Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 23 dicembre 2010

ITALO-BRITANNICI


Cari amici ed amiche.
Parlando del blog "ProntoFrancesca", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/auguri-al-blog-prontofrancesca.html, ho citato anche Londra.
Proprio il Regno Unito è uno degli Stati che ospita un'importante comunità italiana.
Già ai tempi dell'Impero Romano, in Britannia si trapiantarono genti provenienti dall'Italia.
Dalla conquista da parte dell'imperatore Claudio, che avvenne nel 43 AD, e dalla sconfitta del condottiero celtico Carataco, molti Romani si trasferirono in Britannia e nacquero città come Londinium, Eboracum, Durovernum, Verulamium, Camulodunum, Prestune, Mamucium, Aquae Sulis, Glevum ed altre.
Oggi, queste città sono Londra, York, Canterbury, Saint Albans, Colchester, Preston, Manchester, Bath e Gloucester.
Tutte le città i cui nomi finiscono in "-chester" hanno origini romane, poiché derivano da "castrum", ossia la denominazione data al campo militare romano.
Ne ho parlato anche nell'articolo intitolato "Storia della lingua inglese", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/storia-della-lingua-inglese.html.
Nel 407 AD, le legioni romane abbandonarono la Britannia e le popolazioni civili dovettero badare a loro stesse.
Qui ci fu la vicenda del semi-leggendario capo romano-britannico Ambrosio Aureliano, una figura che, nei racconti del ciclo bretone, potrebbe essere il leggendario Re Artù.
Quindi, il famoso Re Artù potrebbe essere esistito realmente ed avere avuto origini italiane.
Nell'attuale popolazione inglese vi sono discendenti dei Romani.
Con l'arrivo degli Angli, degli Juti e dei Sassoni le popolazioni romano-britanniche furono assoggettate.
Altre emigrazioni dall'Italia avvennero con l'evangelizzazione degli Anglosassoni.
Basti pensare all'arrivo da Roma del monaco benedettino Sant'Agostino nel 597 AD che divenne il primo arcivescovo di Canterbury.
Altri ecclesiastici italiani vennero in Britannia.
Pensiamo a Lanfranco di Pavia (1005-1089) e ad Anselmo di Aosta (1033/1034-1109) che divennero arcivescovi di Canterbury.
Tra Italia ed il Inghilterra ci furono grandi contatti anche nel Rinascimento.
Basti pensare a re Enrico VIII (1491-1547) che amava i vini toscani.
Anche in quel periodo ci furono italiani che andarono in Inghilterra.
Pensiamo ai navigatori Giovanni Caboto (1450-1498) e suo figlio a Sebastiano (1484-1557) che navigarono per conto dei re Enrico VII ed Enrico VIII.
Anche nei periodi successivi, ci furono nostri connazionali in Inghilterra, pensiamo a John Florio (1523-1625, di cui parlai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/italiani-allestero-la-migliore-immagine.html) che era detto "an Englishman in Italian" o a Pier Martire Vermigli (1499-1562) che stette in Inghilterra dal 1547 al 1553 e che contribuì alla redazione del "Book of Common Prayer" dell'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer.
Numerosi protestanti italiani trovarono riparo in Inghilterra.
Inoltre, qui vi è anche un mistero.
Pare, infatti, che William Shakespeare fosse stato di origini italiane.
Ne parlai nell'articolo intitolato "L'enigma di Shakespeare", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/lenigma-di-shakespeare.html.
In Scozia, ci fu Davide Rizzio (o Riccio, 1533-1566) che fu cortigiano durante il regno della regina Maria Stuart e che si trovò in mezzo alla scia di sangue di quel periodo turbolento.
Anche lui cadde vittima di ciò.
Anche re Carlo I Stuart (1600-1649) ebbe a che fare con l'Italia.
Sua moglie, la regina Enrichetta Maria di Borbone, era discendente della regina di Francia Maria De Medici.
Tra l'altro, ci fu anche una regina italia, Maria Beatrice Eleonora d'Este (1658-1718) che fu la moglie di re Giacomo II Stuart (1633-1701).
Il vero flusso di italiani avvenne, però, a partire dal 1830.
Si formarono nuclei di comunità italiane in città come Londra, Peterborough, Cardiff, Leeds, Manchester, Glasgow, Edimburgo, Bedford ed altre.
Con esse, vennero pure i preti cattolici.
Quindi, si formarono anche delle parrocchie italiane.
Nel 1864 venne fondata a Clerkenwell la chiesa cattolica italiana di San Pietro.
Anche Giuseppe Mazzini (1805-1872) stette per un certo periodo a Londra, ove fondò una scuola di lingua italiana.
Tra i più famosi italo-britannici, non posso non citare il Primo Ministro Benjamin Disraeli (che citai nell'articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2010/08/italiani-nel-mondo-sofferenza-ed.html), il pittore e poeta Dante Gabriele Rossetti (1828-1882), sua sorella, la poetessa e scrittrice Christina Georgina (1830-1894) e Lord Charles Forte (1908-2007).
Sorsero ristoranti ed attività commerciali gestiti da italiani.
Durante l'epoca fascista, gli italo-britannici vennero visti con sospetto ed internati in capi di prigionia.
Dopo la fine della II Guerra Mondiale la situazione si ammorbidì.
Oggi, la comunità italo-britannica conta circa mezzo milione di persone.
Tra questi, citiamo l'ex pugile gallese (ma di origine sarda) Joe Calzaghe, l'attrice Claire Forlani, il calciatore della Roma e della Nazionale italiana Simone Perrotta ed il cantautore italo-scozzese (classe '87) Paolo Nutini.
Leggete anche il sito http://www.italianialondra.com/, che metterò anche nella voce "Link preferiti" di questo blog.
Termino questo articolo con una mia poesia e con i miei più sentiti auguri di un Santo Natale sereno e di un felice anno nuovo.
SPEECH OF KING AELFRED SE GREATA
"Brittania Oceani insula, cui quondam Albion nomen fuit,
inter septentrionem et occidentem locata est,
Germaniae, Galliae, Hispaniae, maximis Europae partibus,
multo interuallo aduersa."
Certu...o populu! Una razia grande cusì ci fici lu Signuri...
si quest'insula ci desi...di tuttu lu mondu faru et luci...
cusì ntra lu caudu di induve cala lu Suli...et lu friddu di lu Nordu...
et lu ghjacciu...chì a sciogghiri avemu ancu cù la Cruci!
Nuautri...una Nova Roma cusì fà pudemu...
Londinium, Lunden, London...la cità di tutti li ciumi...
ché di quella figghia di Santu Petru...figghi semu...
cù la Palora di Diu chì purtau San Paulu...lu Gran Lumi!
Questu...eiu, Aelfred...di li Sette Regni rè, vi dicu...
chì comu 'n palori...di la fortia chì ci tene a la Terra...
et di l'Universu...comu di la variola la cura...cusì 'n scienza...
pè Razia di Diu dà pudaremu a tutti l'omini...comu vinciri onne guerra!
Cordiali saluti e, di nuovo, auguri.

