Cari amici ed amiche.
Cinque anni fa avevo scritto questa poesia:
"Le anime de l'ipogeo di Roma
Sì veemente et sì vieta, in scovrire, nova,
in vomire contumelie et iùbere,
s'ode di Sissinio, de le labbra sì l'aprire, come la piova:
"Fili de le pute traite!
Gosmari, Albertel traite!
Falite dereto colo palo Carvoncelle!"
Et sì, Clemente, maior et pio pastor romano,
orrevole per la terrena ara et tra sancti,
riprova, ubi fuit il mitreo, da la terra,
sì beata de la basilica, levò, co'l primo:
"Duritiam cordis vestris...
saxa terrae meruistis".
Su le mura, ubi in scribere gobbo tale et truce.,
come ne 'l teatro et su l'Ara Pacis et a l'Osteria...
coll'Esedra, la Calcara et Porticus Minucia Frumentaria,
sì come l'acqua, serbare s'usò, al Colle Oppio,
ne la Domus Aurea, non funerea certo, ibi in Roma,
ché come etterna mane, fuit la sepoltura,
a noi, di lochi tali, verbo proferire puonno,
come in Sancta Caterina de la Rosa, sì le anime."
Ora, le frasi che sono virgolettate nella poesia provengono da un posto particolare.
Le frasi che recitano: "Fili de le pute traite" Gosmari, Albertel traite! Falite dereto colo palo Carvoncelle!", tradotte in italiano significano: "Figli di puttana tirate! Gosmario, Albertello tirate! Andate diritto con il palo (la colonna) Carboncello!".
Queste frasi furono urlate da un tale Sissinio, il prefetto vissuto nel I secolo AD.
Questi era arrabbiato perché la moglie Teodora si convertì al Cristianesimo.
Egli, allora, la seguì con alcuni suoi soldati.
Avendola sorpresa nell'atto di frequentare la Messa celebrata da Clemente, volle farla arrestare.
La leggenda dice che Dio l'abbia accecato e che sia rimasto cieco fino al suo ritorno a casa.
Sissinio urlò queste frasi agli schiavi che stavano trascinando una colonna.
La frase che recita: "Duritiam cordis vestris saxa traere meruistis!" significa: "Per la durezza del vostro cuore, meritate di tirare sassi!".
Questa frase potrebbe essere stata detta da San Clemente I Papa (morto nel 97 AD).
Il luogo in questione è la Basilica di San Clemente.
Questa chiesa barocca si trova a Roma, nella zona del rione Monti, sulla direttrice che unisce il Colosseo al Laterano.
Ora, questa chiesa ha un grande tesoro.
Essa custodisce le ossa di San Clemente I Papa e quelle di San Cirillo (826-869 AD), il santo che evangelizzò gli Slavi.
Sotto la chiesa, però, vi è un tesoro ancora più grande.
Vi è la cripta di San Clemente, una stanza di stile paleocristiano.
Questa cripta era la vecchia chiesa, che era stata dissotterrata dal priore Mullooly (1858), il capo della Provincia irlandese dei frati dell'Ordine Domenicano, frati che ancora oggi reggono la basilica.
La vecchia chiesa risale all'epoca dell'imperatore Costantino I (IV secolo AD).
Sotto la cripta vi sono altre stanze, tra cui quella che reca le scritte di cui ho parlato prima.
Visto il linguaggio usato, queste iscrizioni potrebbero risalire al Medio Evo e potrebbero essere state trasmesse da tradizioni più antiche.
In queste frasi si nota già l'embrione del dialetto romanesco.
Sotto questa stanza, però, vi sono altri locali.
Il più interessante è il Mitreo.
Qui si celebrava il culto di Mitra, una divinità che, per molti versi, era analoga a Gesù.
Anzi, Mitra fu un rivale di Gesù Cristo.
Tra l'altro, alcune simbologie cristiane erano simili a quelle del culto di Mitra e, tra l'altro, gli adepti di questo culto celebravano il Sol Invictus nel giorno 25 dicembre, giorno che fu istituzionalizzato dall'imperatore Aureliano (214-275).
L'esempio della Basilica di San Clemente dimostra che Roma crebbe su sé stessa.
Andare nei suoi ipogei significa ripercorrere la sua storia a ritroso.
Se volete sapere qualcosa di più, visitate il sito http://www.basilicasanclemente.com/italiano/index.html.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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domenica 5 agosto 2012
Perché l'Italia è indietro? Perché c'è una cattiva istruzione
Cari amici ed amiche.
Molti si chiedono del perché l'Italia sia indietro rispetto agli altri Paesi.
Uno dei motivi di arretratezza è sicuramente la scarsa ricerca scientifica e scarso uso della cultura.
L'Italia fu il Paese che diede alla storia fior di scienziati, da Pitagora a Renato Dulbecco, passando per Leonardo da Vinci, fior di pittori, come Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti, e fior di uomini di cultura, come Seneca, Dante Alighieri e Pellegrino Artusi.
