Presentazione

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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 18 maggio 2010

RONCOFERRARO (MANTOVA) COME TORRACA (SALERNO), NELL'AVANGUARDIA DELL'ILLUMINAZIONE




Cari amici ed amiche.


Vorrei rilanciare una mia proposta fatta l'anno scorso.
Lo faccio facendovi leggere il testo dell'istanza che consegnai al Comune di Roncoferraro, in Provincia di Mantova:


"PROPOSTA PER LA PUBBLICA ILLUMINAZIONE


Alla cortese attenzione del sindaco Candido Roveda, dei membri della Giunta e dei signori consiglieri.

Oggetto: Proposta per il risparmio energetico nella pubblica illuminazione.

Egregio signor sindaco, egregi signori assessori e consiglieri comunali.

Come privato cittadino che si tiene informato e che è attento al territorio, vorrei proporre a voi un sistema che potrebbe garantire il risparmio energetico, tema a cui siete sensibili.
Vorrei proporre di sostituire gli attuali impianti della publica illuminazione (che funzionano a lampade ad incandescenza a sodio) con dispositivi a diodi LED. Questa soluzione è già stata praticata a Torraca (Comune del Cilento, in provincia di Salerno) e già sta garantendo un risparmio energetico del 75%. Inoltre, i diodi LED garantiscono una maggiore durata rispetto alle lampade tradizionali.
Ringraziando della cortese attenzione, porgo i miei cordiali saluti.


Antonio Gabriele Fucilone."

A questa mia istanza (protocollata in municipio il 22 agosto 2009) aggiungo anche un'altra cosa. I diodi LED riducono anche la questione dell'inquinamento luminoso che tanto fastidio dà ad associazioni come quella degli astrofili.
Tenendo conto della vastità del territorio comunale che consta di un capoluogo (Roncoferraro) e di 10 frazioni (Barabassolo, Villa Garibaldi, Cadè, Castelletto Borgo, Pontemerlano, Barbasso, Garolda, Governolo, Casale e Nosedole), una soluzione del genere potrebbe essere utile.
A Torraca (comune del Salernitano) questa soluzione sta risolvendo molti problemi e credo che vada presa come esempio.
Roncoferraro può diventare un "Comune pilota" per l'uso di questo tipo illuminazione pubblica in tutta la Provincia di Mantova.
Io spero di essere ascoltato.
Cordiali saluti.






lunedì 17 maggio 2010

ROSSLYN, ALCUNE CONSIDERAZIONI


Cari amici ed amiche.
Prima di iniziare vorrei dire che sono vicino ai familiari e ai cari dei due soldati che sono morti a causa di un vile attentato in Afghanistan.
Mi dispiace veramente per quanto è a loro successo.
Mi domando come possano alcuni uomini disprezzare la vita a tale punto da uccidere i loro simili.
Sono vicino anche ai feriti e ai loro cari.
Detto questo, vorrei parlare di nuovo della Cappella di Rosslyn.
Di questo edificio sacro che si trova in Scozia, ho parlato anche in un precedente post (http://thecandelabra.blogspot.com/2009/11/rosslyn-una-bibbia-di-pietra.html).
Intorno a questo chiesa vi sono i misteri.
Le decorazioni sono per certi versi enigmatiche, anche se, forse, potrei averle decifrate.
Il problema è che oggi potrebbero non esserci più le decorazioni originali.
Guardate la foto a destra. Nei due lati (tra una finestra e l'altra) vi sono delle specie di nicchie.
In esse potrebbero esserci state delle statue che oggi sono assenti.
Mi sono accorto di ciò, anche guardando il portale della Lalà Mustafà Pascià Camii (Moschea del Pascià Lalà Mustafà, Famagosta, Cipro) che prima del 1571 fu la cattedrale di San Nicola.
Quel portale aveva delle statue e gli elementi architettonici che le accoglievano erano simili a quelli che si vedono a Rosslyn.
Secondo me, quelle statue potrebbero essere state tolte con la Riforma scozzese (1560) ma la famiglia dei Sinclair, il cui esponente William fu il fondatore della chiesa, rimase cattolica fino agli inizi del XVIII secolo. Da quel momento fino al 1861 la chiesa rimase chiusa. Poi venne riaperta al culto anglicano.
Tra l'altro, la chiesa fu colpita da un incendio. Sotto questa luce creano ancora più mistero le parole dello scrittore scozzese Walter Scott (15 agosto 1771-21 settembre 1832) che scrisse :
" Quella orgogliosa cappella appare tutta avvolta nelle fiamme, quando uno dei signori di Roslin giace nella bara, ogni barone, con il suo lenzuolo funebre di zibellino, avvolto nella sua armatura...Incendiati gli alti parapetti e pinnacoli, incendiato ogni suo supporto con i suoi decori intagliati, essi bruciano così, quando la morte è vicina alla dinastia dei signori di Saint Clair".
Questa situazione è un elemento che rende ancora più difficile la lettura di questo monumento che ha molti misteri.
Cordiali saluti.

domenica 16 maggio 2010

DAL MILAN AL MANTOVA, ALCUNE CONSIDERAZIONI

Cari amici ed amiche.