mercoledì 22 dicembre 2010

DICIAMOLO!

Cari amici ed amiche.

Spero che il ministro della Difesa, onorevole Ignazio La Russa, non se la prenda male, se "prendo in prestito" la sua tipica frase ma...DICIAMOLO!
Ma è possibile che, quando si vuole fare una riforma che tocca la scuola e l'università, vi siano sempre delle contestazioni, anche violente?
Questa riforma approntata dal Ministro del'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, onorevole Mariastella Gelmini, sarà utile.
Infatti, essa punta a premiare il merito e mette al centro il giovane, facendo sì che sia egli stesso a valutare la qualità dell'istituto in cui si forma.
Inoltre, questa Riforma taglierà certe situazioni discutibili!
Non è possibile, ad esempio, che siano state fatte 327 facoltà universitarie che hanno meno di 15 iscitti!
Sono soldi sprecati!
Quindi, essa è un'ottima riforma!
Questo accanimento contro la riforma è, in realtà, solo politico!
Molti di quelli che manifestano non sanno nemmeno il motivo per cui manifestano!
E' evidente che questi giovani siano strumentalizzati da chi vuole mantenere lo status quo.
Inoltre, chi promuove le manifestazioni lo fa per manifestare contro il Governo di centro destra e non solo contro la Riforma.
E' evidente che queste manifestazioni abbiano un carattere politico ed ideologico.
Inoltre, riguardo la violenza, io ritengo che siano dannosi i comportamenti di certi politici.
Ad esempio, è gravemente dannoso il comportamento di chi continua a parlare di "Governo piduista, fascista e razzista", e di un "Premier stupratore della democrazia".
Chi usa espressioni simili non fa un buon servizio alla democrazia!
E' un comportamento molto pericoloso perché crea tensioni ed un clima di baruffa che è controproducente. In un momento non facile è meglio non creare tensioni.
Inoltre, questo atteggiamento è anche irrispettoso verso coloro che hanno votato questo Governo che sono la maggioranza degli italiani.
In democrazia, è la maggioranza a decidere.
Certi comportamenti nel mondo vanno isolati.
Cordiali saluti.



