Cari amici ed amiche.
In merito a quanto sta accadendo nella Lega Nord, esprimo un giudizio.
Io penso che, prima di tutto, si debba tenere conto del principio di presunzione di innocenza delle persone che sono indagate.
In secondo luogo, le responsabilità dell'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito, dovrebbero essere separate da quelle dello stesso partito.
In pratica, ammesso che sia colpevole, Belsito avrebbe potuto celarsi dietro il nome della Lega Nord per fare i suoi comodi.
A me sembra che ci sia una "caccia alla Lega Nord" .
A prescindere dal fatto che Belsito abbia commesso o meno i reati che gli sono contestati (e se li ha commessi deve essere punito), mi sembra che si voglia mettere in cattiva luce un intero partito che si è sempre impegnato sul territorio.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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martedì 3 aprile 2012
Da Glastonbury all'Abruzzo, La Sacra Spina Custodita nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Vasto che ogni anno "fiorisce" il venerdi Santo,
Cari amici ed amiche.
Su Facebook ho trovato questa nota nota molto interessante sulla Spina Santa che sarebbe custodita a Vasto:
"La reliquia della Sacra Spina è di particolare interesse perché si ricollega alla Corona di spine che la tradizione riconduce alla passione di Cristo. Corona recuperata e poi donata da S. Luigi alla Cattedrale di Notre Dame di Parigi. Nel corso dei secoli furono tolte non poche spine per essere donate a Chiese e Santuari per ragioni meritorie particolari, come Pisa, Roma, Vicenza, ecc. Il privilegio della donazione toccò anche alla Chiesa di S. Maria Maggiore di Vasto. La Sacra Spina è legata direttamente alla famiglia d'Avalos e, in modo particolare, a Ferrante Francesco II d'Avalos che, in coincidenza con il Concilio Ecumenico Tridentino (1545-1563), quale delegato del re di Spagna Filippo II, ebbe in dono la Spina con bolla del Pontefice Pio IV che ne certificava la donazione straordinaria. La bolla papale, purtroppo, andò distrutta in un incendio divampato nella notte del 14-15 giugno 1645. Miracolosamente, la Sacra Spina rimase indenne grazie alla temerarietà di uno schiavo turco che, sfidando coraggiosamente le fiamme, riuscì a raggiungere la nicchia, ove era custodita, e a portarla in salvo, ricevendone, come premio, la libertà. Tale evento, ritenuto prodigioso, è raffigurato nella grande tela ad olio del 1857, situata sulla volta della navata centrale ed eseguita dal vastese Andrea Marchesani. La festa della Sacra Spina, venerata dai fedeli con immutato fervore e dedizione, si celebra il venerdì antecedente la Settimana Santa, giorno in cui la reliquia viene portata in solenne processione per le vie della città.
In un modesto ma prezioso libretto edito nel 1786 per volontà della congrega del SS. Sacramento e Sacra Spina, l'autore così scrive: "E' questa una Spina intera lunga oncie tre ed un minuto di palmo architettonico romano, aspersa nella punta del divin Sangue, graziosamente concessa dal Pontefice Pio IV al famoso D. Ferdinando D'Avalos, Governatore di Milano e Delegato al Concilio di Trento come Ambasciatore del Re di Spagna Filippo II. Dopo la cui morte, fu ella da D. Alfonso D'Avalos, di lui erede, trasportata nel Vasto, e situata nella Chiesa Parrocchiale Collegiata Insigne di Santa Maria Maggiore, dove presentamente si venera.""Viveva, nell'anno 1647, il Marchese D. Diego D'Avalos, il quale affinché questa preziosa e rara Reliquia si guardasse con maggior onorificenza, e decoro, fece erigere ed adornare nella suddetta Collegiata una Cappella in di lei onore"."Si celebra questa Festa con tutta la più possibile solennità nel Venerdì della Settimana di Passione, (oggi V settimana di Quaresima) e vi concorrono tutti gli abitanti, stimolati dalla devozione e dalla gratitudine, non essendovi quasi persona, che nel decorso dell'anno, non abbia ricevuto da questa Santa Spina qualche spirituale o temporal benefizio. Sono innumerevoli le grazie, che ella continuamente dispensa ai devoti fedeli. Nell'anno 1643 e propriamente nella notte antecedente il giorno festivo del Corpus Domini, per non essersi attentamente avvertito a smorzar bene i molti lumi accesi nel primo Vespro, si apprese nell'altare maggiore la fiamma, la quale comunicatasi facilmente ai molti legni, di cui eran costruiti il Coro, gli Altari ed i sedili del popolo, si sollevò fino al tetto, dove si staccò alle smisurate e numerose travi, che lo sostenevano; e così tutto incendiata la Chiesa di Santa Maria Maggiore porgeva al popolo spettatore non minore spavento che rammarico per la perdita della Sacra Spina, la quale in quel tempo conservatasi in una nicchia di legno "a cornu