Eppure, si fa poca ricerca scientifica e poca vera cultura.
Provo a cercare di capire le cause.
Le università e le scuole superiori non premiano il merito.
Anzi, esse sono diventati veri e propri "diplomifici", istituti in cui si danno diplomi a destra e a manca, senza valutare le persone.
Questo avviene perché la politica finanzia la scuola e l'università a prescindere dai progetti che esse hanno.
In pratica, si pensa a fare un'istruzione di massa, un un'istruzione in cui si è uguali al ribasso.
Questo determina tre fattori negativi:
Per esempio, a Genova c'è il Centro Didattico di Palazzo Ducale, vi è il progetto "Matefitness".
Di questo progetto ha parlato anche Piero Angela nella trasmissione "Superquark".
Il progetto "Matefitness" è un modo per fare imparare la matematica anche con giochi apparentemente semplici e con visite guidate.
Questo progetto è utile.
La scuola deve fare progetti simili.
Quelle scuole e quelle università che fanno progetti simili a questo devono essere finanziate.
Incominciamo a fare in modo che la scuola funzioni.
Inoltre, bisognerà legare la scuola al mondo del lavoro.
Per esempio, nei Paesi anglosassoni le aziende mandano i loro talent scout presso le le scuole e le università.
Le aziende sostengono gli studi di quegli studenti che ritengono idonei ai loro progetti oppure sovvenzionano gli stessi istituti.
Perché qui in Italia non si fa una cosa analoga?
Invece, noi ci troviamo con uno Stato che finanzia la scuola e l'università in modo indiscriminato e che finanzia anche quei progetti inutili.
Questo è un danno per il nostro Paese.
Vorrei terminare, suggerendovi di visitare il sito "Lazio Liberale".
Su quel sito c'è un articolo intitolato "Non pervenuti Mises, Hayek, Leoni e Rothbard. Dominano invece le teorie della scuola interventista".
Questo è un ritratto poco incoraggiante della scuola italiana.
Se non cambiamo rotta, rischiamo di essere superati da Paesi che non hanno un patrimonio culturale come il nostro ma che hanno maggiore volontà.
Cordiali saluti.
Molti si chiedono del perché l'Italia sia indietro rispetto agli altri Paesi.
Uno dei motivi di arretratezza è sicuramente la scarsa ricerca scientifica e scarso uso della cultura.
L'Italia fu il Paese che diede alla storia fior di scienziati, da Pitagora a Renato Dulbecco, passando per Leonardo da Vinci, fior di pittori, come Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti, e fior di uomini di cultura, come Seneca, Dante Alighieri e Pellegrino Artusi.
Eppure, si fa poca ricerca scientifica e poca vera cultura.
Provo a cercare di capire le cause.
Le università e le scuole superiori non premiano il merito.
Anzi, esse sono diventati veri e propri "diplomifici", istituti in cui si danno diplomi a destra e a manca, senza valutare le persone.
Questo avviene perché la politica finanzia la scuola e l'università a prescindere dai progetti che esse hanno.
In pratica, si pensa a fare un'istruzione di massa, un un'istruzione in cui si è uguali al ribasso.
Questo determina tre fattori negativi:
- Una minore selezione degli alunni.
- Un maggiore abbandono delle scuole superiori o delle università.
- Nessun collegamento tra scuola e mondo del lavoro.
- Minore ricerca scientifica e minore apprendimento culturale.
Per esempio, a Genova c'è il Centro Didattico di Palazzo Ducale, vi è il progetto "Matefitness".
Di questo progetto ha parlato anche Piero Angela nella trasmissione "Superquark".
Il progetto "Matefitness" è un modo per fare imparare la matematica anche con giochi apparentemente semplici e con visite guidate.
Questo progetto è utile.
La scuola deve fare progetti simili.
Quelle scuole e quelle università che fanno progetti simili a questo devono essere finanziate.
Incominciamo a fare in modo che la scuola funzioni.
Inoltre, bisognerà legare la scuola al mondo del lavoro.
Per esempio, nei Paesi anglosassoni le aziende mandano i loro talent scout presso le le scuole e le università.
Le aziende sostengono gli studi di quegli studenti che ritengono idonei ai loro progetti oppure sovvenzionano gli stessi istituti.
Perché qui in Italia non si fa una cosa analoga?
Invece, noi ci troviamo con uno Stato che finanzia la scuola e l'università in modo indiscriminato e che finanzia anche quei progetti inutili.
Questo è un danno per il nostro Paese.
Vorrei terminare, suggerendovi di visitare il sito "Lazio Liberale".
Su quel sito c'è un articolo intitolato "Non pervenuti Mises, Hayek, Leoni e Rothbard. Dominano invece le teorie della scuola interventista".
Questo è un ritratto poco incoraggiante della scuola italiana.
Se non cambiamo rotta, rischiamo di essere superati da Paesi che non hanno un patrimonio culturale come il nostro ma che hanno maggiore volontà.
