Cari amici e care amiche.
Chi va ad Istanbul (in Turchia) non può non conoscere e non visitare la celebre basilica di Santa Sofia (o Hagia Sophia).
Questo edificio (nella foto su questo blog) rappresenta una delle più grandi opere della gloriosa civilità bizantina e del suo grande impero, l'Impero romano d'Oriente o Impero bizantino.
Eppure, la storia di questo edificio è ricca e nel contempo molto travagliata e bagnata dal sangue di molte persone.
Infatti, essa venne fatta erigere dall'imperatore Giustiniano I (483-565) dopo la repressione della celebre "Rivolta di Nika" nel 532.
Durante la rivolta, venne distrutta la cattedrale di epoca teodosiana che si trovava vicino all'Ippodromo.
L'imperatore promosse allora la realizzazione di un nuovo luogo di culto, la Basilica di Santa Sofia, per l'appunto.
La direzione dei lavori venne affidata ad Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto.
Essi furono due otttimo matematici ma non ebbero alcuna esperienza di architettura. I lavori cominciarono nel 532 e dovettero durare cinque anni, secondo quanto esigeva l'imperatore che pretese una chiesa molto grande e con una cupola immensa.
Qui incominciarono i problemi.
La cupola che aveva un diametro di 31 metri creava grosse spinte sui pilastri e sulle colonne, che deboli, vennero dotate di "ammortizzatori" di piombo, come si vede ancora oggi. Se oggi noi guardiamo bene le colonne della chiesa, notiamo che esse non sono di eguale lunghezza.
Si dovette allargare la chiesa, aggiungendo due semi-cupole ai lati. Questo compensò in parte la spinta.
Infatti, con la realizzazione della cupola, il problema si ripresentò e si dovettero aggiungere due strutture laterali con scale interne, logge e gallerie, per fermare ulteriormente la spinta orizzontale, che avrebbe fatto cadere l'edificio. Venne modificata la pianta che da quadrata diventò rettangolare. Gli archi si deformarono. Basta entrare nella galleria per vedere ciò. Nel 534 Antemio di Tralle morì.
L'edificio, venne consacrato il 27 dicembre 537 e Giustiniano arrivò a dire: "Gloria a Dio che mi ha fatto degno di questo! Ti ho superato oh Salomone!"
Purtroppo l'imperatore dovette fare i conti con la realtà.
I pilastri non erano sufficientemente forti per sostenere la cupola e nel 553 e nel 557 ci furono due terremoti.
Il 07 maggio 558 la cupola crollò. La chiesa venne riaperta nel 563 e la cupola fu rifatta da Isidoro il Giovane, figlio di Isidoro di Mileto. La cupola venne ricostruita senza il "tamburo" e più leggera e rialzata.
Nei secoli X e XIV ci furono altri due crolli ed altrettante ricostruzioni della cupola.
All'esterno, vennero fatti ai lati anche quattro contrafforti.
Con la Quarta Crociata (1204) e la presa di Costantinopoli, la chiesa venne saccheggiata e le numerose reliquie (tra le quali vanno ricordate la Sindone, una pietra della Tomba di Cristo ed il latte della Vergine Maria) furono rubate.
La chiesa venne convertita al culto cattolico-romano e quando tornarono al potere i Bizantini (con l'imperatore Michele VIII Paleologo 1261) essa era in rovina e fu restaurata dagli architetti Astras e Peralta.
Il 29 maggio 1453, i Turchi Ottomani conquistarono Costantinopoli che venne ribattezzata Istanbul e diventò la capitale del nuovo Impero ottomano.
Il glorioso e millenario Inpero bizantino, cessò di esistere.
La Basilica di Hagia Sophia fu teatro di uno dei fatti più violenti.
I giannizzeri turchi presero ad asciate le porte della chiesa, che erano state chiuse dai preti all'interno.
Sfondati i battenti, essi entrarono e sgozzarono i preti che dicevano messa, uccisero le donne in preghiera e stuprarono i bambini sugli altari.