epistolae" dell'Altare Maggiore; quando uno schiavo Turco si spinse tre le fiamme, dalle quali non riportando alcun danno, sano ed illeso ne riuscì con in mano la pianta e sospirata Reliquia."Della autenticità della Sacra Spina penso che non ci possono essere dubbi fondati, nonostante "la perdita della donazione autentica del Sommo Pontefice la quale nell'anno 1566 restò bruciata con altre scritture nel fuoco, che i Turchi attaccarono a molte Chiese di questa Città, fra le quali fu quella di Santa Maria Maggiore, di cui fu incendiato l'intero archivio." E ciò per due ragioni probanti: l'autorevolezza, appunto, del donatore: il Papa, e la motivazione del dono: le fini capacità diplomatiche dimostrate da D. Ferdinando come Ambasciatore del Re di Spagna al Concilio di Trento. In verità l'autore del libretto ne dà un'altra che - senza entrare nel merito - trascrivo fedelmente: "Ma pure, oltre di tante prove, ella da se stessa si autentica in ogni anno con un perpetuo sorprendente miracolo. S. Gregorio Turonese, riportato dal Baronio nel Tomo primo degli Annali, riferisce essere comune opinione che le vere Spine della Corona del Redentore non secchino mai". Tal'è appunto la nostra Sacra Spina, la quale conserva sempre indelebile quel color biancastro, che è proprio nelle spine di ramo non distaccate dal vivo stelo."La teologia cattolica, d'altro canto, precisa molto bene il senso e il valore che vengono attribuiti alle Reliquie; culto "indiretto" (traduco così il linguaggio tecnico teologico) e cioè il culto è rivolto alla persona cui quel "resto" o quell'oggetto è attribuito; nel caso specifico, al Cristo sofferente, dono dell'immenso amore misericordioso di Dio Padre all'umanità peccatrice. Ne è testimone la ricca liturgia composta per la festa, preceduta da una quintena di preparazione molto partecipata.Meriterebbe infatti un commento esegetico a parte lo stupendo Inno "Ave Spina" ricco di riferimenti biblici e di una intensa spiritualità. Nelle sue sei strofe cantate con una singolare musica molto espressiva dell'animo religioso popolare e della sua pietà vengono espressi con vividezza aspetti fondamentali della teologia della Croce, apice della rivelazione.Un'ultima annotazione.Tengo a sottolineare che la Sacra Spina è un dono fatto a tutta la città, è patrimonio religioso di Vasto; a Santa Maria Maggiore l'insigne onore e il dovere di una "gelosa" custodia e di un sempre più autentico culto, perché Cristo Redentore - più che per la florescenza della Sacra Spina, creduta dalla devozione popolare e attestata da qualche antica ma non verificata testimonianza - conceda alla città un futuro sempre più "fiorente" fatto di onestà, di concordia, di solidarietà civile, di trasparenza a tutti i livelli pur in una floridezza economica sempre più solida. Benedica, altresì, tutte le numerose comunità di Vastesi sparse per il mondo perché restino fedeli ai valori religiosi originari e siano testimoni autentici della loro fede.
Don Decio D'Angelo".
Innanzitutto, ringrazio l'amico Angelo Fazio che ha messo la nota su Facebook.
Ora, la tradizione della Spina Santa non è tipica solo di Vasto, una ridente cittadina dell'Abruzzo.
Infatti, anche a Glastonbury, in Inghilterra, vi è una tradizione simile.
Essa si fonda sull'arrivo di Giuseppe d'Arimatea in Britannia.
Giuseppe d'Arimatea fu il sacerdote ebreo del Sinedrio che era amico di Gesù.
Secondo una pia tradizione, egli andò in Britannia con il calice che raccolse il sangue di Cristo (il Santo Graal?) e lo seppellì a Glastonbury. Secondo la tradizione egli fondò la Chiesa albionica.
Poi piantò il suo bastone nel terreno e questo fiorì e divenne una pianta di biancospino che fioriva a Natale e in primavera, proprio vicino alla Pasqua.
Tra l'altro, pare che il luogo in cui è sepolto Giuseppe d'Arimatea sia l'Isola di Man, il cui vessillo ricorda quello siciliano.
A Glastonbury fu fondata un'abbazia.
Sotto re Enrico VIII (1491-1547) l'abbazia fu soppressa e durante la Guerra Civile (1642-1660) la pianta fu distrutta da un soldato puritano di Cromwell .
Mentre questo soldato abbatteva la pianta, una scheggia gli colpì un occhio accecandolo.
Una tradizione legata alla Spina Santa è presente anche in Francia.
Qui, re Luigi IX (1214-1270) portò la reliquia della corona di spine indossata da Gesù da Costantinopoli. Infatti, gli fu venduta dall'imperatore dell'Impero Latino d'Oriente, Baldovino di Fiandra.
Il re francese fece costruire la Sainte Chapelle di Parigi.
Durante la Rivoluzione francese del 1789, la Sainte Chapelle fu trasformata in un edificio pubblico e le reliquie furono disperse.
Ora, la Spina Santa di Vasto potrebbe essere legata anche alla pianta di biancospino che si trovava a Glastonbury.
