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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 1 giugno 2012

Sicurezza energetica in Italia, due parole.

Cari amici ed amiche.

Leggete il documento intitolato "Cos'è la sicurezza energica? Una riflessione preliminare".
Leggete anche questa riflessione che l'amico Angelo Fazio ha messo su Facebook:

"Il concetto di sicurezza energetica, pur variando a seconda delle epoche e delle aree geografiche, ha origine dalla constatazione che l’energia svolge un ruolo centrale nel garantire il benessere economico e la forza militare di uno Stato.
Il crescente fabbisogno energetico delle economie industrializzate e l’impossibilità di soddisfarlo attraverso la produzione interna hanno provocato la crescente dipendenza di questi Paesi dalle importazioni di materie prime energetiche – principalmente idrocarburi. Tale trend ha avuto importanti conseguenze sia sulle economie dei Paesi importatori sia su quelle dei Paesi produttori. Infatti, come le economie dei Paesi da esse dipendenti entrerebbero in crisi senza le importazioni di materie prime energetiche, analogamente le economie dei Paesi esportatori dipendono – in molti casi in maniera ancor più marcata – dagli introiti delle esportazioni. Di conseguenza, ogni riflessione relativa alla sicurezza energetica non può che prendere in considerazione tutti i Paesi coinvolti e non solo i consumatori finali.

Storicamente, la riflessione sulla sicurezza energetica ha raggiunto il grande pubblico in occasione delle crisi petrolifere degli anni Settanta e ha trovato nuova popolarità a partire dagli anni Novanta, con la fine del bipolarismo, il diffondersi del terrorismo internazionale e la rapida crescita dei Paesi in via di industrializzazione.

In Europa la sicurezza energetica è generalmente – e unilateralmente – definita come la disponibilità di energia a prezzi ragionevoli. Questa definizione si compone di due aspetti ben distinti, anche se interdipendenti. Il primo è quello dell’affidabilità (reliability) del flusso di materie prime, che dipende dall’accessibilità dei giacimenti e dal funzionamento delle infrastrutture di trasporto. Il secondo aspetto, decisamente più sfumato, è quello della ragionevolezza economica (affordability), cioè la garanzia che i prezzi non varino eccessivamente o in modo imprevedibile, mandando in crisi le economie coinvolte.

Esistono diversi fattori che hanno un impatto potenzialmente negativo sull’affidabilità degli approvvigionamenti. In particolare, l’aumento dei volumi importati da giacimenti sempre più remoti fa aumentare le probabilità che si verifichino incidenti durante il trasporto (rischio tecnico), le occasioni di compiere atti terroristici o sabotaggi (rischio criminale) e le possibilità che i flussi siano interrotti a causa di instabilità politica o per contenziosi coi Paesi di transito (rischio geopolitico).

Altri fattori, invece, riguardano non tanto la possibilità di scambiare materie prime energetiche quanto il loro prezzo. Al di là delle variazioni di breve periodo – legate spesso a speculazioni sul mercato dei prodotti finanziari collegati all’energia – ad influenzare i livelli dei prezzi sono la domanda e l’offerta di materie prime energetiche.

La contrazione dell’offerta – e il conseguente aumento dei prezzi – può essere ricondotto a due fattori: da un lato, ad un livello troppo basso di investimenti in nuova capacità produttiva, che rischia di creare delle carenze di offerta nel medio periodo – soprattutto se nel contempo la domanda di energia in alcune aree del mondo cresce rapidamente. Dall’altro, esiste anche la possibilità che i Paesi esportatori impieghino deliberatamente il loro potere di mercato per aumentare i prezzi e i profitti, o minaccino di farlo per perseguire scopi extraeconomici.

La contrazione della domanda può invece avvenire in conseguenza o di una crisi economica, che se prolungata e globale può compromettere stabilmente i livelli di domanda; oppure in seguito all’attuazione di politiche in altri settori – come quello ambientale – che abbiano ricadute dirette sui consumi di energia. Come l’aumento dei prezzi può danneggiare le economie dei Paesi importatori, specularmente un crollo della domanda può portare a gravi problemi di liquidità – e di stabilità politica – nei Paesi esportatori.