E così, la grande chiesa di Hagia Sophia, che la sera prima fu luogo di riconciliazione tra cristiani greco-ortodossi e cattolico-latini ed in cui l'eroico San Costantino XI Paleologo (l'ultimo imperatore, nella foto) prese la comunione, divenne teatro di un crimine così efferato.
Alla sera del 29 maggio 1453 i Turchi ottomani trasformarono la chiesa in moschea.
L'edificio venne spogliato di tutte le immagini sacre ed i preziosi mosaici raffiguranti Gesù Cristo, la Vergine Maria, i santi e gli imperatori bizantini (come Zoe e Leone VI) vennero ricoperti di intonaco.
All'esterno vennero eretti anche quattro minareti mentre all'interno vennero aggiunti anche un mihrab e un minbar.
Nel 1847, il sultano Abdul Mejid fece restaurare l'edificio all'architetto italo-svizzero Gaspare Fossati.
Vennero così riportati alla luce le immagini della galleria e del timpano.
Nel 1934, con il primo Presidente della Repubblica Turca Mustafà Kemal Ataturk, l'edificio diventò un museo.
Gli scavi del 1935 riportarono alla luce un portico fatto costruire dall'imperatore Teodosio II con un fregio interessante che tra le suie raffigurazioni ha un agnello con la terminazione della coda ingrossata, elemento decorativo tipico della cristianità occidentale.
Sempre durante quei lavori di recupero, vennero portati alla luce i pavimenti in marmo, che erano coperti da tappeti.
Certamente, la storia di questo edificio fu travagliata.
Nella sua costruzione ci furono errori che furono risolti con l'ingegno umano.
Questo fece della basilica di Hagia Sophia un modello. Secondo alcuni, essa fu il prototipo della Basilica di San Marco a Venezia.
Effettivamente, nelle sue decorazioni interne l'edificio di culto della città laguanare ha delle affinità con la Basilica di Hagia Sophia.
Anche i musulmani presero a modello questo edificio, quando costruirono delle importanti moschee, come le famosa (e vicina) Moschea Blu.
Questo dimostra la grandezza di un popolo, quello bizantino.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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martedì 29 settembre 2009
domenica 27 settembre 2009
Papa Benedetto XVI in Repubblica Ceca, un viaggio importante.
Cari amici e care amiche.
Il viaggio in Repubblica Ceca del Santo Padre Benedetto XVI non è solo una visita pastorale e diplomatica ma qualcosa di più.
Infatti, la Repubblica Ceca è uno degli stati europei più secolarizzati e circa il 60% della sua popolazione si professa ateo o agnostico.
Questa situazione è strana poiché le radici di questo Paese sono profondamente cristiane.
Infatti, la Repubblica Ceca ha fatto parte del Sacro Romano Impero, un impero fondato proprio sul Cristianesimo.
La spiegazione di questa situazione potrebbe stare proprio in quanto successe nel XX secolo, in cui l'allora Cecoslovacchia (costituita da Boemia e Moravia, l'attuale Repubblica Ceca, e la Slovacchia) passò all'orbita sovietica, dopo il triste periodo nazista e la II Guerra Mondiale.
Come negli altri Paesi comunisti, anche in Cecoslovacchia si impose la dottrina marxista, un'ideologia che puntò a distruggere i valori dei Cechi e degli Slovacchi, due popoli che sono sempre stati con la tradizione cristiana.
In un certo senso, pur non riuscendo a distruggere questi valori, l'ideologia comunista fece più danni di quanto si possa immaginare.
Ha intorpidito molte coscienze e le ha rese insensibili ai valori cristiani.
Durante il regime comunista, il popolo ceco si è aggrappato ai valori cristiani perché visti come un'antitesi al comunismo.
Purtroppo, con la caduta del regime comunista, non forse non si riuscì a riportare le coscienze ai valori fondanti della sua cultura.
In un certo senso c'è stata una decomunistazzazione della politica, delle istituzioni e dell'economia ma quella non delle coscienze delle giovani generazioni.
