Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 1 luglio 2010

IL FURTO CHE SALVO' SAN NICOLA


Cari amici ed amiche.
Vorrei parlarvi della storia di San Nicola.
Questo santo nacque a Patara di Licia (in Licia, regione meridionale dell'Anatolia) tra il 260 ed il 280AD.
Fu figlio di una famiglia cristiana e benestante.
Prematuramente, a causa della peste, rimase orfano ed ereditò la fortuna dei genitori che egli usò per aiutare i bisognosi.
Si disse che quando venne a conoscenza della situazione di un ricco decaduto che voleva fare prostituire le sue tre figlie (perché non aveva la dote per farle sposare), egli prese ingenti quantità di denaro, le avvolse in un panno e per tre notti consecutive le gettò nella casa dell'uomo, dando alle tre figlie la dote per il matrimonio.
Vi è anche un'altra leggenda che disse che egli risuscitò tre bambini uccisi da un malvagio e folle macellaio che ne mise le carni sotto sale per venderle.
Da qui, forse, provenne la fama di protettore dei bambini e di persona molto generosa da cui nacque la storia di Babbo Natale.
In seguito, Nicola si trasferì a Myra (l'attuale Demre, sempre in Licia), ove venne ordinato sacerdote e venne acclamato vescovo.
Nel 305 AD, durante le persecuzioni di Diocleziano, fu esiliato ed imprigionato.
Fatto liberare dall'imperatore Costantino I riprese la sua attività e lottò contro l'eresia ariana.
Non si sa se partecipò al Concilio di Nicea ma, secondo una leggenda, in un momento di ira, egli prese a schiaffi il teologo Ario.
Aiutò molto la popolazione di Myra, riuscendo ad ottenere la riduzione delle imposte dall'imperatore, a causa di una crisi.
Presumibilmente, morì il 06 dicembre 343AD.
Il suo corpo riposò nella cattedrale di Myra, fino 1087.
Qui, avvenne il fatto importante.
Il 26 agosto 1071, ci fu un fatto molto grave.
In una battaglia che ebbe luogo a Manzicerta (allora in Armenia, oggi in Turchia) i Bizantini comandati dall'imperatore Romano IV Diogene vennero rovinosamente sconfitti dai Turchi Selgiuchidi, comandati dal sultano Alp Arslan.
I Turchi conquistarono l'Anatolia (che divento parte del Sultanato di Rum) e da lì minacciarono Costantinopoli e l'Europa.
Anche questo spinse gli Europei a fare la I Crociata.
Ci fu anche una forte competizione tra Venezia e Bari che vollero le ossa di San Nicola.
Una spedizione barese (costituita da sessantadue marinai, tra i quali vi furono i sacerdoti Grimoldo e Lupo) giunse a Myra e portò via le ossa del santo, che si trovavano in una città oramai insicura.
Il 09 maggio, i marinai giunsero a Bari e, secondo una leggenda, depositarono le ossa ove si fermarono i buoi che trainavano il carico della barca.
In realtà, esse furono custodite nella Chiesa benedittina di San Michele Arcangelo, sotto la custodia dell'abate Elia, che divenne vescovo di Bari.
L'abate fece fare una nuova chiesa (l'attuale basilica, nella foto) che venne consacrata due anni dopo da Papa Urbano II.
Venezia non si rassegnò e durante la I Crociata andarono a Myra e portarono via quello che baresi lasciarono.
Questi resti vennero traslati nell'Abbazia di San Nicolò al Lido.
Altri resti del santo si trovano a Soriano di Cimino, in Provincia di Viterbo.
Questa storia che può sembrare sacrilega, in realtà, fu la salvezza del santo.
Infatti, dopo Manzicerta, l'Anatolia passò ai Turchi.
Venne in parte riconquistata dai Bizantini, con la I Crociata, ma durò poco.
Nel XIII ci furono il Sacco di Costantinopoli e la nascita dell'Impero latino d'Oriente (che durò fino 1261) e successivamente ci furono delle guerre civili che distrussero l'impero.
I Turchi ottomani conquistarono le sue terre e distrussero tanta parte del patrimonio cristiano.
Se queste ossa non fossero state trafugate, forse avrebbero potuto finire male.
Forse, quelle spedizioni fecero una cosa più importante dell'avere dato un Patrono a Bari e delle reliquie a Venezia e a Soriano di Cimino.
Esse potrebbero avere salvato un importante patrimonio.
Cordiali saluti.