Dal momento che i fattori di rischio per la sicurezza energetica sono molteplici ed eterogenei, le misure di policy collegate non possono che agire su diversi piani. In primo luogo, vi sono le misure relative alla resilienza dei sistemi energetici nazionali, cioè alla loro capacità di assorbire gli shocks: per i Paesi importatori si tratta essenzialmente di garantire una capacità di stoccaggio adeguata e di rendere quanto più possibile equilibrato il mix energetico, nonché di proteggere infrastrutture da minacce esterne. Per i Paesi esportatori, la resilienza è invece relativa al sistema economico e si può aumentare riducendo la centralità dei proventi delle esportazioni di energia, così da attutire l’impatto di possibili shocks di prezzo o interruzioni delle forniture.

Un secondo piano a cui agiscono le politiche di sicurezza energetica è quello della gestione della dipendenza. In particolare un’efficace strategia di contenimento del rischio è quella di diversificare i partners commerciali, tanto in termini di Paese di provenienza/destinazione, quanto in termini di corridoi di trasporto.
Il terzo e più importante piano è quello della gestione dell’interdipendenza energetica. In un contesto, come quello attuale, in cui la stabilità dello scambio di risorse energetiche è cruciale per la sicurezza di tutti gli Stati coinvolti, lo strumento più efficiente per la gestione dei flussi è un mercato internazionale stabile. Di conseguenza, l’adozione di misure volte a garantire lo sviluppo dei diversi mercati energetici è parte fondamentale delle politiche di sicurezza energetica tanto dei Paesi importatori quanto di quelli produttori.".

Ringrazio Angelo di questa riflessione, che sottoscrivo.
Che il benessere di una nazione dipenda anche dal fatto che essa produca la propria energia elettrica è cosa nota.
Ora, qui in Italia, si scelse di abolire l'energia nucleare.
Il problema è che oggi noi paghiamo questa scelta e vi spiego il perché.
Noi dicemmo no alle centrali nucleari ma non portammo avanti nulla di alternativo che potesse sopperire a questa mancanza.
Oggi, noi stiamo pagando il prezzo di ciò, dovendo prendere l'energia dall'estero (Francia), il metano dalla Russia ed il petrolio dal Medio Oriente .
E' chiaro che ciò comporti dei compromessi che non sono vantaggiosi per il nostro Paese.
Ora, la situazione è resa ancora più complessa dal terremoto che ha colpito l'Emilia ed il Mantovano e che ha risvegliato antiche paure.
Basti pensare ai depositi di gas metano.
Tuttavia, una soluzione al problema va trovata, altrimenti non potremmo garantire il benessere, qualora la situazione geopolitica globale dovesse cambiare.
Oggi, qui nel Mantovano, si sta studiando il biogas.
La soluzione è interessante ma va implementata bene.
Per esempio, a Castelletto Borgo, frazione dei Comuni di Mantova e Roncoferraro,  si vuole fare un impianto che produce biogas.
La cosa in sé non è male.
Tuttavia, ci sono problemi dovuti ad un pessimo piano regolatore fatto dal Comune di Roncoferraro che mise delle zone residenziali vicine a quelle in cui si farà l'impianto e al fatto che come materia prima da fermentare (per produrre il biogas) si usi del tranciato di mais.
Questo mais andrebbe a sostituire le coltivazioni tradizionali di riso, frumento ed ortaggi.
Quindi, l'idea in sé è buona ma è stata male implementata ed oggi va rivista.
Tra l'altro, il Comune di Roncoferraro ha commesso l'altro errore di non partecipare alla Conferenza dei Servizi.
Lo stesso discorso vale l'impianto di teleriscaldamento "Fossil Free Energy", che fu fatto nel 2007, qui a Roncoferraro.
Riguardo a questo impianto, feci una relazione in collaborazione con il Comitato di Roncoferraro dell'Associazione Civica Mantovana nel 2011
In pratica, il Comune di Roncoferraro costruì un impianto che sarebbe dovuto andare a cippato di legna che viene bruciato.
Ora, questo impianto ha mostrato parecchi difetti.
Ad esempio, il cippato deve essere comprato da fuori, poiché il Mantovano è molto antropizzato e non ci sono alberi sufficienti da cui ricavarlo.
Questa aumenta i costi.
Inoltre, il clima umido fa sì che il cippato renda meno.
Vi è anche il problema dell'aria inquinata dal PM10.
Vi sono anche dei difetti nell'impianto.
In pratica si spesero tanti soldi ed il Comune si indebitò per realizzare un impianto .
Quindi, io penso che si debba fare una riflessione sulle politiche energetiche.
Cordiali saluti. 