Questo dimostra che la tradizione cristiana sia il vero collante dell'Europa.
Cordiali saluti.
Su Facebook ho trovato questa nota nota molto interessante sulla Spina Santa che sarebbe custodita a Vasto:
"La reliquia della Sacra Spina è di particolare interesse perché si ricollega alla Corona di spine che la tradizione riconduce alla passione di Cristo. Corona recuperata e poi donata da S. Luigi alla Cattedrale di Notre Dame di Parigi. Nel corso dei secoli furono tolte non poche spine per essere donate a Chiese e Santuari per ragioni meritorie particolari, come Pisa, Roma, Vicenza, ecc. Il privilegio della donazione toccò anche alla Chiesa di S. Maria Maggiore di Vasto. La Sacra Spina è legata direttamente alla famiglia d'Avalos e, in modo particolare, a Ferrante Francesco II d'Avalos che, in coincidenza con il Concilio Ecumenico Tridentino (1545-1563), quale delegato del re di Spagna Filippo II, ebbe in dono la Spina con bolla del Pontefice Pio IV che ne certificava la donazione straordinaria. La bolla papale, purtroppo, andò distrutta in un incendio divampato nella notte del 14-15 giugno 1645. Miracolosamente, la Sacra Spina rimase indenne grazie alla temerarietà di uno schiavo turco che, sfidando coraggiosamente le fiamme, riuscì a raggiungere la nicchia, ove era custodita, e a portarla in salvo, ricevendone, come premio, la libertà. Tale evento, ritenuto prodigioso, è raffigurato nella grande tela ad olio del 1857, situata sulla volta della navata centrale ed eseguita dal vastese Andrea Marchesani. La festa della Sacra Spina, venerata dai fedeli con immutato fervore e dedizione, si celebra il venerdì antecedente la Settimana Santa, giorno in cui la reliquia viene portata in solenne processione per le vie della città.
In un modesto ma prezioso libretto edito nel 1786 per volontà della congrega del SS. Sacramento e Sacra Spina, l'autore così scrive: "E' questa una Spina intera lunga oncie tre ed un minuto di palmo architettonico romano, aspersa nella punta del divin Sangue, graziosamente concessa dal Pontefice Pio IV al famoso D. Ferdinando D'Avalos, Governatore di Milano e Delegato al Concilio di Trento come Ambasciatore del Re di Spagna Filippo II. Dopo la cui morte, fu ella da D. Alfonso D'Avalos, di lui erede, trasportata nel Vasto, e situata nella Chiesa Parrocchiale Collegiata Insigne di Santa Maria Maggiore, dove presentamente si venera.""Viveva, nell'anno 1647, il Marchese D. Diego D'Avalos, il quale affinché questa preziosa e rara Reliquia si guardasse con maggior onorificenza, e decoro, fece erigere ed adornare nella suddetta Collegiata una Cappella in di lei onore"."Si celebra questa Festa con tutta la più possibile solennità nel Venerdì della Settimana di Passione, (oggi V settimana di Quaresima) e vi concorrono tutti gli abitanti, stimolati dalla devozione e dalla gratitudine, non essendovi quasi persona, che nel decorso dell'anno, non abbia ricevuto da questa Santa Spina qualche spirituale o temporal benefizio. Sono innumerevoli le grazie, che ella continuamente dispensa ai devoti fedeli. Nell'anno 1643 e propriamente nella notte antecedente il giorno festivo del Corpus Domini, per non essersi attentamente avvertito a smorzar bene i molti lumi accesi nel primo Vespro, si apprese nell'altare maggiore la fiamma, la quale comunicatasi facilmente ai molti legni, di cui eran costruiti il Coro, gli Altari ed i sedili del popolo, si sollevò fino al tetto, dove si staccò alle smisurate e numerose travi, che lo sostenevano; e così tutto incendiata la Chiesa di Santa Maria Maggiore porgeva al popolo spettatore non minore spavento che rammarico per la perdita della Sacra Spina, la quale in quel tempo conservatasi in una nicchia di legno "a cornu epistolae" dell'Altare Maggiore; quando uno schiavo Turco si spinse tre le fiamme, dalle quali non riportando alcun danno, sano ed illeso ne riuscì con in mano la pianta e sospirata Reliquia."Della autenticità della Sacra Spina penso che non ci possono essere dubbi fondati, nonostante "la perdita della donazione autentica del Sommo Pontefice la quale nell'anno 1566 restò bruciata con altre scritture nel fuoco, che i Turchi attaccarono a molte Chiese di questa Città, fra le quali fu quella di Santa Maria Maggiore, di cui fu incendiato l'intero archivio." E ciò per due ragioni probanti: l'autorevolezza, appunto, del donatore: il Papa, e la motivazione del dono: le fini capacità diplomatiche dimostrate da D. Ferdinando come Ambasciatore del Re di Spagna al Concilio di Trento. In verità l'autore del libretto ne dà