Il Campionato di calcio di Serie A è appena finito e credo che valga la pena esprimere qualche considerazione.
Onore all'Inter che ha vinto il torneo e alla Roma che l'ha tenuto aperto fino alla fine.
Ora però, vorrei fare qualche considerazione. La faccio anche da tifoso milanista.
Ora, trovo ingiuste le contestazioni mosse dai tifosi rossoneri contro il presidente il Berlusconi.
Ricordiamoci che grazie a lui il Milan ha vinto tanto e per tanti anni è stato un modello per molte altre società di calcio, Inter compresa.
Quindi, trovo queste critiche ingiuste.
Purtroppo, la situazione del calcio italiano non è buona.
Vi invito a leggere i miei articoli http://www.italiachiamaitalia.net/news/136/ARTICLE/154948/2009-06-08.html e http://www.italiachiamaitalia.net/news/136/ARTICLE/17776/2009-10-01.html.
Il nostro calcio ha dei problemi di varia natura.
Ad esempio, esso è molto più tassato di quello di altri Paesi. Ciò frena le società di calcio che non possono permettersi spese folli. Inoltre, qui vi è un'altra complicazione
Se, nella veste di Presidente del Consiglio dei Ministri, Berlusconi facesse qualcosa (come una riduzione delle tasse sul calcio), subito gli avversari ed i mass-media ad essi vicini gli farebbero un "linciaggio mediatico" e lo accuserebbero di "conflitto di interessi".
Già ci sono quelli che lo accusano di varie nefandezze.
Ad esempio, c'è qualche sindaco (della parte avversa) che dice che il suo Comune non ha soldi per colpa del "Patto di stabilità" voluto dal Governo.
A questa persona, vorrei ricordare che il "Patto di stabilità" fu voluto da Prodi.
Forse, ha la memoria corta.
Detto, questo vorrei dire due parole anche sull'AC Mantova.
Questa società di calcio che milita nel Campionato di Serie B ha molti problemi, sia di risultati sul campo che di natura economica.
Ad esempio, vi sono problemi nel pagamento degli stipendi ai giocatori e c'è già chi ha messo in mora la società.
C'è chi vorrebbe creare un anzionariato popolare per rilevare questa società di calcio.
Pur ritenendo interessante questa idea, che è già stata messa in pratica nel Regno Unito, io sono un po' scettico sulla possibilità di metterla in pratica qui da noi.
Per essere competitivi, ci vogliono soldi ed una buona organizzazione.
Ora, tenendo conto di tutta la burocrazia, con l'azionariato popolare, si possono trovare a tempo debito i soldi per comprare i giocatori migliori?
Come si potrebbero organizzare l'assetto societario ed il consiglio di amministrazione di fronte ad un azionariato popolare?
Tenendo conto del fatto che vi sono alcune frange ultrà che a volte puntano a condizionare le partite (creando tensioni) come si possono evitare certi tristi fenomeni, tenendo conto del fatto che tra i "potenziali azionisti",accanto ai tanti buoni tifosi che AMANO VERAMENTE LA PROPRIA SQUADRA (e che sono la maggioranza), vi possano anche questi gruppi estremi?
E poi, con la crisi che c'è, non credo che dei padri di famiglia abbia la voglia di spendere dei loro soldi.
Ho delle perplessità.
Io credo che per salvare il Mantova serva un imprenditore (o una cordata di imprenditori) che abbia tempo, progetti e tanti soldi da investire in questa società.
Poi, magari, qualche quota può essere data ai tifosi, per l'azionariato popolare, sul "modello Roma".
La mia è un'opinione da esterno (in quanto non tifoso del Mantova) ma vorrei indurre tutti ad una riflessione.
Cordiali saluti.

BIRRA, DA BEVANDA A RISORSA FUTURA








Cari amici ed amiche.