COME PERDERE DEI CONTATTI SU FB : BASTA PARLARE DI POLITICA O RELIGIONE-COMMENTO ALLA NOTA DI LUCIANA STELLA

Cari amici ed amiche.

Ho trovato questa nota dell'amica Luciana Stella e mi è piaciuta così tanto che ho deciso di metterla su questo blog:

"CARISSIMI AMICI, avete notato anche voi, quanto sia facile essere fraintesi, criticati o eliminati ,per aver espresso un parere non gradito? Magari,con quella persona, avete avuto un ottimo rapporto fino all'altro ieri, e all'improvviso, ecco scendere la freddezza. E uno si chede" cos'è successo?" Ah sì, ho scritto una cosa che l'altro non condivideva, anzi si è proprio offeso. Vabbè....tutto qua? Il problema è che io ci resto male. Ma...ho anch'io il mio bel caratterino. Chiedo scusa se offendo, (anche involontariamente) ma quel che mi va di dire, lo dico.

E se questo Papa non mi piace, lo dico: NON MI PIACE! E non sento di mancare di rispetto alla mia cristianità! E neppure alla Chiesa! La Chiesa non è un edificio, ma è là, dove incontro un mio "fratello" in difficoltà, dove posso tendere la mano e non chiedere neppure la sua fede religiosa. Non mi interessa la Chiesa di potere, non mi interessano quelli vestiti di porpora e oro, non mi interessa di andare a vedere Papa Ratzinger qui a Milano. Preferirei che andasse a consolare i terremotati, portando aiuti materiali e preghiere. Ne avrebbero davvero bisogno! Inoltre penso, che la fede sia un sentimento molto personale. Credo nel rapporto diretto con Dio, e cerco di mettercela tutta per stare in pace con la mia coscienza! Non sempre ci riesco, talvolta zoppico...poi mi rialzo e provo a fare meglio! Io sono così e non intendo cambiare per compiacere qualcuno. Se pensate che non sia una persona degna della vostra amicizia, potete cancellarmi. Scusate lo sfogo, ma è da ieri sera che ci penso!
".

A Luciana vorrei dire di stare tranquilla.
Anche a me capita la stessa cosa che lei ha denunciato.
Purtroppo, ciò fa parte del rischio.
Io, ad esempio, sono su Facebook dal 2009.
Non mi iscrissi al social network per fare nuove amicizie.
Mi iscrissi a Facebook per parlare di politica, specie sul territorio del mio Comune, Roncoferraro, e trattare anche altri temi, come la religione.
Non ho bisogno di Facebook per fare amicizia.
Sono una persona normale e non mi serve un computer per socializzare.
Ora, è chiaro che parlare di politica crei divisione ed esponga la persona che parla ad attacchi.
Lo stesso discorso vale per la religione.
Non tutte le persone sono rispettose. 
Io non mi straccio le vesti quando qualcuno mi toglie l'"amicizia" su Facebook.
Fa parte del gioco. 
Mi spiacerebbe se a fare una cosa del genere non fosse una persona che ho conosciuto sul social-network ma un amico vero che era collegato con me sul medesimo.
Purtroppo, è capitato che amici veri che erano collegati su Facebook mi togliessero l'amicizia ed il saluto, senza che essi mi dessero una spiegazione.
Qui, però, Facebook non c'entra.
A dire la verità, se potessi tornare indietro, non so se rifarei la scelta di iscrivermi a Facebook, visto quello che c'è qui.
Io resto lì solo per fare la mia attività politica, culturale ed anche religiosa.
Certo, se un giorno persone che ho conosciuto su Facebook,   come Filippo Giorgianni, Stefania Ragaglia, Morris Sonnino, Angelo Fazio, Irene Bertoglio, Riccardo Di Giuseppe ed altri,  dovessero conoscermi dal vivo, io non darei a loro un calcio nel deretano, negando l'amicizia.
Anzi, con piacere,  accoglierei queste persone come amici. 
Però, io credo che l'amicizia nasca sul campo.
Quindi, io non condanno chi mi toglie l'"amicizia" su Facebook. 
Cordiali saluti. 