Cordiali saluti.
Dal sito "Vatican Insider" , "Il rapporto tra fede e denaro? Un nodo irrisolto"
Cari amici ed amiche.
Leggete questa interessante intervista riportata sul sito " Vatican Insider" del rabbino capo di Roma, il dottor Riccardo Di Segni:
"Rabbino capo Riccardo Di Segni, da secoli il rapporto tra la fede cattolica e il denaro è controverso e problematico. Perché?
«Dovrebbe chiederlo ai rappresentanti della fede cattolica. In generale ogni religione che interviene con la sua etica nei rapporti umani deve fare i conti, letteralmente, con i problemi dell'economia e del denaro: per definire cosa è lecito e cosa non lo è, dal punto di vista strettamente giuridico, e quale sia la prospettiva etica e spirituale per giudicare il senso di una attività umana dedicata al guadagno».
I Rothschild sono stati a lungo i banchieri del Papa. E' il segno che il Vaticano non riusciva a gestire in proprio le risorse finanziarie?
«Credo che i rapporti con i Rothschild non siano durati più di qualche decennio. Furono rapporti non molto idilliaci. Belli li ricorda con una "punta" antisemita in un sonetto. Avere rapporti con le banche non significa incapacità. Solo che bisogna scegliere banche e banchieri giusti. Anche i Rothschild comunque avevano i loro problemi, in Italia. L'unica filiale che non resse fu proprio quella di Napoli, chiusa all'arrivo dei "sovversivi", leggi: i garibaldini della spedizione dei Mille».
Un altro aspetto ricorrente nella storia ecclesiastica è il riferimento a "complotti" orditi da nemici, come per esempio le logge massoniche. Da cosa nasce questo sentirsi sotto tiro pur essendo stata la religione maggioritaria per secoli?
«Ogni centro di potere come tale è sottoposto ad attacchi. Ma prima di tutto gli attacchi sono interni. Più c'è potere più c'è ambizione, rivalità, caduta del senso morale...».
C'è differenza tra ebraismo e cristianesimo nel rapportarsi alla dimensione materiale e al piano economico?
«C'è ebraismo ed ebraismo e c'è cristianesimo e cristianesimo. Non credo, ad esempio, che l'etica calvinista sui temi economici vada d'accordo con quella cattolica. Per quanto riguarda l'ebraismo i punti principali sono: rispetto
delle regole nei rapporti sociali, commerciali e di produzione; rispetto della natura che non deve essere devastata; immersione nella realtà di questo mondo, ma senza mai perdere di vista la dimensione spirituale. Il Sabato è la grande metafora di questo pensiero: per sei giorni si lavora e si produce, il settimo ci si ferma e si pensa allo spirito».
Perché un massone è scomunicato "ipso facto" e, per esempio, un mafioso no?
«Non tocca a me rispondere. Ancora non ho visto un rabbino, e neppure un ebreo, far parte dell'autorità ecclesiastica che commina le scomuniche. La Chiesa ha verità assolute, che discendono da Dio e quindi non possono essere in alcun modo discusse».
E' possibile il dialogo con le altre religioni o con la massoneria?
«Domanda da girare alle autorità della Chiesa. La Chiesa, per quanto riguarda il mondo ebraico, cerca il dialogo. Bisogna però capire che cosa intenda per dialogo... Quello della Dominus Jesus non era certo un dialogo accettabile»."
Ringrazio l'amico Angelo Fazio, il "genietto di Palermo", che ha messo questo articolo su Facebook.
Vale la pena di di fare qualche considerazione.
Quanto detto dal rabbino Di Segni è in buona parte condivisibile.
Sul perché della scomunica ai massoni e non ai mafiosi la risposta è presto detta.
Il mafioso è un criminale.
Se dovessimo scomunicare i mafiosi (il che non sarebbe male) dovremmo scomunicare anche i corrotti e coloro che si macchiano di altri reati.
Per il massone, invece, c'è un problema di ordine religioso.
La massoneria non è di per sé antireligiosa ma il suo relativismo cozza con la dottrina cristiana e cattolica.
La Chiesa parla di un Dio personale e concreto(come l'Ebraismo) mentre la massoneria parla un astratto "Grande Architetto dell'Universo", un dio che può essere il Dio ebraico e cristiano ma che può essere anche una divinità pagana, come Horus, Osiride, Iside, Ra, Dagon, Baal, Astarte, Odino, Thor, Zeus, Minerva, Cornennus, Lug o altro.
Questo cozza con la tradizione cristiana ed espone a problemi come il sincretismo.
Inoltre, la massoneria favorisce la "religiosità fai da te".
Un esempio di "religione fai te" è la "New Age".
Per esempio, c'è chi mischia i dogmi cattolici con il reiki oppure c'è chi mischia Ebraismo, Cristianesimo, Islam e religioni orientali.
Questi sono i pericoli della massoneria.
Riguardo alla questione dell'antisemitismo, faccio notare che esso fu forte, guarda caso, nei momenti di crisi della Chiesa.
