Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 26 aprile 2010

COSTITUZIONE, BASTA ESSERE CONTRO IL FEDERALISMO E LE RIFORME!

Cari amici ed amiche.

Oggi, nella trasmissione televisiva "Protestantesimo", in onda su RAI 2, si è parlato della Costituzione e del contributo data ad essa dai protestanti. Il problema è che si parlato anche della presunta minaccia a cui essa è oggi sottoposta ed è stato stato chiamato in causa anche il gruppo "Giovani per la Costituzione" (http://www.giovaniperlacostituzione.it/) nella trasmissione vi è stato anche un certo tono non favorevole all'attuale Governo e né alle riforme costituzionali.
Innanzitutto, questa trasmissione (per altro molto interessante) smentisce chi dice che il presidente Berlusconi ha troppo potere. Il fatto che essa esista smentisce questa tesi.
Sulla Costituzione, va detto che essa va rispettata ma che non è nemmeno un "Moloch" che non può essere toccato.
La Costituzione si può riformare. E poi, vorrei ricordare che il protestantesimo riformò la Bibbia, sostituendo l'Antico Testamento redatto con il Deuterocanone (usato da noi cattolici e dagli ortodossi) con quello redatto con il Protocanone.
E poi, per essere quella che noi conosciamo, la Bibbia subì cambiementi nei secoli.
Quindi, se ciò è valso per la Bibbia può valere anche per la Costituzione.
Qui nessuno vuole mettere in discussione i principi generali della Costituzione. La prima parte di tale legge resta così com'è.
La seconda parte, quella che tratta l'organizzazione dello stato italiano, va invece rivista e modificata.
Per com'è organizzata oggi, l'Italia rischia la paralisi.
Serve prima di tutto un maggiore decentramento, un federalismo.
Le regioni devono trattenere più soldi e devono avere più competenze. Questo non significa che si debba togliere la sussidiarietà ma solo migliorare il governo del territorio, rendendone più forti le istituzioni.
Il federalismo, si potrà fare o abolendo lo statuto ordinario e creando 20 regioni a statuto autonomo con delle istituzioni centrali che si occupino del coordinamento, della politica estera, della sicurezza nazionale, della difesa e della garanzia dell'interesse nazionale per ciò che riguarda le infrastrutture oppure sostituendo le regioni con tre o quattro macro-regioni e con uno stato che fa quanto detto prima. Roma resterebbe capitale.
In questo ambito, ogni regione potrà meglio esprimere le sue potenzialtà ed i ceti politici locali saranno più responsabilizzati.
Poi, accanto al federalismo, si dovrà fare un rafforzamento delle istituzioni centrali.
Prima di tutto, si dovrà abolire il bicameralismo perfetto del Parlamento.
La Camera dei Deputati si occuperrà solo delle leggi nazionali (con un iter della loro approvazione più veloce) mentre il Senato, che diventerà "federale", farà da "ponte" tra lo stato e gli enti locali, regioni in primis.
Inoltre, si dovrà garantire la governabilità.
Come?
Prima di tutto, con una norma "antiribaltone".
In pratica, secondo questa norma, se un Governo va in crisi e non vi è più la maggioranza si va alle urne e si impediscono i "giochi di palazzo".
Inoltre, si dovrà rafforzare il potere del premier, sul modello del inglese o su quello tedesco.
Io, personalmente, sono per il presidenzialismo all'americana.
Infatti, esso è altamente democratico (perché permette l'elezione diretta del capo dello Stato) e dà la governabilità, poiché il Governo è sotto il diretto controllo del Presidente della Repubblica e può stare a prescindere dalle maggioranze in Parlamento.
In questo caso i due schieramenti avversi dovrebbero collaborare di più e credo che qui in Italia farebbe bene e toglierebbe quel clima di "guerra tra ghibellini e guelfi". Inoltre, è anche federale.
Realisticamente, però, qui in Italia difficile mettere in piedi un sistema presidenziale all'americana. Le opposizioni non sono d'accordo. Per fare le riforme, servirà anche il consenso di almeno parte dell'opposizione.
Il problema è che qui vi sono tante forze politiche che non vogliono una riforma della Costituzione perché vedono in essa un "golpe".
Agli esponenti di queste forze, voglio dire che le riforme si devono fare. Anche negli stati più centralisti, vi sono spinte autonomiste che sono prese in considerazione dai governi.
Ad esempio, in Francia vi è la "questione corsa". Si sa in Corsica, vi sono molte spinte autonomiste ed i corsi chiedono uno statuto autonomo.
Qui addirittura i corsi non si sentono francesi e se qualcuno definisce francese uno di loro potrebbe sentirsi rispondere:"Noiatri ùn semu francesi!" che tradotto significa "Noi non siamo francesi!".
Così com'è la Costituzione non regge più e rischia di portare alla paralisi lo Stato.
Bisogna riflettere.
Vorrei invitare soprattutto i giovani a riflettere.
Mantenere lo status quo non significa un maggiore impegno civico o essere per la legalità e la democrazia.
Cordiali saluti.