giovedì 31 maggio 2012

Dal blog "Campari e De Maistre": "Contro il Papa usano anche il terremoto"

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del blog "Campari e de De Maistre" che è stato scritto da Marco Mancini:

"Davanti al terremoto dell’Emilia, uno potrebbe semplicemente rivolgere un pensiero e una preghiera alle popolazioni colpite dal sisma, oppure, come l'amico Marco Piazza, dedicarsi alla teodicea. Invece no. Tocca occuparsi delle solite, misere polemiche. Quando c’è da sparare sulla Chiesa, si sa, tornano comode pure le disgrazie.
  
In principio fu la disputa, rilanciata dal c.d. “popolo del Web” (versione aggiornata dell’uomo-massa di cui aveva parlato Ortega y Gasset), sulla beneficenza a favore delle vittime del terremoto. “Il Papa si limita ad assicurare le sue preghiere, mentre il Dalai Lama ha donato 50000 euro!”, hanno strillato scandalizzati gli anticlericali feisbucchiani, per la verità in un italiano più zoppicante (di cui potete avere un saggio qui).

Poi è seguita la pretesa, anche questa lanciata a gran voce, di annullare non solo la parata militare del 2 giugno, ma soprattutto la visita del Papa a Milano. E’ scandaloso – continuano a lamentare i laicisti – che vengano spesi tre milioni di euro per il VII Incontro mondiale delle famiglie, quando questa cifra potrebbe essere utilizzata per il soccorso alle popolazioni terremotate. Anche Giuda, del resto, si era lamentato per il fatto che Maria avesse cosparso di unguento i piedi di Gesù, anziché venderlo per donare il ricavato ai poveri: “questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro”, chiosa acutamente Giovanni (Gv 12, 6).

Di fronte a tutto questo il sottoscritto è colpito da un senso di sconforto. Diventa quasi umiliante cercare di ripristinare un po’ di verità. Far presente, ad esempio, che Benedetto XVI ha donato 100000 euro ai terremotati attraverso il Pontificio Consiglio “Cor Unum” e che un ulteriore milione è stato appena stanziato dalla CEI. Ricordare che buona parte dei soldi richiesti per l’organizzazione dell’evento di Milano è stata già spesa e che, in ogni caso, la visita del Papa produrrà un ritorno economico stimato sopra i 50 milioni di euro, che certo non nuocerà, in tempi di crisi, ad albergatori e commercianti milanesi. Che, soprattutto, non dovrebbe spettare al Vaticano, sempre etichettato come “Stato estero” quando si tratta di respingerne le presunte ingerenze, la ricostruzione di territori italiani colpiti da una catastrofe naturale. Si tratta di argomenti scontati, addirittura banali, ma che si prova imbarazzo a tirare in ballo, tanta è la bassezza del livello al quale si pretende di farci scivolare.