ATTENTI AI FUOCHI D'ARTIFICIO!


Cari amici ed amiche.
E' sempre un piacere vedere i fuochi d'artificio.
Essi si fanno con una polvere nera, la polvere pirica, una miscela di carbone, nitrato di potassio (detto salnitro, KNO3) e zolfo.
L'origine della polvere pirica è cinese. Essa fu fatta in Cina nel Medioevo (Anno 1000) e fu portata in Europa dagli Arabi prima e dai Mongoli poi, nel 1241.
La polvere pirica fu usata per fare armi e strumenti di morte (pensiamo agli archibugi e alle "bombarde" o alle invenzioni progettate da Leonardo Da Vinci) ma anche giochi spettacolari.
Questi giochi pirotecnici sono i fuochi d'artificio.
Da allora ad oggi, i fuochi d'artificio si sono evoluti.
Ad esempio, tra i vari reagenti che sono stati aggiunti ad essi, vi sono il perclorato di sodio (sale dell'acido perclorico, con cloro eptavalente, che è usato come propellente), i sali di stronzio (sali di un metallo alcalino-terroso che sono usati per ottenere il colore rosso), il cloruro di rame II (sale costituto da cloro e rame bivalente che è usato per ottenere il colore verde) ed altri.
Con i loro colori ed i loro rumori vivaci, i fuochi d'artificio sono usati per giochi spettacolari nelle feste.
Proprio ora, che si avvicina il Capodanno, verranno usati molti petardi.
Per l'amor di Dio, state attenti!
I fuochi d'artificio sono belli da vedere ma vanno maneggiati con cautela!
Inoltre, prendete solo petardi legali!
Infatti, vi sono anche dei petardi illegali (e spesso fatti artigianalmente) che non danno nessuna garanzia di sicurezza.
Molte persone si sono rovinate, perdendo dita, mani o occhi, maneggiando i fuochi d'artificio in modo incauto o usando i botti illegali!
Vi sono stati casi di persone uccise dai botti!
Pertanto, state attenti!
Il Capodanno deve essere un motivo di festa e non una carneficina!
Cordiali saluti.

martedì 21 dicembre 2010

RAPPORTO STATO-CHIESA? LA STORIA NON E' QUELLA RACCONTATA!





Cari amici ed amiche.