Oggi c'è questa situazione.
Il Santo Padre ha fatto bene a ricordare ai Cechi di riscoprire le radici cristiane della loro nazione. Esse sono profonde.
La Repubblica Ceca fu terra di santi. Basta ricordare San Venceslao, suo Patrono, che fu un principe vissuto nel X secolo e martire che diffuse il messaggio evangelico nella sua terra.
Non bisogna dimenticarsi di San Giovanni Nepomuceno, sacerdote Boemo vissuto nel XIV secolo che fu fatto morire per annegamento da re Venceslao perché difese il vescovo.
San Giovanni Nepomuceno è venerato come Protettore contro le alluvioni, anche qui nel Mantovano, ove abito.
Non lontano da casa mia c'è un'antica riseria (la pila del Galeotto, nel Comune di Bigarello) con una statua che lo raffigura.
Non bisogna dimenticarsi degli uomini di Chiesa cechi che portarono progresso.
Tra questi c'è Gregor Mendel, abate boemo che fu il padre della genetica.
Non bisogna dimenticarsi del giovane protestante Jan Palach che si diede fuoco il 16 gennaio 1969 come segno di protesta contro l'oppressione comunista.
Il teologo cattolico Zverina lo definì un martire per la libertà con la celebre frase: "Un suicida in certi casi non scende all'Inferno".
La cultura ceca è piena di Cristianesimo e la missione dei cattolici cechi (soprattutto dei giovani) è quella di fare capire ciò a chi si professa ateo o agnostico.
Bisogna fare capire alla gente che non si può difendere la cultura liberale senza essere consci delle sue radici cristiane, cosa di cui parlai commentando un discorso del senatore Marcello Pera.
Termino facendo una riflessione.
Io ho una piccola collezione di monete. In questa mia collezione ho anche un pezzo della Repubblica Ceca, coniato nel 1993.
Su una faccia di questa moneta c'è un simbolo del suo stemma, un leone.
Questo è un simbolo antico, figlio di quella sua antica era cristiana.
Anche il suo motto la dice lunga poiché recita "Pravda vitezi", ossia "La verità prevale".
Cos'è la verità?
La verità è Dio stesso che si rivelò in Cristo.
Cordiali saluti.
PS: Leggete anche l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/16956/2009-08-05.html.
Il viaggio in Repubblica Ceca del Santo Padre Benedetto XVI non è solo una visita pastorale e diplomatica ma qualcosa di più.
Infatti, la Repubblica Ceca è uno degli stati europei più secolarizzati e circa il 60% della sua popolazione si professa ateo o agnostico.
Questa situazione è strana poiché le radici di questo Paese sono profondamente cristiane.
Infatti, la Repubblica Ceca ha fatto parte del Sacro Romano Impero, un impero fondato proprio sul Cristianesimo.
La spiegazione di questa situazione potrebbe stare proprio in quanto successe nel XX secolo, in cui l'allora Cecoslovacchia (costituita da Boemia e Moravia, l'attuale Repubblica Ceca, e la Slovacchia) passò all'orbita sovietica, dopo il triste periodo nazista e la II Guerra Mondiale.
Come negli altri Paesi comunisti, anche in Cecoslovacchia si impose la dottrina marxista, un'ideologia che puntò a distruggere i valori dei Cechi e degli Slovacchi, due popoli che sono sempre stati con la tradizione cristiana.
In un certo senso, pur non riuscendo a distruggere questi valori, l'ideologia comunista fece più danni di quanto si possa immaginare.
Ha intorpidito molte coscienze e le ha rese insensibili ai valori cristiani.
Durante il regime comunista, il popolo ceco si è aggrappato ai valori cristiani perché visti come un'antitesi al comunismo.
Purtroppo, con la caduta del regime comunista, non forse non si riuscì a riportare le coscienze ai valori fondanti della sua cultura.
In un certo senso c'è stata una decomunistazzazione della politica, delle istituzioni e dell'economia ma quella non delle coscienze delle giovani generazioni.
