Cari amici ed amiche.
Vi voglio parlare di tre città che furono esempi di convivialità e che forse furono all'avanguardia, spesso in un tempo troppo antico per certe idee.
Le tre città sono Sabbioneta, Trani e Messina.
Da mantovano, parto da Sabbioneta, città della provincia di Mantova fondata da Vespasiano Gonzaga, tra il 1554 ed il 1556.
Questa città, ricalca il mito della "Città ideale", un'isola di ordine e di pace.
In effetti, fu così.
Entro le sue mura (che ancora oggi noi possiamo ammirare) fiorivano l'arte e la cultura.
Inoltre, vi erano scambi proficui, come quelli con la comunità ebraica.
Pensate che nella Mantova dei Gonzaga, gli ebrei erano tollerati. Ad esempio, i medici di signori di Mantova erano ebrei, cosa inusuale in quel tempo. Infatti, gli ebrei non potevano curare i cristiani. Inoltre, si studiava la Qabbalah e vi era una vivace scambio culturale. Si dice anche che il corpo di Sant'Anselmo di Lucca (vescovo e Santo Patrono di Mantova) fosse stato trattato da ebrei per conservarlo. Tuttavia, della veridicità di questa notizia non ci sono prove.
A Sabbioneta, ci fu la stessa cosa. La bellissima sinagoga (nella foto in basso) lo dimostra. Pensiamo anche a figure come Graziano Treves o Tobia Foà che influirono molto sul panorama culturale della città.
Foà ebbe un'ìmportante attività tipografica e fece un'edizione del Cantico dei Cantici ed i testi dell'erudito ebreo spagnolo Maimonide.
Facciamo un grande salto indietro nel tempo e visitiamo un'altra città importante, Trani, in provincia di Barletta-Andria-Trani.
Qui, durante i regni di Federico II di Svevia e di Manfredi vi fu una fiorente comunità ebraica che animava i commerci e la cultura.
Testimonianze di ciò sono le quattro sinagoghe, di cui oggi ne restano due, quella "Grande" e quella di Scola Nova. Dopo la cacciata degli ebrei nel XVI secolo, le due sinagoghe furono trasformate in chiese.
Quella di Scola Nova (che divenne chiesa di Santa Maria di Scola Nova) nel 2005 fu ridata agli ebrei dal Venerabile Giovanni Paolo II.
Senza dubbio, la cacciata degli ebrei nel XVI secolo, impoverì la città e solo oggi questo patrimonio si sta riscoprendo e rivalutando.
Un'altra città che visitiamo è Messina, città a me cara, essendo messinese per parte di madre.
Qui vi è la via Cardines, che fu detta "Via della Giudecca".
Qui vi era un'importante sinagoga detta Kenisat Massini. Si diceva che essa avesse la forma simile ad un'esedra chiusa nei lati ed aperta nel mezzo.
Si dice che qui fosse nata la più antica comunità ebraica siciliana anche se le notizie certe della presenza degli ebrei a Messina risalgono al XI secolo.
Nel Medioevo, la città di Messina era costellata di sinagoghe, come dimostra la cartina dell'epoca.
La Kenisat Massini fu trasformata in chiesa dai Padri di San Filippo Neri.
Un'altra venne riconvertita nella Real Cappella della Vergine della Candelaia.
Il più famoso rabbino messinese fu Abraham ben Shemuel Abulafia.
Ho portato questi esempi per dimostrare che tra gli ebrei e noi cristiani non ci furono solo astio ed incomprensioni ma ci furono anche scambi proficui di conoscenza e cultura, anche nella conoscienza delle Scritture che, almeno parzialmente, furono (e sono) comuni a noi e a loro.
Forse, certe realtà (come Mantova e Messina) non sarebbero state le stesse se non ci fosse stata questa presenza ebraica.
Mi viene da dire che gli ebrei furono il sale di quelle realtà, nel senso cristiano del termine.
Cordiali saluti.