Molto spesso, converso sul rapporto tra Stato e religione.
In una conversazione con un mio cugino io ho detto che la Chiesa non instaurò mai una teocrazia e che il suo rapporto con gli Stati fu più complesso ed articolato di quanto si possa immaginare.
Ciò è vero. La storia non è quella raccontata da certi libri che parlano di "teocrazie".
Nel 313 AD, con l'Editto di Milano voluto dall'imperatore romano Costantino I, la Chiesa non fu più perseguitata.
Acquistò quindi un forte potere politico ma lo Stato concorse in ciò.
Con la caduta dell'Impero d'Occidente (476 AD), la Chiesa divenne il punto di riferimento delle popolazioni sopraffatte dai Barbari.
Mentre in Occidente vi era questo, in Oriente l'imperatore aveva potere anche sulla Chiesa.
Egli, infatti, presenziava e presiedeva i concili, prendeva testa alle processioni ed aveva un largo potere decisionale in materia religiosa.
Il Papa non poteva tollerare ciò.
L'imperatore Giustiniano I (482-565) tentò di arrivare ad una mediazione con lui ma non vi riuscì.
Anzi, lui diede l'inizio a un fenomeno chiamato "cesaropapismo", ossia all'ingerenza dei sovrani secolari nella materia religiosa.
Questa ingerenza si fece forte sotto l'imperatore Leone III Isaurico (675-741), quando emanò il decreto dell'iconoclastia, ossia il divieto di prestare culto alle immagini sacre.
Questo decreto venne poi ritirato ma tra la Chiesa d'Oriente e quella d'Occidente si allontanarono sempre di più ed arrivarono allo scisma del 1054 AD.
In Occidente, fu la Chiesa a diventare un punto di riferimento vero.
Grazie all'opera di evangelizzazione dei popoli barbari, la Chiesa poté ridisegnare il volto dell'Europa e ciò culminò con l'incoronazione di Carlo Magno a imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell'800.
Quindi, la Chiesa fece una grande opera di ricostruzione dell'Europa.
Questo, però, la mise anche in una posizione difficile.
Dal X secolo, infatti, tra Papato ed Impero ci furono dei rapporti difficili.
Furono dei rapporti molto complessi.
Infatti, da una parte, il Papa aveva bisogno dell'imperatore, per portare avanti il suo magistero e difendersi.
Dall'altra, l'imperatore non poteva prescindere dal Papa, per mantenere il potere e se veniva scomunicato perdeva il proprio potere.
Particolarmente duro fu lo scontro dovuto alle investiture dei vescovi, la "Lotta par le investiture".
Questo scontro fu causato dal fatto che vennero creati i "vescovi-conti", ossia degli amministratori ecclesiastici che, in quanto più colti e fedeli di quelli laici, erano usati dagli imperatori per amministrare le terre imperiali.
Questi vescovi dovevano giurare fedeltà all'imperatore, secondo il diritto feudale.
D'altro canto, gli vescovi dovevano fare riferimento anche al Papa, in quanto capo visibile della Chiesa.
Gli imperatori, quindi, si arrogarono il diritto di nominare i vescovi ed anche i Papi.
Il Papato non volle e ci fu lo scontro.
Aspro fu lo scontro tra il Papato e l'imperatore Enrico IV (1050-1106) che fu risolto dal Concordato di Worms del 1122 che fu stipulato da suo figlio Enrico V e Papa Callisto II.
Con questo concordato il Papa nominava i vescovi e l'imperatore dava loro i poteri feudali.
Tuttavia, ci furono ancora problemi tra il Papa e l'Impero.
Le tensioni cessarono nel XIV secolo, quando ci fu il declino del Papato e dell'Impero.
Ne parlai nell'articolo intitolato "Stato e Chiesa, un rapporto storicamente complesso", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/05/stato-e-chiesa-un-rapporto-storicamente.html.