Oggi c'è questa situazione.
Il Santo Padre ha fatto bene a ricordare ai Cechi di riscoprire le radici cristiane della loro nazione. Esse sono profonde.
La Repubblica Ceca fu terra di santi. Basta ricordare San Venceslao, suo Patrono, che fu un principe vissuto nel X secolo e martire che diffuse il messaggio evangelico nella sua terra.
Non bisogna dimenticarsi di San Giovanni Nepomuceno, sacerdote Boemo vissuto nel XIV secolo che fu fatto morire per annegamento da re Venceslao perché difese il vescovo.
San Giovanni Nepomuceno è venerato come Protettore contro le alluvioni, anche qui nel Mantovano, ove abito.
Non lontano da casa mia c'è un'antica riseria (la pila del Galeotto, nel Comune di Bigarello) con una statua che lo raffigura.
Non bisogna dimenticarsi degli uomini di Chiesa cechi che portarono progresso.
Tra questi c'è Gregor Mendel, abate boemo che fu il padre della genetica.
Non bisogna dimenticarsi del giovane protestante Jan Palach che si diede fuoco il 16 gennaio 1969 come segno di protesta contro l'oppressione comunista.
Il teologo cattolico Zverina lo definì un martire per la libertà con la celebre frase: "Un suicida in certi casi non scende all'Inferno".
La cultura ceca è piena di Cristianesimo e la missione dei cattolici cechi (soprattutto dei giovani) è quella di fare capire ciò a chi si professa ateo o agnostico.
Bisogna fare capire alla gente che non si può difendere la cultura liberale senza essere consci delle sue radici cristiane, cosa di cui parlai commentando un discorso del senatore Marcello Pera.
Termino facendo una riflessione.
Io ho una piccola collezione di monete. In questa mia collezione ho anche un pezzo della Repubblica Ceca, coniato nel 1993.
Su una faccia di questa moneta c'è un simbolo del suo stemma, un leone.
Questo è un simbolo antico, figlio di quella sua antica era cristiana.
Anche il suo motto la dice lunga poiché recita "Pravda vitezi", ossia "La verità prevale".
Cos'è la verità?
La verità è Dio stesso che si rivelò in Cristo.
Cordiali saluti.
PS: Leggete anche l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/124/ARTICLE/16956/2009-08-05.html.
giovedì 24 settembre 2009
Caso Santanchè, un segnale di pericolo!
Cari amici e care amiche.
Esprimo solidarietà all'onorevole Daniela Santanchè che il 21 settembre scorso è stata picchiata per avere manifestato contro il burqa, durante la festa della fine del Ramadan.
Sono solidale con l'onorevole e faccio una riflessione.
E' stato fatto passare per integrazione quello che in realtà è buonismo, con cui si concede di tutto e di più ed in nome del quale si è scelto di trascurare le nostre radici culturali che fanno riferimento anche alla tradizione giudaico-cristiana.
Purtroppo, questi sono i risultati.
Oggi anche qui in Italia si stanno facendo strada certi fondamentalismi ed il rischio è che noi italiani ci troviamo del tutto impreparati di fronte ad esso.
E così, ci troviamo in una situazione in cui se qualcuno critica l'Islam viene accusato di razzismo religioso mentre chi attacca la chiesa o la religione cristiana c'è un silenzio assordante.
Anzi, molto spesso si irride chi ostenta la religione cristiana.
Ad esempio, vengono irrisi i calciatori come lo juventino Nicola Legrottaglie, Kakà e Edinson Cavani che mostrano le magliette con scritto "I belong to Jesus", si vogliono togliere i crocifissi dalle pareti degli uffici pubblici, si vuole togliere l'ora di religione dalle scuole, non si fanno cantare le canzoni natalizie ai bambini mentre, se qualcuno critica l'Islam, viene bollato come "nazi-fascista".
Qui nessuno vuole fare la guerra a nessuno ma trovo ingiusto che in nome di un certo buonismo si rinneghino le nostre radici culturali.