PALIO DI SIENA, UN'OPERA BLASFEMA

Cari amici ed amiche.

Su Facebook mi è arrivata una nota di "Il Jester" (http://www.iljester.it).
In questa nota si è parlato di una cosa che quantomeno mi ha lasciato perplesso, per non dire altro.
Si è parlato di un drappone raffigurante San Giorgio che verrà usato per il Palio di Siena.
Purtroppo, il Santo non è stato raffigurato con l'aureola ma con la kefiah araba !
Qui si rasenta la BLASFEMIA!
Qui non si è capito che questo buonismo non porta all'integrazione ma alla distruzione della nostra civiltà!
Una civilità inizia ad essere distrutta quando ne vengono distrutti i simboli.
Riflettiamo!
Cordiali saluti.

A DIFESA DEGLI AMICI RICCARDO E MORRIS

Cari amici ed amiche.

Leggete il link http://www.bresciapoint.com/informazione/599-simpatizzanti-del-pdl-popolo-dellamore-contro-emergency.html.
Trovo ingiusto quanto scritto su questo link nei confronti degli amici Riccardo Di Giuseppe e Morris Sonnino.
Queste due persone, insieme ad altre, sono state attaccate dagli autori di quel sito.
Sia Sonnino che Di Giuseppe sono nella mia "lista amici" di Facebook.
Sonnino è una persona con cui spesso mi confronto. Lui commenta spesso le mie note sul social network.
E' un ragazzo di venticinque anni ma, da quello che scrive, ne dimostra di più.
E' molto preparato.
A quelli del PdL della sua zona, direi di tenerlo d'occhio. E' bravo e va valorizzato!
Quanto a Di Giuseppe, mi confronto molto spesso anche con lui.
E' un ragazzo intelligente e solleva delle questioni molto importanti.
Tra l'altro, è titolare del blog http://riccardodigiuseppe.blogspot.com/.
E' interessante.
Non mi sembra che loro abbiano detto qualcosa di offensivo verso nessuno.
Quindi, trovo ingiusto il fatto che Sonnino e Di Giuseppe vengano definiti "fake".
Tra l'altro, di recente, ho saputo che qualcuno ritiene che anche il sottoscritto sia un "fake".
Smentisco categoricamente questa affermazione. Chi ha lavorato con me, può confermare quello che dico.
Inoltre, non trovo giusto attaccare delle persone con un articolo anonimo.
Infatti, l'articolo nel link che si trova all'inizio di questo post non ha il nome dell'autore.
Sonnino e Di Giuseppe non sono soli.
Molti sono vicini a loro.
Cordiali saluti.

mercoledì 30 giugno 2010

MANTOVA, PROVINCIA A RISCHIO DI DISGREGAZIONE

Cari amici ed amiche.