C’è qualcosa di miserabile e di meschino in questo voler fare i conti in tasca alla Chiesa, scagliandosi contro un uomo di 85 anni, che nella sua vita si è concesso al massimo due settimane di villeggiatura al fresco di un seminario trentino. Cosa ancora più grottesca, a fare la morale al Papa sono i figli devoti della società dei consumi, i “selvaggi con telefonino” magistralmente descritti da Maurizio Blondet. Personaggi troppo indaffarati a godersi la vita per potersi preoccupare di darle un senso, ma che pretendono poi di atteggiarsi a benefattori universali e paladini dei derelitti solo per aver pubblicato su Facebook o su Twitter uno di questi desolanti link. Gente che, abituata a condurre un’esistenza puramente zoologica, non riesce a sollevare lo sguardo al di sopra dei propri bisogni materiali (mangiare, bere, fare sesso, consumare) e per questo manifesta tutto l’astio possibile nei confronti di chi tenta di porsi, pur con tutte le debolezze umane, su un piano più elevato. Per questo si prova disagio nel doversi abbassare fino a questo punto: è meglio, forse, abbandonarli alla loro contabilità e alle loro squallide polemicucce, al loro strumentalizzare i morti e la disperazione di un’intera terra per fare un po' di triste propaganda. Meglio lasciarli rotolare nella melma fangosa di cui pare che si circondino con una certa voluttà.

“Non affannatevi dunque dicendo: che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 31-33). Le preghiere del Papa, dunque, valgono infinitamente di più dei soldi donati dal Dalai Lama o chi per lui: almeno noi cattolici faremmo bene a non dimenticarlo.".

Marco Mancini ha fatto un ottimo lavoro.
Io penso che strumentalizzare una tragedia simile per fare della stupida propaganda e della non meno stupida baruffa politica equivalga a fare dello sciacallaggio.
Lo dico anche da persona che purtroppo vive di persona questa brutta esperienza.
Giusto ora, ci sono nuove scosse e le sento.
Trovo che tutto ciò sia meschino.
Tra l'altro, qui si attacca il Papa.
Ora, pensate alla Chiesa, che è in prima linea nell'affrontare l'emergenze del terremoto.
I soliti anticlericali (figli di una cultura ottocentesca) usano questo pretesto per fare una "gara tra il Santo Padre ed il Dalai Lama su chi dona più soldi".
Questa non è una gara.
Se il Dalai Lama ha dato dei soldi per i terremotati ha fatto bene.
Nessuno gli dice nulla se non: "Grazie".
Tuttavia, non trovo giusto usare questo gesto nobile per attaccare il Santo Padre, che ha dato dei soldi.
Così non  si aiutano i terremotati.
Dobbiamo collaborare tutti per affrontare questa situazione.
Devono collaborare le istituzioni (ed in tal senso trovo che sia molto nobile il gesto del presidente della Regione Lombardia che ha visitato Moglia) ed i cittadini.
Quindi, che siano bandite le polemiche!
Cordiali saluti.


Roncoferraro, un Comune difficile da gestire


Cari amici ed amiche.