un'altra che - senza entrare nel merito - trascrivo fedelmente: "Ma pure, oltre di tante prove, ella da se stessa si autentica in ogni anno con un perpetuo sorprendente miracolo. S. Gregorio Turonese, riportato dal Baronio nel Tomo primo degli Annali, riferisce essere comune opinione che le vere Spine della Corona del Redentore non secchino mai". Tal'è appunto la nostra Sacra Spina, la quale conserva sempre indelebile quel color biancastro, che è proprio nelle spine di ramo non distaccate dal vivo stelo."La teologia cattolica, d'altro canto, precisa molto bene il senso e il valore che vengono attribuiti alle Reliquie; culto "indiretto" (traduco così il linguaggio tecnico teologico) e cioè il culto è rivolto alla persona cui quel "resto" o quell'oggetto è attribuito; nel caso specifico, al Cristo sofferente, dono dell'immenso amore misericordioso di Dio Padre all'umanità peccatrice. Ne è testimone la ricca liturgia composta per la festa, preceduta da una quintena di preparazione molto partecipata.Meriterebbe infatti un commento esegetico a parte lo stupendo Inno "Ave Spina" ricco di riferimenti biblici e di una intensa spiritualità. Nelle sue sei strofe cantate con una singolare musica molto espressiva dell'animo religioso popolare e della sua pietà vengono espressi con vividezza aspetti fondamentali della teologia della Croce, apice della rivelazione.Un'ultima annotazione.Tengo a sottolineare che la Sacra Spina è un dono fatto a tutta la città, è patrimonio religioso di Vasto; a Santa Maria Maggiore l'insigne onore e il dovere di una "gelosa" custodia e di un sempre più autentico culto, perché Cristo Redentore - più che per la florescenza della Sacra Spina, creduta dalla devozione popolare e attestata da qualche antica ma non verificata testimonianza - conceda alla città un futuro sempre più "fiorente" fatto di onestà, di concordia, di solidarietà civile, di trasparenza a tutti i livelli pur in una floridezza economica sempre più solida. Benedica, altresì, tutte le numerose comunità di Vastesi sparse per il mondo perché restino fedeli ai valori religiosi originari e siano testimoni autentici della loro fede.
Don Decio D'Angelo".
Innanzitutto, ringrazio l'amico Angelo Fazio che ha messo la nota su Facebook.
Ora, la tradizione della Spina Santa non è tipica solo di Vasto, una ridente cittadina dell'Abruzzo.
Infatti, anche a Glastonbury, in Inghilterra, vi è una tradizione simile.
Essa si fonda sull'arrivo di Giuseppe d'Arimatea in Britannia.
Giuseppe d'Arimatea fu il sacerdote ebreo del Sinedrio che era amico di Gesù.
Secondo una pia tradizione, egli andò in Britannia con il calice che raccolse il sangue di Cristo (il Santo Graal?) e lo seppellì a Glastonbury. Secondo la tradizione egli fondò la Chiesa albionica.
Poi piantò il suo bastone nel terreno e questo fiorì e divenne una pianta di biancospino che fioriva a Natale e in primavera, proprio vicino alla Pasqua.
Tra l'altro, pare che il luogo in cui è sepolto Giuseppe d'Arimatea sia l'Isola di Man, il cui vessillo ricorda quello siciliano.
A Glastonbury fu fondata un'abbazia.
Sotto re Enrico VIII (1491-1547) l'abbazia fu soppressa e durante la Guerra Civile (1642-1660) la pianta fu distrutta da un soldato puritano di Cromwell .
Mentre questo soldato abbatteva la pianta, una scheggia gli colpì un occhio accecandolo.
Una tradizione legata alla Spina Santa è presente anche in Francia.
Qui, re Luigi IX (1214-1270) portò la reliquia della corona di spine indossata da Gesù da Costantinopoli. Infatti, gli fu venduta dall'imperatore dell'Impero Latino d'Oriente, Baldovino di Fiandra.
Il re francese fece costruire la Sainte Chapelle di Parigi.
Durante la Rivoluzione francese del 1789, la Sainte Chapelle fu trasformata in un edificio pubblico e le reliquie furono disperse.
Ora, la Spina Santa di Vasto potrebbe essere legata anche alla pianta di biancospino che si trovava a Glastonbury.
Questo dimostra che la tradizione cristiana sia il vero collante dell'Europa.
Cordiali saluti.
ITALIA A SCATAFASCIO
Cari amici ed amiche.
La questione della Lombardia che vorrebbe passare alla Svizzera ci deve fare riflettere.
Io credo che questa notizia sia una boutade ma ci deve fare riflettere.
Il malcontento verso questa situazione italiana è palese.
Essa è dovuta ad un circolo vizioso che è innescato da questi tre fattori:
la spesa pubblica elevata, la giustizia che non funziona e la corruzione.
La spesa pubblica elevata (che è dovuta ad una burocrazia e a tanti sprechi) fa aumentare le tasse, che gravano su famiglie ed imprese.