domenica 25 aprile 2010

25 APRILE SPORCATO!

Cari amici ed amiche.

Purtroppo, com'è accaduto negli altri anni, il 25 aprile è diventato occasione di scontro e di divisione.
A Milano vi sono state delle manifestazioni organizzate dai gruppi di sinistra estrema che hanno insultato pesantemente il sindaco Letizia Moratti ed il presidente della Provincia Guido Podestà.
A Roma vi sono stati fatti ancora più sconcertanti. La nuova governatrice del Lazio Renata Polverini è stata contestata pesantemente da gruppi analoghi ed il presidente della Provincia Nicola Zingaretti è stato colpito in un occhio da un oggetto contundente.
Ancora più sconcertante è il fatto che quegli individui beceri ed ignoranti che hanno tenuto questo comportamento INACCETTABILE non si siano limitati solo a contestare i politici ma hanno attaccato anche gli ex-deportati dei campi di concentramento.
Queste persone hanno sporcato il 25 aprile!
Non mi si venga a dire che quegli sciocchi hanno agito "in nome della democrazia e dell'anti-fascismo".
Queste persone non sanno nemmeno cosa significa la parola "democrazia". Se ne conoscessero il significato non si comporterebbero in questo modo indegno.
Riflettiamo tutti.
Cordiali saluti.

U MISTERIU NTO FOCU

Cusì visti...chì mai cunsumau...
Moyses...ntra lu lignu et li spini una Xhiamma...
chì fù lu nosciu Signuri...chì pur un'autra addumau...
com'una culonna...quandu cù lu populu lu mare fici di jamma!

Fù cusì quella...pè lu Sipritu chì hè Diu...
pè l'omini tutti salvà et cundannà...chì sarà...
comu pè l'Eggittu...cusì certu lu castìu...
et pè li rè di l'Apucalissi...chì a manghjà avarà!

Alfa et Oméga hè lu focu...
ché puru si unu faci lu primu ventu et lu sestu...
comu puru hè la Luci di l'Eucharistia...
la vita ci duna...comu cù la lanza feritu...lu pettu di Cristu!

Spiegazione.

Questa poesia parla del fuoco. Il fuoco è uno degli elementi più caratteristici e simbolici della natura.
Esso distrugge e crea.
Non a caso, nell'ultima strofa si parla di "primu ventu et lu sestu".
Infatti, quando si combinano idrogeno ed ossigeno si forma l'acqua.
La reazione è violenta e vi è una fiamma.
Il fuoco ha anche qualcosa di sacro.
In esso Dio disse a Mosè della sua missione e con una colonna di fuoco protesse gli ebrei che scappavano dall'Egitto.
Il fuoco è anche distruzione e rappresenta il castigo divino..
Non a caso nell'Apocalisse si parla di "un lago di zolfo e di fuoco".
Il fuoco è anche la Luce, ossia Gesù Cristo.
Se notate bene, nelle chiese, vi sono gli altari con l'Eucaristia.
Essi hanno sempre una piccola luce vicina.


PALERMO-MILAN, DUE CONSIDERAZIONI

Cari amici ed amiche.