Ieri, ero stato ad un incontro con altri membri del centrodestra roncoferrarese, centrodestra che, purtroppo, è all'opposizione. Abbiamo parlato delle prossime elezioni. 
Ora, è emerso che Roncoferraro è un Comune difficile, per due motivi.
Il primo è il campanilismo tra Roncoferraro e la frazione di Governolo.
Un candidato sindaco roncoferrarese non verrebbe votato dai governolesi e un candidato sindaco governolese non sarebbe votato dai roncoferraresi.
Il secondo è rappresentato dalle ideologie.
A Governolo vi è il serbatoio di voti della sinistra.
Lì la sinistra è votata in massa,  perché vi sono situazioni più che consolidate, un po' come in Emilia-Romagna.
A Roncoferraro, vi è un gruppo che sostiene la sinistra.
Ora, solitamente, gli elettori di sinistra votano sempre. 
Se si presentasse loro il diavolo in persona voterebbero lo stesso.
Gli elettori di centrodestra, invece, se si trovano di fronte un candidato non gradito, non voterebbero.
A ciò, si aggiungono anche i personalismi nel Popolo della Libertà.
Ad esempio, a causa di questi personalismi,  alle elezioni comunali del 2009 si presentò una lista di centrodestra rabberciata e con  un candidato sindaco messo lì per gioco-forza. 
In questa lista collaborai pure io.
Perdemmo le elezioni in modo disastroso, nonostante l'ottimo risultato alle concomitanti elezioni europee.
Tra l'altro, oggi, l'ex candidato sindaco del centrodestra (che oggi è capogruppo del Popolo della Libertà) oggi appoggia di fatto l'amministrazione di centrosinistra, mettendo al pubblico ludibrio il centrodestra. 
Tutto ciò favorisce la sinistra che, pur essendo minoranza, vince sistematicamente le elezioni.
Io penso che per battere la sinistra a Roncoferraro serva una lista civica,  una lista non collegata ai partiti. 
Forse, così può essere allargato il consenso per una lista non di sinistra, includendo persone della società civile.
L'unico problema può essere la governabilità.
Mi spiego meglio, noi dobbiamo fare una lista civica in cui ci sia armonia.
Per esempio, io sono cattolico, favorevole alla sussidiarietà, di destra e filo-israeliano.
Se in un'ipotetica lista civica dovessimo essere candidati io ed una persona che la pensa in modo diametralmente opposto al mio, potrebbero esserci dei problemi di governabilità, qualora ci fosse la vittoria di questa lista.
Secondo me, serve una lista civica che però sia omogenea al suo interno.
Cordiali saluti. 



Assedio del 29 maggio 1453, fu genocidio e cosa successe nella basilica di Haghia Sophia a Costantinopoli

Cari amici ed amiche.

Avrei voluto parlare di questo argomento l'altro ieri ma il terremoto ha sconvolto i miei piani.
Il 29 maggio del 1453, cadde Costantinopoli, la capitale del millenario Impero Romano d'Oriente o Impero Bizantino.
I Turchi Ottomani del sultano Mehmet II sconfissero le difese (che furono lasciate sole dall'Occidente) ed entrarono in Costantinopoli.
L'imperatore, il basileus Costantino XI Paleologo, morì in  battaglia contro i Turchi
Si disse che, prima di combattere, egli si fosse tolto le insegne imperiali e poi si fosse buttato nella mischia.
Il suo corpo fu riconosciuto solo perché indossava gli stivali color porpora.
I Turchi lo decapitarono e lo sventrarono.
Le sue viscere furono messe in cima alla Colonna di Costantino, per schernire l'oramai estinto Impero Bizantino.
Il corpo fu poi sepolto in una fossa comune, perché i cristiani non facessero un luogo di culto a lui dedicato, in quanto martire.
Molti libri di storia parlano della tolleranza di Mehmet II verso i vinti.
In realtà non fu così.
Egli, infatti, si vendicò dei Bizantini.
Per tre giorni, lasciò i suoi soldati liberi di massacrare, stuprare le donne ed i bambini e di saccheggiare.
Le strade divennero rosse di sangue e si poterono contare 40.000 cadaveri.
Poi, altri 50.000 cittadini furono deportati come schiavi per tutto l'Impero Ottomano.ù
Le cose più gravi avvennero nella basilica di Haghia Sophia.
Qui i soldati turchi decisero di entrare nella chiesa sfondando le porte, che erano state chiuse dai preti.
Una volta entrati, essi sgozzarono i preti che dicevano messa, uccisero le donne in preghiera e presero i bambini e li stuprarono sugli altari.
La chiesa fu trasformata in moschea nella sera stessa.
Solo dopo, il sultano decise di essere tollerante.
Fece diventare Patriarca di Costantinopoli Gennadio Scolario, un vescovo anti-unionista ed ostile al progetto del defunto imperatore Costantino XI, che invece riunì la Chiesa ortodossa e quella cattolica.
Quindi, San Costantino XI Paleologo (per gli ortodossi) morì in comunione con Roma.
A Mehmet II interessava, infatti, che la Chiesa ortodossa e quella cattolica fossero divise, così da controllare la prima ed impedire alla seconda di agire contro di lui.
In questo senso, Mehmet non si differì molto da Giulio Cesare.
Egli usava la tattica del "Divide et impera".
Poi, i cristiani ortodossi trasferirono la loro sede patriarcale alla Chiesa dei Santi Apostoli.
La zona attorno, però, fu colonizzata dai musulmani e la chiesa andò in rovina.
Dovettero abbandonarla.
Il sultano Mehmet II la fece demolire e vi costruì una moschea, moschea che oggi ospita la sua tomba.
La sede patriarcale dovette trasferirsi alla chiesa della Theotokos Pammakaristos e vi rimase fino al 1586, anno in cui la chiesa fu convertita in moschea.
Così, finì la civiltà bizantina.
Termino con alcune frasi dell'imperatore Costantino XI che l'amico Angelo Fazio ha messo su Facebook:

"Immagine dell'imperatore Costantino XI, l'ultimo imperatore romano d'Oriente, simbolo immutabile della libertà e della Cristianità invitta.

"Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani. So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo... Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.Vi chiedo scusa per ogni eventuale sgarbo, che io ho compiuto verso di voi senza volerlo.Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la fede, la patria, la famiglia e il basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrificio della mia stessa vita.Da oggi Latini e Romani sono lo stesso popolo, uniti in Dio, e con l'aiuto di Dio salveremo Costantinopoli."
(L'ultimo discorso di Costantino XI, ultimo Imperatore dei Romani, ai suoi soldati, ai suoi ministri e servitori, ai suoi familiari, ai suoi alleati, prima di andare in battaglia contro i Turchi invasori.)
"

e con una mia poesia:



"IL SANGUE ET I MITI NE LA BASILICA DI HAGHIA SOPHIA IN COSTANTINOPOLI


Gloria a Dio...

che mi ha fatto degno di questo!

Ti ho superato, o Salomone!





Ubi “Nika!”...rugghianti i rivi et gl'aurighi

che ne 'l sangue annegarono co' la tenzone...

furono, di pace et di divozione, pulcro,

a Sapientia dedicato et prezioso, loco fece...

ille, Giustiniano, basileus et romano imperator, per Nova Roma;




de la crudel arme, si tra gli incensi et cereo...

et Divina Leitūrgía anche, l'odore...

acre rimase...et, da le naturali leggi...

pure contemplata, pareva, come di lagrime antique,

in stilla la colonna ibi, in un pianto etterno,

suo pare, gravido, il ricordo;




ma maior fuit quello, ne 'l mese mariano,

allorché vennero Mehmet et le orde, in sequi,

come in Otranto che parve ibi, de' presuli fecero...

et, al violare poscia, de gli infanti, sacrileghi,

quel che Abramo, co' la mano, al figliuolo...

suo diletto Isacco, non officiò, in rito;




mezquita, magno santuario cotesto venuto,

cantare pare ancora di Cristo, in onnne cosa, ancora...

et forse de 'l clerico, ne 'l muro che s'aprì...

al cadere, invero sé volvere prossimo,

co' la clara tonaca venuta, co' segni et verbi,

come ibi la pace et uffitio novo, puote il mito. "

A questo punto ci sarebbe da chiedersi se quanto accaduto in Costantinopoli fosse genocidio.
Cordiali saluti.









Terremoto, non strumentalizziamo...ma aiutiamo!

Cari amici ed amiche.

Ieri, mi sono arrivati dei commenti spiacevoli all'articolo intitolato "La bufala su Dalai Lama, Papa e terremoto in Emilia".
Ve ne porto qualcuno:

"Ma chi sta strumentalizzando? Anzi sarai te quello strumentalizza una tragedia (qual è il terremoto) per far sembrare la chiesa come un punto di appoggio per questa società, quando in verità non lo è (almeno come te lo pensi o come la Chiesa vorrebbe essere vista) sono d'accordo con il commento sopra al mio precedente, siete il peggio del peggio, comunque non mi metto a litigare con te che già vedendo il tuo profilo mi viene il sonno.".