Vi parlo della birra. Questa bevanda è un prodotto della fermentazione alcolica di un mosto di malto d'orzo (Hordeum distichon), è oggi molto diffusa e ha origini molto antiche.
Era già nota presso i Sumeri, dal VI millennio BC. Secondo quanto raffigurato certe statue e raffigurazioni la birra fu molto presente anche presso gli Egizi. Tra il III ed il I secolo BC , durante l'epoca dei Tolomei (della cui famiglia fece parte la regina Cleopatra), la birra venne prodotta industrialmente.
In Grecia, parlano di essa i testi di Erodoto, Senofonte e Teofrastro (IV secolo BC). Essi danno notizie in particolare di una birra di miglio.
In Grecia, essa venne disprezzata, poiché i Greci ritenevano "poco virile" consumare vino d'orzo.Della birra si parlò anche a Roma. Plinio (I secolo AD) parlò una bevanda ricavata dalle fermentazioni delle biade.
Nel Sud America si diffuse una bevanda simile chiamata chicha. Essa è ancora oggi molto diffusa tra gli indigeni e la si ricava dal mais, da altrio cereali, dalla frutta e dalla manioca.
La birra per come la conosciamo noi (con l'uso del luppolo), però, risale all'VIII secolo AD e venne introdotta in Francia durante il regno di Pipino il Breve.
Nel XIII secolo essa si diffuse nel Brandeburgo e nella Baviera. La legislazione italiana dice che la birra è un prodotto ottenuto con fermentazione alcolica con ceppi selezionati di lievito Saccharomyces cerevisiae di mosti preparati con malti d'orzo torrefatto ed amaricati con luppolo. Il malto d'orzo può essere sostituito con quello di altri cereali (come frumento o riso) in misura percentuale massima del 25% calcolata sul peso complessivo del cereale impiegato.
La preparazione della birra parte dal malto.
Esso viene preparato facendo macerare l'orzo in acqua dai due agli otto giorni.
I chicchi sani si rigonfiano (per preparare la germinazione) e vanno in superficie mentre quelli guasti no.
Questi ultimi vengono scartati e dati al bestiame.
La germinazione dei chicchi sani avviene tra i 15 e 20 °C, per otto o quindici giorni. Si procede poi alla degerminazione che serve ad eliminare il germe che contiene degli olii che durante la fermentazione agiscono da antischiuma.
Si ottiene così il malto verde che viene essiccato in essiccatori a cassetti, o a cilindri, ad una temperatura compresa tra gli 80 ed i 95 °C.
Si ottiene così il malto chiaro per la "birra chiara". Se si essicca il malto verde ad una temperatura che varia dai 95 ai 105 °C si ottiene il malto scuro.
Per le birre molto scure si arrostice il malto verde in cilindri a fuoco diretto.
Il malto passa poi alla fase di ammostamento. Esso viene vagliato, macinato ed inviato in caldaie. Al malto vengono aggiunte acqua e farina di altri cereali crudi. Alla miscela viene aumentata la temperatura. L'ammostamento serve per mettere in soluzione acquosa le sostenze del malto. Ciò avviene per mezzo di enzimi come le diastasi presenti nel malto che idrolizzano i costituenti lineari, l'amilosio e ramificati, le amilopectine, degli amidi e le peptidasi che attaccano le proteine.
L'ammostamento si può fare per decozione e per infusione.
L'infusione può essere ascendente, ossia con malto impastato con acqua fredda e poi misclato con acqua ad 80°C per portarlo alla temperatura di 60° e mantenuta qualche ora per permettere la saccarificazione dell'amido, oppure discendente, con un impasto alla temperatura di 70°C che viene miscelato con acqua ad 80°C.
La temperatura viene mantenuta a 65°C.
Quest'ultimo metodo è in uso in Gran Bretagna, ove si produce birra a fermentazione alta, ossia con lievito che resta nella parte alta del fermentatore.
La decozione, invece, consiste nell'impastare la farina di malto con acqua calda fino ad avere una miscela ad una temperatura di 75 °C. L'ammostamento per decozione si può fare anche con tecnica delle "due o tre miscele". Le farine di altri cereali vengono preparate a parte per produrre la salda d'amido. In questo caso, i 75 °C vengono raggiunti riscaldando all'ebollizione le aliquote successive della miscela. La decozione è in uso in Austria, in Germania e qui in Italia, ove si produce birra a fermentazione bassa, ossia con lievito immerso nel liquido. Il mosto viene poi chiarificato in tini. La parte solida (trebbie) viene scartata ed usata per alimentare il bestiame.
Al mosto vengono poi aggiunti i fiori femminili del luppolo, le cui ghiandole contengono la luppolina che è un insieme di olii essenziali, come mircene e geraniolo e varie resine, come umuloni, lupuloni e coumuloni.
Questi composti stabilizzano la birra, fanno precipitare le proteine instabili del mosto (durante l'ebollizione) e ne danno il sapore caratteristico.
Il mosto viene cotto.
Successivamente viene raffreddato in vasche di ferro, mediante scambiatori di calore, e viene portato ad una temperatura compresa tra 5 e 6 °C.
In condizioni asettiche, a questo si aggiunge il lievito coltivato.
Inizia così la fermentazione . Durante questa fase NON DEVE ESSERCI L'AREANZIONE che farebbe ossidare la birra.
Durante questa fase avvengono i processi biochimici di trasformazione degli zuccheri in alcol e CO2, un abbassamento del pH che rende la birra più secca nel gusto e la diminuzione dele sostanze amare.
Dopo la fermentazione, la birra viene decantata e fatta passare in fase di stagionatura. Questa fase avviene in botti chiuse con valvole tarate. Qui la birra si satura di CO2.
Presa con la dovuta moderazione, la birra è un alimento sano.
Essa contiene zuccheri, proteine, sali e vitamine idrosolubili.
Inoltre, contiene acqua, quindi è diuretica.
I Paesi che ne consumano di più sono la Germania, La Gran Bretagna e gli USA.
Essa però, può dare molto di più.
Durante la I e la II Guerra Mondiale, in Germania si sfruttò la fermentazione della birra per fare CRESCERE IL LIEVITO.
In quanto formato da cellule, il lievito è ricco di proteine.
In quei periodi, esso venne usato come integratore alimentare.
Si scoprirono così le SCP (Single Ccell Proteins, Proteine unicellulari).
Si potrebbe riperecorrere la stessa strada, togliendo però gli inconvenenienti come la presenza degli acidi nucleici (DNA e RNA) che, in quanto ricchi di basi azotate puriniche, favoriscono l'insorgere della gotta.
Quindi, la birra rappresenta la storia e può essere una risorsa molto più importante di quanto si possa immaginare.
Cordiali saluti.