Sabato 24 aprile si è giocata la partita tra Palermo e Milan.
Da milanista, devo ammettere che il Palermo ha meritato di vincere per 3-1.
Il Milan non ha sfigurato. Ad eccezione dei primi 20 minuti, in cui hanno prevalso i rosanero, che sono andati in vantaggio per 2-0, il Milan ha avuto una reazione che però è stata infruttuosa, nonostante le buone occasioni capitate.
E' stato penalizzato dalle numerose assenze per infortuni e squalifiche.
Questa partita dimostra che anche spendendo poco si possono fare degli ottimi acquisti di giocatori. Proprio il Palermo lo dimostra. Ha preso dei giocatori molto promettenti come Salvatore Sirigu, Simon Kjaer, Mattia Cassani, Edinson Cavani, Abel Hernandez, Javier Pastore e Nicolas Bertolo.
Maurizio Zamaparini non ha speso tanto e ha fatto una buonissima squadra. Il mio milan dovrebbe imparare questo, vista anche la nuova politica dell'austerity.
Trovo deplorevoli, però, gli attacchi contro il presidente Berlusconi.
Il presidente Berlusconi è stato costretto a vendere Kakà, per mettere a posto il bilancio.
Io credo che il presidente meriti solo i nostri ringraziamenti per tutto quello che ci ha fatto vincere e per tutto quello che potrà fare.
Inoltre, tutto ciò SMENTISCE alcune voci malevoli (e a volte anche becere) da parte dello schieramento politico avverso che dicono che il presidente Berlusconi sia entrato in politica per fare "i suoi porci comodi".
Queste persone dovrebbero riflettere ed anche vergognarsi!
Quanto sta succedendo al Milan dimostra l'esatto contrario.
Mi sono tolto una pietruzza dalla scarpa.
Termino, augurando che il mister Leonardo resti alla guida tecnica del Milan.
Anche se non ha ancora una robusta esperienza ha saputo dimostrare di essere bravo. Inoltre, con il suo comportamento, ha dimostrato che si può dire quello che si pensa senza offendere gli altri.
Faccio ancora i miei complimenti al Palermo.
Da persona di origini siciliane, devo dire che i ragazzi in rosanero stanno dando lustro all'isola.
Cordiali saluti.

sabato 24 aprile 2010

ANTIFASCISMO, DESTRA E...UNA CRITICA

Cari amici ed ed amiche.

Il 25 aprile è la festa che commemora la liberazione del nostro Paese dalla piaga del Nazi-Fascismo.
Si parla tanto di "antifascismo" .
Per antifascismo si intende quell'insieme di forze politiche e sociali che durante la II Guerra Mondiale combatterono contro il Nazi-Fascismo e che ebbe come suo massimo riferimento la "Resistenza", quel movimento costituito dalle milizie partigiane.
Ora, però, si è instaurata una "cultura" che mitizza la Resistenza in ogni suo aspetto.
La realtà storica è ben diversa.
Infatti, non tutti quelli che fecero parte della Resistenza (e che furono quindi antifascisti) in realtà vollero portare la democrazia.
Pensiamo, ad esempio, a coloro che fecero morire nelle foibe i nostri connazionali istriani e dalmati.
Essi combatterono il Nazi-Fascismo ma in realtà essi non operarono per la democrazia.
Pensiamo anche a quei partigiani comunisti che in Emilia-Romagna uccidevano i partigiani cattolici.
Questi non mirarono a portare la democrazia ma solo la loro ideologia.
E poi, si parla poco di quei numerosi preti, suore e cittadini comuni che (anche a rischio della propria vita) nascondevano nelle loro chiese, nei loro conventi e nelle loro case numerosi ebrei e dissidenti politici.
Con la loro umanità, essi fecero molto di più che non gli uomini d'armi.
Infatti, un vero cristiano mette la propria vita al servizio di Dio e, di conseguenza, del prossimo.
Gesù lo ha insegnato.
E poi, non ci si deve dimenticare dei numerosi soldati anglo-americani che morirono sulla nostro terra per liberare il nostro popolo.
Adesso, mi permetto di fare una critica.
Molto spesso, per avere detto queste cose, io vengo tacciato di "Fascismo".
Io trovo puramente demoagogica questa posizione.
Primo, i miei riferimenti culturali non sono Hitler e soci ma sono altre figure, come San Costantino XI Paleologo, Erasmo da Rotterdam, Reginald Pole, San Carlo I Stuart, i Tories britannici, George Washington, Winston Churchill,Papa Giovanni Paolo II, Benjamin Nethanyau, Ronald Reagan, George Walter Bush e Silvio Berlusconi.
Quindi, personalmente sono ben lungi dall'essere nazi-fascista.
Dire che io sono "fascista" vuole dire esprimere un parere qualunquista e non conoscere la mia storia.
Ora che mi sono tolto questa pietruzza dalla scarpa, esprimo un altro argomento.
Quelli come me, vengono visti così perché è mancata una destra moderata.
Se, dopo la II Guerra Mondiale (dopo il 45) si fosse creata qui in Italia una destra seria, forse certe cose sarebero andate in un altro modo.
Qui in Italia sarebbe servito un partito di destra che si rifacesse ai Tories britannici o al Partito Repubblicano americano.
Sarebbe stato un partito che avrebbe preso un largo consenso, dai fascisti moderati (e dissidenti dalla linea politica presa) all'area cattolica, e magari anche federalista, quindi sensibile al territorio e ben lontano dal centralismo fascista e da quello che attualmente è in vigore e ovviamente filo-americano.
Forse, una forza politica del genere, avrebbe favorito la nascita di un sistema diverso da quello attuale, ossia federale e presidenziale, proprio sul modello americano.
Avrebbe dato all'Italia una maggiore stabilità.
Oggi, un partito simile c'è ed è il Popolo della Libertà.
Questo "ritardo storico" si vede ancora oggi e la bufera che ha investito il PdL lo dimostra.
Noi giovani dobbiamo lavorare per creare una destra (o un centro destra) che si ispiri alla tradizione giudaico-cristiana, a quella della destra sociale e alle grandi culture di grandi partiti conservatori come il Partito Repubblicano americano.
Sarebbe una grande cosa.
Termino dicendo che si può essere antifascisti senza essere comunisti. La Storia (quella con la "S" maiuscola) lo dimostra.
Cordiali saluti.