Qui, però, emersero gli Stati nazionali (come Spagna, Francia ed in Inghilterra) con monarchie forti.
Queste monarchie volevano avere il controllo sulle Chiese dei loro Paesi, sia per motivi politici e sia per motivi economici.
Infatti, la Chiesa era molto ricca e potente.
L'occasione la ebbero con la Riforma protestante (1517 AD).
In molti Stati, il passaggio al protestantesimo venne deciso dai reggitori secolari che videro in esso l'opportunità di aumentare il proprio potere e di incamerare i beni della Chiesa per finanziare le guerre.
Ciò successe nella Svezia di re Gustavo Vasa (1496-1570), nella Danimarca di re Cristiano III (1503-1559) o nell'Inghilterra di re Enrico VIII (1491-1547), anche se in quest'ultima ci fu un diverso processo di Riforma.
Dopo la Controriforma (o Riforma cattolica) la Chiesa ebbe una ripresa ma nel XVIII secolo ci furono i regalismi.
Apparentemente, i sovrani secolari (come il re di Francia Luigi XIV, 1638-1715) si mostrarono accondiscendenti verso la Santa Sede ma, nel contempo, cercarono di limitare il potere del Papa nei loro Stati.
Si cominciò a parlare di Giurisdizionalismo, Gallicanesimo e Giuseppinismo.
In pratica le Chiese dei vari Stati dovevano essere assoggettate al potere del re, pur restando in comunione con Roma.
Basti pensare alla politica dell' imperatore del Sacro Romano Impero Giuseppe II (1741-1790) o al Granducato di Toscana sotto Pietro Leopoldo (1747-1792).
Inoltre, nacquero correnti come il Giansenismo.
Inoltre, si stavano diffondendo le idee dell'Illuminismo che spesso si misero in contrasto con il Cristianesimo.
In questo clima di divisioni, la Chiesa affrontò lo scoppio della Rivoluzione Francese (14 luglio 1789).
In quel contesto, la religione cattolica non fu più religione di Stato.
Anzi, la Chiesa francese si spaccò in due tra clero giurato (che giurò fedeltà alla Costituzione civile del clero, promossa dal governo rivoluzionario) e clero refrattario, che rimase fedele al Papa.
Quest'ultimo fu perseguitato.
Ci fu la scristianizzazione operata da Jacques René Hébert (1757-1794) che vollew sostituire il Cristianesimo con una religione neopagana della Dea Regione.
Con Napoleone (1769-1821) venne ripristinata la religione cattolica ma per essa rimasero forti limitazioni.
Fallita la Restaurazione (che avvenne dopo il Congresso di Vienna 1814-1815) si fecero avanti l' idea nazionalista e quella socialista che caratterizzarono sia il XIX che il XX secolo.
Con l'unificazione dell'Italia (1861) e la "Breccia di Porta Pia" (20 settembre 1870), il potere temporale del Papa cessò e in Italia ci fu un forte anticlericalismo ed una tensione tra Stato e Chiesa che fu risolta dai "Patti Lateranensi" del 1929.
Intanto avanzavano le idee di Karl Marx e di Friedrich Nietzsche.
E così, in molti Stati si cercò di spazzare via la religione e la visione del Cristianesimo, con queste idee.
Si tentò di fare questo nella Germania nazista, nell'Unione Sovietica e in tutti i Paesi comunisti, nella Spagna del 1931, nel Messico di Plutarco Elias Calles e nel Portogallo, dopo la rivoluzione del 1910.
Anche nell'Italia fascista si tentò di limitare la Chiesa, nonostante i "Patti Lateranensi".
Oggi, il rapporto tra Stato o Chiesa è ancora complesso (basti pensare, ad esempio, alla Spagna di Zapatero) ma si sta andando verso una "laicità positiva" in cui, pur essendo indipendenti l'uno dall'altro, lo Stato e la Chiesa collaborano in modo costruttivo per il bene della gente.
Cordiali saluti.