Fu forte, ad esempio, nel 1348 AD, quando ci fu una grave pestilenza.
Tutto il sistema europeo andò in crisi.
La Chiesa stessa fu in grave crisi.
Il Papato era ostaggio ad Avignone e nella Chiesa c'erano forti divisioni.
La peste aggravò ogni cosa.
Molti preti non c'erano e così emersero delle figure sinistre, i "flagellanti" .
Questi andavano in giro per le strade frustandosi e predicando.
Le loro prediche furono intrise di odio verso gli ebrei.
Li accusarono di essere agenti del demonio e di avere portato la peste.
Essi istigarono il popolo contro gli ebrei e molti di questi ultimi furono uccisi.
Faccio notare anche un'altra cosa, il tribunale dell'Inquisizione non fu presente nel Medio Evo ma dal Rinascimento.
La Chiesa cattolica si era oramai indebolita, dopo la "Cattività Avignonese" (1309-1377), lo Scisma d'Occidente (1378-1417) e con l'avvento della Riforma protestante.
La Chiesa era sempre più ostaggio degli Stati e delle varie corone.
Ergo, se una corona non gradiva qualcosa che veniva fatto dalla Chiesa, vi era il rischio di rottura.
Basti pensare a quello che fecero il re di Svezia Gustavo I Vasa (nel 1527) ed il re inglese Enrico VIII, nel 1534.
Quindi, il tribunale dell'Inquisizione fu uno strumento politico degli Stati.
Le varie corone usarono questo tribunale in nome della dottrina cattolica.
Professare una religione diversa da quella del re significava essere contro il re.
Gli ebrei, purtroppo, divennero un bersaglio.
Del resto, anche i totalitarismi del XX secolo, come nazismo e comunismo uccisero molti ebrei.
Il nazismo ne uccise circa 6.000.000 ed il comunismo non fu da meno.
Vi invito ad informarvi sull'Holodomor in Ucraina.
Nazismo e comunismo (due schifosi e ripugnanti cancri della storia) non furono prodotti del Cristianesimo.
Anzi, furono anticristiani.
Basti pensare ai cristiani rinchiusi nei gualg sovietici o ai pastori evangelici e ai preti cattolici rinchiusi nei lager nazisti, come quello di Dachau.
Quanto al tema della ricchezza e della Chiesa io penso che il tema non sia molto semplice da spiegare.
Io penso che non si debba condannare l'uomo che ha i soldi.
Questo discorso vale per il non cristiano, il cristiano laico o per l'ecclesiastico.
L'uomo ricco non è da condannare.
Il pauperismo è segno di ipocrisia.
Semmai, va condannato l'atteggiamento che pone il denaro al di sopra di tutti e di tutto, al di sopra di Dio e dei propri simili.
Questo vale per il non cristiano, il cristiano laico e l'ecclesiastico.
Sui Rothschild, penso che sia stato detto molto.
Io sono d'accordo con il rabbino, quando afferma che bisogna scegliersi la banca ed il banchiere giusti.
Tra l'altro, i Rothschild ebbero la filiale a Napoli e questa filiale fu chiusa con l'arrivo di Giuseppe Garibaldi, nel 1861.
Questo potrebbe rimescolare le carte.
Di norma, i Rothschild vengono visti come legati a gruppi di potere occulti.
Ora, Garibaldi ed i suoi erano legati a gruppi di potere occulti.
Eppure, la filiale napoletana dei Rotschild fu chiusa con l'arrivo Garibaldi.
Termino, parlando del dialogo con gli ebrei.
Io penso che sia importante dialogare con gli ebrei.
Essi furono coloro che conobbero Dio, quello che oggi è anche il nostro Dio.
Tra gli ebrei e noi c'è molto in comune.
Ad esempio, per quanto riguarda i punti del rapporto tra economia e religione ebraica che sono stati citati dal rabbino Di Segni c'è molto in comune con la religione cristiana, anche con la nostra cara religione cattolica.
Inoltre, come cattolico non posso essere antisemita.
Essere antisemita significherebbe tagliare le radici della mia fede.
Colgo l'occasione per lanciare un monito.
Spesso e volentieri la mia bacheca di Facebook è attaccata da antisemiti.
Questa cosa sta accadendo un po' troppo spesso.
Queste persone sappiano che io mi sono stancato.
Io ho già fatto delle segnalazioni a chi di dovere.
Quindi, gli eventuali antisemiti che potrebbero essere presententi tra i miei contatti si diano una regolata.
Già ne ho cacciato qualcuno.
Cordiali saluti.
Leggete questa interessante intervista riportata sul sito " Vatican Insider" del rabbino capo di Roma, il dottor Riccardo Di Segni:
"Rabbino capo Riccardo Di Segni, da secoli il rapporto tra la fede cattolica e il denaro è controverso e problematico. Perché?