sabato 15 maggio 2010

UN NUOVO CASO HINA SVENTATO

Cari amici ed amiche.

A Poggio Rusco (Mantova) si è rischiata la tragedia.
Una ragazza turca di 18 anni è stata picchiata dal padre e dal fratello per i suoi costumi occidentali e per il fatto che lei abbia scelto di stare con un ragazzo italiano.
Si è rischiato un simile a quello di Hina Saleem, la ragazza pakistana che l'11 maggio 2006 fu uccisa da suo padre perché vestiva all'occidentale ed era fidanzata con un ragazzo italiano.
A differenza della povera pakistana, la ragazza turca di Poggio Rusco si è salvata anche grazie ad un'amica che l'ha incoraggiata a denunciare l'accaduto.
Ora, io vorrei porre una riflessione.
Molti di quelli che oggi fanno tanto putiferio sul caso dei preti pedofili (che è certamente molto grave) di fronte a quanto successe ad Hina e a quanto è accaduto a questa ragazza stanno tenendo un vergognoso silenzio.
Riflettiamo!
Cordiali saluti.

CIAO LEONARDO, UN UOMO D'ESEMPIO PER IL CALCIO E...NON SOLO

Cari amici ed amiche.

Ieri, il tecnico brasiliano Leonardo Nascimento de Araujo (meglio conosciuto come Leonardo) ha annunciato che lascerà il Milan, squadra che allena dall'anno scorso.
Da milanista e da persona che ama il buon calcio devo dire che mi dispiace.
Certamente, il suo inizio da allenatore non è stato facile e io stesso l'ho giudicato un po' troppo frettolosamente.
Mi scuso di ciò.
Al contrario, ha dimostratop buone doti di allenatore e (con un po' più di esperienza e tanto lavoro) diventerà grande.
Se io fossi in lui non smetterei di allenare.
La sua dote migliore è (a mio modo di vedere) il suo parlare diretto senza, però, arrivare ad una becera polemica e alla stupida baruffa.
Purtroppo, si sa dire la verità spesso rende antipatici.
Lo so per esperienza diretta e vissuta in prima persona.
Se poi, questa verità viene espressa con toni aspri e polemici (cosa che qualche illustre collega di Leo fa) ecco che si avvelena il clima.
Leonardo, invece, ha sempre detto la verità, senza peli sulla lingua e senza patemi, ma non è mai arrivato ai toni avvelenati.
Questo gli fa onore.
Forse, in un calcio ed in una società così avvelenati, uno come Leonardo è un elemento positivo che mancherà.
Egli sta dando una grande lezione di lealtà e di correttezza nel linguaggio a tutti noi.
Non la sta dando solo a quelli che fanno calcio ma anche a figure di altri ambiti.
Pensiamo, alla politica.
Forse, qualcuno dovrebbe imparare lo stile dal tecnico di Niteroi, anziché mandare "a farsi fottere" i propri interlocutori o insultarli ed avvelenare il clima.
Per questa lezione di grande umanità, Leonardo va ringraziato.
Merita i migliori auguri per le sue esperienze future.
Cordiali saluti.