Citando un mio vecchio post (http://italiaemondo.blogspot.com/2010/06/da-villimpenta-san-leo-confini-incerti.html) ed il caso dei Comuni della Valmarecchia che nel 2009 cambiarono regione.
Infatti, dopo un referendum avvenuto nel 2006, sette comuni (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria, e Talamello) passarono dalla Regione Marche all'Emilia-Romagna e dalla Provincia di Pesaro-Urbino a quella di Rimini .
La decisione è oggi sub-judice, in seguito al ricorso fatto dalla Regione Marche il 13 ottobre 2009.
Purtroppo, questo tema è delicato e potrebbe non riguardare solo questi Comuni marchigiani.
Una Provincia a rischio è ahimè quella di Mantova.
Dico "ahimè" perché è la mia Provincia.
Proviamo a capire insieme la situazione.
Guardando la cartina, potrete capire che la Provincia di Mantova è periferica rispetto alle altre Province alla Regione Lombardia.
Essa confina con due Province lombarde (Cremona e Brescia), due venete (Verona e Rovigo) e quattro emiliane (Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara).
Inoltre, di noi mantovani si dice che "non si sa se siamo veneti, lombardi o emiliani".
In effetti, se si va verso nord-ovest (Castiglione delle Stiviere, Asola e Castelgoffredo), la parlata degli abitanti tende al bresciano.
Se si va ad ovest (Canneto sull'Oglio, Bozzolo, Gazzuolo, Commessaggio e Sabbioneta) il dialetto ha maggiori affinità con il cremonese.
Se si va nord-est e ad est, (Monzambano, Roverbella, Castelbelforte, Castel d'Ario, Villimpenta ed in parte anche Roncoferraro) la parlata tende al veneto.
Se si va a sud del Po, l'inflessione è quella emiliana.
A parte la questione dei dialetti, ve n'è una anche geopolitica e di gestione.
Ad esempio, una larga fetta dei roncoferraresi, dei villimpentesi e casteldariesi è nata a Nogara (Verona) o in altri ospedali del vicino Veneto.
Tutto ciò, insieme alla situazione di perifericità rispetto la resto della Lombardia, potrebbe indurre qualche Comune a fare quello che fecero i succitatati sette Comuni dell'Alta Valmarecchia.
Se ciò dovesse accadere si creerebbero numerosi problemi anche all'interno di molti Comuni.
Pensiamo, ad esempio, a Roncoferraro.
Esso è un Comune grosso che ha una superficie di 63 Km2 e che consta del capoluogo (Roncoferraro, per l'appunto) e di undici frazioni che sono Pontemerlano, Castelletto Borgo, Cadè, Villa Garibaldi, Barbassolo, Nosedole, Casale, Governolo, Garolda e Barbasso.
E' una realtà molto complessa, ove vi è il campanilismo tra il capoluogo e la frazione più importante, Governolo.
Ora, se a Roncoferraro dovesse verificarsi una situazione simile a quella di San Leo, di Pennabilli o di un altro Comune dell'Alta Valmarecchia e dovesse esserci un referendum che ne decreterebbe il passaggio al Veneto, potrebbe capitare che a Roncoferraro e in alcune frazioni prevalgano i SI' e a Governolo ed in altre prevalgano i NO.
Questo potrebbe portare alla spaccatura del Comune di Roncoferraro. Un discorso analogo si può fare per Marmirolo, con la frazione di Pozzolo.
Oltre ai cambi di Regione potrebbero verificarsi anche i passaggi di Comuni mantovani alle altre Province lombarde.
Ad esempio, potrebbe verificarsi il passaggio di Castelgoffredo alla Provincia di Brescia.
E' solo un esempio, intendiamoci!
Certamente, la politica provinciale non ha aiutato ad inserire bene la Provincia di Mantova nel contesto lombardo.
Serve quindi una nuova politica provinciale che mantenga tutti i Comuni del Mantovano attaccati al veloce "treno lombardo".
Anzi, serve una politica che faccia diventare la provincia virgiliana protagonista nella Lombardia.
Certamente, il caso dell'Alta Valmarecchia è un precedente che deve fare riflettere.
Cordiali saluti.

ANTIBERLUSCONISMO

Cari amici ed amiche.