Ciò, favorisce la corruzione perché dinanzi a uno Stato che tartassa i cittadini (senza offrire a loro i servizi) questi ultimi sono disposti ad attuare ogni forma di illegalità, dall'evasione fiscale all'organizzazione a delinquere di stampo mafioso.
La giustizia non funziona. I tempi di una sentenza sono lunghi e le pene non sono certe.
Questo genera sfiducia verso la giustizia e le istituzioni e non favorisce l'economia.
Per spezzare questo "circolo vizioso" bisogna cambiare passo.
Con il federalismo, ad esempio, si ridurrebbero gli sprechi a livello degli enti locali, come dello governo centrale.
Ciò farebbe abbassare le tasse e responsabilizzerebbe la giustizia.
Con una seria riforma della giustizia, che preveda anche la responsabilità civile dei magistrati, si ridurrebbe anche l'illegalità.
Purtroppo, non mi sembra che questo governo stia facendo queste riforme.
Anzi, sta incoraggiando sempre di più il centralismo.
Così non va.
Termino, invitandovi a leggere l'articolo da me scritto su "Italia chiama Italia" ed intitolato "Legge elettorale? Rischia di essere un pasticcio! - di Antonio Gabriele Fucilone".
Cordiali saluti.
La questione della Lombardia che vorrebbe passare alla Svizzera ci deve fare riflettere.
Io credo che questa notizia sia una boutade ma ci deve fare riflettere.
Il malcontento verso questa situazione italiana è palese.
Essa è dovuta ad un circolo vizioso che è innescato da questi tre fattori:
la spesa pubblica elevata, la giustizia che non funziona e la corruzione.
La spesa pubblica elevata (che è dovuta ad una burocrazia e a tanti sprechi) fa aumentare le tasse, che gravano su famiglie ed imprese.
Ciò, favorisce la corruzione perché dinanzi a uno Stato che tartassa i cittadini (senza offrire a loro i servizi) questi ultimi sono disposti ad attuare ogni forma di illegalità, dall'evasione fiscale all'organizzazione a delinquere di stampo mafioso.
La giustizia non funziona. I tempi di una sentenza sono lunghi e le pene non sono certe.
Questo genera sfiducia verso la giustizia e le istituzioni e non favorisce l'economia.
Per spezzare questo "circolo vizioso" bisogna cambiare passo.
Con il federalismo, ad esempio, si ridurrebbero gli sprechi a livello degli enti locali, come dello governo centrale.
Ciò farebbe abbassare le tasse e responsabilizzerebbe la giustizia.
Con una seria riforma della giustizia, che preveda anche la responsabilità civile dei magistrati, si ridurrebbe anche l'illegalità.
Purtroppo, non mi sembra che questo governo stia facendo queste riforme.
Anzi, sta incoraggiando sempre di più il centralismo.
Così non va.
Termino, invitandovi a leggere l'articolo da me scritto su "Italia chiama Italia" ed intitolato "Legge elettorale? Rischia di essere un pasticcio! - di Antonio Gabriele Fucilone".
Cordiali saluti.
IL MEDIO EVO IN DUE PAROLE
Si parla tanto del Medio Evo come di un periodo totalmente oscuro.
Rileggendo la storia, però, si può capire che la realtà sia stata ben diversa.
Il termine "Medio Evo" significa "età di mezzo" e, grosso modo, questo periodo iniziò con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (5 settembre 476 AD).
Anche nella sua fine c'è di mezzo la caduta di un Impero Romano, l'Impero Romano d'Oriente (29 maggio 1453).
Quindi, il periodo compreso tra il 5 settembre 476 ed il 29 maggio 1453 viene definito "Medio Evo".
Come ho già detto, quell'età che venne definita dagli umanisti come "oscura", in realtà, tanto oscura non fu.
Certo, essa iniziò sotto i peggiori auspici.
L'Impero Romano d'Occidente era caduto e al suo posto si formarono i regni romano-barbarici, dei regni in cui abitavano i barbari ed i Romani, in cui i primi avevano il potere politico e militare mentre i secondi vivevano in sudditanza ed avevano l'amministrazione.
L'esperienza di questi regni fu comunque effimera.
Infatti, la coesistenza tra barbari e Romani non fu sempre facile.
L'esempio fu l'Italia del re ostrogoto Teodorico (493-526).
Questi volle fare diventare il Cristianesimo ariano religione di Stato del suo regno, mettendosi contro i Romani, che erano cristiani cattolici.
Il Cristianesimo ariano fu condannato dall'imperatore d'Oriente Giustino I (518-527).
Alcuni popoli barbarici (come i Goti ed i Vandali) erano ariani mentre altri (come i Franchi, gli Angli ed i Sassoni) erano pagani.
In questo contesto, l'unico ente che avrebbe potuto fare dal collante per questa Europa disgregata sarebbe stato la Chiesa.
Infatti, le strutture imperiali erano andate in rovina ed anche il tentativo di riconquista dell'Occidente da parte dell'imperatore d'Oriente Giustiniano I (527-575) fu alquanto effimero.