GIOVANI DITE NO ALLA VIOLENZA!

Cari amici ed amiche.

Domani, 22 dicembre, ci saranno delle manifestazioni a Roma.
In queste manifestazioni, vi saranno gli studenti che contesteranno la Riforma dell'università approntata dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, onorevole Mariastella Gelmini.
Purtroppo, c'è il rischio che si ripetano i disordini avvenuti il 14 dicembre scorso.
Il clima è surriscaldato.
Giusto questa mattina, ho visto la trasmissione di Rai 3 Agorà (http://www.agora.rai.it/) che è condotta da Andrea Vianello.
Tra gli ospiti della puntata di questa mattina (che era intitolata "Guerra o Pace") vi erano l'onorevole Beatrice Lorenzin (Popolo della Libertà), l'esponente di Rifondazione Comunista Ramon Mantovani, il giornalista, blogger e direttore di The Week Mario Adinolfi e l'ex-prefetto di Roma e senatore dell'Unione di Centro Achille Serra.
Tra gli ospiti collegati c'erano l'ex leader della CGIL ed ex-sindaco di Bologna Sergio Cofferati ed il direttore de "Il Giornale" Alessandro Sallusti.
La tensione era palpabile e c'è stata una discussione molto animata tra Adinolfi e Sallusti.
Potete vedere il video della trasmissione seguendo il link sopra indicato.
Io penso che non si possano giustificare gli atti di violenza simili a quelli che ci sono stati il 14 dicembre scorso.
Questi atti non possono essere giustificati e né minimizzati ma vanno condannati senza se e senza ma!
Non si può fare passare per "cattivo" un poliziotto (o un carabiniere) che si difende (anche sparando) da un'aggressione subita da dei balordi!
Non si può fare passare per "dittatura" l'opera dei poliziotti e dei carabinieri che fanno il loro dovere quando fermano una manifestazione violenta in cui si bruciano le automobili e si fanno atti di violenza su persone e cose!
E' ora di finirla di tutelare i violenti!
Fare delle manifestazioni violente non è segno di democrazia e di partecipazione alla vita politica!
Quei "signori" che attaccano i poliziotti, che insozzano strade e monumenti, che bruciano le automobili ed i cassonetti delle immondizie, attaccano le sedi istituzionali e che spaccano le vetrine non rappresentano nemmeno noi giovani!
Io preferisco i miei coetanei che fanno politica nei partiti e nei modi e nelle sedi opportune, che operano nelle associazioni di volontariato, che operano nelle parrocchie (ad esempio, con la scoutismo o facendo i catechisti) o quelli che ogni giorno studiano o lavorano.
Questi sono i veri giovani. Essi non si fanno vedere in televisione o sui giornali ma fanno un'opera importante nella società!
Sono questi veri eroi e non quelli che fanno atti vandalici!
I veri eroi sono, ad esempio, i giovani che lavorano come soccorritori delle autoambulanze!
Tra questi c'è uno dei miei migliori amici che stimo molto e che di recente è diventato padre.
I veri eroi sono quei giovani che si impegnano in politica, portando idee utili per la nostra società!
I veri eroi sono quei giovani che si arruolano nell'esercito o nella polizia e che rischiano la vita per la nostra sicurezza!
I veri eroi sono quei giovani che operano nelle parrocchie come catechisti o scout o che, magari, diventano sacerdoti!
I veri eroi sono i giovani che fanno il Servizio Civile!
I veri eroi sono quei giovani che ogni giorno studiano e lavorano!
Di loro non si parla ma danno un grande contributo alla società e al loro bene!
Che poi ci sia un problema che riguarda i giovani e che ad essi tale problema dia un malessere è anche vero.
Ha detto bene l'onorevole Lorenzin. Bisogna trovare la radice del problema.
Però, la violenza porta solo altra violenza!
La violenza è, prima di tutto, un segno di stupidità!
E poi, voglio ricordare un'altra cosa.
Voglio ricordare la vicenda di Norman Zarcone, ventisettenne palermitano che si laureò in Filosofia e che il 14 settembre scorso si suicidò, gettandosi da un terrazzo della Facoltà di Lettere dell'Università di Palermo.
A lui è stata intitolata un'aula dello stesso istituto.
Quel giovane si suicidò perché si trovò di fronte il disagio causato dal sistema universitario dei "baroni" che tolse ogni politica di meritocrazia e che gli tolse ogni opportunità.
Quel sistema vizioso dei "baroni" è lo stesso che la Riforma del ministro Gelmini sta combattendo!
Chi si mette contro la Riforma del ministro Gelmini si mette di quel sistema che provocò il disagio in Norman, disagio che lo indusse al suicidio!
Ai giovani voglio dire che non devono farsi strumentalizzare da coloro che non vogliono quella Riforma e di rifiutare la violenza!
Ci sono tanti altri modi per partecipare alla vita sociale del Paese.
Cordiali saluti.

lunedì 20 dicembre 2010

IN CHE PAESE VIVIAMO?

Cari amici ed amiche.