«Dovrebbe chiederlo ai rappresentanti della fede cattolica. In generale ogni religione che interviene con la sua etica nei rapporti umani deve fare i conti, letteralmente, con i problemi dell'economia e del denaro: per definire cosa è lecito e cosa non lo è, dal punto di vista strettamente giuridico, e quale sia la prospettiva etica e spirituale per giudicare il senso di una attività umana dedicata al guadagno».
I Rothschild sono stati a lungo i banchieri del Papa. E' il segno che il Vaticano non riusciva a gestire in proprio le risorse finanziarie?
«Credo che i rapporti con i Rothschild non siano durati più di qualche decennio. Furono rapporti non molto idilliaci. Belli li ricorda con una "punta" antisemita in un sonetto. Avere rapporti con le banche non significa incapacità. Solo che bisogna scegliere banche e banchieri giusti. Anche i Rothschild comunque avevano i loro problemi, in Italia. L'unica filiale che non resse fu proprio quella di Napoli, chiusa all'arrivo dei "sovversivi", leggi: i garibaldini della spedizione dei Mille».
Un altro aspetto ricorrente nella storia ecclesiastica è il riferimento a "complotti" orditi da nemici, come per esempio le logge massoniche. Da cosa nasce questo sentirsi sotto tiro pur essendo stata la religione maggioritaria per secoli?
«Ogni centro di potere come tale è sottoposto ad attacchi. Ma prima di tutto gli attacchi sono interni. Più c'è potere più c'è ambizione, rivalità, caduta del senso morale...».
C'è differenza tra ebraismo e cristianesimo nel rapportarsi alla dimensione materiale e al piano economico?
«C'è ebraismo ed ebraismo e c'è cristianesimo e cristianesimo. Non credo, ad esempio, che l'etica calvinista sui temi economici vada d'accordo con quella cattolica. Per quanto riguarda l'ebraismo i punti principali sono: rispetto
delle regole nei rapporti sociali, commerciali e di produzione; rispetto della natura che non deve essere devastata; immersione nella realtà di questo mondo, ma senza mai perdere di vista la dimensione spirituale. Il Sabato è la grande metafora di questo pensiero: per sei giorni si lavora e si produce, il settimo ci si ferma e si pensa allo spirito».
Perché un massone è scomunicato "ipso facto" e, per esempio, un mafioso no?
«Non tocca a me rispondere. Ancora non ho visto un rabbino, e neppure un ebreo, far parte dell'autorità ecclesiastica che commina le scomuniche. La Chiesa ha verità assolute, che discendono da Dio e quindi non possono essere in alcun modo discusse».
E' possibile il dialogo con le altre religioni o con la massoneria?
«Domanda da girare alle autorità della Chiesa. La Chiesa, per quanto riguarda il mondo ebraico, cerca il dialogo. Bisogna però capire che cosa intenda per dialogo... Quello della Dominus Jesus non era certo un dialogo accettabile»."
Ringrazio l'amico Angelo Fazio, il "genietto di Palermo", che ha messo questo articolo su Facebook.
Vale la pena di di fare qualche considerazione.
Quanto detto dal rabbino Di Segni è in buona parte condivisibile.
Sul perché della scomunica ai massoni e non ai mafiosi la risposta è presto detta.
Il mafioso è un criminale.
Se dovessimo scomunicare i mafiosi (il che non sarebbe male) dovremmo scomunicare anche i corrotti e coloro che si macchiano di altri reati.
Per il massone, invece, c'è un problema di ordine religioso.
La massoneria non è di per sé antireligiosa ma il suo relativismo cozza con la dottrina cristiana e cattolica.
La Chiesa parla di un Dio personale e concreto(come l'Ebraismo) mentre la massoneria parla un astratto "Grande Architetto dell'Universo", un dio che può essere il Dio ebraico e cristiano ma che può essere anche una divinità pagana, come Horus, Osiride, Iside, Ra, Dagon, Baal, Astarte, Odino, Thor, Zeus, Minerva, Cornennus, Lug o altro.
Questo cozza con la tradizione cristiana ed espone a problemi come il sincretismo.
Inoltre, la massoneria favorisce la "religiosità fai da te".
Un esempio di "religione fai te" è la "New Age".
Per esempio, c'è chi mischia i dogmi cattolici con il reiki oppure c'è chi mischia Ebraismo, Cristianesimo, Islam e religioni orientali.
Questi sono i pericoli della massoneria.
Riguardo alla questione dell'antisemitismo, faccio notare che esso fu forte, guarda caso, nei momenti di crisi della Chiesa.
Fu forte, ad esempio, nel 1348 AD, quando ci fu una grave pestilenza.
Tutto il sistema europeo andò in crisi.
La Chiesa stessa fu in grave crisi.
Il Papato era ostaggio ad Avignone e nella Chiesa c'erano forti divisioni.
La peste aggravò ogni cosa.
Molti preti non c'erano e così emersero delle figure sinistre, i "flagellanti" .
Questi andavano in giro per le strade frustandosi e predicando.
Le loro prediche furono intrise di odio verso gli ebrei.