Vorrei parlare dell'"antiberlusconismo".
L'antiberlusconismo è l'avversione nei confronti della figura del preidente Silvio Berlusconi.
Essa è un'avversione che va ben oltre la critica. E' becero odio allo stato puro!
Perché questa avversione nei confronti del presidente?
Per capire ciò, bisogna capire la figura del presidente Berlusconi.
Il presidente Berlusconi non è un politico di professione ma è un imprenditore, un uomo che proviene dal mondo del lavoro.
Lui entrò in politica in un momento molto particolare per il nostro Paese.
Lui entrò in politica nel 1994. In quel periodo, la vecchia classe politica fu decimata da "Tangentopoli".
La Sinistra avrebbe di fatto preso il potere, essendo l'unica forza politica ancora in vigore.
Serviva, quindi, un partito moderato che ne potesse fermare l'avanzata.
Quell soggetto politico ci fu e fu proprio Forza Italia, il partito fondato dal presidente Berlusconi.
Forza Italia fu un soggetto nuovo in quel contesto politico.
Buona parte delle figure che componevano tale partito non furono persone che facevano politica di professione ma gente che proveniva dal mondo del lavoro, da quello della cultura e dalla società civile e che non si riconoscevano nella Sinistra.
Questo fece molta rabbia alla Sinistra, che in comune con la vecchia classe politica, ebbe nelle sue fila persone che facevano politica di professione. Tuttora la Sinistra ha in seno politici di professione.
E così, a sinistra ci si alleava contro il presidente Berlusconi e non per governare e le conseguenze si videro nei fatti.
Le due esperienze di governo del centro sinistra (quella del 1996 e quella del 2006) si chiusero con Presidenti del Consiglio che cambiavano e con elezioni anticipate, come nel caso dell'ultimo governo Prodi.
Il presidente Berlusconi rappresenta tutto quello che è odiato dalla Sinistra.
Com'è già stato detto, egli non è un politico di professione ma è un uomo vicino alla realtà dei cittadini italiani.
Inoltre, egli è un uomo ricco, una persona che potrebbe godersi la vita, invece di faticare per tenere a posto questo Paese.
Questo dimostra anche il SUO GRANDE AMORE PER L'ITALIA!
Egli rispecchia i canoni di chi vuole vedere un'Italia forte, moderata, amica di Stati democratici come gli USA o Israele e ben inserita nel contesto europeo.
Tutto ciò fa rabbia alla Sinistra e da questa vecchia ed atavica rabbia proviene l'antiberlusconismo che la porta a fare quanto detto prima.
E così si moltiplicano gli attacchi contro il presidente e gli insulti anche contro chi dimostra solo una simpatia verso il centro destra.
Io, molto spesso, ho subito attacchi.
Su certi forum su cui scrivevo mi beccavo del "mafioso", del "maiale", del "ladro" e del "servo del potente".
Ho messo solo i termini più "educati".
Ho anche ricevuto qualche minaccia.
Certamente, se la Sinistra deve smetterla di seminare odio.
Se crede nella democrazia, rifiuti l'odio e l'antiberlusconismo.
Ci guadagnerebbe tutto il Paese.
Nonostante tutti i succitati insulti che mi sono stati rivolti, io sono con il presidente Berlusconi, un uomo capace che contribuirà a fare grande l'Italia.
Cordiali saluti.

martedì 29 giugno 2010

LA BARCA NELLA TEMPESTA







Cari amici ed amiche.