Inoltre, l'onorevole Santanchè ha manifestato per le donne. Trovo strano che le donne del centrosinistra non dicano nulla sul fatto che il burqa sia contro la dignità del genere femminile mentre si stracciano le vesti per la questione delle veline.
Leggete l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/10828/2008-09-16.html.
Cordiali saluti.
Esprimo solidarietà all'onorevole Daniela Santanchè che il 21 settembre scorso è stata picchiata per avere manifestato contro il burqa, durante la festa della fine del Ramadan.
Sono solidale con l'onorevole e faccio una riflessione.
E' stato fatto passare per integrazione quello che in realtà è buonismo, con cui si concede di tutto e di più ed in nome del quale si è scelto di trascurare le nostre radici culturali che fanno riferimento anche alla tradizione giudaico-cristiana.
Purtroppo, questi sono i risultati.
Oggi anche qui in Italia si stanno facendo strada certi fondamentalismi ed il rischio è che noi italiani ci troviamo del tutto impreparati di fronte ad esso.
E così, ci troviamo in una situazione in cui se qualcuno critica l'Islam viene accusato di razzismo religioso mentre chi attacca la chiesa o la religione cristiana c'è un silenzio assordante.
Anzi, molto spesso si irride chi ostenta la religione cristiana.
Ad esempio, vengono irrisi i calciatori come lo juventino Nicola Legrottaglie, Kakà e Edinson Cavani che mostrano le magliette con scritto "I belong to Jesus", si vogliono togliere i crocifissi dalle pareti degli uffici pubblici, si vuole togliere l'ora di religione dalle scuole, non si fanno cantare le canzoni natalizie ai bambini mentre, se qualcuno critica l'Islam, viene bollato come "nazi-fascista".
Qui nessuno vuole fare la guerra a nessuno ma trovo ingiusto che in nome di un certo buonismo si rinneghino le nostre radici culturali.
Inoltre, l'onorevole Santanchè ha manifestato per le donne. Trovo strano che le donne del centrosinistra non dicano nulla sul fatto che il burqa sia contro la dignità del genere femminile mentre si stracciano le vesti per la questione delle veline.
Leggete l'articolo http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/10828/2008-09-16.html.
Cordiali saluti.
domenica 20 settembre 2009
Lutto nazionale.
Cari amici e care amiche.
Oggi è giorno di lutto nazionale per i sei paracadutisti della "Folgore" che sono stati uccisi a Kabul il 17 settembre 2009.
Chi crede, preghi per loro e per i loro cari. Chi non crede rifletta.
Oggi tutti noi dobbiamo essere uniti in questo dolore e chi fa del becero spirito su questa situazione o la usa per fini propagandistici dovrà vergognarsi di fronte all'opinione pubblica e alla propria coscienza.
Cordiali saluti.
Oggi è giorno di lutto nazionale per i sei paracadutisti della "Folgore" che sono stati uccisi a Kabul il 17 settembre 2009.
Chi crede, preghi per loro e per i loro cari. Chi non crede rifletta.
Oggi tutti noi dobbiamo essere uniti in questo dolore e chi fa del becero spirito su questa situazione o la usa per fini propagandistici dovrà vergognarsi di fronte all'opinione pubblica e alla propria coscienza.
Cordiali saluti.
giovedì 17 settembre 2009
Attentato a Kabul.
Cari amici e care amiche.
A nome mio e dei collaboratori in questo blog, Pablo Miroli, Francesco Scarpari e Silvia Quadranti, esprimo il dolore per i soldati colpiti dal vile attentato avvenuto a Kabul e la più totale vicinanza ai loro cari.
Cordiali saluti.
A nome mio e dei collaboratori in questo blog, Pablo Miroli, Francesco Scarpari e Silvia Quadranti, esprimo il dolore per i soldati colpiti dal vile attentato avvenuto a Kabul e la più totale vicinanza ai loro cari.
Cordiali saluti.
mercoledì 16 settembre 2009
Onna, un'opera buona.