venerdì 23 aprile 2010

REGINALD POLE, UN PAPA RIFORMATORE MANCATO

Cari amici ed amiche.

Vi parlo di un'imprtante figura del XVI secolo, il cardinale inglese Reginald Pole (Stourton Castle 03 marzo 1500-Lambeth Palace, Londra, 17 novembre 1558).
La sua famiglia fu imparentata con quella reale.
Fu parente stretto di re Riccardo III della casata di York.
Sua madre fu la contessa Margaret Pole, che venne martirizzata da re Enrico VIII il 27 maggio 1541. Fin dall'infanzia ebbe un'inclinazione religiosa.
Prese i voti giovanissimo e soggiornò in Italia fino al 1526.
Incontrò figure come Pietro Bembo, Gasparo Contarini e Pier Martire Vermigli, che in seguito passò al protestantesimo e contribuì alla redazione del "Book of Common Prayer" anglicano.
Nel 1527 tornò in Inghilterra e fu coinvolto nella questione del divorzio di re Enrico VIII. Lui fu contrario ma i canonisti dell'università parigina Sorbona furono favorevoli.
Caduto in disgrazia presso re Enrico VIII tornò in Italia e si trasferì a Padova.
Lì conobbe figure come Gian Pietro Carafa, Benedetto Fontanini e Jacopo Sadoleto.
Nel 1534 re Enrico VIII ruppe con la Chiesa di Roma e assicurò a Pole la possibilità di tornare in Inghilterra a patto che abbracciasse lo scisma. Pole fu contrario. In seguito, il re fece decapitare sua madre, che la Chiesa cattolica venera oggi come Beata. Il 22 dicembre 1536 Papa Paolo III lo fece cardinale. Fu tra coloro che prepararono il Concilio di Trento e incontrò a Nizza il re di Francia Francesco I e l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V.
Nel 1546 divenne legato pontificio nel Concilio di Trento. Intanto, dopo la decapitazione della madre, si ritirò a Viterbo e fece parte del circolo degli "Spirituali" in cui furono presenti anche Pietro Carnesecchi, nobile ed umanista fiorentino che venne bruciato sul rogo nel 1567 perché aderì al luteranesimo, ed il mistico spagnolo Juan de Valdés, un riformatore cattolico, guardato con sospetto di eresia.
Si trovò spesso in pericolo di vita.
Da una parte, si attirò i sospetti di eresia da parte di figure come il Carafa, e dall'altra ebbe la minaccia da parte di re Enrico VIII, che provò a farlo assassinare da dei sicari.
Nei conclavi del 1549 e del 1555 figurò tra i papabili. Nel 1549 avrebbe potuto diventare Papa accettando la formula "per adoriationem" ma tacque e fu eletto Papa Giulio III.
Nel 1553, in Inghilterra salì sul trono Maria I, figlia di primo letto di re Enrico VIII.
Ella volle ripristinare il cattolicesimo e, deposto l'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (1555), lo richiamò in patria.
I'11 dicembre 1555 divenne amministratore apostolico di Canterbury.
Il 20 marzo 1556 ricevette l'ordinazione presbiterale. L'ultimo periodo inglese fu caratterizzato dalla persecuzione contro i protestanti che fu provocata da Maria I.
Dodici ore dopo la morte della regina, egli morì senza essere riuscito a riportare l'Inghilterra in comunione con Roma.
Pole, fu un vescovo che avrebbe voluto riformare la Chiesa.
Si ispirò ad Erasmo da Rotterdam e credette nella reale possibilità di fare una Riforma dentro la Chiesa.
Se fosse divenuto Papa, cosa sarebbe successo?
La storia non si fa con i ma e con i se ma provo a dare un'idea. Se fosse divenuto Papa, egli avrebbe riformato la Chiesa. Ad esempio, avrebbe ridato una giusta dignità al culto della Vergine e dei Santi.
Infatti, molto spesso il culto della Vergine e dei Santi era smodato, un po' com'è oggi, in certe situazioni
Molto spesso si chiede aiuto alla Vergine o ai Santi, senza tenere conto che vi è Colui che è superiore ad essi e per il quale essi fecero la loro missione, Gesù Cristo. Succedeva allora, come succede oggi.
Forse, Pole, avrebbe ridato una giusta dimensione a ciò.
Inoltre, avrebbe arginato il protestantesimo, proprio togliendo gli eccessi e gli abusi di cui la Chiesa era accusata. Si sarebbe confrontato con i protestanti sul loro stesso terreno e forse CON IL DIALOGO E SENZA LE ARMI. Lo dimostrò confrontandosi con figure come il già citato Carnesecchi. Inoltre, durante la sua esperienza italiana, egli collaborò con un ebreo fiammingo, un tale Giovanni di Kempen, nello studio filologico della Bibbia.
Forse avrebbe potuto dare una svolta nel rapporto tra ebrei e cattolici.
Inoltre, avrebbe messo pressione sull'Inghilterra, dando maggior forza ai cattolici inglesi.
Sarebbe stato un po' come il Servo di Dio Giovanni Paolo II, con la Polonia. Anzi, forse, ne fu anche il precursore.
Reginald Pole fu una figura molto forte ed anche all'avanguardia.
Fu un uomo del suo tempo proiettato in avanti.
Il Concilio Vaticano II fu la sua vittoria.
Cordiali saluti.