L'imperatore d'Oriente, però, in una cosa vinse.
Egli compose il "Corpus iuris civilis" , una raccolta di sentenze emesse dai migliori giuristi romani che sarebbe diventata una delle basi del diritto moderno.
Nel 496 ci fu un altro fatto importante.
Il re dei Franchi Clodoveo I si convertì al Cristianesimo cattolico.
Questa conversione fece sì che i Franchi da popolo pagano diventassero i difensori della Chiesa, Chiesa che, con i suoi monasteri, portò avanti una doppia missione.
La prima, infatti, fu la conversione dei barbari al cattolicesimo.
Convertiti al cattolicesimo, i barbari non sarebbero più stati visti come degli invasori ma come dei fratelli dei Romani.
Il Cristianesimo cattolico fece passi da gigante nella Spagna dei Visigoti, tra gli Ostrogoti in Italia e tra gli Angli ed i Sassoni in Inghilterra (597).
La sua seconda missione fu la codificazione di un nuovo diritto, il diritto canonico, oltre alla salvaguardia degli antichi testi letterari e scientifici, grazie all'opera di monaci amanuensi.
La stessa cosa si fece con il popolo dei Longobardi che nel 568 si installarono in Italia.
Nacque così l'Europa moderna.
Nel VII AD emerse un altro popolo, gli Arabi.
Nel 636, gli Arabi conquistarono l'Impero Sassanide.
Subito dopo, puntarono a Costantinopoli.
Nel 638, gli Arabi sconfissero i Bizantini a Iarmuk, conquistando la Terra Santa.
Per tre volte, essi assediarono Costantinopoli (626, 668, 717).
Intanto, gli Arabi iniziarono ad espandersi anche ad ovest, conquistando l'Africa del Nord, la Spagna e la Sicilia.
Il Mare Mediterraneo si divise.
Gli Arabi furono sconfitti a Poitiers dal re franco Carlo Martello nel 732.
Questo aprì un'altra epopea, quella del Sacro Romano Impero.
I Franchi, infatti, furono difensori della Chiesa e si fecero promotori di un nuovo impero universale
Questo sogno si concretò nell'800,. con la nascita del Sacro Romano Impero di Carlo Magno.
Esso si fondò su una diarchia.
Il Papa conferiva la corona agli imperatori. Questi ultimi difendevano la Chiesa.
L'imperatore senza il Papa non aveva alcuna legittimità. Inoltre, se l'imperatore veniva scomunicato, perdeva il suo potere. Il Papa senza l'imperatore non poteva espletare il suo magistero.
Inoltre, nacque un'altra organizzazione, quella feudale.
L'imperatore conferiva ai nobili terre in cambio di fedeltà.
Questo permise agli imperatori di controllare meglio il territori.
Fu il primo esempio di federalismo.
Tuttavia, dopo la morte del figlio di Carlo Magno, l'imperatore Ludovico il Pio (840), l'impero si spaccò tra i suoi figli Carlo il Calvo, Ludovico il Germanico e Lotario.
Nell'887, venne deposto Carlo il Grosso, l'ultimo discendente della dinastia carolingia.
Tuttavia, la struttura feudale rimase.
Nel 962, il Sacro Romano Impero fu parzialmente ricostituito sotto l'egida dell'Imperatore Ottone I di Sassonia.
Esso si fondò di nuovo sotto la diarchia Papa-imperatore.
Tuttavia, la situazione si fece problematica.
In quanto difensore della Chiesa, l'imperatore si propose di nominare i vescovi, a cui diede dei feudi da amministrare.
Dal canto suo, il Papa volle tenere per sé la facoltà di nomina dei vescovi e rivendicò il potere sull'imperatore.
Questo portò degli scontri tra impero e Papato.
Oltre all'impero ci fu anche un altro ente, il "Commenwealth normanno", una sorta di "impero sul mare" che univa terre l'Inghilterra, la Francia del Nord, il Sud Italia e l'attuale Ucraina sotto l'egida dei Normanni.
Anche i Normanni intervennero nella questione tra il Papa e l'imperatore.
Il Papato, però, ebbe anche un altro problema.
Il Patriarca di Costantinopoli Michele I Cerulario ebbe una vertenza con Papa Leone IX. Questa vertenza portò alle reciproche scomuniche e allo scisma del 1054.
Pur con questa situazione, la cristianità dovette unirsi, specialmente dal 1071, anno in cui i Bizantini furono sconfitti a Manzicerta da Turchi che conquistarono la Terra Santa mettendo a rischio i pellegrinaggi cristiani.
Dal 1096 al 1271 ci furono nove Crociate ufficiali.
Esse furono un momento di scontro tra cristiani e musulmani e tra cristiani d'Occidente e quelli d'Oriente.
Tuttavia, ci furono anche grandi commerci e scambi culturali.
Pensate, ad esempio, all'assegno bancario che fu inventato dai Cavalieri Templari.
