese, pregate per i giovani e chiedete le intercessioni a questi due grandi Santi.
Se volete, pregate anche per me.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.