FINI? SE NON SI ALLINEA DOVRA' ANDARSENE!

Cari amici ed amiche.

L'assemblea della direzione del Popolo della Libertà dimostra che nel partito c'è una grande democrazia interna.
Questo mi rende orgoglioso di avere aderito a questo partito.
Del resto, se così non fosse il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini non potrebbe dire quello che ha detto fino ad ora.
Quindi, la sua lamentela di una presunta mancanza di democrazia nel PdL (come dicono a Milano) è fuffa.
Anzi, è fuori luogo e dannosa per il partito e per il Governo, tenendo conto anche del fatto che Fini è presidente della Camera dei Deputati.
Certamente, se Fini non riconosce il fatto di essere minoranza nel partito dovrà pagarne le conseguenze, anche con un'eventuale espulsione.
In pratica, o lui si allinea alla politica o se ne andrà da solo oppure lo si dovrà espellere, con dimissioni da presidente della Camera.
Non si può bloccare l'azione di un Governo perché una persona (che tra l'altro riveste il ruolo di presidente della Camera) ee i suoi fedelissimi continuano ad attaccarne la linea politica.
Gli elettori stessi hanno deciso che la linea del PdL va bene così com'è e solo il 6% della direzione ieri ha dato parere favorevole a Fini. Il rimanente 94% è favorevole all'attuale linea politica del PdL.
Il presidente della Camera dei Deputati accetti ciò. Questo non vuole dire che debba abiurare le proprie idee ma vuole dire che lui deve accettare il fatto di essere minoritario e che deve smetterla di continuare a mettersi di traverso.
Qui si sta mettendo a rischio un progetto. E' notizia di oggi che anche la Lega Nord stia iniziando ad avere dell'insofferenza verso questo empasse.
Così, si rischia di compromettere un progetto di riforme e di rilancio del nostro Paese.
Quindi, Fini farebbe bene a riflettere.
Non si può dire di stare nel PdL e poi dire anche "Non faccio tutto quello che il presidente Berlusconi (o l'organo direttivo) mi chiede" oppure "Mi rifiuto di riconoscere la linea politica del partito".
Il PdL non è una caserma ma non è nemmeno un bordello. Questo vale per Fini, come per alcuni esponenti locali che a volte si comportano da "generali senza esercito".
Se lui continua così, dovrà assumersi la responsabilità di tutto quello che sta accadendo.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.