Le crociate furono un fallimento politico e determinarono il declino dell'Impero Romano d'Oriente, la cui capitale (Costantinopoli) fu conquistata e saccheggiata dai crociati nel 1204, con la IV Crociata.
A declinare non fu solo l'Impero Romano d'Oriente ma anche il Sacro Romano Impero.
Dopo la morte dell'imperatore Federico II (1250) nessun imperatore fu più in grado di unire l'area tedesca e quella italiana dell'impero.
Con la "Bolla d'Oro" (1356) l'impero divenne tedesco. Per contro, emersero gli Stati nazionali, come la Francia e l'Inghilterra e la Spagna.
Quest'ultima fu l'"officina d'Europa". Nel 1215, a Runnymeae, venne fatta firmare dal re Giovanni Senza Terra la "Magna Charta Libertatum", una costituzione moderna che garantiva la libertà dei nobili, della Chiesa e dei commercianti. Essa fu una sintesi perfetta tra diritto romano, diritto canonico ed una nuova legge, la legge del Paese.
Quanto alla Spagna, dal X secolo, i cristiani iniziarono a riconquistare le terre prese dai musulmani ed emersero tre regni, la Castiglia, l'Aragona ed il Portogallo.
Nel 1492, i primi due si unirono, formando la Spagna.
Anche il Papato andò in crisi.
Nel 1303, Papa Bonifacio VIII fu preso dal re di Francia Filippo IV il Bello.
Liberato dal popolo insorto, poco dopo il Papa morì.
Ciò determinò la perdita di potere dal parte del Papa che da 1309 al 1377 fu prigioniero ad Avignone e che dal 1377 al 1417 si trovò di fronte allo Scisma d'Occidente.
Questo scisma fu causato dal fatto che ci fossero due Papi, uno a Roma e l'altro ad Avignone.
Quest'ultimo fu voluto dai cardinali francesi che non vollero riconoscere il Papa di Roma.
A ciò si unì anche la natura avversa.
Nel XIV secolo ci fu una glaciazione che ridusse i raccolti.
Inoltre, nel 1348 ci fu anche l'epidemia di "Peste nera" .
Questo periodo fu un vero sfacelo.
Qui nacque anche il concetto di antisemitismo, concetto tristemente noto che fu ripreso da Hitler.
Con il declino della Chiesa, infatti, e le pestilenze, nacquero dei movimenti fondamentalisti ed eretici, quello dei flagellanti.
Questi aizzarono il popolo contro gli ebrei, ritenendoli la causa della crisi.
I flagellanti furono anche contro la Chiesa.
I commerci si ridussero, anche a causa dei Turchi Ottomani che stavano conquistando un Impero Romano d'Oriente che era stato devastato dalle guerre civili.
Oltre a ciò, ci furono le guerre tra Francia ed Inghilterra, la "Guerra dei Cent'anni" (1329-1453).
Nel 1453 finì la "Guerra dei cent'anni" ma finì anche il Medio Evo.
Infatti, nello stesso anno, Costantinopoli cadde in mano ai Turchi e la geografia politica dell'Europa fu stravolta.
Il Medio Evo ebbe delle ombre ma ebbe anche delle luci.
Nacque il principio di sussidiarietà (ad esempio, con il vassallaggio) e tante pratiche nostre, come l'uso dell'assegno bancario, furono inventate in quel periodo.
Tra l'altro, proprio nel Medio Evo ci fu un frate inglese che iniziò a sperimentare le tecniche del volo, tecniche che furono riprese dal grande Leonardo da Vinci (1452-1519).
Anche altre idee sfruttate nelle epoche successive nacquero nel Medio Evo.
Allora, riflettiamo.
Cordiali saluti.
lunedì 2 aprile 2012
GOAL FANTASMA, IL MILAN FA BENE AD ARRABBIARSI!
Cari amici ed amiche.
Il Milan non ci sta.
Il vice-presidente ed amministratore delegato della società di via Turati 3, Adriano Galliani, ha mandato una lettera al presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, Giancarlo Abete.
Dopo l'ultimo episodio di un goal regolare non dato ai rossoneri a Catania, la società è passata al contrattacco.
Purtroppo, certi episodi si sono ripetuti tutti con il Milan.
Prima c'è stato un goal regolare non dato durante la partita Fiorentina-Milan (19 novembre 2011).
Poi ci sono stati altri due goals non dati, durante la partita Milan-Juventus (25 febbraio 2012) e, per l'appunto, Catania-Milan (31 marzo 2012).
Per colpa di questi errori, si rischia di avere un campionato falsato.
Infatti, se questi tre goals fossero stati dati, il Milan avrebbe ben sei punti in più in classifica.
Io penso che il Milan abbia tutto il diritto di arrabbiarsi.
Cordiali saluti.
Il Milan non ci sta.
Il vice-presidente ed amministratore delegato della società di via Turati 3, Adriano Galliani, ha mandato una lettera al presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio, Giancarlo Abete.
Dopo l'ultimo episodio di un goal regolare non dato ai rossoneri a Catania, la società è passata al contrattacco.