Li accusarono di essere agenti del demonio e di avere portato la peste.
Essi istigarono il popolo contro gli ebrei e molti di questi ultimi furono uccisi.
Faccio notare anche un'altra cosa, il tribunale dell'Inquisizione non fu presente nel Medio Evo ma dal Rinascimento.
La Chiesa cattolica si era oramai indebolita, dopo la "Cattività Avignonese" (1309-1377), lo Scisma d'Occidente (1378-1417) e con l'avvento della Riforma protestante.
La Chiesa era sempre più ostaggio degli Stati e delle varie corone.
Ergo, se una corona non gradiva qualcosa che veniva fatto dalla Chiesa, vi era il rischio di rottura.
Basti pensare a quello che fecero il re di Svezia Gustavo I Vasa (nel 1527) ed il re inglese Enrico VIII, nel 1534.
Quindi, il tribunale dell'Inquisizione fu uno strumento politico degli Stati.
Le varie corone usarono questo tribunale in nome della dottrina cattolica.
Professare una religione diversa da quella del re significava essere contro il re.
Gli ebrei, purtroppo, divennero un bersaglio.
Del resto, anche i totalitarismi del XX secolo, come nazismo e comunismo uccisero molti ebrei.
Il nazismo ne uccise circa 6.000.000 ed il comunismo non fu da meno.
Vi invito ad informarvi sull'Holodomor in Ucraina.
Nazismo e comunismo (due schifosi e ripugnanti cancri della storia) non furono prodotti del Cristianesimo.
Anzi, furono anticristiani.
Basti pensare ai cristiani rinchiusi nei gualg sovietici o ai pastori evangelici e ai preti cattolici rinchiusi nei lager nazisti, come quello di Dachau.
Quanto al tema della ricchezza e della Chiesa io penso che il tema non sia molto semplice da spiegare.
Io penso che non si debba condannare l'uomo che ha i soldi.
Questo discorso vale per il non cristiano, il cristiano laico o per l'ecclesiastico.
L'uomo ricco non è da condannare.
Il pauperismo è segno di ipocrisia.
Semmai, va condannato l'atteggiamento che pone il denaro al di sopra di tutti e di tutto, al di sopra di Dio e dei propri simili.
Questo vale per il non cristiano, il cristiano laico e l'ecclesiastico.
Sui Rothschild, penso che sia stato detto molto.
Io sono d'accordo con il rabbino, quando afferma che bisogna scegliersi la banca ed il banchiere giusti.
Tra l'altro, i Rothschild ebbero la filiale a Napoli e questa filiale fu chiusa con l'arrivo di Giuseppe Garibaldi, nel 1861.
Questo potrebbe rimescolare le carte.
Di norma, i Rothschild vengono visti come legati a gruppi di potere occulti.
Ora, Garibaldi ed i suoi erano legati a gruppi di potere occulti.
Eppure, la filiale napoletana dei Rotschild fu chiusa con l'arrivo Garibaldi.
Termino, parlando del dialogo con gli ebrei.
Io penso che sia importante dialogare con gli ebrei.
Essi furono coloro che conobbero Dio, quello che oggi è anche il nostro Dio.
Tra gli ebrei e noi c'è molto in comune.
Ad esempio, per quanto riguarda i punti del rapporto tra economia e religione ebraica che sono stati citati dal rabbino Di Segni c'è molto in comune con la religione cristiana, anche con la nostra cara religione cattolica.
Inoltre, come cattolico non posso essere antisemita.
Essere antisemita significherebbe tagliare le radici della mia fede.
Colgo l'occasione per lanciare un monito.
Spesso e volentieri la mia bacheca di Facebook è attaccata da antisemiti.
Questa cosa sta accadendo un po' troppo spesso.
Queste persone sappiano che io mi sono stancato.
Io ho già fatto delle segnalazioni a chi di dovere.
Quindi, gli eventuali antisemiti che potrebbero essere presententi tra i miei contatti si diano una regolata.
Già ne ho cacciato qualcuno.
Cordiali saluti.
sabato 4 agosto 2012
Presentazione del blog "Lettere in versi" di Fabio Trinchieri
Cari amici ed amiche.
Vi voglio presentare un blog di un giovane, Fabio Trinchieri.
Cristiano cattolico praticante, questo ventiseienne romano si interessa di apologetica.
E' molto preparato.
Oltre a fare ciò, Fabio compone poesie.
Proprio di questo, io vi voglio parlare.
Il suo blog si chiama "Lettere in versi" e viene introdotto così:
" Trascrivere un vissuto è raccontare, scrivere poesia è arte. L'arte è l'espressione più alta del genio umano, la poesia una goccia di quest'oceano di bellezza. Partecipare con umiltà a tale patrimonio mi onora, quantunque me ne avvicini. Nessuna pretesa, alcuna speranza mi aspetto; il solo augurio che possiate trovare, in queste note, un piacevole diletto.".