Mi chiedo che se il Paese in cui vivo è un Paese normale.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui vi è un deputato che giustifica dei gravi atti di violenza come quelli che sono avvenuti a Roma il 14 dicembre.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui un senatore viene bollato come "fascista" solo perché propone, giustamente, delle misure preventive contro i succitati atti di violenza.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui, in nome della "laicità" e per "non offendere chi non è cristiano", si tolgono i crocifissi dagli uffici pubblici, non si fanno cantare le canzoni di Natale, non si fanno fare più i presepi e a momenti non si insegna più la "Divina Commedia" o la storia di Carlo Magno nelle scuole.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui sui vari social-network compaiono delle pagine blasfeme e slogan ateistici sugli autobus mentre quando si cerca di parlare di religione o di diritto alla vita si è bollati come "clericali" e "retrogradi"!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui non si riesce a fare una riforma che possa migliorare e rendere più meritocratica la scuola e l'università senza che scoppino delle contestazioni.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui un parlamentare insulta un presidente del Consiglio democraticamente eletto con termini come "stupratore della democrazia" e quant'altro!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui chi si riconosce in certe idee (ovviamente non dittatoriali ed estreme ma moderate) viene insultato, definito "nemico della democrazia" e "mafioso" e, in qualche caso, viene anche minacciato.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui vi è ancora chi definisce "distruttore dell'unità dell'Italia" chi parla di federalismo!
Mi chiedo se è normale un Paese in cui si pretende che tutto debba essere delegato allo Stato mentre negli altri Paesi vi è anche un investimento privato.
Mi chiedo se è normale un Paese in cui si continua a dire no all'energia nucleare, senza che vi sia una seria proposta alternativa che possa coprire quel 18% del fabbisogno energetico che oggi è coperto con l'energia importata dall'estero.
Leggete l'articolo intitolato "Nucleare, polemiche nel Mantovano", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/10/nucleare-polemiche-mantovano.html.
E posso chiedermi tante altre cose!
In che Paese viviamo?
Cordiali saluti.

IL RUOLO DEI GIOVANI E LA POLITICA


Cari amici ed amiche.

Da giovane, visto che ho 30 anni, devo dire che sono davvero stanco di sentire parlare di "giovani violenti", senza interessi e fannulloni.
Quelli che il 14 dicembre scorso hanno fatto quelle vergognose violenze non rappresentano me e la maggioranza dei giovani.
Quelli sono solo dei facinorosi e devono essere sanzionati nel modo più duro possibile, anche con il DASPO e con l'arresto, che è stato proposto dal senatore Maurizio Gasparri!
Inoltre, chi manifesta contro la riforma Gelmini, anche se in buona fede e pacificamente, rischia di fare il gioco di chi non vuole cambiare l'università e che rimangano i suoi sprechi ed inefficienze, di cui ho parlato nell'articolo intitolato "Basta con la retorica!", http://italiaemondo.blogspot.com/2010/12/basta-con-la-retorica.html.
La riforma Gelmini è una rivoluzione epocale!
Non rappresentano noi giovani quei violenti che hanno fatto quei disastri a Roma come non ci rappresentano quelli che non vogliono fare nulla.
In realtà, noi giovani siamo rappresentati da quella maggioranza silente che lavora, che ha idee e che cerca di lottare con l'impegno nella società e non con la violenza, contro la crisi, che c'è.
Un esempio, è il Ministro della Gioventù, onorevole Giorgia Meloni, nella foto.
L'onorevole Meloni è un esempio di giovane che ha deciso di impegnarsi seriamente e, tra l'altro, non utilizza nemmeno l'"auto blu" (ma la propria) e questo le fa onore e dimostra che la politica non è una "casta di privilegiati".
A tale proposito, vi invito a guardare il sito del suo dicastero, http://www.gioventu.gov.it/, che metterò anche nell'angolo dei "Link preferiti" di questo blog.
Vi sono delle ottime proposte, come il prestito per gli studenti più meritevoli o il lavoro stabile per i giovani precari.
Questo dimostra che vi sono dei giovani che si impegnano ed il ministro (che è classe 77) lo dimostra.
Ma poi non è vero che noi giovani non vogliamo sporcarci la mani.
Io stesso, prima di restare senza lavoro, ho fatto lavori in cui "mi sono sporcato le mani" . Infatti, ho fatto anche il "collaboratore scolastico", il bidello.
Oggi, sono in cerca di lavoro ma non mi scoraggio e né mi faccio prendere dalla rabbia e dalla violenza!
Non mi vergogno di dire tutto questo!
Quindi, qualcuno deve smetterla di erigere come eroi quei giovani che fanno atti violenti, solo perché contestano il Governo.
I veri eroi sono quelli che hanno delle idee e che cercano di fare il bene a sé stessi e agli altri.
Cordiali saluti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.