venerdì 14 maggio 2010

URUGUAY-ITALIA, UN RAPPORTO STORICO


Cari amici ed amiche.

Vi parlo del tema che mi spinse in modo decisivo verso verso l'impegno politico, la questione degli italiani all'estero
E' una questione che mi è spesso interessata, avendo anch'io parenti all'estero.
In particolare, nel febbraio 2008, iniziai una sorta di "campagna di sensibilizzazione" a favore di una comunità italiana che viveva in difficoltà.
Proprio nel febbrario 2008, sul sito dell'Associazione dei Mantovani nel Mondo (http://www.mantovaninelmondo.org/), lessi una denuncia fatta dalla signora Marta Rosa Martinez Ambrosini, segretaria del Circolo italiano di Tacuarembò, Uruguay.
La signora Martinez Ambrosini, denunciò delle carenze strutturali che creavano difficoltà alla comunità italiana residente in quella cittadina uruguaiana.
Denunciò ma carenza di una struttura consolare vicina a luogo e ciò rendeva scomodo e problematico l'accesso ai documenti e ai servizi.
Infatti, le uniche strutture consolari (il Consolato di Montevideo ed il Vice-Consolato di Melo) erano fuori mano.
E così iniziai una campagna di sensibilizzazione, contattando politici e giornali (come "Italia chiama Italia" http://www.italiachiamaitalia.net/) specie in rete.
Debbo dire che da tutto ciò ho imparato molte cose.
Infatti, la presenza italiana in Uruguay ha lasciato molti segni.
Pensiamo, ad esempio, ai cognomi di personaggi noti, come i calciatori Edinson Cavani e Fabian Carini, come lo scrittore Mario Benedetti o come gli storici Presidenti Alfredo Baldomir Ferrari, Gabriel Terra e Julio Maria Sanguinetti.
Si calcola che quasi il 40% degli uruguaiani sia di origini italiane.
Questo lega i due Paesi.
I primi italiani approdarono in Uruguay nel XVI secolo.
In quel periodo il Paese era una colonia spagnola.
Poi nel secolo XIX l'immigrazione crebbe.
Tanti furono i lombardi, i liguri, gli emiliani, i trentini, i piemontesi, i veneti, gli abruzzesi, i campani, i pugliesi, i calabresi ed i siciliani che emigrarono dall'Italia e andarono a Montevideo, a Salto, a Tacuarembò o a Paysandù.
Mi permetto di fare una nota "personale".
Molti siciliani della provincia di Messina partirono per il Sud America.
Tra questi, potrebbero esservi stati molti galatesi, di Galati Mamertino, comune della provincia di Messina che è la terra d'origine di mia madre.
Quindi, chissà, se ho parenti in Germania e negli USA, potrei averne anche in Sud America, magari proprio a Montevideo o in qualsiasi altra parte dell'Uruguay.
Detto questo.
La presenza italiana lasciò un segno nella storia e nella cultura del Paese.
Anche quel Giuseppe Garibaldi, che qualcuno ha ribattezzato "L'eroe dei due mondi", costituì un tassello fondamentale nella storia di quel Paese incuneato tra Brasile ed Argentina.
Inoltre, vi sono anche idiomi come il sicignolu, una lingua mista tra spagnolo e siciliano.
Quindi, trovo giuste iniziative, come quella promossa dal Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli di rendere le patenti italiane ultilizzabili anche in Uruguay.
Sono lodevoli anche le iniziative promosse da associazioni italiane ed istituzioni come le regioni che sono atte a creare maggiori sinergie tra l'Italia e gli italiani residenti in Uruguay, come in altre parti del mondo.
La Lombardia è un esempio di ciò e vi è molto impegno.
Tra l'altro, io stesso avevo promosso un interscambio il comune di Roncoferraro ( Mantova) e Tacuarembò.
Gli italiani nel mondo sono i nostri "veri ambasciatori" e noi che stiamo qui in Italia dobbiamo farli sentire vicini ad un Paese che è anche il loro.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.