Le sue poesie sono semplici nel linguaggio ma di grandissima profondità.
Una di queste mi è piaciuta e la voglio riportare su questo blog.
Essa è intitolata "U vero bene" e recita:
" U veru bene
Vi voglio presentare un blog di un giovane, Fabio Trinchieri.
Cristiano cattolico praticante, questo ventiseienne romano si interessa di apologetica.
E' molto preparato.
Oltre a fare ciò, Fabio compone poesie.
Proprio di questo, io vi voglio parlare.
Il suo blog si chiama "Lettere in versi" e viene introdotto così:
" Trascrivere un vissuto è raccontare, scrivere poesia è arte. L'arte è l'espressione più alta del genio umano, la poesia una goccia di quest'oceano di bellezza. Partecipare con umiltà a tale patrimonio mi onora, quantunque me ne avvicini. Nessuna pretesa, alcuna speranza mi aspetto; il solo augurio che possiate trovare, in queste note, un piacevole diletto.".
Le sue poesie sono semplici nel linguaggio ma di grandissima profondità.
Una di queste mi è piaciuta e la voglio riportare su questo blog.
Essa è intitolata "U vero bene" e recita:
" U veru bene
Rintocchi ‘e campane er dì de
festa
s’alternano gioisi pe la valle
donde luci e fumi s’accompagna
alla gente che vò raccomandasse.
“Priega o Signore tuo bello”
s’affaccia una ‘n calze e ‘n
reggipetto
“che mi figlio ‘nsacco male vole
a lu prete che gliedà
l’assoluzione”.
“Ch’aggia fa pa portallo a Gesù
Cristo!”
‘a signora accorata se dispera
“Nun temete signora bella, a
vostro figlio”
responne lu cristianu rabbonito.
Esta è la fede de na pora madre,
ca cresciuta capisce u veru bene,
chello che conviene nella vita
p’esse felici e dimenticasse ‘elle
offese.".
Questa poesia mi ricorda un po' il Cantico delle Creature di San Francesco d'Assisi o le poesie di Jacopone da Todi.
Ha inflessioni toscane (come l'uso del verbo andare coniugato in prima persona come "vò" e non come "vado") e del centro Italia.
Quindi, visitate il blog di questo ragazzo.
I giovani intelligenti vanno valorizzati.
In omaggio a questo blog, anch'io metto una mia poesia:
"LU SONU DI CAMPANA
Di Diu vuci et di strichi scantu...
accussì, chì sona, eni la campana...
et, comu fici nti l'anni antichi, faci camora lu cantu...
et sona...quannu veni la morti...comu nta la Pascha...
sona nto lu tiempu di Natali...comu pì la Sancta Missa...
sona puru pì proteggiri li campi...
comu pì l'omini et pì tutti li frutti...
quannu cù lu ventu vènunu troni et lampi."
Cordiali saluti.
La ricerca dell'uomo
Cari amici ed amiche
Durante la Messa di oggi, presso l'Istituto Geriatrico Antonio Nuvolari di Roncoferraro (Mantova), è stato letto questo brano del Vangelo secondo Giovanni (capitolo 6, versetti 24-35):
"In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».".
Durante la Messa di oggi, presso l'Istituto Geriatrico Antonio Nuvolari di Roncoferraro (Mantova), è stato letto questo brano del Vangelo secondo Giovanni (capitolo 6, versetti 24-35):
"In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».".
L'uomo è sempre alla ricerca di ogni cosa.
Egli, però, cerca cose materiali e si rivolge a Dio per avere o per avere il miracolo.
Però, l'uomo non cerca Dio, tranne che nei momenti del bisogno.
Anzi, l'uomo è come un pozzo senza fondo.
Più ha e più vuole avere.
L'uomo, però, deve cercare Dio sempre.
Il cristiano deve cercare Dio e non i miracoli di Dio.
Altrimenti, che razza di cristiano sarebbe.
Gesù, allora, fece capire una cosa.
Il pane da cercare è Gesù stesso che si offrì in sacrificio per salvare l'umanità e riscattarla dalla morte.
Forse, io credo che l'uomo debba imparare ad accontentarsi di quello che ha e delle persone che egli ha intorno.
Se facesse ciò l'uomo si avvicinerebbe a Dio.
Cordiali saluti.
Caro sindaco Pisapia, lei ha fatto un grosso errore!
Cari amici ed amiche.
La Giunta comunale di Milano ha deciso:
Ha deciso di finanziare la "Festa della Palestina".
Infatti, la Giunta del sindaco Giuliano Pisapia ha stanziato ben oltre 100.000 Euro per l'evento.
Forse, avrà voluto "riparare" quanto è avvenuto l'anno scorso.
L'anno scorso, a Milano, vi era stato l'evento "Unexpected Israel", evento organizzato dallo Stato di Israele.
Questo aveva fatto arrabbiare la sinistra radicale che aveva fatto di tutto per boicottare l'evento.
Ora, io penso che quello di Pisapia sia un errore morale e politico.