Al peggio non c'è mai fine.
Io penso che strumentalizzare una simile tragedia per fare della stupida polemica politica o contro la Chiesa  sia la cosa peggiore che si possa fare.
Chi fa ciò non è diverso dagli "sciacalli" che vanno a rubare nelle case dei terremotati.
Fa schifo!
Io penso che tragedie simili non debbano essere messe nello scontro politico.
Preferisco, invece, essere di aiuto per i terremotati.
Vi segnalo una persona.
Un ragazzo che abita a Londra, Michele Capaccioli, è disponibile ad aiutare i terremotati.
Il suo sito è Wemustact.org .
Se qualcuno ha bisogno, lo contatti.
Michele merita i miei ringraziamenti per la vicinanza che mi ha dimostrato.
Inoltre, chiedo anche dei portare aiuti economici,  viveri e generi di prima necessità nei Comuni più colpiti dal terremoto.
Per esempio, a Moglia (in Provincia di Mantova), potete portarli al parroco don Alberto, che conosco direttamente, essendo stato parroco anche qui a Roncoferraro.
Tra l'altro, proprio la Parrocchia di Roncoferraro donerà le offerte a quella di Moglia.
A Mirandola, invece, servono contributi economici, com'è scritto sul sito del Comune.
Vi segnalo, infine, la lista dei caseifici da cui prendere i formaggi Grana Padano e Parmigiano Reggiano che hanno subito danni dal sisma:

LATTERIA SOCIALE DI MANTOVA SOCIETA' AGRICOLA COOPERATIVA

Via fratelli Kennedy 48,  46047,  Sant'Antonio di Porto Mantovano (Mantova)

Telefono: 0039-0376-390808

Fax:   0039-0376-396250

E-mail: info@lsm427.it



CASEIFICIO SANT'ANGELO S.N.C.

DI CARETTI DANTE E C. (Azienda Caretti)

Indirizzo VIA IMBIANI, 7

Comune San Giovanni in Persiceto - 40017 (BO) Telefono 051/824811

Indirizzo del negozio: Via Zenerigolo 4/b – San Giovanni in Persiceto - tel. 051/823198

Sito: http://www.aziendacaretti.it/

Email: terremoto@aziendacaretti.it



CASEIFICIO SOCIALE LA CAPPELLETTA

DI SAN POSSIDONIO SOC. COOP. AGR.

Indirizzo VIA MATTEOTTI, 80

Comune San Possidonio - 41039 (MO)

Telefono 0535/39084Email: caseificiolacappelle@libero.it



CASEIFICIO 4 MADONNE

unità produttiva Via Camurana - Medolla

Email: info@caseificio4madonne.it

Punti vendita:

Via Panaria Bassa, 73 Solara di Bomporto (MO) 059/901608

Via Nazionale, 37/a Sorbara di Bomporto (MO) 059/902295

oppure per prenotazioni contattare l'ufficio a Lesignana

tel. 059 849468 - chiedere del rag. Setti



CASEIFICIO SOCIALE SAN SIMONE

Via Garcia Lorca, 18 – Marmirolo - 42123 Reggio Emilia

tel. e fax 0522 340129

Email: caseificiosansimone@alice.it



LATTERIA SOCIALE LORA

Via 25 aprile, 24 - 42040 Campegine (RE)

tel. 0522 677529



CASEIFICIO ROSSI F.LLI SRL

Via Mandrio, 18 - 42010 Rio Saliceto (RE)

tel. 0522 699700 - fax 0522 631354

Email: rssflli@tin.it 

Io preferisco aiutare e non fare polemiche.
Cordiali saluti.
   




mercoledì 30 maggio 2012

Facebook, basta con i gruppi antisemiti!

Cari amici ed amiche.

Devo segnalarvi un gruppo antisemita su Facebook.
Il suo nome è Anti lobbies sioniste, anti Euro, anti Monti.
Spero che la Polizia Postale faccia il proprio dovere.
Su Facebook ci sono troppi gruppi che inneggiano all'antisemitismo, come all'odio religioso contro i cristiani.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.