Cari amici e care amiche.
Con la consegna delle case ad Onna (L'Aquila), si è dimostrato l'impegno profuso dal governo nell'aiutare i terremotati abruzzesi.
Come ha detto giustamente anche monsignor Giuseppe Molinari, vescovo de L'Aquila, per l'Abruzzo è cominciata una nuova vita.
Il prelato ha anche detto di essere stanco delle politiche della politica fatta di odio e di discussioni e ha augurato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di fare le riforme utili al Paese.
E' un augurio che faccio anch'io così come auspico che questa tragedia possa diventare un'occasione per allontanare certi rancori politici.
Cordiali saluti.
Con la consegna delle case ad Onna (L'Aquila), si è dimostrato l'impegno profuso dal governo nell'aiutare i terremotati abruzzesi.
Come ha detto giustamente anche monsignor Giuseppe Molinari, vescovo de L'Aquila, per l'Abruzzo è cominciata una nuova vita.
Il prelato ha anche detto di essere stanco delle politiche della politica fatta di odio e di discussioni e ha augurato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di fare le riforme utili al Paese.
E' un augurio che faccio anch'io così come auspico che questa tragedia possa diventare un'occasione per allontanare certi rancori politici.
Cordiali saluti.
lunedì 14 settembre 2009
Italiani nel mondo, più italiani di molti italiani.
Cari amici e care amiche.
Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini definì gli immigrati "più italiani dei discendenti degli italiani all'estero". A lui voglio rispondere dicendo che questi ultimi sono più italiani di molti italiani che vivono qui in in Italia.
Anzi, sull'italianità, i nostri connazionali emigrati ed i loro discendenti hanno molto da insegnare a molti italiani che stanno qui in Italia.
Questi ultimi sono presi da un lato ad esasperati, gretti ed anche stupidi campanilismi, che nulla hanno a che fare con il sano federalismo, che impediscono (ad esempio) la realizzazione di opere importanti (come le autostrade, la TAV o le centrali elettriche) e che portano ad una mentalità chiusa e provinciale, e dall'altro ad un'eccessiva apertura che porta quasi ad un'abiura delle tradizioni. Nessuno di questi due atteggiamenti sono indice di italianità.
Al contrario, gli italiani all'estero hanno saputo aprirsi al mondo (integrandosi nella società del Paese che li ospita) ma senza rinnegare le loro tradizioni.
Questo è essere italiani.
Al presidente della Camera vorrei dire che farebbe una cosa commendevole se proponesse un provvedimento per fare in modo che molti cittadini italiani all'estero non perdano la loro cittadinanza...anziché favorire il possesso di cittadinanza italiana agli immigrati.
Cordiali saluti.
Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini definì gli immigrati "più italiani dei discendenti degli italiani all'estero". A lui voglio rispondere dicendo che questi ultimi sono più italiani di molti italiani che vivono qui in in Italia.
Anzi, sull'italianità, i nostri connazionali emigrati ed i loro discendenti hanno molto da insegnare a molti italiani che stanno qui in Italia.
Questi ultimi sono presi da un lato ad esasperati, gretti ed anche stupidi campanilismi, che nulla hanno a che fare con il sano federalismo, che impediscono (ad esempio) la realizzazione di opere importanti (come le autostrade, la TAV o le centrali elettriche) e che portano ad una mentalità chiusa e provinciale, e dall'altro ad un'eccessiva apertura che porta quasi ad un'abiura delle tradizioni. Nessuno di questi due atteggiamenti sono indice di italianità.
Al contrario, gli italiani all'estero hanno saputo aprirsi al mondo (integrandosi nella società del Paese che li ospita) ma senza rinnegare le loro tradizioni.
Questo è essere italiani.
Al presidente della Camera vorrei dire che farebbe una cosa commendevole se proponesse un provvedimento per fare in modo che molti cittadini italiani all'estero non perdano la loro cittadinanza...anziché favorire il possesso di cittadinanza italiana agli immigrati.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.