Infatti, quei 100.000 Euro si sarebbero potuti spendere in progetti più utili alla cittadinanza.
E' stato anche un errore politico, poiché non si può sostenere uno Stato senza tenere conto del fatto che, ad oggi, esso sia voluto da fondamentalisti.
Cordiali saluti.
La Giunta comunale di Milano ha deciso:
Ha deciso di finanziare la "Festa della Palestina".
Infatti, la Giunta del sindaco Giuliano Pisapia ha stanziato ben oltre 100.000 Euro per l'evento.
Forse, avrà voluto "riparare" quanto è avvenuto l'anno scorso.
L'anno scorso, a Milano, vi era stato l'evento "Unexpected Israel", evento organizzato dallo Stato di Israele.
Questo aveva fatto arrabbiare la sinistra radicale che aveva fatto di tutto per boicottare l'evento.
Ora, io penso che quello di Pisapia sia un errore morale e politico.
Infatti, quei 100.000 Euro si sarebbero potuti spendere in progetti più utili alla cittadinanza.
E' stato anche un errore politico, poiché non si può sostenere uno Stato senza tenere conto del fatto che, ad oggi, esso sia voluto da fondamentalisti.
Cordiali saluti.
Una risposta a Gaspare Serra
Cari amici ed amiche.
Voglio rispondere a Gaspare Serra, uno studente palermitano che (tramite e-mail) mi ha inoltrato un articolo del suo blog "Panta Rei".
L'articolo è intitolato "Dove c'è "casta" c'è Italia" .
Ora, la sua analisi può anche essere condivisibile ma una cosa va detta.
L'attuale situazione dell'Italia è dovuta al fatto che non sia stata fatta nessuna seria riforma.
Per esempio, oggi noi abbiamo cinque regioni che possono tenersi i loro soldi, per via dello statuto speciale.
Inoltre, a causa delle politiche assistenzialistiche, il sud non è più capace di produrre ricchezza.
Quindi, tutto il peso del fisco grava sul nord.
Questo ha generato un circolo vizioso.
Al sud, il ceto politico si è ingrassato con le politiche assistenzialistiche.
Dove c'è assistenzialismo si arriva a questo punto.
Del resto, anche qui al nord ci sono grossi problemi di questo tipo.
Basti pensare al Comune di Torino, che risulta il più indebitato d'Italia. Esso è stato amministrato con politiche di assistenzialismo.
Sarebbe bastato attuare il federalismo.
Ogni Comune, ogni Provincia, Ogni Regione e lo Stato sarebbero stati responsabilizzati ed avrebbero pagato ogni errore.
Invece, nell'attuale situazione, lo Stato ripiana i debiti, andando ad ingrassare i ceti politici locali che hanno fatto i danni.
Nel 2006 era stata fatta votare una riforma federalista e, fatemelo dire, la parte politica a cui fa riferimento anche Gaspare Serra aveva fatto di tutto per farlo bocciare.
Inoltre, si dovrà applicare il principio di sussidiarietà.
Bisogna fare in modo che siano premiati solo i progetti virtuosi.
Solo così si potrebbe fare qualcosa.
Cordiali saluti.
Voglio rispondere a Gaspare Serra, uno studente palermitano che (tramite e-mail) mi ha inoltrato un articolo del suo blog "Panta Rei".
L'articolo è intitolato "Dove c'è "casta" c'è Italia" .
Ora, la sua analisi può anche essere condivisibile ma una cosa va detta.
L'attuale situazione dell'Italia è dovuta al fatto che non sia stata fatta nessuna seria riforma.
Per esempio, oggi noi abbiamo cinque regioni che possono tenersi i loro soldi, per via dello statuto speciale.
Inoltre, a causa delle politiche assistenzialistiche, il sud non è più capace di produrre ricchezza.
Quindi, tutto il peso del fisco grava sul nord.
Questo ha generato un circolo vizioso.
Al sud, il ceto politico si è ingrassato con le politiche assistenzialistiche.
Dove c'è assistenzialismo si arriva a questo punto.
Del resto, anche qui al nord ci sono grossi problemi di questo tipo.
Basti pensare al Comune di Torino, che risulta il più indebitato d'Italia. Esso è stato amministrato con politiche di assistenzialismo.
Sarebbe bastato attuare il federalismo.
Ogni Comune, ogni Provincia, Ogni Regione e lo Stato sarebbero stati responsabilizzati ed avrebbero pagato ogni errore.
Invece, nell'attuale situazione, lo Stato ripiana i debiti, andando ad ingrassare i ceti politici locali che hanno fatto i danni.
Nel 2006 era stata fatta votare una riforma federalista e, fatemelo dire, la parte politica a cui fa riferimento anche Gaspare Serra aveva fatto di tutto per farlo bocciare.
Inoltre, si dovrà applicare il principio di sussidiarietà.
Bisogna fare in modo che siano premiati solo i progetti virtuosi.
Solo così si potrebbe fare qualcosa.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.