Purtroppo, certi episodi si sono ripetuti tutti con il Milan.
Prima c'è stato un goal regolare non dato durante la partita Fiorentina-Milan (19 novembre 2011).
Poi ci sono stati altri due goals non dati, durante la partita Milan-Juventus (25 febbraio 2012) e, per l'appunto, Catania-Milan (31 marzo 2012).
Per colpa di questi errori, si rischia di avere un campionato falsato.
Infatti, se questi tre goals fossero stati dati, il Milan avrebbe ben sei punti in più in classifica.
Io penso che il Milan abbia tutto il diritto di arrabbiarsi.
Cordiali saluti.
Legge elettorale? Il pasticcio è servito!
Cari amici ed amiche.
Il nuovo progetto di legge elettorale rischia di essere il solito "pasticcio all' italiana".
Infatti, le tre forze che sostengono il governo Monti (Popolo della Libertò, Partito Democratico e Terzo Polo) hanno trovato un accordo di riforma della legge elettorale.
La nuova legge elettorale dovrebbe prendere spunto sia da quella tedesca e sia dal sistema spagnolo.
Le forze che hanno proposto la nuova legge hanno motivato la scelta adducendo alla "restituzione ai cittadini del potere di scelta dei parlamentari (nei collegi, senza un ritorno alle preferenze), a un sistema non più fondato sull’obbligo di coalizione, a una soglia di sbarramento, al diritto di tribuna per i più piccoli e all’indicazione del candidato premier" (fonte "Il Messaggero").
Io penso che questa legge rischi di essere un pasticcio.
Infatti, se essa dovesse andare in porto, vi sarebbe un ritorno alla I Repubblica.
Poiché nessun partito arriverebbe al 50% più uno, ci sarebbe comunque l'obbligo di fare le coalizioni.
Con una nuova legge elettorale strutturata in questo modo, però, le coalizioni verrebbero fatte dopo le elezioni e non prima di esse.
Quindi, l'elettore sarebbe costretto a votare alla cieca.
Ad esempio, un elettore del Popolo della Libertà (che per tradizione è anticomunista) rischierebbe di vedere il proprio partito alleato con il Partito Democratico.
Inoltre, vi sarebbe anche il rischio di una maggiore frammentazione nei vari schieramenti politici.
Io temo che la gente possa allontanarsi dalla politica.
I partiti stiano bene attenti a quello che fanno.
Già dei segnali preoccupanti ci sono.
Un esempio è il fatto che nelle prossime elezioni amministrative vi sia una "proliferazione" di liste civiche e che in vari Comuni vi siano alleanze strane tra Popolo della Libertà, Partito Democratico, Terzo Polo ed altri.
Addirittura, anche qui da me, a Roncoferraro (in Provincia di Mantova) continuano a circolare voci che parlano di un presunto accordo tra alcuni esponenti del Popolo della Libertà ed altri del Partito Democratico che starebbero per fare una lista unica.
Anticipo da subito che io ed altri esponenti del PdL ci siamo già opposti e ci opporremo.
A me non piace il governo di Mario Monti (nella foto) però debbo dare ragione al premier, quando afferma che i partiti non hanno consenso.
Il fatto che ad avere consenso sia un governo tecnico, un governo che non è stato eletto dal popolo ed il cui operato non è molto positivo, ci deve fare riflettere
I fatti valgono più di molte parole e, almeno in questo frangente, i fatti danno ragione al professor Monti, purtroppo.
A questo punto, io penso che sia meglio mantenere il vecchio "Porcellum".
Se la "cura" rischia di essere peggiore del "male"...
Cordiali saluti.
IL BEATO GIOVANNI PAOLO II, SETTE ANNI DOPO LA SUA MORTE
Sono passati sette anni da quel 02 aprile 2005, quando un grande uomo morì.
Questo grande uomo fu il Papa Giovanni Paolo II.
Oggi, questo grande uomo è beato ma già da prima che la Chiesa desse il via al processo di canonizzazione, egli fu grande tanto nel dolore, quanto nei momenti felici.
Questo grande uomo fu colui che cercò il dialogo con gli ebrei con gli altri cristiani e con gli esponenti delle altre fedi, pur difendendo i dogmi di Santa Romana Chiesa, cominciando dal no all'ordinazione sacerdotale delle donne, al no all'aborto e ai matrimoni gay e ad ogni altra cosa contraria alla dottrina cristiana.
Per questo, egli era già santo prima di salire al cielo.
Termino con una mia poesia che risale proprio al 2005:
PAPA
GIOVANNI PAOLO II
E da ove
a pugnare si diedero…
aspri lo slavo e il
teutonico…
in Magna Umiltà e d’Essa
Potentia….
al Seggio di Pietro egli
si mosse;
e nel Giusto e savio in
core…
prodigo il Saeculum egli
sfidò…
e puote niuno d’egli
portare…
all’Opra sua Sancta
invero;
e nel tempo viatore
l’uomo…
tristo o leale rammenti…
che il Divino Precetto è
seguitato…
da egli umile e potente.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.