Ieri, per la solennità dei Santi Pietro e Paolo, il Santo Padre Benedetto XVI ha lanciato un nuovo monito alla Chiesa.
Egli ha detto che ciò che è preoccupante è rappresentato non dagli attacchi all'esterno della Chiesa dai mali al suo interno come la pedofilia, il sacerdozio preso come una carriera e non come un servizio e le divisioni nelle stesse comunità cristiane.
Ora, ci sono due teorie.
La prima è rappresentata da quanto sostenuto dal Santo Padre, che non fa una grinza.
La seconda è sostenuta da alcuni prelati e fedeli e parla di un grande attacco contro la Chiesa, se di non un "grande complotto".
Io ritengo che queste due tesi non siano contrapposte e che l'una non escluda l'altra.
Effettivamente, i succitati mali interni alla Chiesa hanno offerto il pretesto a quei movimenti laicisti, anticlericali, anticattolici ed anticristiani, di attaccarla.
In pratica, quei mali che si trovano dentro la Chiesa (e che sono stati denunciati dal Santo Padre), hanno offerto a questi movimenti il pretesto di attaccare la Chiesa e la dottrina cristiana stessa.
Quindi, le due cose vanno di pari passo.
Questi movimenti che attaccano la Chiesa sono antireligiosi perché non si limitano ad attaccare la gerarchia ecclesiastica (che può commettere degli errori) ma puntano a distruggere la stessa dottrina cristiana.
Questa galassia di movimenti movimenti (che comprende certi intellettuali radical-chic ed associazioni come l'UAAR) puntano a togliere Dio dalla vita pubblica.
In questo quadro rientra anche l'irrisione verso la fede.
Ho qui un articolo dell'Anti-UAAR che parla di Kakà (nella foto) che è stanco di essere deriso per la sua fede.
Qui si tratta di un vero attacco non contro la Chiesa come istituzione ma contro la dottrina del Cristianesimo.
Infatti, Kakà è evangelico.
Capisco il disagio del giocatore e (anche se ovviamente non lo conosco) sono perfettamente solidale con lui e concorde con lui.
Purtroppo, l'ex giocatore del Milan non è il primo e né il solo ad essere irriso e messo al ludibrio per queste cose.
Io stesso sono la prova vivente di ciò, avendo subito fenomeni analoghi.
Ho anche perso delle amicizie.
Certamente, la comunicazione non aiuta.
Infatti, quando si parla della pedofilia nella Chiesa scoppia il putiferio e tra i giornalisti vi è chi aizza le persone.
Ora, vorrei ricordare che la pedofilia non è un male che colpisce esclusivamente gli uomini di Chiesa ma è, purtroppo, un male diffuso nella società.
Molti episodi di pedofilia avvengono anche in famiglia.
Perché non si solleva lo stesso polverone per i casi di pedofilia al di fuori della Chiesa?
Oltre ad essere un reato, la pedofilia è un peccato gravissimo e che a farlo sia un uomo di Chiesa o un laico non ha importanza.
Inoltre, molto spesso si cerca di presentare la scienza come "bene assoluto" e la Chiesa come un organo oscurantista che la vuole distruggere.
In realtà, la scienza ebbe grossi contributi anche da uomini di Chiesa e da persone credenti.
Pensiamo all'alchimia di Gerberto d'Aurillac (Papa Silvestro II) e di Sant'Alberto Magno.
Pensiamo a Galileo, che i vari laicisti di turno hanno trasfrormato in una loro "icona".
Pensiamo anche ad Isaac Newton che certamente non era un cattolico (anzi era contro la Chiesa cattolica) ma che però credeva in Dio.
E' evidente che qui, oltre ad un attacco contro la Chiesa, vi sia la volontà di togliere Dio dalla vita pubblica.
In questo quadro, rientra anche l'episodio dei vescovi sequestrati in Belgio.
Sono tempi molto difficili.
E' molto preoccupante.
Nel secolo scorso si tolse Dio dalla vita pubblica e si affermarono i "mostri ideologici" come Comunismo e Nazi-fascismo.
Oggi, la cosa si sta ripetendo ed il rischio è che si affermi un altro "mostro ideologico" che potrebbe fare danni all'umanità.
Cordiali saluti.












Giovani come risorsa.

Cari amici ed amiche.

Prima di tutto, vi invito a visitare il post http://italiaemondo.blogspot.com/2010/06/politica-e-giovani.html.
Durante una discussione molto concitata con mio fratello e la sua ragazza mi è venuto in mente di fare questo post.
I miei interlocutori avevano detto una cosa che mi ha turbato.
Essi avevano detto: "Avere un diploma o una laurea non serve a niente!".
Certi per noi diplomati e per i laureati è molto difficile. Io ne so qualcosa, per l'attuale situazione.
Però, trovo una frase del genere "agghiacciante".
Un Paese in cui i giovani dicono una cosa del genere è un Paese destinato a morire.
Avere una cultura, significa valorizzare il proprio talento e potere stare in un mondo sempre più competitivo.
Semmai, vanno create maggiori opportunità e valorizzati i mezzi attualmente al servizio dei giovani.
Ad esempio, vanno valorizzati i progetti come "Erasmus" o la "Dote" della Regione Lombardia.
Inoltre, bisogna creare ponti tra scuola e lavoro.
Ad esempio, le aziende potrebbero contattare le Scuole Superiori e seguire la formazione di uno o più alunni e magari dare loro la "Borsa di Studio" per un'eventuale iscrizione all'Università.
Sarebbe già molto positiva una cosa simile.
Inoltre, si potrebbe creare una collaborazione tra i giovani italiani ed i discendenti dei nostri connazionali all'estero.
Sarebbe un bene per i primi, perché potrebbero conoscere meglio le realtà estere, e per i secondi che recupererebberfo così le loro radici.
I giovani sono una risorsa e rappresentano il nostro futuro.
Non dimentichiamolo!
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.